FI 14 Dan/e Altgbien Un di si venue a me Malitit onia Un si venne a me Malinconia e disse: "Io voglio un poco stare icco"; e parve a me ch'ella menasse scco •4 Dolorc e Ira per sua compagnia. E io Je dissi: "Partiti, va' via"; cd ella mi rispose come un greco: e ragionando a grande agio meco, 8 guardai e vidi A more, die venia vestito di novo d'un drappo ncro, e ncJ suo capo portava un cappcllo; e certo lacrimava pur di vcro. Ed eu li dissi: "Che hai, cattivello?" Ed el rispose: "Eo ho guai c penscro, clie nostra donna mor, dolec fratello." Videro li occbi miei quanta pie/ate Videro li occhi miei quanta pietate era apparita in la vostra figuni, quando guardastc li atti e la struma •4 ch'io faccio per dolor molle hate. f , §$i ■ 6. come un greco: con altczzosita (il contcgno supcrbo dci grcci era un luogo comunc). 7. a grande agin; con grande disinvol-tura (Malinconia distorrcva con me). II. pur di vcro-. per davvcro. 12. cattivello: misero. povcrino. 13. penu-rn: dolore Da Vita tiuova, JlXXV. Dopo oltre un anno dalla inortr di Beatrice, Dante sbigottito da "dokmisi peusamcnii" fu scorto da "una gentile donna giovane c bclla moltu," la quale lo sbirtiava "pietosamentc" da una linestra. Dante, per non mostrarc il suo scoraggiantento, si allontana con Ic laconic- agli ocelli. Scosso da qtiesto episodio, scrivc poi questo sonetiu. 2 ftgura: volto, alia francese. 3. statura: posiiura (Dante era stato snirto mcntre se ne stava accascialo e stravolio dal dolore in un punto imprecisato di una strada). 4. Cioe ^li capita spesso di essere sopraffauo dal 72 iKiii/e Alighieri s 11 14 ; i 14 A lit ir m'accorsi ehe voi pensavatc la qualita de la mia vita oscura, si che mi giunse nc lo cor paura di dimostrar con li occhi mia viltalc. E tolsimi dinanzi a voi, sent endo che si movcan le lagrime dal core, ch'cra sommosso da la vostra vista. Io dicea poscia ne 1'anima trista: "Ben e con quella donna qucllo Amore lo qual mi face andar cosf piangendo." Lasso! per jorza di molti sospiri Lasso! per forza di molti sospiri, che nascon de' penser ehe son nel core, li occhi son vinti, c non hanno valore di riguardar persona che Ii miri. E' fatii son ehe paion duc disiri di lagrimare e di mostrar dolore, e spessc volle piatigon sf, ch'Amore li 'ncerchia di corona di martM. Questi penseri, c li sospir' eh'eo gilto, diventan ne lo cor si angosciosi, ch'Amor vi Uamortisce, si lien dole; pero ch'elli hanno in lor li dolorosi quel do Ice nome di madonna scritto. e de la morte sua molte parole. ■'t(i ►/» 7 ■ ,. / fit dolore mentrc se nc va in giro solitario. 6. oscura: tctra (forse ri-ferito a qualita). II. sommosso: scunvolto. Da Vita tiuova, XXXIX. 3. vinti: sopraffsUti (dalla voglia di piangere); valore: furzn (ili sostcnerc lo sguardo altrui), 5-6. Nella prosa introduttiva al smieiio: "li miei occhi pareano due cose che disiderasscro pur di piangere." 8. Nella ptosa: "e spesso avvenia che per lo lungo conlinuare del pianto, dintorno ioro si facea uno colore purpurco"; cioe: li incoronano lc occhiaie peste dal troppo piangere. 12. Ii dolor<>\'r; h apposizionc di "penseri." 73