LESSICO ...Maurizio Dardano (linguista italiano, autore di La lingua italiana, una grammatica completa e rigorosa) distingue nell'uso tra dizionario e vocabolario Dizionario = l'opera che raccoglie in modo ordinato i vocaboli di una lingua Vocabolario = settore determinato del lessico Ma nel parlare comune sono i termini equivalenti. Lessico e una quantit`a di parole soggetta a mutare a seconda della prospettiva, del punto di vista ecc. Anche i dizionari piu completi (quelli che vogliono comprendere tutto il lessico di una lingua) si rivelano alla fine incompleti. ...il che ha due motivi: 1. la creativit`a lessicale e pressoche infinita (neoformazioni dalle parole esistenti o addattamento di parole straniere -- prestiti linguistici) 2. questione dei limiti -- quali parole inserire in un dizionario? neologismi nei giornali, termini specialistici, parole antiquate, arcaismi in letteratura, varianti grafiche di una vecchia parola, varianti regionali e individuali, vari significati I confini del lessico di una lingua sono incerti, fluttuanti. Diversamente il vocabolario di un autore, di un testo e definibile con precisione. Il lessico di una lingua come il francese, inglese o italiano supera la cifra di 200 mila unit`a escludendo i nomi propri. Ma si arriverebbe a 400-500 mila considerando anche i termini che fanno parte delle nomenclature tecniche. LESSICO E GRAMMATICA due mondi diversi, opposti. Grammatica = si intende l'insieme degli aspetti fonologici, morfologici e sintattici di una lingua Segni lessicali sono di numero indefinito, si riproducono e espandono continuamente. Sistema aperto alle variazioni e di arricchimenti. Segni grammaticali sono di numero limitato e quasi non aumentano: fonemi, articoli, preposizioni, congiunzioni, suffissi, prefissi, desinenze nominali e verbali, tempi, modi verbali, tipi di coordinazione e subordinazione = strutture fonologiche, morf. e sintatt. sono chiuse. Distinzione: Parola o vocabolo -- parole che appaiono nelle frasi (camminano) Lessema (dal gr.lexikon = libro delle parole) -- parole che appaiono nel dizionario (-are) Termine (lat. terminus = confine) -- parola propria di una disciplina, serve a definire esattamente un significato, a metterlo entro certi confini. LESSICALIZZAZIONE E GRAMMATICALIZZAZIONE Esiste un'interscambio tra il dominio del lessico e della grammatica. Lessicalizzazione = il processo per il quale un insieme di elementi retti da rapporti grammaticali diventa un'unit`a che equivale ad una sola parola. Es. d'un tratto = improvvisamente, senza capo ne coda = inconcludente Grammaticalizzazione = processo contrario, in cui una parola diventa nel corso dell'evoluzione linguistica uno strumento grammaticale. Es. mediante (preposizione, ma prima da mediare), durante, nonostante (durare, ostare), -mente (lat. mens) LIVELLI E VARIET`a DEL LESSICO rappresentati mediante opposizioni: 1. parole usate ogni giorno e in molte circostanze parole che si usano in argomenti specialistici e ambienti particolari 2. parole della lingua parlata scritta (letteraria) 3. parole di uso corrente che appaiono invecchiate (arcaismi) o nuove (neologismi) Si possono intrecciare e sovrapporre: una parola specialistica e talvolta un neologismo, parola letteraria puo essere un arcaismo, ecc. Possiamo ordinare il lessico in un inseme di settori distinti in base a criteri. Un criterio importante consiste nell'osservare quali rapporti intercorrono tra l'insieme dei parlanti italiani e il lessico della lingua. Esistono diverse variet`a d'uso del lessico -- 3 classi: 1. v. funzionali-contestuali sono i cosiddetti linguaggi settoriali che corrispondono ad ambiti particolari specialistici. La specificit`a degli argomenti comporta una specificit`a nella scelta e nell'uso delle parole. 2. v. geografiche sono le differenze nell'uso di vocaboli le quali si riscontrano nei vari tipi di italiano regionale presenti in Italia. 3. v. sociali sono le differenze nell'uso di vocaboli che distinguono tra loro le varie classi sociali di parlanti. LINGUAGGI SETTORIALI (x lingua comune) Tipi: per es. linguaggio politico, sportivo, tecnici-scientifici (medicina, fisica, chimica, economia, sociologia, matematica), della pubblicit`a, burocratico, marinaresco, ecc. Corrispondentemente abbiamo il vocabolario della medicina, della fisica, ecc. In che cosa si differenzia un l.s. dalla lingua comune? Dal punto di vista del lessico: possiede dei vocaboli e espressioni che non sono possedute dalla lingua comune oppure possiede gli stessi vocaboli della l.comune, ma li usa con un diverso e specifico significato (per es. tachimetro e cambio-převodovka) La differenze che separano vocaboli di un linguaggio settoriale da un vocabolo della lingua comune: - hanno solo un significato, mentre vocaboli della l.c. sono in genere polisemiche - stretta integrazione con gli altri vocaboli che costituiscono il vocabolario - legame molto stretto con la cosa significata Formazione del vocabolario tecnico-scientifico ha 3 vie principali: 1. prestito linguistico (dall'inglese, latino, greco) 2. affissazione (prefissi, suffissi) alle parole che gi`a esistono medicina: nomenclatura relativa alle malattie si serve di suffissi di origine greca: artrite, dermatite, nevrite -- infiammazione acuta / artrosi, dermatosi, cirrosi -- affezione cronica / carcinoma, fibroma - tumore 3. concessione di un significato nuovo e specifico a parole che gi`a esistono nel lessico comune o in un vocabolario tecnico gi`a costituito. Parole come: anello, asse, base, bottone, campo, centro, movimento possono da sole o determinate acquistare significati specifici propri di diversi settori del lessico. Comune -- campo di aviazione, campo sportivo, campo trincerato (= letecký prostor, hřiště, ohrazené) Specialistico -- campo di forze, campo magnetico, campo gravitazionale, campo vettoriale, campo visivo (silové pole, magnetické pole, gravitační pole, vektorové pole, zorné pole) Vocaboli tecnici gi`a costituiti forniscono termini e espressioni a vocabolari di nuova formazione: terminologia della navigazione marittima ritorna nel vocabolario dell'aeronautica o astronautica (lat.nauta = marinaio): navigare, navigazione, navigatore, nave spaziale, pilota, equipaggio, crociera, cabina, giornale di bordo, abbordare Esprimono funzionalit`a della polisemia, realizzando economia di segni. L.s. vengono chiamati anche sottocodici esprimendo il rapporto di subordinazione rispetto al codice della lingua. REGIONALISMI Le variet`a regionali di italiano differiscono tra loro anche nel lessico. L'anguria del Nord diventa cocomero nel Centro, melone o mellone nel Sud. In Toscana e nel Sud si ha cacio, nel Nord formaggio. Alle caldarroste di Roma corrispondono altrove le castagne arrostite. Il prezzemolo si chiama erborino in Lombardia e petrosino in Sicilia. I lacci delle scarpe si chiamano anche: legacci, laccetti, stringhe, aghetti. Questi regionalismi lessicali si chiamano anche geosinonimi = a seconda delle regioni si indica la stessa cosa con un nome diverso. 4 variet`a regionali: settentrionale, toscana, romana, meridionale Ma anche lombarde: barbone -- mendicante, bigino -- traduttore, michetta -- panino, sberla -- schiaffo, o anche rafforzamento con giu o su: prendere su, toglier giu, portar su. Settentrionali sono: anguria, tiretto -- cassetto, sberla, balera, imbarcadero Toscane: acquaio -- lavandino, balocchi -- giocattoli, bizze -- capricci, cencio -- straccio da spolvero, figliola -- giovane donna nubile, sciocco -- che sa poco di sale. Romane: burino -- incivile, bustarella, fattaccio -- fatto di cronaca nera, intrufolarsi -- entrare di soppiatto (záludně, potají, potichu), pizzardone -- vigile urbano, pupo -- bambino. Meridionali: ciecato -- cieco, ritirarsi -- rientrare in casa, scostumato -- maleducato, sfizio -- divertimento, piacere, stagione -- estate, tabacchino -- tabaccaio, notevole uso del verbo stare invece di essere, tenere invece di avere: tiene fame, sta contento. VARIET`a SOCIALI Diversit`a tra gruppi e classi sociali si riflette nella lingua. Variet`a dipendono da cinque fattori: et`a, sesso, provenienza del parlante, classe sociale ed economica, livello di istruzione. Et`a: i giovani accolgono piu facilmente i neologismi e mode linguistiche. Uso di aggettivi: allucinante, assurdo, bestiale, forte, mostruoso, mitico, ecc. Sesso: le attivit`a svolte prevalentemente dalle donne (facende domestiche, cura del bambino) possono comportare l'uso di particolari vocaboli ed espressioni. Provenienza: interrelazione tra variante regionali e sociali. Classe sociale ed economica: reditto alto favorisce un'acculturazione, e quindi conoscenza della lingua piu approfondita. I poveri tendono a imitare le abitudini dei ricchi anche linguistiche (se non vogliono essere emarginati). Livello di istruzione In dizionari possiamo identificare varie indicazioni del livello: popolare, familiare, volgare, regionale, dialettale, non comune, raro, antiquato, letterario, poetico, ecc. Popolare: arrangiarsi, balla - bugia, macello -- disastro, mollare -- apioppare, desistere, tribolare -- patire, penare. NEOLOGISMI = protagonista dell'evoluzione linguistica. Parola nuova e considerata come un arricchimento del lessico che in tal modo puo indicare con precisione ogni cosa, concetto o sfumatura del pensiero. N. puo essere sia una parola ripresa da una lingua straniera (camping, week-end, oppure bistecca, adattamento italiano dell'inglese beefsteak) sia una parola derivata da una parola gi`a esistente in itailano (lottizzare da lotto, prepensionamento da pensionamento, portasci da portare e sci). Tuttavia e preferibile chiamare prestito un vocabolo ricavato da una lingua straniera e neologismo una parola ricavata da un'altra parola italiana mediante un affisso. 2 categoriedi n.: combinatori = provengono dalla combinazione di elementi della lingua (lottizzare) semantici = comportano un mutamento di significato anche se la forma rimane identica (orchestrare una campagna elettorale = organizzare) COMPOSIZIONE DEL LESSICO ITALIANO 1. fondo latino ereditario, parole di tradizione popolare e ininterrotta che provengono dal latino volgare. e la componente piu numerosa e importante. 2. prestiti da altre lingue (germaniche, arabo, francese, spagnolo, inglese). Un tipo particolare e quello ripreso per via colta dalle lingue classiche (latino e greco) e calchi 3. neoformazioni o neologismi -- formatisi da parole di base gi`a esistenti mediante il meccanismo della formazione delle parole (affissazione e composizione). Marginali sono: - onomatopea -- trasposizione in una forma linguistica di rumori naturali e artificiali - creazione dal nulla -- nel linguaggio pubblicitario (Kodak) - sigle - CLN