2. Mettete a conftonto l'inizio dei Mdavoglia (T257a), con l'inizio dei Promessi sposi (cap. i: potete utilizzare l'edizione in Tutte le opere, a cu-ra di A. Chiari e F. Ghisalberti, Milano, Mondadori, 1954, II): differen-ze di tecnica nartativa, di Stile, di rapporto fra lingua e realtä. Puö essere utile, per non cadere in schematizzazioni troppo nette, che teniate presente, nel feggete la pagina iniziale dei Promessi sposi, queste considerazioni di Umberto Eco sullo « straniamento » come effetto artistico tipico anche dei Promessi sposi {egli sta parlando delle teorie dei formalisti russi): « Diremo che si ha effetto di straniamento non solo quando Picasso, ad esempio, ci mostra una figura umana attraverso piani ribaltati e simmetrie sfasate, ma anche nel periodo iniziale dei Promessi sposi. Provate a rileggerlo: anche chi abiti a Lecco, o vi si rechi ogni giorno, e conosca quel braccio di lago palmo per palmo, si trova di colpo immesso in una sequenza di immagini quasi da decifrare; non e vero che il lago sia 11, familiäre e riconoscibile: appare a poco a poco, emerge da un tessuto verbale dove l'esattezza della descrizione, della definizione di ogni particolare geografico, anziehe rendere immediata la visione la cede quasi con riluttanza » [Abüuarsi al lago di Como, in « L'E-spresso », 25 dicembre 1965). T258 « Un coro di parlanti popolari» F u per primo Luigi Russo (Mat. 142) — al quäle si deve la rivalutazione di Verga in un libro dei 1919, Giovanni Verga, poi rimaneggiato piü volte — a sottolineare il ruolo jondamentale dei coro nel romanzo. Ma é stato soprattutto uno dei maestri della critica stilistica, Leo Spitzer fSoc. signorile, Mat. 174) a insistere, in un saggio dei 1956, non solo sull'importanza della tecnica dei discorso indiretto libero (o erlebte Rede, * discorso rivissuto ») nel romanzo, ma anche sul modo originale con cui questa tecnica viene usata da Verga. L'originalitä della tecnica dei Verga dei Mdavoglia consiste dunque, non nel-ľuso deU'erlebte Rede coltivato dai romanzieri classici italiani come da tutti i grandi romanzieri francesi dell'Ottocento, ma nella filtrazione sistematica della sua narrazione di un romanzo intero, dal primo fino alľultimo eapitolo, attraverso un coro di parlanti popolari semi-reale (in cui il parlato potrebbe essere realtä oggettiva — ma non si sa davvero se lo é), che si'aggiunge alla narrazione a mezzo di discorsi e gesti (ciö che il Russo" chiamava raeconto dialogato)- Verga non descrive per es. la morte di Bastianazzo sulla sua barca Provvidenza, ma (nel caoi-tolo terzo) il processo per cui questa morte diventa realtä per il villaggio e per sua madre, attraverso i discorsi, i gesti e in generale le attitudini di tutti i membri di quella comumta: alla fine dei eapitolo la Longa, che qualche riga prima era ancora « .la poveretta che non sapeva di esser .^dova », vedendo le attitudini solenm dt comare Piedipapera e di eugina Anna (« le vennero incontro, con le mam sul venire, senza dir nulla ») comprende la realtä della sua yedovanza II nar-ratore, che per questo non cessa di essere un narratore autentico, ha scelto di raecontare gl avvemmenti come si reflettono nei cervelli e nei cuori dei suoi per-sonaggi: e il narratore autentico che ci riporta alla fine dei eapitolo secondo una breve osservazione che fa Bastianazzo nel momento della partenza della Provvi- 1508 *Tü il kss Ssas»a88iunge:; a * «*» - si udl, perché ě SÄSSSetS Sf-"? Í ř-*™ chc II discorso indiretto « liben Tl ^he forma la trama dei romanzo. [...] anche diverso da qudb d Zct' ch^ T * t Malavo^ "owrlo. * zione di collettivitä ( he iventano c0„ r « • inSUperf,0,deüa ^ diceva il Lemaitre *V U „™tano Con Iul nmobgemi!: les grandes béles \ come df quesÚ ZITä 1 ' •« cL dicono , suoi vU?? m S0Spes° in 1uant0 alla q"eUo che dicono 1 suoi « con », ma Verlebte Rede corale di Zola h riservato per cer.i oSS e1 l?re frenetica °isterka dd p°p°i0' » 3 * ek Scon ö noliTddl^cT1"0 Ven80n° diStrUtt1' tUt,a k — II parlare corale di Verga mostra meno l'affascinamento personale dell'autore ' e piu costante e piu pacato nell'evocazione di un pensiero popolare permanente', che pervade tutto il romanzo. D'altra parte, Verga non si presenta come uno dei gruppo dei contadmi di Aci-Trezza, evita un not che lo includerebbe (contrario dunque alla pratica dei romanzo di oggi, per esempio in La grande peur dans la ji montagne dt Ramuz 5oUnde Baumugnes di Giono6): la sospensione dei lettore confrontata con quella « pseudo-oggettivitä » rimane attraverso tutto il romanzo, forse perché il credo dei verista dei tempo e dello stampo di Verga non permette all'autore di prendere partito apertamente (prende partito soltanto velatamente con la scelta dell'azione). 4U (L. Spitzer, L'originalitä della narrazione nei «Malavoglia», in Romanische Literaturstudien. 1936 1956 cit., pp. 634-56, 63940) T259 L'artificio della regressione Guido Baldt ha studiato piu minutamente la tecnica con cui Verga « fillra* il discorso narrativo dei Malavoglia attraverso Vottica corale dei pacsani. Egli ha messo in rilievo I'uso dell'« artificio della regressione ». Nei Malavoglia Verga resta fedele all'artificio tecnico, gia sperimentato in Vita dei campi, di non presentare i fatti dal proprio punto di vista di intcllettuale borghese, con i parametri di giudizio, la scala di valori, i moduli espressivi chc ad esso competono, bensi di delegare la funzione narrativa ad un anonimo « narratore » popolare, che appartiene alio stesso livello sociale e culturale dei pcrso- i naggi che agiscono nella vicenda ed b portatore della visione caratteristica di un 1 Zola, su Zola potete leggere Mat. 156. : mitologemi, nuclei mitici che assumono valore simbolico. ! les grandes bětes, le grandi bestie (ogni gruppo o collettivitä si coraporta cioě come una forza organica individual). _ 4 Lemaitre, lo scrittore lules Lemaitre (1S3J-1914) Iasciô, oltre a una vasta produaone drara-maturgica, c'orpose opere critiche come: ll ado Les contemporaines (I contemporaner, 1885-WJ e Impressions de theatre (Impression! di teatro, 1888-98). . . j 5 La grande... Ramuz, La grande peur dans u moniagne (La grande paura in montagna, 1926) offre un saggio della sperimcntazione slilistic* co stantemente praticata dallo sctiuore svizjero Charles-Ferdinand Ramuz (1878-1947). 6 Un de Giono, il romanzo Un de Baumugnes (Uno dei Baumugnes, 19291 del f™ncese J«n Giono (1895-1970) componc, con Collme (Collim, 1929) e Regan (Rinascita, 1930), una tnlogia di tema provenzale. 1509