L'anticipazione/ Il saggio di Ferroni sulla nostra letteratura nel nuovo numero di "Reset" Dante, Leopardi, Saviano ecco gli "anti-italiani" Scrivere del cuore marcio dell'Italia fa parte della tradizione letteraria nazionale La grande arte italiana, proprio per amore del paese, è stata molto spesso anche anti-italiana. In più di una circostanza è stato necessario mettere il dito nelle piaghe e riflettere sulle vicende tremende che inducevano e inducono a pensare che l'Italia potrebbe essere un paese molto più bello e vivibile se solo si liberasse da certi mali radicati in profondità. La presenza di questa tensione critica, rivolta a denunciare con rabbia i mali del paese, conduce ancor oggi molti a denunciare come anti-italiani autori e scrittori che se ne fanno carico. Tra gli scrittori recentemente additati come responsabili della diffusione di un'immagine negativa dell'Italia c'è Roberto Saviano, che con il caso eccezionale di Gomorra è riuscito a conquistare un prestigio di determinante voce intellettuale, scontandone il peso sulla propria pelle. Saviano non è l'unico a parlare di violenza e criminalità, ma a differenza di altri lo fa in modo non convenzionale, senza immergersi in generi letterari precostituiti, che suscitano attenzione più per gli intrecci narrativi e per il brivido dell'orrore che per il loro valore conoscitivo. In un genere di successo come il noir si dà in effetti un eccesso di retorica "criminale", con un'immagine in negativo dell'Italia che appare perfettamente consumabile, che non produce critica, ma una sorta di assuefazione e quasi compiacimento per l'ineluttabilità. Con Gomorra, al contrario, Saviano attraversa criticamente lo spazio criminale, con una forma ibrida tra saggio e romanzo la cui forza e originalità è data dalla prospettiva di chi ha riscontrato il degradarsi del territorio dall'interno(...). Ma Saviano è anti-italiano? Possiamo dire in effetti che è un autore più italiano di tanti altri, perché entra nel cuore marcio del paese, opponendosi all'insulsa propaganda che crede di esibirne i lustrini, la sua bellezza da consumare, offrendola in modo ammiccante al turismo internazionale. Se vogliamo parlare della tradizione letteraria anti-italiana, è inevitabile chiamare in causa il canto VI del Purgatorio di Dante Alighieri, con la celebre invettiva "Ahi, serva Italia...", una reazione aggressiva alla lacerazione dei potentati locali e all'indifferenza per un equilibrio civile: Dante percepiva un precoce disgregarsi del tessuto sociale, dovuto a forme di tirannia, di egoismo, di particolarismo esasperato. Gli aspetti negativi che riscontriamo nella vita pubblica italiana ci invitano spesso a ripetere i versi dell'invettiva di Dante, non solo perché si tratta di un eccezionale modello letterario, nel più grande poema della modernità occidentale, ma anche perché Dante rappresenta un modello di disposizione critica, che dà avvio a una tradizione di letteratura civile "in negativo". Questa propensione alla critica a un certo punto si è intrecciata con le prospettive che gli stessi stranieri offrivano del nostro paese. Nel primo Ottocento, tra età napoleonica e Restaurazione, non erano rari i casi di intellettuali stranieri che offrissero spunti critici ai nostri autori. Di grande rilievo, ad esempio, l'incidenza che sulle riflessioni di Leopardi ebbe quella grande e acutissima scrittrice che fu Madame de Staël. Il Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli Italiani di Leopardi costituisce un grande modello critico, vero e proprio archetipo nella definizione dell'antropologia italiana. Il testo risale agli anni Venti dell'Ottocento (secondo le ipotesi più accreditate, al 1824), ma la sua conoscenza pubblica si è imposta solo nel Novecento. Il Discorso definisce le deformazioni nel comportamento e nel carattere degli italiani, con uno sguardo ambiguo e volutamente contraddittorio: l'autore individua come principale limite della vita pubblica italiana l'assenza di quella che chiama società stretta, caratterizzata cioè da forte controllo sociale. In questo limite l'Italia è più vicina alla natura (e del resto il suo carattere "naturale" era oggetto di ammirazione e idealizzazione all'estero, anche da personaggi come la stessa de Staël); ma questo non è dato da una presunta vicinanza positiva con la natura e con il suo carattere originario, ma dalla predisposizione a rifiutare i valori sociali condivisi. Per Leopardi gli italiani ridono di tutto, litigano continuamente tra di loro e sono incapaci di prendere qualsiasi cosa sul serio. La moderna società europea, al contrario, si basa sul riconoscimento di valori sociali comuni, ed è per questo che gli italiani sembrano più indietro rispetto ai popoli che la guidano. Questa arretratezza è in realtà avanzatissima: nel loro cinismo amorale gli italiani anticipano una tendenza generale, che si rivela prima in Italia proprio perché gli italiani sono più naturali e più "filosofi" degli altri, se consideriamo la filosofia come svelamento del nulla, come sviluppo di una ragione che scopre la mancanza di fondamenti dell'esistenza. GIULIO FERRONI (16 marzo 2010) Collega le espressioni sottolineate con le definizioni corrispondenti: 1) mettere il dito nelle piaghe/nella piaga 2) assuefazione 3) marcio 4) insulso 5) lustrini 6) ammiccante 7) invettiva 8) disgregarsi 9) predisposizione 10) arretratezza a) corrotto b) ornamento falso e senza valore c) allusivo d) discorso violento e aggressivo contro qualcuno/filippica e) prendere l’abitudine a qualcosa f) andare in pezzi g) trattare un argomento particolarmente scottante e doloroso h) sciocco, futile i) inclinazione, attitudine j) sottosviluppo Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false: 1) Esprimere una critica verso il proprio Paese è un’eccezione nella tradizione letteraria italiana 2) Molti autori italiani hanno parlato male dell’Italia pur essendo innamorati del loro Paese 3) Saviano in Gomorra ha compiuto un’operazione culturale volta a impedire una fruizione acritica dell’immagine negativa dell’Italia 4) L’invettiva di Dante contro l’Italia è attuale ancor oggi 5) Il Discorso di Leopardi ha un contenuto chiaro e univoco 6) La particolarità italiana sta nel riconoscersi nei valori collettivi 7) L'Italia è un paese arretrato ma nel contempo avanzato Rispondi alle seguenti domande: 1) Ritieni che gli autori citati si possano definire anti-italiani? 2) Quali autori, nel tuo Paese, si possono considerare un analogo dei tre scrittori italiani citati nell’articolo? Io non mi sento italiano Giorgio Gaber (2003) Io G. G. sono nato e vivo a Milano Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente non è per colpa mia ma questa nostra Patria non so che cosa sia. Può darsi che mi sbagli che sia una bella idea ma temo che diventi una brutta poesia. Mi scusi Presidente non sento un gran bisogno dell'inno nazionale di cui un po' mi vergogno. In quanto ai calciatori non voglio giudicare i nostri non lo sanno o hanno più pudore. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente se arrivo all'…………………. di dire che non sento alcuna appartenenza. E tranne Garibaldi e altri eroi …………….. non vedo alcun motivo per essere orgogliosi. Mi scusi Presidente ma ho in mente il fanatismo delle camicie nere al tempo del fascismo. Da cui un bel giorno nacque questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese pieno di poesia ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia. Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato. E' anche troppo chiaro agli occhi della gente che è tutto calcolato e non funziona niente. Sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione. Persino in parlamento c'è un'aria …………………….. si scannano su tutto e poi non cambia niente. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente dovete convenire che i limiti che abbiamo ce li dobbiamo dire. Ma a parte il disfattismo noi siamo quel che siamo e abbiamo anche …………………. che non dimentichiamo. Mi scusi Presidente ma forse noi italiani per gli altri siamo solo spaghetti e mandolini. Allora qui m'incazzo son ……………………….. e me ne vanto gli sbatto sulla faccia cos'è il ………………………... Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese forse è poco saggio ha le idee confuse ma se fossi nato in altri luoghi poteva andarmi peggio. Mi scusi Presidente ormai ne ho dette tante c'è un'altra osservazione che credo sia importante. Rispetto agli stranieri noi ci crediamo meno ma forse abbiam capito che il mondo è un …………………………... Mi scusi Presidente lo so che non gioite se il grido "Italia, Italia" c'è solo alle partite. Ma un po' per non morire o forse un po' per celia abbiam fatto l'Europa facciamo anche l'Italia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo per fortuna o purtroppo per fortuna per fortuna lo sono.