Montale e il Secondo Novecento: la vita quotidiana entra in poesia
Montale e il Secondo Novecento. Masaryk University - Rossella Renzi, 2 Maggio 2023
PRIME OPERE
Ossi di seppia 1925
.e occasioni 1939
La bufera e altro 1956
Montale e il Secondo Novecento. Masaryk University - Rossella Renzi, 2 Maggio 2023
ULTIME OPERE
Satura 1971
iario del 71 edel'72 1973 Quaderno di quattro anni 1977 Altri versi 1980
Montale e il Secondo Novecento. Masaryk University - Rossella Renzi, 2 Maggio
LA POESIA DI MONTALE PRIMA DI SATURA
Stile alto e forme del classicissimo moderno
Pojésia concreto ed esperienziale, basata sulla poetica degli »ggetti: oggetti sacri, luminosi, sublimi, portatori di vita e di energia
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CONTESTO ITALIANO ANNI '60 E 70
il boom economico
\jA civiltd di massa che produce un disagio
gio denunciato dalle diverse espressioni artistiche
risi dei valori: viene a perdere di significato qualsiasi distinzione tra bene e male
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MONTALE DIALOGA CON I POETI Dl QUEL TEMPO
Vittorio Sereni, con Gli strumenti umoni 1965
anni Giudici con La vita in versi 1965
Andrea Zanzotto, con La Belta 1968
Opere di rottura che scelgono una poesia attenta alia realtd quotidiana, agli oggetti, anche agli scarti e ai residui, alle persone, agli eventi con una nuova percezione.
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Botta e risposta I (ultima parte)
veri uomini vivi
i formiconi degli approdi?
Ed infine fu il tonfo: I'incredibile
jrarci, a chiudere gli intricati licoli in un logo basto un attimo 'alio stravolto Alfeo. Chi I'attendeva ormai? Che senso aveva quella nuovo palta? E il respirare altre e nuove zaffate di stereo? Ed era sole quella sudicia esca di scolaticcio sui fumaioli erano uomini forse,
(Penso
che forse non mi leggi piu. Ma ora tu sai tutto di me,
della mia prigionia e del mio dopo; ora sai che non puo nascere I'aquila dal topo).
(Soturo, 1971)
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Sul Lago ďOrta
1. Le Muse stanno appollaiate
2. sulla balaustrata
3. appena un filo di brezza sull'acqua
4. c'ě qualche albero illustre
5. la magnolia il cipresso 1'ippocastano
6. la vecchia villa ě scortecciata
7. da un vetro rotto vedo sofa ammuffiti
8. e^un tavolo da ping-pong. Qui non viene nessuno
9. /da molti anni. Un guardiano era previsto 0. ma si sa come vanno le previsioni.
11. Ě strana 1'angoscia che si prova
12. in questa deserta prodá sabbiosa erbosa
13. dove i salici piangono davvero
14. e ristagna indeciso tra vita e mořte
15. un intermezzo senza pubblico. Ě
16. urťangoscia limbale sempře incerta
17. tra la catastrofe e 1'apoteosi
18. di una rigogliosa decrepitudine.
19. Se il bandolo del puzzle piú tormentoso
20. fosse piú che un'ubbia
21. sarebbe strano trovarlo dove neppure un'anguilla
22. tenta di sopravvivere. Molti anni fa c'era qui
23. una famiglia inglese. Purtroppo manca il custode
24. ma forse quegli angeli (angli) non erano cosi pazzi
25. da essere custoditi.
[Quaderno di quattro anni, 1977)
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IL TONO DELLA POESIA Sl FA PROSASTICO
Muse: Divinitä sorelle, figlie di Zeus e di Mnemosine, alle quali fu attribuita la virtü d'ispirare e proteggere le attivitä artistiche, e in specie la musica e la poesia
«Le muse stanno appollaiate sulla balaustrata»
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DIALOGO: MONTALE - SERENI
Tono colloquiale, prosastico, desublimante in: /»• Diario del '71 e '72 e Quaderno di quattro anni (Montale)
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Quella di Sereni é una poesia aperta al flusso ininterrotto delia vitá, alla realtá presente e alla storia.
Montale recensisce G// strumenti umani, ne rileva la portata riformatrice delia poesia di Sereni:
una poesia diaristica che tiene lo sguardo sulle cose: «penso ag\\ strumenti come ai mezzi o agli espedienti con cui un uomo affronta il reale»
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VITTORIO SERENI, GH strumenti umani
Lingua vicina al parlato Toni discorsivi e narrativi
itazioni delle espressioni colloquiali (ma va la - bella roba che sei - u n cosi bel sole)
Coinvolgimento del lettore, contatto piů forte e ravvicinato Dialogo: contiene una conferma da parte dell'altro
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Riscontri testuali
/
Perché quelle piante turbate rrTinteneriscono? Forse perché ridicono che il verde si rinnova a ogni primavera, ma non rifiorisce la gioia? Ma non ě questa volta un mio lamento e non ě primavera, ě un'estate, 1'estate dei miei anni.
La primavera sbuca col suo passo di talpa. (...)
La primavera avanza con le sue nebbie grasse, con le sue luci lunghe, le sue ore insopportabili.
(Xenia, I, 12, Satura)
*
Nell'accidiosa primavera quando le ferie incombono la cittá si svuota..
(Nel cortile, Diano 71 e del 72)
(Ancora sulla strada diZenna, Gli strumenti umani)
E' quasi primavera e gid i corimbi salgono alia finestra che dd sul cortile. Sard presto un assedio di foglie e di formiche. Un coleottero tenta di attraversare il libretto delle mie Imposte Dirette, rosso su rosso..
Montale e il Secondo Novecento. Masaryk University -
{Rosso su rosso, Diario del 71 e del 72)
Rossella Renzi, 2 Maggio 2023
Poteva essere lei la nonna m ort a
non so da quanti anni.
Uscita a tardo vespro
dalla sua cattolica penombra,
al tempo ehe detto ě delľestate
di San Martino o dei Morti.
Una vecchia vermiglia nel suo riso.
[Ancora sulla strada di Čreva, Gli strumenti umani)
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la vecchia serva analfabeta
e barbuta chissá dov'e sepolta poteva leggere il mio nome e il suo come ideogrammi.
(Quel che resta (se resta), Quaderno di quattro anni)
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GIOVANNI GIUDICI, La vita in versi (1965)
GIOVANNI GIUDICI LA VITA IN VERSI
ARNOLDO UOMIAIMMU
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La vita in versi
Metti in versi la vita, trascrivi fedelmente, senza tacere particolare alcuno, 1'evidenza dei vivi.
Ma non jdimenticare che vedere non ě sapere, né potere, bensi ridicolo un ortíro voler essere che te.
ei sotto e nel soprammondo s'allacciano complicitá di visceri, saettano occhiate ďaccordi. E gli astanti s'affacciano
10. al limbo delle intermedie balaustre:
11. applaudono, compiangono entrambi i sensi
12. del sublime - I'infame, I'illustre.
13. Inoltre metti in versi che morire
14. e possibile a tutti piu che nascere
15. e in ogni caso I'essere e piu del dire.
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«Sebbene molti dialoghi poetici con Montale siono do scoprire, e oicuni oncofo do venire (doi momento che ii percorso deiio suo poesio sembro
essere piú che oiio fine, oi suo inizio) ě necessorio comprendere che: "oiio
/
fine anche la lingua poetica e rapporto primo che sempiice moterioie d'uso o troguordo di stiie. Nei teotro coduco ed effimero deii'esistenzo ě io grazia concedere i'unico speronzo di riscotto, purché sio una grazia concreto e terrena di un poeto che nutre e rende vivo oncoro i'ombizione di essere insieme alunno e fabbro». (Alberto Bertoni, Una distratta venerazione, p. 119)
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