capelli. II sorriso era ormai un'orribile smorfia, un ghigno ambiguo e spaventoso; la crepa del fragile corpo rapidamente s'apriva; la fanciulla crollava, partita daH'implacabile spada. Traverse la fessura gia ridevano le lontane stelle della notte; in men che non si dica la fragilefanciulla, inusitata vista, si scommise al suolo sotto gli occhi del suo uccisore. E quelle sparse membra soltanto il placido sangueriuniva. Fu cosi che I'arme inclita e portentosa, che Renato avrebbe potuto impugnare in difesa del bene o almeno per la sua felicita, gli servi invece a distruggere quello che aveva di piu caro sulla terra. Essa poi, cosi spenta, e sebbene tagliente come prima chi piu 1'avrebbe voluta? L'uomo che la raccolse, buttandola nella piu profonda voragine della terra voile salvare il mondo dal suo funesto potere. Ma altri uomini o dei, ne la trassero, ad altri senza loro colpa fu data in sorte. E questi se la trascinarono dietro pel loro cammino terrestre come una croce, e cosi ancora sara per la disgrazia di tutti. LA NOTTE PROVINCIALE Occorre che vi rifacciate (prese allora a dire 1'amico) al fondo d'una delle nostre provincie. E non gia a una piccola citta malinconica fornita tuttavia di circolo o, come dicono, di casino; immaginate piuttosto un minuscolo paese, un borgo sperduto fra le montagne. Al tempo della mia storia io vivevo laggiu, e del resto (aggiunse sorridendo) e la che son nato. Avete, ora, idea di che cosa sia una serata in un luogo simile? Intendo quando i signori del paese, magari anche il segretario comunale e il medico condotto, si riuniscono in una di quelle bicocche cercando di passare il tempo e di scacciare la noia il meglio che possono? Se, dico, non ne avete idea alcuna, ve ne daro, spero, una approssimativa col mio racconto stesso. Aggiungero, allo scopo di procedere in seguito piu spedito, che la notte cui mi riferisco era una notte di tempesta. Da tre giorni soffiava senza tregua il gelido vento di settentrione scuotendo la casa, si pud dire, dalle fondamenta; saprete che da noi non v'e un'imposta che tenga in maniera perfetta, e attraverso le innumerevoli aperture e fessure di quella casa esposta a ogni intemperia, per le ampie gole dei camini, dappertutto il vento s'insinuava fischiando e gemendo. C'era inoltre, ricordo, uno sportello o uno scuro che a ciascuna raffica sbatteva sordamente, chissa dove: nessuno della casa era riuscito a determinare quale fosse appunto questo sportello, ne dunque aveva potuto appuntarlo. 19 Eravamo in parecchi giovani, senza contare i vecchi; le fanciulle non mancavano, ardenti e un po' mezze, com'e laggiu la loro natura. Fra queste io avevo da tempo notato una giovinetta esile e pieghevole al pari d'un giunco. I suoi capelli erano castani, o piuttosto verdastri, i suoi occhi fondi e cupi, quasi attoniti eppure vivaci; parlando, ridendo, ella si trovava sempre al di qua di qualche luce (o almeno cosi io la rammento), eppero sembrava sempre trattenere fra le sue labbra brillanti un po' d'oro perduto dal sole durante la sua corsa diurna. La sua bocca spirava un alito infuocato, e tuttavia leggero, pregno dei profumi piu selvaggi e piu delicati. Devo dire che in generale la fanciulla appariva quasi bruciata dal suo stesso ardore; spesso la sua pura fronte era ombrata come da un pensiero molesto, ella medesima, a volte, restava lungamente taciturna, in preda a una pena sconosciuta; il suo gesto abituale era portare una mano al piccolo seno, quasi volesse calmare i battiti troppo impetuosi del cuore (ella era d'altronde facile all'affanno). Giacche era poi una bambina ancora; poteva avere forse quattordici anni. Quanto a me non ne avevo a quell'epoca piu di diciotto; e se vi paresse ch'io mi sia troppo dilungato o accalorato nella mia descrizione, ebbene vi diro, in breve, che questa fanciulla mi era molto cara. Tentammo tutti i giochi in uso, cioe "i proverbi", "il telegramma", "la posta", e altri ancora. Fra la mia "posta", rammento, ebbi un suo bigliettino, sul margine lacerato d'un giornale. Lo so, perdonatemi, a memoria; diceva: "la bellezza e I'amore estivo passano rapidamente, e una ragazza ragionevole non osa fidarsi di un cosi fragile bene" (s'era allora al principio dell'autunno). Giochi in uso, ho detto, ma anche abusati; essi in verita ebbero scarso successo, e ben presto fummo soverchiati dalla noia. Continue smanie possiedono la nostra gioventu. Smessi quei giochi, sopravvenne un attimo di sospensione, durante il quale tutti ascoltavamo il vento ostinato. 20 Qui uno dei vecchi propose il gioco dell'assassino, da molto tempo messo in disparte, si da poter passare per nuovo. Accettammo entusiasti e 1'allegra agitazione riprese. Diro brevemente in che consista questo gioco. Precede un sorteggio segreto: posto e accuratamente mescolato in una qualunque bussola di fortuna un numero di schede uguale a quello dei partecipanti, ciascuno pesca la sua e ne prende visione in private. Le schede sono tutte bianche, all'infuori di due, che recano rispettivamente la scritta "assassino" e "poliziotto", o commissario che s'abbia a dire. Codesti due personaggi principal! prendono dunque possesso delle loro funzioni all'insaputa dei restanti giocatori e reciprocamente 1'uno dell'altro. Si spengono ora le luci e comincia il gioco propriamente detto: i partecipanti s'aggirano qua e la per la casa, al buio pesto e in silenzio, finche uno di essi non emettera un grido e non stramazzera al suolo, ovvero, se e un vecchio sul canape. Questi e la vittima cui 1'assassino, fingendo di usargli violenza, avra fatto intendere che deve considerarsi morto. Riaccese dopo cio le luci, il poliziotto dovra identificare 1'assassino valendosi di indizi o testimonianze che gli riesca raccogliere dagli altri (esclusa, s'intende, la vittima) o che egli stesso si sia procurati sfruttando nell'oscurita il proprio incognito. La conclusione e normale: se 1'assassino verra scoperto, paghera un pegno, in caso contrario la penitenza tocchera al poliziotto. Spero converrete che un simile gioco si presta alle piu diverse combinazioni. Esso, da un punto di vista assoluto, ha un solo lato debole: ingenera un continue sospetto fra compagni e simili, assai ingiustificato, come vedrete alia fine; Molto piu utile e, il giuoco, per coloro che vogliano scambiarsi fuggevoli baci nelle tenebre. Ma, qui giunto, mi compete riconoscere che ho mancato i miei migliori effetti di narratore; mi sono perso, difatto, in preamboli, ed eccomi alia fine della storia prima ancora di cominciarla. Giacche ben poco mi resta da dire. Io erravo a tentoni e in punta di piedi (onde non fornire 21 indizi allo sconosciuto poliziotto) per la vasta sala, e cercavo una vittima qualunque; proprio a me era toccata in sorte la parte di assassino. In quella mi sentii stringere alia vita da due braccia convulse; non tardai a riconoscerle, due labbra soffici e ardenti sfiorarono appena le mie. Volevo trattenere la fanciulla, ma essa si divincolo prestamente e s'allontano nel buio mormorando una parola d'affetto che non intesi. Era la prima volta che faceva cio. lo non pensai neppure a ucciderla; stordito e felice ripresi, ad aggirarmi qua e la senza scopo e il gioco, mancando il mio intervento, si protraeva piii del consueto. Intorno udivo confusamente risate soffocate di ragazze, e schiamazzi vari: quei giovani, per attirare 1'attenzione dell'ignoto assassino e indurlo finalmente ad agire, picchiavano contro i mobili, tossivano e si schiarivano la gola fragorosamente. Poi forse m'avvicinai senza volere agli schiamazzatori ed essi, uditomi (che non mi davo piu la pena di smorzare i miei passi) e non sapendo quali panni vestissi, tacquero, e tacque anche il loro scalpiccio; vi fu un silenzio assoluto e lacerante, non fosse stato pel vento che gemeva e per lo sportello che ritmicamente sbatteva, chissa dove. Fui preso allora all'improvviso, da una grande angoscia, in palese contrasto col mio precedente stato d'animo. Qui udii un grido alto, aU'estremo opposto della sala; riconobbi la voce, sebbene paresse davvero stravolta dal dolore; quasi nello stesso istante si riaccesero le luci. Avveniva talvolta che qualcuno s'arrogasse i diritti dell'assassino senza essere stato dalla sorte designate a tale ufficio; tanto per mettere confusione. Pensai che cosi fosse avvenuto anche ora e m'avviai protestando verso il luogo dove il corpo di lei giaceva al suolo. Ma gia prima di raggiungerlo distinsi in volto ai primi accorsi una funesta costernazione, meglio, un immenso stupore. Tutti questi giovani avevano il viso accorato degli innocenti offesi e colpiti, delle creature tradite. Tacevano e ansavano appena; fu solo un poco dopo che scoppiarono grida. 22 La fanciulla giaceva riversa, pallidissima e con gli occhi chiusi; una mano riposava sul petto abbandonata, secondo il gesto abituale. II cavo della clavicola, un po' a sinistra della fontanella della gola, recava confitto fino alia guardia un pugnale o uno stocco, un'arma infine di notevoli proporzioni, la cui elsa sporgente gettava un'ombra leggera sulle palpebre inazzurrate della creatura colpita. Estratto questo coltello, il sangue sgorgo a fiotti dalla ferita. Ora la storia e finita davvero. Inutile aggiungere che 1'assassino non fu mai scoperto; ne il poliziotto in carica ne gli altri dipoi, seppero che dire o che fare. Del resto chi di noi, e di tutta Fumanita, avrebbe avuto interesse a uccidere una tale fanciulla? II vero assassino non aveva lasciato tracce o fornito indizio alcuno. Conserve ancora quell'arma (concluse 1'amico asciugandosi un po' di sudore e guardandoci finalmente negli occhi). La lama, lunga e tagliente, e sottilmente damascata; 1'impugnatura si direbbe di corno, con riflessi madreperlacei, verdi rossi, assai cupi. Ma pure... Ebbene, (1'amico sorrise timidamente) 1'impugnatura si direbbe di una materia sconosciuta. E la lama poi? Certo essa splende come acciaio polito, ma da che viene che i leggeri grumi di sangue su di essa siano ancora d'un rosso vivo, oggi quando tanti anni sono passati? .