126 La coovefSíOíie Es Istenie í Frawivietití lirici Canti cosajponímeoti religäo5J EPOCA IO GUERRE E WvSCISMO 1910-1941 versione al catcolicesimo, maturata nel 1929, con un-consegiiente abbandono -; della poesia e un ingresso nel Collegio Rosmini di Stresa: nelia casa rostrums,- •': na di Domodossola fu ordinato sacerdote nel 1936. Svolse intensamente il su ministero religioso, fino alia morte, awenuta a Stresa il t° novembre 1957. I Jcrammenti lirici sono costituki da settantadue testi, legati tra loro du ■■' fitti rapporti interni. Rebora vi si impegna nella ricerca di una parola ch. v possa uscire di se e ritrovare una coscienza collettiva, ostacolato da un 1 .: realta insidiosa e difficile, da un mondo cittadino «senza aroore», in cm ■■ tune le esistenze restano mvihippate e prigioniere: a questo mondo mal sano e oppressivo si oppone la campagna, che suscita spesso visioni positive di natura salutare e serena. Ma piii in generate tutta la vita sembra spezzarsi e aggrovigliarsi in una condizione sospesa: Pesistenza e costrett. : a negare le proprie autentiche potenziaika, pur lasciando balenare passi ; bilita diverse, pur vivendo nell'attesa di qualcosa di phi vero. La successiva breve raccolta dei Canti anonimi (1922) vuole uscire, anehr nel titolo, da ogni privilegio della voce individuate, e seguire il «bisbigliu», le iabili ma sicure tracce di una veritarhe si annuncia nel rapporto con gli alttji| 11 ritorno di Rebora alia poesia negli ultimi anni della sua vita ha ormuiato alcune delle piu autentiche espressioni di religiosity della letteratura Italians' del Novecento: il Curriculum vitse (.1955) e i Canti dell'mfertmtd (ig^-ic-^.Jj} IO.7.4- Cris! del poeta- Yate Pianissimo Abltare il nulla II mondo deserto e frantumato di Camillo Skubaio. Nell'opera di Camillo Sbaebaro, nato a Santa Margherita L -ir ■ el 1888 e morto a Savona nel 1.967, trova compimento la crisi del linguaggio. poetico tradizionale e del poeta come custode di veritä supreme e di mo-detii intellettuali. Sbarbaro visse con grande coerenza, sempre appartato rispetto al mondo letterario, in un semplice e solitario spazio private» e quo- S tidiano, Vivissima fu la sua amicizia con ANGELO B.AR1LE (t888~i9<'-'"'> pru ^ ta ligure di valore non trascurabile, cui si deve la scopeita di Sbatnaro, e con Eugenio Montale. La sua poesia, che si rivela appieno nel 1914 con la raccolta Püir.isswsarm i da voce a una condizione di indifferenza e di «aridkä», che in patte neufr .-jL ; da i crepuscolari e Gozzano; tuttavia Sbarbaro e lontano dal reperti ■ " - J \ immagini e dali'ironia dei crepuscolari, mirando a scarnificare la t'u «». i ridurre la rappreserttazione della realtä all'essenziale. Questa ricerca auf i duce alk constatazione dello stato di vuoto che domina il mondo f '1 sns'-:'B ; getto, costretto ad abitare il nulla. «Spaesato e stupefatto Sbarb.i - sopravatiza f 1 y" : ge» (Montale); egli cammina in mezzo alle cose «come un sonnambiil»r'WL ! A tratti sembra venirgli incontro qualche possibilitä di emozione, cl1''''s 3* : improvviso barlume di vitalitä, che subito ricade nel vuoto, in un r " T : privo di eventi, poiche «ü mondo e im grande / deserto», dove noti - 1 i far altro che contemplare la propria arida esistenza («Nel deserto: 1 X do con asciutti occhi me stesso»). *Tr 10.7 LA NUOVA POESIA A Viamssimo seguirono pochi altn versi, dalla misura piú distesa, rivolti in přímo luogo a fissare le immagini del paesaggio ligure e raecolti solo nel 1955 in Rimanenze. Sbarbaro si rivolse poi alla prosa, con Pelaborazione di brevi testi che rivelavano la misura originale del suo linguaggio: la prima raecolta, col tirolo Trucio/i (1914-1918), apparve nel J920 e ad essa ne seguirono altre (Liquidazione, 1918; Fuochifatui, 1916"', Scampoli, i960, Gocce, 1963; Qui-squilie, 1957), i cui titoli sempre sottolineavaao il carattcre marginale, residuale, provvisorio, frammentario di questa scrictura. Periodi brevi ed ele-tnentari definiscono la realtä nei suoi contorni piú secchi, liberandola da ogni significato superiore 0 segreto, in unalevigata conerttezza da cui sprigiona a tratti un'immobile e fulminante cradeltä. to.7.5. Tra ricerca e tradizione. ~:* Tra le esperienze che appaiono ai margißi del percorso della nuova lirica del Novecento e mantengono piú stretti légami con la tradizione, ě in primo piano, tra gli anni Died e Venti, quella del romano Akturo Onokri (1885-1928); egli miro a recuperare le forme del linguaggio della tradizione, usandole in urn prospettiva simbolista, per rícavarne sígnificati religiosi, profondi e po-e, f sitM, per affermare la forza della voce poetica, la sua capacitá di entrare in coiitatto con i valori piú autentici. A Onofri fu legato un akro romano, Giorgio VíGOLO (1894-1983), finis- ■ sirno critico musicale, studioso di Belli, traduttore dal tedesco, nelle cui rac- ' •f-colte txjetiche (a partire da Conclave dei sogni, 1935) si sente un forte legame '. con la grande tradizione romantica, da cui si svolgono intense evocazioni di simboli e di fantasmi. Ancora piú appartato, rispetto alle tenderize della lirica novecentesca, ě ; ... :il veneto DlEGO Valeri (1887-1976'), che nelle sue numerose raccolte si pone come «un poeta dell'oggettivazione» (L. Baldacci) e disegna con classics ni-tidezza le immagini di una natura estranea alle tracce del presente. 10,7,6, Umberto Saba; una vita lira tencrezza e angoscia. ., La vicenda personale di Umberto Saba, la sua figura intelJettuale, la opera haiino caratteri del tutto particolari, che lo pongono assai lon-, iano-dalle tendenze dommanri neUa cultura itahana di questo secolo: la sua >la sembra piuttosto inaugurare una linea alternativa, rivolta a un piii ' tto interesse alla vita e alia realtä, estranea a una ricerca di linguaggio Alu-,; mccolfe Vígoio Diego Vaieľi Lontano dalla poesia «purst» «Puro»e assok o stesso ľn (aI margmi degÜ ori2Zonti culmrali italiani e ZZ P°, COnnD apeftUra eur°Pea)' ^ lo ^icinano a Svevo dl Ä uto o",0 POLI (Che SOl° nd 1910 ~ lo Ä ^rzoS; dľ '"ľ "fr* anagraflC0) a ™Sste m} da mache ebrea; il padre abbandoriô la famígUa m comciden- Uli sbrsQ íľíestlno