Dicotomia vita/forma: la vita è dinamismo, flusso inarrestabile e sempre mutevole, e questo suo carattere rende vano qualunque tentativo dell’intelletto di darle una “forma” (schema, idea, sistema) Tempo/durata: come per Bergson, per Pirandello la vera dimensione del tempo è quella soggettiva, non lineare Frantumazione dell’io, volto/maschera: l’individuo è privo di una precisa e unica identità, assume maschere di volta in volta diverse (è un personaggio, non una persona), è preso in un gioco di parvenze che gli impediscono sia di conoscersi veramente, sia di avere con gli altri dei rapporti autentici. In questa inautenticità in cui l’individuo è imprigionato dalla società l’esistenza non è che un grande palcoscenico sul quale ognuno recita la propria parte di personaggio e di maschera. Relativismo filosofico: non è possibile conoscere la verità, dal momento che non esiste una sola verità; si possono conoscere solo le tante verità, tante quante sono gli individui che le cercano; verità soggettive, parziali e mutevoli Relativismo psicologico: l’individuo è variabile, cambia a seconda dei suoi stati d’animo, delle situazioni e degli ambienti, proietta sull’esterno la propria interiorità, è influenzato dal contesto etc. Quindi si parla di una frantumazione dell’io, l’individuo cerca inutilmente la propria identità e si scopre solo “maschera nuda”. Le risposte al relativismo: la vera e finta pazzia Già nel Berretto a sonagli l’autore aveva lasciato intendere che solo al pazzo è concesso di essere se stesso (la corda pazza); il tema della pazzia come unico modo per giungere all’autenticit compare anche nel romanzo Uno, nessuno e centomila e nell’Enrico IV. La poetica dell’umorismo: l’umorismo, come sentimento del contrario, scopre le contraddizioni, smaschera la falsità delle varie situazioni, producendo un riso non automatico e superficiale, ma consapevole e drammatico, capace di cogliere la complessità del reale. Nell’arte umoristica un ruolo importante è giocato dalla riflessione, che coglie, analizza, scompone, demistifica le ipocrisie e le contraddizioni dell’esistenza e della società. Uno degli intenti essenziali dell’arte umoristica è infatti quello di mettere in luce la dicotomia tra vita e forma, tra persona e personaggio. Un’opera d’arte umoristica tende dunque alla disarmonia e alla scomposizione, a differenza dell’arte tradizionale, e spinge la riflessione fino all’ironia e al paradosso, che consentono di guardare le cose dal di fuori, da una posizione di estraneità. Le principali novità del teatro pirandelliano: a) la realtà sulla scena non è statica e ripetitiva, schematica e oggettiva, ma dialettica, suscettibile di più interpretazioni soggettive b) i personaggi hanno la tendenza a ragionare, spiegare, fino al cerebralismo puro; tale procedimento è ritenuto da Pirandello indispensabile per rappresentare la vita così come essa è, un “gioco delle parti” c) presenza della pietas dell’autore, che dietro al gioco apparentemente cinico di demistificazione e smascheramento delle ipocrisie e delle illusioni manifesta una sincera comprensione umana del dramma delle sue creature e di loro problemi d) abbattimento della quarta parete, che separa palcoscenico e platea, attori e spettatori, rappresentazione e pubblico: la rappresentazione scenica è tutt’uno con gli spettatori perché il mondo stesso è un teatro, la vita è rappresentazione, finzione, un’enorme “pupazzata”e) il teatro si fa “aperto” perché coinvolge nell’azione anche gli spettatori, e “problematico” perché propone e lascia irrisolti problemi a cui ogni spettatore deve cercare di dare una risposta (la dissoluzione della finzione scenica raggiunge il punto massimo nella trilogia del “teatro nel teatro”)