VENEZIA: BREVI CENNI STORICI Chiamata Venetia, la "X Regio" nell'Impero Romano era costituita grosso modo dai territori che oggi conosciamo come Veneto, Friuli, Trentino e Istria. Il confine meridionale era rappresentato dal mare Adriatico: un'ampia zona soggetta a progressivi mutamenti orografici, con fiumi di ampia portata che, combinando la loro azione con quella dei flutti marini, davano origine a un ambiente di tipo paludoso, con numerose lagune. Si trattava di un ecosistema "dinamico", una sorta di "via di mezzo" fra l'ambiente dell'entroterra, relativamente stabile, e quello marino. Questa zona, che faceva parte della terra dei Veneti, assimilati all'Impero, era, in epoca romana, abitata da pescatori, "salinari" (addetti, cioè, alle saline), tutti esperti nell'arte di costruire e manovrare imbarcazioni adatte all'ambiente lagunare e fluviale. La stessa zona, tra l'altro, forse per la sua "tranquillità", era usata come "luogo di villeggiatura" dai ricchi abitanti delle vicine città romane (come Padova, Altino, Aquileia). Col progressivo disgregarsi dell'Impero e con invasioni dei popoli germanici, in particolare nel VI secolo, le zone lagunari finirono coll'offrire un rifugio a quanti vedevano le loro terre e i loro beni in balia degli invasori: avventurarsi via fiumi e canali non era facile, per chi non conosceva la zona, e i lidi sabbiosi costituivano un'ottima protezione da un eventuale attacco (dal mare). Fu, in particolare, l'attuale laguna di Venezia a vedere crescere maggiormente la sua popolazione. Naturalmente questo significò anche un profondo mutamento della composizione sociale nel territorio lagunare: molti profughi erano benestanti o proprietari terrieri o allevatori delle città dell'entroterra, come Altino e Oderzo. I primi centri che si vennero a creare furono Malamocco (su un lido), Torcello (un'isola allo sbocco del fiume Sile) e un altro gruppo di isole al centro della laguna, la futura Venezia. Se l'entroterra era in mano alle popolazioni germaniche, le lagune restarono, invece, nell'orbita latina, come parte dell'Impero d'Oriente, dipendendo direttamente da Ravenna. Fin dall'inizio, dunque, si stabilisce un profondo legame col mondo bizantino. Alla fine del VII secolo gli abitanti delle lagune non erano più governati dai "tribuni marittimi", i comandanti militari bizantini, ma avevano un comando autonomo sotto un "dux", da cui il termine "doge". Nasce in tal modo la prima forma di stato veneziano (seppur legato a Bisanzio): il "Dogado". Verso l'810 il governo del "doge" Agnello Particiaco si sposta da Malamocco e si insedia nella zona di Rivo Alto, al centro della laguna. È qui che per convenzione comincia la vera e propria "Storia di Venezia". Nel X secolo Venezia rappresenta l’Impero d'Oriente nell'Adriatico, e alternando azioni di "polizia marittima" ad azioni di vera e propria "pirateria", arriva a controllare tutto il bacino. Grazie all'abilità della sua marina militare ottiene decisivi riconoscimenti dall'Imperatore d'Oriente ed eccezionali privilegi per i suoi mercanti, che diventano presto i principali clienti e fornitori di Bisanzio. Ma l'abilità della marineria veneziana era integrata da un'altrettanta abile "diplomazia", che porta il giovane stato ad una serie di fruttuosi accordi commerciali con l’Imperatore germanico, con i principi nordafricani, siriani ed egiziani. Decisa a diventare il tramite dei traffici tra l'Oriente e la penisola, Venezia inizia una serie di azioni e di guerre contro i porti rivali dell'Adriatico (Ancona, Zara, Ragusa) e contro i pirati slavi. È con le Crociate che Venezia ha l'occasione di incrementare la propria posizione sullo scacchiere del Mediterraneo orientale e di risolvere il suo ambiguo rapporto con Bisanzio. Dopo aver accumulato notevoli ricchezze con le razzie e col controllo dei commerci in varie aree del Levante durante le prime tre crociate, con la IV Crociata la Repubblica di S. Marco compì il "salto di qualità" e si inserì nel novero delle potenze marittime: nel 1204 la spedizione veneziana portò alla conquista e al saccheggio di Bisanzio e allo smembramento del suo Impero. Inevitabili i conflitti con Genova che si era insediata anche lei nell'Oltremare e, per gli aiuti dati ai Crociati, aveva ottenuto più privilegi. Nell’arco di circa 120 anni si succedettero quattro violente guerre che sfiancarono le due contendenti e misero in pericolo la stessa sopravvivenza di Venezia, e si conclusero con la pace nel 1381. Per impedire che una qualsiasi potenza bloccasse le vie di accesso alla laguna, si diede inizio ad una fase di espansione in terraferma. Alleandosi con i Visconti di Milano, Venezia sterminò i Carraresi di Padova e conquistò Padova, Vicenza e Verona. Poco più tardi acquistò anche Bergamo e Brescia, penetrando profondamente in Lombardia. In questo periodo la potenza navale raggiunge l'apogeo e la Repubblica di S. Marco assume l'appellativo di "Serenissima". Lo spregiudicato gioco di alleanze e il suo ruolo di prima potenza italiana produssero una colossale alleanza contro di lei: nel 1509 si costituì la lega di Cambrai che vedeva quasi tutta l'Europa contro Venezia. Dopo aver tentato di spezzare diplomaticamente la coalizione, Venezia mise in piedi un esercito colossale che però fu sconfitto. Dopo sette anni di guerra Venezia riuscì a riguadagnare il grosso dei territori di terraferma perduti. Dopo questa esperienza Venezia seguì una politica di neutralità. Ma nel frattempo nuove grandi potenze, l'Impero turco e quello spagnolo, entrano in scena minacciando la sua potenza marittima. Nel 1570 una flotta turca sbarca a Cipro, possedimento veneziano, e assedia la capitale; Venezia risponde con la formazione della "Lega Santa" insieme all’Austria e allo Stato Pontificio, un’alleanza che porterà alla vittoria navale di Lepanto (1571). Nel contempo la città gode un'incredibile stagione artistica: i suoi palazzi, le sue chiese i suoi luoghi pubblici si arricchiscono di un gran numero di opere d'arte. Mentre la vita del patriziato cittadino si trascina tra feste e attività artistiche, nuovi grandi avvenimenti stanno sconvolgendo il mondo: le rivoluzioni americana e francese, l'avvento di Napoleone. Quando nel 1797 Bonaparte invade la pianura padana, Venezia cerca di ricorrere ancora una volta all'abilità diplomatica, ma l'ambizioso comandante francese passa all'attacco e la classe dirigente veneziana, imbelle e troppo preoccupata di perdere i possedimenti in terraferma, accetta le incredibili condizioni e delibera la fine della Serenissima: dopo qualche giorno Napoleone col suo esercito entra in Venezia e la saccheggia; ancora qualche mese e la città viene ceduta all'Austria, diventando, così, suddita dell'Imperatore fino al 1866, quando entra a far parte del Regno d’Italia.