ARTICOLO 1 Il prezzo per un trapianto di fegato è di 130.000 euro, per un rene 50.000 Gli organi dei reclusi cinesi venduti sul Web Un'inchiesta pubblicata dall'Independent rivela che centinaia di giapponesi comprano gli organi dei prigionieri giustiziati in Cina TOKIO - Comprare su internet gli organi dei prigionieri cinesi giustiziati nelle carceri e negli ospedali dell'ex impero celeste è uno dei mercati illegali più floridi in Oriente. Lo rileva un'inchiesta pubblicata martedi dal quotidiano inglese Independent che afferma che sono oramai centinaia i cittadini benestanti giapponesi e di altre nazioni ricche del Sud-Est asiatico che scelgono di spendere migliaia di euro per comprare organi «donati» dalle vittime del regime cinese. SCELTA - La scelta di coloro che hanno bisogno di un trapianto rivela il quotidiano inglese è sempre la stessa: aspettare mesi per ottenere il trapianto o cercare sui siti cinesi la migliore offerta di questo mercato illegale. Kenichiro Hokamura, cittadino giapponese, ha preferito la seconda opzione: visto che dal 1997 in Giappone erano stati donati solo 40 organi umani, l'uomo d'affari sessantaduenne non ha avuto altra possibilità: «Davanti a me c'erano 100 persone che aspettavano lo stesso organo per un trapianto. Potevo morire prima di sottopormi ad un'operazione. Il donatore era un uomo giustiziato e il prezzo che ho pagato era di 6,8 milioni di yen (circa 50 mila euro n.d.r)». MERCATO - Il mercato fiorisce anche perché il governo cinese non presenta la lista delle persone che ogni anno sono giustiziate, ma grazie ad alcuni analisti e a reportage di alcune associazioni come «Reporter sans borders» e «Amnesty International» si stima che ogni anno siano uccisi circa 8.000 cittadini per reati comuni o perché sono dissidenti politici. Le voci che esistesse un mercato illegale di organi circolavano dalla metà degli anni ottanta, ma solo adesso se ne ha avuta la certezza. INTERNET - Hokamura afferma di essersi rivolto ad un sito internet e di essere stato poi contattato da un broker cinese. Secondo alcune testimonianze lo stesso agente ha aiutato centinaia di giapponesi ad avere il visto per trasferirsi in Cina e ottenere il trapianto. «Il prezzo era veramente basso», afferma Hokamura, «io guadagno facilmente quei soldi, cosa dovevo fare?». Secondo l'uomo d'affari il governo giapponese non sa nulla di questi «viaggi della speranza». COSTI - Il costo di un trapianto di rene si attesta intorno ai 50.000 euro, mentre quello al fegato arriva anche a 130.000 euro. Ma i prezzi aumentano nel momento in cui i malati richiedono di voler essere operati nel proprio paese: attraverso dei meccanismi segreti gli organi sono trasportati nel paese d'origine del malato e l'operazione è fatta di nascosto. Negli ultimi tempi, il crescente traffico illegale ha allarmato il governo nipponico che ha aumentato i controlli e le ricerche, ma è molto difficile fermare le persone disperate che hanno bisogno di un organo e sanno che è possibile trovarlo a poche migliaia di chilometri. «Come potevo ancora aspettare» continua l'uomo d'affari giapponese Hokamura. «Ero in dialisi da quattro anni e quattro mesi. Ero stanco di aspettare». GOVERNO CINESE - Da parte sua il governo cinese afferma che fa di tutto per stroncare il mercato illegale di organi, ma c'è chi insiste nel sottolineare la connivenza di Pechino in questi affari loschi, visto che non sono solo gli ospedali privati a macchiarsi di queste infamanti pratiche, ma anche quelli più grandi, che sono sotto lo stretto controllo del governo. C'è chi come il dottor Ding Qiang, capo del reparto urologico dell'ospedale di Huashan di Shanghai, non esclude che il traffico di organi sia portato avanti da alcuni ospedali specializzati, ma esclude che il governo ne sappia qualcosa: «In Cina le donazioni di organi sono legali, mentre quelle comprate con denaro sono contrarie alla legge. Ma la Cina è un paese molto grande ed esiste un proverbio che afferma "Le montagne sono alte e l'imperatore è lontano". E' possibile quindi che le piccole cliniche private facciano affari con questi traffici illeciti». Francesco Tortora, Il Corriere della Sera, 21 marzo 2006 Collega le seguenti parole alle loro definizioni: giustiziare, benestante, florido, stroncare, connivenza, losco prosperoso/fiorente, assistere passivamente alla perpetrazione di un delitto o reato che si avrebbe la possibilità di impedire, eseguire una condanna a morte, equivoco (di moralità o onestà tale da dare luogo a sospetti), reprimere con violenza, agiato ARTICOLO 2 Traffico internazionale d’organi (…) Se le storie dei rapimenti si susseguono da vent’anni senza un solo riscontro, la compravendita è invece cosa ben nota anche perché, a fronte di trapianti sempre più sicuri e di routine, i donatori d’organi restano pochi. In realtà, ciò che ha reso i trapianti più sicuri, non è stato il miglioramento della tecnica chirurgica, ma un farmaco, la cyclosporina. Il vero problema dei trapianti, infatti, è costituito dalla reazione del sistema immunitario che provoca il rigetto e rischia di uccidere il paziente. Con la scoperta della cylosporina, nel 1984, si era trovato il mondo di inibire il sistema immunitario e di rendere quindi i trapianti di reni e di cuore un’operazione quasi sicura, che si è andata diffondendo in tutto il mondo. A fronte di tale diffusione, però, la scarsità di organi è diventata evidente. (…) La Cina gioca un ruolo fondamentale nella compra vendita degli organi dell’area del Pacifico. Nel 1984, immediatamente dopo che la cyclosporina è diventata disponibile, il governo ha preparato un documento intitolato “Regole concernenti l’utilizzazione del cadavere o degli organi dei condannati a morte”. Questa legge stabilisce che gli organi dei condannati possano venire usati per il trapianto se il prigioniero è d’accordo, se la famiglia è d’accordo o se nessuno viene a reclamare il corpo. Resta da vedere quanto possa essere libero il consenso di un prigioniero che aspetta l’esecuzione. La legge stabilisce anche che tutto sia condotto nella totale segretezza per evitare ricadute negative per l’immagine del paese. Così non è nota la destinazione dell’organo, né i nomi dei chirurghi che partecipano alle operazioni e perfino le macchine utilizzate per andare a prendere gli organi devono circolare senza contrassegno. Sono invece bene informati i medici residenti in Giappone, a Hong Kong, a Singapore e a Taiwan, che fanno da intermediari e dirigono i propri pazienti negli ospedali di Wuhan, Beijing e Shangai. Il sistema è molto efficiente in quanto gli stranieri non devono aspettare giorni o settimane perché gli organi siano disponibili: le esecuzioni vengono programmate per andare incontro alle esigenze di mercato. È difficile fare una stima esatta della quantità di organi trapiantati in Cina, e quindi del giro di soldi di questo business. Se ci si basa unicamente sulle esecuzioni riportate dalla stampa, ogni anno almeno cinquemila persone sono condannate a morte, ma Amnesty International calcola che siano almeno il doppio. E tutte le esecuzioni hanno luogo con l’aiuto di un medico che “prepara” il condannato per l’espianto. Praticamente tutte le più importanti associazioni mediche del mondo condannano la compravendita di organi e l’espianto degli organi dai condannati a morte. La World Medical Association (l’Associazione medica internazionale) ha espresso questo punto di vista nel 1984, nel 1987 e nel 1994, chiamando i governi dei rispettivi paesi a intraprendere le misure necessarie per impedire la compravendita, e ha criticato la pratica di espiantare gli organi ai condannati senza il loro consenso. Non risulta però che le associazioni di categoria nazionali, chiamate a prendere severe misure disciplinari contro i medici coinvolti nel traffico, l’abbiano mai fatto. Tuttavia le associazioni mediche potrebbero incidere moltissimo. David J. Rothman, componente della Bellagio Task Force, che ha stilato il più autorevole rapporto sul traffico internazionale di organi, si chiede provocatoriamente: «Cosa succederebbe se le società mediche internazionali prendessero sul serio i principi proclamati e istituissero delle commissioni di controllo per tenere sotto stretta sorveglianza le pratiche di donazione degli organi? E se minacciassero di smettere di addestrare i chirurghi che provengono dai paesi dove vengono tollerate simili pratiche? E se rifiutassero, come è avvenuto in Sud Africa ai tempi dell’apartheid, di tenere i meeting internazionali in quei paesi? E perché la Novartis, che produce la cyclosporina, non decide di vendere questo farmaco solo ai medici e agli ospedali dove vengono rispettati gli standard delle donazioni?». di Sabina Morandi Collega le seguenti parole alle loro definizioni: rigetto, inibire, consenso, esecuzione, incidere essere d’accordo, condanna a morte, avere un peso/un’influenza notevole su un fenomeno o situazione, reazione di rifiuto, bloccare Verifica se le seguenti affermazioni sono vere o false: 1) La scoperta della ciclosporina ha reso i trapianti più sicuri. 2) In Cina gli organi vengono espiantati ai condannati a morte solo con il loro consenso. 3) Tutte le operazioni sono condotte in Cina in un clima di assoluta trasparenza. 4) Queste operazioni vengono eseguite con la connivenza di medici e autorità. 5) Nonostante la condanna delle associazioni mediche internazionali, alle dichiarazioni di principio non seguono in genere azioni reali volte a impedire queste pratiche infamanti. 6) L’autrice dell’articolo esime la casa farmaceutica Novartis da qualsiasi responsabilità.