NIENTE PAURA Regista: Piergiorgio Gay Presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia nel settembre 2010 Film-documentario, le cui parti sono collegate dalle canzoni di Luciano Ligabue e dai commenti suoi e di altri personaggi, soprattutto gli attori Carlo Verdone, Fabio Volo e Paolo Rossi. Ø Perché Ligabue? Perché le sue canzoni sono legate al vissuto personale di molti italiani, e perché pur non essendo un cantante schierato politicamente, nei suoi concerti ha comunque sempre molta attenzione per la società italiana. Struttura: interventi di Ligabue, interventi di personaggi conosciuti e persone comuni, filmati e registrazioni d’epoca Ø Titolo “Niente paura”: una risposta fiduciosa a quanto si dice, ormai troppo spesso e purtroppo con qualche buona ragione, della crisi in cui si trova l’Italia. Qual è il senso del film? Un atto d’amore verso l’Italia e “quelli che la abitano” (“un amore pieno di contraddizioni”, dice Ligabue), e anche una professione di fede nel potere che la musica ha di rappresentare i sentimenti e gli ideali delle persone (ancora Ligabue: “ognuno di noi ha dentro tutto, chi fa canzoni regge semplicemente lo specchio a qualcun altro”). Ø Quali i temi trattati? Il terrorismo, sia nero che rosso. Quindi l’assassinio di una personalità come Aldo Moro, politico presidente della Democrazia Cristiana, nel 1978, e di una persona comune come Guido Rossa, sindacalista genovese della Fiom-Cgil ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979 perché aveva scoperto le infiltrazioni dei terroristi all’interno della fabbrica e del sindacato. Poi la strage alla stazione di Bologna il 2 agosto del 1980, in cui morirono 85 persone (autori alcuni neofascisti dei Nuclei armati Rivoluzionari). La mafia e la camorra: vengono ricordate le stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui furono uccisi insieme agli uomini delle loro scorte i magistrati Falcone e Borsellino (ai nostri occhi due eroi, ma Falcone parla di sé sottolineando l’assoluta normalità del suo agire). Si parla però anche di Rita Atria, una ragazza di famiglia mafiosa (il padre e il fratello sono stati uccisi) che ebbe il coraggio di ribellarsi alla mafia diventando “testimone di giustizia” e affidandosi al giudice Borsellino. Per questo fu ripudiata da sua madre e lasciata dal fidanzato. Si uccise alla morte di Borsellino. Lo scrittore Roberto Saviano parla invece del contesto di omertà grazie a cui prospera la camorra. L’immigrazione: l’arrivo, la presenza e l’identità, dall’arrivo nel 1991 della nave Vlora con 20.000 albanesi nel porto di Bari (il primo momento in cui l’Italia prende atto di essere diventata un paese di immigrazione) alla rivolta di Rosarno, in Calabria in una zona a forte presenza mafiosa, nel 2009, quando ci furono pesanti scontri tra la popolazione locale e gli immigrati a seguito del ferimento di alcuni immigrati. Questa ondata di immigrazione viene messa in relazione con quella interna negli anni ‘60 dal Sud al Nord. Anche allora c’era razzismo (Stefano Rodot ricorda i cartelli a Torino “non si affitta ai meridionali”, “qui non entrano cani e calabresi”), ma con una differenza significativa: allora il razzismo non fu condiviso dalla politica, oggi invece l’atteggiamento ostile è sostenuto e fatto proprio da alcune forze politiche. Eutanasia e testamento biologico: si parte dal caso di Eluana Englaro, una ragazza ridotta in stato vegetativo per 17 anni da un incidente stradale e protagonista di un caso nazionale di carattere etico. Il padre (che compare nel film) ha chiesto per dieci anni di interrompere i trattamenti che tenevano in vita la figlia, in nome di una dignità che non c’era più, e ha suscitato un dibattito molto acceso anche a livello politico e giudiziario. Alla fine ha ottenuto che fosse sospesa la nutrizione artificiale, e che il calvario della figlia avesse fine. La disabilità: Mattia Muratore, campione di wheelchair hockey (gioca nella nazionale italiana), che appare del tutto normale quando parla insieme a Javier Zanetti, capitano dell’Inter, gioia che chi fa sport dà al pubblico. Le Forze dell’ordine: vengono messi a confronto due episodi di segno opposto. Nel primo, in occasione dell’arresto di un boss mafioso (Domenico Raccuglia), la folla applaude i rappresentanti delle Forze dell’ordine e canta l’inno nazionale. Nel secondo, viene ricordato un episodio buio, i fatti della scuola Diaz al G8 di Genova nel 1991: lì ci fu verosimilmente un “eccesso di zelo” da parte dei dirigenti nell’uso della forza, più a scopo dimostrativo contro i No Global che per reale necessità, e le Forze dell’ordine ne uscirono piuttosto male perché venne incrinata la fiducia nei confronti di chi dovrebbe essere il garante della sicurezza dei cittadini, e non dovrebbe usare la forza in maniera indiscriminata. Ø Quali i problemi più attuali dell’Italia? La mancanza di un senso di appartenenza (nel film è espresso con grande forza da una giovane di origine albanese, che dice di sentirsi forse più italiana degli italiani) La perdita del senso della collettività, e questo si ripercuote in negativo sulla democrazia La trasformazione del “popolo” in “pubblico”, che non ha senso critico e si limita a stare a guardare (Fabio Volo pensa che si verrà giudicati non solo per quello che si è fatto, ma anche per quello che si poteva fare e non si è fatto) L’apatia (Paolo Rossi: indignarsi va bene, ma se poi non segue un’azione, anche minuscola, non serve a niente e resta brontolio, mugugno; il giornalista Enzo Biagi: il peccato più praticato in Italia è l’omissione) La mancanza di cultura (Paolo Rossi: bisognerebbe istituire una specie di Polizia Culturale, che ferma le persone e le interroga – Conosci Leopardi? Hai letto i Promessi sposi? Se non si sa rispondere si viene “condannati” a leggere o a guardare i film che hanno fatto la storia del cinema) Ø Quali gli elementi di coesione? In realtà, pochi: lo sport (la nazionale, il calcio, alcuni campioni del ciclismo come Pantani), la musica, il riconoscere alcuni “eroi” e figure carismatiche: Falcone e Borsellino, Antonino Caponnetto (il padre del pool antimafia), il presidente Pertini Ø Quali le voci che descrivono il cambiamento e la crisi ma anche dànno segnali di speranza? Persone famose e persone comuni. In particolare: Stefano Rodotà, giurista e politico italiano; a lui è affidato il compito di dare spessore storico al racconto. Don Luigi Ciotti, sacerdote impegnato nelle attività sociali come l’aiuto ai carcerati, ai tossicodipendenti e ai malati di AIDS e molto attivo nella lotta contro la mafia. Nel 1965 fonda a Torino il Gruppo Abele, il cui compito è “dare voce a chi non ha voce” prendendosi cura di chi vive un disagio, dall’immigrato all’alcolista al transessuale. Il gruppo cerca di saldare accoglienza, cultura e politica. Umberto Veronesi, medico, oncologo. Pioniere nel trattamento conservativo del tumore al seno, secondo una prospettiva che tenesse conto anche degli aspetti psicologici e non solo quelli chirurgici. Attivo contro la vivisezione, nella lotta contro il fumo, vegetariano per motivi di salute (la carne aumenta il rischio cancro) ed etici, sostenitore dell’eutanasia. Sabina Rossa, figlia del sindacalista Guido Rossa ucciso dalle BR. Si è battuta perché a uno dei terroristi che spararono a suo padre fosse concessa la libertà condizionale, ritenendo (dopo averlo incontrato) che dopo tanti anni fosse cambiato rispetto all’assassino di un tempo. Giovanni Soldini, velista famoso soprattutto per le sue navigazioni in solitaria; qui viene ricordato tra l’altro il suo grande coraggio nel correre in aiuto, malgrado le condizioni atmosferiche proibitive, di una collega velista in difficoltà (Isabelle Autissier). Javier Zanetti, calciatore argentino figlio di emigrati italiani. Margherita Hack, scienziata famosa per la sua difesa del laicismo. Luciana Castellina, giornalista e scrittrice ma soprattutto politica, iscritta al PCI dal 1947 e radiata nel 1969 quando fonda con altri il quotidiano Il Manifesto. Ø Messaggio del film: non bisogna aver paura, ma per uscire dal buio dei tempi presenti bisogna rifarsi ai valori della Costituzione e alle nostre radici culturali e storiche. Durante un concerto all’Arena di Verona, monumento di età romana, Ligabue dice che basta guardarsi intorno per capire qual è la base fondante dell’Italia. Stefano Rodotà, un giurista, dice che bisognerebbe avere “pochi rimpianti e molta memoria”. Bisogna guardare avanti e non fermarsi al presente, l’Italia è un paese da sognare, e non bisogna smettere di sognarlo. Questo messaggio è affidato significativamente soprattutto ai ragazzi (le loro voci ritornano spesso nel corso del film). La Costituzione, di cui Ligabue legge alcuni articoli e che spesso compare come sfondo alle canzoni durante i concerti, è costantemente tenuta di vista come principio ispiratore della vita nazionale e guida per la convivenza nella società civile.