NUOVI LAVORI Problemi? Chiama il consulente Ma questa volta è un filosofo Si chiama consulenza filosofica. E' una disciplina nata nel 1981 per aiutare persone e aziende in crisi di coscienza. Dal 2000 è anche in Italia, e riscuote successo, tra i giovani e gli adulti. Un master e tanti corsi improvvisati preparano a diventare dottori delle menti. E c'è chi con la filosofia messa in pratica si è costruito una nuova vita di FRANCESCA SIRONI Problemi? Chiama il consulente Ma questa volta è un filosofo ROMA - Prenderla con filosofia. Se è diventato un detto, come avrebbe potuto non diventare una professione? Infatti lo è. Il lavoro di "consulente filosofico", ovvero quell'amico preparato e cosciente che tutti vorremmo avere al nostro fianco, quando si tratta di superare un grattacapo. Non è una terapia né una semplice chiacchierata, è una "consulenza filosofica", un nuovo modo per affrontare i problemi. "Aiutiamo le persone a mettere in discussione la loro interpretazione della realtà - spiega Neri Pollastri, presidente di Phronesis, la prima associazione di consulenti filosofici in Italia - cerchiamo con loro di affrontare i problemi usando categorie e sistemi valoriali diversi, facendo leva sulla tradizione filosofica". Niente pillole, né libri, nessuna prescrizione: al consulente si chiedono solo parole. Piccoli e grandi partner. I consulenti filosofici sono un po' come il prezzemolo: vanno bene con tutto. A loro si rivolgono persone semplici, privati, che magari sono in un momento d'impasse, ma anche aziende ed enti locali. Possibile, perché "anche l'azienda non è altro che un soggetto collettivo" come dice Pollastri. "La consulenza filosofica - spiega il presidente di Phronesis, autore di due libri sul tema - proprio perché non è una terapia, è adatta a tutti: persone sane o malate, singoli o aziende, istituzioni o famiglie. Il punto è l'approccio: noi aiutiamo a mettere in crisi il proprio sguardo sul mondo, a rivedere le opinioni. E' un'azione che fa bene alle persone così come ai team aziendali, per trovare motivazione, coesione, vision per il futuro". Il cliente imperfetto. La consulenza filosofica è adatta a tutti, giovani e adulti, preparati o improvvisati curiosi. "Per un anno ho tenuto uno sportello filosofico gratuito in un quartiere popolare di Firenze - racconta Pollastri - era un progetto innovativo, voluto e finanziato dal presidente della circoscrizione. E' stata un'esperienza fenomenale. Avevo ogni giorno decine di appuntamenti, le persone tornavano più volte. Non solo i cittadini ne sono stati felici: per me è stato molto importante, per far conoscere la disciplina e per imparare dall'incontro con tutte quelle persone diverse". Ignoranti e contenti. La filosofia, tra l'altro, è più appetibile per chi non ne sa già troppa: "Io credo che la filosofia possa quasi essere dannosa se scoperta senza mediazione: una persona può appassionarsi a un'idea e assumerla senza metterla in discussione. Per questo consiglio sempre poche letture, il minimo necessario, nei miei incontri. Certo, bisogna essere interessati, avere una fascinazione per la cultura, per scegliere un consulente filosofico, ma non serve affatto, anzi può essere controproducente, essere un capoccione". Dialogo socratico. Ma cosa fa, veramente, un consulente filosofico? "Nei primi incontri - racconta Pollastri - mi faccio raccontare tutto il possibile, per avere le informazioni necessarie a capire la persona e la sua situazione. Poi, inizia la dialettica. Provo a sfidare i preconcetti con cui quel soggetto interpreta la realtà. Spesso il confronto è accesso, ma proprio per questo stimolante". Ma c'è chi la prende in modo molto diverso, come Beatrice Bianchini, consulente filosofica di Roma. Beatrice è specializzata in laboratori con le scuole, dove usa il cinema come spunto per discutere: "Dopo aver mostrato ai ragazzi dei frammenti di alcune pellicole - racconta la Bianchini - chiedo loro di riflettere su dei temi filosofici. In questo periodo sto lavorando molto sul concetto di corpo. L'ultima volta, ad esempio, ho chiesto ai ragazzi 'siamo più corpo o più anima?'. Cercando di rispondere alla domanda si è creata una gran discussione. Ognuno ha preso parola, cercando di evidenziare momenti o situazioni in cui si era sentito più corpo o più anima. Dopo ore, alla fine, si arriva a una definizione, condivisa, dell'oggetto". Giovane è bello. "Con i ragazzi mi trovo benissimo - racconta Beatrice Bianchini, che tiene da anni laboratori nei licei e nelle università di tutta Roma - spesso sembrano apatici, duri, ignoranti emotivi. Ma appena si danno loro attenzione e strumenti, rivelano una grande capacità di riflessione su sé stessi. Ogni volta che inizio un laboratorio, mi stupisce la loro abilità nel lavoro di squadra, e la loro sete di partecipazione. Quando lavoriamo insieme non ce n'è uno che guardi il cellulare o chieda di andare in bagno: stanno lì a discutere, anche per ore. Si sentono chiamati in causa, e rispondono con le loro emozioni". Breve ma intenso. Un percorso di consulenza filosofica, di solito, non dura più di una dozzina di sedute, dalla durata variabile. Non essendoci un vero e proprio ordine, ogni consulente può fissare da sé i prezzi delle prestazioni. Per aderire ad associazioni come Phronesis però, bisogna dimostrare di avere formazione ed esperienza adeguate a esercitare la professione, e si accetta, iscrivendosi, un codice deontologico, che prevede assoluta trasparenza col cliente sul costo della consulenza. Solo a Phronesis sono iscritti un centinaio di professionisti, ma fra le targhette e i biglietti da visita del Paese se ne contano molti di più. Operaio filosofo. La storia di Neri Pollastri è una di quelle belle da raccontare. Studente di filosofia, faceva l'operaio per pagarsi gli studi. Laureatosi con una tesi su Hegel, ha continuato a lavorare per anni come dipendente in una attività di servizi tecnici e riparazioni. Un giorno, legge un articolo sulla scuola di Gerd Achenbach, il filosofo tedesco che negli anni '80 ha inventato l'idea di consulenza filosofica. E' subito amore. Partito per Monaco alla ricerca di libri e formazione, torna con un nuovo lavoro in tasca. "Io ho voluto studiare filosofia per applicarla alla vita reale - racconta - non per divertirmi con cavilli intellettuali. Ora riesco a fare ciò che ho scempre desiderato". I primi tempi sono duri, ma oggi Pollastri è consulente filosofico a tempo pieno. Quest'anno, per la prima volta, lavora anche come figura sperimentale in un centro di salute mentale di Firenze. (05 ottobre 2011)