É Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%H> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © ~ • o • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Libreria ► Indice e le cetonie e i bombi fuggitivi.. Edoardo Sanguineti (Nelparco, in Sanguineti 1966, pp. 64-73). TESTO da Alcyone Terzo libro, dopo Maia e Elettra, del ciclo Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi, Alcyone raccoglie ottantotto testi composti tra il 1899 e il 1903. Ľintera serie delle Laudi (ogni parte dedicata a una delle Pleiadi) s'iscrive nella mitologia del superuomo. Se Maia lo elogia in veste di novello Ulisse navigante intorno all'Ellade e Elettra lo esalta nella sua ansia celebrativa come vate delle glorie nazionali, Alcyone si presenta invece come una tregua (La tregua s'intitola la poesia d'aper-tura) nella vita del «Děspota»: ě la sua evasione panica, il suo abban-dono «alle voraci melodie dei venti», al conforto ristoratore delle «rive», dei «boschi», dei «prati», dei «monti», dei «cieli». II superuomo ě andato in villeggiatura. Poesia nata dawero da una «veemente» volontá di canto, come l'autore annuncia il 7 luglio 1899, da Marina di Pisa, a Giuseppe Treves, il suo editore: «Vorrei rimanere qui e cantare. Ho una volonta di cantare cosi veemente ehe i versi nascono spontanei dalla mia anima come le schiume dalle onde. In questi giorni, in fondo alia mia barca, ho composto alcune Laudi che sembrano veramente figlie delle acque e dei raggi, tutte penetrate di aria e di salsedine. Sento che in un mese o due potrei, d'un fiato, comporre tutto il volume*. La raccolta si offre come un diario estivo (ľestate in particolare del 1902), una sorta di estasiato sposalizio con la natura, una voluttuaria degu-stazione di suoni, di profumi, di colori, di nascoste armonie. Si apre con il presentimento della primavera, raggiunge lo zenit delľagosto assolato e poi si chiude con le prime ombre di settembre. Testo di riferimento: D'Annunzio 1982-1984, ii, pp. 465-468. La pioggia nel pineto* Taci4'. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane ; ma odo 5 parole piu nuove che parlano gocciole e foglie lontane4 . Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. 10 Piove su le tamerici4S salmastre 4' ed arse "', piove su i pini scagliosi edirti51, piove su i mirti 15 divini3 , su le ginestre fulgenti di fiori accolti 4, su i ginepri folti di coccole aulenti , 20 piove su i nostri volti silvani , piove su le nostre mani ignude, 171 /265 U Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%Pl> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © ~ • O • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana ■4 Libreria 25 ► Indice 30 35 40 45 50 su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella , su la favola bella 58 che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione. Odi? La pioggia cade su la solitaria ' , 60 verdura con un crepitio che dura e varia neli'aria secondo le fronde piu rade, men rade . Ascolta. Risponde al pianto*~ il canto delle cicale che il pianto australe63 non impaura, ne il ciel cinerino . E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi sotto innumerevoli dita. E immersi noi siam nello spirto 55 60 65 70 75 80 Silvestře , ďarborea vita viventi''; e il tuo volto ebro ě molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono's come le chiare"' ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione. Ascolta, ascolta. Laccordo delle aeree " cicale a poco a poco piú sordo si fa' sotto il pianto che cresce; ma un canto " vi si mesce73 piú roco che di laggiú 4 sale, dalTumida ombra remota. Piú sordo e piú fioco sallenta, si spegne. Sola una nota ancor tréma, si spegne, risorge, tréma, si spegne. Non sbde voce del mare. Or sbde su tutta la fronda crosciare 1'argentea pioggia 172 /265 ■ Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto & (s# ^ $ 4> 100% Pl> gABC-esteso Ven 10:37 C\ © •=: • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana - ► Indice che monda , 85 il croscio che varia secondo la fronda piü folta, men folta. Ascolta. La figlia dell'aria 90 e muta; ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nellbmbra piü fonda, chi sa dove, chi sa dove! 95 E piove su le tue ciglia, Ermione. Piove su le tue ciglia nere si che par tu pianga ma di piacere B; non bianca ' 100 ma quasi fatta virente , par da scorza tu esca . E tutta la vita e in noi fresca aulente1 , il cuor nel petto e come pesca 105 intatta83, tra le pälpebre gli occhi son come polle M tra lerbe, i denti negli alveoli son come mandorle acerbe . 110 E andiam di fratta " in fratta, or congiunti or disciolti (e il verde vigor rudeh ci allaccia i malleoli c'intrica s' i ginocchi) 115 chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti silvani"', piove su le nostre mani ignude, 120 su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che lanima schiude novella, 125 su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione. Commento II componimento piu celebre di Alcyone si fonda sul tema dell'amore-illusione, orchestrato in un ritmo di danza. II poeta e la sua compagna, Ermione (nella realta biografica, Eleonora Duse), sorpresi sulle soglie dun bosco nel litorale toscano da una pioggia estiva, celebrano, nell'in-trico di questo regno delle piante, la loro metamorfosi in creature arboree, assimilandosi all'intatta freschezza della vita vegetale. II motivo fonoespressivo che, con accortissima orchestrazione, imita il cadere della pioggia e funzionale all'annullamento dell'identita umana da parte dei due ospiti del bosco e la loro passeggiata si trasforma in un'estasiata compenetrazione con la natura. Nella Sera fiesolana (altro noto testo di Alcyone) le parole pronunciate dal poeta sono assimilate alle voci del paesaggio mediante la particella «come»: «Freschi - - sera / ti sien come il fruscio che fan le foglie» (w 172 /265 É Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%H> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © ~ • o • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Libreria ► Indice parole ne la sera / ti sien come la pioggia» (w. 18-19). Qui invece il processo ě piú avanzato, quel rapporto di similitudine ě abolito e la lirica ě intessuta di parole non-umane, che si offrono come sapiente e raffinata mimesi degli elementi naturali. L'io del poeta si finge dunque interprete e trascrittore di unarmonia nascosta e segreta, come risorsa stilistica per ribadire l'incanto e lo smemoramento di questo suo mitico sposalizio con il creato. Alcyone: «il diario lirico ďuna estate marina» La poesia di D'Annunzio ě ebbrezza della parola, amplificazione delľespe-rienza, celebrazione ďun mondo eroico e sensuale posto fuori dai confini del quotidiano. II variare dei temi e dei registri non muta la fissitä di unispirazione sempře uguale a se stessa, eppure tanto eccezionalmente fertile da qffrire «ricca messe» a «mezzo secolo» di letteratura nuova. I risultati migliori sono conseguiti quando dalla ricerca volontaristica del mito astratto, ľautore passa (come in Alcyone) al «mito effettivamente vissuto», ricreato con «una prodigiosa virtú mimetica». Piú che mai esatta mi sembra lbsservazione del Croce: «[D'Annunzio] non ha avuto quel che si dice evoluzione e progresso, ma un mutare apparente e un persistere reale». Nel DAnnunzio la poesia fu amplificazione, «celebrazione» dell'esperienza individuale, chiamata a vibrare oltre di sé, in un mondo esemplare voluttuoso od eroico. [...] II momento del naturalismo «abruzzese», quello grandioso e barbarico del Canto Novo, la stanchezza sensuale delTIntermezzo e del Piacere, la fase della «bontä», quella deH'immoralismo e del superomismo, che culminó con la Laus vitae, non rappresentarono, a parte il magistero stilistico via via piú maturo, che schemi ideali ďazione diversi, ma operanti, nei riflessi dell'ispirazione, in modo identico, tanto da parer monotono. [...] II viaggio ellenico della Laus vitae ě la ricerca ideale del mito astratto: mentre Alcione ě il mito effettivamente vissuto, 1'esperienza, 1'azione puntuale proiettata, esaltata sul quadro del mito concreto. [...] Alcione - e trattan-dosi di D'Annunzio la cosa suona strana e quasi scherzosa - non ě, dopo tutto, che il diario lirico ďuna estate marina [...]. II procedimento ampli-ficativo, celebratorio ě inerente ad ogni suo tratto: Ibra solare ě mutevole e gioconda come la gola ďuna colomba alzata per cantare, la nube langue di rupe in rupe come una molle donna, il Tirreno tremola come alti paschi, la palude ě un nore lutulento: sono esempi scelti a caso, ad apertura di libro. [... ] II Gargiulo , a proposito di Alcione, ha parlato di «antropomorfismo». Definizione che mi sembra ancor piú vera di quanto sia potuta sembrare al suo stesso ritrovatore. Non 1'abbandonarsi alla sensazione, ma il vivere, Fesaltarsi nella sensazione trasfondendosi in essa con una prodigiosa virtů mimetica: ecco la particolare poesia di Alcione. Non ě il poeta che ode i fauni ridere tra i mirti, che scorge profilarsi sul paesaggio semidei marini e boschivi, ma il poeta che, sotto 1'aculeo della sensazione, diventa egli stesso fauno e silvano, si fa Icaro per volare, Glauco per immergersi nelle fresche vene oceaniche. L'Estate stessa, «ignuda a mezzo il cielo», «immensa nudita», non gli appare sotto figura di deitá e di donna che perché egli possa goderne! [...] Oggi non sappiamo piú, forse, accostarci ad Alcione con lamino dei nostri anni giovanili. La nostra ammirazione per il poeta ě in un certo senso cresciuta: quella sua facoltá di visione, supremamente plastica e formativa, non cessa di me-ravigliarci e ďimporsi a noi. Ma ladesione, un tempo totale, a quel suo mondo armonioso, compatto e sonoro, a quella tesa solaritá, ě manche-vole. L'acutezza del suo occhio implacabile, dei suoi sensi voraci in ag-guato, c'incanta sempře di piú: ma il suo tono, il suo gesto poetico, la sua volontá di esaltazione ci sono sottilmente estranei. [...] II poeta ci ha per magia condotti in un luogo dove i sensi incantati, trasumanati nella loro pienezza, hanno creato un mondo di figuře incorruttibili e armoniose, che pure hanno radiči nella sua piú fonda esperiem nostra. Ma ě un mondo senza fenditure, senza comu: 173 /265 U Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%Pl> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © ~ • O • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana ■4 Libreria ► Indice no [...]. Un mondo di miracolo, dove gli occhi vedono e le mani toccano, e tutto par vero ma tutto e troppo bello per esser vero: dove il nostro tono vitale quotidiano, la nostra voce naturale non trova eco, non puö inserirsi neppur per isbaglio: un mondo circoscritto, colmo, inteso attentamente a godersi nella sua esaltata presenza. [...] D'Annunzio ha suggerito gli elementi del paesaggio lirico, ha offerto la sua ricca messe sensuale a mezzo secolo almeno di poesia nuova. Ma il tono e il gesto dannunziani, quella loro tensione volitiva ed attiva, quell'ansia di celebrazione, oggi Ii sentiamo estranei [...]. Li sentiamo estranei, anche se presentiamo che in realtä gli furono necessari strumenti per captare e portare alla luce le sue liriche prede. Come una volontä dura e automatica di cui non sappiamo piü intendere il motivo, oggi che, piü che di elevare l'esperienza dei sensi ad un mondo esemplare e decorativo, sentiamo il bisogno di risolvere anche i piü riposti e ambigui fondi sensuali in una voce naturale e flessibile, permeabile magari all'ironia, entro cui circoli l'aria e la luce e il respiro del nostro mondo dbgni giorno. Sergio Solmi (L'«Alcione» e noi [1939], in Solmi 1963, pp. 179-188). Quasi un diario Non propriamente un diario e Alcyone, ma un «quasi-diario», un diario ideale che nana una straordinaria «esperienza mitico-conoscitiva». Nel bel saggio su L'«Alcione» e noi Sergio Solmi definiva il capolavoro dannunziano «diario lirico di unestate marina», quella del 1902. Una definizione fortunata, si; ma del tutto vera? [...] In realta, alla luce dei dati emersi durante la preparazione delledizione critica [a cura dello stesso Gibellini, edita nel 1988], [...] possiamo modificare l'espressione di Solmi: VAlcyone e il quasi-diario quasi-lirico di una quasi-estate. Che di unestate sola non si tratti ě ormai saldamente dimostrato dalla ricostruzione della cronologia compositiva. L'estate alcionia duró, in ef-fetti, un quadriennio, una lunga stagione che si sgrana tra la tarda pri-mavera in cui videro la luce i primi testi, nel 1899, sotto il segno di un gusto preraffaellita e neostilnovista, e l'autunno inoltrato del 1903, quando il libro terminó sulle tinte malinconiche del Commiato [ultimo compo-nimento del libro], in cui Gabriele indirizza l'intera raccolta al Pascoli, al grande «fratello maggiore e minore» la cui ombra si proietta su tante zone del poema. Anche l'affermazione che si tratti di un poema lirico va attenuata da un «quasi», perché la sua ideazione awiene piuttosto sotto il segno pastorale ed erotico (virgiliano e ovidiano) per muovere poi [...] verso una varieta di metri e di registri che contempla anche la scansione epico-tragica [...]. Diario, si, ma diario ideale. [...] Alcyone, nato per raccontare il diario di unestate felice, finisce col narrare un'esperienza mitico-conoscitiva [...]. Ricordate come definiva il mito Mircea Eliade? II luogo dove il presente, il passato, il futuro vengono a coincidere, consentendo la continua reversibilitá della catena temporale. In questo senso, la Pioggia nelpineto [...] si presenta non solo come un vertice lirico, ma anche come un momento cruciale e felicissimo dellawentura mitica [...]. Entrando nella poesia, entriamo nella boscaglia, e iniziamo un prodigioso viaggio musicale fra gli alberi del bosco diventati strumenti dbrchestra pizzicati dalla pioggia [...]. Inizia una metamorfosi, ma anche un viaggio in un altro mondo, dove si confondono i confini fra l'umano e il vegetale, prima per metonimia (la continuitá uomo-vegetazione), poi per metafora (similitudine), inline per vera e propria metamorfosi ovi-diana [...]. II motivo ribadito dal refrain [w. 29-32, 125-128] di questa poesia coincide con l'idea mitografica dell'atemporalita. [...] Sembra una semplice variazione melodica: in realtá D'Annunzio, portandoci nella sua pineta, non ci conduce piů soltanto dentro uno spazio arboreo e musicale, ma ci inoltra in un'altra dimensione, quella in cui il passato e il presente diventano intercambiabili. [...] Ermione, prima presentata come creatura di uno «ieri» [v. 30] in cui visse l'«illusione» della vita bella, cioě il mito 175 /265 É Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%H> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © ~ • o • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Libreria ► Indice (era figlia di Elena di Troia), diventa, alia fine della composizione, cioě delľiniziazione metamorfica, una creatura presente, che «oggi» [v. 127] rivive la sua favola bella; per converso il poeta, che razionalisticamente era agganciato ail'hie et nunc («che oggi m'illude»), puö trasformarsi in un antico eroe omerico, in un fauno barbato, nel personaggio insomma di un non-tempo remoto: «che ieri / m'illuse» [w. 126-127]. II miracolo della poesia, che ě anche il miracolo del mito, ha potuto sowertire la logica del tempo. Pietro Gibellini («Alcyone», quasi un diario, in Gibellini 1995, pp. 9-17). «D'Annunzio non mi piace» Porta lafirma di Pasolini uno dei giudizi piü taglienti sull'intera opera dannunziana, contestata con riserve che dal campo ideologico e morale passano al campo estetico e stilistico. Spesso si dice che l'unico giudizio critico possibile e un giudizio di valore espresso ingenuamente: un si o un no, un bello o un brutto. In sostanza e cosi. Tutti il resto e pretestuale. Ma e in questa pretestualitä che la saggistica trova la sua autonomia: si fa «genere letterario», inventa la sua gergalitä, la sua funzione sociale. [...] Dico tutto questo perche il mio giudizio su D'Annunzio e un giudizio del tutto negativo: e [...] so che le mie pagine critiche avranno la debolezza degradante della pretestualitä. So anche tuttavia che tale pretestualitä si maschera dei caratteri della necessitä secondo due grandi direttrici: la direttrice politico-ideologica e la direttrice moralistica. Cioe: il giudizio negativo di valore passa dal campo dell'estetica a quello dell'etica, e una «bruttezza» espressiva viene spiegata attraverso o una errata e riprovevole scelta politico-ideologica, oppure attraverso un'altrettanto errata e riprovevole condotta morale (spesso le due cose si fondono). Insomma potrei dire ehe il poeta D'Annunzio non mi piace perché egli ha fatto propria acriticamente e faziosamente la peggior «ideologia inconscia* del mondo borghese italiano della fine dell'Ottocento [= su-peromismo], giungendo poi a seguire levoluzione di tale ideológia - che inizialmente era quella del piu ontologico dei privilegi, e quindi aristo-cratica - fino alia sua becera democratizzazione fascista, che di quei privilegi ha espresso una teppistica coscienza mascherata da sentimenta-lismo e retorica nei confronti di chi da tali privilegi era escluso. Naturalmente non é detto ch'io non fossi in grado di rendere sottile questa schematizzazione, penetrando nei meandri stilistici come diretti risultati di tale stortura ideologica. Oppure, potrei scegliere il secondo lemma, quello moralistico. Anche qui una psicologia contrassegnata da ariditä, cinismo, superficialitä, fa-ciloneria, ipocrisia, prepotenza eccetera. Anche qui gli «stilemi» come specchi di tale psicologia. [...] In tutte le pagine dannunziane il lettore indovina sempre dove l'autore vuole andare a parare: tutto é subito scon-tato. Lesaltazione é tutta pari, le superfici sono solo esterne, il possibile grafico é privo di punte, non ce suspense. La famosa abilitä artigiana di D'Annunzio non consiste in realtä in nient'altro che nel saper creare oggetti in serie tutti uguali. Pier Paolo Pasolini {D'Annunzio vivente [1974], in Pasolini 1999, n, pp. 1983-1986). La pioggia nelpineto 177 /265 É Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%H> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © ~ • o • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Libreria ► Indice Nel componimento s'intrecciano due motivi fondamentali: quello natu-ralistico-mimetico dei suoni che la pioggia produce e quello magico-fantastico «della progressiva assimilazione dell'uomo e delia donna va-ganti sotto la pioggia al ritmo fresco e verdeggiante della natura». Ma il fulcro piü autentico ě un altro: il tenia dell'amore-illusione, dell'amore-gioco, dell'amore come «favola bella», come sogno presto destinato a svanire. Piove. Sulle soglie del bosco - il litorale sabbioso della Toscana, meta consueta delle passeggiate di D'Annunzio e luogo deputato alle awenture dell'estate alcionia, ě per lunghi tratti coperto di pinete - una pioggia estiva, attesa dagli uomini e dalla nátura, sorprende il poeta e la sua compagna, Ermione. Giä al cadere delle prime gocciole rade sul fogliame il poeta si tende ad ascoltare e invita la dolce arnica a fare altrettanto. Tutt'intorno tace ogni altro suono e i due si abbandonano pienamente a gustare il rumore della pioggia che cade prima rada e poi piú fitta e intensa e trae dalle fronde degli alberi una meravigliosa varieta di suoni. [...] Sull'esile ed evanescente pretesto narrativo di una passeggiata a due nel bosco, [...] ne La pioggia nelpineto si alternano e si intrecciano due motivi o, se si preferisce, due ordini di sensazioni, diversi ma non diver-genti. Nella lirica, infatti, sono presenti tanto il motivo moderatamente naturalistico, e in veritä apertamente mimetico, della descrizione del cadere della pioggia e della vasta sinfonia di suoni che essa produce unendosi alle altre "voci" del bosco, quanto quello fantastico e magico della progressiva assimilazione dell'uomo e della donna vaganti sotto la pioggia al ritmo fresco ma verdeggiante della natura. [... ] Ma se questi sono senza dubbio i motivi piú appariscenti che innervano la lirica e che fanno di essa un testo emblematico, nel bene e nel male, della produzione dannunziana, bisogna pur dire che il grande tema della Pioggia nel pineto ě un altro. [...] II fulcro del componimento, ci pare, ě il tono favoloso e illusorio che caratterizza tutta la lirica, tanto nei suoi aspetti naturalistici mimetici e musicali, quanto nei suoi aspetti panici e metamorfici, labili e provvisori, illusori appunto, come labile e illusoria ě la "favola bella" che in un gioco vario di reciproche illusioni unisce e separa il poeta ed Ermione. Di modo che La pioggia nel pineto con la sua fuga di versi, con le riprese e il suo intrecciarsi di motivi [...], va molto al di lá del componimento soltanto mimetico e musicale o del componimento soltanto panico che i piú hanno voluto vedervi, ed ě, come scrive G. Contini, «una "danza" o "fuga" vigilatissima sul motivo deliamore-illusione,dellamore-gioco, pur recato alla naturalitá delle "parole" non umane» >3: ě quasi, essa stessa, quella "favola bella". Federico Roncoroni (La pioggia nel pineto, in Roncoroni 1982, pp. 245-249). 1 buttasü: vestaglia. 2 A Palazzo der Papa: in Vaticano. 3 driadi: sing, driade, nella mitologia greco-romana, ninfa dei boschi. 4 storiari: cantastorie. 5 zana: cesta di vimini. 6 ciciame: ciclamino. 7 la cui... sonagli: il calice del papavero, contenendo semi (chicchi), suona, se viene scosso, come un piccolo sonaglio. 8 resta: filza di cipolle intrecciate, messe da parte per ľinverno. 9 tarlatane: tessuti di cotone leggero. 10 schisti: scisti, tipo particolare di roccia. 11 settemplice serpeggiamento: sinuoso percorso in sette parti (settemplice: lett. "che si compone di sette parti, di sette elementi"). _ 12 pour... rose: "per trarne nove o dieci barili d'acqua di "5"" 179 /265 É Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%H> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © ~ • o • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Libreria ► Indice 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 il pocta ... honneur: André La Vigne (ca. 1457-1527), poeta francese, autore del poema Vergicr ďhonneur ("Frutteto d'onore"). colossi ammantati: statue e colonne del giardino, coperte di neve. querci: forma toscana, pi. per "querce". Metro: otto strofe di sette endecasillabi ciascuna, con schema sempre (virtuosisticamente) vario di rime da strofa a strofa, piú un congedo di tre endecasillabi (a schema: ABC, come in apertura delle strofe prima, seconda, quinta, settima e ottava). Questo lo schema delle singole strofe: ABCABCA, ABCCCBA, ABABCAC, ABACABC, ABCABCB, ABACBAC, ABCBBCA, ABCBCAC. pe' cancelli: attraverso cancelli. come ... sogno!: vederli aperti, sarebbe stato un bel sogno! avelli: tombe. inaccessi: inaccessibili, inviolabili. con un'ansia ... estiva: con un'ansia (ľansia con cui ľanima inquieta desiderô di toccare paradisi segreti) ehe non si placô con il trascorrere della sera. feminei sorrisi: delicati sorrisi (le corolle dei fiori paiono delicatamente ridenti). sapori ... bocca: sapori straordinari che soltanto bocche di numi potevano gustare. culmini: cime. rigidi: immobili e diritti. Su ... vespertino: il cielo della sera inargenta le cime dei cipressi, intorno ai quali i rosai intessono ghirlande. ifonti... sommessi: segreti rivoli d'acqua scorrono silenziosi. i curvi... marmo: i sedili di marmo disposti a semicerchio. tenue ... luna: la fake della luna illumina leggera ľalta distesa dei fiori (\afalce si associa a messe alludendo per metafora alľoperazione della mietitura). Si noti che, dalla strofa quarta alia quinta, si ě passati dalla luce argentea della sera a un notturno lunare e stellato. 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 ifonti ... segreti: i rivoli d'acqua che prima (v. 28) 'parlano sommessi] ora sembrano confidare i loro segreti (da intendersi, dunque, come sostantivo). con ... lento: con lento movimento a fior d'acqua (che ricorda il movimento dei remi). (desio ... lito?): si richiama al mito classico di Giove che assunse fattezze di cigno per amore di Leda; nuzial lito: le sponde del fiume Eurota, dove Giove (in forma di cigno) amo Leda. fluttua ... Tindaride: ondeggia sul leggero solco (lasciato sull'acqua dal movimento del cigno) il velo di Elena (nata dall'amore di Giove e Leda, la quale era moglie di Tindaro, re di Sparta). risplende ... mito: l'antico mito e attualizzato, rivissuto come presente. orti: giardini. una divina: una divinita, una dea. Di sovrumani... giacinti: sorgono visioni di amori straordinari (come quello del mito appena evocato) dai grandi giardini chiusi, che mai una dea cinta (coronata) di giacinti aprira a persona profana, insensibile, non eletta {a lo straniero). triplice mistero: allude ai tre gradi dell'iniziazione mistica. Solo lo spirito eletto dell'esteta puo accedere, guidato da una dea, che canta canzoni mai udite, al mistico sposalizio con la natura, nei profondi e segreti labirinti dei fiori. quegli: lo straniero (v. 45), il profano. folic: inebriato fino alia follia. chino ... adora: inchinato alia soglia del giardino, come in adorazione. pieni... mortali: con negli occhi visioni celestiali (pienigli occhi d'un sogno: costruzione alia greca). per I'ombre... ignora: scruta (invano) tra le ombre, nella profondita misteriosa di quel regno pieno di silenzio che per lui resta inaccessibile. Cosi ... chiuso: il componimento, tenuto su un registro di fascino sublime, si chiude con una formula da omaggio galante. la sua «bisavola»: Gozzano introduce la «bisavola» tra le statue del parco: «La bisavola mia / voi gia consolavate / ed ora consolate p 181 /265 U Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%H> gABC-esteso Ven 10:37 Q, © !=: • O • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana ■4 Libreria ► Indice 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 pallido nipote. / Parlategli dell'ava / quando pellegrinava / nell'epoche remote / / recando i suoi affanni / per questi ermi viali / allbmbre sepolcrali, / or ě piú di cent'anni» (II viale delle statue, w. 37-48). Metro: il testo comprende quattro lasse (o 'strofě lunglie') di 32 versi ciascuna. Varia la misura dei versi, ma il ritmo ě scandito dal ternario (ritorna ben 27 volte), che si raddoppia nel senario (frequentissimo) e si triplica nel novenario (9 volte). Molte le assonanze e le rime. Ogni lassa termina con il nome della compagna del poeta, chiamata con l'appellativo (Ermione) d'una mitica figlia di Elena e Menelao. Taci: l'interlocutrice ě Ermione e la scéna posta sul litorale versiliese. parole ... umane: le tue parole terrene. lontane: ancora lontane, che si possono appena udire dalle soglie del bosco, umide di pioggia. tamerici: gli arbusti (myrieae) cari a Pascoli. salmastre: dal sapore di sale, perché crescono presso il mare. arse: riarse dal sole. scagliosi ed irti: per la loro ruvida corteccia e per le foglie aghiformi. divini: perché sacri a Venere. fulgenti: rese lucenti, sotto la pioggia, dal giallo dei loro fiori. accolti: riuniti a grappolo. aulenti: profumate. silvani: immedesimati, compenetrati nella vita della selva. Inizia il processo di metamorfosi delle figure umane nella dimensione favolosa della natura, il loro progressivo distanziarsi dalla contingenza del reale. novella: rinata a nuova vita, come la selva sotto la pioggia; la metamorfosi investe insieme ai volti (v. 20), anche i pensieri (v. 26), freschi come le foglie bagnate del bosco. lafavola bella: il sogno e il gioco dell'amore, comunque intessuto di illusioni; si puö assumere come metafora dell'intera poesia dannunziana. solitaria: immersa nella solitudine del litorale. verdura: tutto il verde della selva. 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 eon ... rade: le piante sono strumenti musicali (v. 49) e le note della pioggia mutano di durata e d'intensita a seconda che cadano su foglie piu o meno folte. pianto: pioggia. pianto australe: la pioggia portata dal libeccio, vento del sud. cinerino: nuvoloso, color cenere. nello... silvestre: nell'anima stessa della selva. darborea ... viventi: partecipiamo della stessa vita degli alberi. ebro: estasiato dall'ebbrezza di questa awentura 'silvana'. auliscono: odorano, profumano. chiare: lavate dalla pioggia; sopra ha detto fulgenti (v. 16). aeree: perche cantano sugli alberi; cfr. la figlia dell'aria (v. 89). piii ...fa: si affioca, si attutisce. canto: gracidare delle rane. si mesce: si unisce. laggiu: dal basso della palude. monda: lava, purifica. La ... aria: la cicala. limo: pantano, fango. piacere: cfr. ebro (v. 56). non bianca: Ermione non ha piu il pallore che distingue, in D'Annunzio, le figure femminili. virente: verdeggiante, come le fronde. da... esca: come una ninfa dei boschi. aulente: profumata. intatta: non toccata. polle: sorgenti d'acqua. acerbe: quindi d'un bianco candido. fratta: cespuglio. verde... rude: gli arbusti pungenti. malleoli: caviglie. 182 /265 ■ Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto (4^^ $ ^ 4> 100%H' gABC-esteso Ven 10:37 © \= • Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana Adobe Digital Editions - Natura e arte nella letteratura italiana - ► Indice 89 90 91 92 93 cintrica: c'intralcia. silvani: compenetrati nella vita della selva. Gargiulo. il critico Alfredo Gargiulo (Napoli, 1876-Roma, 1949), autore ďuno studio, Gabriele D'Annunzio, pubblicato nel 1912 (Napoli, Perrella). Mircea Eliade: storico delle religioni e scrittore romeno (Bucarest, 1907-Chicago, 1986), autore di Trattato di storia delle religioni (1949), // mito delleterno ritorno (1949), // sacro e ilprofano (1957). Contini... umane»: Gianfranco Contini, Gabriele D'Annunzio, in Letteratura deWItalia unita 1861-1968, Firenze, Sansoni, 1968, p. 342. 184 /265 □ Q