Il berretto a sonagli Trama Questo testo, considerato uno dei capolavori del grande drammaturgo siciliano, tratta la vicenda di una giovane donna, Beatrice Fiorica, la quale viene a sapere che il marito la tradisce con la moglie di Ciampa, scrivano del cavalier Fiorica, e decide di farsi aiutare dal delegato Spanò per sorprendere in flagrante i due amanti. Così la giovane moglie offesa decide di allontanare Ciampa mandandolo a Palermo per sbrigare certe commissioni e poco dopo far scoppiare lo scandalo; ma la soddisfazione di Beatrice ha breve durata poiché dal verbale risultano solo elementi negativi e non vi è alcuna prova di adulterio. Nonostante tutto, Ciampa, che era a conoscenza della relazione tra i due, in città viene tacciato come “cornuto” e dunque non gli resta altro da fare che uccidere i due amanti; ma la soluzione che egli propone è un’altra: che la signora Fiorica si faccia credere pazza e così cerca di convincerla, giacché solo in questo modo il suo onore e quello del marito potranno essere salvi. Recensione La commedia, che riprende le tematiche delle due novelle La verità (1912) e Certi obblighi (1912), fu scritta nell'agosto 1916 in dialetto siciliano per l'attore Angelo Musco con il titolo A birritta cu' i cianciareddi. In questa versione fu messa in scena dalla compagnia di Musco a Roma, al Teatro Nazionale, il 27 giugno 1917. Il testo fu poi pubblicato in italiano nel 1918 e poi rielaborato in due successive edizioni negli anni Venti. L’opera è stata comunque sempre legata all’interpretazione in napoletano che ne diede Eduardo De Filippo nel 1936. L’amaro umorismo di Pirandello è pienamente evidente in questa commedia, il cui titolo è indicativo di una condizione di ostentazione e di vergogna, in relazione alla comunità, al pensare comune. Il berretto a sonagli infatti è il berretto da buffone, da “becco”, da cornuto. Ed è proprio il peso dell’apparire, del giudizio altrui che viene affrontato con grande crudezza e determinazione in questo testo. Salvare l’onore, solo questo conta. L'individuo è costretto a difendere il suo prestigio sociale, il pupo, quel pupazzo con cui nascondiamo la meschina realtà di ognuno di noi, anche a costo di pagare un prezzo altissimo sino al punto che Ciampa, per mantenere integro il suo onore, potrebbe essere costretto ad uccidere la moglie. Preferirà costringere Beatrice e la sua famiglia a ricorrere alla strada della pazzia. Il fratello di Beatrice, Fifì Labella, meno acuto e meno consapevole, è propenso a comportarsi come meglio dettano le opportunità. Anche il delegato Spanò, contrario a rendere pubblico lo scandalo: incapace di prendere decisioni e preoccupato principalmente di non far torto al Cavaliere, rappresenta la visione che Pirandello aveva dello Stato. Con un’incredibile interpretazione il protagonista riassume le tematiche pirandelliane di quest’opera nella descrizione dello strumento, ovvero delle tre corde che abbiamo tutti in testa e che possiamo regolare per “civilmente” districarci fra essere ed apparire, fra serietà e pazzia.