Giornata mondiale dell'acqua: in Italia crescono i consumi, problemi al Sud Entro il 2030 una persona su tre vivrà in una zona del pianeta nella quale scarseggeranno le risorse idriche Posta su Google reader vota su OKNotizie Condividi sulla bacheca di Facebook Aggiungi a Digg! vota su UpNews Aggiungi a Linkedin Delicious Aggiungi a Mixx! Condividi su FriendFeed [LINK] [LINK] [LINK] [LINK] RSS [LINK] ROMA - Aumenta il consumo di acqua potabile, cresciuto in dieci anni dell’1,2%. Nel 2009 ogni italiano ne ha utilizzato, in media, 186 litri al giorno. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra oggi, l’Istat ha fornito un quadro sull’utilizzo delle risorse idriche. Le cifre derivano dalla somma dei contatori dei singoli utenti e dalla stima dell’acqua non misurata ma consumata per diversi usi come i luoghi pubblici, le fontane, le acque di lavaggio delle strade, l’innaffiamento del verde pubblico. Considerando i consumi pro-capite nei 27 paesi dell’Unione Europea per il periodo 1996-2007 l’Italia, con consumi intorno ai 92 metri cubi annui per abitante, presenta valori superiori alla media europea, pari a 85 metri cubi annui per abitante. In particolare i consumi medi in Italia risultano inferiori rispetto alla Spagna (100 metri cubi) e al Regno Unito (110 metri cubi), mentre risultano superiori ai Paesi Bassi (73) e alla Germania (57). «La distribuzione dell’acqua potabile si presenta in modo variabile sul territorio italiano - si legge nel rapporto Istat -. Con 107,1 m3 per abitante, nel Nord-Ovest è la ripartizione geografica in cui si rileva una maggiore erogazione di acqua potabile per ogni cittadino da parte della rete comunale di distribuzione, circa 15 m3 in più rispetto al dato nazionale. I valori regionali più alti sono quelli della Provincia autonoma di Trento e della Valle d’Aosta. Il Centro presenta un valore di 96 m3 per abitante. Il Mezzogiorno è l’area geografica con la minore erogazione di acqua potabile». In alcune zone, soprattutto al Sud, molti comuni hanno dovuto ricorrere al razionamento. Oggi Giornata dell’acqua decisa dall’Onu per ricordare tutte quelle zone del mondo dove la mancanza di acqua equivale ad una guerra. «Direi che uccide più di una guerra - commenta il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi -. Oltre un miliardo di persone nel mondo non possono, infatti, contare su un accesso ad una risorsa sicura, al riparo da eventuali contaminazioni. Tra queste, otto su dieci, vivono in aree rurali. Entro il 2030 una persona su tre, nel Pianeta, vivrà in zone dove l’acqua scarseggia. E, purtroppo, i cambiamenti climatici modificheranno sensibilmente la qualità e la disponibilità delle risorse idriche e ciò, a sua volta, avrà ripercussioni sulla produzione alimentare, dove proprio l’acqua è un elemento essenziale: Si pensi che nel mondo l’80% dei terreni agricoli è irrigato dall’acqua piovana». Da noi non è aumentato solo l’uso dell’acqua del rubinetto. «Con 19,71 euro mensili per famiglia, l’acquisto dell’acqua minerale è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande alle quali vengono destinati complessivamente 41,06 euro tra analcolici e alcolici». E’ quanto risulta dalle elaborazioni della Coldiretti sulla base dei dati dell’Istat da cui si evidenzia il sorpasso nei confronti del vino per il quale la spesa media familiare è stimata pari a 12 euro. La spesa media per l’acquisto della minerale varia lungo la penisola da un massimo di 20,34 euro nel Nord ad un minimo di 18,75 nel Mezzogiorno. Martedì 22 Marzo 2011 Il Messaggero http://www.corriere.it/esteri/10_marzo_19/botswana-boscimani_00446a3c-336f-11df-82b0-00144f02aabe.s html La denuncia del popolo indigeno in concomitanza con la celebrazione del 22 marzo Nella giornata mondiale dell'acqua i Boscimani «festeggiano» 8 anni senza Dal 2002 il Botswana ha cementato un pozzo per cercare di allontanarli dalla loro terra Ognuna celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua come può. Istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, ogni 22 marzo si ripete questa ricorrenza e l'Onu, secondo lo statuto, invita in questa data tutte le nazioni membre alla promozione di attività concrete per la salvaguardia e la diffusione di questo elemento primario all'interno dei loro Paesi. OTTO ANNI SENZA ACQUA - Ma questo 22 marzo 2010, lontano dalla sede dell'Onu, si celebra un'altra ricorrenza. Molto meno ufficiale e lontana dai riflettori: i Boscimani delle tribù Gana e Gwi del Botswana compiono otto anni senza poter accedere a una regolare fonte d’acqua nella Central Kalahari Game Reserve. Nel tentativo di indurli ad abbandonare la riserva, loro terra ancestrale, nel 2002 il governo del Botswana aveva infatti smantellato e cementato il pozzo da cui i Boscimani dipendevano per gli approvvigionamenti dell’acqua. Il motivo è quello di non volere vincoli nello sfruttamento delle riserve di diamanti e del turismo. Nonostante la sentenza dell’Alta Corte del Botswana che nel 2006 sancì il diritto costituzionale dei Boscimani a vivere nella riserva, il governo ha continuato a negare loro il permesso di rimettere in funzione il pozzo, anche se i Boscimani si erano dichiarati disposti a procurarsi da soli il denaro necessario a coprirne i costi. Mentre costringeva i Boscimani a sopravvivere in condizioni limite, il governo autorizzava l’apertura di un complesso turistico nelle loro terre, dotato di piscina, e faceva scavare pozzi per abbeverare gli animali selvatici. I Boscimani che hanno cercato di portare cibo e acqua dall'esterno sono stati arrestati. Una donna, Qoroxloo Duxee, è morta per disidratazione ai primi di novembre nei pressi del villaggio di Metsiamenong, dove alcuni Boscimani continuano a resistere a ogni tentativo di sfratto da parte del governo. In giugno, Qoroxloo aveva rilasciato un'intervista alla Bbc: «Quando ero giovane, gli uomini cacciavano e noi avevamo l'acqua. Vivevamo bene e le persone morivano solo di vecchiaia». L'ONU CHIEDE AL GOVERNO DI RIAPRIRE IL POZZO - Il trattamento riservato ai Boscimani dal governo è stato recentemente condannato dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite James Anaya sui popoli indigeni, che lo ha accusato di non esser riuscito a rispettare “i relativi standard internazionali sui diritti umani”. Nel dossier si constata anche che i Boscimani rientrati nella riserva dopo la sentenza «devono affrontare condizioni di vita dure e pericolose a causa dell’impossibilità di accedere all’acqua», e si sollecita il governo a riattivare il loro pozzo come «questione della massima urgenza». «Il continuo rifiuto del governo di permettere ai Boscimani l’uso del pozzo è niente di meno che una premeditata malvagità» ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International, associazione che tutela la sopravvivenza delle culture indigene nel Mondo. «Tutto quello che i Boscimani chiedono è solo di poter accedere al loro pozzo, così come facevano prima di essere illegalmente sfrattati dalle loro terre». Il Corriere della Sera, 19 marzo 2010 ESERCIZI 1) Cerca la definizione di bene comune. Puoi anche consultare il sito http://www.labsus.org/index.php?option=com_content&task=view&id=462&Itemid=30 2) Evidenzia schematicamente quali sono i principali problemi legati all’acqua a livello mondiale, citando anche alcune cifre. http://www.calvino.ge.it/prodottiMM/0405-3AE-Emergenza%20Acqua/progeopol.html 3) Quali zone della terra sono interessate attualmente dalle guerre per l’acqua? 4) Quali le possibili soluzioni per il problema dell’emergenza acqua? 5) Cosa ne pensi della privatizzazione dell’acqua, in riferimento al tuo Paese?