11.2 Nel tempo del neorealismo ail. Realismo e neorealismo. Non ě facile indicare ľestensione e i confini del neorealismo (cfr. parole, n realisme tav. 255), ehe si sviluppa nel nuovo clima del dopoguerra, con varie radici nella degli anni Trenta cultura degli anni precedenú. Nel hnguaggio corrente si estende spesso il termine a tutte le nuove forme di letteratura realistica ehe si erano giä sviluppate negli anni Trenta (cfr. 10.6.23): si risale indietro fino a Gli indifferenti di Moravia (1929) e a Gente in Aspromonte di Alvaro (1930), e si trova una matrice es-senziale del neorealismo nelľinteresse manifestato negli anni Trenta da aleuni giovani autori (in primo luogo Vittorini e Pavese) per la letteratura americana (cfr. d ati, tav. 240). Proprio Vittorini e Pavese, con la loro rappresentazione delmondo popolare e con il loro impegno democratico e antifascista, vengono ďaltra parte considerati gli autori piú rappresentativi del neorealismo. Preso nel suo insieme, il realismo degli anni Trenta ha pero caratteri problematici ehe solo in parte confluiscono nel piú specifico neorealismo del dopoguerra; a guardarbene, anche Vittorini e Pavese toccano il neorealismo solo in parte: al-cuneloro opere, lette e usate come modelli delia letteratura neorealistica, mo-strano in effetti caratteri del tutto diversi e origináli. II momento piú autentico del neorealismo ě quello delia Resistenza e del- Rappresemare 1 immediato dopoguerra (grosso modo tra il 1943 e il 1950), quando si diffonde ^reak* P°P°bre j» nuovo modo di rappresentazione delia realtä popolare e si afferma in primo uogo il nuovo cinema neorealistico. Evitando estensioni verso il recente passa-ta' jqiUÍncli Piu accettabile intendere il neorealismo in senso piú ristretto, limi-ndoio agli anni tra il '43 e il '50, con proseguimenti fino alia crisi del 1956 e ol- ™ quegU anni si erea, in maniera quasi spontanea, un nuovo Hnguaggio di Una voce Doľl^L10>> che sembra quasi emanate da una voce anonima: ě la voce di un «*« contľ agÍSCe come Protagonista, che sale alia ribalta delia stoná, che rac-re r,86 stesso e i fatti tragici, inconsueti e awenturosi cui si trova a partecipa-CľJ1CenTe deUa 8uerra e delia lotta partigiana costituiscono a base di un unnl881°LChe ^ awicinarsi il piú possibile al movimento delia reata: c e nache T S,°gno di narrare che si esprime nella stampa clandestina, neUe cro-io aT lari di guerra> nelle testimonianze piú immediate e brucmnti, nel dlretto, nelle spezzature improwise, nelľasciutta essenziahta del tor onematografico. Domina <<ľaspirazione ad offrire delle vicende che ľolit Cl n/i n 386 Epoci, i, Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968) PAROLE tav. 255 Neorealismo D termineneorealismo fu usato gia verso la fine dcgli anni Venti per indicare reccnti tendenze artistiche e letterarie, sul modcllo del tedesco ,\lW Sachlich-*«;(cfr. dati, tav. 216). Ma a utilizzarlo in modo nuovo fu nel 1942 il montato-re cinematografico Mario Scrandrei, per il film Ossessionc di Visconti (cfr. 11.2.2), e rapida fu la sua diffusione nell'ambito cinematografico. Ciia suhito dopo il 1943 esso si estese anche all'ambito lettcrario, con varie oscillazioni c sovrapposizioni con altri termini (come realismo in generale, soaalrealismo e piutardi anche realismosocialista): chi lo prendeva in accczione positiva sotto-lineava la novita del fenomeno e insieme il suo collegamento con la grande tra-dizionc ottocentesca, messa da parte durante gli anni del fascismo; chi lo prendeva in accezione negativa ne sottolineava il carattere occasionale, troppo legato alia cronaca immediata, e gli opponeva l'ipotesi di un realismo piii maturo e cosciente delle proprie prospcttive. Un bilancio di varie posizioni e giudizi di quegli anni fu dato da un volume con interventi di piii autori, lnchtesta sul neorealismo, curato nel 1951 da Carlo Bo (cfr. 10.7.17). Anche negli anni Cinquanta gli usi del termine furono vari e molteplici; ed esso ha continuato ad essere usato con prospettive oppostc, sia per caratteriz-»re l'intera cultura antifascista degli anni Quaranta e Cinquanta, sia neU'ambi to piii ristretto qui suggerito. l«teratUra,perattinKere ÄÄ*?1 CortÍ)' 1uasi a "hare lo schermo della Peso essenziale nella „artS P"f futentici deU'oralitä; il dialogo aequista un ™U« comunicazione Duhhl ľ llnBua8gio comune della vita quotidiana e reeionali, a vari tentativi }al«t.; Ma il rappoiotn ľí? 'Ullan0' U ritmo e la concretezza de. diversi J«to ú loro valore di diľerřJ7 reSta comP»cato e ambiguo: viene r.ven-™ "B™loro uso inventío "ľeStUn0nÍfn2a delJa ™* popolare, ma si rifugge 0r'^ntenazi0na|ei p^'*"™^ * Si ^ in real EpooJ n Rjcostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968) plcnaguerra come dd anema d h ann, dd fasc ' C pnma ^*XoLrra' P» celebrati caPolavori dcl ^realismo*' rcT 1PSÄS) ' P^ (l<*6) di Robert° Rossellini 0906-55" ÍZ tradizionali, fittizi e artificiosi, questo cinema sostuu.va tiomini comuni, Zm contadim, impiegati, disoccupati, che trovavano la loro veritä nel rap. porto con l'ambiente sociale, in una partecipazione collettiva: agli attori pro-fessionisti venivano spesso preterite persone comuni, trovate direttamente nel- Epopet 12 ^Ne risultö una singulare epopea delTItalia all'uscita dalla guerra, dotata di tffafc una densitä edi una freschezza inconfondibili. I maggiori film neorealisti sem-poabellic« ^ran0 riveiare una forza nascosta che si impone per la prima volta alio sguardo, fanno pensare a possibüitä di rappresentazione assolutamente inedite. Con es-si il cinema sembra imporsi come protagonista di una nuova cultura che final-mentefa parlare la realtä, che dai drammi degli uomini comuni ricava un segno di liberta e di umanitä, l'annuncio di una nuova storia e di una nuova societa: si coagulano cosi, in modo molto piú esplicito di quanto non riesca alla letteratu-ra, in una combinazione irripetibile, le illusioni dell'Italia democratica e popo-lare; dai valori sepolti nel fondo dell'anima popolare italiana sembra affermarsi un modello di umanitä e di civiltä immediata, autentica, vitale, un nuovo oriz-zonte coUettivo. II carattere di massa del cinema, la sua immediata comunicati-vitá, la sua diffusione pubblica, sembrano dare a questo modello un autentico nscontro sociale: si ritiene possibile che esso si sviluppi con forza nella concre-ta realta sociale dell'Italia della ricostruzione. Si tratto di un'esperienza brevissima, presto arrestata e modificata dalle molte-pnci contraddizrom della siruazione del dopoguerra e daUo stesso rivelarsi dei ca-smiTrlli^P Z10ne,Cmemat08rafica>del Peso che su di essa avevano i meccani-d, e i rňn I S,na caP,talistlca U cinema neorealista ebbe comunque molti rappom n eXnmTn1mp0ranea letter«ura: dietro di esso c'erano van modelli lenera-vattbi r, ' T SmT[ e ^negg.aton: basta ricordare il lavoro d. Cesare Z»-dni c De Si« ft' Per' "P™ ricordati di De Sica, e l'uso che gli stessi Zavat^ Pittortiu gVb "°'pct Uin d' hicidette> dl un ^cente romanzo dello scr.ttoree nAÍC"'" {l apparso nel i946. .mmedia all'italiana», okre a istitiure b"5ľ^ (cfr-,c^unque dat., taw. 2,6 e z& tratto dal romanzo IIpoema da lunatict di Mentr .ava220n'> cfr. dati, tav. 286). Porti con i m dati'tav- 259 si forniranno informazioni piú articdate sui rap ni film Hi C!ncma di Moravia, Brancati, Soldáti, Flaiano, qui a elencano alcu-ra (rmv;!repsti tratti da opere di rilievo deUa letteratura italiana del dopoguer-«ndo ai luoghi di questo volume in cui si parla di tali opere). 390 tpoca n wiwui ľICSľSľľcľneS«ra * M. Antonioni, S. Cecchi D'Amico, A. De «2?« di Cesare Pavese (n-2ioK íííSŕSwíS959), sceneggiatura di P.P.Pasolini, L. Bost, da Ragazzi di vita Uettllo (1970), sceneggiatura di S. Cecchi D'Amico, L. Bazzoni, M Bolognini e M. Pizzo, dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini (11.2.17). LUIGl COMENCINI La ragazza it hube (i960), sceneggiatura di L. Comencini e M. Fondato, dal romanzo omonimo di Carlo Cassola (11.2.18); La Storta (1986), sceneggiatura di S. Cecchi D'Amico, C. Comencini, L. Comencini, dal romanzo omonimo di Elsa Morante (n.6.6). VITTORIO DE s1ca 1/ giardino det Finzi-Contini (1970), sceneggiatura di G. Bassani, U. Pirro, V. Bonicelli, dal romanzo omonimo di Giorgio Bassani (n.3.11). dam1an0 DAMIANI VisoladiArturo (1962), sceneggiatura di D. Damiani, V. Liberati, con la colla-borazione di C. Zavattini, dal romanzo omonimo di Elsa Morante (n.6.5); II giomo della dvetta (1967), sceneggiatura di U. Pirro, D. Damiani, dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia (n.3.20). LUIGl FACCINI UgarofanoroHo (1976), sceneggiatura di L. Faccini, dal romanzo omonimo di tlio Vittorini iu.2.5). METRO GERMI cl^Al0Ambr0glh (l96o)' sceneggiatura di A. Giannetti, P. Germi, E. De (1098) ^UerpaU,cciaccio bru"° de via Merulana di Carlo Emilio Gadda CAKLO LIZZANI M°mÍ r PU?T ä7ľ" (l954)l sceneggiatura di S. Amidei, G. Dagnino, , ľ""'' dal romanzo omoni™ di Vasco Pratolini (11.2.17); r'' ^ento attivo nella realtä Ha sempre ^w/aagrai,^) ^ ■ , . . jj 6»o di partecipazione alle cose, di intervento aiuvu ,,, forte vitalita —zoomommodlHSSa^ir' í ' mPľ a, ™e espenenze total.: ha ccrcato di ^uaj» col. bo petr, blanciardl (n-3^). gnodude aUe origini mitiche della propria terra e a ^S^Lone e del- " ~*» di Vtgevano (I96 scp . manz0 f lv°; "el lavoro, nello scambio tra uomini, neU'eserczio della rag wionimo di Luck) Lr?nidTfne8?6atUra C lfCniCa ha visr" 010 ffiridoSsciT688'8111'3d'Petri'U Pirro'dal romanz°0m0n'' s"' «U mman/o oSSW di E" Petri. c°" k collaborazione di B. Pd*" omommo d. Leonardo Sciascia (n.3.21). Qdlver^eccellenii (1975). sceneggiatura da II contesto di Leonardo Sciascia (11.3*1); Cristo sté fermato a Ebolt (1979), sceneggiatura di T. Guerra, F. Rosi, R. La Ca-pria, dal libro omonimo di Carlo Levi (11.2.16). fiorestano vancini IjUmganotte del'43 (i960), sceneggiatura di E. DeConcini, P. P. Pasolini, F. Vancini, dal racconto Una nottc del '43 di Giorgio Bassani (dr. 11.3.11). luchino VISCONTI Rocco e i suoi fratelli (i960), sceneggiatura di S. Cecchi D'Amico, P. Festa Campanile, M. Franciosa, E. Medioli, L. Visconti, da un racconto dell ponte della Gbisolfa di Giovanni Testori (11.5.13); UGattopardo (1963), sceneggiatura degli stessi dal romanzo omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa In.3.13). valerio zurlini Le ragazze di San Frediano (1954), sceneggiatura di L. Benvenuto. P. De Bernardi, dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini (11.2.17); Cronaca familiäre (1962), sceneggiatura di M. Missiroli, V. Zurlini, V. Pratolini, dal romanzo omonimo di Pratolini (11.2.17); Udeserto dei Tartar/ (1976), sceneggiatura dal romanzo omonimo di Dino Buz-zati (10.6.20). Il2-3- Elio Vittorini: una presenza inquieta e vitale. 'falľíette/ animat,ore & cultura, sempre alia ricerca di uno stretto rapporto L«ter«r" Poranea, El \ŕ 1 orizzonte piú ampio della vita culturale e politica contem- «■ ^gno Hi tv»«° Yittorini ha espresso, nella sua opera e nella sua vita, un bias*;... partecipazion<* all,, a: _______«:..„ „„n„ MUi 1 u "progreššo civile e j—-uca ha visto i segni di una storia in movimento ai v icaniente f^ocratico, in cui egl, ha sempre creduto, secondo unott.ca P '"^imstica. e , ica facendo spestUt0dÍ,datta' Vitto»ni ha řatto a men° di T' "Ana scommettendo Í 2 !.Celte audaci- assai inconsuete nella cultura ^%SJsiom: sempre Pron,'UdlCatamente suUe proprie prospettive e suUe propne p fl b a n?d° a sbagliare, a correggersi, a ribaltare giud.z. e on gj, e dalla cul-m del fascismo si era tenuto originalmente lontano dali ide Partecipazioiw tl preentc Epoc.«i Racos.ruz.one c svUuppo nel dopogucrra (1945-968) tura ufficiale italiana, aprendosi con vivace curiositá alla contemporanea lette. ratura americana ed europea. ___, .. Le sue opere e la sua scrittura letterar.a nspondono prima d. tutto a un bi-šopno di partecipare alle tendenze piú v.tah del presente: tnesse egli proictta la nropria coscienza deUa situazione stor.ca. Per questo, d. fronte alle brusche trasformazioni in cui egli si trova a vivere, 1 suoi scntti nmangono spesso sospe. si prowisori, come i risultati di unespenenza non scavata tmo in rondo per-ché presto modificata dalla realtá; numerosi sono infatti i testi abbandonati c non finiti. Legate strettamente al momento di cui sono espressione, molte sue opere mostrano oggi fino in fondo i limiti degli anni in cui sono nate, e rischia-no di veder esaurita la loro carica vitale. Al di lá dei vari risultati raggiunti, Vit-torini ha comunque agito a fondo sulla letteratura italiana. ha saputo eviden ziare problemi e suscitare iniziative, ě stato un intellettuale capace di sentire spontaneamente 1'aspetto politico della cultura, il suo valore di relazione socia-le (essenziale ě stata anche la sua presenza nelTeditoria). Nelle sue varie attivitá ha sempře mostrato una intensa volontá di comuni-mifgnu care, Ji legare riflessione e intervento, di influire sul lavoro degli altri: non ha mai operato in modo freddo e distaccato, ma ha sempře cercato di vivere espe-tíenze integrali. Da ció ě derivata una specie di sfasatura, di non conciliazione, tra la sua figura di operátore culturale e il suo lavoro di scrittore: quesťultimo si ě caricato di ambizioni eccessive e non completamente risolte; ed egli ě giun-to alla fine a una vera e propria sfiducia nella letteratura, a una negazione della sua validita come strumento di conoscenza del mondo industriale e tecnologico. , ..NaU) ,a Siracusa u 23 luglio 1908, Vittorini trascorse 1'infanzia in vari luoghi della biciha seguendo gli spostamenti del padre, prima ferroviere e poi capo-stazione: e il fascino del třeno e del viaggio sará presente con insistenza in tutta ia sua opera. La ncerca di contatto con realtá lontane lo spinse, nelTadolescen-m^l 6 ?r0pne fughe da casa- mentre scarsi risultati egli conseguiva negb rS'™118enit°ri lo avevano destinato: vivaci erano invece le sue let-cultur' í Fn,*'' C°ntatti con ambienti oP^ai, la curiositá per d dibatt.to So doÍ,r° n COntatt° Con MalaParte (cfr. 10.6.7), pubblicó nel 1926 un Sižssř nlsta ;La conquista deUo stato» e su posizion' ■ cbbc dup f\o\ ^ T Dopo d mat"monio ■ Szia 'Cda Ť V**™ abbast* articoli di Dolitira „ - VerS' laVOr': Ín «UU1I 11. .»----- *> 3 » baS^T C,' Primi testi na"a^i. Ano al primo volume app" fam.RliaaF Zl"?1 ™ Nel 1930 si era intanto trasrerito La prima formazione AFirtrut SO nel dl* figli.ma da cnU maírim°nio con Rosa Maria Quasimodo (da cui ne*a Giuha, dove svokľ ^"P abba"anza presto), si trasferí nel '27 in Ve-a»'coli di politica e Srl —lavori: in quegli anni pubblicó in varie riv.ste 2ione» tut lss|'»a serte di coUaborľ, 34 per motivi di ^lute, mantenne con Sfc. ^J^SSS^a r:ŕe e ad a"ivtó editoriali- Lavorôŕ°ľu A Miláno 11.2. Nel tempo del neorealismo 393 , espresse le sue posizioni di fascista « di sinistra »; ma, in consonan- Vittorini n«Solaria », guardócon grande attenzione alla moderna cultura europea; eilfascumo ^ziale fu la sua «scoperta» della letteratura americana. Insieme ad altri fa-^ti di sinistra ed ex fascisti (come Bilenchi e Pratolini, cfr. 10.6.24 e 11.2.17) drammatica partecipazione gli eventi della guerra civile di Spagna (djTio.i.i). schierandosi dalla parte dei repubblicani e criticando il sostegno dell'Itaiia fascista alle forze rcazionarie e clericali: divenuto elemento sospetto, venneespulso nel '36 dal partito fascista. Si accostô allora all'opposizione anti-fascista e ai gruppi comunisti clandestini: e mentre continuava a svolgere un massacrante lavoro editoriale, scrisse il suo libro piú significativo, Conversazio-neinSicilia, apparso su « Letteratura »tra il '38 e il '39. Nel 1939 si trasferí a Miláno, dove cominciô a lavorarc per Bompiani e per altri editori; in particolare allestiper Bompiani l'antologia Americana, che nel 1941 fu bloccata dalla censure fascista (ma cfr. dati, tav. 240). Durante la guerra, egli svolge attivitá clandestina per il partito comunista: neU'estate del '43 ě in carcere a San Vittore; liberato, si occupa della stampa dandestina, prende parte ad alcune azioni della Resistenza, entra in stretto contatto con Eugenio Curiel (cfr. 10.20.21) e partecipa alla fondazione del Fronte della Gioventú; diviene compagna della sua vita Ginetta Varisco. Dopo i! difficile la liberazione, mentre elabora e pubblica nuove opere narrative, si occupa a «pporto Milano della stampa comunista, e fonda per l'editore Einaudi la rivista «Il Po- con " Pci litecnico», il cui primo numero appare nel novembre del '45: ma l'apertura tt"" • e ambiziosi propositi della rivista incontrano le riserve dei dirigenti ufficiali del Pci, dando luogo a una famosa polemica (ma cfr. 1 r.2.4). Dopo la chjusuradel« Politecnico»(dicembre 1947), continua a svolgere una ricca atti-™a culturale, awiando contatti internazionali, prendendo sempře piú le di-^anze dal partito comunista, che lascia nel 1951, salutato polemicamente da °g tatti (sotto lo pseudonimo di Roderigo di Castiglia) con un articolo su « Ri-vita b *' l{tori"isen'eghiuto, e solid ha ksáato! Negli anni successivi la sua attivit"V!ía C 'acerata dal dolore per la morte del figlio Giusto (1955); nella sua naudi^ľ ]|tori?)e acquista intanto un essenziale rilievo la direzione, presso Ei-sono j' .a c°llana di narrativa «I Gettoni», che inizia a uscire nel 1951: stretti sta «H v?' raPPorti con Italo Calvino, con il quale nel 1050 fonda la nuova rivi-fuioad ad3 (cr"r-"-5-2). Si awicina a posizioni di liberalismo di sinistra, MUano neľinrľ Partitoradicale: nel '6o viene eletto consigliere comunale di alla nuova ,St-e.del Psi- ma si dimette dalľincarico. Guarda con attenzione una letter taLlnc'ustr'ale e tecnologica, interrogandosi sulla possibihtá di Co e eon unUra tenga conto dei nuovi orizzonti sociali, e giudica con distac-^ roman?3 fCrta de'usione la sua precedente produzione: dopo ľabbandono , il suo lavoro creativo si limita negli ultimi anni "Uova veste 1 ,romanzo ^ donne di Messina, giä apparso nel '49 e ora, in una ľlri8e la n.,ô "e x6.4' Ma fi"issima ě la sua attivitá editoriale (tra ľaltro da 64 CoUana sľ Medusa », collana di scrittori stranieri, di Mondadon e daJ 65 Ve,nti Polemi ■ SVca < mľm'C1 e le sue proposte politico-culturali. Aggredito - muore a Miláno il 12 febbraio 1966. Viulumn t netru j94 Epoctii Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-196X) n.2.4. Vitlonm mtellettuale e organixzatore di cultura. In ogni momentodclla sua attivitä, e con una sostanzialc continuity tra il giovanilefascismoelesuccessiveposizionidcmocratichc. Vittorini rivdagrande fiducia nella cultura come forza capace di creare un mondo umano e vitale: essa é per lui un valore in perpetuo accrescimento cd espansione, die rompc gli arginidelle anonime convenzioni borghesi, rivcla i caratteri piú autentici del-ľesistenza individuale, la immerge nella vitalita di un « mondo » in movimcnto verso il futuro. Questa fiducia trova varie incarnazioni nei diversi momenti del-ľ attivitä di Vmonni, seguendo le suggestioni della cultura contcmporanea e le sollccitazioni della realtä politica e sociále. Nei primi anni ě in lui molto forte il senso dcll'energia giovanile, la volontä ancora adolescenzialc di gettarsi a rondo nel vortice della vita, per estrarne tutto il valore autentico e profondo: e in questo si sente l'eco della cultura della « Voce » e del vitalismo del fascismo di sinistra. Con il suo distacco dal fascismo, questo vitalismo si rivolge con appas-sionata attenzione alia realtä popolare, si carica di sdegno verso ľingiustizia e l'oppressione; ma l'interesse per il popolo ě per lo scrittore anche ricerca delle proprie radici siciliane, un ritorno alle piú oscure matrici delľumanitä. ai miti originari del mondo contadino: qui Vittorini trova la rivelazione essenziale di cio che fa umano l'uomo, il ripetersi di gesti tragici e assoluti in cui si risolve il valore della vita (ě il momento che culmina nella scrittura di Conversazione in L'esperienza della lotta democratica e della Resistenza genera poi in Vittorini I esigenza di un intervento piú concreto nella realtä: egli sente il bisogno di una cultura capace di partecipare a un processo rivoluzionario, che egli n°n a,nccP1sce sccondo gli schemi del marxismo, ma come una liberazione totale «ue lacolta dell uomo. Nelle sue intenzioni originarie «II Politecnico » é P«|-menľn0U,n,mentO Ť batta«lia P« «™ «""ova cultura », che penetri total di ZS? « Chc SaPPia Pr°teggere l'uomo dalle sofferenze inve« piu^r^ e«v>C°n j h *' Ma la rivista e anche unoccasione di apertura- J 1 tradtóon^TT deUa ^tura internazionale, una via di uscita dai limit, del ^ZúZcL^T' guardare ai cacatteri del mondo contemporaneo. a£ *>pCX"" ^ffnúnate, agli statuti e alle condizioni deUe diverse di P' NucřrSSS Sapere' agĽ Sviluppi deUe tecn'rhP " late, agli statuti e alle condizioni deL- - - ^ 0. -•Hune, agli usi social! del sapere, agli sviluppi delle tecniche, ecc m nllľ r,ÍCCrCa Ubcra e aPe™ a susctare il dissenso deUa d* «f f^nak« m a. che ncl corso del 1946 rivolge varie critiche alľeclettismo del M g To. ZT^dT che csso farcbb« »Ha cultura borghese. In una « e« Vit. form ľl i'"" e Cultura' Počata nel numero 35. aU'mi"° de'^„oin* ouni mponde , queste dl{cndendo u culmra come hbera e au ^ cukS iif0"0"™00 la necessita di mantenere «il contatto^con po0 de U ^ uo 'a nece«iti j- — VUJlu'a come iiucia c "^latonedl855*;- PropuKnľnl mantenere contatto con il liv ^NKicanŕiľlľ 1 Un raPP°rto tra politica e cultura 1-«Ha cultura», ma «lasciato "libero" di varia** 11.2. Nel tempo del neoreaJismo 595 ndo lc diverse realtá storiche. Notevoli in quella lettera sono anche 1'affer-mazione secondo cui«la linea che divide, nel campo della cultura, il progresso Itlla reazione, non si identifica esattamente con la linea che li divide in politi-ca» e la rivendicazione del valore della «letteratura detta oggi di crisi», degli scrittori capaci di prospcttare « esigenze rivoluzionarie diverse da quelle che la politica pone». Era un chiaro rifiuto di ogni letteratura retorica e subordinata. ridotta a «suonare il piffero della rivoluzione». Si ě in seguito parlato lino alia nausea di questa polemica e dei suoi vari ri- Uru n« svoki: oggi si puó avere Pimpressione chc essa sia stata soprawalutata, e il suo Uba* mteresse puó apparire alquanto limitato. In essa si espressero nozioni ancora «dassichc» del rapporto tra politica e cultura inadeguate ai complicati e inaf-ferrabili meccanismi della societa di massa e completamente scalzate dalle successive rapide trasibrmazioni della societa italiana. Ě comunque necessario ri-conoscere ancora oggi, dopo tutte le f ratture che si sono riproposte successiva-mente tra cultura e politica, tutto il coraggio e la sostanziale validita della posi-zionedi Vittorini. La sua apertura alia libera ricerca lo spingeva, tra 1'altro, a cercare di capire i nuovi processi sociali in atto, molto piú di quanto non fosse ingrado di fare la cultura ufficiale di partito. E in questa ricerca egli arrivó, ne-gli ultimi anni, a guardare piú da vicino alia realtá industrial, a porsi inquiete domande sulla nuova societa, fino ad abbandonare ogni nostalgia per i valori originari del mondo popolare e contadino e a cercare una cultura scientifica e tecnica, capace di trarre alia luce gli aspetti positivi del presente, di trovare la via di una liberazione concreta dell'uomo in un nuovo rapporto con gli oggetti. Dopo aver raccolto i suoi interventi saggistici e politico-cultural! nel volume Sama Draw in pubbltco (1957), Vittorini tento una esplicita riflessione teonca sulla posi- * none della cultura nel mondo dell'industria, in una serie di appunti, raccoln e pub-Micati postumi nel 1967 con il titolo Le due tension. AI centre di questi appunti c e ■» distinzione tra una «tensione razionaW e una «tensione affettiva» e una dura """ca a quasi tutta la letteratura dall'Ottocento in poi, che farebbe leva sulla «tcn-«°ne affettiva», equivoca e priva di capacitá conoscitive: Vittorini nuene invece "ecessaria una letteratura che si conf'ronti con i procedimenti razionali delle scien chc crei« nuove strutture figlie di tensione razionale ». Ma i termini del discorso "wlano in molti punti una semplificazione eccessiva: la generosa rifless.one deUo ^nnore resta ai margini deUe nuove tension! che stanno per csplodere nel 6». lir^ü comu- Hanno n0stante molti limiti- ^ scelte e le posizioni del Vittorini«intellettuale^ LtaM Ä"rnle Caľľ° rUievo essenzlaIe nella s'°ria deUa cultura itaLana dagl. ann. co™^enle trascinato ■«....... mondo, vissuto in pochi anni turbinosi, egli si sente ^ concijjarsi; entro una realta che sente estranea, con cut il suo 10 n°n . , neUa scrittu. e neUo stesso tempo cerca d. affermare il senso pm Proto™° jstan0 J tempo, ra, neUa conquista di uno « stile » e di una « maturita » tragica se- Pavese vive questa ricerca e queste contraddtzton. con un ostinat neta, mirando, fino in fondo, ad «essere tragicament >essoedeirapporticon La sua vita si risolve in una tormentosa analtst cu se ^ scrittore: gli altri, in una ininterrotta lotta per « costruirsi» com di se> tanto una lotta nella quale, quanto piii egli acquista sicurezz ^. (nemmeno Piu sente di essere «altrove», di non poter coinciuex ^ di intcllet-~n la realta coUettiva a cui egU cerca di ^^^SJaodi^ chefl- U~«* «««k>. D senso di questa vicenda, di q««to.<^^iS,alitica. nel suo d.a- <* la fine lo porta al suicidio, e seguito con ostinata tenaon ^ ^ jg ro no, intitolato 1»«/,^ ^ wiw. iniziato il 6 ottoore y,,^ fa schlto. «95o, poco prima del suicidio, con le famose paroi^ ^ tagi, Non parole. Un gesto. Non scrivero piu »• Pubbl«row ( me an_ {t*njegrati neU'edizione critica del .^^Jmrhe se la sua lettura i «1 fitto epistolario deUo scrittore) grande '"^^jdinttura scandali«M stata sPessolaccom ta da una ricerca morbosao^ ^ ^ ^ '■ una vita privata che fu difhcik e probie Li vita come anaJisi JuPartic0lanďi arnarez; zze. le f°r° 'nte1ettua| *;se ^ 'n i?ran parte concentrata in un paziente e costante orm3'18^' da fa f- nact?ue '19 settembrer?»» a Santo Stefano ßcJbo, nel-dii a '3 ^ino d'* P'ccolo-borghcse originaria della zona. ma trasferttasi S " "a carnpaö ^esare 'crie perdette il padre a sei annil compí i suoi stu-si M° ^tetano 1 Langhc restö setnpre legato, per aver frequentato a e' liceo D'A ^nma e'ernentarc e per i numerosi soggiorni estivi Ii trascor-zeglio fu per lui essenziale l'insegnamento di Augusto Monti Epoca 11 Ricostruzione e sviluppo nel dopogucrra (1945-1968) (cfr. 10.2.21) e la ťrequentazione di amici come Leone Ginzburg, Norbcno Bobhio. Massimo Mila, Giulio Einaudi: in quell'ambiente si man' 1 nc va, anche dopo il '25, la continuitä ddľinaognammto di Gobetti, della sua prospettivi anntascista, libcralc ed europea. lscrittosi alia Facolta di lcttciv. si laureô nel [m2 am una tcsi sul pocta americano Walt Whitman (cfr. 9.6.2): tin dalla fine dcgli anniVentiavevalettonumerosi autori americani e aveva iniziato a tradur-rc scritton inglesi c americani; negli anni successivi svolse un intensi > lavoro in qucsto campo traducendo, tra ľaltro, opere di Deioe, Dickens, Melville, Joyce, Faulkner (cfr. anche dati, tav. 240): notevoli anche 1 suoi saggi t ritici, soprat tutto su autori americani. Nel 1934 sostituí Leone Ginzburg. ai restato dai la scisti, nella direzione della rivista « La cultura » e iniziô la sua collaborazione al la nuova casa editrice Einaudi (dati, tav. 257): per i suoi rapporti (ehe non era no in rcaltä legáti a una vera attivitä political con i militanti del gruppo Giusti zia e Liberta (cfr. 10.2.21) venne arrestato anche lui nel maggio 1935, processa-to e inviato al confino a Brancaleone Calabro, dove restô dalľagosto deľ 3 5 all3 tine del '36, anno in cui usci il suo libro di poesie Lavorare stanca. Tomato a Torino, riprese il lavoro editoriale. Ma la sua vita era infelice e tormentata, dominata da un senso di solitudine e di vuoto, prú forte dopo la fine di un'espcrienza amorosa vissuta negli ultimi anni delľuniversitä; una nuova, difficile amicizia, a partire dal '40, fu quella con la giovane Fernanda Piva-no. Dopo la morte della madre, awenuta nel 1930, egli aveva continuato a vive-re, con la famiglia della sorella Maria, nella casa di via Lamarmora 35• Numero-sc erano le sue nuove amicizie (tra cui quelle con Vittorini e con Giaime Pintor. cfr. 10.2.21). Dopo la pubblicazione di Lavorare stanca si dedicô alia narratiya: c una notevole risonanza ebbe il romanzo Paesi tuoi, apparso nel 1941 Nel 42 hi assunto direttamente come dipendente dalla casa editrice Einaudi. dopo un soggiorno a Roma, si rifugiô durante l'occupazione tedesca in un Paese. ,f Monierrato, presso la soreUa, guardando con amaro distacco agh eventi deua Resist enza. r>___1 ■•• atcum intellettuali comun.sti. ^.^^li, «oag soggiorno a Roma tra la fine del '45 e l'inizio del '46, per m0£ant0 Steh»n° compi Etequeoti viaggi, pur lavorando soprattutto a Torino e a ^ ^ ^ Belbo. Nel giugno 1950 ricevette a Roma il premio Strega per H v ^ ^ sen Mt*r. Usucccsso pubblico, anche con i suoi risvolti mondani. gi jelusi0ne ra' sazione di lorza, di raggiunta maturita: ma a cio si opponeva uni ■ ja convi°' dicale, la percexione di una insuperabile falsita nei rapporti urn, <^ ^ su0 ,o. UOM di nun partccipare eUcttivamentc a nulla di cio che era ej.^ic0lta a vr>£ 1 ram cio trovava un risvolto particolarmente amaro nella sua nUove |aU' K 1 rapporti amorosi; e ad aggravare la sua angoscia vennero nQ Jel '4V invntan cspericnzc, quella di un amore romano durante it S°^Q^og, con 40, c quella del rapporto con l'attrice americana Constance yy*-ortl,r.> *cmu rtne del '49 DalVidea del suicidio, come uscita da 11.2. Nel tempo del neorealismo 401 li contraddizioni dell'esistenza, come ultima costruzione di sé in un gesto definitivo ed assoluto, Pavese era stato ossessionato piú volte, fin dall'adolescenza: un pomeriggio ďestate prese una stanza all'Albergo Roma di Torino e fu trova-to la sera del giorno successive 27 agosto 1950, disteso nella morte, per effetto di una dose eccessiva di sonnifero. Cominciarono subito i pettegolezzi, le inter-pretazioni e le condanne ideologiche e moralistiche del suo gesto, le euriositá morbose sulle sue motivazioni. dati tav. 257 La casa editrice Einaudi Le edizioni Einaudi nacquero negli anni Trenta (con iscrizione alia Camera di Commercio di Torino nel novembre del 1933) per iniziativa del giovane Giulio Einaudi (nato a Torino nel 1912) e col sostegno del padre Luigi (cfr. 10.2.9), che nei primi anni diresse la collana « Problemi contemporanei», dedi-cata soprattutto a temi economici. La casa editrice rilevd nel 1934 due riviste di matrice liberale, «La riforma sociale» dello stesso Luigi Einaudi e «La cultu-«» del filologo e linguista Cesare De Lollis (1863-1928), chepero interrup-Pero le pubblicazioni nel 1935. In questa fase iniziale la casa ebbe dimension, assai ridorte: si appoggiava su un'anima liberale conservatrice, dovuta a Einau-d' padre, e su un'opposta tendenza radicale e progressista, legata alia tradizio-ne gobettiana torinese, a cui si awicinava sempre piu il giovane Giulio, grazie a. suoi rapporti con giovani intellettuali legati al movimento di Giusmia e Liberia, come Leone Ginzburg, Massimo Mila. Cesare Pavese (cfr. 1 1.2.6). Jwscitan-ao 1} sospetto del regime fascista (che nel 1935 incarcerd van coUaooraton. tra1 q"aL gli stessi Ginzburg e Pavese), la piccofa casa editrice ando ™P'd«mf™ accentuando i suoi interessi nell ambito della letteratura, della filosofia t del a "oriografia: gia nel .937 nacque la collana dei «S$g#* ^P0™^™^ "aduzioni dalle letterature suamere e le edizioni d. fundamental, test mdw» ^ontemporanei, come quella de Lt occasion di Montaie. che nel 19 9 n*uguro J collana «Poeti» (cfr. IO,8.3,. Nel .94. al W.'^/"^^^ Pavese, aveva un importante ruolo Norberto Bobbio cfr. ' agg.u 8'uppo romano, eon la presenza di intellettuali antifascist, che «««bor "o a «Primato», come Pintor. Alicata, Muscetu (cfr. 10.2.2. e im.1 ^ ^ *«*> anno nacque la collana dei « Narrator, contemporanei>>.m» J P<«> tuo;di Pavese (cfr. .1.2.9); ncJ .04^ M«««" ffiS e^L» * Jg^-^ « Universale Einaudicon edizioni d. cla^c. _ll H ' v~Neri,primi anni del dopoguerra ebbe un ruolo dwmj"fl^lTm^-f*. Elio Vittorini (cfr. 11.23), che lavoro in una nuova sedeapc^ ^ ^ °nent.amen.o ^ "sa era ormai rivoito complement;•< l< nuo-ve scienze umane, per git studi antropologici e di storia religiosa, pei la grande letteratura «negativa» europea). Una serie di presenze essenziali (dupu la morte di Pavcse, quelle di Vittorini e Calvino, e in seguito di altri numei osi consu-lenti e collaboratori, come Franco Fortini) diede alla casa editrice un'identita originalissima: si puó dire ebe nel catalogo e nei libri Einaudi sia consegnata 1'immaginc piú rigorosa e caratterizzante della cultura italiana del dopoguerra (nclle bibliografie e nel těsto stesso di questo manuále si possono trovare numerose indicazioni sul rilievo determinante che le edizioni Einaudi hanno assunto nella storia della letteratura del Novecento; bašta guardare alla pre-senza di nomi come Saba, Montalc, Gadda, Vittorini, Pavese, Fenoglio, De Filippo, Sciascia, Fortini, la Morante, Calvino, o ancora a collane come «I Get-toni», cfr. 11 2.3) Con la erisi della cultura della sinistra dei tardi anni Cinqua-ma e degli anni Sessanta, le edizioni Einaudi seguirono con attcnzíone i fer- mentj della nuova sinistra (essenziali, tra ľaltro, le traduzioni dei testi della Scuola di Francofonc, cfr. 10.1.9), i temi e gli orizzonti della contestazione, al-eunc esperienze della piú recente cultura internazionale, gli sviluppi dello strutturalismo e delle nuove scienze umane. Negli anni Settanta si aprí una pro-gettazionc di «Grandi Opere*, in piú volumi, inaugurate daWEitcielopeäu (ctr. DATi, tav. 128), nel quadro di un sapere problematico, legato a una pro-spettiva materialistica, ma aperto ai piú vivaci orizzonti delľepistemologia con-ttaporanea. Segno non soltanto del peso sempře piú determinante che le strutture economics assumono nel mondo editorialc, ma anche delle difficoltá attraversate 'la la cultura itaUana c dalla tradizione della sinistra negli anni piú recenti, e stala la grave emi f.nanziana che la casa editrice ha attraversato negli anni Ottan-momcmi particolarmente acuti nel 1983 e nel 1984. Dopo un periodo di •mmtnutraz.onc controUata, la casa editrice ha trovato un nuovo assetto smradí* pro- Z luM mtCrn° del gruppo E1™»nd, richiamandosi aUa propria tra Um . čn II ľiCOnUmiando a darc » suo essenziale contribute eritico e P maggior prestigio ancora in corso ricordiamo: «BjbIl0ííj'* di cultura storica . «Collczione di poesia», «Gli struzzi*-'98 3, Peruna ricostruzione della storia deUa casa íwfj^, "P'ccok Bibii^"E^J., "] IJlil!fnni>>> «SupVrcoralh», _«NuoviCoralli'». taftnt 1900. '' " Libri uomtni idee ollre ilfascisnto 11.2.7. Temi ricorrenti nelľopera di Pavese. _ U11»rtfVM
  • reiľtä campestre balenano . segn. del« selvagg.o.*», di^ sguardo sono designarsi in termini razionali, cheiujn" ljzzare, a ridurre «a umano e che la societa si impegna a controUare, a neut luogo noto e civile». ., fa„ :i costruire, 1'operositá L*JJUi- La citta rappresent.. inveee il movinicnto .1 ^'^^e'cm^ chetiÄSalecose e allontana dalla nátura. 1 -W"0^ c negativi. Nella contraddittorio: in ent nimbe si intrecemno demenu v ne„0 stess0 clmpagna la nátura rivela la sua vitalita onginana, n sj c0StruIsce tempo come forza cieca, inesorabile e mortale; neu1 c ^ ^ ^ stesso come essere sociále e civile, in un lavoro che tras or ^ ^ ^ sempre tempo si perde neUartificio, nellaccumulo ^ °^|cune figure umane che Piú priva di valore. Sia nella campagna sia nella citta fícati pili plofondi » pongono come modeUi di vita, condensano m * ».: arapportocones-delľambiente, ne incarnano i caratten piu toiau ho spesso, « ha un essenziale valore di conoscenza e ^^,no-Gn'esperienza del tnon naggi di Pavese sono adolescenti o giovan. che cerca confronwndo . ~n do, che mirano a costruire la propria uman'ta P rop ^ mod y tu to quelle figure-modeUo, cercando con loto légam' d am fl ^ ^ Personal!, anche Pavese mette cosi al centro d f*^olKnte nella letteratu s«nza,delsuoincontroescontrocondmonao, ,flhioKraf.-f« degli anni Trenta (cfr. 10.6.11). , fondamentale ncil^"^^*: D problema deUa costruztone di ^"fXuo rappo«0«,nlconoscere «• d. Pavese, ě naturalmente aUa base d. tu tto ú suo ^ . ^ per neon « £ C0«ruirsi é prima di tutto cercare uno ^fe^ he porti alla «rna u * stesso attraverso un paziente e ostinatclavoro do j 1, alin,^ *g u"a rieerea che contiene il pericolodeU art ficio ^*m.schera>. e ^°s«ciale,possonofacilmentetrasformarelost.i ^nasconde«.W dcUe f!cJed,StinguerelacoStruZionedisedaUan,gadacont^ ^ dal non essere mai veramente come si_e. In• piu egli m ^^one ■notivazioni essenziali del dramma d. ^^^m Nel ^»turitä» stilist.ca, quanto piú s. conve daUa per*" dl se, tanto piú egli si seme minacciato dalla m J,^: «01«"""* ; -oč „ RkoBniáone e sviluppo nei dopoguerra (194V 1*8 1 raDPorti con gli altrí e con la vita egli awerte U «senso terribile clu- tuno quel che si í- ě storto, e quel che si pensa e quel che si e»; nello stesso successo rag-giunto egli vede il maniřestarsi di una torza falsa, artihciosamc-nu ,, .Mnuta: il gesto del suicidio sembra proprio mirare a distruggere qucsu l.ikitj. E««r Un altro essenziale contrasto si dá tra la ricerca ossessiva di un cvento uni-congiiilm co.assoluto.eterno^l'ostinatavolontädiessereconpli altri, di parteciparealfa vita collettiva: a cič> risaleanche la sua scelta di essere un intellet tuale «impc-pnato», che lo spinge continuamente a un impegno destinato .. risolversi in scacco. Nellasuastessa ricercadello«Stile» ce, del resto, un bis<>gno di uscire da sé, di essere con gli altri, di vivere in una dimensione sociale. Molte dclle sceltc piú caratterizzanti della cultura di Pavese si Icgano a questo bisognodi socialita. Proprio alia ricerca di im respiro sociale piú ampio, al fascino di un mondo vasto e concreto, di una vitalita collettiva libera e ribcllc. risale 1'inte-resseda lui manifestatogiá intorno al 19)0 per la letieratura americana 1 cfr. n.2.6e dati, tav. 246): e in aleuni autoři amerícani egli vide uno « sforzo cominuo per ade-guare il linguaggio alla nuova realtá del mondo, per creare in sostanza un nuovo lin-guaggio, materiále emmbolico». Ma la ricerca di socialita fu per lui anche ricerca di chiareza, di ngorc razionale: c per questo fu essenziale anche la sua conoscenza de la cultura dassica. la sua passione per la letteratura greca e latina. Nei classici egli amo in oním IUOgo le forme ti.2. Nei tempo del neorealismo 405 Ilbnogno di fcxuJrtí ddL^iana,Ura:non 11 nellot fcadeM, , T°' h 7$,one M "Př*™ tra *fc modeme scienze umane (ma rfr u[dassi™»ca. ma m queUa U 28 Uv°meP'vesepoeta 1 _ ä appa^ato^k SetP;VeSe C°me SCri"°re 51 SVol*e'f" m°d° sditari0 l -w echer^l ,L UvonK stünca< che e8" cominciö a scrivere nei «llora s™ aH^n ° SUmpate Per le edizior» di «Solana«: esse ebbero del neorealisma ? SÜSCItarono nu<>va curiositä solo piü tardi. negli anni Mn"m P^Pet.iveCdXnüdor/|t)UaX'TUf:m4uc RÖB5*- ehe useivano decisamen.e daUe «wleoggettivo» chl" • dcgh anni V™ e Trenta, rivolgendosi verso uno a person, ,T " ippo^i su atuazioni liriche, ina su occasioni lunraU- ok« e vivono le diKfj'ip UOVOno tra ü ra°ndo dclla Mmno»™ - «nJI« nosr^ 'm!U,datlda u™ostinata aspirazione alla feltei-^k(or£ZUUÍiná<-lontanioW^T"dasc»esconoaconoscersi ,,lcP^colo.&Cre,edc]Pa^g«.oDied PropV°mondl>- Sul]üsfondosidiS/' •wem, ^nTlr*'«>" «icunj vmóm m?e'la reaJf a degli ambienti contadi-«*•««* " Turner,, ,n J^**»^'t.dram„,„ici. man,,,,.,1 sc-nsodellV Si tfí«» di un, grl810^e• neUo sfor2° iaticoso di essere e di (cfr. 10.3.4)- Essa e carattcrizzata in primo luogo dal ritmo del verso, che si svolge con una lunga cadenza iterativa, che da l'eifctto di una realtä condannata perpetua-mente a ripetere se stessa, a riprodurre le proprie forme, a ritornare sul proprio de-stino. Pavese ha realizzato un personale verso narrativo, dal lungo respiro, farto s pes so di combinazioni di versi regolari di diversa misuxa: questi versi si succedono in una serie di lasse e assumono un carattere di cantilena, di narrazione primitiva, mitica ed epica: i frammenti della conversazione quotidiana, le cose della realta di tutti i giorni, si elevano cosf a segni simbolici, anche se con il rischio di una stanca monotonia. L'esperimento di Lavorare stanca non trovö ulteriori sviluppi: dopo I'uscita del- La produzione la prima edizione Pavese scrisse vari altri componimenti, tanto che nei 1940 allesti liric» suecosiva una seconda edizione, che apparve solo nei '43, contenente settanta componimenti, distribuiti in sei gruppi {Antenati, Dopo, Cittä in campagna, Maternitä, Legna verde, Paternitä), seguiti da un'appendice con due testi di poetica. // mesttere dt porta (1954) e A propostto di certe poesie non ancora scritte (1940). Ma l'interessc dcll'autore si era intanto rivolto verso la prosa: e in seguito egli scrisse solo poche liriche di tipo piü immediate legate alle sue ossessioni e al suo dramma esistenziale, ma senza nessuna particolare ricerca di linguaggio, che furo-nopubblicate nella breve raecolta postuma Verrä la morte e avrä i tuot occbi^1951). Qui, nella sezione La terra e la morte (che raecoglie poesie del 1945-46), la voce del poeta si rivolge a una figura femminile dotata di minacciosi segni mitici; la sezione che da titolo al volume contiene invece versi scritti negli ultimi mesi di vita, legati a • un suo rapporto amoroso, che si pone come annuncio della morte ormai vicina. n.2.9. La prima narrativa e la riflessione sul mito. AUa narrativa in prosa Pavese si aecostö fin dal 1931-52, con una specie di breve Cum Mdsim> omanzo. Cum Masmo (pubblicato postumo nei 1968), in cui si seguono le vite di «■ pri™ "«ont. st0C ,>ersonaß«'. I'intellettuale Masino e il proletario Masin, sulJo sfondo del contra-sta Cltta.JcamPaKna e di una ricerca di coscienza e conoscenza, in cui il sesso acqui-in c " r- essenziale. Nei corso degli anni Trenta seguirono molti altri raeconti. so ver'S1 'eC° della contemporanea narrativa realistica americana e dcllo stes-natu 'fmo dl verga: spesso la \ita contadina viene rappresentata nelle forme di un del san acccso e vio|ento, in cui balzano in primo piano l'ossessione del sesso c letto afn! CCT Una prosa cne ccrca di ritrovare in se le piü genuine cadenze del dia- 6u« ■ a un ^tto dia'°go "a i personaggi. manzo P°°rui£orUe naturalistico trovö la sua espressionepiü intensa nei breve ro enecosf W lUot V1 cui 11 deli»o ha il carattere di un rito primordiale, di un sacrific.o le-rienza J\T° d.el ,avoro a8"eolo. Un altro breve romanzo, llcarcere, nato dali espe- // mm '^aÜCl COnfinr.a Ii____1_______■______:l —.0 r.,,1 cerca, urUl ~ "avuru agncoio. un aitro Drcvc romanu, «i«'»".----;— W C? lno a Brancaleone, scritto tra il 1938 e ü'39 e pubblicato poi nei volu-eerca di a 'lgall° cantl ^{r-11.2.10), va al di la di questo orizzonte naturaltstico e Paese dJR l*?- -nraveno la vicenda di Stefano, un intcllettuale cont.nato in un büV >■ d' " conrrMtn tr« I« c«t;„.J;~. a~\ - nrioinniero» e la vita incomprenai- «u iud, ,1 contrasto tra la soÜtudine del« prigionicro» e la vita incomprensi n mor>do estraneo e indecifrabile. Di minore intercssc, nvoln a seguire 406 Epocaii Ricostruaone e sviluppo nel dopogucrra (1945.1968l linuto Oulotb, cm Uhm aplkiáai pricologiche di personaggi femminili entro amb.enti detiniti con „recisione realisúca, appaiono gli alm brevi romanzi U bella aute. seritto nclla pnmavcra dei 1940 e pubblicato nel '49 ncl volume omonimo (insicmc 1 // dtavok sulle cotime e Tra donne soie), e U spiaggta, pubblicato in rivtsta nel 1941. Negli anni della guerra ľattenzione di Pavese per il mondo c.impcstrc si tradusse in una piú diretta rjflessione sul foklore, sulle tradiziom popolari, e soptattuttosulmito (cfr. termini base6): di fronte alla tragédia della guerra si acuí il suo interesse per il «selvaggio», che lo indusse a indagare sulle motiva-zioni onginarie dei componamenti umani, sui légami tra mito e religione, sugli impulsi sotterranei che reggono decisioni e azioni individuali e collettive. Nclla riflessione sul mito, fece uso di strumenti ricavati dalľetnoantropologia e dalla psicoanalisi: recepí suggestioni di Freud, di Jung, degli studi sul mito di Karí Kerényi (1897-1973), delle riflessioni diThomas Mann (cfr. 10.1.8). dello stesso pcnsiero di Vico (cfr. 6.2.8). II risultato ŕu un libro atipico, Fem dagosto, pubblicato nel 11)45. lmttodi un insieme di brevi racconti, tesu descriuivi, ntlessioni saggistiche. s^rim tra il '37 e il '44, organizzati in tre sezioni dedicate a grandi temi-simboli {U mare. La attä. La vignú): guardando alla vita della nátura e al suo rapporto con ľuomo. Pavese cerca qui con inquieto travaglio una-tenna di espressione simbolica che renda conto dei signilicaú piú oseuri delle cose, awicinandosi alla funzione piu antica dei mito. II saggioDf/ mito, dehimbolo eďaltro, seritto tra d '4^ e íl 44. vede nel mito la defini-zione dello « schéma di un fatlo awenuto una volta per tutte ». che. in una « ťebbre uniciu», ruoia intomo a un «luogo unico» e a un «evento unico*. Piú direttamente alle forme dei mito classico, nel suo profondo valore an-tropologico, di drammatica indagine sul rapporto tra ľuomo e la nátura, si ri-volge I opera a cui Pavese si dediča subito dopo la guerra, i Dtalogbt con Leucô. "aUa di vent.sette dialoghi tra personaggi della mitologia classica (dei ed WiJ.scrtttitwjJ^jjgjl^eorganizzati con un preciso schéma unitario, in un iinro assai ambizioso, in cui ľautore cerca le origini antiche dei temi che osses-mnanQ la sua senttura. 1 dialoghi si succedono secondo un percorso che porta aa un contronto con il oitattwiruJi.ttahiV^l.W;n» natuaue, da una preša enza della necesiitä dei dolor^ , d.ll, á;„n„il sino alla ditticile r. coÄ™^ ^ 11,110 'oU <-ou«U\a c touuuuutia. ďJte ľ|í°í ^me misurato e astratto: fa pensare a una levigata prosa quaUsľdľmiu P,en°adl SCattÍ' di rifl«si improwisi e micidiali. Il libro ha le e idX ľľ a ľ dl SfTÍO erudito: ^ chiarezza della prospettiva mora lere unostinatariíH PUj aUt°re tiene m modo determinante, sembra pK*«-Rliori fruui delia rifl cla,SSÍcismo moderno. Piú che in questo libro, 1 ultími ann ,Sartľ'°nC d' Pav,ese su' "™o (che cont.nuô a svolgers. negb te) vanno cercati rľn mK°l°11 P^blicato poco prima della mor sta riflessione cb£ n delľukimo pcriodo: in ogni modo qu * ■ Rrande merito di súmolare la nostra cultura a prendere "•a. Nel tempo del neorealismo 4°7 in considerazione aleuni essenziali aspetti della contemporanea cultura mito grafica, etnoantropologica, psicoanalitica, guardate allora con grande diffi-Jxnza sia dalľidealismo che dal marxismo. n.2.10. Da La casa in collina a La luna e i falô. Parallelamentc alia sua riflessione sul mito, Pavese tornô nelľimmediato dopo- Ľn ronunjo guerra alia narrativa con un breve romanzo politico, che ebbe notevole risonanza dcIT.impegno ndl'orizzonte neorealistico. ma il cui«impegno » appare oggi esteriorc c volontari- 11 «""P*ť>o Sáca, llcompagno, seritto alia fine del '46 e pubblicato ľanno seguente (é la storia di un operaio che negli anni del fascismo aderisce alla lotta comunista). Le opere piú importanti di Pavese, in cui egli raggiunge un singolare equili- »»■■■< brio tra sofferta problematica esistenziale, fascinazione del mito e richiamo *l " ' della realtä storica, sono senza dubbio gli ultimi quattro brevi romanzi, serirti negli ultimi tre anni della sua vita. In modi diversi, si tratta di romanzi di inizia-zione, che fanno pensare al tradizionale schema del romanzo di fbrmazione (cfr. generi e tecniche, tav. 177): un personaggio o un gruppo di personaggi legati da amicizia vi scontano insieme un doloroso cammino di conoscenza, di CQDÍronto con le cose; e alla fine si rivela la maledizione che pesa su ogni espe-rienza, la minaccia immodificabile che la nátura, la societa, la storia fanno pesa-re sugli sforzi degli individui. La narrazione si svolge sempře sulla base di una realtä concreta, ma ě molto lontana dalle formule neorealistiche e si affida a si-tuazioni liriche, ricavando dalla realtä una rete di simboli, scoprendo in essa il "Petersi di un destino gia tracciato una volta per tutte dal mito. D primo di questi romanzi. La casa m collina, seritto tra il settembre 1947 f ^ — u tebbraio 48 e pubblicato aUa fine dello stesso anno (insieme al precedente u f cere) nel volume Prima che il gallo cant,, é probabilmente il capolavoro di Pavese Con forti risvolti autobiografici, esso si svolge in prima persona, a tra-verso Ů racconto di Corrado, un professore di Torino che ha una casa in coltaia a rifugia in cerca di solitudine: nel turbine della guerra egli u-so il Da al loro arresto da parte dei Tedeschi. Scampato, Corrado fugge ver la guerr "- í ' neUe Langhe, ossessionato dal sangue e dalla distruzione che calzante T* porta su ^uei '"^^ del suo passato. Con un ritmo narrative) m-tuaJe a ' " r°manzo trae alla luce le contraddizioni del protagonista intel et-■ "sue. «isolamento», il suo perpetuo « nascondersi» alle responsabilita e chí» .._______ • r r . ____ c°Uetti k i11 suo perpetuo «na»v.f"">-*«-----j-r- (anoa .m C guerra 'mpone tamo crudamente. questc contraddizioni por r. "aunacontin--Ľ c li mortc fin ire 1 la dist %a^che non sembra poter mai finire, come mai sembrano 'ne e la morte,, L'orrore dell* ff^rra e fondamento della stessa ' morti, a qualunque schiera appartengano, proiettano i rolr.^ ■■■ r-Ui * cramriMto («se viviamo lo dobbiamo ai cadaver' aľiro1nbra^i «>lpa su chi ě scampato (« se viviamo lo dobbiamo al «omi»ls. lm.brattato. Per questo ogni guerra ě una gtierra civile, ogni caduto vitadichTľrU2ÍOnee uřin^Pravvive: ';/ j reSta' e g'iene chiede ragione*). "ďavoio suite collme, seritto tra il g.ugno c ľottobre del '48. fu pubbl.cato nel V.J,.: '4, nel volume IjbeUajsfjltLlMK™ al precedente romanzo dal lo stcsso tit„|0 h Ir 11.2.9)« «• -'Wrrvh'iJ'i rfffřW '"^ '-*0 Uttraverso 1., v, „ t. (|j ,„„, ()l bn) 1 vagahondaggi di Ire ragazzi tonnesi tra la citti e la collina ( ,!,„,,, ,,p|x,m con Poh, un personaggio inquiciantcchc in collina vivc, ccrcando >■■.)., t ien,e ,,„ l(| cdisirutnvc. 11 terna della conoscenza e ddla scoperta dei risvolt ,.,, ^ n-alti mmllcga alla sumcslionc di un motivo rnoltopercorso nell.i I. iicraturačon u-mnoranea, quelb del horghcac «decadente)» che si consiuna nella dioga v nťlla rn.il.ntia 111.4 mi mush' motivo aglscono qui in modo panicolare 1 segni mitici (he si TnJoMtnU Koprononcl pacuggio naturale I altro romanzo Tra donnc sole, u 1 itto tra il m.it zo c il maggio del '49, segue, attraverso la narrazione in prima pu .011.1 di C|c|ja donna simra di sc. che vivc del proprio lavoro, lcesistcnze di una sei ie di personag-gi Fcmminili die si scontrano con l'arido orizzonlc della citta moderna, die invano ccnillUsťsTffSscnei rapporti'con un mondo volgarc edeltideiiie. irov andosoltanto la soliiudinc o la sconfitia (fino alla tragica vicenda di Rosetta. che conclude il romanzo con il gesto del suicidio, giá tcntato invano all'inizio). L'ultimo romanzo di Pavese, La bmú<.ifaló, fu seritto tra il scttembre e il novemhre tlel '49 fc usci nell'aprile del_jo: in esso torna in primo piano il tenia Hrlla mirrrajartigiaria ppi Pii-mimip, mn Ja narrazjpne in prima personaJi AnguiUa, tomato dopo la guerra a ritrovare le colline delle Langhc. clove ěnato. Jonoessereemigrato in America. II personaggio cerca di riaffcrrare la me-IBqihi della sua Infanzla, dominata dall'immagine festiva dei faló propiziatori accesi suTTčcollinealla meta d aposto: ma, rerrandn trarrp piú vicinc di perso-ňc conosclute quand'era bambino, egli viene a sapere, in maniera sempře piú laceranteed inqtáetante, dei piú recenti faló di mořte, delle distm/ioni e delle eTudeháchehannodominatosullc colline duňmicTa" guerra partigiana. ATdllá y8"* "^erca di una měmoria telice, halenano tradinienti ed orrori 1 he gel Miioun oiňtíra sinistra sňi ,t.,. 4,„ ] niTmďocampestre.sullastessa infanziadel protagonista, il pa...... ■'• . -la fine, si fissaim neila inesora- bllc "r^nzione di una majedjzione fcgata^alla awlixjuoe^jjale, n.z.n. Beppe Fenoglio scrittore solttario. fawcome quella dj Pavese, Tesistenza di Beppe Fenoglio, l'altro scrit-oredeUe Langhc si svolse in modo del tutto opposto, fuori dagli ambient, in-ell * Tndam'dai di,,attlti e dai disegni culturali: scontroso e riservato, U,v,«e nella sua tma ^ UOTrM r„nce. oanuosi in un imn»»— j- * vissene||a Slla tc u c/ai disc-gni culturali: scontroso e riservato, 25" Un imPeRno di sent," dalLrumori della societa letteraria, concen-,C0SI ^nfesso nf 'Urf C"C aveva Proíonde e segrete radici nella £oZ C C Una P"'"»ri r.2T ^ ^tate t959: «alia radice del mK> C°m^ con |S Che nessu"o conosce aU'infuori di me»). Le Pr0CeSSi di riscrittura- con varie rcdazionij me^ended^ll. d. 'sl concentrano tr.to\m^ ...11______i.x .i„M„ í anahe ~omk;„ —p*»ic con nn>,U: ----- wiiuscc an uuuciii en uiv-r 7 3u^Íni«^ÍS Pr0CeSS' di riscrittura, con varie redazionK .una TP0!dirctt0 e Sil" ""J"™00 e su eventi con cui egli aveva avu-^< Uono pSÍ * durante la sua ^ta esse ebbero scarsa for mar«> '922, da un macellaio, frequemo il liceo nella sua citti e '"•2. Nel tempo del neoreahsmo 409 poi la Facoltá di lettere di Torino Fortissima fu la sua passione per la letteratura in glese e amer.cana: ma dovette interrompere gli studi per la chiamata ,1k arm^Fre quento un corso per alhev-i ufficiali e fu poi a Roma, da dove, dopo I 1 armistizio dell'8 settembre 1943, riusc i a tornare ad Alba. Si arruoló in un gruppo comunista, in seguito in formazioni monarch'iche (i cosiďTetTi «azj poi tra i panigiani, prima - -liche (i cosiddetti« azzur n»o «badogl.ani»): negli ult.m, mesi di guerra fu ufficiale di collegamenio con la missione inglese presentc nel Monferrato. Dopo la liberazione, risiedette sempre nelle Langhc. lavorando come procurator per la casa vinicola Marenco e dedican-dosi alia narrativa: il suo primo volume pubblicato fu la raccolta di racconti / venti-tregiomidella citta di Alba, uscita nel 1952 nei «Gettoni» di Vittorini (cfr. 11.2.3). Nella stessa collana apparve nel 1954 il breve romanzo La malora: ma le riserve di Vittorini sul suo lavoro lo delusero profondamente e diedero luogo a una frattura con l'editore Einaudi. Presso Garzanti usci nel 1959 il romanzo Pnmavera dibellez-u. Al i960 risale il suo matrimonio con Luciana Bombardi Menireera impegnato in van progetti e riscritture della sua opera, fu colpito da un cancro ai polmoni, che lopono alla morte, awenuta a Torino il 18 febbraio 1963. Dai suoi manoscrini, rac-colti ad Alba in un apposito Fondo Fenoglio, furono ricavati vari volumi, tra i quali nel 1968 Mpartigiano Johnny: nel 1978 e stata pubblicata presso l'editore Einaudi una edizione critica delle sue Opere diretta da Maria Corti. L'insieme dei manoscritti di Fenoglio pone complicati problemi fdologici e L» .qucstione critici, che hanno suscitato discussioni particolarmente vivaci e ipotesi assai F«k*Ik>» contrastanti, specialmente sulla cronologia del Partigiano Johnny e sui suoi rapporti con altre opere (ma cfr. 11.2.13). Le diverse ipotesi compottano anche interpretazioni diverse del senso dell'opera di Fenoglio, dei suoi rapporti con il neorealismo, del significato che in essa assume la tematica partigiana. A uno sguardo generate, appare comunque evidente che l'atteggiamento di Fenoglio si colloca agli antipodi del neorealismo, a cui pure sembrano legarlo la sua tematica e certi suoi modi stilistici: la sua rappresentazione della Resistenza non na un carattere documentary e non presume di offrire modelli di comporta-mento positivo: e una rappresentazione legata a dirette radici autobiograticne, a un esperienza direttamente vissuta, che la scrittura trasferisce su un piano as-"""to, facendone un'immagine totale del mondo. La cond.zione partigiana di- W«-venta - neUe pagine di Fenoglio - un segno rivelatore della cond.zione umana c°me un modo tragicamente perfetto di essere nel mondo.(.Partigiano. come £cos, m un'esperienza radicale: non si tratta infatti di una sempl.ee mm JJ Passato a cui l'autore ha partecipato, ma della creaz.one d. una realta asso u che si sostituisce alia vita. . J" questa rieerca di assolutezza si seme la ^^^S gese.sopranuuoromantica.particolarmemeamatadaFe^^ «'«.0 assai da vicino ad alcuni grandi esemp. di quella «"^£SES ^ W of the Anaent Manner (La balla.a del vecch.o ~.°) d. L JF ^r 8-i.io). pubblicata nel .955. e scrivendo una nduz.onc tea rale a ^ j- ^ l^o di Emily Bronte, Wuther.ng Hetghtsf^e -JP-^U fc-*^f ** 'enrpesta, sumpata postuma nel i974 Mte sono le sue trau . ^ plu van testi inglesi Egli ha scritto inoltre degb ep.gramm. e alcun. c condizwne partigiana :conti immt 'é ani 410 Epoca n Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968) 11.2.12. Racconti e rámami brevi di Fenoglio. A parte le opere maggiori, di cui si parlerä nei paragrafi successivi, Fenoglio compose una serie di racconti e un paio di romanzi brevi dedicati al mondo dcllc Langhe, da cui č in genere assente la figura del protagonista autobiografia): essi si svolgono in forma piú oggettiva, e possono essere considerati abbastanza vicini alla letteratura neorealistica. II breve romanzo La paga delsabato, inviato alľeditore Ei-naudi nel 1950, ma rimasto incdito fino al 1969, narra il dramma del n. ínserimento di un ex partigiano nella vita civile di Alba. Ľaltro breve romanzo La malora, pub-hl.cato nci «Gettoni» nel 1954, si appoggia su una sintassi ehe riproduce la forma del dialetto piemontese, per rappresentare in termini secehi e allucinati il dolore e la violenza ehe dominano nel mondo contadino. Vanno poi ricordati i numerosi racconti, ehe Fenoglio pubblicô in varič fasi, con processi di riserittura e di riordinamento abbastanza complessi: nel 1049 egli pre-sentô a Einaudi, sotto uno pseudonimo, una prima raccolta, dal titolo Racconti delia guerra civile, ehe non fu accettata; con varič modificazioni, con altri racconti e con il nuovo titolo I ventitre giornidella cittä diAlba, questa raccolta fu pubblicata nel'52 nei «Gettoni». Essa č costituita da dodici racconti, dedicati alla guerra par-tigiana o al mondo contadino e popolare delle Langhe: tra essi si distingue quello ehe dä il titolo al volume, ehe narra, in uno stile asciutto ed essenziale, carico di una tensione impassibile ehe non si allenta in nessun momento, la breve vicenda del presidio partigiano ehe tenne libera la cittä per ventitre giorni nelľautunno del '44-Un'altra raccolta di undici racconti, Un giorno di/uoco, apparve postuma nel 19^ msicmc al romanzo Una auestioneprivata (cfr. 11.2.14): si tratta di testi di eccezio-nale maturita stilistica, ehe mettono in scéna situazioni spesso estreme e paradossa-11, gesti esasperati cd eccessivi. Alcuni di essi si legano a un progetto di Racconti del parentado, ehe intendeva seguire vicende di diversi membri della famiglia Fenoglio: m particolare quello ehe dä il titolo al volume racconta un tragico fatto di sangue e di follia, ma in modo indiretto, attraverso gli echi ehe esso suscita, come un alluci-nante spcttacolo visto da lontano, nel ragazzo ehe narra in prima persona e nelio « nastro* presso cui egli si trova in vacanza. ... . . Notevoli anche altri racconti sparsi pubblicati postumi, specialmente queli en narrano delle precedenti generazioni delia famiglia Fenoglio (come quello dal títo Un rvoglto alla prima guerra mondiale). 11.2. Nel tempo del neorealismo n.2. *• frioMvera di bellezza e D partigiano Johnny. DÍlI ifiinA.. _ Fwogljo 'fja aU,ob,°Wafíca di nkn ,Úol°^ riguardano i testi ebe hanno Í^'fe/Wf1'Cr4tura »>gJese) erU y (j°Prannome legato alla picdilezionedi ']í*r<>V*no]ni!!! ^náa delle ouali, LuíJdensano nelle duc redazioni di Prima-**> (hkZ** ~ÄZt T' nd e nelle duc redazioni de f* P. ,one íu ncavau nel 1968 la pnma ediz.one mglese). " -W«e, chc r|. • • - c suta pubblicata anche una diversa redazio-a . T,,ttiques,, 1 rapponi dcl protagonista con la missione era dl Mlexza narra i giorni da lui trascorsí & 411 Alba prima della chiamata allc armi, la sua vita di allievo ufficiale, il suo servizio mi-litare a Roma, il suo viaggio awenturoso fino al ritorno a casa dopo 1'8 settembre dcl '43; nella seconda redazione, pubblicata dalľautore, il romanzo inizia dalla vita di Johnny come allievo ufficiale e nel finále procede con una breve narrazione della sua vita partigiana, chc culmina con la sua morte. La prima redazione de 17 partigiano johnny parte invece proprio dal ritorno di llparngum Johnny a casa, ad Alba, c segue le vicende del suo arruolamento tra i partigiani Johnny «rossi», del suo vagare solitario dopo la distruzione del presidio di cui fa parte, del successivo passaggio presso i partigiani« azzurri», dei ventitre giorni delľoccupa-zione di Alba, della nuova fuga e delia ripresa della lotta nella primavera del 1945, fino alla battaglia di Valdivilla, in cui egli trova la morte. La seconda redazione parte direttamente dalľultima azione di Johnny con i« rossi», e segue poi lo stesso per-corso della precedente, anche sc con una struttura narrativa piú rapida e lineare. Oltre alle diversitä di matéria e di contenuti narrativi, tra Primavera di bel- Due scehe lezca e 17partigiano Johnny c e una essenziale differenza di tipo linguistico e stí- s"listlchc listico. Nel primo romanzo si tende a un italiano levigato, dalla forma essenziale e dalla misura quasi« classica »; nel secondo c e una fortissima presenza delia lingua inglese, con intere frasi, termini e battute ehe si inseriscono nella narrazione e nei discorsi di Johnny, mentre la stessa lingua italiana assume cadenze origináli, con leggere deviazioni dalle normáli forme sintattiche e con non tra-scurabili invenzioni lessicali, cosí da apparire piú scorciata e allusiva, e neilo stesso tempo piú veloce e discorsiva. I complicati caratteri di questo insieme testuale hanno portato a ipotesi oppe- Ip^' «e: M. Corti, la prima a studiare la questione, ha assegnato il Partigiano aUa pnm e fMopchc fase del lavoro di Fenoglio, scorgendovi una specie di cronaca pni v.ona agl. eve da lui direttamente vissuti, ehe nella prima redazione doveva esser? nel 1949: successivamente ľautore avrebbe utilizzato in altre opere (e « ^Primavera d, bellezza) vari materiali ricavati da quella«cr°"a" pen0gL'o, (E.Saceone,R.Bigazzi)siappoggiano,invecesunot,2,edaed^ ehe nel i957 parlô5di un g^de celo narrat.vo ded.cato 'XĽvertdffellez-'9J8 di un progetto di continuazione della prima redazione di r n eon la distesa narrazione delle diverse esperienze pa«'f?'an« °\> fíe % un grande I ipotesi ehe U partigiano Johnny risalga aglí ann. 1956-58 e accJ k «clo ehe Fenoglio avrebbe poi rinunc.ato a pubblicare. estraen bnK piu dazione finále di Primavera di bellezza. Questa seconda ipotes P "edibile: ma restano molti dubbi, incertezze, complicaz.oni, su cui tiiologi e critici z. // í ehe risale an- íssaauin* , Quale ehe sia il rapporto tra i due romanzi, ^'"Z^^m m ingle- * * «so, per tesfmonianza delľau.ore, a una perduta freddo ed in- * M<™ •e) appare comunque piú asciutto, dallo stile piu linear Tnhnnv storia della sua ě come un romanzo di formazione del P^WľJ nein cui egli torna ^dolescenza e della sua giovinezza (molto belle, tra 1 altro, lep g ^ f m J"cordodel liceo), eresciuta al contattocon la «^^,ri*dutivaefel.ee.m «a«do; é una formazione ehe conduce nor. a una «™™™e Johnny. P*™ * ab[ "ulla di un mondo privo di senso. Nella ^^Vf^tL a preparars^ P^ione inteUettuale, «sentimentale» e un po «s"**^ti 8SSurdi e senza v ^ guerra ehe si sta perdendo. a vivere condiaoni ^ ^ cu]tura ,t«b« ^ 51 svuotano tutti i recenti miti v.talist.ci e ommist.c. «W alo-.111.1 •HrnJe 4U Epocíii Ricostruzione e svilupponeldopoguerra (1945-1968) (il titolo Pnmavera di bellezza allude del resto proprio alia definizione delia « giovi nezza» data da un inno ufficiale fascista). 11 miscuglio linguistico, la tensione e la materia narrativa dol Partigiano Ptrtiium Johnn\ hanno caratteri piú fořti ed assoluti. Questo romanzo, ehe ľ autore non jo/wry c^ p0tul0 sistemare detinitivamente e che affascina anche per la su , incompiu-tezza, presenta un singolare caso di plurilinguismo, lontano da .\ come in un baleno, senza nessuna possibilitä di indugio. c j. rpi et.t/i. >iu solo neue pause degli eventi, nelle lungne a 1 'udě, s, apposta in agguato, le cose rivelano il loro *cns s0\. una radieak- insensatezza, dove il morire degli ahn ^'f' Je-wna della propria morte; c Johnny sa in ogni momento che H ■ «lunto ncllaspettazione dcUa fine, che ogni azione che comp« OWO dd momento in cui gli toccherä morire. ^ 0mplet11' diľ JJteU*i* sua »dicale negativita, quest'opera.^ ^ cu-\stJu,neorca smo'si c°Ucga alla piú grande narrativa moo ľľ"ľ *"* *m dcgli anni Cinquanta essa resta come stasa . lc ťl ,uo uakl<" vigore: alle celebrazioni della Resistenza e 11.2. Nel tempo del neorealismu 413 ^" -.Vi ,. tlQ Min, che visioniottimistiche della stona e del suo sviluppo, essa oppone Ia tragica verifi-ca dcH'impossibilitä di attribuirc im significato a quanto e awenuto. II parti-giino di Fenoglio most ra che dall'orrore non si puö rieavare nessuna immagine difuturo, ma solo la testimonianza di una testarda resistenza umana nell'assur-ditä dcll'esisterc. L'autore, del resto, aveva rifiutato di vivere le contraddizioni delT«impegno» politico della letteratura (vissute invece da Vittorini e, in modo piü sofferto e problematico, da Pavese): la sua opera intendeva mostrare che non c'e, in fondo, una vera differenza di significato tra la parteeipazione ai momenti estremi della storia e l'esperienza assoluta della scrittura; essa ci rive-la ancora oggi che sia la storia sia la grande letteratura sono qualcosa di piü dei disegni politico-intellcttuali. 11.2.14. Una questione privata. L'opera piü perfetta e compiuta di Fenoglio e ^^T^^. 1ÄT «me privata, di cui ci sono giunte ben tre redazjoni, 1 ult™ - poco dopo la sua morte insieme ai raeconti Un gtorno difuoco ^ ^ Al centro di quest'opera ce un nuovo personaggio anche lui indicato con un nome inglese, ma dl on8'"e imitolato Frammenli di anche in un altro testo frammentario che gli editon ha"™ narrativ0 di alluci-mmanzo). Una questwne privata si presenta come un e natcnSioncdacui nante rigore, che imprigiona il personaggio e d suo mondo so nonc'e scampo alcuno. ve inglese, durante :ampo alcuno. annassionato di l^lerf"[ftrasCorreva le * D panigiano Milton, B» ™£*!g£K Fu^ tJS&£>i ft" una visita a una villa in cui ha te&3£££ tra Fulv.a e 1 * , due, Md.on canze, viene a sapere dalla custode degli 'n^tivaItlen«e accaduto tr , ^ da una assurda volonta d. sapere cosa8tt«**» briga,a P*"****, un fasctou per inizia a cercare Giorgio, che la parte ^ca d> A fig* che Giorgio e stato fano prigion.ero^da. tec . c^^gS- ^° ^ poterlo scambiare con Giorgio: ci nescc m ^Fulvia, yiene mon ro. Memre tenia una nuova visita aUa vUia ^*c~ Wisti. . mezz0allagiierra larefinoin Tutti i movimenti di questo V^^A.^'^tn^ f no segnati dal bisogno assoluto e as so J d nta d rappo"0 ia acCadu-(«ndo neU'evento traumatico che per ^Xt^^jS^.^ t"°rgio: la sua e una ricerca disperata per aK forza cheto a to, altro ^.P««vedere»>larovinadelsuoamorc,del ^ annuUaco^ . u, ancora vivo neUo scempio »a soa SSSS ^n6°^t *°P°. qualsiasi obiettivo del suo combat ^^litud.ne.n^ nebba ^ insensata che lo spinge a muoversnnK* u, ^ ^s. »** ^ prrvo di senso. I suoi movimenti. in un^P ^pjlati * j a cd pJJ lo, hanno qualcosa di cieco, come * ^ egli tocca. ^ dclla sua n bll« e ncmica; i compagni di lotta,. ^^Siducibilc os«.™ ' l0„e, m» ct* C,P». Rli restano estranei; conta »^0^.4 dolore e d.sp* c,:t«. il voler sapere qualcosa che dovra d« 4i4 Epoca n Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968) n nuUi egli non potra arrivare a sapere. Milton trova le sue ragioni e la sua dannazione c U fine in se stesso, in questo legame assoluto con un amore gia perduto, che scava uno spazio tragico dentro la storia e contro la storia. Come un antico cavaliere de-gradato nel presente, e come tanti grandi personaggi della letteratura europea del Novecento, egli cerca se stesso e la propria sconfitta, in un mondo vuoto di senso, in una realta dominata dall'assurdo, un assurdo di cui la guerra civile co-stituisce l'immagine tragica, micidiale, meschina: in questa ricerca puo appro-dare soltanto al nulla e alia fine. Bisofcno I documcmuionc M Mil. d n.2.15. Memorialist! e narratori del neorealismo. Le cronache della guerra, della Resistenza, della prigionia, rappresentano la ma-nifestazione piú spontanea e immediata del neorealismo, spesso anteriore a ogni volonta programmatica e a ogni proposito letterario. Numerosissime t'urono, a ri-dosso degli eventi bellici, le opere sorte da un bisogno di documenuzione, costrui-te «in presa diretta» sulle brucianti esperienze vissute: ricordiamo qui Banditi (1946), del hlosofo PlETRO Chiodi (1915-1970), sulla guerra partigiana in Piemon-te, c 17campo 29 (1949), dedicato a un'esperienza di prigionia presso l'Himalaya, di Sergio Antonielli (1920-1982), autore poi di varie opere critiche e narrative. Al-l'orizzonte della memorialistica uscita dalla guerra si collegano anche la testimo-nianza sui campi di sterminio nazisti di un importante scrittore come Primo Levi (dr. 11.3.12); la appassionata documentazione del cuneese Nuto Revelli (nato nel 1919), che da Mat tardi (1946), sulla campagna di Russia, giunge a // mondo det vtntt (1977), raccolta di testimonianze sulla vita contadina; la sobria narrazione della rmrata di Russia del veneto Mario Rigoni Stern (nato nel 1921), Usergente net la neve (1953), seguita da una fitta serie di racconti «alpini». Al di la della vera e propria memorialistica, si puô notare facilmente che Ito ran sono i narratori che non snkic— :......i-'----J- *■ 6^f^r', ^ L*1 ai u deUa vera e ^, ft'-risonoina^toS^"' mem°riahsti «A5SSř,.k SU^st'on7dAT"Ämc^o, nei prim, ann, dale, a'!'? 8 h SCri"or'Piú diversľľ? 'Sm°: 1 esPenenza degli eventi re-trova n«u4l SCCna del'e classi o ' 3ttese e di speranze, ad awertire ^lf?eľedermCnte 8 c°nverge e i-ľfľra,e e,contadine. Con il neorealismo si ^icVori^ľ^^^gi^^ľľ11" Che nd d°Poguerra continuano a ne«'Sed l.CUí M Parl«* nei pt^ icfr" xo.6.25). Maanchemo ti anľ, n 13 Wo °Pcra pľenľ ""i'C3pitoli (specialmente in 11.3), d* r«W. ^OQCin°^o£ntn° d,re2ioni dive»e dal neorealismo, u> Prin« Pra, ad esse si legano k ncbt'l'«a dr\U° aUa Morante ■ ľa8g,ori e P««í origináli narratori del dopo-" 1 d«^J™sa?>- Se si guarda in s.ntesi alia g»nde iata da una prospettiva d. «rea ^^lali pTm'tMaut0ri'in una fWX------->' occ°Te insomma riconpscer PUntl d 'nentro mn T' che \° grosso modo dal i945 al hanP° u neorealismo. n.2. Nel tempo del neorealismo 415 Nel prosieguo di questo capilolo (a parte i paragrafi dedicati al teatro) si parlera solo degli autori il cui rapporto con il neorealismo appare piú diretto e caratterizzante (anche se non tutti possono essere definiti semplicemente con Fetichetta di neorealisti). Tra i pochi autori che incarnarono in modo piú diretto gli ideali del neoreali- FrancescoJovine smo.offrendo l'immagine di una letteratura di tendenza, rivolta all'elaborazionedi modclli positivi, ha una posizionc di primo piano il molisano Francesco Jovine (1902-1950). Di origine popolare, egli aveva studiato filosofia, aveva militato nella Resistenza e aveva successivamentc aderito al partito comunista: con le sue prime prove narrative aveva rappresentato la dura realta del mondo contadino e il dram-ma del piccolo-borghese mcridionale in rapporto con la civiltá moderna (notevoli in primo luogo il romanzo Signoru Ava, 1943, e la raccolta di racconti Tuttiimtei peccati, 1948). II suo ultimo romanzo, Le terre del Sacramento, apparso nel 1950, dopo la sua mořte improwisa, sembró realizzare, con il suo realismo denso e cor-poso, che trovava in Verga uno dci suoi modelli essenziali, la vera incarnazione della nuova prospettiva di tipo «gramsciano»: in esso si narra la tragica vicenda di Luca Marano che, nei primi anni del fascismo, partecipa alle lotte dei contadin. molisani, rinunciando alia sua posizione di intellettuale piccolo-borghese e trastor-mandosi in intellettuale « organico » della classe degh' sfruttati. Molto piu esUe ein-vece un'opera che fu riconosciuta come una delle incarnazioni P,u «umc™*^ neorealismo, L'Agnese va a morire (1949). ddla bolognese Renata ViganO (1900-■976), romanzo in cui si offre una visione tutta « positiva » ed elementare della lorta Panigiana. Tra i numerosi autori la cui esperienza, per il suo 1 us lega in massima parte all'orizzonte neorealistico, sruggendo pero a P^™^ Renata Viganó , riferu-si alia realtä popolare, si G.useppe Dad g* troppo limitate ed ufficiali, va ricordato in primo luogo il ^oGw DWJI (1909-1977), che aveva esordito collaborando a «So ar.a» »nüe ricerca sul memoria e sul mondo delľinfanzia (con ú notevole romanzo> Jr?"0- "939), e che in tutto il dopoguerra ha cercato reaustica e Urica del mondo sardo, culminata nelľampio (1972) .. Una niDi'M,,,„,..___u—v- ^«»iiM e vivace si sviluppô a unavastarappresemazione romanzo Paesedombre coüe U neorealismo napoletano di Ed, mod ean^„a- p,r,oduz'one ncorealistica spontanea e vi SeT ,rad^i°ne realistica locale (dalla Serao a Bernar.) e al fieüe r 1 ^ P" °Pera del cinema e del tea.ro, suscito nel pd»°£K£Ä Si :al,a U,rbana d' Napoli. Sfiorarono U neoa-alismo tut«, gl. Cd r?''"3 ,n "•3-'7; e origmaliss.mo fu il contat.o con d "^Snafii A DenFUiPP° (dr. n.2.21). La rappresentazione dcUa v.U' "g^'^ duSEPBC tRuitono suJ c'"-ma «kgli anni Cinquanta) e al ^.^jf^pol, Cj7|MA*örTA <'902-i96,l. che ebbe grande successo V- d. Luig. Incoronato (1920-1967). di Luigi Compag«wl^ jj. a^«, Rea La Pm originale manifes.azione del neorealismo napoletano e ewi 1 vivaci , che in due Übri di rac- CBsima narrativa di Domenico Rea (nato ^^'jíZwaeB* voce, con ^dPaCCraí>ol! (I^7) e Gesú, fate luce U9Jo£±£ Xspon.aneiw. A * *na" soluzioni Ünguisiiche, aUa rabbia, all esubcran"^ctano; notevol, furo; no^T' f-t-t'va speranza del proletaria.o u*^^^ „Jujn c-á« ££ŕS a tri suoi rac^nti succcssivi (il '"^.m ľa l«ľno Ma.ditron.ľ4«**'. &"\C'c suc indagini sulla realtä sociale del Napole.ana < 1 sReiS1e Carsi e al degradarsi del tessuto urbano di N.poli. la *>**> 4i6 Epoca li Ricostruzione e sviluppo nd dorx)guerra I H)4^ i,,(,s allcntata, put avendo egli mantenuto sempře una vigile e coerente luciditä c Ncorciliui I modi del realismo tracfizionale, di matrice ottocentcsca, e del neorcalis' «l»brai accostano variameme, sotto il segno di un fone risentimcnto * 1( iale, in alcuniTcr t' toricalabresi,comerirruentoLEONiDARepaci (1898-1985),chegui ncUanteguer ra aveva compiuto la prima stesura di un ciclo romanzesco su / fratelli Rupe*aU )7), Fortunato Seminara (1903-1984), Saverio Strati (nato nel 1924). 11.2.16. La teUtmonianza di Carlo Levi. Laureato in mediana, pittore e militante politico, di fam iglia ebraica tori-• nese, Carlo Levi, nato nel 1902, ebbe un'educazione liberale gobettiana e si lego al gruppo tonnese di Giustizia e Liberta (cfr. 10.2.21). Piu volte in prigio-ne per la sua attivitä politica, fu al confino in Lucania dal 1935 al '36 e poi do-vette emigrare in Francia. Partecipo alia Resistenza neUe file del partito d'azio-ne: nascosto in una casa di Firenze, scrisse, tra il 1943 e il '44, Crtsto si ě fermato a tboli, appassionata cronaca del suo soggiorno in Lucania, che fu pubblicata nel 45 ed ebbe subito una grande risonanza. eZÍ i'"0 C°n Una prosa sempre ferma e sicura, che definisce cose e persone tili sinn« unendo unpegno razionale e viva partecipazione sentimentale, questo libro si ntensce, nel tnolo, a un detto diffuso presso i contadini lucani, secondo cui U ^ristianesimo, 1 umanita, la civiltä, si sarebbero fermatě ad Eboli, prima deines«) nella reg.one. Nel racconto di Levi (costruito con sonde sapienza ! 1 Jirlüu- C Semp.re m Diena widenza la distanza assoluta di quel mondo con-In neUe s"e,,tradÍ2Íoni ancestrali, dal mondo moderno, dal rnovi-SLwíir St0na t^11.3 raziona1^: il linguaggio della Lucania contad.na e Ma la vnt Che 3d eSSa si accosta aPPai°n° lontani e incommensurable Srt le rn í comprcndere e di capire porta l'autore a rivelare in modo par-e ^mer,o I2'0"'dlmÍSeria'di s°fferenza, di oppressione in cui quel mondo mXtuno n SP?tanea forza di dcnu™a del Übro sembrö inaugurare un modo, tutto nuovo d, considerare la questione meridionale (cfr. dati. tav. .80 —i -icnetto cne, 11.2. Nel tempo del neorcalismo 417 Nel dopogucrra, oltrc a continuare il suo lavoro di pittore, Levi svolse una varia It produzioi* tfúvitagiornalistica c politica: diressc a Roma. tra il 1945 e il '46, il quotidiano del succeurvi partito d'azione, «L'Italia libera», e visse direttamente il dramma della sconfitta della sinistra liberaldcmocratica (cfr. 11.1.3). II volume í. 'orologto (1950) costituisce un'appassionata testimonianza. piena di spunti satirici e di notazioni di costume, sullacaduta del governo Parri alia fine del '45, ed ě unodei migliori esempi di narra-zione politica del dopogucrra: la vicenda ě narrata con una tensione in cui si coagulant) gii Ic future dclusioni e sconfitte della sinistra italiana. Levi scrisse poi vari li-bri di viaggio, ricchi di spunti di analisi politica c sociále, ma rivolti a cercare nelle diverserealtäsegni e valort mitici eassoluti: traessi ricordiamoLeparolesonoptetre (1955), sulla Sicília, e //futum ha un cuore anttco (1956), sulla Russia soyietica. Av-viänatosi presto al panito comunista, fu dal 1963 al '72 senátore della sinistra indi-pendente. E mono a Roma nel 1975. 11.2.17. Vasco Pratolini: lo scrtttore della Firenze popolare. ' del neoreali- Ripprt5CTUrc VascoPkatoun,sin.ci-^ "^JHJSE-d«£ 'j£T smo, sia per le sue radici personali in un conere o movimento operaio. suoi légami con le lotte e le tradiziom della sinistra c > degi; annl La sua opera, che mostra una evidente continulta dei proletariato cittadi-Trema, vuol essere diretta espressione delia coscien k comunitari. • •• —conrimcntau, i""1""'__.mmie »c un maestro ai rcaiisnx-' "»*----- • . ^ :ndenze positive della storia. trascorse la sua gl0V!n'" ( Nato a Lnze nel 1913 da fam.gUa oPSr^^Tfc^e^^í facendo vari mest.eri: dotato d. una pande pa*T g apb •mb^í^. lutodidatta. Conobbe Rosa. (cfr. 10.6.24) ioM-Passo p^eh ermeú iri^ j: ______11-1___„„An * UBar«eUo» (en. ' • -oDorticoner~ vit< Rupctto divtruu xnz3 '■iierso: e la 1 " rin^ciare all^ ?°n"«2a diXe" sta ^f™*1* (cfr. dati, tav. ,tia pmigitna e V"c",i al '50 f45 Sl ,ras,erl 3 Napoli, dove insegnö alllstituto stataie ďarte. Gli anni ^ÜDa'^'^^MUcuidel suo successo di nanatore e del suo piú střetlo legamc 8na,0nelsuo(íOmUniSta' Ncl 1951 torno a Roma, dove ha poi sempře vissuto, unpe-oro di serirtore, fcdele aila tradizione delia sintstra, ma amaramen ----.U,irt c sociale e aila cnsi mondiale Per gli usi, le abitudini di vita, le Stesse superstizioni di quel mondo conta ^ \ ^ fpj'onalitä in ogni momento delsuo di^°^^ontadin° isp< ■ m Lev una «rivoluzione conľadina* cä'pace dYconsľware ľequÚibrio di queU« «oro sorge allora ľipotesi di uno sviluppo civile che nasca dal."sp^eria m* autonoma vita di quel mondo, che lo liberi dalľoppressione e daUa b** t -alvi. caratten vitali, gli origbari valori umani che esso esprime- Levi' di collegare U b-wjI^"*." taPace ai consc tVf^mtS^U 3 Un libero sviluPPo demoeratico BencheJa g al * lä delle p oň"'abb,a Smentito questa ipotesi, Cristo stě fermato ^ ™* forza da twtimoln^T16 che ne risultan°. mantiene ancora °Ä ope^ *c Piú n,t,damen°nian'a'la sua «rica «civUe»: ě certamente una delkop poprel dl ««mpiaeimen diľ'0"^3"0 igine concreta e proDiei»« ,n.etite can«Uato. senza a'"" mond» contadino che si é poi defiwovj* an,,che tradiz^ni lano date le condizioni di un libero sviluppo delle '•tragh ann' Sessanta e Settanta. conl!31 50 ,uror,o queUi del " u pamto comunista. Nel 1951 torno a Roma, dove ha poi^■ Knnel SUOlavorod' senttore fedelealla tradizionedeUa ^* del mUICt° di agl. svdupp. della lotta poUtica e socule e alla '"arxwmo; e m questa citti č motto nel gennaio 199'- parteci- ľ"* P^.oner,8í.neP°polareflorcntinadaaPratoUnÍUnSenS°Senzídi cLe: il ^ndo'fa vi'a collettiva, che si svolge in una s.cura cosc enza^ 4ctaw —.Un. dl ^»ne alia vita collettiva, che s. syoigc 1» ■- ^ eSj ^"do ptoletario cittadino in cui egli e ogni individ- br)> „ ^tivi. la solidarieta sociale, l,aPP«rten^SSionc tr. J suo^ clJo fc^alta comune. Fatto di spontanea comun.c ^ c ^ annj ^ iU c sPaz' limitati, ma carichi d. valore. 4"; formaz,oru dcl n«ovo proletariato urbano che nasce dalle 4i8 Epoctii Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (u>45 , quanta e Sessanta: ě un mondo legato ancora da continuitä alle tradizioni am •qumicTc» giane e alle antiche realta municipali e comunitarie. II suo luogo escmplareé il «quartiere» fiorentino, spazio chiuso all'interno della cittä, ambito familiäre in cui tutti gli aspetti della vita privata si svolgono in pubblico, in cui si svilup pano tutti i rapporti, gli affetti, i bisogni dell'esistenza popolare. Mi» Di questa realta Pratolini vuol essere l'appassionato « cronista», equipa-p"«ipe rando la propria posizione di scrittore a quella degli autori delle antiche «cro-nachc» florentine, totalmente partecipi della realta di cui raccontano. NeUa sua rappresentazione ě ben evidente rereditä della cultura fiorentina degli anni Trenta, con cui egli aveva avuto molteplici contatti, prestando attenzione in primo luogo alia narrativa della memoria e alia lirica ermetica. Servendosi di queste suggestioni letterarie, egli ritrova neUa memoria una serie di frammenti di vita popolare, e li segue nelle loro piú delicate e suggestive sfumature, spesso con affettuoso lirismo, in modo teneramente patetico o con una tenue malinco-nia «crepuscolare»; spontanea ě la sua «capacitä di far vivere in pochi tratti una figura, piú che disegnata o descritta, evocata in un rapporto confidenziale in cui u lettore si sente partecipe» (G. Pampaloni). Dopo alcuni libri di racconti dedicati alia memoria dell'infanzia e deU'adole KcnztUltappeto verde, 1941; Wiade Magazzini, i94z;Leamiche, 1943). ilprunoü' bro importante di Pratolini ě Uquartiere (i944), dedicato alia vita del quartiere popolare di Santa Croce negh anni del tascismo, tra il 1932 e il'37: nel modo piú espji-a d «quartiere» rappresenta qui, attraverso la voce partecipe di un narranie in na un°spa2l° "^scrino e pcrfetto di solidarietä e di autenticita un* memo JI947, piu intensa di P«tolini, Cronaea familiäre, dedi«»»g n«nonadel fratelk, Ferruceio, cresciuto in casa di un barone: attraverso 1 uso*1 ĽCJOtJio tlCOHltl e ronunzi « Crowds it fovtr, mtrnt |u». il ricordo affettu ~—' «fc che s, I r- Mh «esso anno aľUMOne Che Fcm)CC,° ha dovuto Subirrnr "« con 1, 8°?° nel kamere oľPan'!ne °™«h< di poven amantt. con vicen «>viľu" *° I' raPp"«enr4rraJ° d'Via del Corno, presso Palazzo Vecchio. ce"dedi1* delnos»° '«S «P'ľ ľtCrÍOre c sc»emat.ca dei personaggi «po-***. «1 UmľeT n8**0 « negativf49t CS?rive al"ettanto schematicamcnte le «■ ^ del bozzctto ST řp°í' d»U'«nbiente fiorent.no. Del tuttoeste-"tro romanzo fiorentino U ragaizedtS*" lM Stun* Fredtano (1951}. Dopo qwfcľľl ^-ľ*" roman»- Pratolini intraprese il suo progetto piu a , n,Tn A™ ,dlVCmita Piu tardl "™Wia> dal tl,ol° ft" Z"á<$°«& mo;&edl,narr««levicende della vita sodale .taliana ^'^^J e 11 pruno romanzo della trilógia, Metelb, apparso ne' 'y^cial. da' na d. un protagonista operaio tutto «in positivo », le ** ^ reSpo^ «10 una polemica tra chi, sovraccaricando Pratow ^oc* bizios° con cei att ig M d -c sue piú genuine doti di scrittore, vi vide r«uMn""lineö g" «J ^iffidS^ (C S*1^). e chi (come C. Muscerta).^ÄelU *"P««i. kaZTr""^edellasuarappresentazioneidiUi* - Propiti r,(u **» evidente della cnsi del neorealismo e dd^ l o> "ci P*mv;uru Una 'etteratura di tipo « nazionalpop<>laTe »■ ^ ( D ^Plissimo rom^ di Una slorm i/o scialo H.2. Nel tempo del neorealismo 419 losfacelo morale della borglicsia fiorentina di fronte al fascismo, con momenti di la sculo violenza e di singolare aggrcssivitá. U terzo romanzo, Allegoria e demtone (1966), <• Allegom mene invece al centro una li^uu di intellettuale che passa dal fascismo al comuni- * ieridm smo, fino alle contraddizioni c alle difficoltá degli anni piú recenti: vi si intrecciano ('autobiografia e la discussionc ideologica, con vari tentativi di rompere la struttura tradizionale del romanzo. Un nuovo rovello critico, che non riesce a trovare ade- U cosunu guate soluzioni narrative, si e impadronito di questo ultimo Pratolini: il risultato ätUa ngmite migliore é costituito da un romanzo estraneo alla tetralogia. La costanza della ragio-«(1963), in cui si rappresenta la nuova rcaltä fiorentina degli anni Cinquanta, attraverso la figúra di un giovanc operaio precocemente disincanmo, che níiuia gh abbandoni sentimentali per costruire la propria vita e il proprio impegno politico nelle contraddizioni del presente. In difŕicili condizioni di salute, tra dubbi, ama- Ľultimo rezze, costretto in un mondo estraneo, il vecchio Pratolini ha elaborato negli ultimi romanzo anni il quarto romanzo. rimasto incompiuto, di Una stoná italiana, che avrcbbe do-vuto tntítolarsi Malattta mfantile e attraversare le vicende delJa sinistra negli anni Sessanta. n.2.18. La tradizione toscana: Tobino, Cassola e altrt. Altri narratori legáti al mondo toscano (in primo luogo Tobino e Cassola featano sfiľ3"]' negli anni Trenta) si pongono in un piú generale orizzonte realista aonJ n**10 Parziaunente ú neorealismo e riallacciandosi in parte alla tradi-10.3%) narrativa provinciale toscana, da Pratesi a Tozzi (ch. 95} e Na«o a Viareggio nel ,910 e tnono ad Agrigen.o nel 199!. M«'° Tobino Im NUnoTob,™, feratato m vari luoRhi la professione di medico; ha combattuto nel 1940-41 ^ r«to 1 b'CO e ha P°j Panecpato alla Resistenza in Versilia; nel dcpogfKtr^ ^ «3 anUngr° 1'°SPcdaJe P«chiatrico di Magliano, presso Lucca. Vari *X*> sta..» n r. ueiľn!.T,íen,a 1 suoi «PP«"i ^n il mondo lenerario toscano ma egli e semprc daU'identificazione con gruppi e tendenze inteUettuaa. lasuapa^.one^ «ÍStUrt é stata Pr'ma di tutto atfermazione di generosa vitalita. d'^"'^a e C^"C VCrso "P««i conereti della vita individuale e sociale, c^J^ P^ncetti alle situazion. real. degl. uomini. Egl. Pffl^SSS needi? m°ndo che^ viverc intorno a sé, con un intensospintod. comp«a J; ' 'd' Pass'°ne e calore, di cordialitä e aggressivta. che non r Jugge *g« .u.m,oramma..c.l..D.u^cer, »utobiografico „ero ^95°>;.scJdonun« in mef^o e nel romanzo breve &'>>ä'e™( tasia erotic* o j(á> an«.r>e ^^,0 ^ .„mo. una violent, e r^°nd°n<5d** dl fSW"" '»ngoscia della guerra e alle sue ^^^rso», un» cor j^e ^ u j. Libi« (,9,a). Una attenzione al «c" ftcrinÄ m Lf oCO, nlC(Don«. *»e per la sofferenza c per il «^^u-oaped-Jf Pg5J Svü"l°dC 1 J). che, nelle stone dclle P««"» * «terioie de»*to »»itk e la rovinosa f orz.a della « bberta » 1. ixtvtuzionr piK hutnci Carlo CasoU Epocau RiuoMnmooe e sviluppo nel dopoguerra (1945 iy68) con moment i lancinanti ed appassionati, č costruito la hr.u < da Biassoli (1956),n torno ai luoghi della madre morta. A Viareggio e alia Versilia sono dedicati //dm-destino (1962), su un episodio della Resistenza, e Sulla sptaggia e dt la dal molo (1966). Un iltro tuffo nella memoria autobiografica é dalo da ('>u giomata con D* ftnnt (1968), su una giornata passata con un vecchio compagno di scuola, c dal m-man/o Unperdutoamort (1979). Di grande interesse c di sconvolgente attualita ap paiono infine i nuovi libri dedicati all'istituzione psichiatnea, Per le anticbesade (1972) e Gli ullmi gtorni di Magliano (1982), con una vibrata denuncia del danni creati dalla riflcssionc ideologica sulla lollia e dell'abbandono a cui i malati di men te sono stati lasciati con l'applicazionc indiscriminata della legge che ha abolitoi manicomi (cfr. 12.1.4). All opposto della vitalita di Tobino, del suo spontaneo spirito democratic*) 'con^T*" e.'ÍDertario' sembra collocarsi Carlo Cassola, che tende a rappresentare una 10 vita elcmentare e ridotta, a trarre alia luce l'incanto di una realtá al livello mini-mo, che ha i suoi luoghi esemplari nei paesaggi martni e campestri della Ma remma tra Grosseto, Volterra, Marina di Cecina, ed ě vissuta da modesti per sonaggi di un mondo popolare e contadino, che seguono il ritmo di giorni sem pre uguali, in un rapporto con le cose privo di velleitá e di ambizioni. Di questo livello minimo di vita Cassola non dá una visione tragica o corrosiva (come ac-cadeva in modi diversi, in autori come Tozzi o Bilenchi), ma un'immagine linea c idiuica. leggendovi come un messaggio di salvezza, vi si abbandona docU-mentě, ne la 1 emblema d! una resistenza al rovinoso cammino deUa stor.a, alia d.struzione che minaccia ogni esistenza umana e naturale. vomI'^T wl '9,7>Cassola ha trovat° ft" dall'infanzia il suo ambienteele^ ňel iZÍfk,Maremma^ana, ,ra le eoUine e il mare; in Toscana s. e s.abj unaíti;Se,nd0 Pane ^ «uerra Panigiana: ha svolto nel primo dopog"^ ZrZTl1? "Cl Pa"i:t0 SOt,alista' ™ P« « « dedicato soprattutto aUa lene» de^li nn, Crnuu^'0 P£feSSOre dl al ««0 d. Grosseto. Dopoll ^ gu«. daun " "a continuato una varia produzione narram^ delktcndZSf0 ^ ' aV!iUPPando un f°™ "sentimento verso gran P rt ^Ito una "ční t «, Ut! 6 dcUa leUeratura contemporanee. NegH ultun ^ ■j&WL b5S? ant"nil'tarista ed ecologista, estranea a. grup dl Lucca, nel X una «rave malattia, ě mono a Montecarlo, in P** primi raccoon '987 coJľtC>dot!diCa^l colti nei due vi «ittil »», secondo cut la rapF la ^'adcUacoKi reaKa andrebbe rintracciata sub limine, cioe"ť\eco *»: Fondandos, *JE%* *>_ ^"arciando « il velo opaco che nascondej ^ andrebbe rintracciata sub limine, cioe , jeC0-», squarciando «il velo opaco che nascono u pr„fonJltä dei 6a r«Jta plu normalc c idi ha interrogate 'a f lť, ba:nal, d, cu. i C Vľ?.!mari paesaggi na4turali. deUe COse e deglt ogg*1 > j »ÄÍ2^P^3St e piccol^borghese. I van .- vivo abbandono poeticv "na narrativa piu complessa, r IV' race oltaa^n il. 2 . Nel tempo del neorealisme 421 trontare quella realtá «subliminarc» con la cronaca storia e poliúca, viene 1 romanu percorsa nei romanzi Fattslo e Anna (1952) e La ragazza di Bube (1960): que- F—**>*A»m «'domo ebbe un grande successo di pubblico (cfr. 11.1.7), graz'e a una "cen- ^J^1*2* da sentimentale che registrava ľesaurirsi della vitalita pohtka e sociale delia Resistenza e del dopoguerra, tracciando un quadro del processo di normalizza-aone, che coinvolgeva la concreta esistenza di personaggi popohti (lex parri-pano Bube, costretto a scontarc in carcere errori di cui non ě responsabÜe, e Mara, che con ostinato amorc si vota all'attesa delJa sua scarcerazione). D successivo romanzo, Un cuore arido (1961), segna un abbandono totale della Abbandono tematica politica, con il ritorno alľanalisi di esistenze e di realtá chiuse ed apparta- della temanca te, in forme piú ampie e d'Aatate rispetto ai precedenti raeconti: esso fu seguito da P"l«ica una fitta serie di tomanzi dello stesso tipo, che in alcuni casi (come // caectatore, •964' erano vere riscritture e ampUiicaziom di brevi raeconti precedenti. I numero si übri dell'ultimo Cassola propon^ono un modello di intimismo, di ritorno al pri-Vat°^u u spcsso abbandona i consueti ambiemi popolari e si ňvolge a un vecchio mondo borghese (giá toccato in precedenti prove nartative, come La casa dt via Vater, 1956); evidente e la loro f'unzione consolatoria, di fronte a una realtá contem-ív^ľa?,0""oserittore fa sempře piú orrore e contro la quale egli ha svolto una "«« ron momenti acidi, di totale incomprensione, e momenti <4f ecologista, a cui egL W,fr. t956): evidente é la loro runziu, Poranca che allo serittore fa sempre piú orrore e contro la quatc c^u- -"attagha indiscriminata, con momenti acidi, di totale incomprensione, e momenti 8enCiľľ''di ""Pegno quasi romantico (la tematica pacifista ed ecologista, a cui egli " ľ ^a'cato, č pero entrata neUa sua narrativa in modo uoppo stndente ed esterio-híllV SUOÍ uhimi numerosi volumi vanno ricordati, comunque, Ferrovia locate auf k P'r" imPe8nativo e problematico Paura e trütezza (1970), la raccolta di testi top'ografici e polemici Fogli dl dtarto ii974). , b^^,, - fra 8" ^tri narratori toscaru, che panono da una prospettiva di spontaneo reaL Bencdm, -j-^i..^,,^ a.r.goBenedetti (1910-1976). unodejmaggione f..™ iFijno Petrom (na- »2.19. Lapoesia neoreattsta Nell a poesia il • u neUa 0oorizzontc«popohr<:>>. rř*ltií.noP°litico !aUS1 prima ddla 8uerra scelsero comunque la strada del ^otio ,,'alc: > casi ne"taindo di sovrapporre il loro linguaggio lirico alla nuova U°a stv.8 C ni,ovc triU n^vanti sono quelli di Quasimodo e di Garto. che adat-cdi miscu„mat,che le formule della loro precedente poesia. creondo to ermctico-ncoreaLstico che cbbe notcvole nlievo tra gli .1 '( n r. f •Ji ut ~a< ro te rol : i v, ova 0/0 iíujr tecij íle p, In: