EPOCA 5 LA SOCIETA Dl ANTICO REGIME i„. Leminescenze virgiliane I gioco degli opposti Gli artifici formali: I'ossimoro giano nella torre di David. Viene messa fine alia strap. Enninui mco Vafrino fugge con lui verso il campo cristiano e lo informa della congiUra di Ormondo contro i cristiani. I due si imbattono net carpi di Argajne e Tancredi. Tancredi rinviene e viene curato da hrminia. Vafnno riferi.-Goffredo del tradimento di Ormondo. Gottredo del traaimeniu ui wiinw^. XX Arrivo dell'esercito egizio sotto Gerusalemme. Battaglia finale. Uccisione del traditore Ormondo. Rinaldo fa strage. Incontro tra Rinaldo e Armida che cerca invano di colpire l'eroe. Attacco di Solimano fuori dalla torre: ce-dimento delle squadre di Raimondo. Intervento del convalescente Tancredi nella battaglia. Raimondo uccide Aladino. Solimano uccide Gildippe e Odoardo. Rinaldo uccide Adrasto e Solimano. Fuga di Armida, che tenta il suicidio, ma viene trattenuta da Rinaldo, che si riconcilia con lei. Goffredo uccide Emireno; fine della battaglia e adorazione del Santo Sepolcro. Proemio a 1-3) L'apertura del poema, prima della dediča ad Alfonso II d'Este, ě affidata a tre stanze; la protasi esordisce con la dichiarazione dell'argomento, della materia del canto, la riconquista del Santo Sepolcro di Gerusalemme da parte del duce Goffredo di Buglione. II dittico arme ... capitano ě virgilia-no, ma mentre neW'Eneide il protagonista assume un'importanza assoluta, ě centro saldo della narrazione epica, nella Liberata Goffredo ě uno dei personaggi, certamente rilevante, ma non definibile come protagonista as-soluto. II Buglione ě pius, come Enea, ě eroe cristiano per eccellenza, e combatte con il favore di Dio; rappresenta poi il punto di riferimento per i guerrieri cristiani, ě colui che riconduce alľunitä, sotto i vessilli dell'esercito, i personaggi erranti, che tendono a fuggire dalľobiettivo supremo (la riconquista e la guerra anti-pagana) per inseguire awenture dispersive. Si profila cosi fin dalla prima stanza il movimento oppositivo che caratte-nzza la vicenda del poema: da una parte il centro delľazione e delľeuca cristiana, ľimpegno anti-pagano, la guerra šanta, ľassedio di Gerusalemme; dall altra la spinta centrifuga, ľinseguimento di awenture (le averts r« dei romanzi medievali) e di amori, ľerranza intesa come effettivova-gabondaggio e come deviazione dalla retta via. be íl gesto oppositivo si traduce nella figura retorica dell'antitesi si * ZJTř Pnma Stan2a lnferno-CieU nella seconda caduchi-immortali. ■ di ľl r? angosciosa [rov* neU'ossimoro (coincidenza di oppose Pe\ t ľuestľnri PredlCa 11 SU(? COntrari°)la formulazione preferita: si g£ Spr^ono^r6 ^^U'espressione arme pietose (le armi u*** «ZlTan0 deUa Pietá' deUa P** vkgiliaiuO o in quelle & nrcomeľni ° VemPrev^e). Naturalmenľe gli ossimori in ^Äľľ^ SOn0 SOl° W—nte contradditto^e P «Pie in auantľrľ, PU° mtendere e sci^re (pietose varra j^jp quanto ^r^J* \ r servÍ2i0 di Dio», e caduchi avrä valorem^ «terrem»). In ogni caso> SQno ^ ^ ^ predilezione, di ^ QUATO TASSO. LA GERUSALEMME LIBERATA „ per gli artifia foimali piu ambigui e sorprendenti. La seconda stan-5 poema introduce al cruciale concetto sviluppato nella terza, del mi-!L utile dulci («mescolare 1 utile al bello, al dilettevole»), che risale a Ora-2o e a Lucrezio: «Poco dilettevole e veramente quel poema che non ha se-quelle meraviglie ehe tanto muovono non solo ľanimo de gl'ignoranti Ina de' giudiziosi ancora: parlo di quelli anelli, di quelli scudi incantati, di jue' corsieri volanti...», serive Torquato nel primo dei Discorsi delľarte poetka. Cosí il meraviglioso adorna il verisimile, ľelemento fantastico ren-de appenbile la nuda veritä. Ma sarä un meraviglioso cristiano, non pagano eimmorale; sarä cioě un meraviglioso frutto ďopera divina (o diabolica) e non derivato dall'azione degli děi gentili, pagani, come nell'epica classica. [edöONE: Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, a eura di L. Caretti, Einaudi, Torino 1971] II meravigíios e il verísimil t: -• Canto rarme pietose e '1 capitano che '1 gran sepolcro liberó di Cristo. Moko egli opró co '1 senno e con la mano, moko soffrí nel glorioso acquisto; e in van l'lnferno vi s'oppose, e in vano s'armo d'Asia e di Libia il popol misto. II Gel gli die favore, e sotto a i santi segni ridusse i suoi compagni erranti. v. i. Canto ... capitano: ľesordio é model-lato sull'inizio déľEneide virgiliana, Ar-mavtrumque cano, "canto le armi e ľuo-mo", le gesta belliche e ľeroe. Le armi so-no pietose perché al servizio di Dio control pagani (d'altra parte Enea era definite da Virgilio pius). H capitano, Goŕfredo di Buglione (italianizzazione di Bouillon), duca delia Bassa Lorena, nato verso il IQ6o, parti per la crociata nel 1096, ŕu elet-ro comandante supremo delle forze cri-SUane ed espugnô Gerusalemme nel 1099; ^ morí il :8 luglio del 1100. II cronista Guglielmo di Tiro {História belli sacri ve-nssima, "Veridica cronaca della guerra santa", fonte anche per il Tasso) lo deprive alto, forte, bello, rosso di capelli, abilissimo nelle armi, religioso, elemente, serius et stabilis in verbo, cioé uomo one-sto, di parola. v- z- gran sepolcro: il sepolcro di Cristo, da strappare al dominio degli infedeli pagani, é detto grande in quanto «sacro, ve-nerabile», ma anche perché «grandioso, supremo, divino». v. 3. opró: opero; co '1 senno e con la mano: «con 1'ingegno e con la forza»; Gof-fredo ě eroe dotato di viva intelligenza e di sapienza nelTarte della guerra, possie-de le due virtú insieme, virtú che separa-tamente non lo avrebbero condotto alla vittoria. Si veda Dante, Inferno, XVI, 39: «fece col senno assai e con la spada», in riferimento al capitano guelfo Guido Guerra. v. 4. sořrrí: «sostenne, sopportó» gli osta-coli terribili di cui ai versi seguenti; glorioso acquisto: gloriosa riconquista del sepolcro. v. 6. ďAsia ... misto: gli eserciti alleati {popol misto: «i popoli mescolati») ďAsia e ďAfrica {Libia). v. 7. gli diě favore: «gli concesse protezio-ne» e lo aiutó a vincere. v. 8. segni: bandiere, vessilli; ridusse ... erranti: «ricondusse i suoi guerrieri di-spersi», fuorviati dall'impresa gloriosa e santa perché alla ricerca di imprese per-sonali. EPOCA 5 LA SOCIETA DI ANTICO che di caduchi allori O Musa, tu — . circondi la fronte in Elicona ma su nel cielo infra i beati con non Ilia---- hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte ďaltri diletti, che de' tuoi, le carte. 3 Sai ehe lá corre il mondo ove piú versi di sue dolcezze il lusinghier Parnaso, e che '1 vero, condito in moUi versi, i piú schivi allettando ha persuaso. Cosi a ľegro fanciul porgiamo aspersi di soavi licor gli orli del vaso: succhi amari ingannato intanto ei beve, e da ľinganno suo vita riceve. v. i. Musa: forse Urania, una delle nove Muse pagane, ma qui intesa come ispira-trice di poesia cristiana (talché qualche commentatore ha suggerito la discutibile identificazione con la Ver gine); caduchi allori: ľalloro, che cinge le tempie dei poeti, é detto caduco, «non durevole», in quanto metafora di una gloria effimera (ove invece la pianta dell'alloro é sem-preverde). v. 2. Elicona: il monte della Beozia che nella mitologia classica era la dimora delle Muse. v. 3. infra... cori: fra le gerarchie angeliche. v. 4-distelle... corona: contrapposta, come diadema immortale e imperituro, al "agile alloro terreno. v.q5. «Usti ardori: calda e divina ispira- v. 6. ňscViiara: rendi chiaro, onorevole, eievato. v. 7. sintesso ... ver. se arricchisco la nuda verita con omámenú di íantasia. v. %. ďaltri ... tuoi-. Vautore chiede per-dono aÄa musa cristiana se adorna il pro-pňo poéma con dilettt ("piaceri, beuez- ze") terreni, mondani, amorosi e fantasti-ci, diversi da quelli puramente religioa. morali. w. 1-2. Sai... Parnaso: «tu sai chelagen-te accorre lá dove la poesia dilettevolei«/ lusinghier Parnaso) offre in maggiorco-pia le sue dolcezze», cioé si preferiscfi poesia adorna e piacevole a quella aus» ra; il Parnaso era il monte consacrato» Apollo e alle Muse, qui simbolo ste* della poesia. v.3.'1 vero... versi:ilnudo vero, m ziosito in versi dolci, suadenti v. 4. i piú ... allettando: attiran frattari. doipiótŕ v. 6. soavi licor: liquidi doio bicchiere. v. 7. succhi ... beve: mente beve l'amara me :ina- ^ to» dalla dolcezza deis°aglaCr& gone é suggerito al Tasso ^ rerum natura, IV'936 SS'cosílaS T v. 8. vita riceve: riottiene un felice inganno.