9-8. L'alba del nuovo secolo 535 GENERI E TECNICHE tav. 214 Verso libero Con questo termine piuttosto generico si designano tutte le forme di versifi-cazione e di metrica ehe, a partire dal tardo Ottocento, rompono la regolaritä tradizionale, variando il numero delle sillabe dei versi e facendo saltare le strut-ture strofiche chiuse. La versificazione libera si diffuse in Francia verso la fine delľOttocento nelľambito delia poesia simbolista e trovô un briliante teorico in Gustave Kahn (1859-1936), ehe ne definí i caratteri e ľuso fin dal 1887 {Les palais nomades, I palazzi nomadi, opera che ebbe notevole risonanza nel nostro paese). Varie sperimentazioni che conducono al verso libero possono trovarsi in Italia giä nella poesia degli scapigliati; la stessa metrica barbara carducciana (cfr. generi e tecniche, tav. 196) costituisce un importante punto di riferi-mento per una rottura dei vincoli della metrica tradizionale; ma un impetuoso sviluppo del verso libero si ha soprattutto nel primo decennio del Novecento, con ľappassionata teorizzazione di Lucini (cfr. 9.8.5), con la nuova poesia dei crepuscolari (cfr. 9.8.6) e con la violenta rivoluzione dei futuristi (cfr. 10.3.8 e sgg.) Intorno al 1910 il verso libero si diffonde ormai come pratica corrente per tutti coloro che aspirano a una poesia «moderna». Tutte le sperimentazioni delle avansuardie, in modi che variamente si rinnovano nel corso del secolo, fanno leva sul verso libero, ma esso penetra progressivamente anche m queUa poesia che conserva fořti legami con la tradizione. Epoca 9 La nuova Italia (1861-1910) La vaghezza del termine verso libero fa sí ehe spesso lo si riferisca a qualun-que forma delia poesia contemporanea. II Mengaldo suggerisce di lirnitarne ľuso all'ambito delia versifícazione e propone di parlare, a un livello piú am-pio, di metrica libera, quando si verificano simultaneamente le seguenti condi-zioni: perdita di funzione della rima; libera mescolanza di versi di misura rego-lare e di versi irregolari; mancanza di regolaritä nella struttura delle strofe. D Di Girolamo suggerisce di distinguere le seguenti forme di liberta metrica: 1. poli-metria (uso di versi di misura diversa); 2. irregolaritá nel numero delle síllabe dei versi; 3. riadattamento della metrica barbara; 4. versi costruiti non sul numero delle sillabe, ma su una particolare successione di accenti; 5. versi varia-bili ehe seguono il ritmo di una frase sintattica; 6. versi «lineari», la cui misura ě determinata solo dalla linea tipografica. Va comunque tenuto presente che la poesia moderna oscilla tra forme di metrica libera che si basano su leggi interne e trovano liberi principi di codifi-cazione, e forme assolutamente aperte, in cui la scansione dei versi segue solo il ritmo del pensiero, delľemozione, del procedere casuale della parola. La stessa condizione della metrica ě qualcosa di ambiguo e di aleatorio: le misure e i rit-mi dei versi possono spesso essere sentiti e interpretati secondo punti di vista variabili. Moko spesso il ritmo puô essere affidato soltanto al caso, a rumorica contesti esterni, ma spesso la presenza di versi tradizionali o di misure che ad essi somigiiano serve a costituire criteri di organizzazione anche per le strutture piu aperte e irregolari.