IL FUTURO DI VENEZIA Vittore Branca (celebre italianista) non è d' accordo con chi vede la Serenissima in bilico tra la vita e la morte. (…) "Oggi, avrà pure perso un po' di smalto - ammette Branca - ma Venezia può (deve) avere il ruolo di capitale culturale. I numeri, certo, non le mancano". Branca immagina Venezia popolata di pittori, scultori, musicisti, scrittori. Italiani e stranieri. "E non mi riferisco a trasferte periodiche. Penso a persone di tutto il mondo che qui risiedano stabilmente, facendo circolare linfa per la vita e il lavoro. La "rive gauche", insomma, della metropoli. Del Veneto. E se i residenti del centro storico calano, non ne farei un dramma. Purché Venezia non corra il rischio di trasformarsi in un fantasma". "La prima condizione e' assicurarle la vita. Ecco perché , pur non essendo un tecnico, sono favorevole alle paratie mobili del "Mose". Inoltre Venezia - secondo l' intellettuale veneziano - deve rompere il suo isolamento. "Oggi, per collegarla alla terraferma, non bastano i vaporetti. Sono perciò d' accordo anche sul progetto della metropolitana sublagunare: forse eviterebbe altre "fughe" dal centro storico, dopo quelle già avvenute delle Direzioni ferroviarie e bancarie, della Ciga e delle Generali". (28 febbraio 1999) - Corriere della Sera