L’uomo di paglia (P.Germi, 1958) * Fa parte della cosiddetta trilogia (film di Germi in cui lui compare anche come attore protagonista, ovvero Il ferroviere, L’uomo di paglia e Un maledetto imbroglio; i primi due sono dei melodrammi, il terzo un thriller con elementi di commedia) * Temi: adulterio delineato nelle sue sfumature in modo sentimentale e delicato; contrasto tra libertà individuale e norme sociali; affetti familiari (analogia con l’episodio dell’amore tra Gastone Moschin e Virna Lisi in Signore e signori); solitudine; fragilità interiore * I temi sono drammatici, ma detti in modo dolce, malinconico e sfumato; successivamente, a partire dagli anni Sessanta, Germi vira verso la commedia, ma secondo alcuni critici, più che di un vero e proprio cambiamento, si tratta di un’accentuazione della drammaticità che conduce inevitabilmente al grottesco, e dunque alla commedia, nella permanenza dei temi suddetti. * Caratteri stilistici: inquadratura raffinata, inoltre attenta ai dettagli dell’ambiente sociale del personaggio (che appare da essa condizionato; si oppone ad essa ad esempio l’inquadratura di Antonioni, in cui ciò che conta è una soggettività che riflette su se stessa, avulsa dalla società); forte connotazione degli spazi interni ed esterni; epicità nella costruzione delle scene drammatiche; essenzialità e concentrazione nella rappresentazione dell’evoluzione dei sentimenti dei personaggi che si realizza in poche sequenze (il ritorno in pullman, la passeggiata, la sosta in bar); importanza della musica, sapiente uso della luce e dei contrasti luce/ombra (che danno al film un tono crepuscolare, da stagione o momento di passaggio, di transizione); raffigurazione di una periferia romana connotata in senso provinciale o paesano, non toccata dal boom economico, legata ancora ad un mondo rurale (ad es. la caccia, le fontane, i paesaggi…) * Grande cultura cinematografica e competenza tecnica di Germi (definito da Fellini come un grande falegname), che assorbe e metabolizza i riferimenti colti restituendo un cinema raffinato ma dal tono e dall’aspetto naturale e popolare (coinvolgimento del grande pubblico). Riferisce Vincenzoni, sceneggiatore di Germi, che Truffaut stesso ammise di aver “copiato” da L’uomo di paglia per realizzare il film “La calda amante” * Parallelismo tra il film in questione e Il ferroviere (analogie e differenze) * Critica negativa da parte degli intellettuali di sinistra: il film mette in discussione lo stereotipo che la sinistra si era costruito della figura dell'operaio, che acquista invece una fisionomia piccolo-borghese e vive un classico dramma borghese. Scriveva Umberto Barbaro: «Cari amici, a me questi operai di Germi che si comportano senza intelligenza e senza volontà, senza coscienza di classe e senza solidarietà umana - metodici e abitudinari come piccoli borghesi - la cui socialità si esaurisce in partite di caccia domenicali o davanti ai tavoli delle osterie - che non hanno né brio né slanci, sempre musoni e disappetenti, persino nelle cose dell'amore, che ora fanno i crumiri e ora inguaiano qualche brava ragazza, spingendola al suicidio - e poi piangono lagrime di coccodrillo, con le mogli e dentro chiese e sagrestie - questi operai di celluloide, che, se fossero di carne ed ossa, voterebbero per i socialdemocratici e ne approverebbero le alleanze, fino all'estrema destra, non solo sembrano caricature calunniose ma mi urtano maledettamente i nervi».