Verso una nuova poesia: Giovanni Pascoli (fíg ricerca di uno spazio nasmttn- vit n di Pascoli. íerenza di quella di D'Annunzio, la vita di Pascoli rifugge da ogni f>e- chiudmi :enturosoespettacolare,esolitariaeprivadieventieccezionau,cniusain m«™do» una carnera di protessore, scanďita da trasterimenti in sedi diverse e segnata —"-~ dall'ossessiva ricerca d i uno spazio nascosto, atto a proteggere il pocta cTaľŕľ~ "cordo dl una tragédia tamiliare awenuta nell'infanzia. Ľorigine piccolo-borghese, la vita stentata e taticosa delia giovinezza, la stessa condizione di poeta-professore possono indurre ad assimilare la sua vita a quella diCarducci, pestro del Pascoli all'universita di Bologna:_ma ľallievo ě lontanissimo dalla_ estroversa vitalita del Carducci, dal suo úmore sanguigno e polemičo, dalla sua CMlUVCISa \ Hill 1UI UC1 VjdlUUtu, . "«sanitä»; tende a sottrarsí al monclo, vive i rapporti con la societá come una co-strizione, li riconosce come necessari, ma li adempie solo per potersi poi rin-chiudere piú a fondo in una sorta di«nido>>, in segreta intimita con se stesso e ran le piecole cose delia nátura; e non erea intorno a sé una nuova famigFa, ma ricostruisce ínsíeme alla sorella Maria (sua fedelissima compagna per tutta la víta) un'immagine delľoriginario nueleo familiare precocemente distrutto. «o^eTdieäT^ deiirinrí^'orlonia, e di Caterína ÄUocatelli Vincent,. ^Í"^™^ buona situazione economica e il bambino passo u^a ehce mfa^neUa ^P^gnTagnola;neli862mTziô gU studi^on i gj Ma il IO agosto del :86™na sciagnra si era ^f^^^^flSSSinSíä-iHHodelpadre, ehe tornava dalla fiera di Cesena dovuto P^b»e he ^HeHa per ragioni di interesse (un assassinio ^^Zanza^-°mertä deUa gente e lo scarso impegno deliai pobaa • a b« ^^.u. r°no le morti delia sorella maggiore, delia^.^Ife ^oiq^^^^tti Scita del coUegio, quanto restava delia famigha deceduto nel ^ndizioni economiche ed era guidata dal f»«Uo Gm««^ deUa 76) si stahilí. Rimini- Giovanni concluse gh stud. licca > ^ d a *J si stabilí a Rimini: Giovanni conau~ b-— esame SOstenu- - f ^lottima preparazione classica, <^^gZ» borsa & ^ commissione di cui faceva parte d C^^mi boľognesi furono malto c°ltä di lettere delľuniversitä di Bologna. Gb an 510 Epoca9 Lanuova Italia (1861-1910) (ili unni hoiogntti r ili nonostante ľattenzione che per lui ebbe d Carducci e 1 intrecciarsi di j*. (in primo luogo quella con Severin« Ferrari, cfr. 9.3.8); j Su Pľ.ľ f" J ľlevnno tra ostacoli e momenti di stanchezza; 1 primi tentativí di '^ísľŽZZZ iattidi ribellione, f^ f bo^ n^ad^ ^ l.'c-spťiicnza sociairSte,molto diffuse tra gli studenti bolognesi. Viveva^ poveramente, tra Bologna e San Mapro, e svolgeva attivita dl propaganda sin-dacale In an .estato durante una manifestazione e rimase in carcere dal settem-carccrc brc al dicembre del 1879-j esperieňza, pěTTuTrnolto dura, gli provoco una grave depressione *1n pórro qujndi a rifiutare 1'azione politica, a tradurre il Suo socialismu c il suo spirito ribelk in una piú vaga aspirazione alla «pace»eaj]a «bontä», in un umanitarismo indeterminate, in un ideale di solidarietá degli Úbmini nél "dolore. Assolto dalle ačcuše^í^Wěrsione e di oltraggio allaforza ptubbiíca, nprese con piú vigore gli studi, e si laureö in lettere nel giugno del 1882 con una tesi sul poeta greco Alceo. Passó subito a insegnare latino e greco nel liceo di Matera, da dove nell'84 řu trasterito a Massa: lí poté stabilirsi in una modesta casetta con le sorelle minori Ida e Maria (detta Mariu), che eranorK mastě a lungo come educande presso il convento delle monache di Sogliano al Rubicone; nel 1887 passó a insegnare e ad abitare, sempře con le due donne, a - T,iv°rnoi ^nvp rimase fino al '95. Lajvajajcomune con le sorelle fu per lui un mo-_dodi ricostituire, dopo taňte sciagure, la famiglia originaria, il nido dištřuno dell intanzia: si trattó di un legame intenso e non privo di aspettí "anchemor-hos^Htto dipiccolijätj, manje egelosie; una grave erisi si verified nel 'qs. inse-ginto al matrimonio di Ida, che gettó iTpoeta nello sconforto, ma che rafforzö iilteriormente il suo legame con Mariu (che, per suo conto, nella dedizioneal fratello rinunció a ognipossibilitä di un diverso destino personale e rimase ťe-dele cultnce della sua memoria fino alia mořte, awenuta nel 1953). Pascoli vide pCmprC .mondü]e™minile attraverso questo schermo familiäre, ěTcIudWo SSL1 u d? 1 °rÍZZOntC de,ta sua ™a: iUŤtmrfidanzamento con la cu- gina melde Mor, ebbe presto fine per la gelosia di Mariu; e la lunea corrispon- úi C 7 T* Cbbe pkl tardi con la fíorentina Emma Corcos. veSmXúfír^ verse Sh2 Cominciava • Pubblicare aleuni componimenti in sedi di-ti c^Än i l^ř^^^^ -okre i suoi cent. II rapporto con D'Annunzio che recensí íav< äSgSJS^ľaltio, entráva P-onaggi co~^^ tra * leňte Pascoli ebbe mok^T"16™ fveř^ssimi e mcompat» J; * ga, che esait^n?.!"?,0^ ™denza per ľesuberante mondanitä del colic cialmt ga, ehe esa^^DoXi3 d'ííidefnza P™ ľesuberante mondanitä ■ ««* rivale piú felice e forr ľ. * tratelJo mi™re e mag giore», ma cne "'Ia fwesia ufficiale e ceSrľ^ S£ecialmente quando, negli ultimi ann^? ** 6 buoni rappor i tí • r^uPĽSS° in c°ncorrenza con quella delľabi• '90O e fl 1903, mJ alIa ^du ehhero; una pausa di esplicita ostüitä solo ^ Passional, oroaggio nella Cot S/C°h D'Annun2Ío gli rese comunque un*P ^ontemplaZione della morte, cfr. 9.6.13). I Mel 1892 naléSp^813 Střn^1 am 3erno (cfr. 9-7 Maria una cas partato, a dire perla sua poe naričTaigramr to come ordin; al 1903» con ľi le sue nuove p< vari interventi danteschi (cfr. quella dei Can, ottenuta ío inc nell'uomo com Nel 1902 realiz fuso delle med; chio con ľanne anche per i diff rimento dalľur una vita serena stelvecehio: Ľ p ritorta, divisa ti kllQLjLQntjopar all'esterno» (M re alla cattedra cheegli sentíno to come un risa Per le sofferenzt cosa: alla scarsa vano i fastidi acc sumeva, sulle or stelvecehio). Am Jj^come rivelaroi Ponimenti pubb Dal socialisrr Siqne delľordine Prospettive umar Karela necessítai ne coloniale, capa argínéallapiagad' ra di Libia, ehe c© PronunciatoaBarj to: minatoda UttíS 97- Verso una nuova poesia: Giovanni Pascoli 511 Urn. sUoj vi di assai isin-tena-1 grail suo ealla degli forza 10 del greco in una tno ri- .ano al 'fine, a in mo- strutto c mor- ^inse-anorzo '.ione al nase fe-olivide udendo »n la cu--rispon-Corcos, )ile con- sedi di-j seguito Icontat^ inunzio, tra due fell; sf Jelcolle; chesentt solo tra 1 ueunap- accademica M 11892 Pascoli vinse la medaglia d'oro all'annuale concorso internazio- Un poeta latino ■rfrjoesialatina di Amsterdam: era la prima di ben dodici medaglie, conse- '.moderno" tenegli anni successivi, che premiavano in lui il maggiore poeta latino mo-f mo (cfr. 9.77)-Nel l895>al matrimonio di Ida, il Pascoli prese in attitto con Castelvecchio vbaunacasaaCastelvecchiodiBarga,nellavalledelSerchio,vivendoviap- eucarricra artato, a direttócontatto con la campagna, e facendoňe unluogo essenziale Lrla sua poesia; nello stesso anno venne chlamato come professore straordi-^0 dTgwmmatica greca e latina all'universitä di Bologna e nel '97 fu trasferi-t0come ordinario di letteratura latina all'universitä di Messina, dove restô fino 11903, con l'intervallo di lunghe vacanze a Castelvecchio. Tntarito pubblicava lesuenuove poesie su importanti riviste, come il «Convito» e il «Marzocco»^_ variinterventi critici, fortunate antologie destinate'alla scuola e origináli studi danteschi (cfr. 9.7.9). Nel 97 usciva la primaedizione áciPoemen^nĚ^T íjňella dei Canti di Castelvecchio, nel 1904 quella dei Poemt conviviali; laTama" ottenuta lo indusse a provarsi in una poesia civile, capace di suscitare anche nell'uomo comune la «bontä» e di ott lire insegnamenti patriottici c umanitari. Nel 1902 realizzô, con i suoi faticati risparmi (utilizzando tra l'altro anche l'oro faso delle medaglie di Amsterdam), il sogno di comprare la casa di Castelvecchio con l'annesso podere (la cui eura gli procuró tuttavia molte ansie e fastidi, anche per i difficili rapporti che ebbe con i coloni); e nel 1903 ottenne il trasfe-rimento dali'universita di Messina a quella di Pisa. Pensava di essere giunto a una vita serena e tranquilla, vicino alia sua Manii, nel ricostituito nido di Castelvecchio: lí poteva piu screnamente condurre la sua «esistenza impacciata, r^S3msa tra tenerezze e pigolii e svolazzi domestici (intorno al nido) e la loto contropartita di crucci, di risentimenti, di paure eccessive di fronte all esterno»_(M. Luzi). Ma nel 1903 accettó, tra ansie ed esitazioni, di succede-re alia cattedra del maestro Carducci all'universita di Bologna: una chiamata c»e egli senti non tanto come un onore alia sua persona e alia sua poesia, quan-t0 come un risarcimento per le antiche umiliazioni patite dalla sua famiglia e Pgrje sofferenze del suoi poveri morti. La vita a Bologna risultó piuttosto fati-cosa: alia scarsa risonanza del suo insegnamento presso gli studenti si somma-Vano 1 fastidi accademici, i compiti ufficiali e i discorsi celebrativi che egli si as-surneva, sulle orme del Carducci (ma frequenti furono anche i soggiorni a Ca-^e vecchio) .Anche la sua poesia assumeva toni sempře piú ambiziosi e ufficia All'universitä di Bologna / j >come rivelarono in pieno la raccolta QdidfiSĹÍíŠ^) e numerosi altri com-Ponimenti pubblicati in quegli anni. . ■ , Dal sociaUsmo giovanile l Pascoli era alla fine passato a una piena accett* GU ulum, ann, fc* delľordine dominante nelľltalia giolittiana, a un nazionalismo venato di ProspettTve umanitarie, che usava un linguaggio di matrice socialista per atter-mare la necessiťa di una collaborazione tra tutte le classi sociali e dl un espansio-coloniale, capace di dareúno sbocco alle forze di lavoro italiane e di mettei e arB.inealla c1 alla piaga delľemigrazľone. Vide queste prospettive realizzate dalla guer-LlDia, che celehrô nel suo ultimo discorso La grande Proletaria si emos<<> Pronunciato a Barga il 26 novembre 19 u. Ma era ormai da tempo stanco e ma • mtaato da un cancro al fegato e aľio stomaco, morí a Bologna il 6 aprile yui* 5" Epoca9 Lanuova DATI tav. 211 Italia (1861-1910) Vita e opere di Giovanni Pascoli 1855 1862 1867 1871 1876 1879 1882 1884 1887 1891 1892 Nasce il 31 dicembre a San Mauro di Romagna, quano di died fid-padre ě amministratore della locale tenuta agricola dei prindprj D Ionia. Studia al collegio degli scolopi di Urbino, dove rimarrä Hn0 al ^ D 10 agosto il padre viene assassiriato in circostanze misteriose Sc guono a breve distanza le morti della sorella maggiore, della madrf del fratello Luigi. Uscito di collegio, si stabilisce con i ŕratelli a Rimini e porta a termm. gli studi a Firenze. Una borsa di studio gli permette di frequentarela facoltä di lettere delľuniversitä di Bologna, dove svolge anhitä di propaganda sindacale. Morte del fratello Giacomo. Viene arrestato durante una manifestazione e rimane in carcerequal-che mese. Ne segue una grave depressione che lo induce a rinunriare all'azione politica. Si laurea con una tesi sul poeta greco Alceo. Passa subito a insegnare latino e greco nel liceo di Matera. I suoi componimenti poetid ap-paiono sempře piú frequentemente in riviste. E trasferito a Massa, dove lo seguono le sorelle Ida e Maria. Trasferimento a Livorno, fino al 1895. Prima edizione di Myricae, seguita l'anno successivo da una seconda piú ampia. Recensione favorevole di D'Annunzio. Medaglia d'oro al concorso internazionale di poesia latina di Amsterdam: la prima di dodici. 1894 1895 1897 1898 1900 1901 1902 1903 1904 1905 1906 1908 1911 1912 Nuova edizic Matrimonio chio di Barga re straordina na, dove rim Prima edizioi blica la prim; Pubblicazior l'antologia it; Edizione defi Sotto il velan Pubblica l'ar Riesce ad acc saggi dantesc Prima edizio prosa llfaná tä. Ottiene il Poemi conviv Succede alia Odi e Inni; h Pubblica gra Poemi italici; Libia con il c Muore a Bol( Un lavoro costame su forme e generi diversi I Le raccolte poetiche di Pascoli. ^coltepoetichediCarducci(cfr.9.3.3),queUepascoHanepr^ ttcessione e unnrľan»,H?nr che nQn corrispondono alia reaie quenza cronnĽa,,-, A hJne crie non corrispondono aua - . fe^rSP^^0^ momento del1* sua attivitä (a partel£ raccolta non cS^de^^^0^ ^cessive; la prima edizio*ä f una Diowi^riľľSľľí qumdTálE chiusura diT^ft£ di lavoro, una prowisoria sistema^inn'ľíí ^ cIliusura di unalase di lavu.. -Iffieedialtn tem, chePascoUriconsidera costal Le sue prime p< negli anni Ottanta; rivistafiorentina^ to poesie per la pnr prima edizione ven ~ededicataallenu2I —piaegodédiunaro ed ebbe varie mod) compare la dedicas -definitivo nella^11111 sistenti ancora mqu poeta aveva varian* uscirono a partis 9-7- Verso una nuova omagna, quarto di dieci figli t] nuta agricola dei principi Torino, dove rimarra fino al 1871. in circostanze misteriose. Se-orella maggiore, della madre e itelli a Rimini e porta a termine > gli permette di frequentare la )logna, dove svolge attivita di zione e rimane in carcere qual-ione che lo induce a rinunciare Uceo. Passa subito a insegnare uoi componimenti poetici ap-1 riviste. le sorelle Ida e Maria. ino successivo da una seconda 3'Annunzio. onale di poesia latina di Am (), queliepascolianepresen-:orrispondono alia reale se- a sua attivitä (a parte la fase scguendo contemporan^e Hň varie raccolte, destiny ye; la prima edizione ase una cuiii""- i ,, di lavoro, jfj,. eécontemporaneaa ^ riconsidera costantem ^ Giovanni 1897 1898 1900 1901 1902 1903 1904 1905 1906 1908 1911 Nuova edizione di Myricae. Matrimonio di Ida. Si tra^feriscecon Maria in una casa a Castelvec-chio di Barga, nelk valle del Serchio. Vlene chiamato come DmfeL re straordinario di gramrnatica greca e latina all'universitä di MeS-" na, dove rimane fano al 1903. Pubblica ľantologia latina Lyra. Príma edizione dei Poemetti; quarta di Myricae. D «Marzocco» pub blica la prima versione de U fanciullino. Esce ľantologia latina Epos. Pubblicazione della raccolta di saggi danteschi Minerva oscura e del-ľantologia italiana Sul limitare. Edizione definitiva di Myricae. Pubblica la raccolta di saggi danteschi Sotto il velame. Pubblica ľantologia italiana Fior da fiore. Riesce ad acquistare la casa di Castelvecchio. Pubblica la raccolta di saggi danteschi La mirabile visione. Prima edizione dei Canti di Castelvecchio. Versione definitíva della prosa U fanciullino, nel volume di saggi Miei pensieri di varia umani-ta. Ottiene il trasferimento alľuniversita di Pisa. Poemi conviviali; Primi poemetti. Succede alla cattedra del Carducci presso ľateneo bolognese. Odi e Inni; Nuovi poemetti. Pubblica gran parte delle Canzoni di Re Enzio. Poemiitalici; PoemidelRisorgimento.Céebraľimziodeilaguenzdi Libia con il discorso La grande Prolétaná st e mossa. Muore a Bologna il 6 apríle. 513 n ^ sue prime poesie vennero pubblicate in varie riviste o in edrzioni per nozze L^d» annj^ttantaj testi piú nurnerosi e consistenti apparvero tra L89 e d aouUa poetico fioÄIlVltanuova»(einparticolareneU'agostodd 90ungruppo d^ot-^ieperlaprimavôT^ UedizK>ni jgg^djW vera e propria diM^costítutta ^%tľ&^ ^^m^d^ruc^ä la lacioltäassunse^una dancns g g^M^n**-- , egodé oTunTrn^ol^rcblaaone con la scc^,a^/|£^Ftä-pfima volta ed ebbe varie modification! in una nuova veste del ,894 0- e 1e P ji S^Pare la dediča alia tomba del padrel^aggmnse ^^Ä^ definitivo nella quarta edizione (1897):^^f^^J^^unniNo^í U s'«enti ancora in quella successiva del iSSflJ^^fjp^et, aleuni dei qual. U no-V Poeta aveva variarnente Wato^^nuow*^^ uMpnma *. "scirono a partire dal '96 sul^M^^^S^ 5H Epoca 9 La nuova Italia (1861-191°) I Canti, i poemi «storiciw-"t Ic poesie «civili» Edizioni postume Un classicismo delle piccole cose La metrica edizione^cuise^ TOTStrTpoemetti indusse PascoH a dividerli in due raccolte distinte, iP^ Z^i^^NuniňpoemeUili^). Parallelamente, a cavallo tra i duel^ Tni-" r«' * t —* ^etälavorava aÄngeneri, con componimenti che apparyero in sedi diverse- a, poesie che mntinuavano in forme piú ampieil «genere» áxMyncae e vennero rac I ---------^m^limß' ' Mf™ratl alla tomba della madre i Zanti íurono variamenté ampliati fino aHedizione del 1912, curata, come tuttelea] tre edizioni postume, dalla sorella Maria); h) poe.mi di materia ^re^r- in ' narte apparsi sul«Convito» di De Bosis (cfr. 9.6.1) eraccoltipoi nel 1904 col titolo Pnemi Convivialkc) poesie di tipo « civile», con propositi morali e celebrativi e spesso su temi di attualitä, raccolte nel 1906 col tüoloOdi e lnni e accresrň ,tQ all'edizione postuma del '13; d) poesie «storiche». risalenti agli anni dell'insegna-mento bolognese e costituite á&YíeCanzonidiRe Enzio, apparse in parte nel 1908, e dai Poemi del Risorgimento,h cui räccolta usci postuma nel 1913; a questo tipo di pöesia si collegano 1 Poemi italici (iqii), uno dei quali {Paulo Uccello) risaliva a] 1903- Non va poi trascurata l'ampia mole di testi poetici che, distribuiti lungo tutto l'arco dell'attivitä di Pascoli, furono raccolti solo dopo la sua mořte: testi minori ma non privi di interesse come le Poesie varie (1912) e le Traduzioni e riduzioni (ion, dove si puö apprezzare la straordinaria abilitä linguistica e mimetica di Pascoli); e versi di grande valore, anche se appartenenti a un ambito specialistico, come i Gr mina latini (1915: durante la vita del poeta erano apparsi solo i testi premiati ad Amsterdam, in edizioni apposite a cura degli organizzatori del concorso). La nuova poesia di Myricae. Con la raccolta Myricae, contenente alcuni dei primi testi pascoliani, ma variamenté accresciuta tra le edizioni del '91 e del '97 (cfr. 9.7.2), si rivela una poesiainuovaahuojtatojM da incrostazioniideologi- che^die^cond^sa 1 caratteripiúorigináli tvm?T7p,-c, p^rnbana. IItltotoe spiegato da unjgigrafe, che adatta un verso ávV'k^o,arbusta iuvant kuné squemyncaf^^noM^^^^ tamerící": esž553I£ačTfr k vita 53Eľ t una£°^i breve relSkoľďTn^^pin .emnlici aspetti del-v£io IIT Ura' a Un m0nd? Cdm^ di piccolo cose. Riferendosu ^b^Z7ceTÄgame Í0n la P°esia carducciana, ma se ne Jistiny do Mario Luzi ľinterľíľ lncessantf mente come m una « rapsódia » (e ^ rotta rapsódia) ^ Pascoliana si configura proprio come un'mint* ta in modo díretľo alle piccole cose, a« Slmierealta Hontmi) che apre ifHi attivitä agric nostra tradizione Ma non ě solt l'aderenza alle pic tihTha definito « supera i parametr tráverso puri suo; Puso - con una Tr TECNICHE, tav. 21 zioni di immagini TERMINI BAS Ľ io) Questo lingua precisione, ma ch< mistero^da qualcc dietro quelli che ] jnusica sotterrane; ai sensi del poeta < zioni sfuggenti, in; vediamo piú indiv fondono con la vil poeta sono"intent! che nsultano tante dietro una serena; GENERI E TI Onomatope Dal greco otto produce nelle pai limitarsi a una ser diverse, da cui ris propria trascrizio Abbastanza rara -presente nella po* ad esempio nella t cocco per te!»,e 1 nello della biciclet 9-7- Verso una nuova Poesia: Giovanni Pascoli K ma la composizione di ^c distinte, iPwnih(K,_ cavallo tra i diie^secoTTTT >arvero in sedi diverse: a) d\Myricae c vennero rac-aTIa tomba (kila inadu- i i, curat a, come tutte le al-■utiu-ria «urt-ca>> in gran olti poi nel 1904 col dtolo siti morali e celcbrativi e / c Inn i e aceresciute fino nti agli anni delľinsegna-RMUľSe in parte nel 1908, e Ôel [913; S questo tipo di Paulo Uccello) tisalŕva al ie, distribuiti lungo tutto ;ua morte: testi minori ma duzioni c nduziom U91 i. e mimetica di Pascoli); e specialistico, come iCar^ )\o i testi premiati adAm-Jel concorso). 515 mi testi pascoliani, ma Cfr. 97-2), si riveJa una incrostazioni ideologi-vj&scofiana. 11 titolo e arhustq iuvqnt humile- >iu sempiici aspettidel-"oie cose. Kiferenclosi a io'tfella fmtliziohc c/a's-ma? ma se ne distingue g««r.di iliuminazioni e a « rapsodia » (£ Stfl'td^" oprio conic unininter- ieJ 94 iJ poeta design* impane») si affidanoa [rstrofcttc, a variee<,rI'' i**). MaquelJo chepiu He piccole cose, ai mo-' iosi SU Un linguaggi & e^^te'adeds^rbasandc ^nini assai precis , enc a lenscono ntl modo pHrmSHcTaTDartirol- ^^^^-^ ľ"3 Vera e ProPria«demoerazia ing ľs c 7(g' Jontini) che apre Io spaz.o de la poes.a a tanti nomi di pianíe, di L cW ji attivita agncole, di piccoli oggetti quotidian], rimasti sempře estraneaUa „ostrá tradizione poetica^ - Ma non e soltanto la scelta del vocaboli a ricreare questo mondo «basso»-faderenza alle piccole cose viene assicurata anche da un linguaggio che il Con tini ha definito «fono simbohco», <Pri° le immagini delTinfanzia nchiamaHb~ la morte e ■ «r; däf«^ rhe ^ominano tutto 1 Wz^nte di Myncae.^k preiQIora che il linguaggiopregrapimaticale di Pascoli tende costanterrientee n^pssivamente a evocare presenze che non sono piü (1 genitori, i fratelli, altre i^^'i Ai bimhi e. di madri defame) j:he appaioriölacinissirne e nello stesso tempo fissate in un'irraggiungibile distanza (per la sua formazione positivisti-ca, Pascoli non crede aU'immortalitä dell'anima, anche se prova simpatia per il Cristianesimo, inteso come religione degli affetti lamiliari, deTTalrateJanza e dellasolidarietäumana)._Le sensazioni arcanerisvegliate dalla vita dellanatu-ra, il sogno e i^imstepe-ehsjsi annidano tra le cose, non fanno altro che ripro-porre la lacerante contraddizione di questo rapporto con i mortiudappertutto il poeta sembra interrogare qualcosa che vuol esistere per forza, che si presenta alia memoria in modo ässoiutö, e nello stesso tempo non e, non puö tradursi in una comunicazione e in un contatto reale. II continue* richiamo ai morti da luogo a una sorta di struttura narrativa, che si defirrisce sempre piu esplicitamente nel corso delle varie edizioni diMyricae, anche grazie alTinserimento di una sempre pin fitta serie di poesie legate alricordo cteTge-niton e dei tragici^ventTcTcirintan/ia: dopo un componimento in terzTne (il solo lungo cbmponimehto di tutta la raccolta), llgiorno dei morti, che apparve la prima volta nell'edizione del '94 e fa da introduzione, le poesie sono raggruppate in nume-rose sezioni, che propongono sottili rispondenze tra immagini di vita della naturae immagini di morte: manifestazioni e movimenti del mondo vegeiaJe_e animale re-stano come sospesi, vengono continuamente confrontati con le tracce di vite per-dute, interrotte, non vissute (e ritorna ossessivo il ricordo della morte deljpjdre, come nella celebre composizionexAzosto. i8<-)6). II presente si sovrapponejionjgl-tanto al passato, ma anche a cioche poteva esseree.non e stato e nonsara mai pifrij sögnäre del poetaj^orrebbe collocarsi entroTsognare dei morti stess^gräz^.güg lirüaäggio che vinre la lontananza; vivi e^dejanti obbedisconoTuna misteriosa vo^ lontä di comunicare, mainnumerevoli segnTrlvelano rimpossibilitä di appartener-sjja costrizione a restarTdehrütiväment'e separari I rnnffi sonn in contatto con i vi; vLma con una parte di lnir>7K^^r, pi1^ pM1 P™rr7 (cosiiajriamma morta continua adaccarezzare« i riccioli d'allora» del poeta); ei vivirisentono in se gli attiele sen-sazioni in cui la morte ha sospeso i loro cari (cost il poeta rivive nella propria persona d pianto del la madre morente:.« e sempre a gli occhi sento che mi viene / quell* che ti bagno nell agonia / non terminata lagrima le ciglia»). Gli annunci di morte njjscondono anche neue voci degli uccelli (come nel bellissimo L 'assiuolo, 1F97) c * e contmuamente toccati da qualcosa che non si conosce e non si riesce a decifrare (come ne U baao del morto, apparso la prima volta nell'edizione del 94) = si affaCC? dunque una suggestiva poesia del «nnn „^.^ (come ne j due cugint, 1896, sul-deUa n S VuUavui Perenne «"iwre tra un birribo morto e la cugina cresciuta, al ^^5^ natura e deU^ stagionifdall-incanto del sole est.vo ^eddo pulj^me^-n^g) si cohlondono cosTcTquelle di un sogno in cut * ^llaP< Con^lor0i (legato fort " conoscesse L eradicate neUa jetpiüchesvil esiaaun biso .^efu») e di mmecKezzae ( hbüto, sul Sabat spesso, intenden edel dolore). Ve izareilsenso de queöb celebre d i^epoipubb '■'mania (cl dvcorn. 97- Verso una nuova poesia: Giovanni Pascoli 517 dal are Lla co- ee Itre sso sti- sril sa e atu- 5ro- utto inta si in he si nche Hge-solo •rima ume-urae le re-: per-g,co-nsol- 1 quel sa vo-tener- »n i vi-ítinua ľe se'n-perso-quell* orte si cifrare ffacc«« 16, 1 cu> ^ppnnpono la vita dei vivi ejajáia dei morti Bpblemgrici in tal senso alcuni versi di Ultimo sogno (un testo che apparve nell'edizione del '94 e che chiude la rac-colta a partire da quella del 97): « fruscio / sottile, assiduo, quasi di cipressi; / quasi a'un fiume che cercasse il mare / inesistente...»; qui sta la grande forza evocativa di questapoesia, che sa dar voce al dolore e alia gioia nerdnta H^jpfrnTia (una voce unica nella poesia italiana di fine Ottocento). memori; 9.7.4. La poetka del fanciullino. Con la loro apertura verso il mistero'e ľimpossŕbilet con il loro uso delľa- II bisogno nabgia e la loro ricerca di imamusica segreta, le Myricaeú collegavano sponta- di neamente alle tendenzc delsimk>lismo (cft\ parou., tav. 193), senzache il Pascoli (legato fortemente a una cultura classicistica e all'educazione carduccia-na) conoscesse la contemporanea poesia europea. Le idee di Pascoli sono inve-cerädlcáteňellasua esperienzapersonále: egli nonha"una mentalitaspeculati-vae, piú che sviluppare una vera e propria teória, preferisce ricondurrgliiúa gia a un pisogno esistenziale di memoria_(convinto che poesia «e riviverä ciocnetu») e di rapporto con le cose, che egli coglie nella" loro spontaneita e1 immediatezza e con ossessiva precisione (come rivela la conferenza del 1896, 7/ ' kbato, sul Sabato del villaggio di Leopardi, un poeta a cui Pascoli si richiama spesso, intendendolo soprattutto come poeta delia vita quotidiana, del ricordo e del dolore). Verso gli ultimi anni del secolo egli tento di precisare e raziona-lizzare il senso della propria esperienza in numerosi interventi, tra i quali spicca quello celebre dal titolo II fanci^no. -apparso in parte suL«Marzocco» nel 1^97) e poi pubblicato in lorma piu ampia nel 1903 nel volume Mici pension di loihunu (che raccoglieva conferenze e saggi sugli argomenti pni diversi). " a quelle pagine Pascoli giustificava implicitamente l^attenzione prestatá dalla La meravig] sua^poesia al mondo deU'infanzla^lnuovendo dalla constatazione cheälľinter- delfanciulli "Q di ogni uomo vive~nn «fanriiillmo>>: un «lanclullino» capace di vedere «tutto con maravjglia. tnttn mme per u prjrnü ynlta.» con occhi intatti e pri *%aLe dlcomunlčare con la reafta piú agentka. II poeta ě colui che sa dar j'ocea questo « fanciullino», che ne usa le qualitá per il bene di tutti gli uomini: 'averá~pbesia e, sempre espréšslone del «janciulliuo» ehe e in noi, torzaorigi-!fe capace di metterci in rapporto con le piú semplici emozipni deü lnfap .cil nsvegliare la bontä e la solidarietä che dovrebbero aecomunare gllindi l'iaui. dit^I«™_: Vldul dipalesare i bisognie4eesigejB&Jegliuominipiúcomuni.Essa esprime^ Jjnodo^ssenziale ľamore, da intendersi noj3_corne^ajsione ed esperienza..^.^a Ľispirazion civile ^ w3ricTm^nÓmeroľa ciéčopoeta che coglie una n --vw\.in,iqn. 1 qiimn., vi« iiii-vi'^v^"------ —_— essuale, ma~come comúnícazione fraterna e infantile_ Lapôe^rassica, specehio ^m^M^Cimänira, sapeva dare libera Jesjjone a questo « fanciullino >^ŕiu^^dQglicompitlillfidiicaziOM luProfonda di quella apparente. II poeta-fanciullino ě «ispiratore di buoni e lv^Urni7j7r^potrin c familiäre e umano^puo non solo camareje^. SS5^Tpaiticolari piú nascosti elHa^eTď^ e epiche, celebrative, educative. ,,8 EP°al9 La nuova Italů (1861-1910) (v . CI1„perisce al pubblico contemporaneo una sorta di oppos o ar^^^ü va moko al di la di tale programma, al quaí a Piú autenttca poesia f^o* ^ ^ pale tr0p ÄÄĽe certo nioralismo. Dietro il «fanc^; iZt^ľ^ň e sofferenze, che ne! mighori risultati delia Pascoüaffioranoinmodisorprendentie laceran 1; c einfatt, ,1 tentativod]? Una poes'a rascuu VOce, di far parlare desideri assdurT^TT1^ iáciale.al suo meto Ji cfotruzionq c d. morte; e c c ,1 desider.o di J -g^e^Telre]^^ impossibiríafTettíjn P^rTjlgňgjygiva dellapoesia, ě anche ver^>~cn^propri0 ú quanto tale püo attingerc ai valori piú veri (e ciö spiega traTaltro il šifn grio nella poesia latina, cfr. 9.7.7)- CC- -proprio in tra 1 altro il suo impc. I Poemetti. Una misura A differenza di Myricae, i Poemetti (per le edizioni, cfr. 9.7.2) sono compo-piú ampia nimenti piújunpi, costituiti da brevi serie di strofe di endecasiUabi in terza ri- i la serena vKäBélIáääg; Mok* ma, che hanno un pacato andamento narrativo e in cui la šeřena vita ^ ra ě quasi sempře fíltrata attraverso il fapporto tra figuře umane. In questarac-colťa si sente il peso di un^tenzioneideolog^ca, Tegata allé^prospcttive dd Fanciullino (apparso contemporaneamente alla prima edizione dei Puemctttl: il pom vunle infatti esaltare i valori autentici della vita campestre e fomireai n rifugio lettornm_modello di resistenza al <hmlmamu^ logia pijUecmca del layoro agricólo al parlato píu spezžato (eccezionale a tal propo- sito il dialogo Í due orjani, apparso per la prima volta nelTedizione del 1900, sospe- so in vibranti squarci di silenzio), aUeJingue su^uoieie_[come nel lungo poemaiia^. apparso nelTedizione dei Primi poemetti del 1904, che descrive la visita a Barga di una famiglia emigrata in America, intrecciando continuamente italiano e inglese). L'ideologia, specialmente nei Nuqvi poemetti] assume una rrmnptazione agraria II valore epatriottica: dalla forza del lavoro italiano trae infatti auspici per un espansione na- dellavoro zionale che consenta di vincere la piaga deU'emigrazione. Tale orientamento com-porta la costruzlone dl vere e proprie allegorie, cne danno alia vita campestre un si-gnificato morale, e vengono a rappresentare categorie astratte e valori umani eterni. Ma qualche volta dalla stessa allegoria germinano significati oscuramente dolorosi, con risultati assai intensi (come II bordone e II vischio, 1897). ^E, al di fuori delle intenzioni ideologiche del «romanzo georgico», nume- l componimemi tQsTpoemetti si attacciano sn ncordi lnqinetanti. su figure di morte, su sensa- maggiori ^moscureeindefinite Nenasronoalcunideimiglioricomponimentipasco-l'anrt^7M^Tjg97), in cui il paesaggio della campagna si dá come esitante interrogazione di segni sonori e visivi che non riescono mai a definirsi fino in iona°; Vwtalejpugmrea (1898), dominato da un fiore fascinoso e segreto, in Dtgttde purpurea -SaimediicW^Rrnpr^ nn sepno di erotism*) p di moire- Sunt Virginia (1900). sulla morte che misteriosamente viene a chiamare una suora, in mezzo aUa gioiosa infanzia delle educande del collegio (questi due poemetti nacquero da "cordi della sorella Mariů); L'a<]uilonerscikto nel iSqq, struggente rievocazio- ne4Lgioiee giochi infantili troncati dalla morte. 9-7-6.1 Canti di Castelvecchio. I Canti di Castelvecchto sono in genere considers dalla entice,come ui» Due=f ^^ntinuaW* diMyncae in forma^mm^^d^, dacui si ™\zono^ SSiGi«tf_PascoU sembra la nátura dl Castelveccho m cui e^afaticosamentericostituito dsupňklo, con il continuotornare aiuiuores^ La nuova Italia (1861-1910) di ricordi che frusttanoj^ lsegreta 10 si in. pre- le presenze di un pacsaggio piu antico nelle nuove sensazioni ^ SSazionipre'cedenti: si tratta anche qui di «canti d uccelli», che f^S^š^^fS?^^^ e^divoigono protesta disF< )elio Non voglio che sian morti»). Un to Anche qui la metrica ě moltovaria^si sperimentano diverse combina2i0nj to di versi e strofe: ma i cömponimenti sono piu ampi di quelh di Myricae, non SI configurano piú come iíluminazioni ímprowise, ricavate da singole imrnaginj o dabreviassociazioni, ma come discorso disteso, spesso costruito con un rit narrativo (che puö ricordare anche la vicina esperienza dei Poemetti). La JSp^Jzióne dei vari canti ě attent^mente^^ata^ con un «ordine laterny coŕsuggerito dal poeta in una lettera all'amico Alfredo Caselii (1865^) del7 agosto 1902: «prima emozioni, sensazioni, affetti ďinverno, poi di prima vera, poi d'estate, poTd'auftuTnó, poi ancora un po' ďinverno mistico, poiun po* di píimavera triste, e finis »; la raccolta si conclude con alcuni canti dedirari alia morte dei padie (Cornell célebreLtf cavaLla storna, ioo^íe con una sezione //ritorno dLnove cömponimenti intltolata //ritorno a San Mauro, che esplicitamenten-a San Mauro pgrtaju luoghi e alle irmnaginl ďeľjnfanzia, a quel mondo originario perduto chelapoesia diCastelveccnio tentä appunto di resuscitare. Dromanzo La raccolta sipone cosí come un rornanzo lirico sul ciclo delle stagioni, sulc delle stagiom emozioni suscitate da un mondo campestre in-cuiil poeta s^profonuffiftlasia direndersi dal resto del mondo: ľuniverso vegetaleeanimale poträ ínfatti teoe- j re lontana la visione delľorrore e del pian to (ce lo dice la bellissima poešläN^ bia, 1899: «Nascondi le cose lontane, / nascondimi quello ch e morto! / Ch'io veda soltanto la siepe / delľorto, / la mura ch'ha piene le črepe / di valeriáne*). Ne^animata solitudine di questo microcosmo, il poeta spia e interroga suoni ingjEriiM,traüievoBj, jmmagničh^ruHan^^ """"f m; ascoltando la vita del paesaggio, egli si confronta con tutto ciö chehape^ to e che non ha avuto, fino a voler vedere ciö che non puö vedere, a voler sap* — „eratvisľľ L^rdo si allarga cosí al movimento deľunívJ SfisT ^^W^rente, abitata dalla distruzione e dalla morte: eccoj t^lT T P0ema « COSn^ÍCO »ll*occo* scritto nel 1902, che ci trg . X? dl ^PaCata rass^zione, di fatalistica attesa deD'inev.t#r, vola 0ľ?!rnte^ aceor^Ca;^ ^n\h^e di segni segreti e di sogni impof* In queío ol7 "Z t* n0n SÍ sanno e che non possono esse* e il sesso, p,,-°^gginonsapere e del non essere si situanojflgr^io' Una tematica erotica i nascosta In questo ori.!U C°S! ^e non si sanno e che non possono il ^^^^^^^^^ -£lľinfan2ia perduľľ T C°me COSe lontane> rimaste meme^te^j^c^rm^c vaghe fellcgmälEI^.*gw. ^ntoělaVrtkoli^^ no strettamente ^^f^^SSBTm^ grandi po^e^: deI divieto, teneS^QdeU,i8n°to> velate fantasie sessu^ a e dolcezza inappagate. Ricordiamo m P ignora 1 es strazionec e che aliud ze dell'ami maternita 1 «fiore imp (1897), s°g gnata a tes La mor gnajlismitl a riconosce emerge da c proprio sgu lo invitano ddnulla (Li culla (« Son soTve in «ui parlano una desiderio di gracchiare d senza fine « questo conv< ne dei dolor« resistente de 9-7-7- La Si ě det capace di narrrenre if zione cont< impégno p umanistica latino, da ei tualitá, rief ma si leganc sultati sorpr certamente 1 compiuti a L ma del suov un passatol soluta, dLEÜJ presenteL£.n< 97- Verso una nuova poesia: Giovanni Pascoli 521 5g»o si £ , v;vepe. di?Perata E >o non binazioni ?<\non si immagiňi -on un rit- (i865-I92l) di prima-ico, poi un nti dedicati ma sezione tamente ri rio perduto agioni, sulle ndaTpiasi a infatti tene-pocsia Neb-rto! /Ch'io valeriáne »)• rroga suoni [tre immagi-iehaperdu-volersapere lľuniversoe ecco^ra íyjwaggiore (1902), in cui lo sbocciare nrim^T^ilo jji * r Si delia maternitä la fanciulla che dormene^ľ u * ľ"'11'3 sflora11con lS g 1V>' ienora 1 espenenza deua sessualita^I/^e/jp^Q notturttn tren; j„ rpffi v , s?razione di analógie tra leggeri movimenti, «5SÄHiÄn1£" p che alludono a un invisibde evento nuziale (la noed-, f, " L matCrmta irrealizzata, che fa emergere, vivere e svanire una'figura di banľbino! <iul»-x .i».»-..». --i tun. u.i imm.i.Mii. »lY II« vi..........,,,,,„,,..... vm.ttwpU*l,«,»,l,eim nl liionlo >l»l I .iiMi.iu.Min.m- <v,im,.iu Uil,lUll|1(, ' lMH-t.1 «V»0. »»•> ». h..ii.iiiv... iii» Ullt'lll i ill vii,. .|..,.l.,l.„,l.|, dliMs,,,,, 1MlluoU.cspoNM»iu.u^i«>..li K'.livr.m'v.» »•.»,» v mtlirt ttluiUIu •.......... p1xmiio.lin..\vt>»uiiiirM4HiM»n..ří»í.. ■ > • »l»*l» <» «» n».-.-..v. . I. -i.,]!.,.....iR| trt,ťstHvsti.>U\»tiv»i> 'Ml' > " '•('• l1, 1 m,,lr' "M1,11 ,u'"" .lilcsdJi i »;», MumotU, ' ix'rtlfrtli. »inia 1»».»» s.-,.«.ľi» »■ m.linVii:. SpiYlillnunli- i ptu-ini (iiidIiIi.iiiiii \ ,S.,i.v ». \&}),T.IHU''1 I;1''...-/.•». 111. »»|.....I" \p.»ll». /... ovsutufoootioumsort it ».Iisoi-pitiulonic tiillo nel passum,«In- m .illul.i., n„| ^lo.li »-Mivn.il niluuv/n, »onu- Niiivulo »u-iitn>l»- ľ»»inu- nun(«• .1« ll'miiu „ ľ,„ im m. lintfuiiUflio »lu- slum? ill pir/iosisnto mulu loso »lill.i p»km,i , Um, ,,u,, . Mount imnlottri »Iii Pitsa.lt in italiiino ( Vilo .i 11tit 1 »i »Ii im ftiill»» .li mih mi ,„„, abnorme, hi »Iii pcrlWionť sen/u tempo » len im »iiľioso ellrtlo ,li iilliuluu/ionc 9^Gw«i/í iiW'/i«)«/; i/i// Poemi Convivitlli.// ľocmi del Risui^mu-nin Unuiiwuulct Con i Potmi CtHtVtVhll/ (i »)<) PrtSColi ci pľopotu- lill.i poesl.t cla.vM».bIi»h f\vwi .miWi uuliuno Uvi Io piú in lasse di endeuisilluhi sciolli, Silk», p.u In »asi »Ii sliuliiiM> sum- combiiM/.iom »Ii strnie) »Inluaia al moiulo f,u» »> c Orientale prendendo spuiuo haspeln sccoiuliiri del niitoedcllit slona, sus» itn uimosfcie»Ii misteru esplom !-n'\ i;',h di desiiíeri i- iiiuÍm/íoiií, illiniini.i limite»líc uspituiioiilkili* scňi/ae seojmmo la v.tniiä del sapeiv Sul pulo e la slona si pioielian»'»« sensibilita, 1 nujuieiudiue. il languor? ňiojerni, mu il milo ť sollo il "'K"0'1' nu cnuli/ioiK-ossossiv« (iivwiiihih- na ľrtiiro m-ll.i sedla pcicgiinu ncllu miiut/.ia »Um um mini t oniuti sul met o Ulitico) cili un'clcgiui .i h»H"'" ;;== ^^•'•Mu»va.1||\1lnuonl.lľ(h-s1.lsi;,Mi.;;i,l1,,,Csn».A,.»lu»». H^ľl 1 f lUinui^ninu, .lu onoscvn/.,,, „ty, solichuie.il e ..II.« Imicllrtii/« u-™ ;;^«;«« M. •]nu».iH novcHti, del V.uiuclo. Tni i pocS- P« 2 S*.1^} slllLl vcrliginosn í moriulc clclľ.uuoir; , , AlÍťL ir,ťmca,UMuK'Jl 1 1-1—.or.»Mh.^'v. oii .....s M;ul ,,h,,« "n po' vuoii )',i» »clii di dclornw/ionť linff**" , '-í::;;, ^í^^-^i,.....,.....,»»■ 9-7- Verso una nuova poesia: Giovanni Pascoli rarcpka Odi e Inni{io.o6), dove talvolta si ricorre ajjgureallegoriche (come nell'or-ribileode ď apertura, La piccozza, 1900) e prú spessosi^^nde spunto da occasioni d'attualita per enunciare massime morali, esaltare il lavoro e il progresso umano, formuláre perorazioni di tipo nazionalistico. Altrettanto insopportabili sono i Poe-mjitaliä (con ľeccezione delle delicate e volutamente ingenue immagini francesca-ne di Paulo Uccello), le Canzoni di Re Enzio (faticoso tentativo di delineare un'im-maeine del Medioevo bolognese, quasi uri compíto pagato al molo dl poetá-professore neU universita di Bologna e di successore del Carducci: ma vi sono inte-ressanti riprese e combinazioni di forme linguistiche della poesia medievale), i Poe^ mi del Risorgimento (incongruo tentativo di proporsi come poeta epico della nuova ItaUaLLdue rétorici e magniloquent! inni nazionalistici scritti nel 1911 per le cele- Gli inni brazioni del cinquantenariddel kegno ď Italia, In duplice versions, laTlŤ^^^liuii^^ XlnnoaRoma e Vinno a I orino.La. vera poesia del Pascoli non poteva essere in que-ste esibizioni di voce sonora eúfficiale (spesso a gara con i versi ceíebrativi di D'An- jBamoi^restava attidata a una segreta intimita, a uno spazjoijntano dai clamor!- della storia e dalle ambiziose "ideologie ehe perčorreväno ľ Italia all'inizio del secolo ^Tjfy^ascoli critico e prosatore. Privo di mentalita critica e teorica, attento soprattutto ai problemi che coinvol- Una critica gevano le sue esigenze piu intime, Pascoli si accosta ai testi letterari con l'mdinazio- Tntenorizzante--- ne a farli propri. a considerarli proiezione dei propri hig"[y-" ^ della propria ser^iKTT-^^---- Uta^ciö ě evidente non solo neue ritlessioni di poětica (come quella del Fanciullino, err. 9.7.4), ma anche nei vari interventi e scritti critici, come quelli su Leopardi, nel quale egli vedeva per ľap~punto_un «divino fanciullo». I maggiori lavori critici, su Gli studi danteschi cui egh si concentro puntigliosamente per diversi anni, sono quelli su Dante, inter- ■E-S^P secondo una sottile chiave simbolica (come un mistico ghibellino) cheltr- sato molte riserve nei critici del tempo, ma che ě stata rivalutata dalle tenderize piu J^ecenti della critica dantesca: si tratta di ben tre volumi, Minerva uscura (1898, usci-- t0 m parte a puntate sul«Convito» nel 1895-96), Sotto ilvelamě (ííjôôre La mirabi-fe visione (1902). A parte vari altri scritti d'occasione, il lavoro critico di Pascbli pro- Le antologie duce i suoi migliori risultati in alcune antologie scolastiche, organizzate con piena scolastiche disponibilita alia comunicazione con i giovani, che ebbero grande fortuna: le anto- f gli scritti Jpgiglatine LvraJiR^ ed Epos (1897) e le antologie italiane Sul limitare (1898) e celebmivi IÍ2L^fiore (1901). "- ^^jaspirazioni moraleggianti e^celdörativelegate alia poetira del lanriullino, ma.:, nifesjatesi molto presto neUa sua poesia- trovano espr^irme pin dirma in numero--, S1 scpttun^fosa:^derivatľspesso da disrnrsi H'™™»™"» (ma nntevnle interesse ha anchěTařupio epistolario, pubblicato per ora solo parzialmente). La prosa del Pascoli ha un suo particolare tono dirpacata^»vefsa«eft^embr£_^n'arnbigua v'olersi presentarc non ctime operazione letieraria, ma come vq_cp fraternad i liomn cgrdialita -S^uneTcKe parla con cordialitä ad altri uomini comuni; questa bonarietä nascon-Qe tuttavia lín incictí»r>tř» \7itt1r niemo- ľ autore sembra semore oronto a rivendicare contro orze ehe ostacolano e perseguitano i« buoni»J>u questo fondo si sviluppa Tra umanitarismo e nazionalismo SUo nmanitnri",mo che gin nlľinH" AtA Novecento assume un orientamento na-2^onaIisTtcor traducendosi in esaltazione delľantica Italia aprirola e lavoratriceTjn Sjpiqó di un nimvo e prestigioso ruolo nazionale, capace di porre fine alle softe 5*4 Epoca 9 La nuova Italia (1861-1910) Una retorica vittimistica renze dell'emigrazione. Negli ultimi anni, nel suo ruolo di poeta suCCéssore di Cardotci, Pascoli manifesta questa sua ideológia in djP e - D^nnunzioTquella di Pascoli e una~řětorica vittimistica, venata dl~~*****u<*'tii sorra4i,--tcsa-a m-endicare i diritti di un'Italia povera e umile, má m rcvi fo**** dezza etica (e che nelľespansione coloniale potrebbe trovare uno sfo^^í^1' operosifä onesta e civilizzatrice); una retorica dunque non trionfante8° ^ SUa re, ma che si radica profondamente nell'anima piccolo-borghese italian^"' da oscure tensioni. a' Percorša yjAo^ascoli e la poesia del Novecento. La prospettiva Vista nel suo insieme, l'opera del Pascoli sembra condensare in se qli ideali piccolo-borghese di una piccola borghesia agricola, impegnata nella difesa del proprio spaziö cöntrole laceranti trasformaziöni deUalmnriernitä. ma che non rinuncia totaT m'ente agli ideali posmvistici, a un yago laHg™o ™\ftnr risnrpimentale eT una generica fiducia nel progresso: Pascoli ricava da questo orizzonte piccolo-borghese una prospettiva dl sol^*"^ n*™™!*, ipotizzando un'alleanza tra le classi che metta capo a im imnerialismo con venature sociali e umanitane. A questo orientamento si collega anche l'uso che della poesia di Pascoli. Epä* professore, si e fatto nella scuola italianada tematica jnfr1?1? f familiäre, gli at teggiamentT^lantropici e moraleggianti, rintenzione. manifestata dallo stesso autore, di nvolgersi alle «anime gioyanili». hanno originato in gran parte Novecento, una interpretazione edulcorata od oratoria di questa P°£iliri-jr come modello di «hontä», come costumata rappresentazione deü in 11 come esaltazione di valori domestirir civili e patriottici. . ^ prospettiva Nel corso di questo capitolo si e visto pero come lapiü autentixajge ^ simbobca scoliana sia dominata_dauna tensione straziäntejn uii^SfePir^u0i cheTeconierisce una^rzäjönoscitiva_sjngöTare^che va n^g^L^i^ferne orizzontisociologicie ideologicie che la coüega alle esr^Sepi" IV 0 della poesia europea della fine dell'Ottocento (Pascoli e ü poeta ltalUfj$. piü si awicina, ma in modo tutto originale c senza condividerne 1 supP ^. Novitä turali e teorici, alsimbolismo, cfr. 9.7.4). E d'altra parte essa, benche si —b ^QÄ^^Lclassicismo e assuma alia fine una immagine uftjgjj^ La matoria haradicalmentemutatoľ ________„to ľorizzontedel lmgua^^|^S ffi ponejidoitěome punto di riferimento essenzialeTássai piu crepUsco^,r, nunziana)iper tuttelejmove esperienze del i^vec^S^---Y^jo^^ ermetici, da'ŠäETaMontaTě. Ouesti ipunti essenziäü in ^ ßnitivoa^ ľápportodato da Pascoli alrihnovamento della poesia^j1---^ ^0 no^di una secolare tradizione: nn jn un»ser^ ' i. apertura alle cose, e infiniti nuovi oeaettiiehe si incarna11 9-7- Verso una nuova poesia: Giovanni Pascoli 525 ^bolimaijisatiprirn^aU poesia, in una vasta nomenclatura di matrice addi-rittuňwuča); 2 plnriliriguismo, che ya dali inserzione dUlejTjeniLfonosimbolici (cfr. 9.7.3) alTuso di lingue speciali e straniere; r^tn^a_es^spensionedglritmosintattico. asostegnodegli asp^ni gjpihnliri 4. cpprjmentazione metrica, con frattura del ritmo del verso_^dell'organizza-zionestroiica- 9.7.11. Nuovi tentativipoetici fra tradizione e innovazione. Tenderize incompiute Esperienze isolate Questo paragrafo ě dedicato ad alcune esperienze poetiche minori, che si svolsero soprattutto negli anni a cavallo tra i due secoli e che non coinddono con le prospettive dominami alia fine delľOttocento cui si ě accennato in 9.3.8 e in 9.6.2 (quella del classicismo carducciano e quella delľestetismo): esperienze ehe nascono spesso da una scontentezza del presente, da una ricerca di novi-ta, ma che non riescono a definirsi e a realizzarsi in una forma compiuta. A una sensibilita romantica, espressa in modi tradizionali, ma con lucida chia-rezza, si possono ricondurre i versi di Vittoria Aganoor Pompilj, padovana di origine armena (1855-1910), nei quali si affaccia il motivo delia difficoltä e delľinde-terminatezza del comunicare. L Aganoor ebbe una lunga corrispondenza epistola-re con un piú anziano poeta romano, Domenico Gnoli (1838-1915), direttore delia Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele, legato al classicismo delia scuola romana (cfr. 8.6.2), che nel 1903 diede voce a una diffusa esigenza di rinnovamento del-ľorizzonte poetico: nel volume Fra terra e as tri (pubblicato come opera del giovane Giulio Orsini, pseudonimo che GnoU continuô a usare in raccolte successive) fi-gurava una poesia, Apriamo i vetri, che suscitô grande scalpore, poiché ľautore vi annunciava la morte delle vecehie forme, la necessitä di una nuova « freschezza » e di una nuova vita; ma le forme usate dall'abile vecehio poeta, mascherato da giovane, restavano legate alia tradizione, definivano solo da lontano, in modo vago e astratto, nuovi territori e possibilitä ďespressione. Ricche di interesse appaiono alcune esperienze che si svolsero tra Piemon- Arturo G tee Liguria: in primo luogo quella di Arturo Graf, nato ad Aténe nel 1848 da padre tedesco e madre italiana, in Italia dalľetä di quindici anni e dal 1876 pro-fessore di letteratura italiana alľuniversitä di Torino, critico che seguiva i me-todi delia scuola storica (cfr. 9.3.7), ma nutriva una grande euriositä per i moti-vi tematici e simbolici: la sua conoscenza delle piú varie letterature europee, il suo razionalismo rigoroso e la sua simpatia per il socialismo inŕluirono notevol-JJiente sulla cultura letteraria delia capitale piemontese, dove morí nel 1913. Nel complesso delia sua attivitä la poesia rappresenta una sorta di zona d om-bra: essa presenta moduli romantici, ma complicati da simboh e tematiche fstetizzanti e decadenti, che ľautore controlla con lucido ngore stilistico, nel- jntento di riscattare una materia involgaritasi nel consumo del pubblico bor-^ese (tra le sue raccolte poetiche si ricordino Medusa, 1880, e Morgana, 1901). 526 Epoca 9 La nuova Italia (1861-1910) Enrico Thovez Ceccardo Roccatagliata Ceccardi Of-ar-fe A una poesia come espressione di sentimenti essenziali ed eterni, radicata nel oatrimonio romantico, ma insieme sensibile alia reaJta contemporanea (Hno a r Lneere effetti di «parlato» e di diretta conversazione sentimentale), mira Up ma delľadolescenza (1901) del torinese Enrico Thovez (1869-1926), espeno di, te e di musica, acuto e polemico saggista, che nel 1910 pubbhco IIpastore, tigrej( la zampogna battagliera e spregiudicata analisi delle insutticienze e deUe arretratez-ze del Ľnguaggio poetico italiano, condizionato in maniera negativa - secondo lui -dal modello del« pastore» Carducci, del quale i poeti successivi (e in primo luogo D'Annunzio e Pascou) avrebbero sviluppato gli aspetti rétorici e accademici, senza peraltro condividerne l'impegno morale e civile. II modello carducciano agisce anche sul genovese Ceccardo Koccatagliata Ceccardi (1871-1919), ehe sa pero elaborare un linguaggio originale: duro, essen-ziale come scavato in una materia secca e ingrata. A tale linguaggio si riallacceran-no pói alcuni poeti liguri, come Sbarbaro (cfr. 10.7.4) e Mc-ntale (cfr. 10.8.4).