Venezia e 1'acqua alta Leggi il seguente těsto tratto da «Venezia. La cittá ritrovata» di Paolo Barbaro. Poi parlane con un compagno. Tutti i giorni, da tre settimane, alta marea. Anzi "acqua alta" - che ě peggio. Lugubri siřené in piena notte - le sirene sulle boe, intermittenti; le sirene dai campanili, vicinissime, sopra Paltana. La mattina presto, qui nel cortile sotto casa, centodieci-centoventi centimetri sul medio 5 mare; qualche mattina centotrenta e piú. Marea non alta - medio-alta; ma un certo numero di punti-chiave della cittá sono intransitabili. Quanti? Non sono mai riuscito a saperlo. Punti e livelli cambiano secondo i giorni, il vento, la zona, le distanze, gli spartiacque... Molti, comunque. Secondo la luna, il vento, le "sesse"(l), il maltempo, le distanze dai nuovi canali scavati in laguna. Ogni volta - dico alla solita banda di figli e 10 nipoti - che c'ě un minimo di tempo perturbato in Adriatico, adesso c'ě l'acqua alta a Venezia. Adesso, perché quando avevo la vostra etá non era cosi. Abbassamenti superficiali del suolo, abbassamenti profondi, scavi di canali in laguna, scioglimento dei ghiacci ai poli ... -c'ě di tutto, dico ai ragazzi che non sanno, non hanno vissuto gli anni dei cambiamenti. 15 Quanďero piccolo io, si parlava solo - o quasi solo della luna: era quella, lassú, la grande responsabile dell'acqua alta. Con la luna, il vento e čerte oscillazioni dell'Adriatico, le sesse; ma soprattutto lei, la luna. Ci prendeva molto il riferimento astronomico, «lassú»; o astronomico-meteorologico, «i temporali con la luna». Ci incantava la luna.stavamo a guardarla tra le nuvole.Tutto quel 20 che stava capitando quaggiú, le stradě sommerse, i canali gonfi ďacqua, le barche arenate sulle rive, dipendeva da quelTastro bianco in cielo, dai suoi rapporti, chissá, con 1'infinito. Ora la luna ě in seconda linea, 1'infinito non si sa piú quanto conta. Ora si sa bene che siamo noi la causa di taňte acque alte;siamo noi uomini, la mia generazione. Prima di tutto abbiamo estratto troppa acqua dal sottosuolo - e il suolo si ě abbassato: per una cittá a filo 25 ďacqua, vuol dire affogarla. Poi i canali che abbiamo scavato in laguna, proprio mentre cominciava Peffetto serra in cielo: dritti e profondi, portano "dentro", in laguna, 1'acqua dal mare a gran velocitá. Leffetto-spugna dei vecchi canali naturali, curvi e poco profondi, diminuisce o scompare: le acque alte sono piú violente e frequenti, la cittá marcisce e si spopola. Non ě che lo volessimo, ma abbiamo agito come se volessimo. 30 Ma qui da noi - chiedono i ragazzi - , qui in cortile, quante volte veniva 1'acqua alta alTanno quando tu eri piccolo? Una volta - dico - ogni paio ďanni. Ora cinque-sei volte alFanno. Quesťanno trenta. i -já 1,1 Variazioni periodiclie del livello dclfacqua dovula a turbumcnli almosferici. Acqua alta. Quali sono le cause e le conseguenze descritte nel testo? Segnale *°mH, qui sotto. Confronta poi quanto hai scritto con un altro compagno. v^na"'""1* Verena Padovä cause: conseguenze: 3 D Continua a leggere il testo. Cosa succede a Venezia ogni volta che e'e I'acqua alta? Cosa fa lo scrittore? In queste trenta mattine, da casa alia Stazione dove devo andare ogni giorno, incontro almeno tre punti dove non si passa. Certe volte tre o quattro: altre volte quattro o cinque ... Basla che ľacqua súperi gli otlanta centimetri sul medio mare: ormai ě frequente, «e normale» dicono i ragazzi - che ci si divertono, loro. 5 Per arrivare dove devo arrivare ogni mattina, stivali e maledizioni, affollamenti, giri tra le calli invase dalľacqua, sotto la pioggia battente. Stanotte le siréne d'allarme non si sono fatte vive, non hanno suonato: sieché stamattina siamo usciti di casa «sicuri di farcela»; ed eccoci invece bloccati regolarmente nei punti ailagati. Piu numerosi del solito: in certi punti, quando suonano le sirene, qualcuno sistema le passerelle - oggi non hanno suonato, niente passerelle. 10 Noi veneziani. di qua del lago d'acqua alta, cresciutoci sotto i piedi in pochi minuti; loro, i continentali in arrivo dalla terraferma, di la. Uniti dalle maledizioni, dai "mč>ccoli"(2) piu insensati e pittoreschi. Pochi centimetri d'acqua nella calle o sulla riva sono quel che basta per bloccarci, per ore. In certi punti basterebbe alzare un po' il piano di calpestio, come lo chiamano i tecnici; e si riusci- 15 rebbe a passare. Ogni tanto questa soluzione parzialc risalta luori sui giornali come novitä - la ricordo trent'anni fa, Costa, certo; ma meno dei danni che alia lunga provoca la marea. La cittä, il poco di cittä che resta, ě bloccata ogni volta, «messa in ginocchio», come dicono i giornali. A furia di stare in ginocchio non si alzera piu. 11 guaio ě che sono proprio queste, le maree che piu disturbano - questi brevi laghi improvvisi, ripetuti, tenaci. Le maree sottovalutate, mortali - 20 alia lunga - per la vita cittadina, le acque medio-alte. In cerca d'un passaggio all'asciutto, bestemmiando per tutte le calli possibili, non sappiamo piu da che parte girarci. Questa sera i ragazzi ed io vediamo alia TV un bel documentario su Alessandria dEgitto -qualche volta la TV serve. La piu grande biblioteca delľantichitä, il piu grande porto, i ricordi di Antonio e Cleopatra, le navi di Cesare... Tutto oggi ě in fondo al mare, tra melma e sabbia. 25 La pioggia, mentre guardiamo la TV, picchia qui fuori sul canale. A un certo punto le sirene, ľalta marea. Pochi minuti dopo, il cortile sotto casa va sotťacqua; un silenzio surreale su tutta la cittä. Perché ě finita sotťacqua Alessandria d'Egitto? Bradisismi, terremoti, interramenti: cause naturali. Ma, e qui? - chiedono i ragazzi, mentre dal cortile si sente bene ora ľurlo del mare. Qui e'e 30 stato piu ďuna volta - dico -, qualche secolo fa, qualcosa del genere. Basta pensare a Mala-mocco, scomparsa, inghiottita dal mare; o a tutte le isole della laguna sprofondate. perdute. Cause naturali anche qui, nelle isole in laguna. A Venezia invece, se succedesse ora, sarebbero in buona parte cause antropiche - colpa nostra, insomma. Inoltre noi lo sappiamo, lo sappiamo bene tutti, che anche Venezia puô morire. Allora, ad Alessandria, forse non lo sapevano. 35 O forse - devo anche aggiungere - Venezia crede di avere una sua strana unicitä. Forse non morirä. Certe volte quando "esce" dalle maree, bagnata, sporca, pestata dalľacqua, le case fes-surate, le fondazioni sconvolte, eppure esce... Capace di non morire, ci diciamo un po' tutti, eecola che continua. Capace di tutto, ragazzi - diamole una mano. <21 Bestemmie. parolacce. (da Venezia. La cilia rilrovala di Paolo Barbaro, Venuzia 1998) 175