dialetti emiliano-Romagnoli O/ appartengono al gruppo gallo-italico dei dialetti settentrionali O/ vengono parlato prevalentemente nell'Emilia Romagna, ma anche oltre i confini della regione O/ 5 sottogruppi: 1) carrarese o dialetto lunigiano (in provincia Massa-Carrara, in Toscana) 2) emiliano occidentale o il piacentino, parlato ad ovest del fiume Taro (la provincia di Piacenza e parte di quella di Parma). Il piacentino - influenze del lombardo e meno del piemontese e del ligure. 3) EMILIANO CENTRALE, parlato nella zona fra i fiumi Taro e Panaro, (provincia di Parma -- il PARMENSE, provincia di Reggio Emilia -- il REGGIANO e provincia di Modena eccetto il circondario di Castelfranco -- il MODENESE) 4) EMILIANO SUD-ORIENTALE o il BOLOGNESE parlato nella provincia di Bologna e nel circondario di Castelfranco. 5) EMILIANO NORD-ORIENTALE comprende il FERRARESE, parlato nella provincia di Ferrara, ma anche il ROMAGNOLO, parlato nella zona tra le Valli di Comacchio, il corso del Sillaro, la catena appenninica e il mare. I) TRATTI CARATERISTICI DEL SISTEMA FONETICO DELL'EMILIANO 1) VOCALISMO a) a > ä (ê = e aperta) in sillabe toniche Bologna: nês -- naso, fê -- fare, lêna -- lana Parma: säl -- sale San Marino: æirké -- cercare, spusé -- sposare, kêsa -- casa In Romagna, fino a Reggio -- davanti r + consonante, l + consonante: ¹kêrp -- scarpe, kêlt -- caldo, kêlma -- calma b) u > ü dialetti emiliani dell'Emilia nord-occidentale, in provincia di Piacenza fino al fiume Taro, la parte montuosa della regione fino alla zona meridionale della provincia di Modena (Prignano, Sestola): lüna -- luna, ü -- uno, dür -- duro, früt -- frutta, brüt -- brutto c) u > o, o davanti a una nasale dialetti del territorio intero del fiume Panaro, fino a Cesena (il carattere della vocale oscilla tra o chiusa e o aperta): fom -- fumo, o -- uno il parmense (o chiusa): lonna -- luna il piacentino: löina -- luna d) u > o2 in posizione chiusa bro2t -- brutto, no2l -- nullo, so2t -- asciutto, o2s -- uscio e) Metafonia di e-. > i e-. diventa i sotto l'influsso di una --i finale. (testi antichi emiliani: prendisti - prendesti) metafonia di e-. oggi: nel dialetto di Modena: quist -- questi, qui -- quelli, caví -- capelli nel bolognese: virt --verdi, pais -- paesi, tri mis -- tre mesi, i milanís -- i milanesi nei dintorni di Lugo (Ravenna): mis -- mesi, pir -- pere, i zis -- i ceci, krid - credi nel parmense: tri -- tre, vdi -- vedete, saví -- sapete, dirí -- direte, avís -- avessi metafonia nella flessione nominale - singolare: nel piacentino: kaví -- 'capelli' ma anche 'capello' nel romagnolo (Lugo, Faenza, Forlí, Ravenna): zis -- cece f) e-. > ê (a) in posizione chiusa vê¹kof -- vescovo (emil.), trêsa -- treccia, lêna -- legna, sêka -- secca (romagn.), vêndi -- vendi (emil.) dialetto bolognese e-. > a: vá¹kuf -- vescovo, vandi -- vendi g) ie > e-. dialetti emiliani ad ovest del Panaro: me-.la -- miele, pe-. -- piede, fe-.ra -- fiera, pret -- pietra alcuni dialetti romagnoli (Faenza, Imola, Lugo, Ravenna, Mendola) -- in sillaba libera (oppure davanti ad r o l ): me-.l -- miele, se-.r -- siero h) o-. > ou, u nell'emiliano centro-orientale -- il reggiano, il modenese e particolarmente il bolognese: dutour -- dottore, dulour -- dolore, vous -- voce, our -- ore, soul -- solo au: fi`aur -- fiore, anv`aut -- nipote, dul`aur -- dolore la zona di San Marino: couda -- coda, padroun -- padrone, vousa -- voce, aloura -- allora, ancoura -- ancora, amour -- amore in altre parti di Romagna -- il dittongo e poco chiaro o compare solo una o: Cfr. 'croce': kro2u¾a, kro-.¹ (romagn.) kru¾a (emil.) nell'Emilia occidentale o-. > u: nel piacentino: fiur -- fiore nel parmense o-. > ö: krö¶a -- croce, nö¶a -- noce, amvöt -- nipote, fiör -- fiore, sgnör -- signore, spö¶a -- sposa, öra -- ora i) Metafonia di o-. > u dialetto bolognese: anvut -- nipoti, spus -- sposi, duttur -- dottori, fiur -- fiori dialetti della Romagna: a Ravenna, a Lugo anvot(sg.) -- anvut (pl.), fior(sg.) -- fiur (pl.), snor (sg.) -- snur (pl.) a Comacchio fiour (sg.) -- fiur (pl.) j) Sviluppo di o2 > ö, o-. in sillaba libera la stessa linea di confine di u > ü; esempi: nöf -- nove, piöf -- piove, kö¾ar -- cuocere, öf -- uovo raramente o2 > ö davanti a consonante palatale: fö³a -- foglia (nel bolognese o2: no2f -- nove, pio2f-- piove, o2f -- uovo, o2æ -- occhio, fo2ja - foglia) La ö come risultato di metafonia, p. es.: i bö -- i buoi (sg. um bo2) La differenza tra "un bue" e "i buoi" in altri dialetti dell'Emilia Romagna: a Prignano e Sestola (prov. di Modena): bo2 -- bö Nel ferrarese: bo2 -- buó Nel romagnolo: bo2 -- bo-., bu Nel bolognese: bä -- bu o2 > o-. in sillaba libera zona orientale del dialetto romagnolo o2 > o-.; a Imola, Forl`i, Faenza, Ravenna e Cesena o-. + @: `nove' a Lugo no-.f x a Forl`i no-.@f k) vocali atone caduta dell'accento -> indebolimento delle sillabe atone, eliminazione delle vocali senza accento, il troncamento delle vocali finali (eccetto la a) O/ Eliminazione delle vocali atone prevalentemente in Romagna e in alcune parti dell'Emilia: stmana -- settimana, pc`a -- peccato, sbdal o ¶bdel (bolog.)-- ospedale, mdor -- mietitore O/ e, i ed o atone nella sillaba finale 0M Nell'emiliano la e ed o finali cadono: sal -- sale, avril -- aprile, mes -- mese, nöf -- nove, fium -- fiume, gal -- gallo, bras -- braccio 0M Nel gruppo consonantico finale (emiliano e romagnolo) e > @: ment@r -- mentre, pád@r -- padre, imvér@n -- inverno 0M Nell'emiliano - parole femminili - a al posto della e finale: néva -- neve, nu¾a -- noce, æava -- chiave, nota -- notte, ava -- ape, fréva -- febbre nel carrarese: carna -- carne, tosa -- tosse 0M Il rientro della desinenza - nel parmigiano - distinzione del masc. dal fem. in plurale - i: donni -- donne, paroli -- parole, rani -- rane, volti -- volte 0M San Marino -- nel masc. - vocale d'appoggio -i: vidri -- vetro, fourni -- forno, inverni -- inverno 0M Il gruppo finale --io (lombardo e emiliano) > --i: sübi -- subbio, toponimi: Intröbi -- Introbio, in Lombardia, Mnirbi -- Minerbio, in Emilia 2) CONSONANTISMO a) Scempiamento delle consonanti geminate testimonianze in letteratura antica - il suono semplice in luogo della consonante doppia (Boiardo: fole -- folle, disfato -- disfatto; Ariosto: alora -- allora, comercio -- commercio, grege -- gregge), ipercorrezione - suono doppio in luogo di quello semplice (Boiardo: aggio -- agio, cella -- cela; Ariosto: doppo -- dopo, staggione - stagione) l'emiliano attuale: kavál -- cavallo < lat. caballum, stmana -- settimana, pc`a -- peccato, dutour -- dottore (bolognese), aloura -- allora (San Marino) b) Sonorizzazione delle consonanti in posizione intervocalica O/ k > g l'emiliano: pégura -- pecora, urtiga -- ortica Dopo la caduta della vocale finale, g > k (desonorizzazione): l'emiliano: (figo >) fik -- fico, (amigo >) amik -- amico O/ t > d t > d (sonorizzazione) > dh (d interdentale) -- l'antico lombardo: fradhelo -- fratello, peccadhi -- peccati; dh sparita -- il bolognese: stra -- strada, fiá -- fiato, straferrá -- strada ferrata; il romagnolo: stré -- strada, dé -- dato, pré -- prati oggi in alcune parole dei dialetti lombardo, emiliano, veneziano e romagnolo - ricomparsa della d: il parmense: muneda -- moneta, podí -- potete, guaridi -- guarite il romagnolo: muneida -- moneta, deda -- data, nassuda -- nata, dvintedi -- diventate, cadeina -- catena O/ p > v il dialetto romagnolo: cavel -- capelli, reva -- rapa toponimi: PAPIA > PAVIA (dissimilazione) romagnolo: `pioppo': - dissimilazione "fiopa" - scempiamento "piopa" c) Palatalizzazione di l davanti alla --i finale Il piemontese, lombardo e emiliano -- in plurale: müi -- muli II) TRATTI CARATERISTICI DEL SISTEMA MORFOLOGICO DELL'EMILIANO 1) FORMAZIONE DEL Plurale DEI sostantivi a) Plurale femminile in --i romagnolo antico: ragazzi nel senso di `ragazze', cosi -- cose, strelij -- stelle romagnolo attuale: amighi -- amiche, muro¶i -- amorose San Marino: doni -- donne, moschi -- mosche, pidri -- pietre il parmense: skarpi -- scarpe, steli -- stelle, longhi scali -- lunghe scale, moski -- mosche X nei dialetti dell'Emilia Romagna -- la caduta delle vocali finali, tranne a: in piacentino: skerp -- scarpe in romagnolo: ¹kerp -- scarpe, bok -- bocche, stel -- stelle in bolognese: el ví¶it -- le visite, el strel -- le stelle, toti el sir -- tutte le sere, al j' ultmi so parol -- all'ultime sue parole b) Plurale metafonetico Esempi per `bue' -- `buoi': Prignano e Sestola (prov. di Modena): bo2 -- bö; nel ferrarese: bo2 -- buó; nel romagnolo: bo2 -- bo-., bu; nel bolognese: bä -- bu 2) ARTICOLI a) Articolo determinativo il bolognese: al -- il, la -- la, l' -- l', i -- i, äl -- le (äl donn -- le donne, äl camis -- le camicie), äli (plurale femminile davanti a vocale: äli o2f -- le uova), forme palatalizzate: j'oss -- le ossa, j'ott -- le otto; il parmense: igl'ali -- le ali, igl'ortighi -- le ortiche, preposizioni articolate: agl'ali -- alle ali plurale maschile davanti a una vocale -- j: j'ann -- gli anni il romagnolo: @ grel -- il grillo, la lus -- la luce, i chemp -- i campi, al sev -- le siepi resto dell'Emilia: il > el forme non ridotte dell'articolo: l'antico emiliano: ella mia dona -- la mia donna; il piacentino (singolare femminile): era mateN -- la mattina, era sira -- la sera. b) Articolo indeterminativo dialetto bolognese: uno > ón, una > ónna. altri dialetti emiliani: un dent -- un dente, na veina -- una vena 3) pronomi a) Pronomi soggetto Nel bolognese - due tipi di pronomi personali soggetto: forma atona: a -- io, t -- tu, al, la, l -- lui, lei; nueter -- noi, vueter -- voi, i -- loro forma tonica: me, te, ló (in emiliano lü), lî (in emiliano le), nueter, vueter, laaur b) Pronomi complemento (oggetto, di termine) 0M forme toniche `me' `te' `noi' `voi' > `mihi' e `tibi' `nos' `vos' parmense: pensa a ti -- penso a te; San Marino: sa nun -- con noi 0M `con me', `con te' > `meco' e `teco' bolognese: mik, tik; parmense: mek, tek, nosk -- con noi, gní nosk -- venite con noi 0M forme atone: le due prime persone del singolare - `me' `te' la terza persona dativo singolare e plurale: bolognese, romagnolo: a i de -- le diedi, a i dess -- gli dissi; romagnolo: u s'i gunfeva e' pett -- le si gonfiava il petto nisun i a 'vert -- nessuno ha aperto loro altri dialetti emiliani domina `ghe': parmigiano: saltemghe adoss -- saltiamogli addosso, carrarese: a g' o dito -- gli ho detto, a go v@ndú la ca -- ho venduto loro la casa bolognese (pl.): Dio ghe d`a al paradis -- ...d`a loro... c) Pronomi possessivi Romagnolo: `mio' `tuo' `suo' > mi tu su Parma: tuva per `tua' e sova per `sua' dialetti emiliani: 3 persona plurale - so: so ¼io -- loro zio d) Pronomi dimostrativi 0M dialetto parmense: `questo' `questa' > `cost' `costa' l'incrocio di `questo' con articolo determinativo, nelle forme del plurale femminile: parmense: stil donni -- queste donne; bolognese: stel macchin -- queste macchine 0M `quello' `quella' `quei' `quelle': parmense: col, cla, chi, chil, bolognese: quel, qla, qui 4) verbi a) Indicativo presente bolognese: 3 classi verbali (--er, --er, --îr), 2 tipi di coniugazione: affermativa e interrogativa: o Coniugazione affermativa del verbo eser (essere) (mé) a saan (nueter) a sän (té) t î (vueter) a sî (ló) l é, (lî) l'é (laaur) i én o Coniugazione interrogativa del verbo eser saaggna ? saggna ? ît ? sîv ? el, ela ? eni ? o Coniugazione del verbo magner (mangiare) a mâgn nueter a magnän t mâgn vueter a magne al, la mâgna laaur i mâgnen o Coniugazione interrogativa del verbo magner mâgna ? magnaggna? mâgnet? magnev ? mâgnel? mâgnla? mâgn-ni ? b) Indicativo imperfetto la prima persona singolare --e: truvéve -- trovavo, vindéve -- vendevo (prov. Bologna) la seconda persona sg. --i + metafonia: p@rdivi -- perdevi molti dialetti settentrionali: 2. e 3. persona pl. = 2. e 3. persona sg.: truvivi (romagn.) -- trovavi e trovavate, canteva (romagn.) -- cantava e cantavano C uso dei tempi passati: In genere vale che nel Settentrione per esprimere un'azione conclusa nel passato viene adoperato il passato prossimo. III) LESSICO differenza tra le espressioni dei dialetti occidentali e quelle dei dialetti orientali: pomo x mela, kuadr`al x mattone, cuna x cunula (kolébka) O/ Lessico informatico in bolognese chiudi -- métt vî computer -- conpiuter, zarvlaan, calcolataaur cursore -- frazza dal pundghén cancella -- dscanzela file -- documänt font -- carâter guestbook -- lîber di visitadur home page -- prémma pâgina Internet -- la Raid däl Raid link -- ligâm mailing list -- léssta ed distribuziaan; zircoler eletronica mouse -- pundghén navigare -- snadrazer apri -- tu fora pixel -- pónt salva -- rigésstra invia -- spedéss spam -- róssc eletronic webmaster -- padrunâz dal sît Testi -- dialetti emiliano-romagnoli Peder noster Peder noster, ch't î int al zîl, ch'al séppa santifiche al tô nómm, ch'ai véggna al tô raggn, ch'la séppa fâta la tô volonte, cómm in zîl, acsé anc in tera. Dâs incu al noster pan d ogni dé, e dscanzela i nuster debit, cme nueter a i dscanzlän ai nuster debitur, e brîsa laser ch'a cascaggna in tentaziaan, mo lébbres dal mel. Âmen. Padre nostro Padre Nostro Che sei nei cieli Sia santificato il tuo nome Venga il tuo regno Sia fatta la tua volont`a Come in cielo, cos`i in terra Dacci oggi il nostro pane quotidiano E rimetti a noi i nostri debiti Come noi li rimettiamo ai nostri debitori E non ci indurre in tentazione Ma liberaci dal male Amen Evmari ev Marî, pénna ed grâzia, al Sgnaaur l é tîg. Té t î bandatta stra tótti äl don, e band`att l é al tô frut, Gesó. Santa Marî, medr ed Dío, prega par nueter pcadur, adesa e int l'aaura dla nostra môrt. Âmen. Ave Maria Ave Maria piena di grazia il Signore e con Te Tu sei benedetta fra le donne e benedetto e il frutto del tuo seno, Gesu. Santa Maria, madre di Dio prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte Amen La filastroca Set ala fnestra con la balestra, set ala porta con la s'ciopa, set i v`a set i vien, s`a vien i ladri i massaren. Traduzione: La filastrocca Sette alla finestra con l'arco, sette alla porta con il fucile, sette vanno sette vengono, se vengono i ladri li ammazzeremo. PROVERBI: Pri campé sén, bsogna psé spés come i chén. Per vivere sani, bisogna pisciare spesso come i cani. Dona giuvna, vëin, turtél e va l`a che `l mond l'é bel. Donna giovane, vino, tortellino e d`ai che il mondo e bello. S'a j ac`at chi ch'ha invante la fadiga a i vol fe un brudet. Se trovo chi ha inventato il lavoro gli voglio fare un brodetto. Recitativo Canzone L'istoria che m'accingo a raccontare E il d`i d'appresso da case e palazzi giammai cantata fu da un trovatore: tutti sortivano risa e lazzi, vi narrero la furia popolare con alte grida, sberleffi e schiamazzi che libero Bologna dal terrore. ognón purteva da c`a al sô sac`att. Era cost`i Bertrando del Poggetto, Seco recavano vasi e pitali, un cardinal venuto dal a Franza, comode, secchi, padelle, orinali, che dopo esser paruto un agnoletto altri menavano innanzi maiali tiranno divento con spada e lanza. e di scartuz ed pulp`att ed cavâl. Ei volle guerreggiar coi veneziani L'ordine corse di bocca in bocca, e gi`a che c'era pur coi ferraresi, tutti accorrevano sotto la rocca mandando avanti i giovin petroniani donando l'obolo d'ottima cacca a far da scudo ai militi francesi. par inmarder chi malnétt di franzîs. Moriron come mosche, i bolognesi, Novelli David armati di fionda e il cardinal nella citt`a turrita vispi monelli miravan la ronda fece ritorno con i suoi francesi: in una lieta tenzone gioconda altri per lor pagaron con la vita! coi cagarlén d'una pîgra e un cavraan. Si dedicaron poi da mane a sera D'in su la corte s'alzava un olezzo di fogna, ad arraffar di tutto entro le mura, insieme al tanfo crescevano rabbia e vergogna. chiudendosi alla rocca di Galliera Caldo e implacabile Febo i suoi raggi spandeva: ch'era della citt`a la piu sicura. non una goccia di pioggia, ma merda cadeva. Ai bolognesi allegger`i la panza Giorni passarono sempre lanciando vuotando le cantine ed i granai, sotto gli sguardi del truce Bertrando lasciandoli digiuni e in gran doglianza che dai bastioni guatava imprecando sordo ai loro lamenti e ai loro lai. al sô castel ch'l era tótt scagaze. La rabbia prese il posto della fame Vuotate furon latrine e pollai, e il popol s'aduno presso il maniero cinquanta androne e trentun letamai con altre grida ed agitando lame e un gran convoglio di cento bruzâi per far vendetta contro lo straniero. da mane a sera al purté äl muniziaan. Fin che un bel giorno s'aperse la porta, Troppo munita e forte la muraglia sort`i Bertrando e l'immonda sua scorta apparve lor e troppo ben difesa. fetida, lurida, la faccia smorta Inutile tentar di dar battaglia mäntr i bulgnîs i rideven da mât. o d'espugnar le mura e farne presa. A un cenno il volgo riprese violento Levossi allor un grido sugli astanti l'intestinale bombardamento, e in un baleno la gran turba tacque: traendo il massimo divertimento "Orsu, datemi mente tutti quanti: da un cardinel inmarde infén ai pî. andiamo a toglier lor le nostre acque!" E fu cos`i che la dotta Bologna Poi tosto si diressero al canale si libero d'una vile carogna che l`i d'appresso placido scorreva: che reco in Franza l'eterna vergogna le chiuse s'abbassar, ferme le pale, d'aver perduto la guera di strónz! a secco l'inimico rimaneva. "E ades: tótt a buschîr, o bolognesi, e quall ch'a cagarän non si disperda che da dmaténna i nobili francesi combatteranno con la nostra merda!" http://www.bulgnais.com/mp3/La_Rocca_Merdata.mp3 - Qui potete sentire il dialetto bolognese.