1 Linee di condotta generali per la stesura e la consegna (di capitoli) della tesi di laurea di Paolo Divizia Questo documento è rivolto a tutti gli studenti che o hanno già concordato l’argomento della tesi o si accingeranno a farlo in futuro. Alcune regole sono limitate agli studenti che scrivono la tesi con me, ma una lettura della Norme per la stesura della tesi (qui in basso) può risultare utile anche per quelli che non scrivono la tesi con me, visto che sarò controrelatore in tutte le tesi di letteratura. Una buona tesi di laurea non si può scrivere in un mese o due, per cui è bene pensarci con largo anticipo. Consiglio la lettura di Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea: esistono più copie di quest’opera presso la biblioteca centrale di facoltà (anche nella traduzione ceca: Jak napsat diplomovou práci). Attenzione: non è un manuale che vi aiuti a risolvere problemi concreti durante la stesura della tesi, ma è molto utile per capire alcune nozioni fondamentali quali che cos’è una tesi di laurea, a che cosa serve, che argomento scegliere, come non si deve fare... L’ideale sarebbe leggere questo libro prima di scegliere l’argomento e prima di cominciare a lavorare concretamente sulla tesi... Consiglio inoltre di prendere come modello pubblicazioni serie di studiosi seri (e non altre tesi di laurea discusse in precedenza, altrimenti si continuerà per sempre a ripetere gli stessi errori). Ho notato che molti studenti (non tutti) tendono a scrivere soltanto all’ultimo minuto, portandomi per lo più lavori fatti in fretta e molto male, e sottoponendomi a un intenso lavoro di correzione che necessariamente può essere soltanto frettoloso e fatto male a sua volta. E che molti studenti continuano a insistere per consegnare la tesi oltre le scadenze ufficiali Per evitare i problemi che ho riscontrato a volte con gli studenti che vi hanno preceduto, ho pensato di fissare – per gli studenti che intendono scegliere me come relatore della loro tesi – un calendario un po’ più rigido per la consegna dei singoli capitoli e poi della versione definitiva, mentre per tutti gli studenti, compresi quelli i quali sarò contro-relatore, è necessario consegnare la versione definitiva della tesi rispettando le scadenze ufficiali: sessione di giugno scadenza ufficiale consegna versione elettronica (da sperdirmi tramite email) consegna versione cartacea entro il 30 aprile, ore 23:59 entro il 1° maggio: quando al mattino aprirò la posta in tale data, dev’esserci l’email con l’allegato entro il 9 maggio (o il primo lunedì seguente, se il 9 è sabato o domenica): quando al mattino del 9 (o del primo giorno lavorativo seguente) andrò dalla segretaria a vedere se c’è della posta per me, la tesi dev’essere già lì. sessione di settembre scadenza ufficiale consegna versione elettronica (da sperdirmi tramite email) consegna versione cartacea entro il 30 giugno, ore 23:59 entro il 1° luglio: quando al mattino aprirò la posta in tale entro l’8 luglio (o il primo lunedì seguente, se l’8 è sabato 2 data, dev’esserci l’email con l’allegato o domenica): quando al mattino del 9 (o del primo giorno lavorativo seguente) andrò dalla segretaria a vedere se c’è della posta per me, la tesi dev’essere già lì. sessione di gennaio/febbraio scadenza ufficiale consegna versione elettronica (da sperdirmi tramite email) consegna versione cartacea entro il 30 novembre, ore 23:59 entro il 1° dicembre: quando al mattino aprirò la posta in tale data, dev’esserci l’email con l’allegato entro l’8 dicembre (o il primo lunedì seguente, se l’8 è sabato o domenica): quando al mattino del 9 (o del primo giorno lavorativo seguente) andrò dalla segretaria a vedere se c’è della posta per me, la tesi dev’essere già lì. Insomma la tesi dev’essere finita (su file) entro la data ufficiale di scadenza e poi vi restano alcuni giorni extra per rilegare e consegnare la versione: se avete intenzione di chiedere qualche giorno in più, forse avete sbagliato i tempi e vi conviene rimandare alla sessione successiva. È inoltre necessario consegnare i capitoli in tempi ragionevoli sia per poter svolgere un lavoro decente sia perché il relatore possa leggere e correggere, ed è necessario che il lavoro venga consegnato mentre viene svolto, in modo tale che il relatore possa vedere come procede lo studente e dare indicazioni utili a migliorare la tesi. Per chi scrive la tesi con me Ogni volta che uno studente mi consegna una tesi finita senza essersi mai consultato con me in precedenza, o avendomi mostrato poche pagine, mi viene il forte sospetto che la tesi non sia stata scritta dallo studente. Percio esigo dai miei laureandi che le tesi triennali mi vengano consegnate per la correzione in almeno tre tranches di 10-15 pagine circa, e che le tesi specialistiche mi vengano consegnate in almeno 5 tranches di 10-15 pagine circa. Per quanto riguarda i tempi di consegna, considerate che il relatore possa smaltire circa due pagine al giorno per studente. Quindi, se l’ultima tranche è di 15 pagine, deve essere consegnata una settimana prima della data in cui scade il termine per la consegna, e non alle 23:59 di quel giorno. Cosa succede se non si rispettano queste regole? se la tesi è accettabile per quanto riguarda contenuto e forma, potrà essere discussa nella sessione successiva. Un’ultima cosa generale: le tesi devono essere originali, oltre al copia-incolla è proibito prendere due o tre studi altrui e mescolarli. 3 Norme per la consegna di singoli capitoli: - i capitoli della tesi devono essere consegnati in forma cartacea (eventualmente tramite posta cartacea, o per interposta persona, se avete difficoltà di qualsiasi tipo a venire in dipartimento o a incontrarmi nel mio orario di lavoro/ricevimento; eccezioni per chi si trova all’estero); - se venite in ufficio e non mi trovate, le pagine possono essere lasciate alla segretaria del dipartimento (se c’è) oppure alla reception (che è sempre aperta quando l’edificio G è aperto); - sulla prima pagina di ciascuna porzione di tesi consegnata deve comparire il nome dello studente, e relativo indirizzo e-mail o numero di matricola; - le pagine devono essere numerate; - dev’esserci lo spazio materiale perché io possa fare delle correzione (ad es. interlinea 1.5, e 3 cm di margine a sinistra e 3 a destra); - ogni volta si consegnano solo i capitoli nuovi e non quelli che ho già corretto (anche nel caso in cui lavoriate in ordine sparso sui capitoli); - la casella posta fornitavi dall’Università (@mail.muni.cz) dev’essere controllata regolarmente. Norme per la stesura della tesi (valide per tutti gli studenti): A) contenuto: - la tesi di laurea dev’essere un lavoro originale (ricordo che nel 2006 una tesi di italianistica è stata bocciata – su mia proposta – perché si trattava di un plagio, maldestramente camuffato; nel 2010 e nel 2011 due tesi per eccesso di citazioni non segnalate; nel 2008 c’è stata una denuncia di plagio relativa a una vecchia tesi di italianistica discussa a Brno copiata interamente da una pubblicazione in lingua ceca: è stato l’autore della pubblicazione ad accorgersi del misfatto; e infine ho fatto riscrivere due tesi di cui ero relatore perché mi sono accorto che alcune parti erano copiate, e così pure vari capitoli di varie tesi), e deve avere un senso complessivo, non deve cioè essere né un riassunto di un saggio già pubblicato né un’accozzaglia di informazioni slegate; - oltre al copia-incolla è proibito prendere due o tre studi altrui e mescolarli; - mi servirò di qualsiasi mezzo a mia disposizione per individuare i plagi (programmi informatici di confronto tra il file consegnato e internet, critica stilistica e filologica; terrò conto del curriculum studiorum dei singoli studenti): il controllo verrà effettuato anche sulle tesi di cui io sarò controrelatore; - si proibisce categoricamente di consultare e citare Wikipedia e altri siti internet inaffidabili; si possono invece citare siti di Università, Istituti di ricerca, Biblioteche, Archivi ed eventualmente (per scrittori contemporanei) quotidiani; e se la tesi verte su autori contemporanei si possono citare gli eventuali siti personali di tali scrittori, con l’avvertenza che uno scrittore sul suo sito personale di norma include solamente i giudizi dei critici che ne parlano bene; - le informazioni sulla vita degli autori devono essere limitate agli elementi significativi rispetto all’opera (vanno bene la data e il luogo di nascita, ma l’indirizzo civico e l’ora sono elementi superflui, così come il nome della chiesa in cui lo scrittore si è sposato e simili). - le analisi narratologiche fini a sé stesse non mi interessano, così come l’applicazione meccanica di schemi di derivazione strutturalista (elencare e descrivere i personaggi, o parlare del tipo di narratore è del tutto inutile se riferito a una singola opera, perché qualsiasi lettore è in grado di ricavare queste informazioni leggendo la stessa opera: sono elementi che possono invece talvolta avere qualche utilità se servono a connettere o separare più opere attraverso somiglianze e divergenze) - autori e opere devono essere contestualizzati: si deve capire la storia e la geografia di un’opera, e quali sono le fonti o i modelli a cui si ispira, e quali sono le novità che introduce; - è necessario fare attenzione alla logica (non scrivere cose assurde), compresa la cronologia (un autore morto nel 1928 ad esempio non può fare allusioni a fatti accaduti nel 1933), alla lingua (la lingua antica è diversa rispetto alla lingua moderna, e una parola identica può avere significati diversi e una parola diversa rispetto alla forma oggi in uso può invece essere la norma in un testo antico); 4 - sono richieste conoscenze minime di storia della letteratura italiana, storia della lingua e filologia italiana; - l’aspetto linguistico e formale di un’opera analizzata non può essere trascurato; - per le opere che sono argomento della tesi è necessario sapere come sono giunte fino a noi (pubblicazione curata dall’autore, pubblicazione postuma, presenza di più redazioni, testi di attribuzione dubbia, testi disponibili in edizione critica, testi disponibili in edizione inaffidabile); - nel caso di testi tramandati in più redazioni è fondamentale mettere in evidenza le differenze tra le varie redazioni, e non relegare le informazioni a una nota a piè di pagina come se fosse una curiosità insignificante: proprio lo studio delle varianti, ove possibile, costituisce uno degli approcci critici più fertili, perché permette di capire come lavorava l’autore, che cosa era davvero importante per lui, e come sono cambiati il suo gusto e il suo pubblico; - è necessario porre attenzione alle questioni bibliografiche (sono fermamente convinto che dalla bibliografia elencata si possa giudicare a grandi linee un lavoro: una bibliografia malfatta o incompleta mi suggerisce l’idea che l’intera tesi è stata fatta male ed eventualmente non è opera originale, e la bibliografia è sempre la prima cosa che leggo in una pubblicazione o in una tesi); B) lingua: - la tesi dev’essere scritta in prima persona singolare (io), mentre si proibisce l’uso del plurale maiestiatis (’noi’): ottocentesco e fastidiosissimo; - quando non siete sicuri del significato di una parola usate il dizionario; - attenzione a articoli, preposizioni articolate, prefissi, verbi mediopassivi o con dativo etico (non c’è perfetta corrispondenza tra ceco e italiano); punteggiatura (non è sempre necessario un segno di punteggiatura prima di una subordinata, in particolare non ci vuole la virgola prima di un’oggettiva e prima di una relativa limitava, mentre si mette prima di una relativa descrittiva), ordine dei sintagmi (l’ordine normale è SOGGETTO + VERBO + OGGETTO; siccome non ci sono i casi, in italiano un ordine OVS spesso rende incomprensibile la frase (ad es. “Il gatto mangia il topo” è diverso da “Il topo mangia il gatto”); se si vuole enfatizzare l’oggetto attraverso la “dislocazione a sinistra” poi lo si ripete in forma pronominale), concordanze in genere e in numero tra soggetto e verbo oppure tra sostantivo e aggettivo; - è proibito usare il verbo ‘caratterizzare’ in forma attiva; - è assurdo scrivere ‘con questa tesi si vuole far conoscere ai lettori...’ o forme simili, perché le tesi di laurea non hanno scopo divulgativo (e la loro diffusione è praticamente nulla). C) forma (bibliografia e impaginazione): La bibliografia non è un rimedio all’horror vacui (mi pare che molti la intendano così: qualcosa che va messo nella tesi altrimenti il prof. si arrabbia, o per raggiungere il numero di caratteri richiesto). La bibliografia serve a far vedere che cosa è stato consultato (e di conseguenza, che cosa non è stato consultato), e deve corrispondere effettivamente a ciò che si è consultato. Un occhio esperto può guardare la bibliografia elencata in uno studio e capire immediatamente se lo studioso è competente oppure no. Una buona bibliografia dev’essere specializzata (studi pubblicati in sedi prestigiose – come riviste, atti di convegni, miscellanee a stampa, siti internet di centri di ricerca – da studiosi seri e non le cavolate lette su Wikipedia o altri siti dilettantistici), aggiornata e completa. Citazioni da siti internet non qualificati (e spesso anonimi), tesi di laurea mediocri, e pubblicazioni di dubbio valore fanno diminuire il voto della tesi. Una buona bibliografia dev’essere scritta bene (nome autore, titolo, sede e tutti gli altri dettagli necessari). 5 Non esiste una “bibliografia primaria” e una “bibliografia secondaria”, ma semmai “testi” e “critica”. Si può distinguere tra “bibliografia” e “sitografia”, ma vanno messe nella bibliografia (e non nella sitografia) e senza indicazione della data di consultazione, del tutto irrilevante: - le pubblicazioni cartacee riversate su internet (ad es. tutto quanto si trova su repertori quali Google Books, JSTOR, Internet Archive e simili), per le quali si può eventualmente dire che sono state consultate secondo la versione online (indicazione necessaria o quasi se il libro consultato è raro nelle biblioteche: vd. ad esempio la nota 6 nel mio allegato 2012d, Il volgarizzamento...); - i periodici online (che hanno un autore, un titolo, un numero, una data, e l’indicazione delle pagine), per i quali è necessario dire che si tratta di riviste online; - i database di istituti di ricerca (quali TLIon, DiVo, TLIO, OVI), alcuni dei quali considerati periodici online a periodicità continua, per i quali è necessario indicare che si tratta di risorse online Nel caso di quotidiani (Repubblica, Corriere, L’Unità, La Stampa) consultati online, li metterei nella “bibliografia”, con l’indicazione che si è consultata la versione online. Lascerei nella “sitografia” tutti i siti non classificabili, da limitare al minimo necessario (ad esempio siti di autori contemporanei, interviste radiofoniche o televisive a scrittori, interventi radiofonici o televisivi di critici qualificati). Per questi siti si deve indicare un autore o un curatore (se noti, e se non noti forse è meglio evitare di citare il sito) un titolo, la data in cui è stato scritto il sito (se nota o ricostruibile), la data di consultazione, l’indirizzo web (meglio se limitato al solo dominio, visto che gli indirizzi delle singole pagine cambiano molto in fretta). L’indicazione del solo indirizzo web non è sufficiente! Per le pubblicazioni cartacee: - il codice ISBN non si cita in bibliografia; - i nomi delle case editrici si abbreviano (non “Giulio Einaudi Editore S.P.A.” ma semplicemente “Einaudi”) con alcune eccezioni (“Salerno Editrice”, per non confondere la casa editrice con la città; “Editori Riuniti”, perché “riuniti” è aggettivo riferito a “editori”); - Oscar Mondadori non è una casa editrice (gli Oscar sono una collana della casa editrice Mondadori) - le tesi di laurea citate vanno citate esplicitamente come tesi di laurea: autore, titolo, tesi di laurea [in... se è specificata la materia] (relatore o relatori), Università..., a.a. [= anno accademico]. Naturalmente, la prima cosa che io guardo in una tesi è la bibliografia. - un consiglio, ovvio, è di segnarvi i riferimenti bibliografici mentre lavorate e non in un secondo tempo (ogni volta che uno studente mi consegna delle pagine senza bibliografia, sostenendo che l’aggiungerà in un secondo tempo, mi sorge il sospetto che si tratti di pagine scopiazzate da internet, ove molti sembrano allergici ai riferimenti bibliografici); - i criteri di citazione bibliografica possono variare leggermente (in base al paese, alla casa editrice o a gusti personali), ma alcune informazioni che permettano di identificare l’opera citata devono sempre essere presenti; un esempio dettagliatissimo di regole editoriali è quello della Salerno Editrice disponibile su http://www.medioevoromanzo.it/, nella sezione ’norme’ (tuttavia non chiedo che siate così precisi); o più semplicemente potete prendere una pubblicazione accademica di argomento filologico-letterario-linguistico (o anche un buon manuale universitario: il Ferroni ad esempio è relativamente ricco di bibliografia) e osservare come vengono fatti i riferimenti bibliografici; 6 - è sconsigliata la bibliografia all’americana (autore + anno), perché incomprensibile e dà l’idea avere in fastidio la bibliografia; - i titoli delle opere citate vanno scritti in corsivo; - citazioni lunghe all’interno del testo si fanno usando un corpo tipografico minore (cioè se usate un carattere 12 per il testo principale, per le citazioni lunghe dovete usare un carattere 10) o comunque impostando margini più ampi; - non si usa il corsivo per indicare le citazioni (già delimitate dalle virgolette o dall’uso di un corpo tipografico minore), così come non si usa l’abbreviazione “cit.” per indicare che si tratta di una citazione [“cit.” si usa per indicare in forma abbreviata un’opera già citata: vd. più avanti]; - eventuali omissioni all’interno delle citazioni si segnalano con [...]; - il testo dev’essere allineato sia a sinistra sia a destra (tecnicamente si parla di “formattazione giustificata”); - non è consentito l’uso di grassetto se non in casi eccezionali (sigle che rischiano di confondersi con il testo, passi identici o simili in due brani messi a confronto); - i segni di punteggiatura come virgola, punto e virgola, due punti, punto interrogativo e esclamativo sono sempre seguiti da uno spazio, e mai preceduti da uno spazio; le parentesi e le virgolette di apertura sono precedute da spazio; le parentesi e le virgolette di chiusura sono seguite da spazio (ma non c’è lo spazio se sono seguite immediatamente da un altro segno di punteggiatura: lo spazio seguirà quest’ultimo); informazioni sull’uso della punteggiatura si trovano sul sito dell’Accademia della Crusca: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=5534&ctg_id=93; attenzione anche ai doppi spazi; - le note a piè di pagina (necessarie in gran quantità in un lavoro tecnico come una tesi di laurea) devono cominciare con la lettera maiuscola e finire con un punto; - “pagina” si abbrevia con “p.” a cui segue uno spazio prima del numero della pagina (“pagine” si abbrevia con “pp.”); - un’opera già citata, se viene citata ulteriormente dev’essere abbreviata con Nome Cognome, Titolo, cit. (senza ripetere luogo di edizione, casa editrice, data di edizione); il testo oggetto di studio nella tesi può essere citato in forma breve attraverso il solo titolo (andrà tuttavia indicata all’inizio l’edizione utilizzata). PRIMA DI CONSEGNARE rileggete quello che avete scritto: pagine incomprensibili, o con un’eccessiva quantità di errori di battitura o che non rispettano le regole indicate qui sopra verranno restituite al mittente. Una tesi con errori di battitura, imprecisioni, spaziature messe a caso e doppi spazi viene giudicata come un lavoro fatto con poca cura (vale anche nei casi in cui io sono controrelatore). norme transitorie: siccome a fine aprile (2013) sono invitato a un convegno a Utrecht, chi scrive la tesi con me e intende laurearsi a giugno (2013), dovrà aver finito la tesi entro il 15 aprile 2013. I termini per la consegna definitiva non cambiano.