PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA Simone Mattiola Università di Pavia simone.mattiola@unipv.it INTRODUZIONE •La REDUPLICAZIONE (RED) è un fenomeno grammaticale piuttosto diffuso nelle varie lingue del mondo (nel campione di Rubino 2013, 313 lingue su 368 mostrano qualche tipo di RED – 85 %). •Data la sua forma particolare, la RED ha sempre attratto l’interesse dei linguisti e dei tipologi in particolar modo. •Nonostante ciò, la natura profonda di questo fenomeno rimane ancora da scoprire e ci sono alcune questioni che lo riguardano che non sono ancora state studiate o alle quali non si è ancora data una risposta. 2 INTRODUZIONE •Oggi, mi soffermerò ad analizzare alcune di queste questioni sia da un punto di vista teorico e tipologico, sia a partire da osservazioni su una lingua specifica: l’italiano. •Nello specifico, saranno analizzati e discussi i seguenti punti: • introdurre la RED: forma e funzioni nelle lingue del mondo, • esiste la RED in italiano? RED vs. REP: la visione tipologico-costruzionista, • quali pattern RED in italiano? Un caso studio. 3 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA 1. Introdurre la RED: forma e funzioni nelle lingue del mondo 2. Esiste la RED in italiano? RED vs. REP: un approccio tipologico-costruzionista 3. Quali pattern RED in italiano? Un caso studio 4 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Nella letteratura tipologica, la RED è solitamente definita come segue: 5 “The systematic repetition of phonological material within a word for semantic or grammatical purposes. […] [T]wo types of reduplication are distinguished based on the size of the reduplicant: full vs. partial” (Rubino 2005a: 11) “Reduplication, broadly defined as the repetition of part or all of one linguistic constituent to form a new constituent with a different function, occurs at many points on a spectrum from phonologically defined partial reduplication to the repetition of syntactic phrases.” (Inkelas 2014: 169) •Per esempio: (1) Indonesiano (Austronesiana; Cohn 1985: 185) búku ‘libro’ → búku-búku ‘libri’ minúman ‘bevanda’ → minúman-minúman ‘bevande’ (2) Tohono O’Odham (Uto-Azteca; Fitzgerald 2001: 942, 945) pado ‘anatra’ → pa-pado ‘anatre’ tablo ‘scialle’ → ta-tablo ‘scialli’ 6 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •La RED può coinvolgere elementi di diverse categorie lessicali. Ad esempio: (3) Verbi: Beng (Mande; Paperno 2014: 41) bè ‘correre’ → bè-bé ‘correre (ripetutamente avanti e indietro)’ (4) Nomi: Amharic (Afro-Asiatic, Semitic; Leslau 2000: 41) gidär ‘vitello’ → gidadər ‘vitelli’ (5) Aggettivi: Punjabi (Indo-European, Indo-Iranian; Rubino 2005b: 24) nikkaa ‘piccolo’→ nikkaa-nikkaa ‘molto piccolo’ (6) Avverbi: Hunzib (Nakh-Daghestanian, Daghestanian; Van de Berg 1995: 34) muğáλ ‘più tardi’ → mu-muğáλ ‘molto più tardi’ 7 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Dal punto di vista formale, possiamo riconoscere diversi tipi di RED in base al «peso» della RED stessa, ovvero quale porzione di parola viene ripetuto. In letteratura, vengono elencati come più frequenti nelle lingue del mondo almeno tre tipi di RED: • REDUPLICAZIONE PARZIALE: quando viene ripetuta una sotto-porzione di parola: • Iniziale (Tohono O’odham, Uto-Azteca; Fitzgerald 2001: 942): pado ‘anatra’ → pa~pado ‘anatra’ • Interna (Luvale, Atlantic-Congo; Horton 1949: 180): jabandja ‘(il) giovane’ → jabandja ‘(i) giovani’ • Finale (Jingulu, Mirndi; Fabricius 1998: 91): cixika ‘febbre’ → cixika~xika ‘febbre alta’ 8 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Dal punto di vista formale, possiamo riconoscere diversi tipi di RED in base al «peso» della RED stessa, ovvero quale porzione di parola viene ripetuto. In letteratura, vengono elencati come più frequenti nelle lingue del mondo almeno tre tipi di RED: • REDUPLICAZIONE TOTALE: quando viene ripetuta l’intera parola • Sundanese (Austronesiana; Robins 1959: 355) hayan ‘volere’ → hayan-hayan ‘volere molto’ • REDUPLICAZIONE/FORMAZIONE A ECO: quando viene ripetuta l’intera parola, ma l’elemento ripetuto si discosta per un tratto dalla base • Assamese (Indo-Europea; Goswami 1970: 192) mās ‘pesce’ → mās-sās ‘pesci e cose simili’ 9 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Ma esistono anche tipi noti considerati minori (nel senso di meno frequenti nelle lingue del mondo). È il caso ad esempio della cosiddetta «RED automatica» o della «RED discontinua»: • REDUPLICAZIONE AUTOMATICA: quando assieme all’elemento reduplicato compare sempre anche un affisso (che può avere o non un valore di per sé al di fuori della costruzione) • Iloko (Austronesiana; Rubino 1997: 110) sangit ‘piangere’ → agin-sa∼sangit ‘far finta di piangere’ • REDUPLICAZIONE DISCONTINUA: quando tra l’elemento base e la sua ripetizione viene inserito un qualsiasi elemento (anche in questo caso l’elemento inserito può avere o non un valore autonomo) • Manila Bay Creoles (Creole Spanish-lexified: Philippines; Grant 2003: 205) buníta ‘bello/a’ → bunita-ng-buníta ‘molto bello/a’ 10 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Dal punto di vista funzionale, la reduplicazione è considerate una delle strategie linguistiche maggiormente iconiche (Key 1965, Lakoff & Johnson 1980, Haiman 1997, Inkelas & Downing 2015 tra gli altri). •Infatti, a seconda della natura grammaticale della base, a livello interlinguistico, la reduplicazione può esprimere: pluralità, distributività, plurazionalità, durata, intensità e così via. 11 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? “Reduplication is often semantically iconic, expressing meanings that are impressionistically related to its duplicative nature, like pluralization, emphasis, and frequency/repetition (Kiyomi 1993).” (Inkelas & Downing 2015: 503) •In altre parole, la reduplicazione viene spesso descritta come un meccanismo iconico nel senso che a un aumento di forma fonetico-fonologica corrisponderebbe anche un aumento di significato. •E, infatti, spesso si parla di una funzione soggiacente MORE (PLURALITY e INCREASE QUANTITY)per tutti i processi reduplicativi che si realizza in valori come plurale (nomi), plurazionale (verbi), intensificazione (aggettivi e avverbi). •Esistono però alcune funzioni della RED che non possono essere spiegate facendo riferimento a questa nozione (diminutivi, attenuativi, etc.). 12 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Esistono però alcune funzioni della RED che non possono essere spiegate facendo riferimento a questa nozione (diminutivi, attenuativi, etc.). (7) Middle Clarence Bandjalang (Pama-Nyungan; Dineen 1990: 55) ɠaaɠam ‘bambino’ → ɠaaɠam-ɠaaɠam ‘piccolo bambino’ (8) Shuswap (Salish; Kuipers 1974: 39) pésəλk ̊e ‘lago’ → pépsəλk ̊e ‘piccolo lago’ cq̇ eλp ‘abete, albero’ → cqeq̇ λp ‘piccolo albero’ (9) Tonga (Austronesiana; Churchward 1953: 263) havili ‘vento forte’ → havilivili ‘vento leggero, brezza’ 13 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Per risolvere questo problema in letteratura si è optato per due possibili opzioni: • la reduplicazione in realtà può codificare alcune funzioni iconiche e altre invece non-iconiche (Inkelas 2014); • il concetto di MORE va esteso e non più considerato come facente riferimento solamente a un «più» ma anche a un «meno» e cioè la reduplicazione agirebbe semanticamente su un continuum tra due poli di prototipicità riassumibili con le nozioni di LESS e MORE (less is more, CHANGE IN QUANTITY). •Se la prima opzione pare poco soddisfacente (non esplicativa ma stipulativa per quanto riguarda le funzioni non-iconiche), la seconda invece pare più soddisfacente in termini esplicativi ma sembra comunque non rendere conto della grande varietà funzionale dei processi reduplicativi. 14 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Infatti, se consideriamo ad esempio il dominio funzionale della RED nominale nelle lingue del mondo emerge come le funzioni che questa strategia siano più di quanto si pensasse. Mattiola & Barotto (2023) riconosco almeno le seguenti funzioni: • pluralità • exemplary status • categorial status • funzioni valutative • funzione esclusiva •Esistono quindi 5 dimensioni semantiche sotto le quali le funzioni possono essere ascritte: pluralità, exemplarity, categorizzazione, valutazione, indeterminatezza. 15 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? • indeterminatezza • creazione di nuova referenza • possesso • altre funzioni minori (approssimazione, assolutivo, locativo) •Queste dimensioni rappresentano delle possibilità binarie di codifica semantica: • entità singole vs. entità multiple (pluralità), • member-profiling (exemplarity) vs. set-profiling (categorizzazione), • più vs. meno affezione/intimità (valutazione), • più vs. meno determinatezza (indeterminatezza). •Queste dimensioni e le loro attualizzazioni semantico-funzionali possano essere spiegate tramite la nozione di CHANGE OF REFERENTS’ SPECIFICITY. a modification in the identification of the referent(s) through a weakening or a strengthening in their specificity. In other words, a reduplicated noun tends to denote a more specific or a less specific referent than the one denoted by the non-reduplicated base. (Mattiola & Barotto 2023: 159) 16 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? •Ma quindi i vari pattern di RED (almeno quelli nominali) sono da considerarsi come strategie iconiche? •Se riconsideriamo il ruolo dell’iconicità allargando la sua portata e non limitandola alla quantificazione, possiamo riconoscere che questa nozione funziona bene anche per il rafforzamento e l’indebolimento della specificità dei referenti. •In altre parole, l'elemento reduplicato rappresenta una doppia copia della base, la cui natura non deve essere analizzata tramite il concetto di pluralità ma piuttosto come un elemento la cui forma assomiglia alla base senza però una coincidenza totale (simili ma non uguali). Questa relazione di somiglianza è tanto presente a livello formale quanto a livello funzionale, rendendo quindi la RED un processo iconico. 17 CHE COS’È LA REDUPLICAZIONE? PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA 1. Introdurre la RED: forma e funzioni nelle lingue del mondo 2. Esiste la RED in italiano? RED vs. REP: un approccio tipologico-costruzionista 3. Quali pattern RED in italiano? Un caso studio 18 •La domanda che ci possiamo porre è se il fenomeno della RED, così diffuso nelle lingue del mondo, sia presente anche in italiano. •Tradizionalmente, la RED è appunto ritenuta piuttosto diffusa interlinguisticamente ad eccezione delle lingue indoeuropee d’Europa «where reduplication does not play a role in morphology» (Rubino 2005: 23). •Questo, però, come notano Stolz et al. (2011: 100ff.), lascia da parte quello che viene chiamato syntactic Total Reduplication la quale è invece considerata da Stolz et al. (2011) come un «vero» pattern reduplicativo principalmente per similarità di natura funzionale. •Le lingue IE d’Europa sembrano essere ricche di casi di quest’ultimo fenomeno. 19 ESISTE LA RED IN ITALIANO? •E se proviamo a rileggere le definizioni più comuni della RED che abbiamo già presentato, vediamo come in effetti le definizioni siano contrastanti su questo punto: 20 ESISTE LA RED IN ITALIANO? “The systematic repetition of phonological material within a word for semantic or grammatical purposes. […] [T]wo types of reduplication are distinguished based on the size of the reduplicant: full vs. partial” (Rubino 2005a: 11) “Reduplication, broadly defined as the repetition of part or all of one linguistic constituent to form a new constituent with a different function, occurs at many points on a spectrum from phonologically defined partial reduplication to the repetition of syntactic phrases.” (Inkelas 2014: 169) •Dall’altro lato, invece, la cosiddetta RIPETIZIONE viene definita in letteratura come segue: 21 ESISTE LA RED IN ITALIANO? “Repetition and reduplication are superficially similar phenomena characterized by the iteration of linguistic material. By definition, repetition and reduplication differ in the following way: whereas repetition applies across words, and is therefore subsumed under syntax or discourse, reduplication applies within words, and is consequently taken to be part of morphology.” (Gil 2005: 31, corsivo nell’originale) 22 ESISTE LA RED IN ITALIANO? (10) Riau Indonesian (Austronesian, Malayo-Polynesian; Gil 2005: 37) Balai langsung turun Balai, Bang Balai dritto scendere Balai FAM|fratello.maggiore Balai langsung turun bang, Balai Balai dritto scendere FAM|fratello.maggoire Balai langsung turun bang bang, dritto scendere FAM|fratello.maggiore FAM|fratello.maggiore bang Balai langsung turun bang FAM|fratello.maggiore Balai dritto scendere FAM|fratello.maggiore ‘[Al porto, un agente di biglietteria che cerca di attrarre dei passeggeri per un battello per Tanjung Balai] Balai, l’imbarco per Balai è tra poco, signore l’imbarco per Balai è tra poco, signore l’imbarco per Balai è tra poco signore, l’imbarco per Balai è tra poco signore signore, signore l’imbarco per Balai è tra poco signore. •La principale distinzione tra RED e REP così come identificata in letteratura riguarda la nozione di parola. •RED • «The systematic repetition of phonological material within a word» (Rubino 2005: 11) • «[RED] involves the doubling of some component of a morphological base for some morphological purpose.» (Inkelas & Downing 2015: 502) •REP • «whereas repetition applies across words, and is therefore subsumed under syntax or discourse, reduplication applies within words, and is consequently taken to be part of morphology.» (Gil 2005: 31) 23 ESISTE LA RED IN ITALIANO? •Sappiamo, però, che la nozione di parola è una delle più problematiche all’interno della linguistica, e ancor di più se la si considera a livello interlinguistico. •Infatti, nonostante l’ampio dibattito su questo concetto, gli esperti non sono ancora riusciti a trovare una definizione (e nemmeno un terreno) comune per poter definire in maniera rigorosa e univoca che cosa sia una parola (si vedano Haspelmath 2011, 2018 e Tallman 2020 tra vari altri lavori). •Eppure, questa nozione rimane al centro della definizione della RED e della REP. Quindi: È DAVVERO POSSIBILE DISTINGUERE LA RED E LA REP SENZA FARE RIFERIMENTO ALLA NOZIONE DI PAROLA? SE SÌ, COME? 24 ESISTE LA RED IN ITALIANO? •Gil (2005) ha proposto sei criteri diagnostici che dovrebbero aiutarci nel distinguere i due fenomeni. •Questi criteri sono certamente utili da un punto di vista pratico e in prospettiva lingua-specifica. •Ma da un punto d vista teorico non sono totalmente affidabili e non possono essere adottati facilmente a livello interlinguistico (Mattiola 2019: 71-75). 25 Criteri RED REP 1 Unità dell’output Uguale o più piccola di una parola Più grande di una parola 2 Rinforzo comunicativo Assente o presente Assente 3 Interpretazione Arbitraria o iconica Iconica o assente 4 Contorno intonativo dell’output Interna a un contorno intonativo Interna a uno o più contorni intonativi 5 Contiguità delle copie Contigue Contigue o disgiunte 6 Numero delle copie Solitamente due Due o più REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Per queste ragioni, Stolz & Levkovych (2018) propongono di distinguere RED e REP non più tramite criteri di formali (come Gil 2005), ma piuttosto tramite proprietà funzionali, più facilmente applicabili anche a livello interlinguistico. •Stolz & Levkovych (2018) affermano che la RED codifica ‘grammatical functions’ e che la REP codifica ‘pragmatic functions’. •La principale conseguenza di questo approccio sta nel fatto che potremmo quindi avere casi di RED che siano interni ed esterni alla singola parola e, viceversa, casi di REP che siano interni ed esterni alla singola parola. •Questo approccio è totalmente innovativo perché va a cambiare la concettualizzazione stessa di RED e REP così come intese finora. 26 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Possiamo rappresentare la concettualizzazione tradizionale di RED e REP e quella proposta da Stolz & Levkovych (2018) come segue: 27 Funzione grammaticale Funzione pragmatica Morfologia RED == Sintassi/discorso == REP Funzione grammaticale Funzione pragmatica Morfologia RED REP Sintassi/discorso Concettualizzazione tradizionale di RED e REP Concettualizzazione di RED e REP secondo Stolz & Levkovych (2018) REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Come già notato, la concettualizzazione tradizionale di RED e REP è problematica perché si basa sulla nozione di parola, ma anche la proposta di Stolz & Levkovych (2018) sembra essere problematica, anche se per motivi diversi. 1. RED e REP sono sempre state definite su base formale e non funzionale (Moravcsik 1978, Rubino 2005, Inkelas 2014, Inkelas & Downing 2015, Urdze 2018, etc.) e quindi iniziare a definirle funzionalmente potrebbe portare a un loro indebolimento (definitorio), nonché far perdere loro valore predittivo. 2. La nozione di parola è senz’altro problematica ma lo è non aprioristicamente (tutti noi abbiamo un’idea ingenua di che cosa sia) e pertanto la si può comunque adottare come entità teorica. Inoltre, la nozione di parola è problematica interlinguisticamente ma può essere definita a livello lingua-specifico (cfr. Arkadiev & Klamer 2019). 28 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Come già notato, la concettualizzazione tradizionale di RED e REP è problematica perché si basa sulla nozione di parola, ma anche la proposta di Stolz & Levkovych (2018) sembra essere problematica, anche se per motivi diversi. 3. La distinzione tra funzioni grammaticali e pragmatiche è anch’essa molto problematica. Sebbene abbiamo in mente alcuni casi prototipici, andarle a definire nello specifico è tutt’altro che semplice (☞ Stolz & Levkovych non le definiscono!). Quindi, andremmo a sostituire una nozione problematica da un punto di vista formale (parola) con un’altra nozione problematica. •Nelle slide che seguono, presenterò alcuni casi prototipici di RED e REP ma che rappresentano un problema per i due approcci appena presentati (tradizionaleformale e funzionale), per poi proporre una nuova concettualizzazione dei due fenomeni. 29 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Abbiamo già detto come in letteratura troviamo spesso riferimento alle funzioni della RED come grammaticali. Ad esempio, Stolz & Levkovych (2018: 59-60) dicono che “[r]eduplication is [...] associated with meanings of their own and often are of a grammatical nature”. •Con il termine ‘grammatical’, gli autori si riferiscono a funzione come plurale, plurazionale, distributivo, etc. ma senza definire esplicitamente quello che intendono. •Queste sono indubbiamente funzioni che la RED codifica interlinguisticamente, ma non sono le uniche. Esistono una serie di altre funzioni che la RED può esprimere nelle lingue del mondo. 30 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Prendiamo ad esempio in considerazione il caso della lingua pacoh. (11) Pacoh (Austroasiatica; Alves 2006: 37) ca: ‘mangiare’ → ca:-ʔi-ca: ‘mangiare in generale’ taʔ ‘lavorare’ → taʔ-ʔi-taʔ ‘lavorare in generale’ •Possiamo vedere come in questo caso la RED di verbi codifica “the semantic generality of the actions”. Possiamo considerare questa funzione come grammaticale? È una funzione grammaticale come plurale o iterativo? •In realtà, sembra che questa funzione lavori più sul livello della referenza piuttosto che su quello grammaticale. 31 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Nella lingua timugon, un numerale quando reduplicato esprime approssimazione. (12) Timugon (Austronesiana; Prentice 1971: 121) limo ‘cinque’ → lilimo ‘più o meno cinque’ indimo ‘cinque volte’ → indidimo ‘più o meno cinque volte’ •In questo caso, la RED serve per indicare che il range del numerale va oltre il semplice numero cinque. Ci sono varie ragione per cui un parlante usi la RED per approssimare (e.g. per cortesia, cfr. hedging). •Un’altra volta, però, in questo caso la RED sembra agire più a livello di referenza (e pragmatico) piuttosto che a quello grammaticale. 32 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •In alcune lingue, la RED esprime funzioni che agiscono esclusivamente sul piano pragmatico-discorsivo. (13) Indonesiano (Austronesiana; Lander 2004: 10) Martabakitu makanan kami-kami kalua Republik Martabakquello cibo 1PL.EXCL-RED quanto.a Republik Martabakitu makanan dia-dia. Martabakquello cibo 3SG-RED ‘Il Martabak (un tipo di pasticcino) è un NOSTRO cibo, mentre il Republik Martabak è un SUO cibo.’ •Lander (2004) chiama questa funzione pragmatic accentuation la quale è molto simile a quella che Ghomeshi et al. (2004) chiamano constrastive focus. 33 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Particolarmente interessante è il caso della lingua bikol in (14). (14) Bikol (Austronesian; Mattes 2014: 73) Mahal~mahal man su Pilipinas kesa ki Kristo POL~costoso anche PB.SPEC Filippine rispetto ARG.PERS Cristo ‘Così le Filippine erano più costose di Cristo!’ •Mattes (2014) afferma che in questa lingua il comparativo è solitamente formato tramite l’uso del prefisso mas-, ma può anche essere adoperata la RED come strategia di comparativo ma che contrasta con la strategia con prefisso a livello pragmatico per esprimere cortesia (in questo caso perché il termine di paragone è Cristo). 34 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Allo stesso modo, possiamo trovare vari casi di REP che esprime veri valori grammaticali. (15) Indonesiano di Riau (Austronesiana; Gil 2005: 45) Dia jalan jalan, terus cari abangnya ‘kan, 3 camminacamminacontinuare cercare fratello.maggiore-ASSOC Q abangnya pun cari adiknya ‘kan fratello.maggiore-ASSOC anche cercare fratello.minore-ASSOC Q ‘Lui camminò e camminò e cercò i suoi fratelli maggiori, e anche i suoi fratelli maggiori cercarono il loro fratello minore.’ •In Indonesiano di Riau, la ripetizione del verbo può codificare un valore aspettuale come quello di continuativo. 35 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Possiamo trovare un caso simile anche in chácobo, dove la REP del verbo esprime valori durativi/progressivi. (16) Chácobo (Pano; Tallman 2018: 513) ína tá-nɨʂ=’ tá-nɨʂ=’=kɨ hóni cane piede-legare=LNK piede-legare=LNK=DEC:P uomo ‘L’uomo stava legando le zampe dei cani.’ •Il chácobo è molto interessante anche per un altro motivo. Si osservi l’esempio (17). 36 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Il chácobo è molto interessante anche per un altro motivo. Si osservi l’esempio (17). (17) Chácobo (pano; Tallman 2018: 515) a. pi=boná=’ pi=boná=’=ki mangiare=GOING:TR/PL=LNK mangiare=GOING:TR/PL=LNK=DEC:P ‘Lui stava mangiando sulla strada.’ b. pi=’∼pi=’=boná=ki mangiare=LNK∼mangiare=LNK=GOING:TR/PL=DEC:P ‘Lui stava mangiando sulla strada.’ 37 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Troviamo anche esempi di REP che esprimono valori grammaticali anche in lingue IE. (18) Italiano (IE; Masini & Mattiola 2022) io lavoro lavoro fino ad azzerare i pensieri (19) Siciliano (IE; Benigni & Lo Baido 2020: 166) U picciriddu curri casa casa ‘Il bambino sta correndo in giro per la casa’ 38 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Infine, emerge chiaramente che la RED/REP sono processi multifunzionali e che anche singoli pattern reduplicativi possono esprimere sia valori grammaticali sia valori pragmatici. (20) Bikol (austronesiana; Mattes 2014: 70-72) a. Bagay-bagay su bado saimo POL-indossare PB.SPEC vestito 2SF.LOC ‘Questo vestito ti sta bene!’ b. batok ‘abbaiare’ → batok-batok ‘abbaiare ancora e ancora’ c. bulan ‘mese’ → bulan-bulan ‘ogni mese’ d. samod ‘piangere’ → samod-samod ‘piangere un pochino’ 39 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Risulta quindi evidente dagli esempi riportati come nelle lingue del mondo RED e REP possano esprimere entrambe valori più ‘grammaticali’ (meno indessicali, i.e. contextindependent) e più ‘pragmatici’ (più indessicali, context-dependent). •Questo rappresenta una sfida per entrambe le concettualizzazioni (quella formale e quella funzionale) di RED e REP che troviamo in letteratura: questi fenomeni non possono essere distinti tra loro secondo proprietà di natura formale (parola, morfologia vs. sintassi) ma nemmeno funzionale (funzioni grammaticali vs. pragmatiche). RED E REP SONO FENOMENI DIVERSI IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA O NO? E, SE SÌ, COME POSSIAMO DISTINGUERLI? 40 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Barotto & Mattiola (2020) propongono di approcciare questo problema da una prospettiva diversa. •È evidente che RED e REP non possano essere definite a partire dalle funzioni, dobbiamo partire da proprietà di natura formale. Nello specifico, abbiamo visto come la nozione di parola sia quasi impossibile da definire interlinguisticamente, ma possiamo farlo in maniera abbastanza soddisfacente a livello lingua-specifico. •Ciò significa che possiamo definire e distinguere i due fenomeni solo prendendo in considerazione le loro proprietà distribuzionali e, quindi, solamente a livello di singole lingue (cfr. Croft 2001, 2022; Haspelmath 2007, 2010; Cristofaro 2009). •Ma che cosa significa questo per lo studio tipologico di RED/REP? 41 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •A livello interlinguistico, possiamo concettualizzare RED e REP come due poli opposti di un continuum: (GEM. >) PARTIAL RED. > FULL RED. > WORD REP. > PHRASE REP. > CLAUSAL REP. •Questo continuum non rifletterebbe però anche un continuum funzionale tra funzioni grammaticali e pragmatiche come suggerito da Freywald & Finkbeiner (2018). •Piuttosto, sembra sovrapporsi con il continuum morfologia-sintassi. In altre parole, se la definizione di parola (e quindi di morfologia e sintassi) può essere raggiunta solo in singole lingue, anche le definizioni di RED e REP possono essere identificate solo in singole lingue a partire da proprietà distribuzionali lingua-specifiche. 42 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •È innegabile che interlinguisticamente la RED tenda a esprimere valori più grammaticali (funzionali e context-independent) e la REP valori più pragmatici (indessicali e contextdependent), ma questo ha più a che fare con la distinzione tra morfologia, sintassi, e discorso e non con la distinzione RED-REP di per sé. 43 Funzioni grammaticali ⟷ Funzioni pragmatiche Morfologia (GEMINAZIONE) REDUPLICAZIONE PARZIALE REDUPLICAZIONE TOTALE Sintassi RIPETIZIONE DI PAROLA RIPETIZIONE DI SINTAGMA Discorso/testo RIPETIZIONE DI FRASE Concettualizzazione (tipologica) di RED e REP secondo Barotto & Mattiola (2020) REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •In conclusione, la RED e la REP sono due fenomeni diversi che possono essere definiti solamente in singole lingue e che non possono invece essere definiti in maniera inequivocabile da un punto di vista interlinguistico. •Questi rappresentano due poli di un continuum che possono essere definiti facendo riferimento a proprietà prototipiche (☞ frequenza, vd. canonical typology Brown et al. 2013) alle quali singoli pattern in singole lingue possono aderire oppure no (cf. Stolz 2018). •Questa concettualizzazione poggia su specifiche investigazioni interlinguistiche e linguaspecifiche dei pattern reduplicativi, le quali ci possono aiutare in futuro a definire con maggior precisione le caratteristiche prototipiche (> canone) di entrambi i fenomeni. 44 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE •Inoltre, questa concettualizzazione di RED e REP ci porta ad assumere una visione più in linea con l’approccio della Construction Grammar (e nello specifico della Radical Construction Grammar, cfr. Croft 2001, 2022) secondo la quale non esiste una distinzione netta tra ciò che è morfologia e ciò che è sintassi. •Questo approccio ha come conseguenza per lo studio tipologico della RED e della REP di non tracciare un confine tra i due fenomeni proprio a causa della difficoltà nel definire che cosa sia una parola e anche per evidenti somiglianze di natura formale e funzionale, andando quindi a estendere il concetto ombrello di RED anche a casi di REP. •La RED sarebbe quindi diffusa ben oltre rispetto a quello che nota Rubino (2005) e piuttosto presente anche nelle lingue IE d’Europa, principalmente sottoforma di REP (anche se non solo), e quindi anche in lingue come l’italiano. 45 REDUPLICAZIONE VS. RIPETIZIONE PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA 1. Introdurre la RED: forma e funzioni nelle lingue del mondo 2. Esiste la RED in italiano? RED vs. REP: un approccio tipologico-costruzionista 3. Quali pattern RED in italiano? Un caso studio 46 •In italiano, esistono diversi tipi di RED. In letteratura, troviamo alcuni (isolati) tentativi di descrizione, come ad esempio Wierzbicka (1986) e Thornton (2008, 2023) sui pattern semplici per i quali troviamo un riferimento anche all’interno di una grammatica descrittiva (Robustelli & Maiden 2007). •Più recentemente, ci sono anche stati lavori su pattern meno noti e più «periferici» come ad esempio: RED discontinua Masini & Mattiola (2022) e Mattiola & Masini (2022), la costruzione N-non-N in Di Donato & Masini (2023). • Nonostante ciò, manca ancora una descrizione dei vari pattern dell’italiano che sia comprensiva e corpus-based (molto difficile da fare). Oggi mi soffermerò a descrivere uno di questi pattern: la RED sintattica discontinua con coppie di avverbi antonimici. 47 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO •La RED sintattica discontinua con coppie di avverbi antonimici (SDRA) è definita come «a pattern characterized by the non-contiguous repetition of the same element within a larger fixed configuration defined by a pair of spatial antonyms» (Masini & Mattiola 2022: 316) . Ad esempio: (21) I segni erano spariti e, cerca di qua, cerca di là, nessuno ha avuto il coraggio di continuare senza. (22) Una è il “terrorismo islamico” con tutto il suo corredo di Osama, Al Zarkawi, Al Qaida, cellule qua, cellule là, attentati a Sharm El Sheik, Amman, Londra, ovunque. Sempre solo la versione di comodo dei veri terroristi. 48 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO •La SDRA consiste nella ripetizione di un elemento X (cerca, cellule) all’interno di una configurazione più ampia costruita attorno a una coppia di avverbi spaziali di significato opposto. Questo pattern può essere schematizzato come segue: dove Adv1 = opposto di Adv2 cerca di qua, cerca di là / cellule qua, cellule là •All’interno della SDRA possiamo quindi riconoscere due «elementi»: ✓un pattern reduplicativo (X viene ripetuto); ✓una coppia di avverbi antonimici che occorre nello stesso contesto sintagmatico. 49 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO •Masini & Mattiola (2022) analizzano 319 occorrenze di SDRA estratte da itTenTen16 comprendenti 8 coppie avverbiali antonimiche secondo una serie di parametri di analisi: • tipo della coppie avverbiali, • elemento ripetuto (X), • complessità di X (1 parola vs. più di 1 parola), • categoria lessicale di X (quando X = parola/sintagma), • features grammaticali di X (numero, TAM, etc.), • funzione dell’intera struttura. 50 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Quali elementi compongono SDRA? ➢Quali coppie di avverbi antonimici? •Diverse serie di coppie avverbiali possibili, Masini & Mattiola (2022) si sono focalizzati su 8 coppie. •La distribuzione di queste coppie nel dataset non è regolare. • Xi di qua Xi di là e Xi qua Xi là sono le più diffuse. 51 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO Antonymic adverbial pairs Freq. (n°) Freq. (%) Xi di qua Xi di là 142 44,5 Xi qua Xi là 72 22,6 Xi di qui Xi di là|lì 40 12,5 Xi a destra Xi a sinistra|manca 22 6,9 Xi qui Xi lì 21 6,6 Xi su Xi giù 19 6,0 Xi di su Xi di giù 2 0,6 Xi di sotto Xi di sopra 1 0,3 Totale 319 100 ➢Quali elementi compongono SDRA? ➢Quali elementi ripetuti X? •La stragrande maggioranza degli elementi X nella SDRA sono hapax: • Su 319 casi, sono stati identificati 271 type (non-lemmatizzati) e 247 hapax (91%) • Solo 24 type (non-lemmatizzati) occorrono più di una volta, e solo 6 occorrono più di due volte (tutti verbi), il più frequente è cerca (9 occorrenze). •Da ciò consegue che siamo probabilmente di fronte a un pattern piuttosto produttivo che può «ospitare» un’ampia varietà di forme. Non esiste un chiaro elemento «leader» nel dataset! 52 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Quali elementi compongono SDRA? ➢Quali elementi ripetuti X? •Complessità dell’elemento X • Su 319 casi, sono stati identificati 254 elementi rappresentati da una parola e 65 elementi rappresentati da più di una parola (sintagmi, multiword expressions, frasi) (23) Adesso stanno tutti lì a lisciarsela per bene, ci scusi di qua, ci scusi di là, […] (24) Ancora un'entrata mancata: chi russa di qua chi russa di là, tutti dormono come ghiri e nessuno ha visto. 53 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Quali elementi compongono SDRA? ➢Quali elementi ripetuti X? •Categoria lessicale dell’elemento X (quando X = parola/sintagma) • La stragrande maggioranza degli elementi appartiene ai verbi e ai nomi, • Tra i nomi troviamo sia casi di nomi comuni sia casi di nomi propri • Tutti bravi a parlare, Bono di qua, Bono di là… 54 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO Categoria lessicale Freq. (n°) Freq. (%) V 148 46,4 N 136 42,7 N_comune 94 29,5 N_proprio 42 13,2 Adv 10 3,1 Adj 4 1,3 Pron 4 1,3 Onomatopea 2 0,6 Esclamazione 1 0,3 - 14 4,3 Totale 319 100 ➢Quali elementi compongono SDRA? ➢Quali elementi ripetuti X? •Features grammaticali dell’elemento X • Nomi • Nomi propri occorrono al SG, ma anche quelli comuni tendono a occorrere più spesso al SG (62 occorrenze) piuttosto che al PL (32 occorrenze) 55 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO V features Freq. (n°) Freq. (%) 3SG.PRS 81 54,7 2SG.PRS 21 14,2 1SG.PRS 12 8,1 Altre (16) forme 34 23,0 Totale 148 100 • Verbi • Occorrono in una varietà di forme flesse (19), ma c’è un’evidente tendenza per le forme all’indicativo presente singolare, in particolare la 3a (gira) e la 2a (corri) (25) […] ma gira di qui, gira di là ci ritroviamo al punto di partenza… (26) Fissa appuntamenti, corri di qua, corri di là… ➢Quali elementi compongono SDRA? ➢Quali elementi ripetuti X? •È interessante notare come siano stati identificati alcuni casi in cui l’elemento X non è ripetuto ma c’è una combinazione di due elementi diversi semanticamente correlati: dove Adv1 = opposto di Adv2 & dove X = semanticamente correlato a Y (27) Berlusconi e gli juventini si incontrano in albergo la mattina. Sorrisi, strette di mano, complimenti di qua, battute di là •Questo pattern è semanticamente simile a SDRA, e sono potenzialmente collegati (cfr. Inkelas & Zoll 2005 > composti sinonimici come parte della RED). 56 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Quali funzioni esprime la SDRA? •Dal punto di vista funzionale, la SDRA esprime una serie di funzioni correlate alla nozione di PLURALITÀ e più in generale di INTENSIFICAZIONE • Questo non stupisce, sappiamo che la RED codifica spesso questo tipo di funzione nelle lingue del mondo (Moravcsik 1978) •Le funzioni sono le seguenti: • Distributività • Related Variety • Dispersione • Plurale additivo 57 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO Functions Freq. (n°) Freq. (%) DISTRIBUTIVITÀ 196 61,4 RELATED VARIETY 101 31,7 DISPERSIONE 21 6,6 PLURALE ADDITIVO 1 0,3 Totale 319 100 ➢Quali funzioni esprime la SDRA? •DISTRIBUTIVITÀ: quando SDRA esprime una pluralità (di entità o situazioni) distribuita nello spazio, tempo o sui partecipanti. • Plurale distributivo coi nomi: (28) Come si difende il corpo? Pensando come fanno gli altri, idiozie di qua, idiozie di là? • Plurazionale distributivo coi verbi e i nomi d’azione: (29) in quell'area costruiranno una cinquantina di alloggi Ater e, scava qua scava là, è spuntato il materiale. (30) Io non mi ci raccapezzo più. Ordini, contro-ordini, spostamenti di qua, spostamenti di là. Vi è nell’aria rumore di tempesta. 58 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Quali funzioni esprime la SDRA? •RELATED VARIETY: quando la SDRA esprime una pluralità di entità eterogenee tra loro ma che condividono una qualche proprietà: (31) […] Giornata Europea contro la leucemia, giornata europea contro il fumo, sciopero europeo, giornata europea di qua, giornata europea di là. • Sono anche state trovate occorrenze particolari di questa funzione: quando la SDRA è usata per riferirsi a un gruppo eterogeneo di atti linguistici complessi che ruotano attorno a X. (32) sapete dire solo comunisti.....comunisti di qua comunisti di là....quanta tristezza... 59 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Quali funzioni esprime la SDRA? •DISPERSIONE: quando la SDRA esprime una pluralità limitata e sparpagliata nello spazio, nel tempo o tra i partecipanti. • Plurale «disperso» con elementi nominali: (33) fino alla mezza stavo benissimo, poi ho iniziato a sentire un po' di stanchezza, un doloretto qua, un doloretto là. Alla fine mi sono dovuto fermare • Plurale «disperso» con frasi introdotte da chi: (34) Stufo, delle parole, chi dice qua, chi dice là 60 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Quali funzioni esprime la SDRA? •PLURALE ADDITIVO: la funzione più prototipicamente plurale, cioè, molte entità in opposizione a una singola entità. Questa funzione è rappresentata da un solo esempio nel dataset (35). (35) Sì, però quando dovrai rinnovare il permesso di soggiorno loro ti chiedono CUD di qua CUD di là […] 61 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Esistono delle associazioni ricorrenti tra forma e funzione? •Distributività: • chiaramente associata a due tipi di elementi che producono due sotto-funzioni: 1. Plurale distributivo nomi al singolare o al plurale; 2. Plurazionale distributivo verbi alla 3|2.SG.PRS.IND e nomi d’azione. •Related Variety: • associata principalmente con nomi (al singolare), ma aperta anche a verbi (senza forme particolari) e altre parti del discorso, ma anche sintagmi e frasi (al contrario della distributività). •Dispersione: • associata chiaramente a nomi singolari preceduti da un indefinito e da frasi introdotte da chi. 62 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •Abbiamo detto che nella SDRA possiamo riconoscere due pattern: • un pattern reduplicativo / ripetitivo • Un caso di RED ‘non-prototipica’ / ‘non-canonica’ (nel senso di Urdze 2018, Stolz 2018)? ☞ Adiacenza! • un pattern che coinvolge una coppia di avverbi antonimici • ci ricorda i “co-composti generalizzanti” le cui “parti esprimono gli estremi di poli opposti di cui è composto l'insieme” (Wälchli 2005: 139, trad. mia): Mordvin (uralica) > t’ese-toso (qui-là) ‘ovunque’. •Entrambi questi pattern occorrono indipendentemente in italiano: • RED / REP, • binomi avverbiali antonimici (espressioni fisse). 63 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •La RED è presente in italiano e codifica una serie di funzioni: intensificazione (36), contrastive focus (37), plurazionalità/continuatività (38), distributività (39), funzione ‘gerundiva’ (40) (cfr. Wierzbicka 1986; Stolz et al. 2011; Rossi 2011; Thornton 2008; De Santis 2011, 2014): (36) bello bello ‘molto bello’ (37) caffè caffè ‘vero caffè’ (38) io lavoro lavoro fino ad azzerare i pensieri ‘lavoro tanto (a lungo, ripetutamente)’ (39) una cena pallosissima in cui si parlerà di lavoro lavoro lavoro ‘si parlerà sempre/solo di lavoro’ (40) E così, cammina cammina, il femminismo è arrivato a incidere sul pensiero di Jurgen Habermas ‘poco per volta’ 64 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •Le stesse coppie avverbiali antonimiche occorrono in isolamento connesse da e, formando un binomio irreversibile (Malkiel 1959) che significa ‘qui e lì/di qua e di là/dappertutto’: • Funzione generalizzante (nel senso di Wälchli 2005) • Le guardie accorrevano di qua e di là ‘dappertutto/da ogni lato’ • Funzione dispersiva (pluralità limitata e distribuita) • Singole poesie sono state pubblicate qua e là su libri o fanzines ’pubblicate poche volte in posti diversi’ •La coppia più frequente è qua e là, seguita da su e giù e a destra e a sinistra/manca (mentre di qua e di là, più frequente nella SDRA, è meno frequente). 65 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •Siccome l’analisi trae le basi dalla Construction Grammar (Hoffmann & Trousdale 2013), è opportuno ora porsi la domanda: La SDRA può essere considerata una costruzione dell’italiano? •“Any linguistic pattern is recognized as a construction as long as some aspect of its form or function is not strictly predictable from its component parts or from other constructions recognized to exist. In addition, patterns are stored as constructions even if they are fully predictable as long as they occur with sufficient frequency” (Goldberg 2006: 5) 66 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •Proprietà non predicibili e idiosincratiche • Funzione: non predicibile dalle sue sottoparti, • Forma: le coppie avverbiali sono fisse e non possono essere invertite (una ricerca con ha dato zero risultati!) e gli elementi X sono vincolati nel senso che devono essere identici, •Ma la SDRA è predicibile ‘from other constructions recognized to exist’? E nelle specifico dalla «somma» delle due costruzioni indipendenti che la compongono (RED e binomi avverbiali antonimici)? 67 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •Ovviamente questa è una possibilità, ma si tenga conto che la SDRA: • è abbastanza attestata nel corpus e, soprattutto, sembra essere piuttosto produttiva, • mostra una chiara preferenza per la coppia di qua-di là in contrasto con la frequenza del corrispondente binomio, • mostra una funzione che non può essere ricondotta alla RED o ai binomi avverbiali antonimici (Related Variety), • mostra alcune tendenze specifiche di associazione forma-funzione che possono essere analizzate più direttamente e semplicemente come un network di costruzioni correlate motivate da una costruzione madre-SDRA, • infine, se la SDRA fosse analizzata come costruzione indipendente, allora diventerebbe anche più semplice spiegare la connessione tra la SDRA stessa e il pattern . 68 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •Per questi motivi, possiamo proporre di considerare la SDRA come una costruzione indipendente che dà luogo a una serie di costruzioni più specifiche (in termini funzionali e formali) e che sono connesse con la SDRA tramite «eredità» (inheritance) 69 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO ➢Ma qual è lo statuto teorico della SDRA all’interno del sistema italiano? •Proporre di considerare la SDRA come una costruzione indipendente non significa negare la connessione che essa ha con la RED e i binomi avverbiali antonimici (come costruzioni) •In realtà, la SDRA come costruzione potrebbe essersi originata da una sorta di ‘confluenza’ o ‘miscela’ tra le due costruzioni • ☞ un caso di quello che in letteratura viene chiamato Multiple Source Construction (Van de Velde et al. 2015) •Una volta che la nuova costruzione si è stabilizzata, ha acquisito una propria vita autonoma e quindi nuove proprietà (mantenendo comunque una connessione con le due costruzioni d’origine). 70 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA 1. Introdurre la RED: forma e funzioni nelle lingue del mondo 2. Esiste la RED in italiano? RED vs. REP: un approccio tipologico-costruzionista 3. Quali pattern RED in italiano? Un caso studio Conclusioni conclusioni! 71 72 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA •In conclusione: • A lungo la RED è stata declassata a semplice processo morfologico con funzioni altamente iconiche legate alla quantificazione e diffusa in specifiche aree del mondo (Africa, Papunesia e PNW) e assente in altre (Europa) • In realtà, la RED è un fenomeno estremamente eterogeneo del quale presumiamo di sapere molto, ma del quale in realtà sappiamo poco sia a livello formale, sia a livello funzionale, ma anche da un punto di vista più strettamente teorico, ad esempio: • La RED non è derubricabile come semplice processo iconico legata alla quantificazione, ma sembra abbracciare una nozione più ampio di iconicità che va a includere il suo dominio funzionale in maniera più comprensiva • RED e REP sembrano essere due facce della stessa medaglia, quasi impossibile distinguerle interlinguisticamente (nozione di parola) ma solo in singole lingue, e mostrano anche una somiglianza evidente a livello sia formale sia funzionale • ne segue che la RED sia quindi diffusa ben oltre rispetto a quanto descritto e la possiamo trovare in molte forme e tipi anche in lingue IE d’Europa, come in italiano 73 PATTERN REDUPLICATIVI IN ITALIANO IN PROSPETTIVA TIPOLOGICA •In futuro: • Abbiamo bisogno di studiare molto più nel dettaglio e da punti di vista diversi (sincronico, tipologico, lingua-specifico, diacronico, cognitivo, etc.) i vari pattern reduplicativi • questo sia per aumentare la nostra conoscenza del fenomeno stesso e di fenomeni correlati (ad es. ideofoni) interlinguisticamente e teoricamente, • sia per comprendere meglio e in maniera più completa la strutturazione e le relazioni che intercorrono tra le costruzioni di una specifica lingua, non solo in lingue «lontane» ma anche in lingue più «note» e «vicine», come l’italiano, perché la RED è presente e pervasiva anche in queste. SIMONE MATTIOLA Università di Pavia simone.mattiola@unipv.it Grazie molte per l’attenzione!