Francesco De Gregori - De Gregori - 1974 Niente Da Capire Cercando Un Altro Egitto Dolce Amore Del Bahia Informazioni Di Vincent Giorno Di Pioggia Bene Chissà Dove Sei A Lupo Arlecchino Finestre Di Dolore Souvenir « Niente Da Capire « Le stelle sono tante, milioni di milioni, la luce dei lampioni si confonde con la strada lucida. Seduto o non seduto, faccio sempre la mia parte, con l’anima in riserva e il cuore che non parte. Però Giovanna io me la ricordo ma è un ricordo che vale dieci lire. E non c’è niente da capire. Mia moglie ha molti uomini, ognuno è una scommessa perduta ogni mattina nello specchio del caffè. Io amo le sue rughe ma lei non lo capisce, ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce, però Giovanna è stata la migliore, faceva dei giochetti da impazzire. E non c’è niente da capire. Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve, che freddo amore mio, pensaci bene a far l’amore. È giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male, io non ti invidio niente, non ho niente di speciale. Ma se i tuoi occhi fossero ciliege io non ci troverei niente da dire. E non c’è niente da capire. È troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi, mi dicono che stai vincendo e ridono da matti, ma io non lo sapevo che era una partita, posso dartela vinta e tenermi la mia vita. Però se un giorno tornerai da queste parti, riportami i miei occhi e il tuo fucile. E non c’è niente da capire. « Cercando Un Altro Egitto « Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra mi dicono «Francesco ti vogliono ammazzare». Io domando «Chi?», loro fanno «Cosa?». Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto. Di fuori tutto calmo, la strada era deserta mi dico ’meno male, è tutto uno scherzetto’ sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino, la strada adesso è piena di persone. Mia madre è qui vicino. Un uomo proprio all’angolo, vestito da poeta vende fotografie virate seppia, ricordo della terra prima della caduta e al posto del posto dove va il francobollo, c’è un buco per appenderlo; «Dove?», dico io «Intorno al collo», e adesso per la strada la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla; «Non c’è nessun motivo di essere nervosi» ti dicono agitando i loro sfollagente, e io dico «Non può essere vero» e loro dicono «Non è più vero niente». Lontano più lontano degli occhi del tramonto mi domando come mai non ci sono bambini e l’ufficiale uncinato che mi segue da tempo mi indica col dito qualcosa da guardare le grandi gelaterie di lampone che fumano lente i bambini, i bambini sono tutti a volare Un amico d’infanzia, dopo questa canzone mi ha detto che «È bellissima, un incubo riuscito ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi», amore amore, naviga via devo ancora svegliarmi. « Dolce Amore Del Bahia « Ieri ho incontrato la mia formica, mi ha detto che sono pazzo. Io, con occhiaie profonde e un principio di intossicazione. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi l’ultima volta che ti ho insultato, l’ultima volta che ti ho lasciato, ma io sono stato, io sono stato, io sono stato dove tu mai. Dolce amore del Bahia, dolce amore del Bahia. Io, con le mani di giunco e la mia verginità. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi l’ultima volta che ti ho insultato, l’ultima volta che ti ho bloccato. Ma io sono stato, io sono stato dove tu mai. Ieri ho incontrato la mia formica, diceva che ero pazzo. Io, pazzo solo per gioco, o per niente e per nessuno. Io non ricordo che occhi avevi. Io non ricordo che occhi avevi l’ultima volta che ti ho insultato, l’ultima volta che ti ho incastrato, ma io sono stato, io sono stato dove tu mai. « Informazioni Di Vincent « E una sera che il fiore mi pesa e le stelle mantengono i loro segreti. Più freddamente che mai, guardo le mie povere cose. Una foto di Angela Davis muore lentamente sul muro e a me di lei non me ne è fregato niente, mai. E tutte queste informazioni di Vincent mi vanno intorno e non mi dicono perché. E tutte queste informazioni di Vincent girano in tondo e non mi spiegano cos’è che muore. E stasera ho tradito gli affetti, ho affittato i miei occhi a una banda di ladri, vedo quel che vedono loro. Tu conosci mica qualcuno che è disposto a chiamarmi fratello senza avermi letto la mano. Amore mio, voltati dall’altra parte e fai quello che Vincent non t’avrebbe detto mai, quello che Vinc non t’insegnerebbe mai, quello che Vinc non regolerebbe mai, quello che Vinc non permetterebbe mai, stasera. E a Parigi mi aspettano ancora, c’è una stanza con bagno prenotata a mio nome, la moquette sarà piena di topi. Ieri alla televisione mi hanno detto di stare tranquillo, non c’è nessuna ragione di aver paura. Non c’è proprio niente che non va. « Giorno Di Pioggia « Oggi giorno di pioggia, ma la gente è tranquilla, io sono figlio della gente. Prendimi la mano dammela, cerchiamo di venire insieme, la tua tessera è scaduta. Grazie per l’invito sì, stasera non ho voglia di vedere gli incidenti stradali lungo il fiume. Oggi giorno di pioggia ma la gente si muove, io sono figlio della pioggia. La festa è stata magica, le ragazze han ballato, mi han coperto di lodi e di sorrisi. La prossima vigilia di Natale avremo tutti partorito, potremo farne un’altra per allora. A volte potrai avermi con un fiore, a volte un fiore non ti basterà, a volte penserai di avermi chiuso in una stanza. Dammi le tue chiavi dolci, voglio farne una copia, voglio scrivere una lunga poesia per le tue braccia. « Bene « Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia, sono tuoi ma è inutile cercarmi sotto il tavolo, ormai non ci sto più ho preso qualche treno, qualche nave, qualche sogno, qualche tempo fa Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza, e ti chiamavo mia, e inoltre la coperta all’uncinetto, c’era il soffio della tua pazzia e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho. E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie però stai attenta a tendermi la mano, perché il braccio non lo voglio più mia madre è sempre lì che si nasconde dietro i muri e non si trova mai e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca, tutto quel che hai e puoi chiamarmi ancora amore mio E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti là con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicità se Luigi si sporge verso l’acqua sono solo fatti suoi E ancora mille volte, mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai per quel sorriso ladro e per i giochi, i mille giochi che sapevi già e ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei Però non mi confondere con niente e con nessuno, e vedrai... niente e nessuno ti confonderà soltanto l’innocenza nei miei occhi, c’è nè già meno di ieri, ma che male c’è le navi di Pierino erano carta di giornale, eppure vedi, sono andate via magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai e puoi chiamarmi ancora amore mio « Chissà Dove Sei « Chissà dove sei, perduta nella notte, col tuo trucco infame e la tua giacca da bandito. Io ti ho aspettata all’ombra dei tuoi ’per come’, col mio viso angelico percosso dai fatti. Chissà dove sei, perduta nei segni, con la tua sigaretta come una matita, e le tue speranze di vittoria. Io ti ho accettata come una bella calligrafia, un biglietto da visita e due occhi diversi. Può accadere di tutto, puoi anche conquistare vari uomini bruni e misurarne l’aspetto, ma il mio indirizzo è «Via del sopracciglio destro» con rispetto parlando, e altre parti, altre parti di me. « A Lupo « Lei aveva tasche troppo strette e otto, nove, dieci modi di vivere, forse aveva un cuore troppo grande e una strana maniera di sorridere. Lui aveva un grosso cervello e dei gerani proprio dove al strada si divide, lontano i campanili suonavano ma lui non se ne preoccupava. Ma questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta e un libro cominciato la sera è già dimenticato la mattina. «A Lupo, anima pura, perchè non giuri più sulla sua bambina». Il poeta in affari veniva da molto lontano con dei nastri colorati legati alla vita, la vide che vendeva giocattoli, le chiese «Cosa vuoi per una notte?». Lei non rispose, le parole erano neve, la piccola fiammiferaia presa dal gioco, si è rotta una mano sopra il filo spinato, rispose la signora, «Non ho niente da chiedere, se non le tue lacrime e tutto quel che hai». Ma questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta e un libro cominciato la sera è già dimenticato la mattina. «A Lupo, anima pura, perchè non giuri più sulla sua bambina». E si presero per mano nella notte stellata e piovosa e capirono che in fondo bastava non chiedersi né l’anima né il cuore né niente di simile, soltanto quattro salti dove più ti conviene. E vennero accerchiati da quaranta ladroni usciti dalla favola senza permesso, riuscirono a fuggire proprio a mezzanotte, senza colpo ferire, senza fare rumore, l’orologio batteva i suoi colpi, la Renault diventava una zucca. Ma questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta e un libro cominciato la sera è già dimenticato la mattina. «A Lupo, anima pura, perchè non giuri più sulla sua bambina». « Arlecchino « Fiori falsi e sogni veri, tra gli eroi della friggitoria Schantan. Grazie, ho già mangiato ieri, un sorriso stasera basterà. Arlecchino è già sul filo, la gente vuol vedere cosa fa. E il filo corre sopra la città, e tutto il mondo è tutto qua. Dove vai? Quanti soldi ti hanno dato, quanti sogni e quanti anni? Dove vai? La tua cella è un pò più stretta ma ti pagano di più. Notte chiara, notte bella, sopra i libri non ti avevo letto mai. Mi hanno detto ’fermati’, non mi hanno chiesto mica ’dove vai?’. Arlecchino è lì sospeso ma il filo sotto i piedi non ce l’ha. E anche questo in fondo è libertà, e tutto il mondo è tutto qua. Dove vai? Quanti soldi ti hanno dato, quanti sogni e quanti anni. Dove vai? La tua cella è un pò più stretta ma ti pagano di più. « Finestre Di Dolore « La luce della luna ci trovò sopra il tetto e Pietro non parlava, e niente che rompeva la noia dell’attesa, solo il suono della pioggia che cadeva. E lui, con la mano alla bottiglia, faceva i suoi discorsi da pazzo e un gallo si mise a suonare la sveglia, per quanto la notte fosse ancora ubriaca e Giuda fosse ancora un ragazzo. E credo che fu in quel preciso momento che venne da molto lontano un ricordo, qualcosa di simile a un pianto di madri. E due angeli vestiti di bianco scescero con aria stupita e il vuoto nel cuore. E aprimmo al pianto le finestre del dolore. Seduti nella stanza con la bocca socchiusa, aggrappati alle nostre sigarette, aspettavamo l’alba senza troppo interesse, soltanto per avere una scusa. E Anna, perduta sul divano, sembrava un bambino sconfitto e la sua amica giovane le dava la mano ma Anna era troppo occupata a contare ricordi sul soffitto. E credo che fu in quel preciso momento che venne da molto lontano un ricordo, qualcosa di simile a un pianto di madri. E due angeli vestiti di bianco scescero con aria stupita e il vuoto nel cuore. E aprimmo al pianto le finestre del dolore. In fondo alla pianura una linea più buia, l’esercito degli uomini diversi, con gli occhi e la bocca pieni di sonno, aspettava in una buca di due metri. E noi, dall’altra parte del concetto, con l’anima in fondo alle gavette, cacciavamo i pensieri come mosche mortali e il nostro cervello era bianco. L’attacco era fissato per le sette. E credo che fu in quel preciso momento che venne da molto lontano un ricordo, qualcosa di simile a un pianto di madri. E due angeli vestiti di bianco scescero con aria stupita e il vuoto nel cuore. E aprimmo al pianto le finestre del dolore. « Souvenir « Niente luna questa sera, niente gatti sopra il tetto, i miei sogni sono tutti rotolati sotto il letto e nel buio con la lingua conto i denti che mi restano. Domani che farò ragazza mia, dei tuoi pensieri magri? Sul campanile nevica, d’accordo, ma purtroppo ho solo una camicia e francamente non mi basta e faccio di mestiere il venditore di risate al circo che si tiene il lunedì, ragazza mia, ci andresti mai? E intanto conto i denti però il conto non mi torna, ce ne è uno che mi manca e forse tu mi puoi aiutare. Per caso, non l’hai mica ritrovato a casa tua? Ero così distratto, amore mio, quando ti ho morso il cuore.