non era come confessare tutto quanto? Tanta farica per tcncrla nascosta, e adcsso mcttcr fuori ˇla vcrgogna al sole? Un pacse che aveva cambiato vita per rispetto di un cane! Ne avrebbero riso fin di li dei confmi. E intanto: dove seppellire la bestia; Nel giardino pubblico. No, no, mai nel cuore del pacse, la gente ne aveva avuto abbastanza. Nella fogna? Gli uomini si guardarono 1'un 1'altro, nessuno osava pronunciarsi. II regolamento non lo contempla not& alia fine il segretario comunale, togliendoli dall'imbarazzo. Cremarlo nella fornace? E se poi avcsse provocato infezioni? Sotterrarlo allora in campagna, ecco la soluzione giusta. Ma in quale campagna' Chi avrebbe acconsentito? Gia cohiinciavano a qucstionare, nessuno voleva il cane morto nei propri fondi. E se lo si fosse scpolto vicino all'eremitae Chiuso in una piccola casscttina, il cane che avcva visto Dio viene dunque caricato sopra una carrctta e parte verso le colline. una domenica e parccchi ne prcndono pretesto per fare una gita. Sei, sctte carrozze cariche di uomini e donne seguono la cassettina, e la gcnte si sforza di essere allcgra. Ccrto, benche il sole splenda, i campi gia infreddoliti e gli alberi scnzafoglie non fanno un gran bel vcdere. Arrivano alia collinctta, disccndono di carrozza, si avviano a picdi verso i rudcri dcll'antica cappclla. I bambini corrono avanti. Mamma! mamma! si ode gridare di lassu. Presto! Venite a vedcre! Affrettano il passo, raggiungono la tomba di Silvestro. Da quel giorno lontano dei funerali nessuno e mai tomato quassu. Ai piedi dclla croce di Icgno, proprio sopra il tumulo dell'eremita, giace un piccolo schelctro. Nevi, venti e pioggc lo hanno tutto" logorato, lo han fatto gracile e bianco come una filigrana. Lo schelctro di un cane. 21 Qualcosa era successo II treno avcva pcrcorso solo pochi chilomctri (e la strada era lunga, ci sarcmmo fcrmati soltanto alia lontanissima stazionc d'arrivo, cosi corrcndo per dicci ore filate) quando a un passaggio a livello vidi dal fmcstrino una giovane donna. Fu un caso, potevo guardare tante altre cose invece lo sguardo cadde su di lei che non era bella ne di sagoma piacente, non aveva proprio niente di straordinario, chissa perche mi capitava di guardarla. Si era evidentemente appoggiata alia sbarra per godersi la vista del nostro treno, superdirettissimo, espresso del nord, simbolo per quelle popolazioni incolte, di miliardi, vita facile, avventurieri, splcndide valige di cuoio, celebrita, dive cinematografiche, una volta al giorno qucsto meraviglioso spettacolo, e assolutamente gratuito per giunta. Ma come il treno le passo davanti lei non guard6 dalla nostra parte (eppure era la ad aspettare forse da un'ora) bensi teneva la testa voltata indietro badando a un uomo che arrivava di corsa dal fondo dclla via e urlava qualcosa che noi naturalmente non potemmo udire: come seaccorrcsse a precipizio per awertire la donna di un pcricolo. Ma fu un attimo: la scena vol6 via, ed ecco io mi chiedevo quale affanno potesse essere giunto, per mezzo di quell'uomo, alia ragazza venuta a contemplarci. E stavo per addormentarmi al ritmico dondolio della vettura quando per caso - certamente si trattava di una pura e semplice combinazione - notai un contadino in picdi su un muretto che chiamava chiamava verso la campagna facendosi delle mani 255 portavocc. Fu anche qucsta volta un attimo pcrchc il dircttissimo filava cppure fcci in tempo a vcderc sei scttc pcrsone che accorrcvano attravcrso i prati, Ic coltivazioni, 1'crba medica, non importa se la calpcstavano, dovcva csscrc una cosa assai importantc. Vcnivano da diverse dirczioni chi da una casa, chi dal buco di una sicpe, chi da un filare di viti o chc so io, dirctti tutti al muricciolo con sopra il giovane chiamantc. Corrcvano, accident! sc corrcvano, si sarcbbcro dctti spavcntati da qualche avvcrtimcnto rcpcntino chc li incuriosiva tcrribilmcntc, toglicndo loro la pace dclla vita. Ma fu un attimo, ripcto, un baleno, non ci fu tempo per altre osscrvazioni. Che strano, pcnsai, in pochi chilomctri gia due casi di gente chc riccve una improwisa notizia, cosi almcno prcsumcvo. Ora, vagamcntc suggcstionato, scrutavo la canipagna, Ic stradc, i pacsclli, le fattorie, con presentiment! ed inquictudini. Forse dipcndcva da qucsto spcciale stato d'animo, ma piii osscrvavo la gcntc, contadini, carradori, eccetcra, piii mi sembrava che ci fosse dappertutto una inconsueta animazione. Ma si, pcrche qucH'andirivieni nei cortili, quclle donnc affannatc, quci card, qucl bcstiame? Dovunque era lo stcsso. A motivo della velocita era impossibile distinguere bcne cppure avrei giurato che fosse la medesima causa dovunque. Forsc chc nclla zona si cclcbravan sagrc; Che gli uomini si disponessero a raggiungere il mercato? Ma il treno andava e le campagne erano tutte in fermento, a giudicare dalla confusione. E allora misi in rapporto la donna del passaggio a livello, il giovane sul muretto, il viavai dei contadini: qualche cosa era successo e noi sul trcno non ne sapevamo niente. Guardai i compagni di viaggio, quclli nello scompartimento, quclli in piedi nel corridoio. Essi non si erano accorti. Sembravano tranquilli e una signora di fronte a me sui sessant'anni stava per prendcr sonno. O invece sospettavano; Si, si, anchc loro erano inquicti, uno per uno, e non osavano parlare. Piii di una volta li sorpresi, volgendo gli occhi repentini, guatare fuori. Spccialmcnte la signora sonnolcnta, proprio lei, sbirciava tra Ic palpebrc e poi subito mi controllava se mai 1'avcssi smascherata. Ma di che avevano paurae Napoli. Qui di solito il trcno si fcrma. Non oggi il dircttissimo. Sfilarono rascnte a noi Ic vccchic case e nci cortili oscuri vedemmo fmestre illuminate e in quclle stanzc fu un attimo - uomini c donne chini a fare involti e chiudcre valige, cosi parcva. Oppure mi ingaanavo ed erano tutte fantasie; Si prcparavano a partire. Per dove? Non una notizia fausta dunque elcttrizzavacitta e campagne. Una minaccia, un pcricolo, un avvcrtimento di malora. Poi mi diccvo: ma se ci fosse un grosso guaio, avrcbbcro pure fatto fermare il treno; e il trcno invece trovava tutto in ordinc, scmprc scgnali di via libcra, scambi perfctti, come per un viaggio inaugurale. Un giovane al mio fianco, con 1'aria di sgranchirsi, si era alzato in picdi. In rcalta volcva vcdcre mcglio e si curvava sopra di me per csscre piii vicino al vctro. Fuori, le campagne, il sole, le strade bianche e sulle strade carriaggi, camion, gruppi di gcntc a picdi, lunghc carovane come quclle che traggono ai santuari ncl giorno del patrono. Ma erano tanti, scmpre piu fold man mano cheil trcno si avvicinava al nord. E tutti avevano la stcssa dirczionc, sccndcvano verso mezzogiorno, fuggivano il pcricolo nicntrc noi gli si andava dircttamcnte incontro, a velocita pazza ci prccipitavamo verso la gucrra, la rivoluzionc, la pcstilcnza, il fuoco, chc cosa potcva esscrci mai; Non lo avrcmmo saputo che fra cinque ore, al momcnto dcll'arrivo, e forsc sarcbbc stato troppo tardi. 257 Nessuno diceva nicnte. Nessuno voleva essere il primo a cedere. Ciascuno forse dubitava di se, come facevo io, nell'incertezza se tutto qucirallarme fosse reale o semplicemente un'idea pazza, allucinazione, uno di quei pensieri assurdi che infatti nascono in treno quando si e un poco stanchi. La signora di fronte trasse un sospiro, simulando di essersi svegliata, e come chi uscendo dal sonno leva gli. sguardi mcccanicamente, cosi lei alz6 le pupille fissandole, quasi per caso, alia maniglia del segnale d'allarme. E anche noi tutti guardammo 1'ordigno, con 1'identico pensiero. Ma nessuno parl6 o ebbe 1'audacia di rompere il silenzio o semplicemente os6 chiedere agli altri se avessero notato, fuori, qualche cosa di allarmante. Ora le strade formicolavano di veicoli e gente, tutti in cammino verso il sud. Rigurgitanti i treni che ci venivano incontro. Pieni di stupore gli sguardi di coloro che da terra ci vedevano passare, volando con tanta fretta al settentrione. E zeppe le stazioni. Qualcuno ci faceva cenno, altri ci urlavano delle frasi di cui si percepivano soltanto le vocali come cchi di montagna. La signora di fronte prese a fissarmi. Con le mani piene di gioielli cincischiava nervosamente un fazzoletto e intanto i suoi sguardi supplicavano: parlassi, fmalmente, li solIcvassi da quel silenzio, pronunciassi la domanda che tutti si aspettavano come una grazia e nessuno per primo osava fare. Ecco un'altra citta. Come il treno, entrando nella stazione, rallent6 un poco, due tre si alzarono non resistendo alia speranza che il macchinista fermasse. Invece si pass6, fragoroso turbine, lungo le banchine dove una folia inquieta si accalcava anelando a un convoglio che partisse, tra caotici mucchi di bagagli. Un ragazzino tent6 di rincorrerci con un pacco di giornali e ne sventolava uno che aveva un grande titolo nero in prima pagina. Allora con un 258 gesto repentino, la signora di fronte a me si sporse in fuori, riusci ad abbrancare il foglio ma il vento della corsa glielo strapp6 via. Tra le dita rest6 un brandello. Mi accorsi che le sue mani tremavano nell'atto di spiegarlo. Era un pezzetto triangolare. Si leggeva la testata e del gran titolo solo quattro lettere. IONE, si leggeva. Nient'altro. Sul verso, indifferenti notizie di cronaca. Senza parole, la signora alz6 un poco il frammento affmche tutti lo potessero vedere. Ma tutti avevamo gia guardato. E si fmse di non farci caso. Crescendo la paura, piu forte in ciascuno si faceva quel ritegno. Verso una cosa che fmisce in IONE noi correvamo come pazzi, e doveva essere spaventosa se, alia notizia, popolazioni intere si erano date a immediata fuga. Un fatto nuovo e potentissimo aveva rotto la vita del Paese, uomini e donne pcnsavano solo a salvarsi, abbandonando case, lavoro, affari, tutto, ma il nostro treno, no, il maledetto treno marciava con la regolarita di un orologio, al modo del soldato onesto che risale le turbe dell'esercito in disfatta per raggiungere la sua trincea dove il nemico gia sta bivaccando. E per decenza, per un rispetto umano miserabile, nessuno di noi aveva il coraggio di reagire. Oh i treni come assomigliano alia vita! Mancavano due ore. Tra due ore, alTarrivo, avremmo saputo la comune sorte. Due ore, un'ora e mezzo, un'ora, gia scendeva il buio. Vedemmo di lontano i lumi della sospirata nostra citta e il loro immobile splendore riverberante un giallo alone in cielo ci ridiede un fiato di coraggio. La locomotiva emise un fischio, le ruote strepitarono sul labirinto degli scambi. La stazione, la curva nera delle tettoie, le lampade, i cartelli, tutto era a posto come il so- lito. Ma, orrore!, il direttissimo ancora andava e vidi che la stazione era deserta, vuote e nude le banchine, non una 259 figura umana per quanto si cercasse. Il trcno si fcrmava finalmente. Corrcmmo giii per i marciapiedi, verso 1'uscita, alia caccia di qualchc nostro simile. Mi parve di intravcdcre, nell'angolo a destra in fondo, un po' in pcnombra, un fcrroviere col suo bcrrettuccio chc si eclissava da una porta, come tcrrorizzato. Chc cosa era successor In citta non avrcmmo piu trovato un'anima? Finche la voce di una donna, altissima eviolenta come uno sparo, ci dicde un brivido. Aiuto! Aiuto! urlava c il grido si ripcrcosse sotto le vitrcc volte con la vacua sonorita dei luoghi per scmpre abbandonati. 22 I topi Che ne,e degli amici CorioJ Chc sta accadendo nclla loro vccchia villa di campagna, dctta la Doganclla? Da tempo immcmorabilc ogni estate mi invitavano per qualchc scttimana. Qucst'anno per la prima volta no. Giovanni mi ha scritto pochc righc per scusarsi. Una Icttera curiosa, chc allude in forma vaga a difficolta o a dispiaccri familiari; c chc non spicga nicntc. Quanti giorni lied ho vissuto in casa loro, nella solitudine dei boschi. Dai vecchi ricordi oggi per la prima volta affiorano dei piccoli fatti che allora mi parvero banali o indifferenti. E all'improwiso si rivelano. Per esempio, da un'estate lontanissima, parecchio prima della guerra - era la seconda volta che andavo ospite dei Corio - torna a me la seguente scena: Mi ero gia ritirato nella camera d'angolo al secondo piano, che dava sul giardino - anche gli anni successivi ho dormito sempre la - e stavo andando a letto. Quando udii un piccolo rumore, un grattamento alia base della porta. Andai ad aprire. Un minuscolo topo sgusci6 tra le mie gambe, attravers6 la camera e ando a nascondersi sotto il cassettone. Correva in modo goffb, avrei fatto in tempo benissimo a schiacciarlo. Ma era cosi grazioso e fragile. Per caso, il mattino dopo, ne parlai a Giovanni. Ah, si fece lui distratto ogni tanto qualche topo gira per la casa.* Era un sorcio piccolissimo... non ho avuto neanche il coraggio di...