Architetti, tutti al verde di Alessandra Viola Oggi chi progetta case può salvare il pianeta. Ma non sempre lo sa. E la bioedilizia è ancora agli albori. Colloquio con Alejandro Gutierrez (27 giugno 2011) Costruire le città ecosostenibili? Costa come le altre, forse meno. Parola di Alejandro Gutierrez, trentottenne architetto cileno dello studio Arup Londra, capo progetto di quattro dei maggiori interventi di espansione urbana in Cina e responsabile del gruppo di progettazione di Dongtan, la nuova ecocittà da 50 mila abitanti in costruzione nei pressi di Shanghai. "L'espresso" lo ha incontrato durante il Saie, il Salone internazionale dell'edilizia. Architetto Gutierrez, come e perché nasce il progetto di Dongtan? "La sostenibilità economica e ambientale è la vera sfida dei prossimi vent'anni in tutti i campi, anche nell'architettura. Tuttavia la maggioranza delle pratiche architettoniche ancora oggi continuano a non essere orientate al problema centrale di questi anni: l'efficiente uso delle risorse e la sua relazione con lo sviluppo culturale, sociale, economico e quindi urbanistico. In questo senso, la progettazione di Dongtan è completamente diversa dalle altre perché il cuore del nostro intervento consiste proprio in questo". Pensa che gli abitanti di Dongtan vivranno meglio degli altri cinesi? "Non so se saranno più felici, ma la qualità della vita lì sarà senz'altro migliore che altrove. La qualità dell'acqua potabile e quella dell'aria saranno eccellenti. Il livello di contaminazione acustica sarà bassissimo. L'accessibilità ai parchi molto elevata. Certo sarà più interessante abitare lì che in qualunque altro posto in Cina". Quanto costerà in più costruire Dongtan rispetto a una città a impatto normale? "E' una domanda molto complessa. La verità è che è impossibile dire se un progetto di questo tipo sarà più costoso o più economico, in totale. A Dongtan per esempio la produzione di energia da fonti rinnovabili non comporterà nessun costo aggiuntivo rispetto al progetto immobiliare di base, perché in Cina una legge del 2006 istituisce facilitazioni capaci di ridurre a zero questo costo, che in genere è uno dei maggiori investimenti nella bioedilizia”. Non ci sono altre differenze? "Molte infrastrutture costeranno addirittura meno. Per esempio ci saranno meno metri lineari di asfalto rispetto a una città normale, perché ci saranno meno veicoli. Quindi avremo meno inquinamento e meno spese. Dal punto di vista dei piccoli fabbricati invece il costo per metro quadro sarà maggiore, ma questo non è un dato che verrà trasferito all'utente finale, perché il costo delle abitazioni dipenderà dalle strategie di business. Il mercato del nord America, il più maturo nel business delle abitazioni ecosostenibili, dimostra che gli elementi di sostenibilit ambientale inseriti in un fabbricato ne aumentano il valore commerciale dal 10 per cento al 30 per cento. Quello che Dongtan deve dimostrare è proprio questo: non è vero che costruire in modo sostenibile è più caro". Come immagina le ecocittà del futuro? "Saranno più integrate nella natura, più compatte, più sostenibili rispetto a trasporti ed emissioni. E' importante che le città, da cui oggi non si esce più anche per dei mesi, siano spazi confortevoli e integrati con la natura. Le città non sono entità autonome rispetto allo spazio: bisogna ristabilire collegamenti funzionali per la produzione di cibo e smaltimento dei rifiuti, per evitare lunghi e inutili trasporti delle merci. I centri urbani diventeranno più compatti: lavoro e intrattenimento si troveranno nei pressi delle abitazioni e le città risolveranno una parte dei loro problemi incoraggiando un minor uso dei veicoli motorizzati. Queste ecocittà saranno tutte dotate di misuratori delle emissioni di Co2. Oggi non siamo in grado di calcolare con esattezza le emissioni di un abitato ma conoscerle servirà a sapere dove operare per migliorarle. Sarà importante anche per il governo locale, che potrà essere giudicato e valutato dai cittadini in base al fatto che si stia avvicinando o allontanando dagli obiettivi fissati". Pensa che sia possibile ipotizzare degli ecoprogetti anche in Italia? "Certamente, perché l'Italia è molto avvantaggiata da questo punto di vista: città e campagna hanno già un discreto rapporto, le città non sono enormi e le distanze sono relativamente brevi" Pubblicato su l'Espresso del 23/10/2008