Nel secondo decennio del Novecento Urn-berto Saba con le raccolte che ha v.av.apub- blicato ha giá una sua definita f.s.onom.a poetica. Si tratta peraltro di una f.s.onom.a particolare, che risulta "anomala" o 'penter.-ca" rispetto al panorama che in quel tempo offriva la urica italiana: Saba infatt. aveva rcalizzato una poesia fondata sul rispetto delle forme metrichc tradizionali e sull'ado-zione di un linguaggio di pregnante chiarez-za (ricorrendo sia al lessico della tradizione letteraria ottocentesca sia a quello della normale comunicazione), sulla volontä di dare voce ai "valori di tutti", a ciö che "ciascuno intende", e di cantare neH'infinita varieta dei suoi aspetti il quotidiano. Obiettivi e soluzio-ni formali del genere erano in contrasto an-zitutto con l'egemonia di D'Annunzio, che aveva disarticolato le forme liriche tradizio-nali, si era crcato un linguaggio di preziosi-stica letterarietä, c opponeva ai "valori di tutti" I'individualismo estetizzantc; ma lo erano anche in modo vistoso con le sperimentazio-ni e con le awenturose inquietudini dei futuristi e, in modo meno appariscente ma non per queslo meno vero, con i poeti crepusco-l.iri che al quotidiano si accostavano si ma con ironia, incapaci di quella calda adesione che é invece la cifra di Saba. Ma anche in seguito - quando attorno agli anni Trenta il panorama della lirica sará dominato dalla scuola ermetica con la sua ricerca della parola allusiva ed evocativa, con la sua ansia metaf.sica, col suo angoscioso solipsismo - Saba continues ad apparire (continuando egli a produrre per circa mezzo secolo) una voce dissonante, un caso particolare. Per dare un'idea meno generica di questa particolaritä, consistente soprattutto nelle tecniche poctiche da lui adottate, qui basterä dire che Saba anzitutto adotta un lessico che si distingue per la sua pregnanza semantica, coe per la sua concretezza, per la sua capacity di oggettiva definizione della realtä e ■nol.re si impegna in componimenti che ab- biano una chiara articola/ione m u •» j prima e un poi.optandosempreperlachiarezza piuttosto che per l'ermetica allusivita. Siamo cosi di fronte a quella che é stata definita m «poesia discorso» (Beccaria), destinata spesso ad approdare a una čerta prosaicitá, a čerte owietá che Saba perň affronta spaval-damente e consapevolmentc (ha dichiarato ad esempio: «M'incanta la rima fiore / amore / la piii antica difficile del mon-do»). Sul piano poi delle tematiche si potrebbe-ro indicare, sia pure con un certo schemati-smo, certi argomenti di fondo variamente ricorrenti: la celebrazione della quotidianita in tutti i suoi aspetti, fatta con tale disponibilita che non e'e dato della vita giornaliera (triestina) nella sua realtá anche piu dimessa - sia neH'infinita varieta delle cose, sia nella gamma degli affetti - che non trovi posto nella poesia di Saba; il tema amoroso, che anzitutto si estrinseca e si realizza nella rap-presentazione del rapporto con Lina, la mo-glie, ma dá luogo anche a figure di giovani donne vagheggiate con toni di un'intensa - e naturale, Candida - carica erotica; l'accetta-zione della vita col suo perenne oscillare di illusione e scacco, di sogni e deludenti espe-rienze; un motivo, questo, che nella produ-zione matura e ultima di Saba raggiunge esi-ti di assoluto valore. II Canzoniere si presenta quindi come la rappresentazione "totale" di un uomo, della sua vicenda esteriore e interiore e, per giun' ta, di un uomo che sin dall'inizio della sua attivitá poetica aveva teorizzato la necessity di una poesia che fosse scrupolosa ricerca del vero, esercizio di scandaglio interiore. per motivi connessi alia sua biografií* Per la conoscenza delle teorie psicanaliticne ba fu particolarmente attento a questo tte cizio di analisi, alia ricognizione perenne proprio passato e al conseguente 8'"^'^. Anche la sua produzione in prosa - da contini alle Scorciatoie all'incomplet0 ro-manzo postumo Ernesto - nasce da q"e esigenza. 0 IW3-99 1*33-1904 1*5-1906 :«7-l908 1909 1911 1912 1915-18 1919 1921 192« 1938 1943-45 1950 1951 1953 1957 [CRONOLOGIA ESSENZIALE] Nasce il 9 marzo a Trieste. La madrc, Felicita Rachdp r™n A^n • . ra,o „ 2 lugl.o „ „„ "aS Ugo Ä^lt JÄS braismo e che dopo alcun, mes, d, ma.nmonio si era allontanato da Trieste, probabilmem Lrch«< ncercato dalla po l.z.a (era sospetta.od, irreden.ismo). II .piccolo Berto- sara segnato da qui condizione di .figl.o che ha lontano , padre.. Trascorre gl, anni delfinfanzia prima nella casa di una balia slovena, G.oscffa (Bcppa) Gabrovich, poi presso parcnti a Padova, sinoai dieci anni Comp.e siudi irregolan (4 ann. d. ginnasio, mezzo anno di LR. Accademia di Commercio e N'auti-ca), dopo di che si trova un impiego. Si stabilisce a Pisa. In una lettera ad un amico parla dei suoi disturbi nervosi (cfr. Profilo, 8.1). A Firenzc, dove vive per alcuni mesi, frequenta I'ambiente intellettuale (Papini ealtri). Servizio militare, un'esperienza che si riflettera nci Versi militari. Sposa Carolina Woelfler, la Lina del Canzoniere. Esce a Firenze, con prefazione di Silvio Benco, un volume di Poesie siglato con lo pseudonimo di Saba che I'autore si fa "cedere" dall'amico Giorgio Fano, che lo aveva gia adottato. La «Libreria della Voce» pubblica Coi miei occhi. II mio secondo libra di versi (piü tardi Trieste e una donna). Interventista, partecipa - assegnato a ruoli amministrativi - alia guerra. Acquista e gestisce - e'e all'inizio anche I'amico Giorgio Fano - una libreria antiquaria: sarä per tut-ta la vita il suo lavoro, a proposito del quale scrive nel 1924 a Giacomo Debenedetti: «senza inten-dermi affatto e nella cittä piü refrattaria a questo genere di affari. sono riuscito a mctlere su un'a-zienda. Proprio dal nulla. Sono piü fiero di questo che del Canzoniere: Pubblica intanto varie rac-colte di versi in tirature limitate. A proprie spese in 500 esemplari pubblica a Trieste la prima edizione del Canzoniere (1900-1921). Altre singole raccolte si susseguono negli anni successive «Solaria» dedica un numero a Saba. Saba, che ha continuato a pubblicare singole raccolte, cerca inutilmcnte una sistemazione a Parigi, per sfuggire alia situazione politica italiana e alle leggi razziali. Dopo P8 settembre e costretto ad abbandonare Trieste e vive, con difficolta di vano genere, a Firenze, MUano, Roma. Nel 1945 esce presso Einaudi la seconda edizione del Canzoniere, accresciuto di tutta la produzione posteriore al 1921. Continua a pubblicare singole raccolte negli annii seguenti. Si aggravano i suoi disturbi nervosi, e per lunghi period! ricoverato in cl.niche, ncorre alia morfina. Riceve il premio Taormina e quello dell'Accademia dei Lincei. Scrive Ernesto. .. . . , . , ,, Muore il 25 agosto alia clinica San Gius.o di Gönz» da dove non e P,u usc.to dopo la morte della moglie, awenuta - dopo un lungo dedino fisico e mentale - ü 26 novembre ivx>. [SCHEDE DELLE Canxoniere II Canzoniere cosi come lo leggiamo oggi é il frutto di un'accumulazione e di un procev so di revisione durato circa quarant'anni. La prima edizione fu pubblicata, a spese delľQu. tore, a Trieste nel 1921 e comprendeva 204 poesie suddivise in 10 sezioni, parecchie del-le quali giá edite in precedenza (é fra I'altro il caso di Coi miei occhi, che cambia titolo in Trieste e una donna). La seconda edizione (Roma 1945) presentava una profonda revisione delta precedenle, con soppressioni e aggiunte. La terza (Torino 1948) includeva la roc-colta Mediferranee giá pubblicata nel 1947. Anche nella quarta (Milano 1951) furono in-serite raccolte [Uccelli e Quasi un racconto) pubblicate prima separatamente. La quinto edizione usci postuma (Torino 1961), secondo le indicazioni che erano state date dall'aulore. Opere in prosa Tutta la produzione in prosa di Saba é stata pubblicata nel volume Prose (a cura di Li-nuccia Saba e con prefazione di Guido Piovene, Mondadori, Milano 1964). Si compone di varie parti: Ricordi-Racconfi 1910-1947 comprende la sezione Gli ebrei 1910-12 cosli-tuita do bozzetti e descrizioni delle abitudini di vita delia comunitá ebraica di Trieste (note-vole per penelrazione psicologica e felicitá di scrittura II ghetto di Trieste nel I860\, le Serte nove/le 1912-1913 (fra le quali la famosa novella La gailina letta psicanaliticamenle dal La-vagetto nel suo saggio La gailina di Saba) e altre sezioni e frammenti; Scorciatoie e raccon-rini 1934-1948 contiene le Scorciatoie che Saba iniziô a scrivere nel 1934-35 e continuo sino al 1948 e i Racconrini 194Ó, parecchi dei quali (Ce/sa, ad esempio) si riducono a ve-loci impressioni ("epifanie", si sarebbe tentati di dire); Storia e cronistoria del Canzoniere, scrifla dal 1940 al 1947, un originate pastiche di autobiografia, saggio critico, polemiche e malinconie. io7?r^' SCritt° dal ma"io al settembre 1953 e pubblicato postumo (Einaudi, Torino iv/5|, e rievocaz.one e descrizione di inquietudini e ambique curiositä adolescenziali con ľľJľ ľ C0Trie °uiobi°9rafi^- Sullo sfondo di una Trieste fine secolo, il romonzo • a vinľľn aT° ť P"*^'* eP°nimo, un ragazzo che vive con la madre (sol* It It í ,2'a)'S,udiQ " violino' le99e molto e ha qualche idea vagamen.e sock.Ii-inche il praticante nrP«o „„ ,™J:.ľ„ _u., , . ~ : da un compagn0 li all „u„i10, legge moito e tia qualche idea \ sta. fa anche il praticante presso un venditore all'ingrosso di farina. Uui - ^ di lovoro un po' piu che ventenne viene iniziato a una relazione omosessua ^ ^ motu'0 nizio accelto spinto soprattutto dalla curiosila. In seguito ha un rapporto co eiVen\o^ proslituta, Tanda, vissuto con un turbato disogio - e qui Saba e un narratore ne co" vita - perche nella sua mente la figure della prostituta si confonde e si sov y .nCO„tro quella della balia della sua infanzia. Nell'ultimo capi tolo, Ernesto ad un conce^ —^ un giovane, llio, «bello», «sicuro di se», «superbo addirirtura», col quale sente fi0 sol-le bisogno di parlare, di comunicare. E il capitolo si conclude (o si interrompel p I'owio di questa comunicazione. Per una prima lettura di questa che i una delle piu celebri liriche di Saba basterá chiarire che per eclebrare la moglie (una presenza frcquente nel Canzoniere) Saba sceglte una strada ccrtamente msohta nella tradizione lirica italiana (ma lo t anche la celebrazwne delta moglie...): la paragona ai vari animali - «i sereni anitnali I che awicinano a Dio» - di cui mette in luce, con francescana disposizione, le qualitá. La donna amata t quindi come una «bianca pollastra» che incede impettita, come una cagna ardenie d'amore e di gelosia, come una "gravida giovenca» ecc. /Casa e campagna, 1909-19101 Tu sei come una giovane, una bianca pollastra. Le si arruffano al vento le piume, il collo china 5 per bere, e in terra raspa; ma, neU'andare, ha il lento tuo passo di regina, ed incede sull'erba pettoruta e superba. 10 E migliore del maschio. Ě come sono tutte le femmine di tutti i sereni animali che awicinano a Dio. 15 Cosi se l'occhio, se il giudizio mio non m'inganna, fra queste hai le tue uguali, e in nessun'altra donna. Quando la sera assonna le gallinelle, 20 mettono voci che ricordan quelle, dolcissime, onde a volte dei tuoi mali ti quereli, e non sai che la tua voce ha la soave e triste musica dei pollai. 25 Tu sei come una gravida giovenca; libera ancora e senza gravezza, anzi festosa; I Nota metrica. strofě e versi di varia Iunghe77.a 'cndecasillabi, settenari, quinari, sino al caso li-m'<■ Perció chi avrebbe cuore di farla sorrn gl'erle il cibo o il pelo che essa destina al n le movenze leggere; 75 questo che a me, che mi sentiva ed era vecchio, annunciavi un'altra primavera. Tu sei come la prowida formica. Di lei, quando escono alia campagna, parla al bimbo la nonna che I'accompagna. E cosi nella pecchia ti ritrovo, ed in tutte le femmine di tutti i šeřeni animali che avvicinano a Dio; e in nessun'altra donna. 80 85 75-76 a me, che mi sentiva ed era... un ultra primavera: versi tra i piú commossi di (utta la lirica, che pur ne e cosi ricca. La in.!.//., si rasserena nella picnezza di un aftcito; e sorge un'altra pri mavera. 82 nella pecchia-. nell'ape. Per quanta riguarda I'ospetto stilistico ci limifiamo a poche osservazioni schemoti a) Come quasi sempře in Saba, il lessico é tutto aftinto alia lingua parlata e usuale il tóno e colloquiale e dimesso |part. w. 73-75, «Tu questo ha), questo che....)- ma é anche vero che «e piurtosto la sintassi che prende su di sé il compito di sollevare il tono di quel tanto, rispefto alfa prosa, da farně un verso, sia pure di quei versi raso terra che per Saba sono i piů rari. la sintassi interviene cosi a elevare i toni Iroppo dimessi e Iriti. |Devoto-AI-tieri). qui ad esempio con I'inversione il collo / volge |w 29-30), muggire / 1'odi (w 32-33) o ai w 48-50 e 58. b) Ogni strofě si conclude con I'esplicito rapporto tra I'animale descrirto e la donna e con I accenno - quasi ricorrente motivo musicale - alla sofferenza, alfa tristezza. Per quanto riguarda poi 1'architeftura, fa srrurturo della lirica. ha seritto Mario Lavagetto: La struttura, semplicissima, puó tar pensare a una lilania, fondata com'é su strofě di al-terna lunghezza, ognuna delle quali provoca I'emergenza di una femmina animalc. la deti-í nisce e fissa, nello stesso tempo, unapparizione di Lina. L'esperienza dei Versi Militari ha glovato a Saba: il linguaggio si é ťatto piú asciutto ed economo, colpisce con precisione e "on inciampa in ostacoli predicativi. Cosi si edifica, senza strappi, un piccolo sistema al centro del quale troviamo Lina che aequista spessore, si individua nei contrasti: divicne lenianiente se stessa attraverso successive metamorfosi. Intorno le gravita un singolare bc-stiario, dove gli animali (comc sempře in Saba) non sono controfigure umane ně corpi di categoric morali, ma portatori di un enigma che Saba interroga nellc profonditá di questi nunii tutelari, di questi pazienti testimoni sprov\i.sti - sempře - del dono (o del vizio) di Parlare e - sempře - legati organicamente al mondo dellinfanzia. La pollastra, la gioven-í ca. la cagna, la coniglia, la rondine, la formica e la pecchia. -tutte k femmine di tutti i se-feni animali., si wranam. davanti a noi. realiz/ando il miracolo della mutevole identita di L'na. che costituisce il perno della poesia: le immagini alia fine non si presentano come série discontinua di addendi, ma si aprono luna doPo I altra, I una suli altra, senza řr«ture, concentricamen.e; la prima ě quella che napil superfic.e. la pM e^denz.a.a e a«anita; le altre si dilatano intorno. con tempi variabil. d. appanz.one, pian p.ano piu ra-P'cie, piú ,cnuj fíno a spegnersj nc||a totalita. Ida M. Lavagetto, Lagallmad, Saba. Hinaudi. Tonno 1989-'. pp. 66-67) ,, tto con un'onalisi che utilizza una htta trama di ^ ■ d altrMesti di Saba, mette in * |icato serie di med.azion, - a ,mmag,ne mQte, 1 j h - sia pore attraverso u™f?P.g mog//e «una poesia infantile* agg,ungen(lo COn^C5isa Saba d'altra parte def.ni A ™° Q oesia per sua rnoglie, scriverebbe £ L° *"bambino potesse sposare e [...]. Saba sapeva benissimo (proba- teZ. Osse-zione, ^^Jglie" -va nconfer.ato) chi sposerebbe on bomb, I CLASSH I t45 Trieste «Trieste é la cittä, la donna Lina» dirä Saba in Autobiografia, a sintetizzare i SUoi a amori- Trieste e una donna si intitola ďaltra parte la raccolta nella quale, come prec ,7 poeta, «la cittä e la donna assumono per la prima volta i low inconfondibiH aspetH sono amate appunto per quello che hanno di proprio e di inconfondibile. Trieste é la Pr-ma poesia di Saba che testimoni della sua volontä precisa di cantare Trieste proprio in quanto Trieste e non solo in quanto cittä natale». Ma é una dichiarazione, questa, che-come vedremo dopo la lettura - va preša con cautela. /Trieste e una donna, 1910-12] Ho attraversata tutta la citta. Poi ho salita un'erta, popolosa in principio, in la deserta, chiusa da un muricciolo: 5 un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la citta. Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, 10 e come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia. 15 Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via scopro, se mena alPingombrata spiaggia, o alia collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa. Intorno 20 circola ad ogni cosa un'aria strana, un'aria tormentosa, l'aria natia. La mia citta che in ogni parte e viva, ha il cantuccio a me fatto, alia mia vita 25 pensosa e schiva. (illidj ill JIUllM zrversi *varia ~ 10 «•«?«*; Ess: ssrJ# presentazione di questa hgura iiiiian-aflettuosa simpatia. <; farta con I'animo del visitato^n ° d' qU6Sta dttd °he 61 W P° bra & < mosso affetto d?™ZtZ^rV™F°®™ ^ 9iornale di Via"i0' ^ rio o to, alio sua vita pensosa e So A '^ ^ SU° 6 tr°VQ in eSS° " ^ ^ _^c^aejcrwa. Anzi, Trieste diventa addirirtura espressione e p^> 274 ■ SABA T46 dello stato ďanimo del poeta: alla ara7in . schiva del poeta. Nella lirica quin| d «o riscontro la vita pensasa e fusione hnca» (C. Muscetta). ay ,vo e 1 °9gettivo si identificano con assoluta Scegliamo quesfa lirica (che ha versi di esemplare linearita- 1 ■ 8-9' 15 16- 10 991 ■ chiamare I attenzione sui dat fondampntnli Ar,* ■ a- , oy< 'j-lo; 19-22) per n-Saba nel panorama del Novecen Td^níon dÍ ****** della poesTa di rezza (e Chiarezza appunto era ihitolccheed n <' la chia" sua derfsa scelto non per ^^tS&SSCÍS ^ °u Co~e j u-> u í-i- -i • ^ggensce ma per una poesia che nomina Debe- nedett.) e che uhhzza ,1 s.gmhcante anzitutto e saprattutta per le sue valenze semen ichTe non per , comp.acment, fon.c, che finiscono col dissolvere il significato. Scrive a questo proposito Gian Luigi Beccaria: In pochi libri del Novecento si entra con facilitá come nel Canzoniere. Una ingannevole innocenza, certo, una facilitá apparente. Comunque, il non aver calcato la mano né sul culto né suH'"inesprimibile", garantiva ai suoi versi "popolaritá" (anche scolastica), per quell'aver cercato sempře di dare un nome preciso alTemozione, al quadro, al sentimento e alla parola che li rappresenta. La parola non si rendeva autonoma dalla frase, e del fra-seggio poetico non oscurava il senso. Lo riportava dunque aH'«inattuale», fuori del clima generále simbolistico-decadente, la linea tutta psicologica ed esistenziale di un Canzoniere romanzo personále del poeta, poema di una vita, gremito di coneretezza, di particolari quotidiani: incontri, visi, angoli di cittá, il porto, i vapori che partono, le osterie di campagna, le piazze affollate, il frastuono di una fiera. Gioioso o amaro, il quotidiano intride il suo verso, e la poesia del quotidiano ě ritratta senza il distacco, 1'accidia crepuscolare vuoi nelle formě vuoi nella sostanza. Quanto alle formě, nonostante D'Annunzio, nonostante Pascoli, esse perdurarono in Saba aliene da autonomie di dizioni liberate, atte a comporre dissolvenze del significante dissolventi il significato. II significante non era rivissuto con la moderna sensibilita musicale" per larmonia sottile e sof.sticata dello stile verso cui la grande poesia coeva era di-ventata sensibile, se penso alla generále attenzione per la sostanza fomca del^verscon ú senso restava co™ "subordinato", al gusto simbolistico-decadente ■ messaggio effettivo del compommento dalla ^^^^f^Sr gio. Saba restava il romantico ottocentesco che X^,^^^- smo^^ C,táCdeUaPrOSa- ,da^^^ (Roma, 29 e 30 marzo 1984), Fondaz.one Arnolde e Alberto M Cittá vecehia Cittá vecehia . §aba si potrebbe «B«r uomo fra gli umani / » non ÄT^^Ä* ňtetizzare h spinto che anima f^^Zm cioe ad •mmettere la sua '•zzaziom di una costante d, 5«** «" ' di mi „„„ scaäe nm >* calda vita di tutti. ad essere come turn V ,are dl TneM n Ŕ chm Qui la cord,ale rappresentazwne^l^J,, umi - P«*fJ°0 m * «* * Popullsmo - é il pencolo ^^ZnZende da un *J»£J „ x^neun Paternalisticamente su quel mondo.n mU,j d,raa__—-. d v,vc dentro («il popo'° '» cmn^J^.--- I CLASSICI , . ,„ j. „eatím simili a ha, neile quali come in lui «si agita ,1 Signo, tplmpenlknd, (mn mpremmo come almmcU, chmnmrk) reLg.osa adeS,o,K, * /Trieste e una donna, 1910-12] Spesso, per ritornare alla mia casa prendo unoscura via di cittá vecchia. Giallo in qualche pozzanghera si specchia qualche fanale, e affollata ě la strada. 5 Qui tra la gente che viene che va dallosteria alla casa o al lupanare, dove son merci ed uomini il detrito di un gran porto di mare, 10 ritrovo, passando, 1'infinito 10 neH'umiltá. Qui prostituta e marinaio, il vecchio che bestemmia, la femmina che bega, 11 dragone che siede alla bottega del friggitore, 15 la tumultuante giovane impazzita ďamore, sono tutte creature della vita e del dolore; s'agita in esse, come in me, il Signore. 20 Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi piú puro dove piú turpe ě la vita. 1 Nota metrica: verši di varia lunghezza, con ci - dalla vorticosa vita tipica di un gran poíW qualche rima. marei quaie era Trieste ai tempi in cui í>aba « veva questi verši. • f K. 2 cittä vecchia: viene chiamata čosi, nel parlato 17-18 vita... dolore, temi e termini ricorrenn triestino, una parte della cittä. ciprocamente integrantisi nella poesia * > 7-8 dove... d, mare. é tutta gente spinta e anche che in una urica ha parlato proprio dl «*» travolta (detnto) - e perciô aecomunata alle mer- amore della vita». E? ralrnlJiniinti JrZT?T 1 BeC,Caria riporta,e nella Guid° all'analisi di t45 sono pertinenti an da lcaunt T' n? qU° 6 V0n,enu,a imPlicitamente - ci sembra - la motivaz-oi* |g oe Charon A° SCelt° t. r Prolate linguagaio. A porte questo, ci E*S S&fl^ 76^° 'V^Corilo di jSba ricord^^ lato I'esletismo Hnnn,,„ .*i ' ^uando c'°e nel panorama ilaliano dominavan ^^^SaZL^ \del 19041 c"e si concre,ava in una ,ingSSol quotidiana o^T^^Sf** * ^ ^ ** ° con incapacifa di aderire a aueli S°n° del 191 ]> ma con 6^°^ rS*0* il «pessimo gusto» In ZlarZ m°ndo cdel q^le egli non puo fare a meno d. ^ con lucida consapeolezZaea?7°™ ^ era e^ivamente «di un'altra spec^ egl, stesso scrisse [Autobiografia, 10) I lo pm Lilo ii una capra. Hra sola sni pnito, c-rsi lcgata. Sa/ia dVrba, baj'.nata tlalla pio/^ia, belava. (,)iicirii)Mi;ilc hrlato era fraterno al mho (loloic. lul io risposi, prima při celia, pni pcnlir il colore c etc ha una v< n c c non vana. / Qucsta voce sen t i va r.ciiK-rc in una < apra solitaria. In una < jpi.i dal viso semita •Cttivi querclaisi ogni altro male, °Mni ultra vita.