Le stradě delia poesia 11.4.1. La tradizione del Novecento: continuitä e svolgimenti. Gia si ě accennato (cfr. 11.2.19) ai tentativi di costruire una poesia neoreali-sta, legáta al nuovo orizzonte politico e intellettuale del dopoguerra, e ai con-tatti col neorealismo di alcuni poeti delia precedente generazione, come Quasimodo e Gatto: i maggiori risultati delia poesia del dopoguerra ŕurono pero raggiunti da poeti rimasti sostanzialmente estranei al neorealismo, legáti alla grande tradizione delia lirica del Novecento. Si tratta di autori piú anziani, come Saba, Montale e molti di cui si ě giä parlato nel capitolo 10.7, ehe sviluppa-no ancora una varia produzione nel dopoguerra, e di altri numerosi poeti a cui sarä dedicato il presente capitolo. Tra questi ultimi si possono distinguere quelli giä formatisi prima delia guerra, e ehe avevano svolto importanti espe-nenze negli anni Trenta (e ehe ora si pongono come i maggiori poeti delia generazione successiva a quella di Saba, Ungaretti, Montale), e quelli ehe emer-gono negli anni del primo dopoguerra, ricollegandosi ai modelli e alle forme unguistiche delia « moderna» lirica novecentesca. A parte vanno considerati vari poeti ehe non si identificano direttamente né con la tradizione « novecentesca » né con il neorealismo, e si muovono in modi diversi, a partire dagli anni Uinquanta, sulla strada dello «sperimentalismo» o delia neoavanguardia: di essi si tratterä piú diffusamente nel capitolo n.5 Esperienze estranee al neorealismo ;ita La tradizione novecentesca, seguita in questo capitolo, non puö essere pe- Complessit ro considerata come un tutto omogeneo, ehe si svolge in equilibrata continuitä: ddl lirica tra loro ^ "ano svolgimenti e soluzioni diverse, perfino in forte contrasto (cfr. n i °tev°k successo ha avuto la distinzione proposta da L. Anceschi t0 di Mq12 iľ unaPoena deglioggetti (legáta in ultima analisi alľinsegnamen-ttentn A- n 6 una Poes^a delľanalógia (legáta in ultima analisi alľinsegna-ai Ungaretti). Polemica x t*n^}one> c^e negli ultimi anni ě stata avanzata piú volte in chiave Linea «sabiana» cose e a '6 $U a tra 11113 Hnea sabiana (legáta a un rapporto piú diretto con le e Ľnea (modem"111 ^ua8gi° piú tradizionale) e una piú esplicita linea novecentista Montale^22^?-6 8enericamente «ermetica», ehe risalirebbe a Ungaretti e a ^ertolucc' C 3- sa^'ana andrebbero aseritti poeti come Betocchi, Penna, s^8), all' í Pron'>e m parte un poeta piú giovane come Giudici (cfr. 12.3.7 e tra P°eti come Luzi, Sereni (ehe pure ha molti contatti con Saba), « novecentista » 474 Epoca n Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968) molti di coloro di cui parleremo in 114.H, ecc. Se si guarda piú da vicino alJa concreta poesia di questi autoři, ci si accorge pero che queste distinzion, sono valide solo parzialmente e rischiano di nascondere 1 originalita de le singole esperienze e i numerosi intrecci, rapporti, contatti, che si danno tra loro: 1 van poeti respirano comunque un clima comune, partecipano aun comune onz-zonte linguistico; e nello stesso tempo trovano soluzioni individuali, che e as- DATi tav. 260 Le antologie Le antologie sono strumenti moko antichi di raccolta di testi diversi, cstratti da un insieme di opere o da organismi testuali piú ampi. La parola greca antho-logía, dal significato originario di "raccolta di fiori" (da ánthos, "fiore", e lego, "scelgo, raccolgo"), veniva usata per raccolte di componimenti poetici relativa-mente brevi; ed ě famosa V Antológia Palatina (cosi chiamata perché conservata in un codice della Biblioteca Vaticana provcniente dalla Palatina di Heidelberg), ampia raccolta di epigrammi con un primo strato organizzatosi nel seco-lo i a.C. e poi variamente ampliatasi fíno alľetä bizantina. In tutte le societa che dispongono di uno scarso materiále librario, le antologie sono strumenti essen-ziali per la conservazione e la conoscenza dei testi, specialmente lirici (e nel-ľambito delle antologie rientrano gli antichi canzonieri della urica in volgare. cfr. 1.3.1). Anche dopo la diffusione della stampa le antologie hanno assolto il compito di offrire in uno spazio relativamente ristretto una scelta di alcune esperienze significative alľinterno di determinati generi, o di mettere comunque insieme opere di autori diversi. Funzione assai rilevante ebbero, ad esem-pio, le raccolte dei lirici del Cinquecento (cfr. 4.4.9); il solo fatto di essere pre-senti in un'antologia costituiva un segno di distinzione culturale, un modo di mostrare la propria presenza nel mondo. In seguito si sono diffuse sempře piú le antologie con funzione didattica e quelle in cui gruppi di scrittori hanno cer-cato di esprimere, con una scelta dei loro vari testi, programmi o intenzioni co-muni; molte antologie costituiscono fondamcntali punti di riferimcnto per la ricostruzione e ľinterpretazione di generi e di situazioni storiche. Nel Novecento le antologie hanno accompagnato in particolare lo sviluppo della poesia e della relativa riflessione critica (meno rilevante ě stata la loro funzione nellambito della prosa, data la difficoltä di sezionare i testi narrativi, di ridurli a pagine esemplari). Gia le avanguardie storiche hanno organizzato raccolte di testi di gruppo, dal cui insieme risulta un impegno programmatico. In Italia si sono avute antologie notevoli giá nella prima metá del secolo, ma so-prattutto negli ultimi quaranta anni numerose sono state quelle che hanno ca-ratterizzato ľinterpretazione e la periodizzazione della poesia contemporanea 0 sono intervenute nelle sue vicende in una prospettiva «militante». 1 poeti futuristi, con un proclama di f.t. marinetti e uno studio sul verso libe-ro di p. Buzzi, Edizioni futuristé di «Poesia», Miláno 1912. II-4- Le stradě delia poesia 475 curdo etichettare in maniera troppo netta. Sara preferibile rilevare semplice-Lnte ehe alcuni poeti cercano un piu immediate) rapporto con la realtä, che puô solo in parte ricordare Saba, ma va poi per strade assolutamente diverse, sempře comunque assai lontane dal neorealismo (ě il caso di Betocchi, Penna,' Caproni); e che per altri ě essenziale il legame con Montale (ě il caso di Sereni,' che si pone a sua volta come maestro e punto di riferimento per tanti altri poeti g. papini, p. PANCRAZi, Poeti d'oggi, Vallecchi, Firenze 1920. I nuovi poeti futuristi, Edizioni futuristé di « Poesia », Roma 1925. e. FALQUi, E. viTTORiNi, Scrittori nuovi. Antológia italiana contemporanea, Ca- rabba, Lanciano 1930 (poesia e prosa). L. ANCESCHi, Linci nuovi. Antológia di poesia contemporanea, Hoepli, Milano 1943- g. SPAGNOLETTi, Antológia della poesia italiana contemporanea, Vallecchi, Firenze 1946. l. ANCESCHi, Linea lombarda. Sei poeti, Magenta, Varese 1952. pp. PASOLiNi, m. dell'arco, Poesia dialettaledelNovecento, Guanda, Parma pp. pasolini, Canzoniere italiano. Antológia della poesia popolare, Guanda, "arma 1955. A- Giuliani, 7 Novissimi. Poesie per gli anni '60, Rusconi e Paolazzi, Milano 1962. ľ & J^guglielmi, e- pagliarani, Manuale di poesia sperimentale, Feltrinelli, Mi- G-Contini, Letteratura dell'Italia unita 1861-1968, Sansoni, Firenze 1968 (poe-Sla e prosa). a ^uineti> Poesia del Novecento, Einaudi, Torino 1969. q V^^nelli, f. cordelli, II pubblico della poesia, Lerici, Cosenza 1975. g' POnÍtT0' P06Ste 6 reältä '4y'7>> SaVeUÍ' ROm3' 1977■ trinelli iu?ia'e-dimauro, La parola innamorata. Ipoeti nuovi 1976-1978, Fel-p v m> m*no i978. a. pc^0?1"00' Poetl italiani del Novecento, Mondadori, Milano 1978. aa.w p ia de& anniSettanta, Feltrinelli, Milano 1979. zanti u!\eSlä ltalian" del Novecento, diretta da p. gelli e g. lagorio, Gar- ^ndadri; ^V?*10' U Par°k di legno. Poesia in dialetto del '900 italiano, F- *^Zp ° I9§4- F" ^Vallo dlalettali del Novecento, Einaudi, Torino 1987. l<*, Roma, Mo LUNetta, Poesia italiana della contrdddizione, Newton Comp-1113 1989. Epoca n Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968) lombardi); in alcuni poi si registra una piú diretta continuitä con ľermetismo che si svolge perö verso orizzonti del tutto nuovi (e, in modo pm espJicito, il ca-' so di Luzi, ma in parte anche quello di Caproni, e poi anche di Zanzotto, che per altri versi puö essere considerato piú vicino a Montale). Dalľinsieme di questa poesia risulta comunque un sostanziaJe superamen-to dei limiti e delia chiusura del linguaggio piú strettamente «ermetico»: ed ě evidente che questo superamento non awiene grazie a una immediata adesio-ne alla realtä sociale e politica, ma con ľesercizio di una strenua fedeltá al carat-tere conoscitivo della poesia, con 1'approfondimento del suo valore di espe-rienza totale, di segno essenziale del rapporto delľio con il mondo. Scavando a fondo in se stessi e nel proprio linguaggio, questi poeti (e in primo luogo Betoc-chi, Luzi, Sereni, Caproni) giungono a confrontarsi, molto piú intensamentedi quanto non abbiano fatto il neorealismo prima e la neoavanguardia poi, con le trasformazioni della realtä italiana e mondiale, con il nuovo orizzonte della societa di massa, con i sussulti violenti e minacciosi dei tempi a noi piú vicini. In alcuni casi sembra ehe la forza e la capacita conoscitiva di questa poesia si ac-crescano nel corso degli anni, per una sorprendente capacitä di macerazione e di approfondimento: molti di questi poeti arrivano alla piú assoluta essenziali-tä proprio negli anni della vecchiaia, negli ultimi decenni, periodo in cui, tra ľaltro, si sono date anche akre notevoli esperienze di poeti «vecchi», come Moretti (cfr. 9.8.10), Palazzeschi (cfr. 10.3.15), Montale (cfr. 10.8.8 e 10.8.9). E va notáto che mai come negli ultimi trenta anni si ě assistito a una cosíprodigio-sa vitalita di poeti «vecchi»: linguaggi che hanno radiči in un passato ormai lontano, in esperienze risalenti ai traumi del fascismo e della guerra, hanno sa-puto proporre alcune delle immagini piú dense e profonde della realra italiana degli ultimi anni. La trattazione di questo capitolo prende awio da un poeta piú anziano come Be-tocchi, che ha dato il meglio di sé proprio negli anni della vecchiaia, e prosegue con poeti piú Iontani da una prospettiva « moderna », come Penna e Bertolucci. Ci si oc-cuperä poi di Luzi e di Sereni, due poeti quasi coetanei (nato il primo nel 1914-"Sc" condo nel 1913), ehe piú esplicitamente hanno rappresentato la continuitá della tra-dizione novecentesca. A numerosi poeti piú giovani, nati quasi tutti intorno al 20, che dagli anni Cinquanta si sono mossi variamente entro quella tradizione, e a a nuova ricca vitalita della poesia dialettale, saranno dedicati i paragraťi successivi (d 11.4.11 a 11.4.14). Infíne la parte finale del capitolo sarä dedicata a un poeta poco pi anziano di Luzi e Sereni, Giorgio Caproni, nato nel 1912, la cui voce si ě *Pert* ,tri in modo piu intenso ed assoluto verso la realtä degli anni Settanta e Ottanta. L»a autori il cui impegno si esaurisce solo in parte nella poesia, come Pasolini e F°?,n'e. di poeti piu giovani che esordiscono negli anni Cinquanta e poi partecipano all esp rienza della neoavanguardia (in primo luogo Sanguineti e Pagliarani) si parier* capitolo n 5. Di Andrea Zanzotto, che per varie ragioni (sia per i suoi legami con grande tradizione novecentesca, sia perché nato nel 1921, sia perché ha esorf'«> modo notevolegiä alľinizio degli anni Cinquanta) potrebbe essere compreso utt sto capitolo, si parlcra invece ad apertura nel capitolo 12.3: egli rappresenta m a voce piu essenziale della poesia italiana dopo il '68, forse quella che megbo nve la ratter, e le contraddizioni deUa vita deUultimo ventennio. 482 Epoca ii Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968) Ľattcnzionc attenzione al mondo delia provincia, a una realta precisamente determinat alk provincia circostanziata, ě anche una difesa contro la realta piú grande e rovinosa d V moderna civiltä industriale (e una figura ehe torna frequentemente in que poesia ě quella del «capanno» campestre, in cui ci si puô riparare e nascond*3 re, come fuori da ogni movimento del tempo). II poeta vede la propria person interamente immersa in questo universo: si guarda come una sorta di attorn personaggio, che ripete eternamente, con ingenuo egoismo, una pane tanto amata di «proprietario» e di « padre ». Le inquietudini Ma ad un certo punto si f anno sentire anche su questa poesia cosi« difesa » delk guerra le lacerazioni delia guerra e del dopoguerra, che emergono con piú evidenza dopo il trasferimento da Parma a Roma e l'abbandono del rapporto quotidia-no con quel mondo dalle misure calme e ripetitive. Soprattutto nelle poesie raccolte in Viaggio d'inverno emergono allora tensioni drammatiche, lancinan-ti immagini di una storia che consuma e distrugge quel mondo felice: ma un ri-fugio essenziale ě costituito ancora dalla memoria, che ritrova i contorni e 0 denso profumo delle cose, che fa rivivere immagini e sensazioni di un passato fermo e felice, senza tempo (Proust, cfr. 10.1.8, ě stato sempre, del resto, un au-La camera da letto: tore essenziale per Bertolucci). Nella sua ricerca della memoria, la poesia di poema «aperto» Bertolucci ha cosi acquistato un sempre piú forte carattere narrativo, giungen-do, con La camera da letto, al recupero di una forma, come quella del lungo poema, quasi abbandonata dalla poesia del Novecento: ma si tratta di un poema « aperto », che procede per lunghissimi frammenti, che ruota attorno alle figure e alle immagini sospendendole in un tempo eterno, fissandole in un ritmo monotono ed ossessivo. La memoria finisce per attribuire un valore supremo ai piú triti e frammentari momenti delľesistere; la realtä quotidiana del passato rurale si trasforma in un interminabile spettacolo dell'io: il recupero della realta perduta ě come un teatro pieno di sottintesi, di esitazioni, di colori che si sfaldano in mille immagini, in evanescenti sensazioni e apparizioni. 11.4.5. Mario Luzi: la vita e le raccolte poetiche. La ncerca Partendo dal seno stesso delľermetismo fiorentino, la poesia di Mario Lidi una stabilita ZI sl e svolta in modo sempre piú intenso, fino a questi ultimi anni, verso una. in-quieta interrogazione sul valore delľesperienza e della parola in una civtlta ^ continua trasformazione, verso una appassionata ricerca su ciô che puo resta^ stabile e saldo in un universo che sembra sfaldarsi da tutte le parti, che nel s ^ movimento vorticoso sembra rendere impossibile ogni persistenza. Si trat una poesia difficile e spesso oscura, animata da una forte tensione intellet ^ e insieme da una dolce e fragile passione per la vita delle cose; i Pro1? uarda giosi, morali, culturali, vi si intrecciano in un «discorso naturale», che g con viva partecipazione al presente, ma come a distanza, cercando un « ^ della poesia » che per Luzi «e un tempo in cui si incidono senza temp0 che sono sempre accadute e che sono sempre eventuali ed accadibiU »■ _ La vita Nato nel 1914 a Castello, presso Firenze, da famiglia di origine mar 11.4. Le strade della poesia 483 I partecipato intensamente, nella Firenze degli anni Trenta, alia cultura CCSe 1 ca ed ermetica, collaborando al« Frontespizio » e poi a « Campo di Mar c,l(r to 7.17) e stringendo legami con mold giovani intellettuali fiorentin . _ T uzi ha compiuto gli studi a Firenze, laureandosi in letteratura fran ^lärio a- e:hap plica < T rktocchi a Bo, a Pratolini, a Bilenchi). Dal 1938 ha insegnato nelle scuole die e poi dal '55 nelle universitä di Firenze e di Urbino. La sua sincera fede "Ittoli'ca non si e mai chiusa in se, ma si e rivolta, anche negli anni dei piü duri Un cattoli contrasti ideologici del dopoguerra, verso una inquieta attenzione alia cultura inquicto europea e a queSa della sinistra. Interessato alia contemporanea cultura catto-licafrancese e alia tradizione simbolista, egli si e occupato di molti scrittori, so-prattutto francesi ed italiani, in saggi sottili e raffinati (ricordiamo Vinferno eil limbo, 1949; Tutto in questione, 1965; Vicissitudine e forma, 1974; Discorso naturale, 1984), guidato dalla convinzione che il valore conoscitivo della poesia si leghi alia sua assolutezza, alia sua capacitä di fissarsi in un valore al di la dei li-miti della storia presente. La prima raccolta poetica di Luzi, La barca, apparve nel 1935: seguirono Av- Lopera vento notturno (1940), Un Brindisi (1946), e nello stesso anno Quaderno gotico; una poetica prima modificazione dell'ermetismo di Luzi si ebbe nelle due raccolte successive Primizie del deserto (1952) e Onore delvero (1957). Tutte queste raccolte confluiro-no nel i960 nel volume llgiusto della vita. Una fase del tutto nuova e stata inaugura-ta nel 1963 da Nel magma, cui sono seguiti nel 1965 Dalfondo delle Campagne (che in realtä riprende poesie precedenti, degli anni 1956-61), nel 1971 Su fondamenti invi-sibili, nel 1978 Alfuoco della controversia. Negli ultimi anni la poesia di Luzi ha ac-quistato una nuova incredibile vitalitä, con le nuove ampie raccolte Per il battesimo ei nostriframmenti (1985) e Frammenti e incisi di un canto salutare (1990). La rac-?M U ^ePoes*e> uscita nel 1988, si articola in tre grandi sezioni, IIgiusto della Nell' riprende 11 volume del '6o e comprende le raccolte fino ad Onore del vero), ne rwT* ^fmon^° (cne comprende, con l'indicazione degli anni di composizio-vilihT elle Campagne> I956"I961; Nel magma, 1961-1963; Su fondamenti' in- strifrI96o~I97°'> alfuoco della controversia, 1971-1977), Per il battesimo dei no-dv&™ent% ^°he'Con la datazione 1978-1984, coincide con la raccolta pubblicata me»C|ifUltimi anni Luzi ha anche scritto testi teatrali, in cui un linguaggio «subli- La produzione sul vilore0^/611510116 poetica- sostiene un acceso dibattito sul destino dell'uomo e teatrale me fuori d 1 fealta' a cui partecipano figure della storia e della tradizione, insie-8ni del pre tempo e immerse in un tempo lontano in cui e possibile ritrovare i se-p0ssiamo sS^nte' S°n0 testi cne meriterebbero una attenta lettura, ma di cui qui Versia relioj tan50,ricordare 1 titoli: Libro di lPazia ^978)' su una violenta contr°-Gi°vanni (cfSa IV secol° d.C, Rosales (1983), che si riallaccia al tema di don *0ia/w (1989) DATI't3V-141 Hystrio (1987), Corale della cittä di Palermo per santa ccsi mo 11 4-6. Da] . Pnmo ermetismo a Onore del vero. ^eti^Q ?.esia di Luzi rappresenta nel modo piü esemplare i caratteri Ermet.sr ^rentino, la sua tensione verso una veritä segreta e inafferrabi- e s,mbo1 sua tensione verso una veritä segreta Ermetismo lismo 'M-LestradedeUapoesia ^ U.4.7. Nell'opera del mondo: // magma e la controversy, frlfondo dellecampagneM piu antica delle raccolte messe insieme sotto il , con ostinata fedelta alia realta campestre toscana 1 cui valori, sullo scorcio C-ledegli anni Cinquanta, sembravano resistere al vorticoso processo di indu strializzazione in atto nel paese: in primo piano e una «questione» tra vita e morte, che Luzi considera connaturata « con il poetare stesso », ma che ora as-soria alia «consapevolezza di trovarsi a un discrimine dei tempi, a un salto di civilta prodigo di lacerazioni» (a cui si aggiunge, nel 59, la lacer'azione perso-nale data dafla morte della madre). II valore della vita, delle sue semplici forme quotidiane, si riconosce piu fortemente nel momento in cui si awerte la sua perdita; la piu autentica « opera del mondo » si ritrova nell'agire piu modesto (come quello della donna che di mattina compie le faccende casalinghe in Au-gurio), si costruisce in incontri senza parole con gli altri uomini, durante la breve traversata di un traghetto o durante un viaggio in corriera. II pericolo che minaccia questa realta emerge con violenza nella raccolta Nel« magma » Mel magma (1963), dove la poesia di Luzi si immerge fino in fondo nell'aspro della vita sodak dibattito intellettuale e politico degli anni Sessanta, in un magma di parole, scelte, contrasti, rimproveri e recriminazioni. II suo verso si riempie in modi piu fitti di segni della realta cittadina, di oggetti e immagini che percorrono lo schermo della cultura di massa, del giornalismo, del dibattito politico: trova unamisura lunga, rinnega ogni ricerca melodica, facendo sprizzare dal suo inferno schegge laceranti, segni e barlumi di violenza. Di fronte ai rimproveri per la sua °on partecipazione alia politica, per la sua ricerca religiosa che appare ™on tempo, estranea al corso attuale del mondo, Luzi difende la propria stra-% che mira a un percorso piu lungo: ma nello stesso tempo si scopre■lnevita-17e.nte immerso nel vortice generale in cui sono ormai presi tutti 1 discorsi, "SW, tutte le cose, finisce quasi per confondere la propria voce con * dei suoi critici e awersari. Sufondamentt invisibiU (1971) ^ ^ S* q««a dimensione in tre ampi poemi (// pensiero fluttuante della fehata "corpo oscuro della metamorfosi, II gorgo di salute e malattta) che ripercor-emid1",,"16220 aUe voci, agli incontri e aUe immagini dell artollato presente "Zt trasfor™zione e del movimento tra gli opposti, che diventano ora e P «ricordo senza limiti, ricordo senza corpi né ombre». t0>>íl significato del tutto, del vivere, del cercare, del bruciare, del soffrire, si il «saluto-riconosce nello sforzo inesauribile di interrogare, senza avere nessuna risposta s*lute» sicura, il piano divino dell essere. Lultimo libro di Luzi, Frasie incisidiun canto salutare (1990), offre una nuova interrogazione di questa veritá, cercata sempře piú nelle pieghe, in un canto che si svolge attraverso « frasi» e «incisi», che resiste tra i rumori interminabili della presente civiltá: un canto salutare, per-ché con esso il vecchio poeta dá un « saluto » alia sua esperienza del mondo e della poesia, e nello stesso tempo cerca religiosamente una « salute » spirituále. Inquesto saluto-salute l'autore (come mostra giá la lirica che apre il volume, Auctor) si confronta drammaticamente con l'insufficienza del proprio scrivere e della propria ricerca, con «il disaccordo » che gli ha «triturato la vita, / tor-mentato il canto »; giustifica la ripetizione delle proprie inquiete domande con lanecessitá di «mordéře la propria polvere», di macerarsi in un «minimo / monotono rawedimento». In modo sempře piú diretto gli si rivela il carattere non conclusivo della storia e della conoscenza, il convergere di sapere e di non sapere, il legame della veritá con l'insignificanza, il suo parlare per segni minimi e marginali, o attraverso «il quasi / non veduto, il quasi / non registrato dal-a mentě ». II contatto con le cose origina nuove inquiete forme, nuove esitazio-jj1 e lacerazioni: ma sembra come pacificarsi nell'attesa di un'immersione nel ier^A v sere> cne na significato solo nelTincomprensibile piano divino bof Hir C- SOn°'tra le altre' queUe deUa sezione 11 corso táfiumi). La para-vera d mquieta Poesia religiosa di Luzi sembra concludersi cosi con una se-tazioni rj?maúca testimonianza, che si oppone alle sciocche e irrazionali esal-P^sente che imperversano in questa fine di secolo. M-9- Vittorio Sereni: poesia e coscienza dellintellettuale. ^agli!atf°jsia di Vittorio Sereni si ha come un equilibrio tra diversi lin- La poesia Per" na r flnden2e della ^ica novecentesca, che l'autore sente come strumenti ^g**™ esisten2a !i10ne Sulla realta> Per una ricerca del significato del mondo e del-C°mPrensinn a nUale e collettiva. Per Sereni la poesia ě coscienza storica, ^'immT situazione presente, misura di un essere « civile»: egli tor-^ssista IT Plú eq^aibrata e coerente di una borghesia intellettuale pro-^rra, CL f na avuto un peso fondamentale nella cultura italiana del dopo-r qSidini 3 mantenuto un atteggiamento di liberalisme avanzato, pieno di de^ lezion^n 6 disP°nibile verso la cultura di sinistra, ma non dimenti-2l0ne deUa «decenza quotidiana» di Montale (cťr. 10.8.6). Fedele a 11.4. Le stradě delia poesia 487 nell'orizzonte mondiale, ě del resto dubbia e imprendibile: ogni cronaca e ogni reportage si rivelano inverosimili e folii (come mostra la serie Reportage, a propositi di un viaggio in Cina). Ogni luce si ritrae e nella bellissima sezione Bru-ciata la materia del ricordo viene negata la consistenza e il contenuto stesso della memoria, che continua a valere soltanto come mero atto del ricordare, ehe non puö ritrovare le tracce di ciö che fu, ma darsi solo come «indicibile accecamen-to», «ricordo senza limiti, ricordo senza corpi né ombre». II significato del tutto, del vivere, del cercare, del bruciare, del soffrire, si riconosce nello sforzo inesauribile di interrogare, senza avere nessuna risposta sicura, il piano divino dell'essere. L'ultimo libro di Luzi, Frasi e incisi di un canto salutare(1990), offre una nuova interrogazione di questa veritä, cercata sempře piú nelle pieghe, in un canto ehe si svolge attraverso « frasi» e «incisi», che resiste tra i rumori interminabili della presente civiltä: un canto salutare, per-ché con esso il vecchio poeta dä un « saluto » alia sua esperienza del mondo e della poesia, e nello stesso tempo cerca religiosamente una « salute » spirituále. In questo saluto-salute l'autore (come mostra giä la urica che apre il volume, Auctor) si confronta drammaticamente con l'insufficienza del proprio scrivere e della propria ricerca, con «il disaccordo» che gli ha «triturato la vita, / tor-mentato il canto»; giustifica la ripetizione delle proprie inquiete domande con la necessitä di «mordere la propria polvere», di macerarsi in un «minimo / monotono rawedimento». In modo sempře piú diretto gli si rivela il carattere non conclusivo della storia e della conoscenza, il convergere di sapere e di non sapere, il legame della veritä con l'insignificanza, il suo parlare per segni minimi e marginali, o attraverso «il quasi / non veduto, il quasi / non registrato dal-la mente». II contatto con le cose origina nuove inquiete forme, nuove esitazio-ni e lacerazioni: ma sembra come pacificarsi nell'attesa di un'immersione nel flusso dell'essere, che ha significato solo nell'incomprensibile piano divino (grandi liriche sono, tra le altre, quelle della sezione Ilcorso deifiumi). La parabola dell'inquieta poesia religiosa di Luzi sembra concludersi cosi con una severa e drammatica testimonianza, ehe si oppone alle sciocche e irrazionali esal-tazioni del presente che imperversano in questa fine di secolo. 5 11.4.9. Vittorio Sereni: poesia e coscienza dell'intellettuale. Negazione della memoria II «saluto-salute» Nella poesia di Vittorio Sereni si ha come un equilibrio tra diversi lin-guaggi e tendenze della lirica novecentesca, che l'autore sente come strumenti Per una riflessione sulla realta, per una ricerca del significato del mondo e del-1 esistenza individuale e collettiva. Per Sereni la poesia e coscienza storica, comprensione della situazione presente, misura di un essere « civile »: egli for-nisce l'immagine piu equilibrata e coerente di una borghesia intellettuale pro-gressista, che ha avuto un peso fondamentale nella cultura italiana del dopo-guerra, che ha mantenuto un atteggiamento di liberalismo avanzato, pieno di •nquietudini, aperto e disponibile verso la cultura di sinistra, ma non dimenti-co della lezione della «decenza quotidiana» di Montale (cfr. 10.8.6). Fedele a La poesia come coscienza storica l-pot',1 u Kuostn./ionc i- svilwppo nrl dopoguerra (1945-1968) ,. uu.n .UMK. ,1 molulo della provincia. a una .valla prccisamcntc dcterminata e . V ,UlM,m:ui.., c anchc una d.lcsa a.i.in» la rcalta pit. grandee rovinosa della moderna dvilta mdustriale (e una ligura che torna frequcntemente in questa pwsia v quella del «capanno» campest re, in cut ci si puo riparare e nasconde-eomc hum da ogni movimcnto del tempo). II pocta vede la propria persona intenmentc immersa in questo universo: si guarda come una sorta di attore-personaggio, ehe npete eternamente, con ingenuo egoismo, una parte tanto .uu.ua di « proprietary » e tli «padre». tanifei Ma ad 1111 eerto punto si lanno sentire anche su questa poesia cosi «difesa» e :.u\t.i.ioui della guerra e del dopoguerra, che emergono con piu evidenza dopo il trasferimento da Parma a Koma e 1'abbandono del rapporto quotidia-110 con quel mondo dalle misure calmc e ripetitive. Soprattutto nelle poesie r.K\ olte in \ 'iJHg.ii»d'tnrcrno emergono allora tensioni drammatiche, lancinan-ti immagim di una storia che consuma e distrugge quel mondo felice: ma un ri-tugio essen/ialc e costituito ancora dalla memoria, che ritrova i contorni e il denso protumo delle cose, che fa rivivere immagini e sensazioni di un passato tenno e ťelice. senza tempo (Proust, cfr. 10.1.8, ěstato sempre, del resto, un au-tore essen/iale per Bertolucci). Nella sua ricerca della memoria, la poesia di •v ■ Bertolucci ha cosi acquistato un sempre piu forte carattere narrativo, giungen-,w con / a camera da lettO, al recupero di una lorma, come quella del kmgo poema, quasi ahhandonata dalla poesia del Novecento: ma si tratta di un poema w aperto », che procede per lunghissimi frammenti, che ruota attorno alle figure e alle immagini sospendendole in un tempo eterno, fissandole in un ritmo monotono cd ossessivo. La memoria finisce per attribuire un valore supremo ai piu triti e trammentari momenti dell'esistere; la realtä quotidiana del passato rurale si trasiorma in un interminabile spettacolo dell'io: il recupero della real-ta perduta e come un teatro pieno di sottintesi, di esitazioni, di colori che si staldano in mille immagini, in evanescenti sensazioni e apparizioni. 11.4.5. Mario Luzi: la vita e le raccolte poetiche. L* rieara Partendo dal seno stesso dell'ermetismo fiorentino, la poesia di Mario Lu-«stkáni Z1 si e svolta in modo sempre piu intenso, fino a questi ultimi anni, verso una in-quieta interrogazione sul valore dell'esperienza e della parola in una civiltä in contmua trastormazione, verso una appassionata ricerca su ciö che puö restare stabile e saldo in un universo che sembra sfaldarsi da tutte le parti, che nel suo niovimento vorticoso sembra rendere impossibile ogni persistenza. Si tratta di una poesia difficile e spesso oscura, animata da una forte tensione intellettuale e insieme da una dolce e fragile passione per la vita delle cose; i problemi reli-giosi. morali, culturali, vi si intrecciano in un «discorso naturale», che guarda con viva partecipazione al presente, ma come a distanza, cercando un «tempo della poesia» ehe per Luzi «e un tempo iu eui si incidono sen/.a tempo le cose che sono sempre accadute e che sono sempre eventuali ed accadibili». Nato nel 1914 a Castello, presso Firenze, da famiglia di origine maremma- li.4. Le stradě delJa poesia 483 na, Mario Luzi ha compiuto gli studi a Firenze, laureandosi in letteratura fran-ba partecipato intensamente, nella Firenze degli anni Trenta, alJa cultura ctttolica cd ermetica, collaborando al «Frontespizio» e poi a «Campo di Mar-1 Ii. 10.7.17) C stringendo legami con molti giovani inteJlettuali fiorentini (Ja Bctocchi a Bo, a Pratolini, a Bilenchi). Dal 1938 ha insegnato nelle scuole mcdie, c poi dal '55 nelle universita di Firenze e di Urbino. La sua sincera fede cattolica non si ě mai chiusa in sč, ma si ě rivolta, anche negli anni dei piu duri ün cattalic contrast! idcologici del dopoguerra, verso una inquieta attenzione alia cultura inquieto europea e a quella della sinistra. Interessato alla contemporanea cultura cattolica irancese e alla tradizione simbolista, egli si é occupato di molti scrittori, so-prattuttofrancesied italiani, in saggi sottili eraffinati (rkordiamo L't'nfernoeil limbo, 1949; Tutto in questione, 1965; Vicissitudine e forma, 1974; Discorso naturale, 1984), guidato dalla convinzione che il valore conoscitivo della poesia si leghi alia sua assolutczza, alia sua capacitä di fissarsi in un valore al di lä dei li-miti della storia presente. La prima raccolta poctica di Luzi, La barca, apparve nel 1935: seguirono Av- Lopera vento notturno (1940), Un brindisi(1946), e nello stesso anno Quaderno gotico; una poetica prima modificazione deH'ermetismo di Luzi si ebbe nelle due raccolte successive Primizie del deserto (1952) e Onore del vera (1957). Tutte queste raccolte confluiro-no ncl i960 nel volume llgiusto della vita. Una řase del tutto nuova ě stata inaugura-ta nel 1963 da Nel magma, cui sono seguiti nel 1965 Dalfondo delle Campagne (che in realtä riprende poesie precedenti, degli anni 1956-61), nel 1971 Su fondamenti invi-sibili, nel 1978 Alfuoco della controversia. Negli ultimi anni la poesia di Luzi ha ac-quistato una nuova incredibile vitalita, con le nuove ampie raccolte Perilbattesimo aei nostriframmenti (1985) e Frammenti e incisi di un canto salutare (1990). La raccolta di Tutte le poesie, uscita nel 1988, si articola in tre grandi sezioni, //giusto della vita (che riprende il volume del '60 c comprende le raccolte fino ad Onore del vero), Nell'opera del mondo (che comprende, con l'indicazione degli anni di composizio-ne, Dal fondo delle Campagne, 1956-1961; Nel magma, 1961-1963; Su fondamenti in-vtsibili, 1960-1970; Al fuoco della controversia, 1971-1977), Per il battesimo dei nostri frammenti (che, con la datazione 1978-1984, coincide con la raccolta pubblicata nel 1985). Negli ultimi anni Luzi ha anche scritto testi teatrali, in cui un linguaggio « subli- La produzione DSC», di forte tensione poetica, sostiene un acceso dibattito sul destino dell'uomo e teatrale sul valore della realtä, a cui partecipano figure della storia e della tradizione, insie-tDC fuori del tempo e immerse in un tempo lontano in cui ě possibile ritrovare i se-gni del presente. Sono testi che meriterebbero una attenta lettura, ma di cui qui possiamo soltanto ricordare i titoli: Libro di Ipazia (1978), su una violenta controversia religiosa del iv secolo d.C, Rosales (1983), che si riallaccia al tema di don Giovanni (cfr. dati, tav. 141), Hystrio (1987), Corale della cittä di Palermo per santa Rosalia (1989). 11.4.6. Dal primo ermetismo a Onore del vero. La prima poesia di Luzi rappresenta nel modo piú esemplare i caratteri Ermetismo (ie11'ermetismo fiorentino, la sua tensione verso una veritä segreta e inafferrabi- e simbolismo