Leggi il testo, quindi sintetizza (PER ISCRITTO) in forma di schema le posizioni pro o contro la decisione dell´Università Lincoln di non laureare i venticinque studenti obesi, con le rispettive motivazioni. Stati Uniti «Abbiamo la responsabilità di dire loro che non sono sani» L' Università non laurea i venticinque studenti obesi Fitness obbligatorio La Lincoln di Oxford, in Pennsylvania, impone agli iscritti sovrappeso corsi di «fitness for life» Rientrano nella categoria a rischio i ragazzi con indice di massa corporea superiore a 30 Superati tutti gli esami, non quello del peso: bloccati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Non hanno avuto alcun richiamo disciplinare o periodo di prova. Hanno fin qui regolarmente superato tutti i cosiddetti major, gli esami fondamentali dei loro corsi. Eppure rischiano di non potersi laureare, a giugno prossimo, 25 studenti della Lincoln University di Oxford, in Pennsylvania, uno dei college storici della comunità afro-americana. La ragione? Erano obesi al momento dell' iscrizione nel 2006 e lo sono ancora. È il caso limite di un dramma nazionale, una ferita che diventa ogni giorno più grande e corrode la società americana: oggi negli Usa 72 milioni di persone adulte sono obese. È più del 30% del totale, il doppio rispetto al 1980. In alcuni Stati del Sud si arriva a punte del 40%. Di questo passo, lo dice uno studio appena pubblicato dalla Emory University, entro appena 8 anni la media nazionale salirà al 43%, oltre 100 milioni di americani adulti. Era stato questo scenario apocalittico, nel 2005, a convincere le autorità della Lincoln a introdurre fra i requisiti per laurearsi la frequentazione obbligatoria di un corso semestrale Fitness for Life (ginnastica, educazione alimentare e sessioni di autocoscienza) per tutti coloro i quali al momento dell' ingresso al college fossero obesi. Avessero cioè un indice di massa corporea superiore a 30, il limite fissato dal Ministero della Sanità Usa, oltre il quale una persona è considerata affetta da obesità. La prima classe a cadere sotto il nuovo regolamento fu quella del 2010, in America i corsi prendono il nome dall' anno della laurea. Su 494 iscritti, quelli con l' indice di 30 e oltre erano 92, il 19% del totale. Ma mentre la maggior parte di loro nei tre anni trascorsi hanno perso peso o comunque frequentato attivamente Fitness for Life, in 25 non ci hanno neppure provato, rifiutando anche di iscriversi al corso semestrale. Dunque non sono in regola per conseguire il diploma. Può sembrare un atteggiamento manicheo, la violazione di diritti individuali, ma per James DeBoy, capo del Dipartimento Salute, Educazione fisica e Tempo libero a Lincoln, la «responsabilità professionale dell' ateneo è dire con onestà ai ragazzi che non sono sani». È stato lui, dopo ripetuti avvertimenti verbali, a notificare per iscritto all' inizio del mese agli studenti morosi la mancanza del requisito fondamentale. «Questo Paese - ha dichiarato al quotidiano del campus, The Lincolnian - soffre una vera epidemia di obesità, che colpisce soprattutto gli afro-americani. Bisogna affrontare il problema direttamente con i nostri studenti. Nessuno deve lasciare questo college senza conoscere i rischi della perdita di controllo del proprio peso». Ma la notizia lascia perplessi molti nel campus e solleva proteste. «Cosa c' entra il mio indice di massa corporea col mio rendimento?», ha detto allo stesso giornale Dionard Henderson, matricola. «Non spetta al college dettare il mio peso», ha dichiarato Lousie Kaddie, del terzo anno. Riserve emergono all' interno dello stesso Dipartimento di DeBoy. Secondo la professoressa Yvonne Hilton, «è chiaro che l' obesità sia in rapido aumento negli Usa, ma forse ci sono altri metodi per informare gli studenti e renderli coscienti». Alcuni mettono anche in discussione l' efficacia del corso semestrale. James C. Turner, che insegna alla University of Virginia ed è il presidente dell' American College Health Association, definisce «inaudita» la scelta di imporre l' indice di massa corporea come condizione per laurearsi. Ma soprattutto sostiene di «non aver mai letto alcuno studio scientifico, che dimostra come un corso di sei mesi possa aiutare qualcuno a perdere peso nel lungo periodo». DeBoy ribatte che a gennaio, quando avrà raccolto ed elaborato i dati finali di Fitness for Life, potrà dimostrarne i benefici. Nel frattempo, la laurea per i 25 rimane in bilico. Valentino Paolo (25 novembre 2009) - Corriere della Sera