Il sognatore che chiuse i manicomi fiction, mostre e convegni su Basaglia 1) Trent'anni fa moriva Franco Basaglia. Dalla sua battaglia culturale e professionale nacque la legge 180 del 1978 che rivoluzionò l'approccio delle istituzioni al disagio mentale, portando alla chiusura dei manicomi in Italia. Allora ne esistevano 76, con oltre 94mila internati. Basaglia non riuscì a vedere i frutti del suo sogno-progetto. Morì nell'agosto del 1980 proprio mentre veniva avviato il percorso che portò via via alla sostituzione degli ospedali psichiatrici (chiusi definitivamente solo nel 1999) con i Dipartimenti di salute mentale (Dsm) attivi sul territorio attraverso una rete di servizi specifici. La finzione televisiva rende l'importanza della scommessa di Basaglia, soprattutto nel ricordare quelle che erano le condizioni dei manicomi in Italia, luoghi di reclusione dove la cura passava attraverso letti di contenzione, elettroshock, camicie di forza, celle di isolamento; un mondo chiuso nel quale il rapporto tra personale e pazienti era a volte simile a quello tra carcerieri ed carcerati, spesso "ergastolani. Trent'anni dopo Basaglia, Trieste è il centro europeo di riferimento dell'Organizzazione mondiale della sanità per i sistemi territoriali di salute mentale. Per lanciare un progetto di rete mondiale per la salute comunitaria, il Dsm triestino organizza dal 9 al 13 febbraio il meeting mondiale "Trieste 2010: che cos'è 'salute mentale'?". L'esperienza italiana, e in particolare quella sviluppata da Basaglia in poi a Trieste, viene proposta come modello per l'elaborazione di alternative al manicomio. Il meeting sarà ricco di dibattiti, letture magistrali, proiezioni, spettacoli e mostre (il programma si può scaricare dal sito www. trieste2010. net). Parteciperanno oltre mille studiosi e operatori da 40 paesi di tutto il mondo. Accanto a loro ci saranno anche uomini e donne che vivono in prima persona l'esperienza del disturbo mentale, assieme ai familiari. "Quando si sono aperte le porte del manicomio, qui c'erano 1.300 internati", ricorda Chiara Strutti, dell'Azienda per i servizi sanitari di Trieste, che faceva parte dell'equipe di Basaglia: "E' stato un momento straordinario. L'intera città è stata coinvolta, nessuno poteva ignorare quello che stava accadendo, perché si partiva dai bisogni concreti delle persone: la ricerca di una casa per gli ex pazienti e il loro inserimento sociale". La scintilla di quella rivoluzione partì dall'ospedale psichiatrico di Trieste, di cui Basaglia era direttore dal 1971. Nei giardini e nelle strutture di quell'ex manicomio è stata ambientata in buona parte "C'era una volta la città dei matti", la fiction tv con la quale la Rai ricorda la straordinaria avventura di Basaglia. Lo sceneggiato, girato tra maggio e luglio 2009, andrà in onda in prima serata su Raiuno in due parti, domenica 7 e lunedì 8 febbraio. La fiction è diretta da Marco Turco ed ha come protagonista Fabrizio Gifuni, nel ruolo dello psichiatra, e tra gli altri interpreti Vittoria Puccini e Michela Cescon.