k .v XIV CONGRESSO INTERNAZIONALE Dl LINGUISTICA E FILOLOGIA ROMANZA NAPOLI, 15-20 APRÍLE 1974 gaetano macchiabou libraio ed1tohe prima edizione: lucuo 1978 ATTI GAETANO MACCHIAROLI JOHN BENJAMINS B. V. Césare Segre LA CRITICA TESTUALE L'edizione critica lachmanniana s'inscrive nel concetto ó!i « ricostruzione » proprio delia civilta romantica. Abbiamo delle varianti da confrontare, e, attraverso ľindividuazione di fasi intermedie di sviluppo («muta-zioni», in senso evoluzionistico), risaliamo all'archetipo (guardando verso l'originale). Concezione applicata in ambito vastissimo, dalla paleontológia (con gli alberi genealogici delle specie, o persino di tutti i viventi) alla linguistics (la Stammbaumtheorie). Lo stemma, o albero genealo-gico, ě la rappresentazione schematica di questi rapporti, tracciati non a caso in senso verticale. Se si espongono gli sviluppi descritti partendo dalľalto, la formulazione ě di tipo evoluzionistico — dalľuno al molte-plice, dal semplice al complesso —; se partendo dal basso, i « modelli » sono quelli delia testimonianza processuale (valutazione delľattendibi-litä dei testimoni) e delia logica classica. Fondamentale lo sforzo di risa-lire, attraverso i materiali conservati, alla fonte inaccessibile, ľarche-tipo, punto di convergenza cui si conferisce maggior compattezza, e regolaritä, e pertanto autorita, ehe ai manoseritti esistenti. Questa visione fu messa in crisi, okre ehe dal soprawenuto scetti-dsmo sui concetti di ricostruzione e di « origini », da riflessioni generate dalla stessa routine eedotica. Segnalerö: 1) íl problema delle contami-nazioni, ehe awolgono in una rete le linee nette dello stemma, e im-pongono un tipo di indagine esorbitaňte dalla logica binaria (lezione corretta / errore) valida per i manoseritti non contaminati; 2) la possi-bilita di poligenesi delle lezioni: concetto probabilistico, da convo-gliare entro una apologia culturale e regionale dei copisti (rientra in questo punto, nella sua forma positiva, il criterio delia lectio difficilior); 3) ľesistenza di varianti adiafore, quasi resistenza fisica, vischiosita dei fatti, di contro alio sforzo critico di valutare e distinguere. Particolar-mente grave il terzo punto, quando, di fronte alle solite due famiglie d e P, ľedítore aceoglie «per convenzione» la lezione delia famiglia piu ricca di lezioni dimostrabili genuine, se gli mancano altri criteri I 494 Césare Segre di scelta. Anche questa ě una dedsione di tipo probabilistico: h proba-bile che la famiglia contenente piú lezioni corrette abbia mutato meno frequentemente la lezione dell'archetípo anche nei puntí per i quali d mancano controlli. Un těsto critico lachmanniano accosta dunque su nn piano di parita lesáoni sicure per accordo di tutti i testimoni o per argomenti stemmatid o fonnali (usus scribendi, leetio difficilior ecc.), e lezioni di validita dubbia, o percbé la configurazione Btemroatica resta muta, 0 perché mancano criteri intrinsed di valutaaone. Ľaichetipo costi-tuisce un limite verso il quale il těsto critico ti ipinge, secondo i punti, da distanze ineguali, e comunque noa sempře misurabili. II tapovolgitiiento béderiano (valuuzione del rruJoscritto piu che delle laioni; identificazione subliminare di těsto e mjnwscritto) sosti-tuisce una realta concreta a un fantasma ricostruito;'fpfcrô rinunda ai soccorsi delia tradizione, che noi dominiamo, compat&ilmente con le distruzioňi operáte dai secoli, mentre il copista medievale non cono-sceva di norma che un antigrafo, salvo eventuali suppjementi. Cosi, se il těsto lachmanniano si awicina inegualmente al limite dell'archetípo, il těsto béderiano resta fermo, rifiuta i passi avanti řesi possibili dal confronto tra i manoscritti. In questa immobilitä, le distanze dalľarche-tipo sono altrettanto ineguali: intervenendo, nei vari | punti del těsto, 1 guasti degli antigrafi, le vicissitudini della trascrizione, le incompren-sioni dd copisti. i Per quanto scarsa di conseguenze nella pratica {ditoriale, merita un cenno la concezione dd Menéndez Pidal: nella quale le varianti monopolizzano ľattenzione delľanalista, e gli stemmil sono leciti, ma mutano secondo i punti del těsto (al limite, anche di verso in verso). Ě una visione ad andamento orizzontale, opposta al verticalismo lachmanniano. Lo stemma resta uno strumento secondario é utilizzato scetti-camente, mentre balzano in primo piano le varianti oontrapposte, con la loro varia estensione fra i testi prodotta da unallotta tra spinte espansive di diversa intensita. II modello ě, con ogni jevidenza, quello della geografia linguistica, giá felicemente trasferito dallo stesso Menéndez Pidal al campo della poesia popolare. Un modello sociologico nelle sue manifestazioni, dato che implica ľattivitä t gli scambi tra gruppi di operátori, idealistico nelle sue premesse: i concetti di innova-zione e conservaáone, prestigio e subordinazione culturali, sono tratti La critica testude 495 non da sdenze o tecniche, bensl dalTattivitá creativa dell'uomo, nd campo dell'espressione e della comunicazione. Ma se 1'innovazione linguistica (e, in minor misura, la creazione poetka popolare), ě generalmente anonima, collettiva almeno al mo-mento in cui raggiunge una consistenza rilevabile, 1'opera letteraria ě creazione individuale — anche quando anonima —, ha un suo punto di partenza preciso nei momento della sua stesura. Sia la tradizione orale o scritta, intervengano o meno contaminazioni, non puó non esserd suto un tů di cui tutte le redazioni esistenti sono la proiezione, e anche la defonnaáone. Le linee della ricerca devono continuare a puntare verso 1'alto, verso 1'co (a parte il caso di doppio archetipo o di varianti ďtutore). Spesso i casi estremi aiutano a estendere una problematica alia sua massima generalizzazione. Ě certo un caso estremo quello delle chanson de geste, i cui manoscritti, quanďanche non siano, come spesso accade, yeri e propri rifadmenti, attestano una liberta di iniziativa quasi illimitata da parte dd copisti. Questo fatto riduce, pur senza annullarla, 1'utilizzabilitá della loro attestazione per ricostruire 1'arche-tipo, ma suggerisce di valutare (e rivalutare) il rifacimento stesso, intenso o meno, nella sua individualita. In questa prospettiva, la varta leetio di un'opera non dev'esser vista solo come un assieme di materiali tra cui scegliere quelli genuini; essa va considerata, sineronicamente, come un diasistema, mentre ogni manoseritto o gruppo di manoscritti costituísce un sistema unitario, con sue leggi linguistiche e stilistiche. I sistemi delle lezioni di ogni manoseritto o gruppo rappresentano, nei loro assieme, la configurazione assunta da un těsto in date condizioni storiche e geografiche. E mentre il di venire dd těsto attraverso il tempo non ě afíerrabile che per singoli passi piú fadlmente documentati, quelle che si possono individuare sistematicamente sono appunto le varie tappe della sua sedimentazione, rappresentate dai manoscritti conservati e dagli intermediari perduti. In particolare, noto che per il těsto delle chansons de geste: 1) il concetto di errore ě messo in erisi, trattandosi molto raramente di scorsi di penna, fraintendimenti di parole o frasi, ma piii spesso di interventi elaborativi, che possono aver avuto origine a volte dall'incompresione dd těsto o da suoi guasti, ma che in genere dipendono dall'iniziativa Césare Segre autonoma del rifacitore, che terna di aggiornare il těsto secondo i gusti suoi e del tempo, o comunqufc di rinnovarlo; 2) che il confronto dei manoscritti va fatto spesso noi mot ä mot, dato il mutamento di con-testo, ma emistichio per emistichio, verso per verso, o persino lassa per lassa; 3) che pertanto la liozione di errore diventa una sottospecie, piuttotto rara, di una eategorii piú vasta, quelk di innovazione. Quette coosideraziani all^igano ancora il dossier sui liroití della ricostruzione. Ai casi inicui sijaccoglie una lezione senza aver le prove della sua genuinitl, si iggiun| >no quelli in cui ci si deve liraitare a seguire un manoscritto olo pe Jié gli altri sorto coň innovativi da non permettere la oomparaa ane. S aggiungono dunque, t quelli conferma-bili e a quelli non val itabili, luoghi in cui ci d deve forzatamente basare su una documem izione idotta, spesso a un solo testimone. La fenomenologia «ene pt b ad abbracriare anche situazioni ďaltro tipo: in cui non ě da valutarej in toto una lezione, ma la sua validita di massimá\ Un těsto luperficfalmenté ritoccato puo conservare, nella sostanza sěmica, una lezione buona, mentre un těsto trascritto con maggior fedeltá puo, nel luogo fcorrispondente, esser deturpato da errori. La validita linguistica, cibe anche formale, di una lezione, rientra dunque nel campo piú vasto della validita sěmica. In questo caso, piú che in qualunque altro, le operazioni ricostruttive — sěmiche e poi, eventual-mente, linguistiche — possono Irealizzarsi soltanto nel discorso delľedi-tore, senza consacrazione in restauri testuali. Si puô parlare di « corre-zioni mentali », proposte al lettore e non imposte al těsto. Le eventualita sonó rappíesentate in questo triangolo: La critica testude 497 Al vertice, 1'identítá tra a e p: lezione autentica. Subito sotto, i casi di equivalenza contestuale di a e {í, salvo errori puntuali: sono i casi in 'cui il restauro ě generalmente lecito. Agli angoli inferiori, i casi in cui a e fJ si oppongono nettamente, impossibile ogni comparazione. Tra il vertice e gli angoli inferiori, a e |3 divergono piú o meno; ed ě qui che la ricerca della forma originaria, se non puo approdare a conclusioni sicure, puó pero spesso lasdar individuare una gradazione di probabilita e possibilita, o persino proposte alternative. Ě giá stato detto che il těsto critico ě un'« ipotesi di lavoro». Vorrei insistere sul termine lavoro. Quanďanche si consideri e si uti-lízzi il těsto critico come vn'ipotesi, non' si deve dimenticare che il lavoro che gli ha dato forma ě moko piú esteso e ricco delle conclusioni con-cretatc nel testo aitico. II lavoro comprende anche tutte le ipotesi e le speculazioni di cui ho detto: una potenzialitá euristica, un deposito di veritá adombrate che il testo critico necessariamente esclude, nella sua ingannevole definitivitá. Occorre insomma capovolgere i rapporti gerarchici fra testo e apparato, dare la maggior enfasi all'apparato e considerare il testo come una superficie neutra (quella offerta da un manoscritto o da una famiglia) su cui il filologo ha innestato le lezioni da lui considerate sicure, tra le taňte considerate. Ma 1'edizione si merita Pattributo di critica molto di piú attraverso 1'apparato, se discorsi-vamente problematico: perché esso sintetizza il diasistema della tradi-zione, e perché svolge un vaglio completo, anche se non sempře conclusive, delle lezioni. La visione delle lezioni come sistema, con la conseguente necessity di considerare globalmente le lezioni di un manoscritto nei loro rapporti reciproci, ha come punto di riferimento lo strutturalismo. In prima i stanza, la nozione di sistema propone una prospettiva bidimensionale: da un lato i rapporti sintagmatici tra le lezioni di uno stesso sistema (quelle di un dato manoscritto), dall'altro i rapporti paradigmatici fra un sistema e 1'altro (fra le lezioni di un manoscritto e quelle di un altro) in luoghi paralleli. Piú precisamente: una data variante non é solo da affiancare alle sue concorrenti entro una gamma di sviluppi della medesima lezione, ma da confrontare con altre lezioni del codice cui appartiene, e che con essa istituiscono un sistema. Osservazione che si collega con lo sforzo di tutta la filologia moderna, di considerare i codici non come raccolte 498 Césare Seffe di materiali, ma come individui culturalmeate e storicamente caratterizzati. Proprio dello strutturalismo ě di partire da una consideraaone dncrotdca dei fatti: una conóderazione, in ceno senso, orizzontale. Ma s*é vista la necessitl, nella critica del těsto, di awiare un processo verticale di salita veno l'archetipo, di accogliere duaque una terza dimensione, quella dia^onica. jjL'esigenza diacronica, viva andie nella meglio soddisfatta nel campo ecdo-testabili della logica tartiTnanniflrtH ;n(jj. cd dei sistemi intcrmedi, prerisano il ippamento dei sistemi conservati. Lo noscere in parteaza i gfuppi di mano-si puö guardarc veno sistemi intermedi linguistica stratruralista, puó ti™, dovc i suggeriment non cano giá le successive lira loro numero e additanc il stemma permette insom ia di scritd dal cui sistema di| lezh nad dalťarchetipo. D'altrs parte, e pi iprio il concetto di sistema die arricdiisoe le possibility della critica dplle varianti, permettendo ad esemplo ud nuovo impiego del critefio delta lectio diffieilior. Andrik infatti presa in particulate considerarione la lezione d'un dato sistema che: 1) corrisponda con quella di altri sistemi di leziotii; 2) fuoriesca, come una specie di relitto, dal sistema del codice studiato. Viceversa una lezione appa-rentemente accettabile nonostante che contrawenga alia logica stemma tica, puö divenire sospetta se evidentemente adeguata al sistema del codice cui appartiene. j Utilizzando in diaapnia il concetto di sistema, si partirä dall'as-sieme delle particolaritä pnguistico-stilistiche di ogni testo; il passaggio da ogni gradino dello stamma a quello superiore sarä il risultato di un confronto differenziale di sistemi. La dimensione diacronica viene attinta secondo il modello della trigonometria (date Ie misure di alcuni elementi di un triangolo, individuare le misure incognite), o, per esser piü sem-plici, della stereoscopia. Con la sovrapposirione dei sistemi si puö infatti mettere a fuoco l'immagine del sistema di partenza: un'immagine, natu-ralmente, virtuale. J | Cos), anche se in modo iricompleto, Io spazio tra l'archetipo e i manoscritti conservati viene riempito dai sistemi intermedi, sedimenta-zioni testuali cui ri si dovrä sforzare di attribuire una data e un luogo. All'astratto accostamento di varianti in concorrenza si sostituisce la storia di compagini testuali caratterizzabili: esse sono una cosa stessa con la vita del testo nella cosdenza linguistica e formale di coloro che lo hanno trasmesso ai loro contemporand (e a noi). L'edizione lach- La critic* testude 499 mannian«, scremando dalla varia lectio un testo depurato e ipostatiz-žato; l'edizione béderiana, rdegando tutti i manoscritti tranne uno in un oscuro apartheid, sacrificavano il complesso delle realizzazioni dd testo, che costituisce il reale prolungamento della sua identita nella storia. Che cosa si viene a sostituire alia romantica ricostruzione di un archetipo, alia positivistica consacrazione di una copia? Si sostituiscono da un lato dd sistemi, dall'altro un'inimagine virtuale, una struttura di rapporti descrivibili, al di la dd fatto bruto, della pretesa oggettualita. Ě indubbio che il filologo (se la filológia ě ricerca di ipoted sempře perfettibili) si muove molto bene in questa rete di rapporti: perché essa non k> immobflizza in un atto di rede che, in cosdenza, non porta md sottoscrivere. Accettando questa concerione dell'edizione critica, il filologo á sente pure in sintonia col pensiero sdentifico moderno, secondo il quale i fenoméni d si rivelano come assieme di strutture fisiche corrispondenti alle nostre strutture operative, anche nd loro fondarsi sul possibile e nd loro situare il reale nd sistema delle virtualitä. m 1 514 Discussion* f significatif, qui devrait Hre exploits, parallelisme avec la question de la |: traduction. Vous savez que les unites de traduction embarrasstnt toujours x les spicialistes; a partir de cette question des unitis de traduction, a I partir de I'equivoque d'une Unguistique du mot, qui s'occupe de la tra-, Suction, on voit bien que la question de la traduction n'est pas lout simplement comme on I'a toujours montre, une copie, ma (et ceci est vrai aussi pour lidition des textet), qui min sen tee comme edition originale. II y a ici fondamensdement idiologique i risoudre: idiologique en ce sins, qu'on a\ jusqu'i present sur I'ceuvre de depart et pasisuffisammeni d'arrivie. ha question des texles doit ilre Mar-- une ceuvre d'etre pre-probléme rop insisti tur ľ ceuvre C. Segue: Ringrazio di questi ultimi suggerimenti. I woblemi cbe sono stati soUevati sono molto riccbi e non.pretendo qumneanche di sfiorarli. Mi pare the il pik import ante cbe ě stalo messo itmrilievo i la difficolta di individuate le unita, cid cbe vale m particolare per la tradu-zione, ma vale ancbe per qualunque analisi di testo. EvideMcmente qui bisbgna riferirsi a suggerimenti cbe possono venire dot m&odi pa re-centi, dai metodi semiologici o magoři ancbe dalla Text-Liiíguistík; cioi I'analisi non andrd fatta ni su parole né su frasi, ma su unita semiche cbe possono travalicare i limiti delle frasi, e in questo quanta ďtcevo sul passaggio dall'analisi mot á mot a blocchi pilt ampi viene incontro a quanta é stato detto qui. Quanto poi alia presenza di gusti locali b di istanze storico-sociologiche entro i testi, cbe li diferenziano, questí é un fatto molto noto agli studiosi delle chansons de geste: in particolare i mano-scritti della Chanson de Roland — come si sa — a seconda cbe siano anglonormanni, lorreni o di altre regioni, hanno quasi sempfe riferimenti ancbe a personaggi di quelle regioni e per cid conservano la traccia di questo contatto tra trascrizione del testo e appropriazione\del testo a una data societi e a una data cultura. Infine Vultimo problema: se dob-biamo guardare di piu ai risultati della difusione di un tgsto oppure al punto di partenza, cioé a questo ente, cbe tutti riconosmamo molto sfuggente, cbe ě I'originale o I'archetipo. Senz'dtro, in un kerto senso, i piu importante vedere i punti di arrivo, cbe sono quelli cbe noi cono-sciamo, cbe non il punto di partenza, cbe non conosciamo. Verb, per tranquillizzare quelli cbe si dedicano alia critica del testo, J>osso rieor-dare per esempio la Chanson de Roland, ove almeno la m&a dei versi del codice Digby sono confermati ancbe dalla redazione j3: tmol dire cbe almeno per meta dei versi della Chanson de Roland noi possUiamo I'originale o quasi I'originale. Se questo lo possiamo dire con sicurezza per la meta, lo possiamo dire con minor sicurezza, perb ancora con buona probabilita, per un'altra percentuale cbe va via via discendendo. Per cui questo vaglio globále delle lezioni — e sempre tenendo conto cbe si mirera a un'immagine virtuale, non a un'immagine reale — permette di farci un'idea almeno approssimativa di quello cbe era il testo, non dico quando fu scritto, ma nel momento in cui comincib ad entrare in circolazione. INDICE DEL VOLUME I •* •?-v-ii.;..-v AlBBaTO Vaivaro, [Premessai 5 Comittto di palTonato 7 Comitálo d'onore 8 Comitate scientifico % í 9 Comitalo organtaatorc c se gr'« term 10 Prima seduta plenaria LATINO, LINGUE GERMAN ICHE E LINGUE ROMANZE 11 Sduto del Prof. Giuseppe Galasso, preside della Facoltá di Lettere e Filosofia dellVniversitä di Napoli 13 Allocution de M. Kurt Baldinger, president de la Socielé de Linguistique Romane 17 Yakov Malkiel, Critéres pour ľítude de la fragmentation du latin 27 Max Pfister, Le superstrat germanique dans les Ungues romanes 49 Seconda seduta plenasia STATO ATTUALE DELLA SEMANTICA IN CAMPO ROMANZO 99 Saluto del Prof. Gabriele De Rosa, rettore dellVniversitä degli Studi di Salerno 101 Tullio De Mauro, Stato attuale della semantica 103 Gerold Hilty, Ľétat actuel de la sémantique dans le domaine roman 117 Discussione 130 Terza seduta plenaria I GENERI LETTERARI NEL MEDIOEVO ROMANZO 143 Hans Robert Jauss, Cinq modiles d'identification estbetiquc. Complement a la tbiorie des genres litteraires au moyen ige 145 Karl D. Uitti, Foi litthaire et criation poitique. Le Probleme des genres litteraires en ancien francos 165 Auocution de M. Bernard Pottier, nouveau president de la Sociite de Linguistique Romane 177 Saluto di chiusura del Prof. Giuseppe Galasso 181