"Canzoni a Manovella " (2000) 1 Bardamù 2 Polka di Warsava 3 Decervellamento 4 Marajà 5 Canzone a manovella 6 I Pagliacci 7 Marcia del Camposanto 8 I pianoforti di Lubecca 9 Suona Rosamunda 10 Intermezzo 11 Contratto per Karelias 12 Solo mia 13 Corre il soldato 14 Signora Luna 15 Con una rosa 16 Nella pioggia 17 Resto qua Bardamù Per quanto scura la notte è passata e non lascia che schiuma di birra slavata e una spiaggia e una linea di sabbia è il fronte di un addio gli altri si cambino l'anima per meglio tradire per meglio scordare Bum Bum Bardamù Bum Bum Bum Bardamù Carrozieri! Trapanati! All'armi in fila! Agli aerostati! Dirigibili all'idrogeno nell'aria si involano e le ballerine in fila danzano danzano leggere, leggere in tutù leggere, leggere di più della mia porcheria Sparato tra gli astri in pallone rigonfio di musica solo al richiamo più lontano voglio la notte e la voglio senza luna.. Ma niente canzoni d'amor mai più mi prendano il cuor la notte è passata e le nuvole gonfiano schiuma di Baltico e cenere e cenere avrò... Bum Bum Bardamù Bum Bum Bum Bardamù leggere, leggere in tutù leggere, leggere di più della mia porcheria Se è circo che vogliono circo daremo e cariole di occhi e rimpianti e fosforo e zolfo e profumo di niente e di Nord e ancora si cambino l'anima per meglio tradire per meglio scordare... Ma niente canzoni d'amor mai più mi prendano il cuor la notte è passata e le nuvole gonfiano schiuma di Baltico e cenere e cenere avrò... (l'emozione è tutto nella vita, quando siete morti è finita... l'emozione è tutto nella vita, quando siete morti è finita...) Polka di Warsava Il cielo è fosforo La terra è cenere Sferraglia celere Il treno e va Sui bastimenti Va la fanfara La terra implora Un altro brindisi Decervellamento Per molto tempo fui ebanista operaio in borgo d'Ognissanti mia moglie lì faceva la modista e in questo modo tiravamo avanti Quando la domenica era bella ci vestivamo a festa per andar in via dell'Euchadè tanto per fare contenti di veder decervellare I nostri due marmocchi impiastricciati brandendo lieti i miseri balocchi salivan su con noi nella vettura felici correvamo in via EuchadÈ Strozzati tutti quanti allo steccato menando colpi per meglio veder cercando sotto i piedi un asse o un sasso per non sporcar di sangue gli scarpon Venite, vedete, la macchina girar Dal ricco ammirate la testa via volar Eccoci bianchicci di cervella i pargoli ne mangiano e noi pure il palotino affetta con livore e le ferite e i piombi ci godiamo Poi vedo sulla macchina spaurito un brutto ceffo che mi torna poco ti riconosco in faccia bel tomino ci hai derubati e non mi fai pietà A un tratto per la manica mi tira La sposa mia che avanza con premura Ma sbattigli sul muso un bel piastrone Che il palotino si è girato in là Sentendo il suo superbo ragionare Mi gonfio di coraggio e da insolente Di merra al ricco tiro una gran piastra Che in faccia al palotino si spatacca Di colpo oltre il recinto son menato Dalla folla inferocita strapazzato E son caduto dritto a testa in giù Nel vortice da cui non torni più Venite, vedete, la macchina girar Dal ricco ammirate la testa via volar Ecco che cosa capita a chi ignaro Passeggia per veder decervellar In via dell'EuchadÈ da malaccorti Si parte vivi e si ritorna morti Marajà È arrivato sul pallone con il botto del cannone È arrivato sul treruote con la gotta sulle gote È arrivato in aerostato, coi forzuti del Caucaso sul Mercedes cabinato è arrivato il Marajà Col monocolo e il ciclofono va in rivista il Marajà s'alza l'asta del ginnasta quando passa il Marajà si sollevano i manubri dei sollevatori bulgari si spara l'uomo cannone quando passa il faraone apre il mazzo anche il pavone se lo chiede il Marajà si scompiscia si sganascia si oscureggia il Marajà raglia tutta la marmaglia quando raglia il Marajà sguaian forte i commensali versan gli otri ed i boccali il pascialato si stravacca se stramazza il Marajà ma zittiscono e squittiscono se sternuta il Marajà si stupiscono e svanisono se si acciglia il marajà i giannizzeri ottomani fanno guardia ai suoi divani col ventaglio e col serraglio danno lustro al Marajà la circassa su una stola di ermellino si consola gli occhi viola si ristora sui coscini di taftà alle corse degli struzzi fa la mostra dei suoi vizi sognan tutti i suoi topazi e diventare Marajà Marajà! Marajà! Astanblanfemininkutan Melingheli stik e stuk Malingut! Con l'Uncino e la Phinanza si rimpinza il Marajà tutti accoglie tutti abbaglia tutti ammalia il Marajà fa da padre e da padrino alza tutti al suo destino non bisogna più pensare pensa a tutto il marajà ma t'attacca con riguardo tutto il marcio del suo sguardo se non credi più a nessuno niente crede neanche a te i miei sogni se li è presi l'uomo nero e non li ha resi l'uomo nero che li tiene e ti trattiene un anno intero m'han coperto tutto d'oro e poi mi han lasciato solo solo, solo qui a pensare a diventare marajà Marajà! Marajà! Astanblanfemininkutan Melingheli stik e stuk Malingut! Canzone a manovella Siamo una barca chiusa nella bottiglia del bettoliere fermi nel bagnasciuga non ci spostano da sedere il tempo è un alambicco che piano piano ci cola a picco nel ghiaccio in mezzo al mare senza un messaggio da riportare 15 uomini sono andati se li è presi la morte secca dietro il molo della Giudecca la marina s'affoga alla spina sul manometro del timone brilla il calibro del cannone la corvetta sta di vedetta che non si stappi quel collo in fretta sottocoperta la ciurma canta sopracoperta la ciurma crepa savoiardi nella congrega inzuppati dentro la strega sulla poppa sta il commodoro sulla rotta rolla la botte il pappagallo sta sulla spalla e la bottiglia ci tiene a galla ma un giorno sotto sale una sorpresa venne dal mare dal fondo di uno scoglio nero di seppia come il petrolio un lampo brillò a squame nell'abisso di verderame un eco scosse la chiglia della ciurma nella bottiglia si butta il palombaro con la sua tuta da calamaro calato per il paranco chiuso nel piombo dello scafandro va a spasso sul fondale soffia nel mantice col pedale appeso per il boccaglio suona l'armonica a quell'abbaglio canzone a manovella ... canzone a manovella per la coda della mia bella serenata marinata per la notte che se n'è andata serenata di capodoglio per il mio cuore chiuso sott'olio nel vapore del mattino s'è dipinto un arcobaleno sull'ottone della panchina la sardina s'asciuga il seno per il canto che lí rovina per la grazia che li avvicina tutt'intorno si fan la scrima con le foche da brillantina beccheggia bagnarola solo la rotta ormai ci consola a spasso in mezzo al mare senza un messaggio da riportare stregati sotto vetro niente più ci riporta indietro solo gli occhi di una sirena con la coda di una balena canzone a manovella.... ... canzone a manovella.... per la coda della mia bella serenata marinata....... per la notte che se n'è andata serenata di capodoglio.. per il mio cuore chiuso sott'olio a spasso in mezzo al mare senza un messaggio da riportare solo per gli occhi di una sirena con la coda di una balena I Pagliacci Un tempo ridevo soltanto a veder l'incanto di noi vestiti di piume e balocchi con bocche a soffietto e rossetto negli occhi scimmie, vecchiette obbedienti e cavalli sapienti sul dorso giocar ridere era come amr poi ripetendo il mestiere s'impara il dover recitar e pompa il salone il suo fiato e il riso è sfiatato dal troppo soffiar di creta mi pare il cerone s'appiccica al volto il mal del buffone ridere vorrei stasera ridere vorrei per me Un Due Tre! all'erta gli elefanti in piedi saltino le pulci avanti attenti passa il domatore!! L'anima che ride ride e sempre riderà;.. come una preghiera i trapezi ronzavano elettrici uccelli di piuma di un mondo di luna legati i compagni per mano libravan da pesci vicini e lontano si sfioran d'un tratto i due bracci appesi nell'aria come due stracci sul sangue buttano rena ed entran di corsa i pagliacci. E sempre ridere per compiacere la sala piena da mantenere che bello udire l'applauso ilare gonfiar la sala scacciare il male e sempre cedere con batticuore a sogni e parole da far scoppiare!! Il padrone ha la tuba allungata ed ha baffi arditi e in fondo già sa che restiamo alla frusta qui uguali felici e incapaci di esser normali e allora ridano gli altri di noi e allora ridano gli altri stasera ridano gli altri per noi. Marcia del Camposanto E lo portaron al Camposanto gonfio di birra senza rimpianto se lo portaron seduto in trono quattro becchini al passo lento del perdono due passi avanti tre passi indietro sotto la luna livida dello spineto la cinciallegra rimase affranta il gallo dorme e la civetta canta nelle pannocchie tra il frumentone passò il bastone curvo della processione la cornacchia gracchia alla macchia la gazza luccica sul becco del trombone e per la lagna della malogna che non portasse un'altra volta la scalogna l'arciprete non volle messe e solo un tocco al sacrestano gli concesse e la buonanima di Materdomina soffia nel mantice della fisarmonica la marescialla zoppa di guerra balla la polka della stampella nel tabernacolo del camposanto la mammanonna lo depose come un guanto dentro la cassa porta il tesoro e sopra gli occhi due zecchini d'oro e per la Grazia del suo Mistero e per la cantica e la tremola del cero dalle stelle sparte in cielo la luna venne col suo manto nero gli tolse gli occhi gli tolse il pianto che non portasse l'amarezza dentro il campo si prese in cambio l'or zecchino e lo brillò nell'oro in bocca del mattino e per la Grazia dello zecchino brillò più forte l'oro in bocca a quel mattino I pianoforti di Lubecca Una notte sul canale di Lubecca in una vecchia fabbrica di polvere da sparo lì giacciono nella polvere accasciati i vecchi pianoforti dalla guerra abbandonati, cani senza più padroni sull'attenti come vecchi maggiordomi, e in quelle casse sorde e impolverate giace lì il silenzio di milioni di canzoni Ma una sera come in un incanto un vecchio Duysen disse al suo piano di fianco... i piedi ad altri piedi più torniti avvicinò e a mezzavoce dolcemente sussurrò... "Signora Blutner non stia a pensare quello che è stato non tornerà se ci hanno dati tutti all'incanto ora all'incanto ceda il suo cuor.. se le caviglie sono allenate e quei notturni non suona più sfiori i miei tasti prenda i miei baci ed all'incanto ceda il suo cuor.." Se le cordiere si sono allentate e il tempo non mantiene più una nota insieme scordiamoci anche noi di quel che è stato scordiamoci d'un tratto del passato ci suoni mister Kaps una 'berceousa" sul fortepiano a rulli il principe Steinway gli inglesi a baionetta! cinguetti la spinetta! la balalaika russa dell'ussaro Petrof! (strum.) "Se le caviglie sono allentate e quei notturni non suona più sfiori i miei tasti prenda quei baci che mi fa sognar Signora Blutner ma che le pare... Quello che è stato non tornerà se ci hanno dati tutti all'incanto ora all'incanto ceda il suo cuor.." ed all'incanto cedo il mio cuor Suona Rosamunda Suona la banda prigioniera suona per me e per te eppure è dolce nella sera il suono aguzzo sul nostro cuor cade la neve senza rumore sulle parole cadute già fino nel fondo della notte che qui ci inghiotte e non tornerà il passo d'oca che mai riposa spinge la giostra, spinge la ruota con i bottoni e coi maniconi marciano i suoni vengon per noi suona Rosamunda suona che mi piaci suonano i tuoi baci nella cenere ancor suona Rosamunda suona che mi piaci brucino i tuoi baci nella cenere allor si bruci il circo si bruci il ballo e le divise ubriache d'amor che ritorni più a luce ili sole che ritorni più luce per noi le marionette marciano strette dentro la notte tornan per noi suona Rosamunda suona che mi piaci suonano i tuoi baci come fuoco d'amor brucia Rosamunda brucia che mi piaci brucino i tuoi baci nella cenere ancor Intermezzo (Tradizionale) Nicolae Kostantin - Fisarmonica Contratto per Karelias Sulla pe - lle - ti ho - ta - tua - ta come un cro - ta - lo - per - farmi ricordar dell'a - spi - de - nel - cuo - re che mi succhia - succhia - le tua - cru - deltà orà non - sen - to - più - do - lo - re non c'è - niente - niente - c'è - più da - succhia - r gli anni buo - ni - che - ti ho - da - to niente ormai - me - li - può - fare - ritornar oltre agli o - cchi - ti ho - la - scia - to una casa - di tre piani - e il mio divano ma non impo - r - ta - che ho per - du - to ora vado - più leggero - e senza aiuto da Saloni - cco - a Ka - la - ma - ta da dieci gio - rni - mi - di - vora la ferrata nella spe - zia - de - lla - se - ra dal Bosforo - d'argento - fino a Izmir bevo ra - kja - rakja - vie - ni a consolarmi - dalla pena - e dal dolor prenderò - ques - ta - di - sce - sa senza piùfer - mar - mi an - cora - dietro a te se consuma - vo - come - ce - ra ora è la - brace che - consuma - anche per me ho un contra - tto - per - Ka - relias e fuma fuma - l'illusio - ne e fumo anch'io.. cala la lu - na - e io - non - spero l'illusione è - lusso - della gioventù cala la lu - na - e io - non - spero l'illusione è - lusso - della gioventù Solo mia Guardo il cielo che risplende e mi chiedo dove sei, cerco te ma dove sei dove sei, dove sei e anche il cielo che risplende non mi dice dove sei cerco te ma tu chi sei tu chi sei, tu chi sei pioggia vento, triste gioia anche in cielo vedo cerco te ma tu chi sei di chi sei, di chi sei di chiunque tu ora sia di chiunque tu ora sia di chiunque tu ora sia solo mia non sei ah ah ah....... di chiunque tu ora sia di chiunque tu ora sia di chiunque tu ora sia solo mia non sei Corre il soldato Chiamami ora che la tua pelle non mi consola nÈ la tua pelle, nÈ il tuo viso diviso e un'ombra scura è scesa lunga su di noi un treno è passato un treno nero e pieno corre il soldato corre la strada sulla terra bruciata corre la notte e dice che non tornerà per me brancola la sposa brancola il suo velo di rosa si strappa a pezzi dorme e non riposa e un treno ancora non la porta più per me casa su casa dov'era casa ora che il cielo è caduto e cade a pezzi giù dal cielo perduto e l'alba ancora non ritorna più per me sognami qui com'ero sognami com'eri tu non ritorna il tempo per noi ora sai com'era vero ora sai com'eri tu sognami qui com'ero sogna di com'eri tu non ritorna il tempo per noi ora sai com'era vero ora sai com'eri tu Signora Luna Perse nel cielo lungo la notte del mio cammino sono due luci che mi accompagnan dovunque sto una nel sole per quando il sole mi copre d'oro una nel nero per quando il gelo mi vuole a sÈ signora luna che mi accompagni per tutto il mondo puoi tu spiegarmi dov'è la strada che porta a me forse nel sole forse nell'ombra così par esser ombra nel sole luce nell'ombra sempre per me perse nel cielo lungo la notte del mio cammino sono due luci che brillan sempre dovunque sto brillano alte brillano intense finchè par essere che siano gli occhi di chi ho già perduto che veglian per me signora luna che mi accompagni per tutto il mondo puoi tu spiegarmi dov'è la strada che porta a lei non se ne adombri signora luna se non ho amato diglielo a ella che solo ella veglia per me non se ne adombri signora luna se non ho amato solo negli occhi di chi è già stato .. veglia per me Con una rosa Con una rosa hai detto vienimi a cercare tutta la sera io resterò da sola ed io per te.. muoio per te.. con una rosa sono venuto a te bianca come le nuvole di lontano come una notte amara passata invano come la schiuma che sopra il mare spuma bianca non è la rosa che porto a te gialla come la febbre che mi consuma come il liquore che strega le parole come il veleno che stilla dal tuo seno gialla non è la rosa che porto a te sospirano le rose nell'aria spirano petalo a petalo mostrano il color ma il fiore che da solo cresce nel rovo rosso non è l'amore bianco non è il dolore il fiore è il solo dono che porto a te rosa come un romanzo di poca cosa come la resa che affiora sopra al viso come l'attesa che sulle labbra pesa rosa non è la rosa che porto a te come la porpora che infiamma il mattino come la lama che scalda il tuo cuscino come la spina che al cuore si avvicina rossa così è la rosa che porto a te lacrime di cristallo l'hanno bagnata lacrime e vino versate nel cammino goccia su goccia, perdute nella pioggia goccia su goccia le hanno asciugato il cuor portami allora portami il più bel fiore quello che duri più dell'amor per sè il fiore che da solo non specchia il rovo perfetto dal dolore perfetto dal suo cuore prefetto dal dono che fa di sè Nella pioggia sulla pe sulla pe sulla pelle e su noi cadono perle stasera le insegne dipingono amanti dai vetri rigati al vapore nella pio nella pio nella pioggia che c'è i cani non trovano padroni e suona l'orchestra a gettoni e i cinesi non chiudono mai nascosti nella sera partono treni a ogni ora partono ma non partiamo noi è un disco d'inchiostro e di cera la strada e i solchi li suonan le suola camminando, camminando cade la pioggia.. la pianola, la pianola spazza la sera gli ombrelli sbocciano agli angoli.. nella pio nella pio nella pioggia che c'è le rose non seguono i guanti ritornano a mazzi ambulanti dov'è che dormono i tram questa pio questa pio questa pioggia è per noi e brilla di ferro e binari ritaglian le stoffe e le ore le lancette dei grandi orologi nascosti nella sera partono treni a ogni ora partono ma non partiamo noi gli obrelli sbocciano agli angoli e appesi voliamo anche noi gira, gira gira la pioggia.. la pianola, la pianola spazza la sera piccolo piccolo è il cielo e grande più per noi.. Resto qua Resto q u a e la miseria sa cosè l'a m o r Natale è già pass a t o e non sono ritorn a t o lambrette e motore t t e spernacchino l'oscuri t à ecco q u a finito lo spettacolo e il mirac o l o la luna sul tuo vo l t o la luce sul mio n o m e scrosciano gli appla u s i la pioggia li riporta q u a ecco q u a e lo Smeraldo slende sem p r e anche per n o i sugli ombrelli e sui cappelli in f i l a sull'atrio e sui geme l l i il sipario re s t a e non ci se i t u e non ci son o i o resto q u a mi abbagliano le macchine e i fan a l i tre milioni d'an i m e non ne fanno u n a e quella che ora manca era la m i a ecco q u a e le finestre cambiano i padr o n i passano le macchine a mili o n i e i miei calz o n i adesso stanno in piedi anche da s o l i resto q u a se non hai dato tutto non hai dato an c o r la lama taglia sempre dov'è f i n e e dov'è fine è il cu o r e conosco la mia str a d a e la strada riconosce m e.. ecco q u a regala perle il ve n t o e ne regalo anch' i o la luna sul tuo vo l t o la luce sul mio n o m e il sipario re s t a io me ne vado v i a