ECCLESIASTE 12, 14 raccolte di autori; provengono da un solo pastore. 1201tre a cio, figlio mio, bada bene: si scrivono molti libri, senza fine; il molto studio affatica il corpo. 'IConclusione del discorso, dopo che abbiamo sentito ogni cosa: temi Dio e custodisci i suoi comandamenti, perché in ciô consiste tutto l'uomo. "•Difatti Dio chiamerä a giudizio ogni azione, ogni cosa, buona o cattiva. Cantico dei Cantici - Introduzione « Tutti i libri sacri sono santi, ma il Cantico ě sacrosanto » (Rabbi Akiba: n sec. d. C). « Beato colui che entra nel Santo dei Santi; cosi ě beato colui che com-prende e canta i cantici delia Scrittura; ma piú beato colui che canta il Cantico dei Cantici ■» (Origene). Nella Bibbia ebraica il « Cantico dei Cantici », il cui titolo ě una specie di su-perlativo ebraico che equivale a « il piú bel cantico », ě il primo dei « Cinque ro-toli » (Meghillôt) che comprendono anche, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester, ed ě letto nelľOttava di Pasqua. Nelle versioni greca e latina ě collocate tra i libri sapienziali attribuiti a Salomone e ordinariamente segue l'Ecclesiaste e precede la Sapienza. Nei titoli ebraico e greco ě attribuito a Salomone: molti scrittori hanno se-guito questa tradizione, confermata da argomenti di critica interna. Pero altri, in-dotti dalla mancanza del titolo nella Volgata e dalla presenza di aramaismi, parsi-smi e grecismi, nonché dalľinterpretazione che dänno delľopera, assegnano il libro a un tempo posteriore, riconoscendo come piu antiche solo alcune sue parti (6, 4). II tema di questo poemetto, che comprende solo otto capitoli in cui sono espressi i piú ardenti e teneri sentimenti di una sposa e di uno sposo, é semplice e piano, se visto nel suo valore umano, ma ě di ardua interpretazione se considerato — com'e realmente — libro divino. Enunceremo i principáli sistemi di interpretazione che ne furono dati lungo i secoli. a) Interpretazione naturalistica: il Cantico dei Cantici celebrerebbe l'amore umano tra un uomo e una donna: cosi secondo alcuni rabbini del I sec. d. C.^-e Teo-doro di Mopsuestia, le cui teorie vennero condannate nel n Concilio di Costantino-poli (553), e riprese poi sotto varie forme da alcuni protestanti. Per altri, invece, il Cantico non sarebbe altro che una raccolta di canti nu-ziali, eseguiti durante la « settimana del re », o « feste di nozze », in qualche villag-gio palestinese nelle vicinanze di Gerusalemme, simili a quelli ancora in uso nei co-stumi nuziali di alcune tribú delia Siria, e tra i quali eccelle Íl Wasf, canto della bellezza degli sposi. b) Interpretazione tipica: il Cantico avrebbe due sensi: uno letterale, che can-terebbe l'amore tra un uomo e una donna; l'altro tipico: l'amore di Dio verso Israe-le, significato dal senso letterale. c) Interpretazione allegorica: il Cantico dei Cantici descriverebbe allegorica-mente l'amore di Dio verso il suo popolo. Ě questa la piu antica interpretazione sia presso gli Ebrei sia presso la Chiesa cristiana. Secondo gli Ebrei, nel poemetto si canterebbe l'amore tra Iahvé e la nazione giudaica. Secondo l'interpretazione cristiana, invece, nel Cantico si esalterebbero le nozze di Cristo con la Chiesa nel mistero della incarnazione del Figlio di Dio; o di Cristo con ľumanitä; oppure l'amore mistico fra Cristo e ogni anima cristiana, o fra Dio e la Santa Vergine. 151 Oggi, dopo lunghi studi sul genere della sua composizione e delle sue affinitä con analoghe espressioni poetiche delle letterature assiro-babilonese ed egiziana, il Cantico si considera una raccolta di canti uniti insieme dall'argomento comune. Si ammette ľinterpretazione allegorica ma con elementi parabolici, cioě presi dalla vita ordinaria, per esempio ľamore di due giovani, insidiato ma in fine trionfante. Per molti critici si tratta dell'allegoria della teocrazia ebraica, ritornata purificata dalľesilio babilonese e ricostituita su basi piú spirituali in Palestina. Secondo questa interpretazione, dunque, la lontananza della sposa dallo sposo significherebbe l'esilio di Babilonia; il ritorno dello sposo, il rinnovato amore di Dio, ehe parla a Israele con ie stesse parole di amore dei giorni antichi; le nozze dello sposo e della sposa, infine, simboleggerebbero l'unione ineffabile di grazia e amore ormai eterno di Dio col popolo d'Israele. L'allegoria di Iahvé-sposo d'Israele si trova sviluppata specialmente in Os 1-3, in Is 54, 4-8; 61, 10; 62, 4-5; in Ger 2, 2.20; 31, 3; in Ez 16, 1 e segg., e in Sal 45, dove si cantano le nozze d'amore del re Messia. Nel N.T. l'allegoria acquista un significato sublime nel mistero della incarna-zione del Figlio di Dio e del suo attendamento tra i figli degli uomini, specialmente dopo le attestazioni di Cristo stesso come sposo (Mc 2, 18-20). Cf Mt 9, 15; 22, 2; Gio 3, 29; 2 Cor 11, 2. Del Cantico ě possibile tracciare uno schema secondo il crescendo dei senti-menti ehe vi sono descritti. Esso risulta cosi diviso in cinque canti nuziali. Primo canto (1, 1-2,1): la sposa si effonde in appassionati lamenti per la lontananza dello sposo; dialogo della sposa con le figlie di Gerusalemme ehe f anno da coro al dramma d'amore; apparizione, improvvisa e dolcissima, dello sposo, collo-quio d'amore e promesse vicendevoli. Secondo canto (2, 8 - 3, 5): lungo monologo della sposa, che ode venire lo sposo di lontano; tutto ě ormai pronto per le nozze, ma lo sposo tarda ancora a venire; lunga notte d'attesa amorosa, di ricerca affannosa per le vie della cittä; nuova improvvisa e fugace apparizione dello sposo e novelle promesse d'amore. Terzo canto (3,6-5, 1): descrizione del corteo dello sposo, che viene para-gonato a quello del re Salomone; lo sposo si sofferma e, ispirato, tesse due elogi della sposa con ricchezza d'immagini ardite e colorite. Quarto canto (5, 2 - 6, 3): la sposa confida al coro delle figlie di Gerusalemme come arda d'amore, e come lo sposo sia venuto a lei nel fondo della notte ed ella ľabbia respinto; e narra come l'abbia poi ricercato affannosa per le vie della cittä addormentata e vegliata dalle sentinelle; protesta d'amore verso lo sposo, che non tarda a rivelarsi. Quinto canto (6, 4-8, 7): nuova laude dello sposo diretta alia sposa, bella come le piú belle cittä della Palestina; le immagini si susseguono sempře piú ardite e piú ardenti e preludono al possesso amoroso. Lo sposalizio ě annunziato in 8, 4-6, quando lo sposo mette il sigillo d'amore sul braccio di lei e la rende sua; il crescendo d'amore culmina e si consacra nel mutuo possesso dell'affetto degli sposi. Seguono, poi, alcuni frammenti sparsi di poesia amorosa (8, 8-14). Nella tradizione ebraica il Cantico entrô ben presto nel canone dei libri sacri; i dubbi sulla sua ispirazione divina furono dissipati nel Concilio di Iamnia, presso Giaffa (90-95 d. C), a opera specialmente di Rabbi Akiba. Eccetto Teodoro di Mopsuestia, tutta la tradizione greca e latina non ha mai dubitato delľispirazione e canonicitä del Cantico dei Cantici. II testo ebraico del Cantico sembra abbastanza ben conservato. La versione dei lxx (sec. n a. C.) ě in generále esatta, financo troppo lette- CANTICO DEI CANTICI 2, 5 rale, simile alia traduzione di Aquila; la Siriaca (Peshitta) traduce il testo ebraico con accanto, sembra, la versione greca. La Volgata traduce il testo ebraico consultando continuamente tutte le versio-ni antiche; fu composta da S. Girolamo nello spazio di tre giorni insieme con i Pro-verbi e con l'Ecclesiaste. Nella liturgia cristiana é molto frequente la lettura del Cantico dei Cantici, soprattutto nelle feste e negli offici della Madonna, a causa dell'interpretazione allegorica (sposa = Maria). CANTICO DEI CANTICI 1 ICantico dei cantici, ehe é di Salomone. Sposa 2Mi baci con i baci della sua bocca! Si, i tuoi amori sono piü deliziosi del vino. iAlľodore sono deliziosi i tuoi profumi. Unguento ehe si espande é il tuo nome, per questo ti amano le giovanette. 4Fammi un cenno; ti correremo dietro! Mi introduca il re nelle sue stanze! Noi gioiremo e ci rallegreremo con te; celebreremo i tuoi amori piü del vino; ti si ama con ragione. iSono bruna ma carina, figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come i padiglioni di Shalma. ÍNon badáte alia mia carnagione scura; mi ha abbronzata il sole. I figli di mia madre si sdegnarono contro di me; mi misero a guardia delle vigne. Alia vigna, alia mia vigna, io non feci la guardia. ZDimmelo, amore del mio cuore: dove pasci il gregge? Dove lo raduni al meriggio? Perché dovrei andare come una vagabonda dietro le greggi dei tuoi compagni? Sposo ÍSe non Io sai, o bella fra le donne, ■ segui le orme delle pecore; pasci i tuoi capretti presso le dimore dei pastori. 9Alla mia cavalla attaccata al cocchio di Salomone 10 ti paragono, o mia amata. 'ÍSono belle le tue guance fra i pendenti, 11 tuo collo fra le perle! nTi faremo pendenti d'oro con bulbi d'argento. Sposa tfMentre il re e nel suo recinto, il mio nardo spande il suo profumo. tfll mio diletto h per me un sacchetto di mirra, adagiato fra i miei seni. VII mio diletto e per me un grappolo di cipro nelle vigne di Engaddi. Sposo 15Come sei bella, mia amata, come sei bella! 1 tuoi occhi sono colombe. Sposa VCome sei bello, diletto mio, come sei grazioso! II nostro letto e il verde dei prati. tfTravi delle nostre case sono i cedri, nostro assito i cipressi. 2 'Sono il colchico di Sharon, il giglio delle valli. Sposo Klome un giglio fra le spine, cosi la mia amata fra le fanciulle. Sposa jCome un melo fra gli alberi dei bosco, cosi il mio diletto fra i giovani. Alla sua ombra, come anelavo, mi siedo; il suo frutto e dolce al mio palato. 4Mi introdusse nella cella dei vino; su di me spiegö il suo vessillo, l'amore. 5Sostenetemi con focacce d'uva; rianimatemi con mele, 153 CANTICO DEI CANTICI 2, 6 Mi baci con i baci delia sua bocca! / Si, i tuoi amori sono piu deliziosi del vino... / Noi gioiremo e ci rallegreremo con te; j celebreremo i tuoi amori piú del vino... Ca 1, 2.4 In questa placca ďavorio che faceva parte delľintarsio di un letto dei re di Ugarit (XIV sec. a. C.) é raffigurata una coppia reale in tenero abbraccio. La sposa cinge con la sinistra lo sposo, mentre con la destra regge una fiala di profumo. 154 perche sono ammalata d'amore, <>La sua sinistra sotto il mio capo; la sua destra mi abbraccia. Sposo 7Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le gazzelle e per le cerve selvatiche: non svegliate, non risvegliate l'amata, finche essa non voglia. Sposa £Una voce... e it mio diletto! Ecco egli viene saltando sui monti, balzando sui colli. 'II mio diletto e simile a una gazzella o a un cerbiatto. Ecco egli sta dietro alia nostra parete. Sta guardando alle finestre, spiando alle grate. 10I1 mio diletto mi apostrofa: « Alzati, mia amata, mia bella, e cammina. HPerche, ecco, l'inverno e passato, la pioggia e finita, se n'e andata. 13I fiori fanno la loro comparsa sulla terra; e giunto il tempo della potatura. Si sente il tubare della tortora nella nostra terra.. 13I1 fico ha messo i suoi fioroni; le viti mandano il loro profumo. Alzati, vieni, mia amata, mia bella, vieni. wMia colomba fra i crepacci delle rocce, nel nascondiglio delle baize, fammi vedere la tua faccia, fammi sentire la tua voce, che la tua voce e armoniosa e la tua faccia incantevole ». 15Prendete per noi delle volpi, delle piccole volpi, che devastano le vigne; ora le nostre vigne sono in fiori. ifll mio diletto per me e io per lui, che pasce il suo gregge fra i gigli. "Prima che spiri il vento della sera e si allunghino le ombre, torna! Sii simile, mio diletto, alia gazzella o al cerbiatto sui monti degli aromi. 3 iSul mio giaciglio, durante le notti, ho cercato l'amato del mio cuore; l'ho cercato, ma non trovato. 2* Mi alzero, andro in giro per la citta, per le strade e per le piazze cerchero l'amato del mio cuore.» L'ho cercato, ma non trovato. CANTICO DEI CANTICI 4,1 Idle rocce, ÍMí trovarono le guardie, che perlustrano la cittá: « Avete veduto 1'amato del mio cuore? » ÍOltrepassati per un poco costoro, trovai 1'amato del mio cuore; Tafferrai; non lo lasceró andare, finché non 1'abbia introdotto nella casa di mia madre, nella camera di colei che mi ha partorito. Sposo 5Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le gazzelle e per le červe selvatiche: non svegliate, non risvegliate 1'amata, finché essa non voglia, Coro ÍChe cosa ě che sale dal deserto come colonna di fumo da un braciere di mirra e di incenso e di ogni essenza aromatica? JEcco la lettiga di Salomone. Sessanta eroi la circondano, scelti fra gli eroi di Israele. 8Costoro impugnano tutti la spadá; sono esperti nella guerra; ognuno ha la spadá al fianco contro le sorprese della notte. 'II re Salomone si ě eretto un baldacchino con legno del Libano. 10Vi fece colonne ďargento, spalliera ďoro, sedile di porpora, nel centro un intarsio di ebano. i'Figlie di Gerusalemme, venite e guardate il re Salomone con la corona con cui 1'incoronó la madre nel giorno del suo sposalizio, nel giorno della gioia del suo cuore. 4 Sposo 'Come sei bella, mia amata, come sei bella! I tuoi occhi sono colombe, dietro il tuo velo. La tua chioma ě come un gregge di capre, che scende dalla montagna del Galaad. 2I tuoi denti sono come pecore da tosare, che risalgono dal bagno. Procedono tutte appaiate; nessuna di esse ě priva della compagna. 3Come nastro di porpora sono le tue labbra; la tua boccuccia ě graziosa. Spicchio di melagrana ě la tua guancia, dietro il tuo velo. ill tuo collo é come la torre di David, costruita quale fortezza. Vi sono appesi mille scudi, tutte armi di eroi. 5I tuoi seni sono come due cerbiatti, due gemelli di gazzelle, che pascolano fra i gigli. éPrima che spiri il vento della sera e si allunghino le ombre, me ne andró sul monte della mirra, sul colle dell'incenso. ÍSei tutta bella, mia amata! In te non c'ě macchia. íCon me dal Libano, mia sposa; con me, dal Libano vieni. Osserva dalla cima deH'Amano, dalla cima del Senir e dell'Hermon, dalle tane dei leoni, dalle balze dei leopardi. 9Mi hai reso folie, sorella mia, mi hai reso folie con una occhiata, ...Sii simile, / gazzella / o al i ti degli aromi. I cerbiatti si trovc anche in Terra Sa sono praticamente invece sopravvissuta ] Bibbia, questi due spesso menzionati tenerezza e di grazu un piccolo cerbiattoA un affresco egiziano [ XVIII Dinastia (157* 155 CANTICO DEI CANTICI 4, 10 con un solo monile del tuo collo. 10Come sono belli i tuoi amori, sorella mia! Come sono deliziosi i tuoi amori! Piú del vino. La fragranza dei tuoi profumi súpera ogni aróma. yFavo ehe gocciola sono le tue labbra; miele e latte sono sotto la tua lingua; la fragranza dei tuoi abiti é pari alla fragranza del Libano. VGiardino chiuso é la mia sorella, la mia sposa; giardino chiuso, fonte sigillata. 13I tuoi germogli costituiscono un verziere di melagrane con i prodotti piú squisiti. I4Nardo e zafferano, cannella e cinnamomo con tutti gli alberi di incenso; mirra e aloe con tutti gli aromi migliori. '^Fontána da giardino, Sono disceso nelľorto... / per osservare... / se i melograni sono fioriti. Ca 6, 11 Per i suoi motti semi, il melograno era considerate dai popoli delľantico Oriente come simbolo delia feconditä ed era un motivo frequente nelľornamento religioso: si trovava nelľorlo delľabito del sommo sacerdote (Es 28, 33), e nei capitelli delle colonne di bronzo del Tempio di Salomone (1 Re 7, 18J, Nella foto, un melograno nel pieno delia sua fioritura, alľinizio dell'estate, con i suoi fiori rosso vivo. fonte di acqua viva, ruscelli sgorganti dal Libano. Sposa 16Lěvati, aquilone, vieni, austro! Soffiate sul mio giardino; esalino i suoi aromi. Venga il mio diletto nel suo giardino; ne mangi i frutti squisiti! 5 Sposo ISono venuto nel mio giardino, sorella mia; raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il mio miele, bevo il mio vino e il mio latte. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, miei diletti. Sposa šlo dormo, ma il mio cuore veglia. Una voce... II mio diletto bussa: « Aprimi, sorella mia, mia amata; colomba mia, perfetta mia. La mia testa ě piena di rugiada; i miei riccioli, delle gocce delia notte ». 3.« Mi sono tolta la veste, come ľindosserei ora? Mi sono lavati i piedi, come li sporcherei ora? » 4I1 mio diletto stese la mano attraverso lo spiraglio; il mio cuore ne trasali. 5Jvli alzai per aprire al mio diletto; le mie mani gocciolarono mirra, le mie dita mirra liquida sulla maniglia del chiavistello. 6Aprii al mio diletto; ma il mio diletto, voltatosi, se n'era andato. Ľanima mia venne meno per la sua scomparsa; lo cercai, ma non lo trovai; Io chiamai, ma non mi rispose. !Mi trovarono le guardie, ehe perlustrano la cittä; mi percossero, mi ferirono; mi tolsero di dosso la vestaglia le guardie delle mura. SVi scongiuro, figlie di Gerusalemme: se incontrerete il mio diletto, ehe cosa gli comunicherete? « Che sono ammalata di amore! » Coro 9Che differenza c'e fra il tuo diletto e un altro, o bella fra le donne? Che differenza c'e fra il tuo diletto e:un altro, 156 CANTICO DEI CANTICI 7, 2 perche tu ci scongiuri cosi? Sposa tfll mio diletto e candido e rosso, riconoscibile fra miriadi. suo capo e oro puro; i suoi riccioli, grappoli di palme, neri come il corvo. 12I suoi occhi sembrano colombe sui ruscelli d'acqua; bagnatesi nel latte, se ne stanno sulla sponda. 13Le sue guance sono come aiuole di balsamo, scrigni di profumi. Le sue labbra sono gigli; esse stillano mirra liquida. 14Le sue mani sono anelli d'oro, incastonati di pietre di Tarsis; il suo ventre e una massa d'avorio, tempestato di zaffiri. 15Le sue gambe sono colonne di marmo, poggianti su basi d'oro. II suo aspetto e quello del Libano; egli h magnifico come i cedri. 16I1 suo palato e dolcezza; egli e tutto delizia. Tale e il mio diletto e il mio amato, o figlie di Gerusalemme. 6 Coro 'Dove e andato il tuo diletto, o bella fra le donne? Quäle direzione ha preso il tuo diletto? Lo cercheremo con te. Sposa £11 mio diletto e sceso nel suo giardino, neue aiuole di balsamo, a pascere nei giardini, a raccogliere gigli. JIo per il mio diletto e il mio diletto per me, egli che pasce fra i gigli. Sposo ISei bella, mia amata, come Tirsa, meravigliosa come Gerusalemme, terribile come schiere vessillifere. IDistogli da me i tuoi occhi, che mi sconvolgono. La tua chioma e come un gregge di capre, che scende dal Galaad. 6I tuoi denti sono come un gregge di pecore, che risalgono dal bagno. Procedono tutte appaiate; nessuna di esse e priva della compagna. 7Spicchio di melagrana e la tua guancia, dietro il tuo velo. SSessanta sono le regine, ottanta le concubine; le fanciulle non si contano. 9Ma unica ě la mia colomba, la mia perfetta, unica per sua madre, la preferita di colei che la generö. Vedutala, le figlie la proclamarono beata; regine e concubine la esaltarono. tf« Chi é costei che si leva come ľaurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere vessillifere? » nSono disceso nelľorto dei noci, per osservare i germogli della valle, per osservare se ha gettato la vite, se i melograni sono fioriti. 12Non lo so, ma il mio desiderio mi ha reso come i carri di Amminadib. 7 Coro iVoltati, voltati, Shulammit! Voltati, voltati; vogliamo ammirarti. Sposo Che cosa ammirate in Shulammit, durante la danza a doppia schiera? 2Quanto sono belli i tuoi piedi nei sandáli, o figlia del principe! Le pieghe dei tuoi fianchi sono come colonne, Quanto sono belli i tuoi piedi nei sandáli, / o figlia del principe! Ca 7, 2 Anticamente in Israele soltanto le donne di famiglie nobili portavano sandáli, mentre le altre andavano a piedi scalzi. Questo particolare di una tomba scoperta a Deir el-Medineh in Egitto, che risale al XIII sec. a. C, raffigura la moglie preferita di Ramesse II, la quale ha ai piedi eleganti sandáli. 157 CANTICO DEI CANTICI 7, 3 opera delle mani di un artista. 3I1 tuo ombelico é una coppa rotonda, che non manca mai di vino drogato. II tuo ventre ě un mucchio di grano, Dico: « Saliró sídla palma, / prenderó le pannocchie dei datteri... » Ca 7, 9 Vamante paragona qui la sua amata a una palma. Come si sa, i ftori della palma sono maschili e femminili, e i coltivatori, per accelerare la produzione del frutto, devono trasferire il polline da un fiore alťaltro. In questo rilievo del IX sec. a. C, proveniente da Gozan, ě raffigurato un coltivatore di palme che sále verso la cima di un albero. contornato da gigli. 4I tuoi seni sono come due cerbiatti, due gemelli di gazzella. íll tuo collo ě come una torre ďavorio; i tuoi occhi sono come le piscine di Heshbon, vicino alla porta di Bat-rabbim; il tuo naso ě come torre sul Libano, che fa la guardia verso Damasco. 6I1 tuo capo si erge su di te come il Carmelo; la chioma del tuo capo ě come la porpora. Un re ě rimasto preso dalle tue trecce. 7Quanto sei bella e quanto sei graziosa, 0 amore, figlia di delizie! sLa tua statura ě tale da rassomigliare a una palma, 1 tuoi seni a grappoli. 'Dico: « Saliró sulla palma, prenderó le pannocchie dei datteri. Saranno i tuoi seni come grappoli ďuva, il profumo del tuo respiro come quello dei pomi. 10I1 tuo palato é come vino squisito, che raggiunge diritto il mio amore e fluisce sulle labbra e sui denti ». Sposa "Io sono per il mio diletto; verso di me ě rivolta la sua passione. '/Vieni, mio diletto, andiamo nei campi! Pernotteremo nei villaggi; I3di buon mattino andremo alle vigne per osservare se ha gettato la vite, se si sono aperti i fiori, se sono fioriti i melograni. lvi ti concederó i miei amori. 1ÍLe mandragoře emettono il loro profumo; alle nostre porte c'ě ogni sorta di frutti squisiti, freschi e secchi; mio diletto, li ho riservati per te. 8 JOh! Se tu fossi mio fratello, allattato al seno di mia madre. Trovandoti per strada ti bacerei; nessuno mi disprezzerebbe. JTi introdurrei nella casa di mia madre; ivi tu mi ammaestreresti. Ti farei bere vino aromatico, il succo del mio melograno. 3La sua sinistra sotto il mio capo, la sua destra mi abbraccia. Sposo 4Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme: perché svegliereste, perché risvegliereste 1'amata, prima che essa lo voglia? 158 CANTICO DEI CANTICI 8, 14 Coro ?Chi b costei che sale dal deserto, appoggiata sul suo diletto? Sposo Sotto il melo ti ho svegliata; ivi ti concepi tua madre, ivi ti concepi colei che ti partori. Sposa £Ponimi come sigillo sul tuo cuore, cotne sigillo sul tuo braccio; che1 l'amore e forte come la morte, tenace come lo Sheol b la gelosia; le sue vampe sono vampe di fuoco, le sue flamme flamme divine. JAcque abbondanti nou possono spegnere l'amore; i fiumi non lo travolgono. Se uno desse tutto il suo patrimonio per l'amore, di certo lo disprezzerebbero. Appendice ^Abbiamo una sorella piccina, i cui seni non sono sviluppati. Che cosa faremo per la nostra sorella, quando si parlerä di lei? 9Se b un muro, sopraedifichiamoci un recinto d'argento; se e una porta, rafforziamola con tavole di cedro. '.°Io sono un muro; i miei seni sono torri; pertanto divenni ai suoi occhi come una che ha trovato la pace. l'Salomone aveva una vigna in Baal-Hamon; affidö la vigna a dei coltivatori; ognuno doveva portargli, come suo frutto, mille sich d'argento. i2La mia vigna, proprio mia, b qui davanti; i mille sicli siano per te, Salomone, duecento per coloro che ne guardano il frutto. i*0 abitatrice dei giardini, i compagni ascoltano, fammi sentire la tua voce. ^Fuggi, mio diletto; sii simile alla gazzella oppure a un cerbiatto sui monti dei balsami. Sapienza - Introduzione Con un artificio letterario il titolo greco attribuisce lo scritto al re Salomone, che ě introdotto in 7, 1-7; 8, 14; 9, 1 ecc. quale tipo del sapiente per antonomasia. In realtä ľautore ě un ebreo della diaspora, saggio e pio israelita, lettore at-tento delle opere letterarie elleniche, che scrive in greco, in una lingua elegante e poetica anche se non priva di un certo manierismo retorico. Sono state avanzate varie ipotesi per identificarlo, ma cbi sia stato realmente non lo sappiamo. Ignoto il nome delľautore, sembra facile conoscere il luogo della composizione del libro: ľEgitto e precisamente Alessandria, massimo centro della cultura elleni-stica e sede di una attiva colonia ebraica. Ě incerto il tempo della composizione; pero considerato che ľautore conosce la versione dei lxx e fa supporre, se non una persecuzione ufficiale degli Ebrei in Egitto, certamente pero violenze, angherie e odio contro la razza ebraica, non si andrä molto lontano dal vero situando la data di composizione fra il 120 e 1'80 a. C, sotto il regno di Tolomeo vn Fiscone noto per la sua politica spiccatamente antiebraica. Nelle edizioni moderně, sulľesempio di S. Girolamo e della Volgata, il titolo greco « Sapienza di Salomone » ě semplicemente « Libro della Sapienza ». Nel canone ě posto fra il Cantico dei Cantici e l'Ecclesiastico. Fra i cinque libri sapienziali del V.T. (Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Sapienza, Ecclesiastico), questo piu degli altri merita tale denominazione, per- 159