Umberto Saba Città vecchia Spesso, per ritornare alla mia casa Prendo un’oscura via di città vecchia. Giallo in qualche pozzanghera si specchia Qualche fanale, e affollata è la strada. Qui tra la gente che viene che va Dall’osteria alla casa o al lupanare, dove son merci ed uomini il detrito di un gran porto di mare, io ritrovo, passando, l’infinito nell’umiltà. Qui prostituta e marinaio, il vecchio Che bestemmia, la femmina che bega, il dragone che siede alla bottega del friggitore, la tumultuante giovane impazzita d’amore, sono tutte creature della vita e del dolore; s’agita in esse, come in me, il Signore. Qui degli umili sento in compagnia Il mio pensiero farsi Più puro dove più turpe è la via. (da Trieste e una donna, 1910-1912)