Giambattista Basile LO (UNTO DE LI CUNTI A CURA DI MICHELE RAK Garzanti LA GATTA CENERENTOLA , c * e P°sta a Ja "SegUadagnano ' de lo pokce e 'atammaro, che iccessione de lo ilate, Antonelk idia ne lo maro guallara e dove wa o sotťacqm e 'nmediosetne vi ice? li s la 0 lo P*'2V 2 chela Pověra ragazzetta si lamentava sempře con la maestra del cat-*vo trattamento della matrigna e le diceva: <tto Cr'Ve 'o »e de lo retretto, l0- Ess*> che te vo; cascione e dirrá: -ntre iarrá scervecan-se romparrá lo cuol-noneta fauza pe con-galo a pigliaremepe ia de la vita mia». a mill'anne e, fatto ■a, dapo' che se fece imenzaie a toccare li aiestra. Da prMJ rliola tanto tiraie de le id- a in**1' uarCf iardeg^ toa^r^ří. Jo s LA GATTA CENERENTOLA E tanto continuó a fare questa cantilena che riusci a met-terle un moscone nellorecchio e quella, accecata dal diavolet-to, una volta le disse: « Se farai come ti suggerisce questa těsta pazza, diventeró tua madre e tu mi sarai cara come le ci-liegine di questi occhi». Avrebbe voluto continuare a parlare quando Zezolla (cosi si chiamava la ragazza) le disse: «Scusa-mi se ti chiudo le parole in bocca. Io so che mi vuoi bene, perció zitta e sufficiť. insegnami 1'arte, perché io vengo dalla campagna, tu scrivi e io firmo». «Allora su», replicó la maestra, «ascolta bene, apri le orec-chie e il pane ti riuscirá bianco come i fiori. Appena tuo pa-dre esce, dl alla tua matrigna che vuoi un vestito di quelli vecchi che sono dentro alla cassapanca grande del ripostiglio, per risparmiare quello che porti addosso. Lei, che ti vuoi vedere tutta pezze e stracci aprirá il cassone e dirá: "Tieni il co-perchio". E tu, tenendolo, mentre andrá cercando all'inter-no, lascialo cadere di colpo, cosi si romperá il collo. Fatto questo tu sai che tuo padre farebbe carte falše per acconten-tarti e tu, quando ti carezza, pregalo di prendermi in moglie, perché, beata te, sarai la padrona della vita mia». Sentito questo a Zezolla ogni ora sembró di mille anni e, eseguito a puntino il consiglio della maestra, dopo che si fece il lutto per la disgrazia della matrigna, cominció a toccare i tasti del padre perché sposasse la maestra. Dapprima il principe lo consideró uno scherzo ma la ragazza tanto picchió di piatto finché colpl di punta, perché alla fine lui si piegó alle parole di Zezolla e presa in moglie Carmosina, che era la maestra, fece una grande festa. Ora, mentre gli sposi stáváno a trescare tra loro, Zezolla, si affacció a un terrazzino di casa sua e una colombella, volata su un muro, le disse: «Quando ti viene voglia di qualcosa mandala a chiedere alla colomba delle fate nellWa di Sarde-gna, subito l'avrai». . La nuova matrigna per cinque o sei giorni affumico Zezolla di carezze, facendola sedere a tavola nel posto donore, indole i migliori bocconi, mettendole i vestiti piú belli; ma, Passato a malapena un pochino di tempo, mandato al diavolo e dimenticato del tutto il favore ricevuto (oh, triste 1 anima che ha cattiva padrona!) cominció a portare m alto sei tiglie 127 sulo c>4'% k '» chfaieCalt 'atta C nSardegnan e u^a oerl n ** c°se )k^onľche leľreUa' aa sforgiare, chi gala, la, chi íocarielle pe pas-u tra. Ped utemo, quase rhe vorrisse?». Ed es nanne a la palomma jarcosa; e si te lo ve li sot->le? tanto rieche e no pette-0 ad una a capi^0 ma delo ino I** route * •hi si ^ [O &0 /la disposizione che vietava loro il passeggic, m carrozza e ,n barca^ ipo (Nuova collezione di Prammatiche cit. VII 30 (nuova couezionc t*« * •»>••---------- „ c„rr,ette spesso nuinitc Ii ,acchi alt, (v. Canto I egloga «.£6«, f»n mod^ ^ ^ ^ ^ :ela„o, httd, IV2127i U v, 648-650). o|ce ciambella di pasta di pane, sug itf, Firenze i farina, ricotta, acqua di rose,jerm Ritratto una I.A GAT I j cotenna di maialc (c >r/Z oVo'lo. l«so,testat. t,Ctl , • nignoli. / pass.. Zuo **m , li cfr G. Fasan cit 138 NOTE 1 lo punto '« aiero: il pregiato 'onntr, At \t ■ , letto iCunto IV 2 37 $ trll.)* CL°t^ ^ k^ « rf* in Fro* o««IOÄr a c. di A. Mango, Roma 1973 v?n' Fenu de k m'ae retrtce diventa Reina d'Egitto. Et et n^TJV3 l 167"197- Cfr. «r retnce dtventa Re:na d'Egitto. Et che non puö con e su t ^ «Ü* «* co 1 suo favellare lo ingegno femminile? A Rodooea f C°' »n faceva niego di se medesima »A ahJL^°^ femmina * mondo^ avesse non faceva niego di se medesima ad aleuno ehe Xľ' "* di mond° ehe non bastö ľanimo di farsi Reina d'ESí C°° pre2Z0 ^ dicono incantö con arti da strega il fe Sannitico ° ?Ure corae *« in capo, le commise il governo di tutto '1 regno e Tttol°L ľ'T reale Virgilio. Ľoccasione delia costei grande^ľf^, J'f*' ?ollim< ad una fonte, un'aquila V^^^^Z^^ grembo al re sodetto, che dava allora in Menfi leľegľi DchZ í " il re fece diligentemente cercare di cui fos^J^K fÍSÄ vato ch ella era di Rodopea donna di quelle olivastre egi22ie beutiLaJa quale tanto al re piacque ehe la si preše per sua», G.F. Astolfi, Scetia, euriosa et neca ofjictna cit. XIV 76. 2 lo diantane: v. Cunto I 12; cfr. piú avanti mazzamauriello. 3 /o cascione: la cassapanca nella quale venivano conservati gli abiti e la biancheria. 4 «o gaifo: un piccolo terrazzo nei piani bassi delle case (cfr. B. Capasso, La Vicaria vecehia studiata nelle sue vie e nei suoi monumenti (II, III) in ASPN XV 1890 428. 5 la remmora: il pesce degli Echeneiformi ehe si attacca, con una ventosa, ad altri pesci o alle navi; nelle dicerie popolari poteva frenarne o impedirne la navigazione (Plinio, Naturalis história IX 25). 6 scute úcce: una moneta ďoro coniata a partire dal 1582 con sul dintto M-lippo II, sul rovescio le armi delia corona di Spagna (v. Cunto I M- 7 acqua de cocozze: olio cosmetico e medicinale derivato dalle zucehe (Croc ľpo«^.-.: non era infrequente il caso no la disposizione ehe vietava loro il passeggio■ in .carrozza e ^n ba^ * p—at. yn m. ;^^7oesso munit, immatiche cit. vi± "i. ~- di tacehi alti (v. C«»*-I^ ^eVg; m, ä «rftt /** Celano, Notó cit. IV 127; L. Domen , 64g.650) *. Firenze 1566 254-255; *'^^^\>v^*?*£ 10 pastiere e casatielle: i Pf^M^^^ giio e frutu candita (G.B J> di farina, ricotta, ^ * dS-bdh di pasta di pane, sugn Tufo, Ritratto cit. IV); u casai 138 LA na' .if I I maccheroi ffs-degna cfr. G. F fjapoU 1876 passtm; F. at VII 392; v. Cunto LA GATTA CENERENTOLA • NOTE ne tier-Jna nie. >ea> femmina di' ľ„ ?*, e, mentre Rodopea lavavasl serva una calza e recolla in leggi. Di che meravigliatosi la calza. Finalmente f u tro-vastre egizzie bellissima, la G.F. Astolfi, Scelta, curiosa zzamauriello. 10 conservati gli abiti e la dal 1582 con-1*;-F" rhe vi"**!" die rító, °r le scarpe.tte' ^ lo (cfr. J^ÄnT . .„dol* c í^tl* di Pan ' la ď PaS pezzi di cotenna di maiale (cingoli), pepe e uova sode non sgusciate che decorano ľorlo. I «sottestati / d'un buon pezzo di carne tenerella, / con pru-na, agli e pignoli, / passi, zuccaro, amendole e cannella», G.B. Del Tufo, Ri-tratto cit. I. I maccheroni infine furono un piatto importato dalk Sicília e dalla Sardegna, cfr. G. Fasano, Lo Tasso cit. III 20: «manciafoglie [napolita-tio: cosisiamo chiamati noi Napolitani per antonomasia]»; G.C. Cortese, Viag-gio di Parnaso cit. V 7; Horba IX; cfr. V. Imbriani, XII conti pomiglianesi, Napoli 1876 passim; F. Galiani Vocabolario cit. ad v.; G. Pitrě, Biblioteca cit. VII 392; v. Cunto I 8. 139