Introduzione La prima edizione degli Ossi di seppia viene pubblicata nel 1925 a Torino, editore Piero Gobetti. Questi ha giá accolto sulla rivista «Primo tempo», tre anni prima, alcuni testi montaliani (Accordi), uno solo dei quali, Corno inglese, avrá accesso al libro d'esordio. II contatto con l'ambiente gobettiano segna peraltro in modo significativo la forma-zione del giovane Montale. Nel 1928 esce la seconda edizione degli Ossi, ancora a Torino, presso l'editore Ribet, accompagnata dalla introduzione prestigiosa di Alfredo Gargiulo. La nuova edizione opera alcuni spostamenti interní e minimi ritocchi formali, sopprime una poesia (poi reintrodotta dall'autore nell'edizione del 1977 di Tut-te le poesie) e soprattutto ne aggiunge sei nuove, collocan-done due a conclusione della prima sezione con il titolo «Altri versi» e quattro nella sezione conclusiva, che viene modificata nel titolo da «Meriggi» a «Meriggi e ombre». Una terza edizione viene stampata da Carabba a Lanciano nel 1931 e una quarta, l'ultima a comportare aggiustamen-11 e c°rrezioni di qualche peso, da Einaudi a Torino nel 42. La nota dettata dall'autore colloca la composizione el libro fra il 1920 e il 1927; ma il primo termine va spo-statoal 1916. titolo del libro rimanda al terna marino dominantě, Puntando sulla ambivalenza di un simbolo che concentra Se 1 termini culturali e affettivi dell'opera, esprimendo t ^ Una felice possibilitá di abbandono all'armonia na- e» quanto la condanna del frammento all'insignifi-Can^a e all'espulsione. CXIII Ľedizione definitiva comprende sessanta testi zati in sei sezioni (la prima e ľultima di un unico^3"'** nimento): 1) In limine, con funzione introduttiva- 2)°mpo* vimenti», tredici testi; 3) «Ossi di seppia» (detti anch " Jue testi; brevi" per la concisione che Ii caratterizza), ventidi " 4) «Mediterraneo», nove testi costruiti quäle unico metto organico; 5) «Meriggi e ombre», quindici testi per°lt piü lunghi suddivisi in tre sottosezioni; 6) Rivieře, con fu zione conclusiva. La calibrata strutturazione interna dcl \i. bro risponde a due esigenze: proporre una poesia narratb va anziehe una forma assoluta di lirica (il che costituisce una delle ragioni che awicinano Montale a Saba e lo allon-tanano da Ungaretti) e tentare un itinerario di ricerca e$L stenziale e perfino filosofica. Lo stesso autore ha suggerito di seguire lo svolgimento della narrazione non tanto nella successione delle varie sezioni quanto al loro interno, do-vendosi esse intendere quali parallele. Ogni sezionc si caratterizza, d'altra parte, soprattutto per la speeificitä delle scelte formali (il metro, lo Stile, l'ampiezza dello sviluppo), e ciascuna di esse corrisponde a un modo diverso di sag-giare le proprie tematiche e di esprimere il proprio mondo; cosl come accade a un compositore impegnato negli stessi anni a scrivere sonate solistiche, quartetti e magari Sinfonie. Ě pur vero che si assiste anche a una sorta di climM ascendente nell'organizzazione della raecolta: le sezioni presentano via via testi piü lunghi e complessi, ai q"3" l'autore sembra con piü convinzione affidare il proprio messaggio. II carattere narrativo si fonda innanzitulto sulla crear zione di un personaggio che condivide con la letteratu del suo tempo i caratteri della insicurezza psicologica, dela irresolutezza, della crisi d'identitä (tema su cui ha m stito Luperini). Si tratta di un antieroe, e perfino di ■netto, che rovescia il superuomo dannunziano e ofne „ variante tragica dello Zeno sveviano. U protagonista *e ÜS5' ha, uno sviluppo ma non una parabola: módíte cupendolo, il proprio punto di vista sul mondo, ma giunge a una conclusione utile per la vita; owero apP1 CXIV conclusioni solo negative. Questo libro non ě un jifatt°'a, forrT)azione; ě, piuttosto, una leopardiana stra- - to al protagonista, che puo incarnarsi '"„k) della poesia omonima, prendono vi t^1 neü'aher ta alcune Ho figure di interlocutori privilegiati: 1'amico poeta Camil o cui sono dedicate due poesie nei «Movimenti», K » deH'"osso breve" «Ripenso il tuo sorriso...», attualiz-one del modello foscoliano dell'artista ramingo, e so- prattutto ericonoscibili, ma ciascuna con una funzione specifica. Fin da questo libro d'esordio, Montale rivela la capacita di proiettaresu interlocutrici e ispiratrici le tematiche che ur-sono nella sua poesia, costruendo indimenticabili figure di donne-emblema. Ecco il vitale agonismo di Esterina in Falsetto, affabile cornice dell'introversione del soggetto. Ecco soprattutto le due donne decisive di questa prima lappa montaliana, taciute entrambe nel nome (a differenza della meno compromettente Esterina) ma attive in profon-ditanel laboratorio poetico dell'autore. Una e Paola Nicoli - dedicataria di In limine, «Non rifugiarti nell'ombra...», 'Tentava la vostra mano la tastiera...*, Crisalide, Marezzo e faasulmare -: nel suo destino incapace di felicita Monta-lericonosce il proprio, condividendo con la «splendida donna, (il giudizio e di Montale) il sentimento della fragi-lta e dello scacco esistenziale. L'altra e Arietta o Annetta y* ll vero nome era Anna degli Uberti) - dedicataria di *n testi famosi) si sostituiscono emblemi e incontri piü corn plessi, esprimenti per lo piü mancanza o difficoltá di senso. oppure separazione e isolamento. La concezione della poesia si adegua a questo sentime to di crisi e di fallimento, a questo tono minore: alia tnu~>n ca di D'Annunzio si sostituiscono sillabe "störte e secc ^ un balbettio che non rifiuta il canto ma ne insegue una cxvi presa e intima, per cui e stato fatto (gia dall'au-roe& Debussy. Come qualche anno prima Goz-■,(?)lln°he Montale sente il fascino del modello dannun-^n0' aItuttavia aspira a sottrarglisi (ad attraversarlo, dira 3,10 6 so parlando appunto di Gozzano). Ma l'alternativa ^'^ndo armonioso, compatto e sonoro» deW'Alcvone ii <i l'identico non solo non riscatta la perdita, rnOStr ine-«vano», ma inline risulta, nel suo sperpero insensa sorabilmente «crudele». II "minuto" e espulso nimm temporale cosl come il frammento da ogni ordinato di spazio. jj0 co" II rapporto con il simbolismo (e dunque q^t ^ D'Annunzio) e giä all'altezza degli Ossi sottopos^ ^ sta impasse: quando pure il poeta non abbia anc ^ ^ \3 dato apertamente a un'intesa confidente e sensu ^d' realtä, ne sperimenta di solito l'impossibilitä- j^/^o. ^ Montale non nasce dunque dal fiume del simo° an11' nel «seeco greto» della sua crisi. La stessa voca cxvui ricistica delľautore awia la ricerca di un senso che non St° frutto di dialettica ma stia nelle cose in se stesse: il S'nporto di Montale con il simbolismo ě perciô segnato anche dalla difficoltá di mettere in relazione il piano dei referenti e quello dei significati; ciô che probabilmente eraevocato giá nella felice formula di Pancrazi, che parla-vadi un «Montale fisico e metafisico». La scissione di referenti e di significati carica il mondo tipico degli Ossi, saldamente calato in un paesaggio fisico, di un'inquietudi-neche lo trascende, metafisica appunto. Il soggetto ě tra-volto dalla vegetalizzazione e dalla mineralizzazione, incapace di opporsi alia temporalita: espulso dal tutto per leccezione della coscienza, sperimenta se stesso come deiezione; incapace di opporsi alia voracitä che lo assedia, sperimenta la dispersione dell'individuo nell'entropia. La collocazione della poesia montaliana nel capitolo delľesi-stenzialismo storico operata da Fortini trova qui le sue ra- Negli anni che preparano e accompagnano la gestazio-ne degli Ossi, Montale e sensibile a tutto quanto possa aiu-torloaesprimere la sua crisi senza esserne travolto. La sua c"riositä sposa ľinteresse culturale per i modelli con il bi-^gno, esistenziale appunto, di trovare quella «scintilla» c e possa salvarlo dalla fine come individuo - secondo la nedT10nC affidata al diario, redatto poco piu che venten- ■ del Quademo genovese. Si interessa di letteratura, di seneľ? ^ ?ne' di fi,osofia: non si disinteressa di politica, ttUra di Lautréamont (Canti di Maldoror) e PrJ;(// cinutero marino ed Eupalinos). Si interessa 10 anche alia poesia in lingua inglese, valorizzan- CXIX do lasse "metafisico" che congiunge Browning a El' gl i pubblica nel '27 una traduzione di Arsenio su 'ľc ^ rion», la sua prestigiosa rivista). Sa riconoscere con tezza i compagni di strada che condividano con lui^0" prospettiva autentica di ricerca e di rinnovamento, daT randello a Svevo, per restare all'Italia. Cos! come sa val rizzare I'incontro con intellettuali capaci di aprirglj nuov prospettive cultural]': ě il caso di Robeno Bazlen, che rap-presenta un catalizzatore della crisi del 1924. L'aggiornamento culturale non impedisce un rapporto I ancora vitale con la tradizione, e soprattutto con i modelu di Foscolo e di Leopardi. Ii debito verso quest'ultimo in parti-colare riguarda, oltre ehe specifíche scelte formali e temati- \ che (basti il caso della "fine delľinfanzia"), ľidea stessa della poesia, sempre piü intesa quale strumento di investigazione I conoscitiva e quale unione di energia vitale e di pensiero. II dantismo ě infine un capitolo degli Ossi che nei testi piü tar-di assume la responsabilitá di guidare, sposato al recupero di modalita e term delľespressionismo, ľabbandono defini- I tivo del modello simbolistico e dannunziano. Gli Ossi rivelano la capacitä di riutilizzare anche mate-riali, se non altro linguistici, meno owi, nutrendosi del I mondo dei libretti d'opera, ben noto al giovane Eugenio I che studiava da baritono e non trascurato neppure negli anni successivi, quando Montale sarebbe divenuto uno dei critici musicali piü acuti e informati. Gli studi di Lonaidi hanno rivelato quanto questo filone, forse meno blasona to, abbia agito profondamente nella memoria d autor^e|_ non soltanto attraverso citazioni e riprese, ma proprio le movenze iitmiche e nel fraseggio. |a E dal convergere di cosi numerose suggestioni ^ metrica degli Ossi realizza una tanto felice sintesi di g^. ze sperimentali e di fedeltá ai modelli canonici: nesjone degli istituti classici (dalla rima al metro alia dispos«2' ^ strofica) é abbandonato, ma tutti risultano sottop°st* originale processo d E anche nelle forme i reinvenzione e di personalis232' r,, ...e metriche Montale rivela la n^e -e strabica e paradossale del suo classicismo. 0ue je ri-stata definita "ironia metrica" si presenta in lui o.11 A 11a "cadenza evitata": nel momcnlo stesso in cui ;a, al|e norme della tradizione, Montale sente l'urgen-■'\ i Ji-rne la "naturalezza", quasi mettendone in scac- co j- eludernc 1 ffittimita di mandato storico. Ecco il lavorio sulle ri-con frequenti ipermetrie e rime imperfette; ecco la ""limetria con l'alternanza di parisillabi e imparisillabi in jjcuni momenti (spesso i piü antichi) del libro; ecco la lot-■ "con il nostro «pesante linguaggio monosillabico», com-battuta incrementando le voci sdrucciole o tronche; ecco lasapiente orchestrazione del rapporto - ora di coinciden-aperfetta, fino all'aforisma, ora invece di controtempo -trarespiro metrico e respiro sintattico. Gli O55/ di seppia si situano al confine tra due stagioni storico-culturali, dividendo la fase del sowersivismo pic-colo-borghese e delle avanguardie dalla svolta dittatoriale del regime fascista e dalla restaurazione classicistica. Il 1925 e 1'anno delle leggi speciali per lo "stato fascistissi-mo". Di questa condizione sospesa, come si e visto, 1'opera porta profondamente i segni; tanto a livelio tematico, per il *'ntimento di crisi e di trasformazione che la pervade, suanto a livelio formale, per la compresenza di aspetti spe-"mentaJi e perfino avanguardistici, da un lato, e di classi-cls|joeistanze d'ordine, dall'altro. westa condizione di confine e riscontrabile anche nella %°"e e nelJa fortuna dell'opera. Come ha testimoniato colonedetti' neI 1925 Montale ha giä un suo pubblico, pic-]amb.a prestigioso e compatto. £ soprattutto quello del-iempd^nte g0Dettiano torinese del «Baretti» e di «Primo "eiJe decTnumerosi intellettuali e amici nominati Pubbij* e a vane poesie del libro (poi soppresse). E il fctrjca c VCde nei c°mponimenti degli 055/ una tensio-'Ucndo un nS°na al proPrio prcvalente antifascismo, attri-it0 sol0 0ga Valenza Po'itijca a parole d'ordine come «Code-^Vo8liam P0Ssiamo dirti: 1 cio che non siamo, ciö che r'^ion °8' Numer°se sono le recensioni giä alia pri-;'nati, pre2e' Con finne prestigiose come quelle di Cecchi, ^&i*nn ' Franchi< Morra, Sapegno, Solmi; cui si n°- dopo la seconda edizione, quelle di Angio- cxx CXXI Ictti. Ferrate, Ifccchi. Soprattutto alle lctture di Sol Fcrrata si deve la valorizzazione del dato speri 'ed| della ricchezza tematica del libro, di cui vengonT"'3'^ neali il carattere critico-negativo e il valore del dato50"0'' logico e delľargomentazione filosofica. É una line^T non verra sviluppata negli anni Trenta e Quaranta nati dalla valorizzazione delle Ietterarietá, prima su'suhk stione delľambiente solariano e poi di quello ermetico- no-nostante i prestigiosi interventi in direzione contraria di Pancrazi, Vittorini e Gadda. gli elementi psicologici e hlo-sofiei della poesia montaliana devono cedere il passo alia centralitä della dimensione stilistica. Questa impostazione caratterizza anche gli scritti di Contini, decisivi per la sue-cessiva fortuna montaliana; i quali hanno tuttavia il memo indiscutibile, Era gli altri, di aver collocato senza esitazione la poesia montaliana alia stregua dei maggiori risultatieu-ropei del secolo. La lettura ermetica si configura invece come una sorta di impossessamento, fino alia omologazione di Montale a Ungaretti: e questa I'origine, peraltro, dellal-largamento improprio (e sempre respinto dalľautore) della etichetta di "ermetismo" fino a comprendere Montale. Sara solo con gli anni Cinquanta, all'apparire della Bufera e di una generazione nuova di Iettori (basti ricordare Pasolini), che anche la poesia del primo libro montaliano ven riconsiderata, aprendo una stagione ricchissima di r>ct che e di proposte ehe non accenna a tramontare e c avuto tre nuclei principáli. Un primo nucleo - sosten^ soprattutto da storici della lingua e da critici atten ' |e stilistica - ha riguardato ľinvestigazione dei raPP°'^n2a|-lonli e dei caratteri formali degli Ossi (Bonfiglioh. M ^ do, Barileí o ha posto ľaccento sulle stratégie inte ^ j I'opera montaliana (Avalle, Blasucci, Grignani). ;Ae0\oP3 do nucleo si é espresso nella rinessione sU ' neßat'v0 ! montaliana. ora valorizzandone il versante cntlcOjCI^0 iu'-(Foitini), ora eviden/.iandone i limiti (Carpi)- un nge-cleo ha saggiato chiavi di lettura nuove, volte a co b ^. ' attenzione al rapporto intertestuale e alle #11* re .. tica con l'evoluzione interna e il significato stui Jacomuzzi, Lupe« v op/.ioni montaliane (Bonora, cxxji enticate le sempre attente e parteeipi letture di van"0 ^ir"e. sj sono giä ricordati Solmi, Pasolini e Fortini, ^juri-f** ■ j a]meno i nomi di Sereni, Zanzotto e cUj vanno agD'" ^nguineti- anni inojtrej una nuova generazione di Inq"e^a portato significativi contributi alio studio del-studiosi ci sembra doveroso menzionare Tiziana i autore, ira quean .. n . !Jvigo, autrice di un attento commento agh Ossi. Pietro Cataldi e Floriana d'Amely cxxiti I limoni Questo componimento (assegnato dal poeta al 1921. ma rielaborato fino al novembre 1922) e la vera apertura del libro, dopo la premessa programmatica di I? Iimiw: seh veniva delineata la possibilita muacolosa d. una via d, fu ga, ora se ne indicano i termini concreu. Qui Montd. e-ona il suo paesaggio ligure. P almeno ^ Pa'^f' ^ tadr^W^ coordinate del propr ocredo esistenziale, se non addirittura ^^^^TZ sa implicano una presa di posizione ™ una / /imlvengono generalmente consider*., fra alt. dichiarazione di poetica. recente tradizio- Al paesaggio sublime e letterano,deltaic ^ Mon-ne poetica (dannunziana soprattuuo, ret0 e umjk-. tale dichiara di preferire un paesaggio |. ^ strade di campagna, pozzanghere, ai _ umiU tro. strofe). In mezzo a tale paesaggio an E soprattutto vano la loro dose di felicita (seconda " {mente visibile trovano uno sptraglio che renda ecc rticoiare la P"^1" nMxo . „ per stepi, le á Ugustn o acanli: piante omamentah^ a P della lrad altre due per i loro fiori elegant,; ma sopra <«l ? OI%lali. per n* aone letteraria e ben present! net fe poen P ^ ^ da parte mia. le Strode ecc.; c e forsc, acca imbocco lento^e unecosoprattuttodaBoine: «alloralastráda ^ bisb.gbando la mia; quela, tra i muri degli ort., un c'u,'° fcte spam* ang■ *■ ci spia» (Grco/o). riescono: i™mell°™lVadolescenza montážna. =>nimale caratteristico del paesaggto ^ff{aSa di Dmard B*» wme ha in seguito chiarito un racoon» * t £ di vital„ä ta una '» vie«e dopo) e destinato a tornare qua e * terTenl nal lotapoesia della Bufera (.Ľanguilla apP» ^ metlono: immettono. . j] frastuono yiv • "•21. MegHo: é ancora meglio. '^Sendosi sW"gono... azzurro: si attutiscono ^0 provocate dal ve^> ^"rosiascoUaecc: diminuendo .1 ™m°"°P«Si ascolta» reggeta *>' uccelli, si puö ascoltare con piu eti 13 Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verita. Lo sguardo iruga d'intorno, I la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno piu languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinita. si: la sensazioneaZTr J ' qUamo «j sensi»' Per zeuSma is* si da terra- Wim ,!u que,Jo dei Jimoni. che nonsastacc* tnipposto' aJ, '°f,aldamenteal^realta materials eperquesto ra: qui Ä?Z,0na,mente transitive. imbr^H- avvicinandosi Ibra del tramonto. > ^ urn^na in rjconoscere. /„ og„/ ow^ in o^J 37 49 Z /a);,Sta- e perciö decisa ad aJIon^ „ 37 49. A*fl /,/W„ „WWH: ma riJ]usione fjnisce> Duri* ■ tyla ľillusione manca e ci riporta il tempo nelle cittä rumorose dove ľazzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. Lapioggia stanca la terra, di poi; saffolta 4o il tedio delľinverno sulle case, la luce si fa avara - amara ľanima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; 45 e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d oro della solaritá. šero ° S? ě reanzzato veramente, benché vari segni sembras-della^r?iUnCÍar'°' ^ temP°' i! trascorrere del tempo, con la fine s'affoif stagione e ľarrivo delľinverno. le cimase: i cornicioni. le gio Q: S1 addensa. la luce... ľanima: la luce diminuisce, perché Poi. rna!e Sono brevi, e ľanima ě dolente; chiasmo. Quando: e in Pet™ USO: soccniuso- corte: cortile. si sfa: si scioglie. e come °V- soíarita: e le trombe color oro del sole, e dunque gialle cioe p^ lrnor>i. fanno risuonare nel nostro petto la loro musica; v° anclVV0Can0 in noi'loro effetti fe,ici- ttScrosciano>> - transiti-^ in eSS° ~ riPrende, intensificandola, la metafora gia implici-!"P>ove» alv. 17. 15 Arsenio Tanto l'eccezionale persistenza dell'interesse critico quan-to l'apertura alia nuova stagione delle Occasioni hanno ra-tificato il rilievo assegnato a questo těsto giá dalla colloca-zione solitaria nella sottosezione centrále di «Meriggi e ombre». Composizione cronologicamente estrema del pri-mo libro (l'unica del 1927), Arsenio vede la luce, appena composta,^iul numero di «Solaria» del giugno 1927, rice-vendo l'onore di una pronta traduzione di Praz per la pre-stigiosa rivista «Criterion» di Eliot: singolare destino, per la prima prova montaliana pienamente convergente con la tecnica appunto eliotiana del correlativo oggettivo. Si ě giustamente insistito sul carattere narrativo e natu-ralistico di questo těsto; o almeno delle prime quattro strofě. La vicenda ě ambientata in una localitá balneare, nella Quale i suoni di un'orchestrina zigana si intrecciano _e si cPnfondono con quelli deftCTgorale imminente. Ai segni Premonitr^^;^^ piofigia, sempře piú irr»petuosa. Su questo scenario quotidiano e pertino banale si inserisce la vicenda del personaggio cui il testo si intitola, e che ne costituisce una delle novitá piú significative. Alter e&Le proiezione del soggetto lirico, Arsenio vive con tor-^nto la^'ita inautentic¥ddla_si^ c,011 irresolutezza ansiosa. Solo gli annunci del temporale e 11 scatenarsi (il vento, i fulmini, i tuoni, unatromba tmarina, la pioggia) divengono per lui segnali di unalterna-tlVa Possibile all'insensatezza; ed egli si impegna a seguirli, 'n^rca di quel "miracolo" laico presagito altre volte negh °f^Tl rnmrcoto pero non awiene: trascinato da 1 impeto °el nubiffagio, Arsenio puó solamente giungere alkiperce- 203 zione intera della propria fragilita esistenziale e stabilire Un P conuttafuegevpkcenjl mondo^ell^-esistenze fallite; püö clSbpZrä^con la massima intensita il destino di insen-satezza e di morte che caratterizza la condizione dell'uomo moderno. Ě negata la percezione di un oltre che possa dare valore afla vita^ la quäle resta tutta nel piano fenomenico. Dietro la superficie naturale non c'e nulla; o solo la «cene-re» dei gesti e delle esistenze protese a dare un senso alle cose. Patire questo destino vuol dire, per ciö che riguarda il referente narrativo, essere ricacciati entro quello stesso orizzonte dei fajsi vivi (o vivMnorti) che abitano la cittä da cui, proprio, si ce^a^JoTe^dere^ La novitä e il rilievo di questo testo non stanno tanto nei suoi impliciti contenuti esistenziali e filosofici - che il letto-re degli Ossi ha giä incontrato altre volte -, quanto nella tecnica della rappresentazione, chemii nuncia deliberata-mente a fondere i due piani del discorso, owero i due livel-li di significato, su cui la poesia ě organizzata: i comuni eventi di una cittadina balneare colpita da un temporale e il senso del destino individuale e della vita. «Ii rapporto tra il banale e il significativo» (Guglielmi) puö essere stabilito solo con la forza di un procedimento di tjpo allejgorico, «che innalza la vicenda dell'io a sublimata páráboía ^ ] in un clima di astratta tragedia» (Luperini). Con Arsenio si sanci-sce insörmnä;"nella poeslänrnonTaliana, la definitiva rinun-cia a tentare la compresenza simbolistica di referti naturali o autobiografici e del loro significato. D'ora in avanti la scommessa della poesia montaliana consisterä nello sforzo di dare alle nude cose quel significato che il soggetto sente e intende: di attribuirlo, come qui, tentando un pontaggi° e una dialettica che congiungano i referenti in sé inerti e il loro possibile senso. II nome Arsenio sembra suggerito, piü che da rimandi letterari, da ragioni di suono: la seconda metä ricalca il nome del poeta, Eugenio, ed ě testimoniata nelle lettere a Nino Frank (dove Montale stesso lo definisce «una vaga proiezione del mio») l'intenzione di completare l'autori-tratto con un Eusebio schumanniano. C e poi la prossimitä con il nome di Arletta (segnalata da Barile) e infine, forse, 204 i'*h,ÍarÍtatfaa e a Un COnCet,° chi-e degli Ossi "2XSO e arsuia . Suggestiva la nevocazione d'autore in una lettera Guarnieri del 4 marzo 1975: «Arsenio tu scritta in forse II minuti nella stanza d affitto di una levatrice, via del Pratel Iin0f Firenze, da un tale che si chiamava comp ™ ma »~ a 0 uu „v,»« ----7**"" icvatnce, via del Pratel- ,jn0, Firenze, da un tale che si chiamava come me ma non ero io. C'e una tempesta reale e una tempesta in un cranio. Luna prepara e condiziona l'altra». METRICA Cinque strofe di analoga lunghezza (da died a áodici versi, le príme quattro; di quindici, ľultima) e di tutti endecasillabi, con tre eccezioni nella prima strofe (un sette-mňo al v. 9 e due quinari ai w. 7 e 11); La straordinaria mobilita del rapporto fra respiro metrico e respiro sintattko (inaugurata nella nostra poesia moderna da Leopardi) replica nella forma lo sdoppiamento di piani, o di denun-ciaío per il procedimento delia rappresentazione. Accuratis-simo ma per Io piu dissimulato il lavoro sui significanti: accanto a numerose rime, esposte e interne, prendono posto raffinati díetti ďeco ehe valorizzano la nátura in qualche modo "sinfonica" del componimento. Una particolare atten-zioneě ríseŕvaťa poi ai vocaboli sdmccio\i,Jitti anche in hne di verso nella terza strofe e comunque presenti nei versi mi-záali di strofe (per tre volte nelľattacco delia poesia). ^urbini sollevano la polvere sui tetti, a mulinelli, e sugli spiazzi deserti, ove i cavalli incappucciati annusano la terra, fermi innanzi 5 ll yetri luccicanti degli alberghi. Sul corso, in faccia al mare, tu discendi 1 11 A'y\ del temporale in arri- J1*1«'*«: repentini colpi di vento. mdizi da man. le, | term: sono i cavalli ^^^ettO da cj e^Permeabili e in particolare con il capeP^ ^ d. LCfhe annusano la term presentendo U P^g ad Arsenio, che °nte- * discendi: la seconda persona 11 in questo giorno or piovorno ora acceso, in cui par scatti a sconvolgerne lore uguali, strette in trama, un ritornello di castagnette. Ě il segno d'un'altra orbita: tu seguilo. Discendi all'orizzonte che sovrasta una tromba di piombo, alta sui gorghi, piú ďessi vagabonda: salso nembo 10 15 cammina sul corso cittadino, in discesa, verso il mare, or piovorno ora acceso: a tratti piovoso a tratti illuminato (forse da brevi schiarite, forse da lampi). L'aggettivo «piovorno» significa pro-priamente "che minaccia pioggia", ed e in Carducci, in Pascoli e in Gozzano. in cut par... castagnette: giorno nel quale sembra par-tire a tratti («scatti») un rumore ritmico di castagnette, che scon-volge le sue (del giorno) ore monotone, costrette in una trama, cioe in un disegno gia deciso. Si annuncia qui un primo segnale capace di aprire l'accesso a una dimensione che salvi dalla monotonia insensata e soffocante della successione temporale Le "castagnette* possono essere qui le "castagnole*. cioe "pctardj" (con nferimenfo*ai tuoni lontani); oppure ^strumenti musicaii sinuJi alio nacchere" (con riferimento all'orchestrina zigana di cui si parlera in seguito e, ancora, a tuoni: suoni degli strumenti e suom naturali si scambiano anche in seguito le parti). Chiosa Montale in una lettera del 5 marzo 1928 a Frank: «Quel suono di castagi^i te sfuggito alia maglia delle cose e il primo segno che "il temp? escedi squadra" (direbbe Shakespeare)»; e in un'altra di qual^ giomo dopo propone, per la traduzkme, «soudain eclats. } 12-23. Usegno... orbita: il segnale di una dimensione (esisten/-> ; "I a"a n«S!V0 * accedér, fr' ^ ,3' 24 34). corrispo* S^lcfe io,^'a- ><«a ,Z7h 3 U"a *n«isione positiv* sot-'"S'ese, vv vagabonda: una tromba ma; -■Tin scuro, CO/TU PiomBb, sollev";^"6 n"e' VV* l2"l3) color ^rigi° ibon*1';' Piu di esse SHUlle acc*ue del mare e mobile .(.vaga* j. so... nuh, l^lf d» «*>vrasta»; mentre ogg. ě I'«orizz°»te. 206 mare e mo 7^ motán?;" WS?VraSta>>: mentre °gg- e I'«onT °tante nembo salato. che il vento spinge (« soW0* v0rticante, soffiato da] ribelle elemento alle nubi; fa che il passo su la ghiaia ti scricchioJi e ťinciampi iJ viluppo dell'alghe: quell'istante é {ovse, molto atteso, che ti scampi dal finire iJ tuo viaggio, aneJJo d una 20 catena, immoto andare, oh troppo noto delirío, Arsenio, ďimmobilitä... Ascolta tra i paJmizi i] getto tremulo dei violini, spento quando roto\a il tuono con un fremer di lamiera 25 percossa; la tempesta ě dolce quando dal mare, elemento selvaggio («ribelle»), verso le nubi. II «nembo» é propriamente una pioggia intensa e circoscritta; fra gli usi estensivi é possibile anche il senso di "addensamento di umidita, polvere, pioggia, acqua marina", fa che... scricchioli: va' a cammi-nare sulla ghiaia e poi tra le alghe, facendoti intricare dal loro gro-viglio; uscendo, dunque, dalla stráda cittadina e awicinandosi al mare, fino a raggiungere la riva. quell'istante... immobihtä...: listárne in cui raggiungi la riva é forse quello, atteso e desiderate in grado di salvarti dalla-fme delluo camming il quale é solo l'anel-lodi una catena (cioé non na margins libera sceltalAuapmce- ere immobile, é uňa ŕrenesia senza movjrnento («del ,mobilitä») che tu, Arsenio, conosci fin troppo bene. Uscire dai IU°gnÍ Ctttarkrv^-^--1------^»»i.,irrr-/-v^rrTä' natu irio... ďim- i . ~• *v 1 >•. .»i.->«.ni*', t\'inj.n.i .... ••• i [ Uscire dai mém * CTtta suono de i d 'Ghetto sulle corde. sP^"j£om) d»ran* l^mer») della lu«ni, che producono un rum< 207 30 35 sgorga bianca la Stella di Canicola nel cielo azzurro e lunge par la sera ch e prossima: se il fulmine la incide dirama come un albero prezioso entro la luce che s'arrosa: e il timpano degli tzigani e il rombo silenzioso. Discendi in mezzo al buio che precipita e muta il mezzogiorno in una notte di globi accesi, dondolanti a riva, - lamiera colpita. sgorga: nasce. Canicola: Sirio, nella costellazio-ne del Can** minore, snrpenHn insipmp alia qnalp \\ pnr\n alia nostra latitudine. il cuore dell'estate. Dunque la Stella non e visibi-le nelle notti estive; e qui Montale^ personalizzando per mezzo di un dato concreto un luogo comune (ma generico) della tradizione poetica,Tdunque incorso in una imprediliJlone. La «tempesta» e comunque «dolce» (cfr. v. 27) nell'estate, parrebbe, per Ta mitezza del clima. lunge... prossima: e la sera, ormai vicina, sembra inve-ce ancora lontana (a causa della lunghezza estiva del giorno). se il fulmine... arrosa: se il fulmine fa un disegno sul cielo serale («la incide»), tratteggia rami («dirama») simili a quelli di un albero prezioso in mezzo alia luce che sta diventando rosa («s'arrosa») per il tramonto. e il tinipano... silenzioso: e il timpano deH'orcln strina zigana coincide («e») con il tuono che non si ode; forse per-che il fulmine e stato troppo lontano, o forse perche il suono del-l'orchestrina ha questa volta coperto il tuono cosi come ai w. 24-27, al contrario, il tuono aveva coperto il suono piu discreto dei violini. Fatto sta che Montale cosl spiega a Frank: «il colpo di timpano degli tzigani fa da tuono (assai dolcemente) a quelJaf^ .....itigaiu la Uď IUUI1U v«»i>ai — , ■ • silenzioso» (dove andra notata la significativa sostituzion parola «lampo» al «rombo» del testo, che spinge a rendere Pre^n0 "bile la prima delle due ipotesi interpretative). Il <> ra '"mino.!, ' bu'° "-asforma if ■ '° a"'anivo del temporal?- ' g,obl '^inosl^y0^in una no«e in cui sulfa rf* 208 ' ,amP'oncini sferici accesi per fesi*" e£uon, dove un'ombra sola tiene mare e cielo, dai gozzi sparsi paJpita j'acetilene - finché goccia trepido iJ cielo, fuma il suolo che s'abbevera, tutto ďaccanto ti sciaborda, sbattono le tende molli, un fruscio immenso rade la terra, giü s'afflosciano stridendo Je Janterne di carta sulle strade. Cosi sperso tra i vimini e le stuoie 45 grondanti, giunco tu che le radiči con sé trascina, viscide, non mai svelte, tremi di vita e ti protendi giamento sulla costa. e fuori... acetilene: e in mare aperto («fuo-ri»), dove mare e cielo sono awolti in un'identica oscunta dalle barche da pesca («gozzi») sparse lampeggiano le lampade ad acetilene. Segnali, forse, di una possibilitä di salvezza (come la -luce della petroliera» nella Cosa dei doganieri, nelle Occasiom, al v. \6). ma fragile e awolta nelle tenebre. finché: si lega a «Discendi» del v- 34. Lo scalino del verso 39 sottolinea lo scatenarsi del tempora-'e- goccia... cielo: il cielo carico di tensione («trepido.) commc.a *gocciolare; cioě inizia a piovere. fuma: per il calore. ^ * assorbe ľacqua. tutto... sciaborda: accanto a te ^f8'*^ fbo "sciabordare" indica il muoversi dentro un ^^\[e ^. ^;deiTocali. motti: bagnate. un fruscio... --me e ampio dellacqL porta* ^^^VnT^l ^nte la terra, giü... carta: cadono a terra srn«u ^to con ľacqua le lanterne di carta (^ * . vimini e le ;59. sperso: riferito ad Arsenio (il «tu» á™*J*±% secondo la «semplici sedie di bambü esen^*"^^ |ga^ne^ä^^ mai strap- £ľegf lerche trascina colílé le ^^^eca » (sradicate dalla terra, cioě, ma unite a te;. giä in Ppresentazione in termini di^tfamori^^ sol. t ^'terraneo» e neWAgave su lo scogfi°> rlt° 'a g rimando ínC0 all'episodio dei suicidi ejlLĽlfí^ ^^^oTeTTaTr^cenle-i^ione al modello 209 a un vuoto risonante di lamenti soffocati, la tesa ti ringhiotte dell'onda antica che ti volge; e ancora tutto che ti riprende, strada portico mura specchi ti figge in una sola ghiacciata moltitudine di morti, e se un gesto ti sfiora, una parola ti da Montale alia seconda edizione degli Ossi. ti protendi... soffocati: l'attenzione di Arsenio, in questo momento di massima ten-sione esistenziale verso 1'autenticitá e anche giá di penoso falli-mento, ě "protesá" verso il vuoto di senso della vita, «risonante» comejlnferno dantesco di «lamenti soffocati», di segni di dolore inespressi ed enigmatici. la tesa... volge: torna aJngfajoUjrtLla di-stesa della consueta («antica») ondata (della vita inautentica e alienata) che da sempre ti awolge tutto... riprende: le consuetu-dini, la vita di sempre torna a catturare il soggetto, che ha fallito nello slancio liberatorio. strada... specchi: elementi della vita cit-tadina, quasi in un progressivo awicinamento a un locale pubbli-co (del tipo di quello di Caffe a Rapallo), con un senso di fatalita accresciuto dall'asindeto. ti figge: ti configge. ti conficca. in «>ul sola... morti: in un'unica moltitudine di morti ghiacciaU L'uma-mta. tragicamente raffigurata nei termini dei traditori dantescw. confitt, nellajivida ghiaccia del lago Cocito (Inf., XXXID- La Pn^tazionedélETviia cUtadina nei termini ř^aT^qU^1Vnsieme di morti 5 anche in The Waste Vf^ ne a ^Ť'? ? E1ÍOt 6 se «" &sto... astri: e se, in una s.ua ne ecclion ? ™ da"a fa*sita e dalla * ^SSS raggiUnt° da Un geSt° 10 au - - tratta tS^T ~ g^ e_parola per unav^^ ^ vi^a soffocata ( } forse del segnaIěT^ňňó^VIŽ!10 ,(K. & avrebbeTc^e^o7m ZZa!a>>) c^e era sorta ^pprio^ctb^r^ř mem°. qui crinHr Sa,VLarl° ^^alora lo avesse raggiun.^r* iu|Ia Annetta/Aruf ChÍarko sol° in seguito' ě al JdUB^' ''cati auteniici in T^gggtrice di un oriin^iyglSg^^'*1 della jjnpoisiKňnt ,uPezza di ou^h o*« t„ttnvia neg ,.rt2e rI.JI—»—La Pn« ww mi tn unit ----,. .pUi &SŠ»£ d? ^T^uesU vetsi sta i^^fl^ 2,0 ^ '-KaSE^VieH^^ ti cade accanto, quello e forse >W • nell'ora che si scioglie, ij cennodZT' vita strozzata per te sorta, e il Vent" Ja porta con Ja cenere degli astri de accanto»; cosi che il rapporto eccezionale in grado di sowerti-rel'insensatezza e I'incomunicabilitä della vita sociale ne diviene asua volta una conferma. Ii tema della «vita strozzata» incrocia questa figura evanescente di donna - sfiorata per un attimo anche in Incomro - con quella delle «monche esistenze» evocate in Ui-salide per la Nicolr l'interesse di Montale scatta, in questi anni, solo al contatto di vite protese all'autenticita e alla pienezza ma destinate al fallimento. L'inciso «nell'ora che si scioghe* ha con-sentito varie letture: «quandola^riTSa^eTtempo sembra. scio-güersi» (Marchese), «puö indicare la finedel temporale, ma anche ilfiggsare dei momento dei possibile ^ir^ü,0;(?aleLuem P"ö inline escludere un rimando all« sciog .ers. dei cielo, nel era «e. il venu,., astri: quel vernähe nell'mcipü aveva dato 1 av Vl° ai segnali di speranza, ovä qüfne cancella anche le tmcce^ m ^candosi di d.sperderli nello spazio stderale conJa ttnere ut^osa( cosi comePnei prTmi Versi sollevava ^°ic^b^ ggfi terra: i tentativi falliti diinHnj£5^^ SV,a e nconfusi con la cenere cos^ E una com W3' e che ritenterä in alcune grand. compo z^<*ue ,> « Bufen, La nota apocalittica conclu^. ^ CmP,U 0 meno Probabili contatti Punt"a,^^io-FI^o^aTa p|^^h£ nella nostra letteratura va da Foscolo 211