lC->genio Montale La vita. Nelľesperienza di Eugenio Montale ľ urgenza dei motivi biografici ap- La poesia, «vita pare meno diretta ed evidente di quanto non accada, in modi diversi, in Saba e gchi veramcnte_ inUngarejti: la sua poesia e il suo impegno intellettuale piegano subito le moti- non vlve» vazionipersonali verso una definizione delia condizione delľuomo contempo-raneo. Egii rifiuta di attribuirc un valore assoluto e istituzionale alia scelta della poesia, aspira a scrivere «sempre da pověro diavolo e non da uomo di lettere professionale»: ľarte non gli appare la via per attingere al valore originario del-liälátA&M per affermare valor i profundi e segreti, ma «la forma di vita di chi veramentenonviye». uno strumento di contatto con la reaJta del presente, čôfl"" lonzzontenaturaiee storico circostante, che parte da un ntiuto della vita, da una non partecipazione al flusso distruttivo della natura e della storia. La sua vita é ^^gstopover^di eventi e di awenture: fino alia metá del secolo si presenta non h 3 Ü c .Ilorma^e>> di un mtelJettuale borgnese, dal ruolo professionale (jjv en den™to, in un momento carico di minaccio^i eventi storici; poi essa t0 a'per una configurazione felice degli eventi. la vita di un poeta afferma-_ ^ľ~pvaí? come una delle massime espressioni della cultura contemporanea, condSr1nCcato.c disilluso verso la propria stessa identita (e-nella poesia ^arda la * ®iari°del '71 e del '72 raccomandera di bruciare tutto ciô che ri-ceoteLlie^Ja Vlta' P"va di rilievo, yissuta « al cinque per cento »).:Schivoereti-enei niT^ P lil \j| j inria esistenza. Montale usô spesso nella sua poesia Kntesi entrni •°0n ^ amici mascnerare ü proprio io, mettendolo come tra pa- EugenJQ w°cosi n°mignoli (tra questi, piu di tutti u§o.quello di Eusebio). ^rghese-ijD ?nta!e nacMue a Genova il 12 ottobre i8g6|la agiata famiglia Ľadolesccm oec°struire J| ' titolare di una ditta d'importazione di prodotti chimici, fe-^^£ne di 1905 Una villa a Monterosso. una delle Cinque Terre presse) La ínseesu8gesľenne 11 lu°g° di vacanza della famiglia, lasciando poi tracce in-^Öojto irreo ľ6 neUa poesia del figlio. Per la cattiva salute, questi compí stu- dallV ^--^^beun adolescenza difficile, dominata da un senso di di- . v(rrr'tono£n C Vcta bor^hese. Appassionato di musica, studio canto con Po^.^guirela ° S,vori; ma alia morte di questi (1916) rinunciô al tentati-rafforzatariera musicale-Forte era la sua passione per la letteratura e la a a da vari contatti e amicizie intrecciate dopo i vent'anni. Chia- old> raff Epoc» i Guctií e řascismo (1910 '945> „ matl, iBc arm, neUaĽJonobbea Parma in un corso per alliev, ufficiali, Ser ZZŽ 2 Sdtoi (dr. 10.7.15);^ P°\ &?nte1U3 X ^!rsa,; S?H^o nel ]Uglio * ' ^uen^scrirtorijiguri1 (inpruno luogo Sbarbaro, dr. ,0.7.4) c intre^,; ämbiente tdrinese! La sua prima pubblicazionc poetka ----------Kv~,11-a, 11 grup ^EE^r^^ nel 19" sulla rivista «Primu templ podi^™"T7JSUopnmoUbro.Ow»^»<,/>pM."e' 192, perleedizioni (crrDATi «v ■ | np||<, ewMO T?2, Knnó q manitesto antifascista di ^ nlr! tav 22?) Áveva íhiziáto nel Irattcmpo una ncea att.vitá di critica, ^randoavariemiste^unorizzontediampir^ * amtóz.a con Bobi Bazlen (cfr. 10.2.22), che lo invito a eggere Svevo, a cui I-dico Kli ,irrinJL±: ™"'rih„irc,no m modo essenzialc a la sua scoperta icf ^Hncontró lo stesso Svevo, che visito a Tneste, e d.venne amico d, triscrittori tnestini. in primoTSSg^aba.Nel^ conobbe ,1 poeta amencano Ezra Pound (1885-1972), e molto viva Hi HB d allora la sua attenzione alla lette-ratura anglosassone. , .. , Cercava comunque di raggiungere 1'mdipendenza econotr DATI tav. 243 Viu e opere di Eugenio Montale Nasce a Genova il 12 ottobre. Di salute malferma, compic studi irre golari, dedicandosi anche al canto. Militare a Parma, conosce Sergio Solmi. 1K96 1917 m edefle rivistesuccessive, in prin* 1 ino j,0«Lettcrattira» led 10.6.10): frequentatoredel caffedelje GiubbeRosse. fu ■^"ntpportocon i piu notevoli scrittori it.ili.mi del tempo e allafgo 1 ~ „ imTTes si e la sua curiosita per la cultura europea. Mentre gli arrivavano i primi segni di - u~. an^nzione della critica per la sua poesia (essenziali furono allora i una forte attenzione >l H- OUV.------- cYfri di Gianfranco Contini. cfr. 11.1.12), andava pubblicando altre liriche, raccolte nel 1939 nel volume Le occasionrira1itmn_ forte era la delnsione per chi. come lui, all'uscita dalla gucrra aveva guardato alia possibilitá di un liheraTismo avanzato, di oriz/ontc «europe9». legato alia continuitá della tradizione laica e iDununistica: vedeva Htalia sbaUottata tra le opposte pre tese di nuovi rhie,rii;i «mssi» e di vecchi v rr»>riri«nrri» \ji tnKintw AiAU puprra fredda approfondiva d'altra parte la sua preoccupazione per lc SOrti della cjvjlta nrddentalp, che vedeva in pericolo e in cui riconosceva le sue radiči. In quegli stessi anni, dopo una grave malattia di Mosca, cominck) a dedicarsi alia pittura, con quadretti di grande raffinatezza. I a nil vita muto sciiMbilnicntc all'inizio del io.|S qnandn fu assunto come jpornalista dal «G)rriere della Sera»: lí, e nel giornale collegato «Corriere ointormaz.one>>, pubblicó una serie"nolto ampia di interventi di attualitá culturale c letteraria, numerosi brevi racconti (la maggior pane dei quali costitui-ranno u volume Farfalk d, Dinard, 1958), vari reportages di viaggio in diversi paesi del mondo, arttcoli di critica musicale, ecc: lepagine del «Corriere» fu J^Iksc n.ica e raz.onale M, :i .-.~rn ,| rr'||, - ,, CQn h costmione a un ni|Kj,no di strmura giornalistica e div..!™^----'-- i>ir 'ascritturapoeticaITmaľ-3 °dlvulgativaj semhrô"come riďurre lo spazio usf"a nel ,„*c j . ™88'or parte dei componimenti della sua ter/a rac a e a tm _____ ,. .... 11 10.8. Eugenio Montale 285 Ai«Cofnerc J uscUa ne! iu«Tf .---e*'"' pane del componimenti della sua terza rac-I'inuMdiato éjp^^^^^m^ano a«u «™« dclla Kucrra e d WW sotterranea da mi .P00*11 vcrsi successivi resisteva comunque una * quella precedente ,Z ■ Tlta una P«sia dai caratteri molto diversi I "V6,). si rivelava pie^*10^' doP« >a dolorosa perdita della moglie ""-SS ;a7''esucc«sivr"a^fv"'um_eSatura d^), ereile sorprendenn to ""fWrsi notcvoWn?,fl GL ^ ^mquanta e Sessanta vede%-ano .man "T^^ÄliaiS "Ü^perlasua"Pera: considerawcoj^^ ,a.Par,e dypT^^Sffient^^ tÍDO ni1m;n^: „„1 „Jl. nnmin.i. SQSiJEOj culminäti nel' 1967 nella nomina ttgfcj ťifa| ICJ75 nell'asscgnazionc Ol iJü m°nl^o^^Ä^t^ 1975 nelľassegnaz.onc l^SS íl5;n9^S in una solennecer.- r^anx-nt(f, ' **« IJ era SS í' 'U' v,s^"a nclľappartamen.o m'l- U$a fin ďad 'n° . -a fcdelc démante Gina T.oss-Rjl anni *Ua guerra a Firenze. Ricoverato m una clinica di Miláno, vi morí íl 12 settembrejaSi., í suoi funeraJi furono ceJe-brati in una forma solenne ehe aveva scarsissimi precedenú nelJa storia della „ostrácultura: iotuttelesuc varičcomponciilt. J'Jtaiia ufficiaie, ormai abituata ^.uojisaspettacolarc c strumentaJe delk politica e deJJa cultura, provô varia mrnffi H flPproDriars' Ji Mutito poeta ehe a\e\a eercato Ja diserezionc. ehe con k sua opera aveva difeso le ultime possibilitá di una^cuJtura borj{hese laica , r^mn^Te. Fu sepolto accanto alJa moglie, nel cimiterdTli SanW.ee a Krna." presso Firenze. 10.8.2. Una cultura europea. issuta nelľäppartamenm i'1'1'1 ^^utpM^ľrTTr •67 M=,P«. , L.v .munal.ro n,,,,.- ^ ,'ali 1......h ,11 ImIiHi mn-Tinii--1'-----"rospettrva di una cul- hjfrm-nm tJ5HbeialeiiiuJuiu,«tpt;iu una climcnsTójgT^aílonaif. attenta an --. c"he áěU áSpgni délla lellťratura e del pensiero europei che stugg.vano aJla cul- turaÖealistica Dominante in Italia. Montale non si poT^ln d.retta opposizione_ aiTideahsmo crociano; rifiuta r.diralmente i hirori distrutttvi deUe avanguar- _ . d.edelI'iniziodel secolo, nia anche il ritorno aFord.ne class.c.sta della «Ron--_ ^- ut»TrlčorTosec la fi.n/ione essen/iale di equilibrio svolta daT^neUa cultura ^iTiana, ed accetta molti principi della stessa estetica crocana. bgl. stugge co^ muaqne 3i limiti rr»pr „n^innali» e tridi>innali HH rmnanesimn: ilmondo con cui egli cerca di confrontarsi presenta caratteri molto ptú complicati e problematici di quelli fissati dal tranquillo procedere della filosof .a crocana. In un suo articolo apparso sul «Baretti» nel gennaio .925, Stile e tradta* «, Montale rivela giä con chiarezza il suo interesse per le voc. nuove del tempo Pfesente, con una saggezza cauta e disincantata: ai hiron deüe battaglie in et-JHIiyalipiÚ o meno reecnti onponc la seelta pazicntec umile del « lavoro nu.t.le ^JBSSSvatoJTTTuo ě un liberalismo dis.lluso che aspira a un Italia europea, esSa^J^Híu"šure nazionali e provínctalt, capace di assumere in propr.oia g^ÄraJe.tu.u,,, e filosof.ca internaziüQakchepermettedicompren-— ^f^audoejitieo i caratteri della ni.-denin i -„„Jiir Um reor.1 CSta aPenur:l europea di Mentale s, collega s.ret.a.nente a. suo, stud .. Solan: proprio perehé non ha seguito studi istituzional. e profess.onal. lc suc So ,n,dlct'"-'l' sorgono sempře in piena Lbertä, da una profonda es gen a ron°SC.,tlva; "on rispondono a cri.eri \\\ scuola o a seh.cramcnt. Cd ',?telle«l'ale non professionista, ejfili si sottrae spec.almente nella^pnma in*ut v3 at,ivita- ™& anni del řastismi'' al1 '"d"iazlont" ť°mUne * I' caí tUal1 a >«i contemporane. - a sentire la cultura come lotta tra, gru l5?rapert^ Pcr una ^inosa dialeTtica tra tendenze e sch.erament. Cg . ..r^paie^Lcii sot>r,r^ jli ^řve«i .ehierament.e dellediverse tenden 'r-tŕ!'" dell'j' 1jCVr.cando di interrog.irsi fmo in forulo sulla eondizk)iie il. .sola I^i0moTl^-^^"t', mt?ní'° eontemporanr" v>,l rnntrasto tra ľesístenza rC j limitľ cli SC<'rrerc dcUa «raltä naturale e storiea, suna u,...,^ un esperienza umana priva di signif.cato e tli valore ■ di trova re J86 Umře dal mondo t Iclla rtpprwcmizionť I <■ traduzioni c U crítici Hin voce l*IC> Epo« ,o Guerre e fascismo (1910-1945) una veritä essenziale, una realtä piú autenüca^Questa problemauca si collcga XpnmcradiCidelrxnsieroesistenziahsucolefr. paroix, tav. 25,). a an M0IUj 'is .u .ana attraverso le opere del filosoto russo Lev Cestov (1866-19,8). dal quale male al pensiero di grandi scrittori come Dostoevski] e I olstoj, e del hi, sofo francese Emile Boutroux (i845-i9")' Come dirä in un'importante riflessione su tutta la propria esperienza, lo scritto lntenzionidntervista wimagmaria) del 1946, fin dalla giovinczza egli sentiva divi jtn uggo * m aBlPW di vetro»- di asPJrare in qualche modo a uscire dälitT" "mondo che'gli si presentava sotto il segno dell'inganno, dclla « rappresentazione» (termine che risale a Schopenhauer, cfr. 8.1.10): fu proprio la volontä di capirc que-sta situazionc a spingerlo alia poesia e a portarlo a conrrontarsi con la cultura euro-pea del «negativo». Questo confronto si rivolse verso quella pocsia moderna che aveva cercato e cercava drammaticamente di uscire dai limiti della realtä e del lin-guagRio giä dati: innanzi tutto la moderna poesia francese, a partirc da ^m'^lairf ma poi anche quella di altri poeti, soprattutto anglosassoni, da Robert Browning (1812-1889), ai contemporaneiEliot (cfr. 10.1.8) e Pound (cfr. 10.8.1). In questo orizzonte moderno ed «europco» si pone anche la disponibilita di Montale a capi-re e a «scoprire» autoři italiani atipici, rnme 'vin-.-, p S.*U» Sullo scorcio degli anni Trenta Montale lavorö anche a varie traduzioni, sia da poeti che da prosatori, cercandovi una diretta immersione linguistica nclla densitä del testo originario: le traduzioni poetiche (da Shakespeare, da Yeats, da Eliot, dal lo spagnolo Jorge Guillen e da altri) furono raccolte nel 1948 nel volume Quademo dt traduzioni; numerose anche le traduzioni di interi libri in prosa (tra cui B///v rWJ di Melville). Come critico egli ha d'altra pane rivolto una lunga attenzione alle letterature straniere (anche in varie recensioni per il« Corricre della Sera »), spe-cialmcmc a quelle francese e inglese. E la critica ha potuto scoprire nella sua stessa poesia una fitta trama di riferimenti ad autoři delle piú varie letterature. Ma l'apertura «europea » di Montale si rivela con forca, piú che nel suo in-tcresse per singoli autoři e testi, nella sua capacitä di interrogarsi in ogni mo .mento suüa suuazione della contemporanea civilta occidentale e OTtir modih jí^f^^ il patrimoniodivaTon razionali elaborati _0a una lung, tradiz.onc europca," Uno subito con lo sviluppo di una cultura Ä?*^^ chiusa ncirori/zontc di smgoli Pac ioTe Ire I0™3' atdlVemare planetaria-La sua poesia, in fasi e forme diverse vuol essere 1^ Ul cultura_e_dU1na tradizione laica e razionale, .tahaný igile mal odi i:... iVICenda umana e intellettuale con una sempře vigfle forza er^ U"a eccezionale capacitä di conoscei Propria marginálna e imnnr"',?" "c°nosce insistentemente i propn 1 ----- wni»v.cic 11 presente, aa atuavtio»> — mi: con una eccezionale capacita di conoscenza, con essa "conosce insistentemente i propri limiti.la lo stesso tempo si confronta cc •^SS^S^'ii^J^^?^ davanti alia civilta Occident. *col°>«U£Sa^^ Ware ancor piu essenziale, alia fine< "»-uiiosce insistentemente 1 propn ■■»»•■■ « vari modi efôtľ,.?3, C neUo stesso »mpo si confronta col baratro ľľ. ra,aPrirsi davanti alia civiltä occidentale. ^ tenuto allAcca, ^letamternazional ildiscor-reTil'čonferirhentodel ÖSajl >2 dicembre lqtsdc, . mm? Questo discorso resta 'omaňcirpSsťadalhtolo: il poeta si ritrae ~ 'vssiMelä pOí-wT^Questo discorso resta inor- 10.8. Eugemo Montale 287 ■ ijvidi connotati della disperazione»;guarda con trepidazione alia riduzione jji'irte a industria, spettacolo, materiále di consumo da usare e gettare via 8 ,. Critica e poetka di Montale. le in cui si impone un benessere 1 10 11 lavoro di critico costitui per Montale un impegno e un interesse costanti. Arte™ lotore Negli anni giovaniJi egli aspirava a fare di sé proprio un critico-poeta, a operare contemporaneamente sui due piani della critica e delta poesia. Ela sua lunga attivita critica raggiunse risultati assai alti, che si appoggiano su una grande ca- pacitä di comprendere e di definire gli autori e i testi piú diversi, con un senso di«oggettivitá» che sa prescindere anche dalle scelte e dai gusti piú diretti del Montale poeta. A differenza di quanto accade negli interventi eritici di tanti poeti contemporanei (come per esempio in Ungaretti), nella critica di Montale nonvienemesso in luce soltanto ciô che ě utile e funzionaíe alia sua poetica e al- la sua poesia. D'altra parte egli non vuol essere un critico dl HltfiilltfIť, rtflum Upgol* učni autypi1irnirntlQ ,«^entifim f ogni astratta scelta metodologica; egli vuol es- problematic* sere prima di tutto unjettore attento, che cerca razionalmente nei testi il senso di una condizione umaňa. che ne interroga la piú ampia torza conoscitiva. Egli guarda con luciditä al carattere problematico della parola e delia comunicazio- .neanistica, aj peso che per il suo svolgersi hanno fesistenza personále, 1'oriz- zonte sociále e storico, i piú conereti dati tecnici. Egli ha attraversato i piú vari territori della letteratura europea, con parti- Eaenxkli co are predilezione per laliricac per il romanzo: specialmcnte nella prima tase eomribri eridd I s"a att'vitä, tra gli anni Venti e Trenta ha offerto, anche in saggi e articoli pô^ľľu'' Íntufzioni «senziali pa la mmnn-nsinne della letteratura contem-rfľf '"Vista ricordare ancora i suoi interventi determinanti su Svevo e15a-1"an Parte dei suoi seritti e delle sue recensioni giornalistiche del dopo-siem" SpeCK quelle dedicate alia prosa), che spesso era costretto a mettere in-Slljjae ^""ovoglia, ě ancora variamente dispersa. Ma i molteplici interventi su unP°esia e sui P°«i furono raccolti nel 1976 nel volume Sulla poesia. In essi, te in(jflan° di eHl'ilibrata e civilissima conversazione, si affacciano anche mol-senza "z/oni sulla sua posizione e sulle sue scelte di poeta: in tutta chiarezza e modiarľu8U'ta" si comP°ngono le traccedella sua poetica personále, che in piú gen * P'.u espliciti si definisce in aleuni «autocommenti», in saggi di tipo htervič 'ln varie interviste, tra cui grande importanza ha la giä ricordata w« inmaynaria (cfr. 10.8.2). Poetica di Montale prende awio da una volontä dijuiturmrif nn drlla ■'"'"r"1"^ al proDosito Hj mrnprendr,,-t; finn in ffinrln hc"J --"^'"np e 1 versii conf^1 con,es,° l|elÍa civih.i c dclla >o, ici.i contemporanee. In modi di-Stessa Cne °ntandosi con situazioni storiche diverse, Montale awerte nellana rnina i] m S'1 ,rova a respirare, nellmtreccio di lingue, parole, tmmagmi che do Uad^* °ndo contemporaneo, una sorta di saturazione dclla parola c dclla tUni;bastľ>Qeí1Ca: la P°gsia (arte che egli vede «tecnicamente alia portata di a ur> toglio di carta e una matita e il gioco e fatto»i e minacciata non 2SS Epoca io Guerre e fascismo (1910-1945) solo e non tanto dalla consunzionc dd linguaggio quanto dal suo niolupkam, dalla quantitä cstrema dipatole che percorrono la terra 1 molto forte negli ultj. mvinm Ü siiosgomento per la «torrenziale produzione poetica dei nostri gioi ni»). A questa saturazione minacciüsa, MoflUle non rispondc ricereando lm,i p.|r(.l, „pnray, p nitiiH» n^rir>«tnipndn una religione della poesia, estraen do dal linguaggio nuovi misteri e segreti: in questo senso la sua posizione e as sai diversa da quella di Ungaretti e degli ermetici e risale, secondo quanto egli stesso dichiara in un'intervista rilasciata nel i960 alla rivista «Quadcrni mila nesi», a «una corrente di poesia non realistica, non romantica e nemmeno strettamente decadente», che egli chiama metafisica e che ha i suoi iniziatori moderni in Baudelaire e Browning. Questa poesia « metafisica» e per lui una <tra «lj anni Venti e Trenta,i!a, poe„.momahanadegl,oggetti si pose comunque, e in modo risoluto (molto piu di quanto awenne r«>r U J-11. ~ . ■ Piü di uuanto°,Z ff "F"1 51 Pose comunque, e in modo nsoiuiu ^wbSSS* ^la ^ ometlo), in un orizzonteeuropeo: ■ formulatadleZ Irl C°nVcr«enza conjajjagtj^ dd cprrektivn o^'- dall'ap-un te iempüla|UJä pflggMjl 1 ^'"^Mt>iav\ 2441,0 con lo lencioii/c • parizione sulla rivi T\°vVS°ne; questa c°nvergenza fu come sigillata d; s"> degli 0«, AnZT ?\; * Criterion », nel 1928, della traduzione di un ur ctřlKS' e„dalla Varia atte™one che, come traduttore e con* Ma nella n a Stcsso Eu°t dizi,,,,.. J^t,tadl pomale ha un peso essenziaJe anche Ura£ßortoconia g«P««e da un confronto con il piü vianTTni»^ u" rapport« diretto soPra«u«o di Gozzano; ma arriva poi ""nun• ň "Iana unziano, encatoAsa . 1 "." ^"""<>iuo eon 11 piu viemo iuw-- , : ^U'inscgnamento den[T^ 1 ,lUß' plezlOM ^ k pretesc sublim., avvalend« apiMrt» - "'-'»epuscolari r - 1 "lomí der nostri grandi classíci, dJ 'cui riscopre P^' 10.8. Eugenio Montale 289 suo tutta la forza e la vitalita. Forme, modi, temi di alcuni poeti del passa '''"ntrano nella sua poesia non come preziose citazioni, ma come stnimentTes- ,0^-rr7«-7 csnniiieic Li condizione moderna: a diiterenza di Ungaretti eeli u-nziaii p«-i ... 1 —*~~^^^mwf -. j. o- Tea una presttgiosa manipolazionc dclJ immenso repenono delle iiinii.i HM e 1 temi degli altri poeti con una tensione fin|flf|'a M"dizioni- nu. 11s.i jjitiraastnriri; in questo modo e^l? sahaeuärrlail 1™„ uene la lom d.s.anza dalla nronrL,. J^'T'hwval''^"'Q"ote alial^uacontern'^ranea^o stesso li^^SÍfe^'?^^ >u" -«V-scarto entico: nc viene fuori una lingua noetic* Z Za 'VI """"'uče tmo cm«, ^"JJ .ppare^^ ma nelJo -^^ÍOSSSlŤ6' ^ '^S^. Poet, italtani la cuTíracda ^SÍSřSr^ ontale va ricordato prima di tuttí.Leopardi, che egli interpreta in modo mol diverso da quello classicista della « Ronda » fefr. 10.6.3), guardando alla sua Leopardi e Fosťolo GENERI E TECNICHF. tav. 244 Correlativo oggettivo Si tratta di un particolare modo di prescntare gli oggetti nclla poesia, che mira a dare una nuova vitalita ai tradizionali usi della raffigurazione indiretta, del simbolo e dell'allegoria (cfr. termini base 10): la nozione venne elaborata intorno al 1920 dal poeta angloaniericano Thomas Stearns Eliot (cfr. 10.i_8), che su di essa baso alcune dclle sue piu grandi opcre, come ii poemctto The WaULmd (La terra desolata, 1922). Nel breve saggio del 1920 Amleto e 1 suo, problem, Eliot vede nel correlativo oggettivo [objective correlative) il« solo modo di esprimere emozioni in forma darte » e lo definisce come « una scrie di og-tm, una situazione, una catena di eventi che saranno la formula di quella cmo-2'one particolare, in modo che quando siano dati 1 fatti csterm, che devono wndurre ad unesperienza sensibile, venga immediatamente cvocata I emoao nc»; git oggetti rappresentati sono cioe tra loro legati e correlati a speciriche eD102lor» in cui si risolve U piu profondo significato della poesia: questo sigruti-«to s. da a„ravcrso la densjta feica jeKii ogf?etti, lintensita con cu. ess; aim-P^sono alla mente del lettore, e quindi in modo diverse sia Jail immediatczza * simbolo che daUe mediazioni intellettuali dell'allegori-. Eliot interprrti b P""lSrande poesia del passato alla luce di questa sua nozione. in P»«'«>lar^'a g»»degli Kilnovisti e di Dantegl. apparve basata propria;sul s.stema ddcor-^a„v0 ORgcttJvo (dicuiin mj^diJ^0 fa uso anche un aim, poeta angJo a -Z^TZ Pound- *. 10.8.., con il quale Elk* ebbe notevol. raprxrrt.). In Ita-Hio M0rnV31 Pr«ta.anotetoleattenzionealiapoe*.ealaP^«j F . Mon«ale (chegia nel .929 aveva pubblicatola traduz.oncdi repoe«di * a,i?.r,«Ldi"=«amcntc dd\« eorrelatL "biettivo^ eliotiano nella sua nsp,v 5 ^picsta Della poeua oggi, apparsa sulla « Ga««t. del popolo » del m Epoc.o Gucrrccfascis.no <.9lo-'945> tiva^LBOsimisiiu^asua mquicta interrogazionc del null,, ,„., ,| •SSifc aggiunge « una sorta di csattczza sontuosa »(Cř. L<,. nardi) che risale a Baudelaire c alla successiva poesia europca, ma trovainl^ , scdIo unakro csseiuiak modello italiano. Piu md.etro nel tempo, halza con iZZu pr^-nzadiPetrarca(chcsi sentesoprattutto tra gli .mm I rentaeQua ranta,nellaricercadiunequuibriopcrfctto.dj torme di conccnii .i/ioncastrat ta c ašsoluta) e. in ogni momento, quclla di Dante | la cui riechezza e modernita espressiva suscitava del resto una essenziale attenztone proprio nci pocti anglo-sassoni piú vicini a Montale. come Eliot e Pound): di forte ínteresse anche un discorso su Dante ieri e oggt, pronunciato da Montale per il centenario dante sco del 1965. Come tutti i poeti, anche Montale lavora variamente sui suoi testi, ne cor-rcgge e modifica l'««ttn- ma il tun metodu di corrczioucapparcudi tipo « da:> sico», tende per lo piú a concentrare e a risolvere 1'espressione nel modo piú Ihtcnso c preciso, eliminando i momenti piú opachi e incerti. Le varianti dei singoli testi e delle singole opere non comportano quelle complicazioni che ab biamo visto nel caso delle varianti di Saba e di Ungaretti: restano interně alla singola raccolta, che Montale considera comunque conclusa, legata definitiva-mente al momento che essa rappresenta. C/i pero una forte contiiiuita leinati OfwItHmnrrnrarrolt.f rnn rifPrin^nTj jntrmj rjp,.....ť rjtorni^chc divem.! no sempře piu espl.ctt. nelTultima fase e tendono a dare della sua opera 1'irn-magine d. un tutto, di un movimento circolare in cui la fine si congiunge con Ti Ti""" Con la 8iov^zza: nel lavoro del vecehio poeta pa- i in un^reSenZe deUa Fr0pria scrittura Passata sembrano quindi annullar-s. in un npeterst. sempře diverse eppure eguali 10.8.4 Ossi dťicppu. «ccogUevapSi^iäi: pubblicato ncl jjuajplle edizioni di Gobetti. vano esclusi g!i Acmrdi usciT*"!negli anni Precedenti (ma ne resta bro acquistô la sua forma n, •"!1 r'922) e assai Piu numerosi testi inediti: il li- ^li^ué^^^S^^ nella SCConda edizione> deIi928'tün Qd WUBuo * uüamaddlc quali, Arscnto, era apparsa mi ••s" 1 ^J*íSlí& !j»Priraa Po«" deUa raccolta era la celebre Aí«-pri„,j annj ^ «» nd 1916: rektivamente esiguo il numero di altr-Knireun,,^.- ' . \ masero allora nn,l„..t_____ 6i,i- . _:.-.t«r, nW"f pallido , P*"! W/chenm^ ií9l6: rda»vamĽnte esiguo ii numero di alt" S .ľ Un d(^"'od7r: aU°ra ^ - furoao pubblicate solo piú «ard oé U W4 ľnt'uCraria di MonIalĽ- delle sue prime pro un componin«-1 SS» di due a^ä'ä- «tieol- in cinquesezioni: Moľt">'"1 urol°. compostj „d y281' ^"wjcon una sola Urica conclusive 10.8. Eugenio Montale 291 ji Montale si impone subito, con questo libro, in tutta la sua no- Un lin^u^io La poťsia' _ inívinfondibile, chc si fa strada in un intreccio di rapporti «sc«bro VOCC inCOniOnClinilC, eilt >l i ..J t-ssenziale»,.il cui modello piú vicino ě costituito dai li ■tviroic'ir. 10.7.4) e, prima ancora, Roccata>íliata Ceccardi (cfr. 9.7.11). T" leWiuta le rotture radicali delle avanguardic: cerca forme1:1 maKavaconfor. 1 in. ^ cnjroelemenii tnulizionali I in primo ''"íjrjx, elarirňa), senza ronipere il reguläre svolgersi delia sintassi; l.i 1 conti cd cucn/jajc » gun luogo <"lSI ifuneuaggi'o di D'Annunzio e di Pascoli, usando anche forme colte e pre ^P ma 3^fj>-inandiisi alia concretezza delle cose, anche con una nomencla-tura assaiflUUluakdcon parole dalla precisione quasi tecnica, specie per desi anare ilpaesaggio marino, vegetale e animalej. Ľgli fuggy d .iltra parte da oppi '^pptyiirn p rplehrativp (ironizzando esplicitamente sui «poeti laureáti»), da (lgni vitalismo, da ogni ficiueia nel valore superiore della parola poetica: e rica-vadaicrepuscolari (in primo luogo da Gozzanu) un abbassamento del linguag gio.vcrso modi iromci e culluquiali. Ne risulta un uriginalissimo equilibria tra incdiuaione esistciuialc c deiinizione del paesaggio: una interrogazione del - liiwtp fnrmr tratrolnra il renin di una vita innffiirrnhiW. •'SUžte ia ĽLU ĽOUí>istc d vivere personale e naturale. II süjjgrrin trntil^i r~ K'í)piit' sbalL,V"n" ^ '<-• cose ridotte alla loroeaaenza piyi nuda U di e l^'gato dalle onde, ě evidente figura rivelatrice di ^uesta tentativo^j djfiffljyyf V« cui st reggono 1 za che nasi niro tn molti scrittori jP» su cui si basa la vita si equUibri quotidiani, si lt^Skmo di fronte a un" Inizio del secolo (da Michel- 292 Epoca 10 Guerre e fascismo (1910-1945) 10.8. Eufjenio Mamie - . p.randello a Svevo). alia quale Montale si accosta anche attraverso aplfiiodiquelleletture filosof.che acui sie accennato m io.8.2. • M.oriüinilissimo e il modo in 011 il pocta ligure dcfinisec qucsto conti,,,,,, , rui pcisi esüspendeisi dcll'cquiubnu ua lio c la icalta. Egli inscguc u.tti i Mhilí scut, attraverso 1 quali la realiá priva di senso improwisamente si disgre-ca- sembra afferrare piú volte la possibilitä dt aprue tin «varco», di trovarc «iinamagliarottancllarete /checistringe»; manoil alto su - • .,! ,. eta pott ib;li". 1'in np restaiminediabilnicnte.fisduso. Spc»s... diguarda indie tro verso il passato, versalracccjdell'infanzia e dell'adolescenza, momenta m rVÍ V^BrT"*"^'?e!anatura appariva spontane», dirctto. non problcn col«Manullapaga il piantodoDambino/ a cui higge il pallonc tra le eise» Tínlanziaperduta,allontanatadallanatura, nqtisoloe mvaip.-iahil, ma: storma 111 una prccoce sciulua, in un piu negativo distacco dalle cose. H pocta c in .. i '.in. Millo invi»rrriiato». ha una triste saggezza, che non vuole restare chiu sa in se stessa, ma cerca insistentemente un destinatario, qualcuno a cui tra-smettcrsi. Perciöquestapoesia tendespessoa rivolgersi a un «tu», a porsicome messaggio che cerca la partecjpazione di qualcmiaitalvolta si tratta di una mdefinita figura femminile). Questo destinatario ě come invitato a seguire i segni indefinibili che an nunciano la possibilitä di uscire dall'equilibrio che governa il mondo, che aprono lo squarcio verso altri mondi possibili e diversi: ma nessun segno, nes-suna immagine. permettono mai di raggiungere una salvezza, un valore assolu-to e definitivo. Una misura piú Serena, un barlume di spcran/a, si affacuan.' soltanto quango si aFferma la possibilitä Ji immcrgersi comunque nella forza -piuavuiu J J pac^o. Ji accöstarsl iniimamente al respiro del mare: che. in it'TIf'appare Sla materno che paterno, e che, in Riviere, öftre una possibilitä di illuders. e d. ntionrc. Andie questa immersione nclla natura e re: .alia tine nriya di sipnifiranv r„A riSüiN 'ersi Semmai in nn t< bniriarf»» Iß. UüiLUl Immcnione nclla natura •male di vwrrc» piu senimai in un « bruaaic », ui una. gia e dell'osso di seppia. >rofonda e autentica finisce per accre- ictta partecipazione aU'ariditä, ae Ogni squarcio verso una realt scere la solitudine dell'io. la sua distanza dalle cose e dallo stesso «tu» tan'0 cacattUNe vtene tuori qualcosa di minaccioso e di rovinoso: la rottura deg" equdibn consueti assume quasi sempre un aspetto sinistra, fa balenare qua co-sachesubitomuore,«ÜmaJc ' che tarla il mondo ■> I.'aimos.,., .1 -sc succession! di immag.m della sezione Os'si Ji seppia, in cui si rapprendej aSn^F?^0803 fa cmer&crc dal paesaggío in cut si muove la t#»* Ječ,1Tn ' 1 Aneni?«"1 ^-innvim itrnrrun 11 • l'angoscUfaen* KriSSfc mtr°SUSCita Un imP^sibile incontro con una donna mo te-ta"?Vanodi^ricarsidalTaridavegetazionedelhp* •iSSS^rr Tuf0nd°del libro resta Muello della P>UuJi- -mk^ZS^kUäJlS!i^^ ^e perentor.anK-nte .-I iQ.8.5. Le occasioni. rf fflffl"tf»«f , dalla sua diretta intern>gazi.me del «male di vivo rc», eji^pncentra tutta sugE oggetti, creando successiom di imnutini dai nlie vi nettissimi e quasi allucinati, awolgendosi intorno alle forme e ai gesti con una assoluta densitä fonica, lessicale, sintattica (seguendo piü direttamente quellafty^rr) de%lioggetti die giustifica Io stesso uso del termine occasions come sie visto in 10.8.3). Si sente qui qualcosa di tagliente, di splendente, e insie-medioscuro: come suggerisce una citazione da Shakespeare che l'autore mette m eP'8raJe alia quarta parte, sembra di essere di fronte a una bellezza «som-mersa nella neve», a un mondo che cerca di imporrc una sua presenza viva ed ^"»ialciaun orizzontc dominato dallo «squallore »>. Nella sua assoluta cart Dll,lc"1' discorso pocuco s. la piu difHcile. trova moment, assa. ardu. e ■•: " farsi deT* ]°ccas'on' sembrano trasmettere un messaggio che non vuole 'icTffi ~~ n-re' C'U" vuo^c restare comunque n.^costo. In q icmo esse si 1 |a te' ,° a11 Wtnctisnio. fino a'presentarsi come I'esempio piu significativo del-una dirCnza della P°esia degli anni Trenta a chiudersi in se stessa, a rifiutare cu'tura^ comunicaz'one con il fascismo e con la sua pretesa di asservire la Mona.' dif[eren2a dell'ermetismo vero e proprio (cfr. 10.7.17). la poesia di j-£S»-lu^äJöSß^lla sua piu impenetrabile ditficolta. r. sta lontana da ogni al ^'"m da ogni co 0Rni "''^"VilVlti-Ti 1. ,11 ogni abbandono a giochi di sfumature e e4£rmeti^mpla.- . termini base io e 10.7.12), non cerca di ricavare lon- tane; mi!061123 ^P^ronda» dal miscuglio magico di sensazioni diverse e n'te, di un^veci-'a caricarc gli oggetti e le figure, le loro forme piu nette e, "onen^» ..^orosa tensione mentale, insieme rationale e sentimentale. *-jT ' e ail'indistirmone, ma vuole cercare ció che č al di la tie .ieter ICredeaJJa —, nata I dTJ1""" ""lllfjn j 11II 11 j llrlíll TlgT" ',fl l1^1"!!*^ tó^^arnagia, 0scurita e dallo « squallore» della storia, risulta non da una paasio 294 Epoca i Guerre c fascismo (1910-1945! 10.8. Euflenio MontaJe 295 La ricerca dclľaltro II con Cicni ^w* Markus ne per loscuro, ma da uno strenugjentativo di trovarc, comunque, lalUce j. un mondo buio e negativa Tra i«barlumi» delle cose, tra . oro contorni in, mersi nel non senso e neu Wenticita, la ricerca d. una realtá piú profonda che abbiamo visto variamente affacciarsi negli Ossi di seppia, produce qui alcu' ne «rivelazioni precise, individuate*, momenti di improwisa «ebrezza» (G Contini): uno scatto improwiso, un guizzarc mspiegabilc, un vibrare mj||CUj bile, un appai izione di ogftctti fuori dal loro contcsto, un rivclarsi di volu c J. 9 una rfiice di lampo». sembrano potcr mutarc lc cose in «alcunché /di -rí.-roť strano». Montalc non isotn pero qucsti momenti di cbrezza, ma nemo stra piuttosto linsumcien/a. I.e «rivclazioni» dclla sua poesia sono scmprcin quietanti., lc pq^sibilita di cómbinazioni diverse dell'esistere sono sempremi-nacciose; un valore « altro », profondo e assoluto, ě irraggiungibile, perché non ha nessun fondamento sicuro nella nátura, nella vita individuale e sociále. Sarebbe erroneo interpretare qucsta poesia come qualche cosa di assoluta-mente «puro», come un astratto succedersi di «occasioni» mentali: i suoi SCatti partonn quasi Sfmpir Aa Aati twili eA ř-sistermal^ sj svnlponr. (come gia gli Ossi) attraverso iinajnquieta interrogazionc sulla distan/a e sulla rnemoru La ricetca dell'irraggiungibile «altro» ě prima di tutto ricerca di un coih.ui ■ con un «tu», con una figura femminile perduta o irraggiungibile: i«lampi»c i «barlumi» della vita evocano prima di tutto la possibility, insienie cercata c a muta, del ritorno del tempo; gli oggetti, sospesi tra luce e oscuritá, recano su di sé la traccia di qualche cosa di Iontano; richiamano alia mente tempi, esistenze. contatti consumati o non realizzati. La poesia ě come ossessionata dal persiste-re e insieme dal modificarsi, dallo svanire, di immagini che non sono piú, pas-sate e distanti, fantasmi, farfalle e «larve », figure familiari della mořte: ě chiusa nel cerchio di un eterno e insieme impossibile ritorno di qualche vita, che forse si e data una volta, in un « allora », in un passato indecifrabile, o che forse non si edata mai. Iryiiodi appassionati, che raggiungono un'intensita eccczionalc. o sa coca unacomunicazione con altri esseri, che nasce nel ricordo e nella Nelle liriche deUa prima parte, tra oggetti piccoli e insignificant!, « amu*-u» che accompagnano la vita quotidiana borgnese, situazioni di gioco_e di tin. z one, luoghi di mcpnuo e di festa, il poeta si rivolge a concretissime figure J SrColr ^ n«-'Ua nostra poesia recano su di se .1 segno dell. utTSnT8 anm' Sí tratta didonne ^ conosciute per brevissirm in«* So e sdeS 51 "P/^ntano come impegnate in un irrequieto, dramm Woe sdenaosofaccia a faccia con u Hi Camevaledt^ I Mo, -:~------ccibile rit°rn° °. ft", imprigionata tra passato e futuro, nelľattesa dell imp°ss ^ j^kus 0 ^ tempo che si perde tra i «disguidi del possibile»; cosi la ^ „ bellissima poesia omonima (fatta di due pezzi distinti, u prl ' ^ \3 so» ^ condo del 1939), un'ebrea della Carinzia di cui il primo Pez n,re d ffjß a ne esistenziale, la distanza e ľimpenetrabile «indifferenza», ^ sua fed» ^ ne proietta il ricordo in un'immagine della sua vita in patria, ^ perseď , un « destino », nel momento in cui su di lei grava la minaccia piu tar . naziste e deUa imminente catastrofe storica (« Ma ě tardi, semw inilrtt Nei Mo«em il coUonni^ —' '"/'il coiW,,. storica «Ma ě tardi, semp"- «7 colloquto con la donna (che vi appare come figura piu bile e indistintaUadouo a una concentrate estrema; il poeta cerca neeli „ggrtti «il segno smarrHo», un «pegno» avuto «„, mm» daJla donna la .spaaw» & rimlcrla, di supcrarc lo spa/.o che da essa lo separa- ma laVe delta a questa ncerca porta all «inferno », fa precipitare verso un « rfflW,» su sciu scatti e suoni minacciosi, nbadisce il dominio di un insidioso «schermo d immagini». Nei tre testi [empi di Bdloiguqrd^no invecele immagini del paesaggio toscano a nvelare un annaspare di gesti. un frantumarsi delle cose e delle esistenze umane. Jjiauarta parte delle Occasion inizia con grandi liriche in cui si insegue iWdos*, proprio la ricerca di un momento impossibile, la ripetizione di situazioni lonta- ... intensif „■■ gativo, in uno sconcertante dominio dell'impossibilitä di sapere. in altre grand poesie come Bassa marea, Sotto la pioggia, Punta del Mesco; altri testi (come Corrispondenze, Barche sulla Mama) ricavano da immagini e cose presenti un senso di distanza, di allucinante estraniazione (« Qui... il colore / che resiste e del topo che ha saltato / tra i giunchi o col suo spruzzo di metallo/ velenoso lo Storno che sparisce / tra i fumi della riva»). rn questa parte finale delle Occasion! la figura femminile tendc spesso a U. Prewntarsi come misteriosa forza «Ivirri«-. fipura mitologica la cui presenza « ™rabile e divinarisratteürjcgtaijojuan^'11'3^ 'alia mec. , versdraptr^;'Ne£|i anni piu but dd di>nru nfki ---..x. y. UIVU14 U5LHUa II UUCLU lišili*"""^.¥r — — - ^^..quantp dalla volgariťä e dalla mediocritadel prescnte e dal rou_ l^ggtgelehimpo storico vcrsola ca.asiioi, NegT.annipiubu,^ S^^iritrova in se stessa ul^alore tjmanoeavi^ afferma la d.ginta ľ P^PCTitacco dal presente, invócando una (1> una fí;.,:_:.- ___i:_ rX | eredita di una lunga tT^i^i^jriitaassente e s'conosciuta, che raccoglie in se.. do^T^?^13"dai mit, cESIcUDo Stilnovo al petrarchismo. 'Questa uoruia si ifďfTřií';— :______ 1_______1: „..a,-nn«.rvareiseKnidipersone s* identifica in parte con donne reali, puö conservare 1 segni < minacciosa: macomunau^^ - «rrn.ro' PPare insieme liberatrice e ... fl,^^rngnto>> nelľorHinP HpIIp ro.e. rappreaemä un ultima prezjosa : fragile Nelle ultime poesic de, ,jbro ,a conlunicazione con questa donna1 si «f KS°ravvicina,o e difficile, in mezzo die occasion, e agb '"™™^7dcU> '.^T Rent, a va"c -x 1 confro^rst ^M ^ con la volgarita collctiva (cosi nella difficile Elegm d, Ptco Farntsf. dot vifiľc VÜ,88io nel P«ese natale dell'amico Landolfi. f^ZnveMA^ "aaS'ena,entrambedel .9,9). EUtestocheconcludedlibro. Nona EpooMO Gucrreefascismo (1910-1945) U in trepezzi, dei 19)8, si presenia come una brevc serie di lettere in versi alla don-na in cui il paesaggio molto concreto dcll Amiata si pone come immagine dei pjü generale disfarsi e negarsi dei mondo: un senso di distruztone investc tutte lc cüic ndla violenza scatenata dei mondo, lo stesso discorso poetico scmbra franare c dis" solvcrsi, salvando perö un'ultima fragilissima spcranza, con l'immaginc finale dei ^rcospuu»cr|c«s'abbeveranoaunfilodipietä>>, simboli animali di una vitade finlp f^diTesa che comunque resiste al crudele sfacelo dei mondo iq.8.6. La bufera e altro. t um rKcolu La terza raecolta poetica di Montale, uscita nel 1956, articolata in sette par-ti, contiene poesie scritte tra il 1940 e il '54, quasi tutte giä variamente pubblica te in riviste. Fmuierrt II nucleo iniziale, costituito da testi scritti nei primi anni della seconda guerra mondiale, era stato affidato a Gianfranco Contini e fatto pubblicare in Svizzera nel 1943 col titqlo Finisterre (ne era uscita una edizione ampliata nel 1945): l'autore considerava Finisterre come una specie di appendice delle Occasioni e solo piü tardi pensö di tarne la prima parte di un nuovo libro, in cui la sua poesia seguiva il pas-sageio dal cupo orizzonte della guerra alla nuove contraddiziöni del dopoguerra. Nella raecolta dei '56 Finisterre (con quindici linche) costituisce la prima parte, a cui segue Dopo, con tre poesie dei 1944-45; la terza parte, Intermezzo, contiene una poesia scritta giä nel i926edueprose,Dov'erailtennis... e Visita aFadin; laquarta, •Fkshes»ededtcbe, quindici testi piü brevi; la quinta parte, Silvae, contiene undici testi piü ampi; la sesta, Uadrigaliprivati, cinque testi (che in edizioni successive di-ventano oito); due poesie costituiscono infine le Conclusiont prowisorie. Per questo nuovo libro Montale aveva pensato intorno al 1949 & titol° & K^^,cJio-i metteva in luce un pgreorso narrativo. lo svolgersjdiuaa^-cenda personale e^ainaq1t4l^ottol1iK-antk)ne nello stesso ternpcTÖcgraa^e composup,risultantedalmiscugficgTlKTelliedistiliAiverü. IititoIodefiruW0 smJ^l d/7^»Tüaie 1 tmpresstone di una struTtuTTpi ^™ "n^spetto^romanzesco« resta essenziale nel Ere3elTpo"e ctV La sinmura Quisi un perroru) n*mtivo — i j ■ f-f ----— ' \- VjU OLU1 UIVA.IOI. Al iih^**-' « — vwl dareTimpressione di una struttura piü aperta ejndeter me una moäenSTO^^ ■^jmk^erTdW:^^11 deJJa re^a contempoj^neasiiOa intree isto Questa Beatrice moder, ÖPPongonoaj rna, minacciosa e benigna, reca segnTprezjosii!^ wno inoItreírnK^^ e della^tolénzadna1 cw íPilířliíčonla sua tremenďa estnmciU 1 conoscerěia J£jnjacciTi ^^ôňeTdl morte: ešsa permette aľpSétáTia < ,Jl aa gioca a nascondere e a svelarc1 «Umdellaguerra^0"CUIľ.Poeudialoga. Soprattutto ndfa^* ' mK0L°61cada, connSlU>> 51 lde""fica prevalentemente con Ozj&gg •antica arnante del sole, trasřormata1 in g 10.8. Eugenio Montale appunto della donna-angelo dal volo sublime, a cui si riferivano j^l; SI trat Fr# 1 _ 11_/"^.^ptau/rtl nf\mp l~\tiia nacmnAt* in r*»alt4 ^i.iaII^. A 297 an-la Clizia. Mom c Volpe |r) sitratta appuntoac dlelilcune poesie delle OttůSIOHHtt ňóffie Clizia nál^oňďi" "íV"-"""""il" wdiosa americana Irma Brandeis, incontrata nel nw,i At í*'/ue]JodeJi" della figura di Clizia, sospesa in una lontananza che neb 1 í 'í'íli al di,a petrarchesca emerge quclla conereta e vicna c« «MoZ^7 'ultima zona del libro si ha un passaecio daJrino^TrTŤTT- 10 8.1); e neJ-ceaunaAntibcatncc, chc si affL.a un ^ naggio femminile, designate come Volpe íche in realtá ;"^naiierrf,0',ePerso-.Uň Luisa Spaziani, cfr. n.4.I2, i„critr«í^^,^^l«t«" Aguestopercofso tra figure femminili diversesjmtrecri, ,.„ n Jueď^ersesituazionLgtoriche: daa'orroKM^S^^^^^^ ^ ;U~---— naienarei lampi uvuo op«..»..«.» -.....---------- pariresegnodi un'ultima resistenza umana. all'angoscia del dopoguerra edegl anni della guerra fredda, in cui si annuncia la fine di un'intera ciyiitá. É facile ri-conosčere I punti inizialé e finálě di questo passaggio proprio nella prima e nel-rultima poesia della raecolta, La bufera e Ptccolo testamento. II carattere cru-ciale di questo momento ě mostrato anchcrJaIía mocíificazione stilistica che si nolge nella successione delle liriche della Bufera: si va da un massimo di con-centrazione, da una ricerca di assoluta perfezione metrica e sintattica, con un tasso notevolissimo di oscuritá, in forme «sublimi» chluše e squadrate (nelle quali la tematica amorosa richiama varie tracce della poesia dantesca e petrar-chesca), a un'apertura verso materiali quasi realistici, verso toni bassi, verso un ^"■gpif'rni minuto, quasi cojloquiale, che sembra cercare un piu diretto contatto con il Iettore, spezzando il ritmo metrico e sintattico o al contrario "P W nndol°in movimenti sinuosi e awolgenti (ě il caso de L 'anguilla, i94«1-NeUa lirica inÍ2Íale, La bufera. si impone l'immagine di una_natura in tem--řpH3^^""^stranezzTaTTtrcinata a tutte le cosc, fa da sfondo inquietanteal .^jjaJlo sparire jei]a Jonna fissata nd gest0 J, un saTuto (« mi salutasu -^"trarlieTBu1o>>): ma gli effetti della luceedei suom. in cui si condensa un ře minteche é < giornalistica, a toccare piii direttamente i linguaggi della cultura di massa A parte isuoi interventi di critica letteraria (di cui gia si e parlato in 10.8.3.), vannoricor-dati i suoi articoli di critica musicale, raccolti nel 1981 nel volume Pnme alia ScaU. c «sue cronache di viaggio, piene di acute notazioni. raccoltc nel 1969 nel volume «W«. w---------- —— •---™* ennainno piii rilcvanu quelli compresi Aulodttt M .a tra questi scritti in prosa appaiono piu ruevanu ---r "el volume Auto dafe (1966), il cui titolo allude a un « atto di fede» e insieme a un «>b»ndono al rogo di tutta la propria esperienza (auto duff vennano intatti chia-mat. m Spagna sia la proclamazione delle sentenzc delHnquisizione che J rogo su ™ erano bruciati gL eretici). Quc-sti scritti affrontano in van modi, e P™^ Punto da libri e situazioni dive^rse, un^ampia riflessione sulla s.tuazione della a U ««1 destino deUuomo contemporaneo: vi domina un ^PPasslonaU'^rpnc ™y eon la nuova civilta visiva, con il mondo editonale, con la l°ZWU cultural! da usare e da gettare, con la molt.plicaz.one quanm« ^ ^ dando lucidamente a questo nuovo mondo che gl. cresce '"to^l^cmo di ^1 modo stessc di essere della parola, Montale si pone m un »e^chcre. P^Pat° r)nServato"smo- che ticne fede ad idCUn'V4l0n, fori co dannau a ^VTW1 ^ la c,vUta accidentJe e che vede ^^l^eneunarni-«uti21 C fme: ma non Pona mai il suo pessimismo all estrejno, ^ *Xa'a6modcrata-no"« vuolefarecelebratoredi""^eapo^ d *milu. apparvero, qucsti scritti scmbrarono a molti soltanto 1 «p» ^ ^i ivu!1" COnscrvalorc confront! di un mondo che *ndaN* tome Montale avC^^^iva a comprendere. Oggi si Puo invece ^m ^ ^ra imuito con lucidna cnt.ca le radical! £nqutnt. e S» Tt,sturm«i<,n1 dclli culiun jtll-iinn>««,nf l^donel -J nuovo ront«to"mond.ale sullo ^^.f^'Jne. dJU pur» (con il passaRgio yerso una civiha dommau da" ™" esihi- Epoca 10 Guerre e fascismo (1910-1945) zione spcttacolare, c con il poliferare dei messaggi c delle formě culturali) capirecomenella suaotticadi«conscrvatore» si mantenesse una tensione °S'PU" lee una capacita di conoscenza moko piú fořti di quelle di tanti intcllettualíď'0"3 gli anni, affidatisi a miti e illusioni che hanno poi rivelato tutta la loro inconsistcn* 10.8.8. Vuoto della parola e negativita dcl mondo: la misccla di Satura 10.8. Eugerúo Montale Un« nuovi poc&ú Dopo un periodo di quasi completo silenzio poetico, si svolge negli anni Sessanta una nuova poesia di Montale, che sembra andare in una direzione molto lontana da quella della poesia precedente, abbandonando lo stile «alto» e concentrato per un nuovo stile « basso » e prosastico, per una comunicazione piii diretta, che sfiora talvolta un tono di conversazione dimessa. Alia tensione lirica vengono ora a sostituirsi la parodia e l'ironia, lo scambio e la miscela tra livelli diversi (di cui si awertivano gia i segni nella parte finale della Bufera). Nello stesso tempo Montale intraprende una rivisitazione della propria poesia. di tanti temi, figure, situazioni, che ora vengono come rovesciate e abbassatc. vitipbcia In parte egli sembra voler svelare le proprie carte, mostrare la verita di se stesso reagendo alle interpretazioni critiche che lo hanno incapsulato e bloccato in un tnodello poetico e umano in cui non riesce a riconoscersi fino in fondo; ma nello stesso tempo arriva ancora a nascondersi e a contraddirsi, a complicare la propria immagine sotto l'apparenza di una nuova, dimessa volonta di comuni-care. Questa sua nuova parola e semplice e piana solo in apparenza: la sua conversazione e ncca di pieghe e di risvolti interni, di scatti polemic!, di ambiguita; a uitreccia e s. sovrappone continuamente a frammenti della parola altrui (&* Irl'13 !e,terana'che q"ella del linguaggio corrente. dei linguaggi cultural. SKSSSS01 deUa civU,a di massa- deU'Italia presa nel vortice dello '■' -'f.^-ilira Questa poesia sembr cupaZer d°SU di *queUoSí"a Paro,a consumata e banaüzza-i! 45r' % Una nu°va vitSVUOt°' ^adandosi e sfaldandosi, in una gini dZT a,Ja mern°ria- neSa di nCamata e ironi". Resta pero essenziale "o pe lptiPreťed^te ^T^- CTCMo un ^onto tra la dl H£2? modo Piu Welti I COndl2ione deUa parola nel presents tan-*"* ve cCi° SC3íľbio «SK 3 rgativita del ™"do. Si crea una sp*« •Ch,a'^ nella "ľľ^° tra8>' echi perduti della giovinezza e la P« e----nra il se"50 dell (cfr 7 ProPria immagine di vecchio il poeta scopre ora ja — 8 vane 8la vecchio che animava la sua prm'-^in con disincanto tutta la propria distanza da un C"1 SI affoUanr, „ • . -----'<-o attraverso Timmersione in una «nuova />1U , "«vonicare sopra 2attcre / di sterc0>>, in una nuova cond.z.one internale. industrial! avanzatesi vero ",c ""pra zatter manif!!attere del mondo contemporaneo e deUe societa u.—-- a j Čt1'-,051' nel dominio degli escrementi, in una lotta uisensata^conU^ l« S 1 'n quella bassa del«topo ». Questo sfondo ap^abmeoeco Cu0nVerS/zione funebre dS0i X««. ^e s. svolge alio l 1211 ncordn A; m„„........„„.; f,„mmi.nti di vita concreta. ia ,. ľenergiairomcae j**^ Mt a ironľ° *bcanto»• " s"« amore per «la vita fatta a pezz'« din^ 3S?ft,Sullc iUusioni e la vanita dclla ***** Sľprrôre» delia P.^-^ en„j •donna a dare al poeta una «nausea», un «icr vissuta leS Zl°ne di Poeta; e neUa vanitä del tempo, ú passato del.a Nei'ľľ013 corne « un niente / che ě tutto». \,., «un menu „ „nlemica «sa,ir,ca1>> c°mroLC7P°nimenti di Satura I si svolge un espl.cta pou. g una dl-e "'usioni ideologiche, contro le pretese d. attr.bu.re ,0í Epoca i Guerrí e ŕascismo (1910-1945) 10.8. Eugenio Montale jo? Contra rezione p wgKhc ňnci reordinataaliastoria. IIcomponimentoUstana svolgequestapole. . ^ultimo Montale nuntonodifalsetto.inapparenzasvagatoe.nd.ltercnte; tvarisp,,,1,,^ ,0.8.9■ ^ i culminano nel componimento han/ara, che m una vort.cosa successione ! . j: Satura diventa nelle poesie successive la forma di comunica «i hrevissimi aceumula una sene d. parole e di formule correnti nd |,„. La misura d. Xtura r ■ mtea m un tono di falsetto, in apparenza svagato e indifferente: i var, spunti £ , nel componimento Ftf/;/i„ tli senso e pieno di rumori, di parole, di rottami, questo passato si stempera in un succedersi di segni grigi, in un « mezzo parlare » fatto di ombre dimesse e slabbrate. Torna piú volte 1'eco della precedente poesia, tornano le figuře an-gdkhe, le immagini nel volo, le luci improwise sulle cose: ma 1'orizzonte ě quello di una « vita senz'ali», i lampi divini si risolvono ironicamente nel «ba-gliore dell'acccndino ». L'assenza della memoria ě fatta dalle « ombre che si na-KOodooo/tra le parole, imprendibili»; e un těsto dal titolo Le parole segue proprio la vita delle parole, nel loro attraversare i medioeri e banali frammenti della realtá contemporanea, nel loro perdersi e svuotarsi nelTuso sociale. Con aggressiva disinvoltura il poeta si diverte ancora a ridicolizzare i falši equilibri. le convenzionali sicurezze a cui lo scambio verbale da luogo (fino a mostrare la vanitá del piú elementare segno di saluto tra gli uomini, 1'arrivederci, nella pungente Auf'Wiedersehen). La lingua stessa vive e si alimenta solo nella bal-buzie, in un incespicante «mezzo parlare», in una comunicazione varia di tronte a un mondo «muto». Una sinistra e infernale immagine di divinitá si affaccia sul mondo diSalu-nr Montale mostra che la « mořte di Dio » di cui parla la cultura contemporanea non si nsolve in una liberazione delluomo, ma nell'evanescenza e nello svuotamento di ogni valore, e che in tal modo attribuisce uno spaventoso pote-LTn T'U ,nesPlicabile. minacciosa, a un essere infernale che senza aver ecnou! * reg0la cieca™nte la vita collettiva (ě U fantasma della societ diäuesfn \eTmmiStrativa'chesfuggealcontrollodelluomo).Sotto.1 segno íi mo dit ^'t0 n°n é Piú > verra a interromperlô, o riusa«■» _a j «dento lo Saí Teln »™> 'angelo minaccioso della d.struz £ *mm—. .uul°sciallede a,-,u_____. • 6 • ______-orpa trocn<- . r^Ía^SdeUa^darr--— -řen-esserealuoc-j; di affidarsi I u n" SCe ta Possib"e, ľunica difesa appare q**- at, lí? «■ rifimi df""a ^ ostinata ad attraversare una reálu tut« n<ř eSCremcn» (« La poesia e la fogna, due problem. /' misura di mw« -™ .-—r™-- -.- -r-----------------. oneedi soprawivenza del poeta nel mondo delia civilta di massa, in un'Italia ehe egli vede trasformarsi in una trappola in cui é sempre piú difficile muover-si Siamo ora a un vero e proprio «diario», dai toni bassi, smorzati, ironici, pa-rodistici, aggressivi, della vita del vecehio in questa trappola. II volume intitola-XQtdkriodel'ji e del '72 apparve nel 1973 (ma quello del '71 era giä uscito a parte nello stesso anno). In un sottile gioco tra pessimismo e ottimismo, si svolge qui un nuovo confront*) con il linguaggio della cultura contemporanea. II poeta si rivolge anche a personaggi esterni, reáli e fittizi, che rappresentano le forme dominanti dei linguaggi culturali intorno al '68, e ingaggia con essi un sottile e ironico con-traddittorio: esemplare a tal proposito la Lettera a Malvolw, alia fine del diario dd '71, in cui, nel nome di un personaggio di Shakespeare, Montale riassume la figura delľintellettuale votato al compromesso, pronto a utilizzare le piú sva-nateforme culturali alla moda, fondando l'«ossimoro permanente», confon-dendo perversamente «l'onore e l'indecenza». A chi lo accusa di sfuggire dal presente, il poeta risponde che il suo ě solo « un rispettabile / prendere le di-stanze», che forse si trova su un'onda storica piú lunga di quella di chi crede di navigare tranquillo sul mondo contemporaneo. Tutti coloro che vivono e páráno si trovano comunque presi in un ingranaggio perverso, manipolati da un burattinaio che non ha nemmeno coscienza di se stesso; il mondo ha subito IT* n COzione 1 & tutto in tutto » e vede il«trionfo della spazzatura ». Immo-lella sua casa cittadina, il poeta osserva i movimenti insensati, 1 rumori di- Duno Je! -1 e dclla cultura contemporanea Un «nspettabüe prendere le distanze» »rdtnati che lo circondano, ľaffaccendarsi di una vita artif.ciale che non si Puo sapere « se sia festa o macelleria ». In mezzo a tutto ciö riaftiorano ancora '«uredi ragazze morte in gioventú, in un tempo lontanissimo (come quella cne Ja nome al componimento Annetta). Vivendo come fuon dalla vita, Ü poeta e "J condizione di chi ě disceso in un sotterraneo, senza che la poesia güja-Jt.scanessuna salvezza la Musa . a dalla degradazione generale «u- Z ľ'Panni deUo spaventacchio», neUa pc«.>sia si allarga un «bueo» che d. enta«voragine». ^Quademo diquattro anm (apparso nel i977. con poesie compete tra il ^73 sibili? ľ ™P°ne un intreccio tra un tema montalianoconsueto. 1ue nu|li|ica-tt^ tcmPo> del continuo tornare su di sé, e il nuovo «m« J1U nuU.» «/nl3r1i,nBUa^u- «questo dio dimidiato / che non porta «.^^^ri-yÄS Í?OÍ -wiamente/nuUa di se ». Su questo ^^SSi^ Un °ni del nonOVV'aniCntC ' "ulJa di sé*' Su 4uest0 s,°' . Suisticj semDl ^"iľ C domina 'e cose e il linguaggio, attraverso minimi i il '' u e8uarda co0' 8,1 giochl di Parole. c°n un'arguzia piena di elemcnti I ta i e ľimrľn "traneitá alľ« immane ŕarsa umana ». a una vita che oscilla • ^nia Verso tl„On.d0'/ c°n qualchc propensione / per il secondo ». Con dista «^! , fealtä p i- C c.tllosofíe antiche e moderne, verso i piú v ""e «1 ipotesi che tutto sia 1 stessa «identita » perso Una poesia che non salva Qmsí t':" ,;; si surice^i^-^^^řtut,o,lmc,ndo "■•oe». Viene a cadere la stes Epoca i Guerre erascismo(i9ioi945) 10.8. Eugenio Montale 305 Mmvtm nn><> ^S^'^KSnf ,!?"* i caratteri piú ***** Wrgh«e» di sospendere oggetti e parole in un singolare clima di tensione intellettuale e morale, una spinta di tipo « eritico»; ne sono deriváte imitazioni, riprese, con-sensi e dissensi. E i dissensi si sono rivolti in particolare verso 1'equilibrio « bor-ghese» di Montale, verso il suo rifiuto di immaginare nuovi mondi possibili, verso la stessa concentrazione del suo Iinguaggio e verso la sua visione troppo «distaccata» dalla realtá. Ma la poesia di Montale non ha mai rinunciato allesigenza di conoscere le Nepoviti l»ic« Propne stesse condizioni e a una piú generále volontá di tenere gli ocehi ben apeni di fronte al mondo, senza lasciarsi trascinare nel vortice incosciente della suffi ' V01"10 essere una poesia razionale, che ha esplorato i limiti e le in-generT26 3 ra8'one- questo si ě incontrata con il sentimento della piú 1'insJr negativitá della condizione umana, con la rivelazione (in cui si sente del3rament0 laico di Leopardi) della mancanza di significato della nátura e k neeatif^^Tn dlstruttivo con 1'uomo: ma nello stesso tempo ha guardato al- U r«,«cn» deUa re"r condizione storica presente, offrendo un'ultima immagine ddi.««k.nc ContemDorenZa dcUa ra8'one contro i mostri che dominano la scéna socia e societa ind 3nea \pnm* fascismo e poi, in modi piú insidiosi e coinvolgenti, la tUra>- MonTí k d' massa' rivolta alla distruzione degli ultimi segni della na-Valoreassol,, PCrÓ rifiutato di trasformare il suo senso del negativo in un l stessa coin i'" Una verita definitiva e risolutiva: la sua poesia sa di essere es- Cercato di V° r ncl Processo di trasformazione del mondo e del Iinguaggio, °ell'atto di co" °ntarsi con la Pr°Pria possibUe fine, di« bruciare » se stessa 5. Lir tra le due guerre e poi ancora nel se- Piú conmT nCSS° ,nestn"bile tra risentimenti personali, curiositä per la realtä *diddeE í' menzior}e A Piú vario manifestarsi delle forme linguistiche. Alle 'edeliasua fi °"ginf, tacésenzadubbioilcarattereatipico,nonprofessiona-ms'a. ma un in™ mteUe"ua^e: Gadda non é in partenza uno scrittore professio-goasvolgere 1gegnere e'ettr°tecnico dedito alla letteratura, ehe continua a lun-perla letteratu3"311?"^ SU3 P1"0^5'011^ da lui abbandonata definitivamente, sc'entifica e il \ verso ^a ^lne degli anni Trenta. La sua formazione tecnica e R»zionalji« a Manzoni aclľ0 game con 'a tradizione letteraria lombarda, da Parini a Porta, * ráeniimemi 2a'delia razionalC^P!f i?"' ^ danno un senso tutto panicolare della coneretez-^onfrontoconl"3, 1- costru2'one- del carattere moraledella letteratura: ma n^gatŕvitä, di crY K- Personale e sociale lo porta a una prospettiva di assoluta ä cui ecli impietosa ai fondamenti umani e linguistici del mondo bor-l^e risentimentS1 *cte,jtrettamente legato, ma verso cui manif esta un inconteni-^rghesia cont °" adda seopre ehe i comportamenti individuali e sociali della Critka ^^odoai val!;mpJ0ranea e delľintera vita italiana non corrispondono in nes-^oraJe^jdtpraticitäediconcretezza,^ «*«««p°™> h Sess'va, la vibrľ StCSSa tradizione borghese: ciô scatena in lui una polemica dľtutt0 ľorizzon"16 constatazior>e di una mancanza e di un fallimento ehe inve-a]ClUna ^ta timida nazionale; partendoda una sdegnosa e nevrotica solitudine, C dei c«ratteri SC?ntrosa di celibatario, la sua serittura arriva cosía nvelare '80, JrI°ErniliorP'V Profondi deUa realtä contemporanea. , . . ._, da f«nS^aŽda nacc*ue a Mila"o. P"™ dl tre ú 14 novembre C^acondi,; 3 media borghesia lombarda. ehe passô da una sicura ciata 1 ec°r>omic j0,"' econ°miche difficili, per gli esiti disastrosi degli invesu-estetiotc di a Padre' le8ati P" P'uí«a aUa smania di mantenere una tac-decoro e di dignitä. Ciô gli fece passare un'infanzia e un ado- Epoca io Guerre e fascismo (1910-1945) rir;.„ n^tiya p pn-ii™^™ sua inquieta interrogazione del null rÄTeopardiano Montale aggiunge « una sorta di esattezza sontuosa rr?a 31 nardi) che risale a Baudelaire e alla successiva poesia europea, ma tro* Lo" ,>,,.,,, c oantc scqIü un altro essenziale modello italiano. Piu indietro nel tempo, forza la presenza di Petrarca (che si sente soprattutto tra gli annj Trenta ■( ' ranta, nella ricerca di un equüibrio perfetto, di forme di concentrazione a ta e assoluta) e, in ogni momento, quella di Dante (la cui ricchezza e modeT' 1 discorso su Dante ieri e oggi, pronunciato da Montale per il centenario dante" espressiva suscitava del resto una essenziale attenzione proprio nei poetTanT sassoni piu vicini a Montale, come Eliot e Pound): di forte interesse anche sco del 1965. U sistema Come tutti i poeti, anche Montale lavora variamente sui suoi testi, ne cor-delle varianti regge e modifica ľassetto; mailsuo metodo di correzione appare di dpo«ck sico», tende per lo piú a concentrare e a risolvere l'espressione nel modopiú intenso e preciso, eliminando i momenti piú opachi e incerti. Le varianti dei singoli testi e delle singole opere non comportano quelle complicazioni cheab-biamo visto nel caso delle varianti di Saba e di Ungaretti: restano interne alla singola raccolta, che Montale considera comunque conclusa, legata detinitiva-mente al momento che essa rappresenta. C'e pero una forte continuitä temjĽ-ca tra le r^^lt^ riff "TOfJIti iP.tfTL-DD1"^^ e ritorni^che divenu no sempre piú espliciti nell'ultima fase e tendono a dare della sua opera lim-magine di un tutto, di un movimento circolare in cui la fine si congiunge conl i-nizio e la vecchiaia coincide con la giovinezza: nel lavoro del vecchio poeta parole, forme, presenze della propria scrittura passata sembrano quindi annuM si in un ripetersi, sempre diverse eppure eguali. di seppia. Le edizioni II primo libro di Montale, pubblicato nel toss nelle edizioni di raccoglieva pochi testi giä apparsi in rivista negli anni precedenti (ma ne ^ ^ vano esclusi gli Accordi, usciti nel 1922) e assai piü numerosi testiin edi ■ ^ bro acquistö la sua forma quasi definitiva nella seconda edizione, del h'- ^ l'-aggiunta di akre scu>oesie ^'ultima, delle quali, Arsen io, era appar>. na » nel giugno u La raccolta Dal punto di vista cronologico, la prima poesia della raccolta era la cee^ riggiare pallido e assorto, scritta nel 1916: relativamente esiguo il num iütärdi poesie dei primi anni, che rimasero allora inedite e furono pubblicate so f p[0. (mentre un documento dell'educazione letteraria di Montale, delle sue f^ ve e progetti, e Ü Quaderno genovese, pubblicato nel 1983)- D°P° un C°Mot to introduttivo,In limine, il librodeglK&Lsi articolain cinquesezjoni- y v, senza titolo, che in un primo momento il poeta pensava di chiamare *^(qu?n; d^Tu (T Ver° C Pr0pri° Poemetto, fatto di nove pezzü,MenW£%nClt>^ daUo 1 ' TqUattr° ^iunte nel 1928), Rnncrc (con una sola l.nd daUo stesso titolo, composta nel'20). - I0.8. Eugenio Montale 291 , nnesia di Montale si impone subito con questo libro, in tutta la sua no-L una voce inconfondibile, che si fa strada in un intreccio di rapporti vitä, cor1 ^u^izio del secolo, partendo in primo luogo dalla ricerca di un con]aP . ed essenziale », il cui modeUo piü vicino e costituito dai li- Kbaro («r. 10.7.4) e> Prlma ancora, Roccatagliata Ceccardi (cfr. 9.7.11). rale rifiuta le rotture radicali delle avanguardie: cerca forme libere e aper Un linguaggio «scabro ed essenziale» Concretezza e colloquialitä scava con forza and .e er^ro elementi tradizionali (in primo luogo lende-^fce^^ršenza rompere il regolare svolgersi della sintassi; fa 1 conti caSn y linguaggio di D'Annunzio e di Pascoli, usando anche forme coke e pre-' g^avviciflandosi alk concretezza delle cose, anche con una nomencla-jrrl; piiptnale (con parole dalla precisione quasi tecnica, specie per desi-areil paesaggio marino, vegetale e animaleLEgli fugge d'altra parte da ogni ^^rnprelehrativo (ironizzando esplicitamente sul «poeti laureáti»), da ^ivitalismo, da ogni fiducia nel valore superiore della parola poetica: e rica-vadaicrepuscolari (in primo luogo da Gozzano) un abbassamento del linguag-:ioversomodiironici e colloquiali. Nc risulta un originalissimo equilibrio tra eduazione esistenziale c dcfinizione del paesaggio: una interrogazione del • u distendersi del vento nello spazio, lo svolgersi del rit-"UUutte queste forme trascolora U senso diuiia vita inafferrabile. Jl°41l£lli rAnrl... :l __j______ _______1____*____1~ TI o^rrPi-m tpntadi in ratJD Cm Cünsislc l] vivere personale e naturale. II so^ettcUeoLs r>sbaUot;a°trtü conje cose ridotte alla loro essenza piü nuda (e l'osso di CN- In r, 6 evi^ato dalle onde, e evidente figura rivelatrice di questa %le t. 4üesto temo«-;----: _____1»..:------cU cui si basa la vita sch i, .{° tentative si distrugge ľ« inganno^su cui si basa la vita ;'rm i °nc>> su cuI si reggono i falsi equilibri quotidiani, si , e trov° Warenza che nasconde la realta. Siamo di fronte■ a unlT 3 riscontro inmolti serftton delľinizio del secolo (da Michel-