Il teatro di narrazione Il teatro di narrazione è una modalità teatrale che comincia a diffondersi in Italia intorno alla metà degli anni Ottanta del XX secolo, per poi fiorire e diffondersi nell'ultimo decennio del secolo. Ispirandosi da un lato alle grandi esperienze del monologo teatrale (a cominciare dal Mistero buffo di Dario Fo) e dall'altro elaborando le innovazioni provenienti dal resto d'Europa (Peter Brook, Thierry Salmon), alcuni attori-autori iniziano a presentarsi sulla scena senza lo schermo del personaggio, ma anzi con la propria identità non sostituita per raccontare storie, senza rappresentarle. La costruzione del testo avviene sulla base di lunghe ricerche di stampo antropologico o giornalistico o sociologico. Tale teatro svolge una funzione di denuncia, di protesta, di rivelazione o di educazione e memoria civile. Marco Baliani, Marco Paolini, Laura Curino, Gabriele Vacis sono tra i primi ad avventurarsi in un territorio che subito rivela le sue grandi possibilità di ricostruzione di un rapporto significativo tra palcoscenico e spettatori, soprattutto per l'ambizione di questi giovani artisti di raccontare la storia sulle assi del palcoscenico ricostruendo alcune delle tragedie che hanno insanguinato l'Italia nei decenni del dopoguerra (Ustica, l'omicidio Moro, il Vajont...): ottengono grandissimo successo di critica e pubblico gli spettacoli Kohlhaas e Corpo di stato di Baliani; Passione e Olivetti con la Curino; e Il racconto del Vajont, i tre per la regia di Gabriele Vacis, e I-TIGI di Paolini. Tra i narratori dell'ondata successiva ci sono quelli che si dedicano soprattutto al pubblico dei ragazzi come Roberto Anglisani (anche collaboratore di Baliani) e Carlo Presotto. Sul finire del secolo scorso si affacciano alla ribalta giovani performer (la cosiddetta "seconda generazione" della narrazione) quali Ascanio Celestini, autore ed interprete di lavori con Radio Clandestina e Scemo di guerra; Davide Enia, attautore di Maggio '43 e Italia Brasile 3 a 2; Mario Perrotta con Italiani Cincali e La Turnata. Si muovono lungo questa direttrice anche Enrico Messina con "Orlando Furiosamente Solo Rotolando" e Giulio Cavalli con (Re) Carlo (non) torna dalla battaglia di Poitiers e Linate 8 ottobre 2001: la strage. Sulla scia del successo dei vari Paolini, Celestini e gli altri, sui palchi nazionali si è sempre più diffusa la pratica dell'attore solista e dell'affabulatore (Daniele Timpano, Elisabetta Salvatori, Giuliana Musso, ecc.) Dal teatro di narrazione si sviluppa il filone del teatro civile che vede sulla scena tematiche di particolare attualità politica e sociale.