Piemonte Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Wikipedia:WikiProject/WikiProject/Geografia/Antropica/RegioniRegione Piemonte [IMG] Stato: [IMG]Italia Zona: Italia nord-occidentale Capoluogo: Torino Superficie: 25.400 km^2 Abitanti: 4.289.000 Densit`a: 166 ab./km^2 Province: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli Comuni: Elenco dei 1.206 comuni Presidente: Mercedes Bresso dal 4.4.05 [IMG] Sito istituzionale Il Piemonte e una regione italiana dell'Italia Nord-Occidentale di 4,3 milioni di abitanti con capoluogo Torino. Confina a ovest con la Francia (regioni Rodano-Alpi e Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a nord-ovest con la Valle d'Aosta, a nord con la Svizzera (cantoni Vallese e Ticino), a est con la Lombardia a sud-est con l'Emilia-Romagna e a sud con la Liguria. Storia Abitato fin dall'et`a neolitica,dopo lo scioglimento dei ghiacci in alta Val Padana,nel I millennio a.C. fu occupato dalle popolazioni celtiche o liguri dei Taurini e dei Salassi,successivamente sottomessi dai romani (220 a.C.),che fondarono colonie come Augusta Taurinorum (l'odierna Torino) ed Eporedia (Ivrea).Dopo la crisi della parte occidentale dell'impero,la regione divenne sede d'incursioni,scontri e conquiste da parte di Odoacre,dei burgundi,dei goti (V secolo d.C.),dei bizantini,dei longobardi (VI secolo),dei franchi (773),conservando pero una certa autonomia.Nel IX e X secolo sub`i le nuove incursioni degli ungari e dei saraceni che distrussero,fra l'altro,l'Abbazia di Novalesa in Val di Susa.Amministrativamente divisa in contee e marche,fu in parte riunificata nell'XI secolo da Olderico Manfredi,che ottenne le due importanti marche di Torino e Ivrea e le lascio in eredit`a al genero Oldone di Savoia,figlio di Umberto I Biancamano.Il processo di riunificazione del Piemonte sotto i Savoia richiese diversi secoli,dapprima per la formazione di comuni autonomi,come Asti e Alessandria (XII secolo),e forti marchesati,come quelli di Saluzzo (XI secolo) e del Monferrato (XII secolo);poi per l'intervento di potenti signori esterni,come i Visconti (XIV secolo);infine per il coinvolgimento della regione nelle lotte fra gli Asburgo e i Valois per l'egemonia in Italia e in Europa (XVI secolo).Solo dopo la pace di Cateau-Cambrésis (1559) Emanuele Filiberto e i suoi successori poterono avviare il processo di definitiva riunificazione,ultimato nel 1748 con la pace di Aquisgrana.Dopo la parentesi della dominazione napoleonica (1796-1814),il Piemonte segu`i i destini del Regno di Sardegna ed ebbe un ruolo centrale nel Risorgimento italiano e nella costruzione del nuovo stato unitario (1861),che ne derivo la struttura giuridica e politica (Statuto Albertino del 1848) e il personale amministrativo,in quel processo che fu definito di "piemontesizzazione" dello stato.Nei momenti piu critici o di transizione della storia nazionale,il Piemonte diede importanti contributi come "laboratorio" politico e sociale,con gli scioperi operai nelle guerre mondiali (nel 1917 e nel 1943),le esperienze torinesi di Gramsci e Gobett (anni Venti),l'intensa partecipazione alla Resistenza (1943-45),l'industrialismo innovativo di Adriano Olivetti (anni Cinquanta),la stagione di lotte dell'autunno caldo (1969).Imponente fu l'industrializzazione della regione,che dalla struttura agraria tradizionale del regno sabaudo,fondata sull'egemonia dei ceti burocratici e militari e delll'aristocrazia fondiaria,seppe avviare,a partire dall'et`a cavouriana (1852-61),un rapido processo di modernizzazione fino a diventare,all'inizio del Novecento,un'area rilevante del triangolo industriale che traino il decollo economico italiano.Non mancarono,nel rapido sviluppo,gli squilibri,sopratutto territoriali,tra l'area del torinese,sede principale dell'industrializzazione,e l'economia ancora prevalentemente rurale del resto della regione.Il tessuto economico,in cui ebbe un posto proponderante la FIAT,atteasse negli anni Cinquanta e Sessanta un grande flusso migratorio ,che provoco profonde trasformazioni sociali e culturali;si dimostro,invece,piuttosto fragile di fronte alle sfide della mondializzazione di fine secolo,che pago con un certo declino industriale e un alto tasso di disoccupazione Geografia A ovest e a nord il Piemonte e circondato dalle Alpi, a sud dall'Appennino, a est dalla pianura padana. E attraversato dal fiume Po. A ovest il Piemonte confina con la Francia, a nord con la Valle d'Aosta, e con la Svizzera (in corrispondenza delle province di Vercelli e di Verbania), a est con Lombardia ed Emilia Romagna, a sud con la Liguria. Il Piemonte e la seconda regione italiana per estensione, dopo la Sicilia. Altri importanti fiumi sono: o alla sinistra orografica del Po: Sesia, Dora Baltea, Dora Riparia, Ticino o alla destra orografica del Po: Tanaro, Bormida Il Piemonte, seconda regione per estensione dopo la Sicilia,e costituito schematicamente dalla parte superiore del bacino idrografico del Po, il piu grande fiume italiano che nasce dal Monviso. Il Po raccoglie tutte le acque provenienti dal semicerchio di Montagne (Alpi e Appennino) che circonda la regione su tre lati. Dalle vette piu alte il paesaggio digrada nelle colline, e infine nell'alta e poi bassa Pianura Padana. Il confine tra la prima e la seconda e caratterizzato dalle risorgive, fonti che arricchiscono d'acqua i fiumi e alimentano una fitta rete di canali d'irrigazione. Il Lago Maggiore e la linea dei fiumi Ticino-Sesia separano il Piemonte dalla Lombardia. Il paesaggio ha quindi aspetti contrastanti: si passa dalle aspre vette del massiccio del Monte Rosa e del Gran Paradiso (Parco Nazionale), alle umide risaie del Vercellese; dai dolci pendii collinari delle Langhe e del Monferrato, alla pianura, spesso inquinata, costellata di aziende agricole e industriali. La wikipedia in piemontese La wikipedia a l'é la p`i gran encicloped`ia dël mond ant sla Ragn`a, e costa a l'e soa edission an piemonteis. Coma tute soe edission, ëdco costa a l'é faita dal travaj d'académich, student e gent normal, tuit volontari che a travajo ansema për feje servissi a la comun-a dij parlant ëd na lenga. Un travaj dont na part a peul esse soa! Vira person-a a l'ha un cheich so setor ëd competensa, na materia andoa che a peul giuteje a tuit a amprende, ën butand a disposission ëd tuti soa conossensa. Conossensa che a peul ven-e da na specialisassion dë studi, n'esperiensa ëd travaj o pura bele mach da 'n passatemp. Ël material as controla për pa publiché dj'anformassion nen giuste, e tuti a peulo e a devo nen mach pijé, ma ëdco travajé për j'`autri. Parej as fa na wikipedia. Ël viragi dl'antërfacia a l'é antramentre che as fa, menu, boton e t`itoj prest a saran tuit an piemonteis. I-j ciamr`io a tuit ij volontari dë registresse coma utent e fesse soa pagina utent, për pijé l'andi a scrive e modifiché ëd test. Lë stranom (nickname) che un as sern a peul esse an piemonteis, a-i é pa gnun-a manca dë dovré ij car`ater dl'angleis. Për adess as peul fesse un s`aut dzora a la p`agina dla Piola dël Paotass e pijé part a le discussion andoa che as decid la prima strutura 'd nostra wiki Che a së sbaruva pa, a l'é tut a gr`atis. Ij servissi dla wikipedia la gent a jë paga mach an euli 'd gomo, nen an sold. Për trové dl'agiut, as peul vardesse coma modifiché na p`agina dla Wikipedia. Mers`i a tuit! Too bad you do not speak Piedmontese It's a pity, actually. Anyway, this is the Piedmontese language edition of Wikipedia, which is currently under development and it's translating its user interface and help files. If you think you can somehow help this project, then visit the Community Portal discussion page and drop us a line there. We shall soon have a decent interface. Prodotti tipici piemontesi Il Brös e un formaggio tipico della tradizione piemontese. Deve la sua origine alla neccessit`a, tipica della cultura contadina, soprattutto delle zone piu povere, di non sprecare nulla.Anticamente veniva prodotto facendo fermentare croste o pezzi di altri formaggi (spesso anche ammuffiti) nel distillato che i contadini producevano in proprio. Dopo aver mescolato il composto si otteneva un prodotto cremoso dal sapore intenso che veniva mangiato sul pane.Attualmente e ben difficile trovarlo in commercio ma puo essere realizzato facendo fermentare robiole d'Alba in una mistura di grappa e cognac Il salame di turgia e un salume tipico delle Valli di Lanzo, in provincia di Torino.E un prodotto a base di carne di vacca, lardo e pancetta suina, sale, pepe, aglio, vino rosso, spezie. Viene insaccato nel budello torto di bovino.Si puo consumare sia fresco, crudo o cotto, oppure stagionato. La parola turgia in piemontese indica una vacca sterile, giunta alla fine della sua carriera riproduttiva. Puo pertanto anche essere un animale giovane. Il Bra (DOP) e un formaggio a Denominazione di Origine Protetta. Prende il nome dalla cittadina piemontese di Bra (in provincia di Cuneo) che in passato era il maggiore mercato del formaggio prodotto nelle vallate del cuneese. Toma Piemontese (DOP) e il nome di un formaggio italiano a Denominazione di Origine Protetta. Gallo-italico Il gallo-italico e un gruppo linguistico appartenente al gruppo gallo-romanzo delle lingue romanze della famiglia delle lingue indoeuropee. Ne fanno parte o piemontese (codice ISO 639-3 "pms") parlato in Piemonte.. o lombardo (codice ISO 639-3 "lmo"), suddiviso in o + lombardo orientale parlato nelle zone di Bergamo e Brescia. + lombardo occidentale, parlato nelle zone di Milano, Lodi, Novara, in Insubria, in Valtellina e nel Canton Ticino. o ligure (codice ISO 639-3 "lij"), parlato in Liguria. o emiliano e romagnolo (codice ISO 639-3 "eml"), parlati in Emilia Romagna. Dialetto piemontese Sul proprio territorio ci sono presenti quattro lingue storiche (piemontese, franco-provenzale, occitano e walser) Il Piemontese e riconosciuto fra le lingue minoritarie europee fin dal 1981 (Rapporto 4745 del Consiglio d'Europa) ed e inoltre censito dall'UNESCO (Red book on endangered languages) tra le lingue meritevoli di tutela. E una lingua neolatina occidentale, vicina al francese e all'occitano, mentre l'italiano appartiene al gruppo neolatino orientale, vicina al rumeno. Inoltre sembra costituire una transizione tra le parlate gallo-italiche dell'Italia del nord e le lingue gallo-romanze. Si caratterizza per la ricchezza del consonantismo, tanto come del vocalismo, per le sue particolarit`a morfologiche, sintattiche e lessicali, che lo allontanano in maniera decisa dall'italiano. Come lingua scritta, il Piemontese si usa fin dal XII secolo, ma una vera koiné si sviluppa solo nel seicento, epoca che vede la nascita di una letteratura a carattere nazionale che tocca poco per volta tutti i generi, dalla lirica al romanzo, alla tragedia, all'epica. Nel Novecento si e sviluppata anche una prosa critica e scientifica di alto livello. La grafia piemontese si basa sulla tradizione del Settecento; nel Novecento ha goduto di una standardizzazione piu precisa e completa, che ha dato un non piccolo contributo alla stabilit`a e all'unit`a della lingua, che soffre l'influenza dell'italiano e rischia di scomparire nel corso del XXI secolo, salvo che si intervenga con misure serie per garantirne la sopravvivenza. Il dialetto piemontese e un dialetto di origine neo-latina, ovvero romanza, formata dal latino che si e innestato sull'idioma celto-ligure nel momento dell'occupazione del Piemonte da parte dei Romani, con successivi apporti di vocaboli dal francese, dal provenzale e dalle lingue germaniche. Per quel che riguarda il vocabolario, vi sono in Piemonte gruppi di parole di origine diversa: - parole simili all'italiano il cui significato puo essere diverso, come "piassa", "piazza", ma anche "posto" o "bosc", "bosco", ma anche "legna", etc.. - parole simili al francese, come "buchet", in francese "bouquet", in italiano mazzo o "giaun", in fr. "jaune", in it. giallo, etc.. - Parole tipicamente piemontesi, come "tota", ragazza; "magna", zia; "fardel", corredo; "vische", accendere, etc... Il dialetto piemontese cambia comunque da centro a centro, poiché le influenze sono state varie e di diversa intensit`a, quindi viaggiando all'interno della regione si possono incontrare differenti pronunce e vocabolari specifici. o Caratteristiche morfologiche e sintattiche o Persiste in piemontese la desinenza sigmatica latina (-S) della seconda persona singolare verbale, che invece cade in italiano: ÿ nella desinenza della seconda persona singolare del presente indicativo negli ausiliari e nei verbi irregolari: it ses; it vas; it l'has; it sas. ÿ nella desinenza della seconda persona singolare del futuro di tutti i verbi: it cantras; it sernras... ÿ nella desinenza della seconda persona singolare di ogni modo e tempo nella costruzione della forma interrogativa con il relativo pronome: it c`antës-to?; it fas-to?; it parl`avës-to? ecc... o I plurali femminili derivano dall'accusativo latino (come in francese, spagnolo eccetera) non dal nominativo (come in italiano e nei suoi dialetti). o Il gruppo latino delle occlusive -CT diventa --it-, come in francese: NOCTEM > neuit; LACTEM > l`ait, ... o Le consonanti occlusive latine P, T, C, diventano dolci o cadono: FORMICAM > furm`ia; APRILEM > avril, ecc. o Le sillabe latine CE- CI- GE- GI- diventano sibilanti: CINERE > sënner; GINGIVA > zanziva; CENTUM > sent; ecc. o Salvo alcune eccezioni il singolare e il plurale dei nomi sono identici: ël cit / ij cit; ël preive / ij preive, ecc... o Si usa la ë prostetica (inesistente in italiano) dinanzi a tutte le parole che iniziano per s + consonante o gruppi consonantici difficili, se la parola precedente termina con consonante: sinch ësteile; quatr ëfnoj; i son ëst`ait. o La preposizione articolata "nel" seguita dalla data o dall'epoca, si sostituisce con dël: nel 1783 = dël 1783; nel 2002 = dël 2002. o La negazione si pone dopo il verbo o l'ausiliare: i mangio nen; i l'hai nen mangi`a, ecc... o Nella proposizione comparativa, per esprimere il secondo termine di paragone si usa "che" e non "di": cost l`iber a l'é p`i bel che`l to... o Spesso il pronome viene raddoppiato. Es: mi ha detto = am ha dime, ecc... o Occorre sempre mettere il pronome personale preverbale dinanzi al verbo (pronome che in italiano non esiste): mi i son; ti it ses; chiel a l'é. o I complementi clitici nei tempi composti si pospongono al verbo: i l'hai faje; a l'ha dijlo, ecc... o Si preferisce porre il modo finito del verbo (forma esplicita) in luogo dell'infinito: so di scrivere male = i sai ch'i scrivo mal. o Si adoperano spesso gli infiniti sostantivati in luogo del sostantivo italianizzato: es: il battito del cuore = ël bate dël cheur; una bella parlata = un bel parlé; un'andatura sostenuta = un bel andé. o Le forme italiane "sono io, sei tu, ecc." si trasformano in "a l'é mi, a l'é ti, ecc". Es: sono io che l'ho comprato = a l'é mi ch'i l'hai catalo. ÿ In luogo del participio presente (che non esiste) e del gerundio, per evidenziare la continuit`a dell'azione, si suole adoperare l'espressione "esse `n camin che...". es.: Dove stai andando? = Anté ch'it ses an camin ch'it vas? Il sole morente sul fiume = ël sol an camin ch'a meuir an sla rivera. ÿ Le interrogative accompagnate da avverbio o pronome necessitano spesso dell'uso del pronome "che". Altrettanto gli avverbi e i pronomi delle frasi affermative: chi cha l'é? = chi e?; quand ch'i rivo = quando arrivo; chi ch'a l'ha dimlo = chi me lo ha detto. ÿ Quando il futuro e gi`a evidenziato da un complemento di tempo il verbo resta al presente: doman i rivo = domani arrivero. Grafia e fonologia L'alfabeto piemontese e costituito da 25 lettere, 4 in piu rispetto a quello italiano (ë, j, n- e o) con cui condivide la maggior parte delle caratteristiche; vi sono 7 vocali (a, e, ë, i, o, o e u), le restanti lettere sono tutte consonanti; esiste anche il gruppo vocalico eu che e sempre tonico e si pronuncia con suono unico, esattamente secondo la pronuncia francese (es.: reusa, "rosa" in italiano; oppure cheur, "cuore" in italiano; oppure feu, "fuoco" in italiano; oppure cheuse, "cuocere" in italiano). La pronuncia di ogni lettera e uguale a quella italiana con le seguenti eccezioni: e senza accento, in sillaba chiusa (cioe in sillaba dove la e e seguita da consonante), si pronuncia aperta (es.: pento, diviso in sillabe pen-to, "pettine" in italiano; oppure merc`a, diviso in sillabe mer-c`a, "mercato" in italiano), mentre in sillaba aperta (cioe in sillaba che finisce con la e), si pronuncia chiusa (es.: pera, diviso in sillabe pe-ra, "pietra" in italiano; oppure lese, diviso in sillabe le-se, "leggere" inteso come verbo in italiano); e con accento grave, ha sempre suono aperto (es.: energic, "energico" in italiano; oppure përche, perché in italiano e si noti come in piemontese la parola finisce correttamente con accento grave, a differenza dell'italiano dove si scrive con accento acuto; oppure cafe, caffe in italiano), maggiormente aperto rispetto alla pronuncia della e aperta in italiano; é con accento acuto, ha sempre suono chiuso (es.: fé, "fare" in italiano; oppure caté, "comprare" in italiano; oppure lassé, "lasciare" in italiano); ë detta semimuta, ha uno suono stretto, appena pronuciato, simile a quello della pronuncia francese dell'articolo "le" (es.: fërté, "strofinare" in italianto; oppure chërde, "credere" in italiano; oppure fëtta, "fetta" in italiano), viene detta anche tersa vocal piemonteisa, che tradotto in italiano vuol dire "terza vocale del Piemontese"; o senza accento, si pronuncia come la u in italiano (es.: Piemont, "Piemonte" in italiano; oppure conté, "raccontare" in italiano; oppure sol, "sole" inteso come sostantivo in italiano; oppure mon, "mattone" in italiano); o con accento grave, si pronuncia come la o aperta in italiano, in piemontese e sempre tonica (es.: dop, "dopo" in italiano; oppure cola, "colla" in italiano; oppure fort, "forte" in italiano); u senza accento, si pronuncia come la u in francese o come la ü in tedesco (es.: bur, "burro" in italiano; oppure muraja, "muro" in italiano; oppure curt, "corto" in italiano; oppure tuf, "afa" in italiano); c ha sempre suono dolce davanti ad i oppure e (es.: cel, "cielo" in italiano; oppure cioca, "campana" in italiano); per rendere il suono duro davanti ad i oppure e si interpone la lettera h (es.: schers, "scherzo" in italiano; oppure chitara, "chitarra" in italiano); davanti alle altre vocali ha sempre il suono duro (es.: col, "collo" in italiano; oppure cossa, "zucca" in italiano); a fine parole se ha suono duro si aggiunge la lettera h (es.: strach, "stanco" in italiano; oppure rich, "ricco" in italiano), se invece ha suono dolce si raddoppia la c (es.: sbrincc, "spruzzo" in italiano; oppure baricc, "strabico" in italiano), si noti che questo e uno dei quattro casi in cui nel Piemontese si scrivono consonanti doppie, a cui comunque corrisponde la pronuncia di una singola consonante; g ha sempre suono dolce davanti ad i oppure e (es.: ogetiv, "oggettivo" in italiano; oppure giust, "giusto" in italiano); per rendere il suono duro davanti ad i oppure e si interpone la lettera h (es.: ghërsin, "grissino" in italiano; oppure ghignon, "antipatia" in italiano); davanti alle altre vocali ha sempre il suono duro (es.: gat, "gatto" in italiano; oppure angol, "angolo" in italiano); a fine parole se ha suono duro si aggiunge la lettera h (es.: lagh, "lago" in italiano; oppure borgh, "borgo" in italiano), se invece ha suono dolce si raddoppia la g (es.: magg, "maggio" in italiano; oppure assagg, "assaggio" in italiano), si noti che questo e uno dei quattro casi in cui nel Piemontese si scrivono consonanti doppie, a cui comunque corrisponde la pronuncia di una singola consonante; j si pronuncia come la i iniziale di "ieri" in italiano (es.: braje, "pantaloni" in italiano; oppure cavej, "capelli" in italiano), ha talora valore etimologico e di solito sostituisce il gruppo gl in italiano (es.: feuje, "foglie" in italiano; oppure fija, "figlia" in italiano); n puo avere due pronunce, dentale, come correntemente in italiano, o faucale, cioe con suono nasale simile alla pronuncia della sola n nella parola italiana "fango", il primo sempre quando si trova all'inizio di una parola (es.: nas, "naso" in italiano; oppure nos, "noce" in italiano), il secondo sempre quando si trova alla fine di una parola (es.: pan, "pane" in italiano; oppure can, "cane" in italiano); quando a fine parola si vuole indicare la pronuncia dentale la n viene raddoppiata (es.: ann, "anno" in italiano; oppure pann, "panno" in italiano; oppure afann, "affanno" in italiano), si noti che questo e uno dei quattro casi in cui nel Piemontese si scrivono consonanti doppie, a cui comunque corrisponde la pronuncia di una singola consonante; n- ha pronuncia esclusivamente faucale, cioe con suono nasale simile alla pronuncia della sola n nella parola italiana "fango", si usa talvolta quando una parola termina con vocale subito dopo una n (es.: lun-a, "luna" in italiano; oppure sman-a, "settimana" in italiano; oppure galin-a, "gallina" in italiano); s ha suono duro, con pronuncia detta sorda, ad inizio di parola (es.: supa, "zuppa" in italiano; oppure soco, "zoccolo" in italiano), o dopo consonante in centro di parola (es.: sensa, "senza" in italiano; oppure forsa, "forza" in italiano); ha suono dolce, con pronuncia detta sonora, a fine di parola (es.: nas, "naso" in italiano; oppure tornavis, "cacciavite" in italiano), o tra due vocali in centro di parola (es.: reusa, "rosa" in italiano; oppure frisa, "briciola" in italiano); per le eccezioni di quest'ultimo caso, cioe per avere suono duro a fine parola o tra due vocali, si raddoppia la s (es.: rossa, "rossa" in italiano; oppure fossal, "fosso" in italiano; oppure bass, "basso" in italiano; oppure poss, "pozzo" in italiano), si noti che questo e uno dei quattro casi in cui nel Piemontese si scrivono consonanti doppie, a cui comunque corrisponde la pronuncia di una singola consonante; z si usa solo per le eccezioni del primo caso della voce prendente, ovvero per una s con suono dolce, o pronuncia detta sonora, in posizione iniziale o postconsonantica (es.: zanziva, "gengiva" in italiano; oppure monze, "mungere" in italiano); v ha una pronuncia simile alla u della parola italiana "paura", quando si trova in posizione finale di parola (es.: ativ, "attivo" in italiano; oppure luv, "lupo" in italiano; oppure euv, "uovo" in italiano); negli altri casi mantiene la stessa pronuncia della v in italiano (es.: lavé, "lavare" in italiano; oppure savej, "sapere" in italiano). Esistono anche gruppi di lettere con specifiche caratteristiche di pronuncia: s-c si pronuncia con la successione dei due suoni distinti di s e c (es.: s-cet, "schietto" in italiano; oppure s-cianché "strappare" in italiano); tale scrittura sottolinea che in Piemontese non esiste il gruppo sc della lingua italiana; dittonghi: ua, ue e ui con a, e ed i toniche, cioe accentate, si pronunciano come in italiano, ovvero con la pronuncia della u come in italiano (es.: qu`ader, "quadro" in italiano; oppure guera, "guerra" in italiano; oppure qu`indes, "quindici" in italiano); ua, ue, ui e iu'; con la u tonica, si pronunciano come in piemontese, ovvero con la pronuncia della u come in piemontese (es.: crua, "cruda" in italiano; oppure suit, "asciutto" in italiano; oppure fiusa, "fiducia" in italiano). Accentazione Si segna l'accento tonico sulle sdrucciole (stirib`acola), sulle tronche uscenti in vocale (parle, pag`a, cafe), sulle piane uscenti in consonante (qu`ader, numer), sul dittongo ei se la e e aperta (piemonteis, meis), sul gruppo ua quando la u vale ü (batüa), e su gruppi di i piu vocale alla fine di una parola (fin`ia, podr`io, fer`ie). L'accento si segna anche in pochi altri casi isolati dove non occorrerebbe per regola o per indicare eccezioni (tera, amera dove la e di sillaba aperta dovrebbe essere chiusa mentre e aperta) e puo facoltativamente segnarsi sulla e delle finali -et, -el per indicarne il grado di apertura (bochet, lét). L'accento serve inoltre a distinguere alcune coppie di omografi (s`a =verbo, sa "questa", l`a= avverbio, la = articolo). Articolo Di solito posto davanti ad un sostantivo, talvolta aiuta a definirlo per caso o genere; puo essere determinativo o indeterminativo, maschile o femminile, singolare o plurale. +------------------------------------------------------------------------+ | Tipo | Genere | Caso |Articolo| Esempi | |---------------+---------+---------+--------+---------------------------| | | |Singolare|ël ('l) |ël can; ciamé'l can | | | | |lë (l') |lë scolé; l'aso | | |Maschile |---------+--------+---------------------------| | | |Plurale |ij ('j) |ij can; ciamé'j can | | | | |jë (j') |jë scolé; j'aso | |Determinativi |---------+---------+--------+---------------------------| | | |Singolare|la |la farfala; la storia | | | | |(l') |l'ongia | | |Femminile|---------+--------+---------------------------| | | |Plurale |le |le farfale; le storie | | | | |(j') |j'onge | |---------------+---------+---------+--------+---------------------------| | | |Singolare|un ('n) |un can; ciamé'n can | | | | |në (n') |në scolé; n'aso | | |Maschile |---------+--------+---------------------------| | | |Plurale |ëd ('d) |ëd can; ciamé'd can | | | | |dë (d') |dë scolé; d'aso | |Indeterminativi|---------+---------+--------+---------------------------| | | |Singolare|una |una farfala | | | | |na (n') |na storia; n'ongia | | |Femminile|---------+--------+---------------------------| | | |Plurale |ëd ('d) |ëd farfale; ciapé'd farfale| | | | |dë (d') |dë storie; d'onge | +------------------------------------------------------------------------+ Proverbi Miguel de Cervantes disse che: I proverbi sono piccole sentenze, basate sull'esperienza e sul ragionamento dei nostri antichi saggi A-i-e- nen bela scarpa c'a dventa nen brut savat Non esiste bella scarpa che non diventi ciabatta Le busie a sun cum j sop, c'a s' cunosu da luntan Le bugie, come gli zoppi, si distinguono da lontano Bseugna adatese a le circustanse e mangié 'd pan se a-i-e nen d' pitanse Bisogna adattarsi alle circostanze: mangiar pane se mancano pietanze La p`i cativa rua a l'e sempre cula c'a schersina La ruota peggiore e sempre quella che cigola Chi a sa nen simulé a sa nen regné Chi non sa simulare non sa regnare Chi a roba nen a fa nen roba Chi non ruba non fa roba Dop d'ese fal`i tuti san lo c'andasia fait Dopo esser falliti tutti sanno quale sarebbe stato il rimedio La lenga a l'`an nen d'os, e púra a fa d' mal gros La lingua e senz'osso, pa puo fare male grosso Ricette regionali RABATON 500 gr di spinaci cotti e ben strizzati 150 di ricotta 3 uova 3 cucchiai di parmigiano grattugiato 4 cucchiai di pangrattato fresco 1 spicchio d'aglio 2 lt di brodo di carne sale e pepe q. b. tritare gli spinaci ed aggiungervi la ricotta, le uova, il parmigiano, il pangrattato, l'aglio tritato e a piacere noce moscata. Lavorare bene l'impasto e lasciar riposare per 1 ora. Fare delle palline (tipo gnocchi), spolverizzare di farina e far cuocere nel brodo. Servire caldo. PANNA COTTA 800 ml di panna 200 ml di latte 100 gr di zucchero 15 gr di colla di pesce una stecca di vaniglia in una pentola sciogliere lo zucchero con la vaniglia nella panna a fuoco moderato. Ammorbidire, intanto, per 5 minuti la colla di pesce in acqua fresca. Aggiungere alla panna il latte fresco e la colla di pesce ben strizzata. Versare il tutto in una forma bagnata e lasciar riposare in frigo per almeno 12 ore. Servire con salsa di frutta fresca. Le poesie in dialetto Piemonte Puisia e cansou Dialetto: Piemonte Traduzione in italiano Puisia e cansou Poesia e canzoni Puisia Poesia l'e no adm`a rima e fantas`ia non e solo rima e fantas`ia l'e un crigh int'u silensi e un grido nel silenzio un buff ad vent un soffio di vento un suris, 'na passiou, un un sorriso, una passione, un tormento. turment. E' una sensazione L'e 'na sensasiou che ti pizzica l'anima e la mente ch'at plisga l'anma e ra ment e ti prende improvvisamente e at ciapa impruvisament in un prato fiorito int'un pr`a fiur`i sotto un cielo infinito suta un ciel infin`i davanti a un mare in tempesta dadnans a un mar agit`a in una giornata funesta; int'na giurn`a da disming`a; che ti fa interrompere ch'at fa piant`a l`i quel che stai per fare quel ch'a te adre a fa e anche di notte ti fa svegliare. e inches`i ad not at fa E tu cerchi in fretta disvigi`a. un foglio e una matita E t`i 't cerch in pressia per fissare sulla carta un foj e 'na matita una briciola di vita par fiss`a ins'ra carta e scrivi dieci, cento parole 'na fraghja ad vita che rileggi poi con emozione. e ta scriv des, cent parol Cos`i nasce una poesia ... ch'at rilegg po con emusiou. o una canzone Acs`i a nassa 'na puisia ... o 'na cansou Poesia inviata da: Dorina Costa Piemonte Chme sabia Dialetto: Piemonte Traduzione in italiano Chme sabia Come sabbia Che fein ch'l'ha fat ra me Che fine ha fatto la mia alegria? allegria? Chme sabia Come sabbia spass`a via spazzata via dra furia d'ar vent dalla furia del vento chme sabia come sabbia sguj`a via scivolata via da na clesidra sensa temp. da una clessidra senza tempo. E ra me malincunia E la mia malinconia cumpagna ad tut'i mument compagna di ogni momento Poesia inviata da: Dorina Costa La prosa Piemonte Lettra a me nonu Paulin Testimonio per la prima volta nella mia vita,"ad alta voce" l'amore che mi ha legata ad una persona umile e santa. Dialetto: Piemonte Traduzione in italiano Lettra a me nonu Paulin Lettera a mio nonno Paolo Mi a java in nonu calie c'am Io avevo un nonno calzolaio che mi fasia ja scarpin da cita, am dava faceva la scarpette da piccola, del pan ca' piava an paga du so che mi dava del pane che prendeva travaj an temp ad guera, ca 'm in paga del suo lavoro in tempo di catava i giurnalin da gradin-a e guerra, che mi comperava i mij bitava da scundun drera la giornalini da grandicella e me li porta a la matin quand a partiva metteva di nascosto dietro la per el so travaj. porta al mattino quando partiva L'é mort che mi a java dudes ani per il suo lavoro. E'morto che io e ancoi avevo dodici anni ed ora che ne ho che a n'ho sessatetrei a pos sessantatre, non posso smettere di propi nen chité 'd preghé per pregare per lui, anche se la sua chiel anche se a so bunt`a avr`a bont`a lo avr`a portato dritto in purtalu drit an Paradis. Pardiso. Arvedzi nonu Paulin ,tua Elda. Arrivederci nonno Paolino, la tua Elda. Racconto inviato da: Elda Piemonte La robiola Il poeta piemontese Nino Costa decanta la robiola (Elda) Dialetto: Piemonte Traduzione in italiano La robiola La robiola L'é piasosa a marenda,l'é E' piacevole a merenda, e una n'arsorsa a colassion ,tant l'é risorsa a colazione, e tanto bon-aai pe 'd na cioenda come an buona ai piedi di una siepe come taula da padron; la gradissu ij sulla tavola dei padroni; la milionari,la decanto ij gradiscono i milionari, la professor,la cosiglio jë spëssiari decantano i professori , i per guar`i dal mal d'aamor. farmacisti la consigliano per guarire il mal d'amore. Racconto inviato da: Nino Costa Il teatro piemontese del 900 In questo secolo, per varie ragioni, vi è una certa decadenza del teatro piemontese. Forse, più che di decadenza, è meglio parlare di crisi. La questione, infatti, è più riconducibile a problemi economici che non a problemi di idee. Il potenziale pubblico si riduce, in quanto si riduce la conoscenza della lingua piemontese, ed i costi salgono. Il piemontese è una lingua sconosciuta (e per lo più incomprensibile) al di fuori della regione, e diventa quindi problematico confrontarsi con la concorrenza, in assenza di specifiche sovvenzioni (che per altro la concorrenza ottiene in abbondanza - questo è uno dei problemi di un mancato riconoscimento "ufficiale"). Questo non impedisce che vengano scritte pregevoli opere. All'inizio del secolo ricordiamo due autori: Eugenio Nicola, e Giovanni Drovetti, che lasciano lavori importanti come Monssù Taboj il primo e Lë scòpo, La prima mëssa, La lòdola, Sui nòstri brich, Ël curà 'd Ròca Brusà il secondo. Altri autori continuano a scrivere commedie in piemontese (anche ai giorni nostri), e tra questi ricordiamo in particolare Armando Mottura, e le sue commedie E la roa a l'é ancantasse del 1948 e A peul sempe desse nel 1955, già citate qui sopra. In questo secolo, il periodo fascista influisce molto negativamente sul teatro piemontese, in quanto l'ordine superiore è "italianizzare". Come in tutte le dittature, palesi o mascherate, la cultura deve essere quella "ufficiale" e non altro. In questo periodo non solo in Piemonte, la cultura locale (ed in generale la Cultura, che non fà di queste distinzioni) non ha vita facile in Italia. La ripresa si ha negli anni dal 1950 in avanti. Nel 1968 nasce l'Associazione del Teatro Piemontese. Tra gli attori del ventesimo secolo spicca sicuramente Erminio Macario. Altro nome rimasto celebre nel teatro piemontese è quello di Carlo Artuffo. Erminio Macario Erminio Macario (Torino , 27 maggio 1902 - 26 marzo 1980) e stato un popolare attore teatrale, cinematografico e televisivo italiano. Nella sua lunga carriera ha lavorato ad oltre cinquanta spettacoli teatrali tra riviste, variet`a, commedie musicali e spettacoli di prosa. Raggiunse presto il successo. Presto la sua maschera surreale anche al cinema ed alla televisione, adattando spesso il dialetto piemontese per i suoi personaggi e le sue macchiette. Interprete di una comicit`a dal candore surreale, Erminio Macario - meglio noto al grande pubblico semplicemente come Macario - fu la maschera italiana che piu si avvicino all'ingenuit`a e ai modi di Charlot ma dotata, per il palcoscenico, della parola funambolica dei Fratelli Marx. Un umorismo innocente quanto lieve, poeticamente sospeso fra le pause, lo sbarrarsi stupito degli occhi e la salacit`a dissimulata delle battute.