tu che avcsti per amico l'organo dÜ Barberia che dona al cuore mendico un soldo di nostalgia; tu che dimeni la coda alle mie lorde calcagna h quasi ch'io fossi una cagna, una cagnetta alla moda; tu che cerchi d'annusarc le mie scarpe tratto uau<> perche" vuoi lot dimandare «t quanti chilometri han (atto. 1»^ ,53/'« 62. H {d* p0",e "*"te COl LAPIS, »10] nest della c.tta d. provincia con la sua m nebhia té^TĹTZl """"i1' e v,«ř« dal pocta nebbia ehe lo ovatta c lo distanzia. Qucsto " Crigio (v. 4) c quest a lirica e nc < gioso ambientc pic ----- ,----... «.itpustinarc o c íaoiegglito come rilupi' sereno o e ironizzato nclla sna monotona mediocrita č qui rappteien tato con un attcggiamcnto di estrancitá che rende la lirica forv pi complessa di quanto a prima vista non sembri: forse non si tratia wlo di estrancitá a quella vita, ma alia vita. ■ Mktrica B stile. Terzine di cndccasillabi con rima ABA CBC. II primo verso c escmplare: spezzato dalle due cesurc riduce ľendciaa labo a livcllo di padalo; tutta la lirica si manterra su questo tono j-scorsivo c prosastico mediante le írcquenti cesure (v. 7, 19 ecc) « P enjambcments (4-5, 7-8, ccc). Í^os Piove. E mercoledi. Sono a Cescna pitc della mia sorella sposa, sposa da sei, da sette mesi appena. Batte la pioggia il grigio borgo, lava la faccia delle case senza posa, schiuma a pie delle gronde come bava. Tu mi sorridi e io sono triste. Forse triste e per te la pioggia cittadina, il nuovo amore che non ti soecorse. il sogno che non t'avvizzi, sorella, che guardi me con occhio che si ostina a dirmi bella la tua vita; bella, „ , oh bambina, sorellina, o nuora, belU f io vedo tuo manto, sen to ,:S*io« mamma, a una s.gnora; ' " rhe qucli'uomo é il suocero dabbene 2.XSÍ lauto pasto l sonnolento, C| hflbbo che ti vuolc un po' di bene. .Mamma! »tu chiami e le sorridi e vuoi J£Z gentile, vuoi ch'io le sorr.da, ch'io le parli de' mici vi'aggi, e poi, quando poi siamo soli (oh come piove!) mi dici rauca di non so che sfida corsa ieri tra voi, e dici dove, 25 quando, come, perche, ripeti ancora quando, come, perche, chiedi consiglio con un sorriso non piü tuo, di nuora. Parli d'una cognata quasi avara che viene spesso per casa col figlio » e non sai sc temerla o avcrla cara; parli del nonno ch'e quasi al tramonto, il nonno rieco del tuo Dino, e dici: « Vedrai, vedrai sc lo terrö da conto »; parli della cittä, delle signore »5 che giá conosci, di giorni felici, di liberta, d'amor proprio, d'amore... Piove. E mercoledi. Sono a Cescna wno a Ccsena e mia sorella ě qui tutta d. un uomo ch'io conosco appena tra nuova gentc, nuove cure, nuove tristezze, e a me cosi parla, cosi parla, senza dolcezza, mentre piove: « Mamma nostra ťavrá giá detto che... E poi si vede, ora si vede, e come! ■ Si, sono incinta. troppo presto, ahime! Sai che non voglio balia, che ho speran/a dallattarlo da me? Cerchiamo un nome., Ho fortuna: e una buona gravidanza... ». Ancora parli, ancora parli, e guardi "> lc cose intorno. Piove. S'avvicina lombra grigiastra. Suona l'ora. E tardi. E l'anno scorso eri cosi bambina! GUIDO GOZZANO GUIDO GOZZANO 63' L'8mÍCa di «onna Speranza ^ÄSctT1 **» P>ata in , t___ ._ P^13 — « secondo .m . rani0 album di f, [d» I colloqu, ~ -2^ «wempiata in ui Passate, per una . stampa -PP s m ,< « un descnaone di par.icolan ambientali (Ä^Su pornon'*l« mento), ma la rievocazione di conversaz 0^1,^ '^^ crono.ogicamente si co.locano AKSí'-*' " H£S^ al.pasSato che Puí> svolto nelle piC varie direrioni „a „ . ' Suijjero e tutto giocato sui toni d una earbata ú^^^ífSSIBSSSt^^ íKlu ai ",üniiü dci passa,u Pří conversart su tenori e sopranf. con le coUcgiali che slw .,• gherite per sortilegio, sui teuer: versi Jel Prati: c cioe ricostruito «• traverso un gioco letterario che si maniřesta anche nel compiacimento con cui il poeta assapora — ma sempře in controluce, con un contro-canto di fondo! — espressioni (v. 10 daghernltipi, v. 14 cbermsi, v. 78 trilustri) e atteggiamenti sentimentali del tempo (w. 81-8); 93-100). ■ Ě certo, con la signorina felicita, la piü celebre urica di Goza no (e lo fu, come testimonia il Calcaterra, sin dalla pubblicazioncl mi il confronto fra queste due liriche puö mettere meglio in luce come in questa, che ora segue, 1'atteggiamento del poeta sia di p'" s cantato divertimento e come il maggior distacco ironico annulli qu _ la dialettica fra ironia e aťfetto da cui derivano il fasono e ja ^j^je de la signorina felicita dove, malgrado tutto, il mondo prov č rievocato non senza nostalgia. ■ Metrica e stile. Distici — nella maggior parte dei casljo~ j0^k pi novenari con rima interna, ma pareechie sono le ccccz'.° • hj0 del ad irregolaritá di accento o di lunghezza (ii secondo emi _ ü v. 2 cose... gusto e del v. 4 datle... vetro manca di "na distico 9-10 ě irregolare nella rima interna ecc. ecc). a(KunienW La varieta delle cesure e degli en]ambements da ai versi n[j 0 co-discorsivo e dimesso sottolineato anche dal versi zoPPllJvllI( non munque anomali: ne deriva una čerta «asandatezfV letteraturt» senza civetteria. Ě il « letteratissimo superamento aen di cui parla la eritica. ^•Alfieri, di Napoleone, ediIbustodAne ,.mo ^ i ji busto ďAlhen, ui • —r l^*$£?(kb«*X cose di pessimo gusto), ' *** m * no' tetro le scatole senza confetti, í^f^rSprotctú «Wie campane di vetro, raro balocco, gii serigni íatú di valve, ' ! qU'Scol moni.o, salvě, ricordo, le noci di cocco, iVnezia ritratta a musaici, gli aequare li un po scialbí, ÍSI*. 1 cofani> gli aibí dlp'ntl J""*" arCa,C1' |e tele di Massimo ďAzeglio, le miniatuře, ,. i dagherottipi: figuře sognanti in perplessitá, i) gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto, il ciicu dell'ore che canta, le sedie parate a damasco chěrmisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta! II ° 1 fra«Hini alla sala questoggi non possono accedere che cauu (hanno tolte le federe ai mobili. Ě giorno di gala). íSSKin řrottar Ě giunta>ě «iunta in v« ella Speranza con la compagna Carlotta! 1. Unto: e il tipico nome del pappagallo. auanto limo*... „„to: Tlil* e diventata giustamente Ume*» ™^ ^ defimsce 1. d.sposuione gozzan.ana verso ««Nnel V>«« ( lo respinge. ne sente lmgenuo VpTOVV^ li ím^isce un conttmpo. con la sua complicazione intellettualistica che gli ímpcui*. Pin» ibbandono, i limiti, la medioerita di gusto. mIk: gu«i di conchiglia 8 "etici: i fion (gli anemoni, in questo c»so) sono dipinti con un gusto, ran uno stile superato che al poeta sembra addirittura arcaico. * htbtroitipi: dal trancese ]. M. Daguerre (1789-1851) si dissero cosi G^Tme md,nKnt»li fotografie. U grafia esatta sarebbe dagherrottpo. m« ^no pretcrisce quesu perché — come ci informa il Calcaterra che fu dflVOri P°eU ~ «l'aveva trovata in riviste pubblicate verso la meta ralotc 7.cmo e cosi pronunziava la parola dandole il tono ed il ■gli ,„„ ,un momemo storico... Quella grafia ai suoi ocehi dava vagbezza dl qutU'a« U"' ntv0C4li • *• E 9U«" SPÍ« — 5ul Pl,m' lm8ul»t,co T m° »rctnnJ:,RgUníemo di div«tito e assaporato gioco letterario cui abbia-12. n(:1 «PPcllo intrcxl....;.- '""Hlt- m^i v in(r«luttivo ' v«zi di pronuncia per i quali cfr. la nou 10. '1>. 1 aggmngere un .... cetchl° »11, il cerchio ampissimo increspa la gonna a rose t u Piu snella da la crinoline emerge la vita di vespT Entrambe hanno uno scialle ad arance a fiori a ucolV divisi i capelli in due bande scendenti a mezzo le guar!^ * Han fatto l'esame piii egregio di tutta la classe. Che affann© passato terribile! Hanno lasciato per sempre il collegio Silenzio, bambini! Le amiche — bambini, fate pian piano! — le amiche prováno al piano un fascio di musiche amiche. Motivi un poco artefatti nel secentismo fronzuto 30 di Arcangelo del Leíito e d'Alessandro Scarlatti. Innamorati dispersi, gementi il core e iaugello, languori del Giordanello in dolci bruttissimi vers GUIDO GOZZANO -caro mio ben credimi almen, senza di te languisce il cor! II tuo fedel sospira ognor cessa crudel tanto rigor! scniude alia breve romanza di mille promesse la vita h^?,****!**'**"" Sommt- comrapporr* i due termini equivalc • s-"!l>: ""W^10 «bhu>dono *"« riev-ccatione del passato P" P«fta none posabde: la conapevoleaxa del poet* che la S*"*5!ř oei * una momm quando eglt rtevoca qucsto nxvxio. lo ■aPe*or 2 .íí JÍT'**0 *»* U termine us.ro COB sussiejpwo cwnp**.-"*'*- da •enuon e parcon? ^A^T**" StmU"'J cit*a twne auror. esempjari della >™^V^ 2 ~ un ***** ifnerico - si mette in luce 1 ««**«• * cercareoa l.řnrrrmfa) U. CaWawfla. socnnnaane dW tvcnposurore del Setrecento GrusepP* tea le cut romanie sono J rich'esse da insert re tra U trneme W * , p ciä nell'animo ascoso ;USsurro! t gw { Principc Azzurro, iUna iefmesso: il Principe O margherite in collegio III i 7io signore virtuoso, di molto riguardo, Gm?nlio al Lombardo-Veneto. all'Imperatore; - I. 7ia ben degna consorte. molto dabbene, , f;r^«"'-bbene amante dcl Rc di Sardcgna- . Baciate la mano alii Zii! » — dicevano il Babbo e la Mamma, t alzavano il volto di fiamma ai piccolini restu. «E quesu ě Tamica in vacanza: madamigella Carlotta Capenna: l'alunna piii dotta, l'amica piú cara a Speranza ». - Ma bene... ma bene... ma bene... » — diccva gesuitico e tardo lo Zio di molto riguardo — « ...ma bene... ma bene... ma bene... Capenna? Conobbi un Arturo Capenna... Capenna... Capenna... Sicuro! Alia Corte di Vienna! Sicuro... sicuro... sicuxo... ». • Gtadiscono un po' di moscato? ». « Signora Sorella magari » • t con un sorriso pacato sedevano in bci conversari. « -ma 1« Brambilla non seppe... ». — Ě pingue gii per ' U ** non ha piu soprani... - . Che ven. ^SÍZ [Giuseppe ». "il^aTr £ fc« *U« Fenice. rnhan d«to, u Ki«o/e«o. St p«rla d\in capolavoro ». * -Aaurri si kngif ». « E questi orecchini? 1u«ti cammei [Che bei la gran novita di ParigL. ». qu*nw m*i evidente irorúco alia reaiti r»i> non si tratteri * -**•%> Ma chc> ' Bovine Re d| T*** * Ě certo , arde ármi, e8na é GUIDO GO belle? » IPlr,S insonne , 1 mol, Gli a gic - aUT " Oimě! IV non P^äi ÄÄpÄlf^. wÍSÔnľ.mnbal'UStri le amirhe e 8Uardano ■ 'ago sognando I amore presago nei loro bei sogni trilusui. « Ah! se tu vedessi che bei denti! ». — « Quanťanni?...». _ D _ [«Ventotto». w « ťoeta.-> ». — « Frequenta il salotto delia Contessa Mafiei!. Non vuole morire, non langue il giorno. S'accende piii ancoia di porpora: come un'aurora stigmatizzata di sangue; si Spenge infine, ma lento. I monti s'abbrunano in coro: il Sole si sveste delľoro, la Luna si veste ďargento. 85 Romantica Luna fra un nimbo leggero, ehe baci le chiome dei pioppi, areata siecome un sopracciglio di bimbo, il sogno di tutto un passato nella tua eurva non sorta sei da una stampa del Novelliere lüustrto. Vedesti le case deserte di Parisina la ^j1^ Werther? » Non forse non forse sei quella amata dal giovan« 67. la pace... regno: h ľunica cosa ehe imeressa alio zio di molto riguanfc, Iigio al passato. 72. volano- una palla di sughero munita di penne ehe serviva per unJ specie di rudimentale gioco di tennis. 78. trilustri: cit. nota 10. ... ^ 80. salotto. . Maffei: famoso luogo ďincontro fra letterati e politici Miláno del tempo. p.^n. 85-90. Romantica... Werthtr dichiarata derivazionc, il v 86, £ nunzio (cfr. Lungo ĽAffkico, n. 39); l.i storia di Pansina ( f[t„ Nicold III d'Este fatta detapitare col figliastro suo jj'Bvron w1 varie volte trattata dagli artisti romantici (un celebre Poer" t^e*™**' 1816, un'opera di Donizetti nel 1833); I dolom del giovane • __ « II lago s e fatto venire! ». — M . míh! Sogň di lá da ven.re: ,.------D. _« .ehe pensi? » — « ...Non penso ». — « m *iK ' [piacerebbe morire? ». JU — « Pare ehe il cielo riveli piú stelle nelľacqua e piú [lustri. Inchlnati sui balaustri. sognamo cosi, tra due cieli... ». . «Son come sospesa! Mi libro nelľalto... ». — « Conosce [Mazzini... ». _ «E ľami?... ». — « Che versi divini! ». — « Fu lui a do- [narmi quel libro, ricordi? che narra siecome, amando senza fortuna, un tale si uccida per una, per una che aveva il m'io nome ». Carlotta! nome fine, ma dolce che come l'essenze m resusciti le diligenze, lo scialle, la crinoline... Arnica di Nonna conosco le aiole per ove leggesti i casi di Jacopo mesti nel tenero libro del Foscolo. Ti fisso nell'albo con tanta tristezza, ov'e di tuo pugno la data: ventotto di gtugno del mille ottocentocinquanta. ■ Stai come rapita in un cantico: lo sguardo al cielo profondo e l'indice al labbro, secondo l'atteggiamento romantico. Quel giorno — malinconia — vestivi un abito rosa, per farti — novissima cosa! — ritrarre in fotografia... Ma te non rivedo nel fiore, arnica di Nonna! Ove sei 0 ^ cne» forse, potrei amare, amare d'amore? poi m suto un « testo esempUre » del romanucismo. I r,f"im" S" »no qui troppo ostentati ma appunto perche ; poeta ™te"ae " gioere sul temTdella romantica luna da cartohna illusttala luogo »mune di romamiche storie (la citazione del Novelliere Illustrator HM Werther nel romanzo goethiano si uccide perche WC* g» Sfeu 11 suo amore Per Carlotta. Quanto suggestiva, per 1« romantica , gule Carlotta, quesia omonimia!... um,.° d'amore cosciente della sua incapacita di »t*"*"1- d££ ^«»«o e lucido ironizzatore delle ingenuita della tomantica Carlotta Ooz «* Li con»Pevole che non potra mai amare d'amore. quel föne e consapevolezza di quanto di velleitario ci sia in questo vagheggia Kmo d amore. 64. La s'gnori ftano, cos) __ ,C L AMIGA icita °Wer0 j, guido ;a,,o. cos) LAMicA m m ľ*0** alK, ^nôTZĽ* *^VS** "^iřJ^ÍC Lta e Darso di toccJ PCttc8°'" uuesta nuova realtá Jetterano — qut cě complessitá di atteggiamenti; sena m i-vamente prevaJerc luno sulľaltro, sincero desiderio di ibbudco. : consapevoJezza ormai ineliminabile degli ostacoli che impakmc i* abbandono qui si fronteggiano in un sapiente equilibrio, si rampa trano. Deriva da questa piú complessa disposizione verso ii descritta 1'articolata varieta del componimento che assume ua o> mento narrativo ncl quale c'ě posto per la distesa rapprtsemiaccf: paesaggi e di ambienti, di figuře umane e di stati danimo. - Metrica. Šestine di endecasillabi con mna ABBAJU"^: pero rispettata. Per la civetter.a di certe ranej*J<£ ^, Yoma, camtcie con Hktňtbe, sofista con \armactsu), stile della lirica precedente. scende Ja sera ne V* iinic0 deJla tua casa. NelI ■*> «J ^ scende il ricordo EJ« e Ivrea rivedo e Ja cerule* e quel doJce paese che non ^^řdiSintornoP . O cue' ' 1101 5, n fa ritorno? E li ďun autunno addietro: ViirAmarena somm ^ ^ Marchesa uilPAmarena! Dolce la tua casa ÍuíeTl grande pace settembnna! " Um*» che vestě una cort.na di granoturco fino alia cirnasa: come una dama secentista, invasa dal Tempo, che vestl da contadina. 2, Bell'edificio triste inabitato! Grate panciute, logore, contorte. Silenzio! Fuga delle stanze mořte! Odore ďombra! Odore di passato! Odore ďabbandono desolato! a Fiabc defunte delle sovrapporte! Ercole furibondo ed il Centauro, le gesta dell'eroe navigátore, Fetonte e il Po, lo sventurato amore ďArianna, Minosse, il Minotauro, |)jlnJ'"0fj"0.: ji Poeta si era laureátu in giurisprudenza e questo c proba-pjjjjj™. '' tltol« con cui la signorina Feíicita lo chiamava. Bisogna pero "-16 M MnC,rí * ,roPPO precisi riferimenti autobiografia la poesia. jSSft"' JtS"t[ P'ü oht* (w. 115-120) si parla della marchesa, *mire ilľľľ""4 ."* villa' cnc ir> čerti noviluni ritorna da fantasma c fa 21-22 fíf PaSS° "g0 1 to"'do' («WM] dáfS^j'1 * cas.a. ř ."copcrta sulla facciala fino alľorlo del tetto 2J-24. ficio, Pannocchie di granoturco che formano quasi una cortina. contadma: « anchc uuesio ě nel gusto del Gozzano: conudina: 1a villa S* d« com.Hiíi'. sembra "na dama antica che.~domata (invasa) dagli anni c 1 comňi«'ř;mUn mi?to ancne 1ui <" ton' diversi, e un senso di arti-5* *Ua dam. ™!?,0.dl "<™vare sotto lc věsti della contadina lc fat- campagna la villa signorile ______-——~ ^ i ^i^Ař10 fi"B* — * —«-«" ----' ^T^I^ arfluente del Pb. «J» 'J ^ * ^t0'.ero lo « stile impero» - quelle in voga nel periodo dini architctto~nici jSST" " ncoclassici <«"»» * un° dcl " * del' *N!l*J),Cr" CaroIina °«ero (1868-195 3), ballerina famosa fine ai prüni aei INoveccnto. 46-48. semplicitä... vitu: prima (vv. 30-42) nella descrizione deU'arrcdo cod disarmante nella sua goííanginc (lo stile impero e la cartolin prcsrnii Otcro aeeozzati insiemc!) da upirare malinconica tenerezza, * w ^ If la ironica superiorita e il distaeco del Gozzano come era ayl jpyiM**' huonc cose di pessimo gusto del salotto de L'amica di N" ^tolinf* un ma ora (vv. 46-48) di quella casa e di quel mondo il r»c« j'uiu* valore — la semplicitä. tre volte ripetuta — che jsli ■PP" (jca7ioni inKn approdo che lo possa redimere dalla artiticiositä e dalle L'nurlCjazione ai u lettualistiche ed estetizzanti- c'c in questi versi la prima e motivo di fondo del componimento. -santi- I' '".^ 49-60. Sei quasi brutta... stoviglia: due strofě assai m^"c dime***, j, prevalente ě certo la scoperta dei valori della rcalta u tf0 ; modurJflj azzurre dun azzurro di stovigfia ě evidente la polemica ^ paragon ^ rappresentazione dannunziana volta tutt.i a 'mPrezlof"*,|M: il fa*1"0 nato la materia scelta). Ii tuttavia c'ě una mediazicw , „„jdro. soma sopracciglia. i sincere _ermi ,,'hai amí . i „ ..na blandizie ícm. ? "vcXi con sottil. scherrm, „ volcvi piacermi, Signorina. , rnu ďogni conquista cittadina Ocni giorno salivo alla tua volta „cl soleggiato ripido sentiero. II farmacista non penso davvero to unamicizia cosi bene accolta, quando ti presentó la prima volta 1'ignoto villeggiante forestiero. Talora — giá la mensa era imbandita — mi trattenevi a cena. Era una cena 7í ďaltri tempi, col gatto c la falena e la stoviglia semplice e fiorita e il commento dei cibi a Maddalena deerepita, e la siesta e la partita... Per la partita, verso ventun'ore » giungeva tutto 1'inclito collegio politico locale. il molto Regio Notaio, il signor Sindaco, il Dottore; ma — poiché trasognato giocatore — quei signoři nVavevano in dispregio... •5 M'era piíi dolce starmene in cucina tra le stoviglie a vividi colori: tu tacevi, tacevo, Signorina-. godevo quel silenzio e quegli odori tanto tanto per mc consolatori, * di basilico ďaglio di cedrina... Maddalena con sordo brontolio disponeva gli arredi ben detersi, "governava lentamente ed io i'Riori sercia'c I^LSH^ *Jal faUo che essa in™rna quasi quel tipo di 'V/«0 f°mcstlca «lebra,a da tanti Pi„„n hi Tujf 8^nla2'0nc ' "°n S e piecolo-borghese, ehe egli contrappone ione delia Marchesa come una divinitá an-tá ehe esso compie (evidente nel neoclassi-») si rivela illusoria davanti alla legge i, la dissoluzione » (M. Pazzaglia). S" in Urŕu hq*f"r) iV'S,° atIravcrso ve,to éelVabbaino sec J?. Pr°«pettiva irr I Íl PaesaRr'o, il Canavese assume una c 10. Nellrj ..^ 1 CilVenta ffia rl:»Knrn7trinr arti^tim- come ^terária omento m cui si accosta alb realtä Gozzano non puo sP"5l,a dj »uRgestioni e trasfigurazioni di denvazione arti-c cioe quanto era gis awenuto nci w. 5)-54. — pensavo — questa e ,., con due gamtx L'Eguagliatrice numera le fosse, opposte, intcsi all'odio e alle percossc-cosi come ci son formiche rosse, cosi come ci son formiche nere... Schierati al sole o all'ombra della Croce, 170 tutti travolge il turbine dell'oro; o Musa — oime! — che puo giovare loi il ritmo della mia piccola voce? Meglio fuggire dalla guerra atroce del piacere, dell'oro, dell'alloro... its L'alloro... Oh! Bimbo semplice che fui, dal cuore in mano e dalla fronte aha! Oggi l'alloro e premio di colui che tra clangor di buccine s'esalta, che sale cerretano alia ribalta ik per fax di se favoleggiar altrui... « Avvocato, non parla: che cos'ha? ». « Oh! Signorina! Penso ai casi miei, a piccole miserie, alla cittá... Sarebbe dolce restar qui, con Lei!... ». — « Qui, nel solaio?... ». — « Per 1'eternita! ». — « Per sempře? Accetterebbe?... ». — « Accetiera » -162. * cosi... gam b e »: autocitazionc dalla lirica Hemes' C^1^Ĺ -.„•;-. i J...~ ___u________> a ,.„„ « i. ridotio u super»~~ no; * Wmmml A che cosa si e m qUCul Chc inv^rC?°/° Che hanno una concezione arm* c rt* Megt,o futetre A ombra) professano A CrislUnesimo *"wufdita del vivere t H ff3 Lm ™W» e acc.dios, const.*** £ucst° e ,| tono """""one al di Lri della « **uente e^li ten(a , "°°e'!>t P"«ia goaamana. Quando, come nelli 'orzato (vv. 178-J79; * ' Suoi vcrei ccndiamo; e 1'ora della cena! ». — « Guardi, guardi il iramonto, la... Come di fuoco!... Restiamo ancora un poco! ». — • Andiamo, e tardi! ». « Signorina, restiamo ancora un poco!... ». as Le fronti al vetro, chini sulla piana, seguimmo i neri pipistrelli, a frotte; giunse col vento un ritmo di campana, disparve il sole fra le nubi rotte; a poco a poco s'annuncio la notte m sulla serenita canavesana... •Una stella!... _ « Tre stelle!... _ „ Quattro •Cinque stelle! .. - , Non sembra di Jgnare?" I Ma t. levasti su quasi ribelle 187. i tul d tik sung sa tartalla notturna. detta anche ali si puo scorgcre un teschio. mono » perché ■nc alla famiglia In- ■ —c yzi quesio al v. 195 il pocta lo denniri sfinge in pena "uiuct ncll'idillio — con la sua presenza — un indefinibile, misterioso stn» di mone. ?jVafc, Stmáimmí-. belle, tutta lultima parte (vv. 181-2161 é tra W piii ľľz j ,,P0fmc,,° L'ansia della fuga e di evasion* sfocia nel vagheggia- ? colto assai telicf c » Jfondo piu adatto w "^^le del n.^,, c vato nclla pt - U nolle I ntolineare la < al solito — ě risposie delta ecc. — il lor icnte dcll'ispiiazionc pero incombc i pena; ana — : senti- Felicua >ralisnK> nana ^^^ne 1 mserimcnto in quel mondo puo es&ere solo un moraenuneo alia nerplessitä crepuscolare-zu « Scendiamo! Ě tardi- ^ ' vi Tu m'hai amato. Nei bcgli occhi fermi luceva una blandizic fcmminina; tu civcttavi con sottili schermi, 2» tu volevi piaccrmi, Signorina; e piü d'ogni conquista cittadina mi lusingö quel tuo volcr piaccrmi! Unire la mia sorte alla tua sortc per scmpre, nella casa ccntenaria! a» Ah! Con te, forse, piccola consorte vivace, trasparentc come l'aria, rinnegherei la fede letteraria che fa la vita similc alla morte... Oh! questa vita sterile, di sogno! » Megliu la vita ruvida concreta dcl buon mercante inteso alla moneta, meglio andarc sferzati dal bisogno, ma viverc di vita! Io mi vergogno, t), mi vergogno d'cssere un poeta! 2M Tu non fai versi. Tagli le camicie per tuo padre. Hai fatta la seconda classe, t'han detto che la Terra c tonda ma tu non credi... E non mediti Nieuscn« Tu ignori questo male ehe s'apprende in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti, tutta hcata nellc tuc faccende. m mici versi tuoi, non mi comprenderesti ed a rne piate chi non mi comprende. Ed io non voglio piú c»»erc io! Non piú 1 estéta gelido, il sofista, m vivere nel tuo borgo natio, so ma viverc alla piecok conquista mercanteggiando píacido, in oblio come tuo padre, come il farmacista... Ed io non voglio piu essere io! [...] vín degli addii Nc ,imo porw -„vedere la tua villa Z mTrtTdeirestate eraJ^nquiHa in quel mattino ch.aro che sain Mi vigneti gia spogli, tra l pendu gia trapunti di bei colchici hlla. m Forse vedendo il bel fiore malvagio che i fiori uccide e semina le brume, le rondini addestravano le piume al primo volo, timido, randagio; e a me randagio parve buon presagio w accompagnarmi loro nel costume. • Viaggio con le rondini stamane... ». « Dove andra? ». — « Dove andro? non so... Viaggio, viaggio per fuggire altro viaggio... Oltre Marocco, ad isolctte strane, ** ricche in essenze, in datteri, in banane, perdute nell'Atlantico selvaggio... Signorina, s'io torni doltremare, "°n sara d'altri gia? Sono sicuro d' ritrovarla ancora? Questo puro JTS nostro laltare? » f v'di la tua bocca sillabare ' P<*o a poco le sil]abe: giUro 25J- & <0 in>- i chj ,jn' ■ ■ r'P«izione non i casuale: ě un P"Ac«tivi Der i 'iU,u I""14 »e»la parte del comp i una epigrafica con «oJo al guadagno. assai »i-lativo, per «aiura e dclli poesia non piu vista — come da D'An-» del LtoNAtuo — come trasfigurazione e sublimazione ■mpedimento a vivcre la vita. P*anta i cui ftori color lilla sono vclenoii (v. 260 fiore m autunno (v. 261 iemtna le brume). " li al soprawenire dell'autunno »i pre-icta. Ua « Lei dev quelle ter in un pal m tra pochi !e ri G e 2e x che an( iaro senza fine, tempi, quando • e in crinoline, M app deJ Pr per ** cd come in un cantico ante l'abbandono II' \ -1„_. \{-r\ • men taii tempi, un buono :Ine romantico... Quell n rhp hn igo d'essere e non sono? *«ondo un JLff. ^"»anda f/*,» rfwor^ e fl - puna* prvoJnicnre SJ attJcnT°",° *--nr/menraJe romantico al quak tf . finS COsi anch* DcrT^^cJ"^"'0 di uns • stamp* » « ™*'»nc quc| **f vv. 296-306) e tmtsvis ,1 suo a/uroo si oW" »' Barheru. ,.™tUx> «cs'o d'educanda ha pure un suo /a*"10 ms.''*' spoilt iunzh, chl'Mccndono. divisi da una srrim'«"1"'