"Io non Enea, io non Paulo sono": i timori di Dante Se il canto primo rappresenta il proemio allegorico all'intera Commedia, il secondo da l'avvio al viaggio nell'oltretomba chiarendone il fondamento soprannaturale. In apertura, Dante descrive l'unicitä del proprio destino con toni insieme inquieti e orgogliosi: al tramonto, mentre gli altri esseri viventi si dispongono al ripoao, egli si prepara ad affrontare l'impresa. Le difficoltä riguardano non solo il percorso di Dante-personaggio, ma anche il progetto di Dante-autore: quest'ultimo, sul punto di narrare fedelmente il viaggio compiuto, invoca le Muse (analogamente, si rivolgerä alia musa Calliope all'inizio del Purgatorio e ad Apollo all'inizio del Paradiso) e incita il proprio ingegno e la propria memoria. Al verso 10 si apre il dialogo che occupa tutto il canto. E composto di tre interventi: Dante esprime il dubbio che lo trattiene; Virgilio lo rassicura; Dante si dichiara rinfrancato nella volontä. II dubbio e esposto con logica stringente: visitatori deH'oltretomba furono due eletti da Dio, Enea, fondatore di Roma, e san Paolo, diffusore della fede; cosa puö consentire a Dante di seguire l'esempio dei due illustri predecessori? La risposta di Virgilio non e un lier.-ninhiMj,Tf In quellefeanbrmUnu< ■junr UtJuiiotananeStiÁmienttnKaBěifa fiwon.M &idmir.in\ňmofubi»ervneÍMjift 71 yiTi|u>T3iin:(nncla»-lfV.-í)Tl!Milllpilieti>ftifiinLí -liFinfVťfo o lm l,i nm y«inf Lvícč1 (1 TMU-V-i'mm dť li for cM mafií «pinc^iuT SEÄ'-Jí-ŕ-C r^ar^iiw (TV frlitYne imi^uirrtw i b i .1 B liiíc u c .v íu ri!i im 111 c ľj 1 Hdnwií mu .t(Í MU yrimrv i A-íaiiim.i(iiiir(tť driMírei tu j miifru.itisíiiejnw Kurf fir.initatr oiücttri^ritiiirtti fuidnnuih ijui fi nm nabrfímn.- &£uminíttogmc ifc-pinf Iah i Uran fr de l> ft-pwuŕiiŕ ŕucCaTaiíonloj) p rtn rft im pilíři jnlignin mirt nutil Kŕ pjrfVttf yrimn Ar drljyňr tofiiiWtueÁtňt i rttirtvro rutni)fflt«(| iiD/iTHlcoWm-iiri íiflíftjric; c ÍLfi-jartii^LilHaímfiXilSB-^nrl -i ji u A fc#y aurtl* d.,B a ufcre ci bii itd ndo hriunJimiLrWc ftríiiiTniiBaw.iBhiiPilC'á-íTiiiň Tn inuotaa errtii bftAttM í-dti muněaeť tet lá a " gimi* 1) rni 'twíJi-a-/4ire_teiinp íom ■i njn ut IniPOBT tt>riľ?ei"iflÄ (1101i T»«f flmric CH tn ■ ít-Wŕ) iipio .fiŕf L1 íl A"H|0p1 ^ifPUBOtt-ai« iiáilamiiiiiViTJhi m«lnx>líni tifn fivtiv 1 ľ frť ľfpn*ii»ifa ihiiiiifjii i ■E 141111 -r**** r~ij1rr firtfiMitM iitliliiteii u (•-Vrt,..* ň-'Uhílonfflinhr línáte litmfliířtc «•r-1 lit** i ^vnv«ivtuue^mmuláiiá,ii.\to MMwB hTfiiynmr ItftiinniaV i---- IMIIUIU -""HMi.l.rVra.arfl«-^™, i £. 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II discorso diretto ě qui assoluto dominatore: le parole di Virgilio riferiscono quelle di Beatrice che contengono quelle di Maria e di Lucia. La pieta delle tre donne veglia sul viaggio e lo illumina di Grazia. Lo svelamento dei presupposti celesti della missione di Virgilio cancella ogni incertezza: se alia fine del canto primo il protagonista era descritto nell'azione di PRESENTAZIONE seguire la guida (li tenni dietro), nell'ultimo verso del secondo il suo movimento b diventato una scelta piena: intrai. II «prologo in cielo» raccontato da Virgilio pone il viaggio di Dante sullo stesso piano di quelli dei due grandi predecessori: ě un segno di quel rinnovamento radicale del mondo che la Commedia intende prefigurare. Ma alia prospettiva aperta verso il futuro si aggiunge un legame profondo con il passato: l'entrata in scena di Beatrice realizza infatti la promessa, contenuta nell'ultimo capitolo della Vita Nuova, di dire di lei quello che non é stato mai detto di nessuna donna. Beatrice comparirä solo nella parte finale del Purgatorio. Ma tutto il viaggio, a partire da questo punto, é posto sotto l'egida della sua immagine salvatrice. Le nove Muse Clio (storiografia), Euterpe (flauto), Talia (commedia), Melpomene (tragedia), Tersicore (lira), Erato (danza), Polimnia (arte del narrare), Urania (scienza degli astri) e Calliope (canto eroico). Luoghi in eui si svolge l'azione Ai limiti della selva, alle pendici del monte {oscura casta). Condizione delle anime • Nessuna. Anime incontrate • Nessuna. Custodi e figure allegoriche dell'oltretomba • Nessuna. Personaggi nominati o a cui si allude • Enea {di Silvio il parente). • San Pietro (maggior Piero). • San Paolo (lo Vas d'elezione). • Beatrice (donna... beata e bella). • Maria (Donna é gentil nel ciel). • Santa Lucia. • Rachele, moglie di Giacobbe. La trama in sequenz> vv. 1 - 9_ Invocazione alle Muse. w. 10 - 42_ Dubbi di Dante e sgomento c te alle difficoltä delľimprese w. 43 - 126_ Conforti di Virgilio ehe rievo tervento celeste a favore di con la mediazione di Beatric vv. 127 - 142 _ Dante, rinfrancato, segue i stro verso la porta delľlnfer Figúre retoriche sal: • La metafora della guerra dicare ľardua prova dei via 4). • Ľapostrofe alle Muse, alľ gegno e alla memoria foteli invocarne ľaiuto (vv. 7-9). • La perifrasi di Silvio il ] per indicare Enea (v. 13). • La perifrasi immortale 1 per indicare ľaldilä (w. 14- • La metonimia ammanto toritä (v. 27). • La metafora dei Vas ď( per indicare san Paolo, ric della scelta di Dio (v. 28). • La similitudine uomo inec Dante (w. 37-42). • La similitudine bestia a( ta/uomo vile (Dante) (w 45 • La perifrasi per indicare 1 dei Limbo: color che son so 52). • II paragone stella / ocebi tnce (v. 55). • La perifrasi che indica il c la luna (quel ciel ch'ha mim chi sni) (v. 78). • Ľanafora Non / non (w. 1 • La metafora dei peceato c mana ove 1 mar non ha 1 108). • Ľiterazione (quattro voltť ché (w. 121-123) con anafl w. 122 e 123. • La similitudine ftori che s al mattino / Dante (vv. 127 24