ogni ricordo, che prccipitavano senza fine verso marec di foreste, vide piu in la il trcmulo rivcrbero dei descrti e piu in la ancora altri luci, altri confusi scgni denotanti il mistcro del mondo. E qui dinanzi, in cima alia rupe, stava una sinistra bicocca; tetre mura a sghembo la reggcvano e i tetti in bilico erano coronati da tcschi, candidi per il sole, che sembrava ridessero. Il pacse dclle malcdizioni e dei miti, Ic intatte solitudini, 1'ultinia verita conccssa ai nostri sogni! Una porta di legno, socchiusa (che non esisteva), era coperta di biechi scgni e gemeva ai soffi del vento. Il Gaspari si trovava ormai vicinissimo, a due mctri forse. Cominci6 ad alzare Icntamente la tavola, per lasciarla caderc sull'altra sponda. Tradimento! grid6 nel medcsimo istante Sisto, accortosi dcH'attacco; e balz6 in piedi ridendo, armato di un grande archctto. Quando scorsc il Gaspari rest& un istante perplesso. Poi trasse di tasca un uncino di legno, innocuo dardo; lo applic6 alia corda dcH'archetto, presc la mira. Ma, dalla socchiusa porta coperta di oscun scgni (che non esisteva}, il Gaspari vide uscire uno stregone, incrostato di lebbre e di inferno. Lo vide rizzarsi, altissimo, gli sguardi privi di anima, un arco in mano, sorretto da una forza scellerata. Egli lascio allora andare la tavola, si trasse con spavento indietro. Ma 1'altro gia scoccava il colpo. Colpito al petto, il Gaspari cadde tra i rovi. Ritorno all'albergo che gia scendeva la sera. Era sfinito. E si Iasci6 andare su una panchina, di fianco alia porta di ingresso. Gcnte entrava ed usciva, qualcuno lo saluto, altri non lo riconobbcro pcrche era gia scuro. Ma lui non badava alia gcnte, chiuso intensamcnte in se stesso. E nessuno di quanti passavano si accorgcva che nel mezzo del petto egli portava confitta una freccia. Una asticciola, tornita con perfezione, di un legno apparentc- 168 mcnte durissimo e di colore scuro, sporgeva per circa trcntacinquc centimetri dalla camicia, al centre di una macchia sanguigna. Gli sguardi del Gaspari la fissavano con moderate orrorc, per via di una fclicita curiosa che vi si mcscolava. Egli aveva provato ad estrarla ma faccva troppo male: uncini laterali dovevano trattcncrla dentro alle carni. E dalla ferita ogni tanto gorgogHava il sangue. Lo scntiva colare giu per il petto e il vcntre, ristagnare nclle pieghe della camicia. Dunque 1'ora di Giuseppe Gaspari era giunta, con poetica magnificcnza; e crudelc. Probabilmcntc - egli pcns6 - gli toccava morire. Eppurc che vendetta contro la vita, la gcnte, i discorsi, Ic facce, mediocri, che 1'avevano semprc contornato. Che stupcnda vendetta. Oh, lui adcssonon tornava certo dal vallonccllo domcstico a pochi minuti dall'albcrgo Corona. Bensi tornava da rcmotissima terra, sottratta allc irriverenze umane, rcgno di sortilegi, pura; e per arrivarci gli altri (non lui) avcvano bisogno di attravcrsarc gli occani e poi avanzarc limgo tratto per Ic inospitalisolitudini, contro la natura ncinica e le debolczze dciruomo; c poi non era ancora detto che sarcbbero giunti. Mentre lui invcce... Si, lui, quarantenne, si era mcsso a giocare coi bambini, crcdcndoci come loro; solo che nci bambini c'c una specie di angelica leggcrczza; nientre lui ci avcva crcduto sul scrio, con una fede pcsante e rabbiosa, covata, chissa, per tanti anni ignavi scnza sapcrlo. Cosi forte fcdc che tutto si era fatto vcro, il vallone, i sclvaggi, il sangue. Egli era entrato nel mondo non piii suo dellc favole, oltrc il confine che a una certa stagione della vita non si pu6 impunemente tcntarc. Aveva detto a una scgrcta porta apriti, credcndo quasi di schcrzare, ma la porta si era apcrta vcramcnte. Aveva detto selvaggi e cosi era stato. Freccia, per gioco, e vera frcccia lo faccva morire. Pagava dunque 1'arduo incantesimo, il riscatto; era an- 169