ASPETTI DEL TEATRO PIRANDELLIANO GLI ESORDI •Il saggio sull’umorismo (1908) •Esordi naturalisti (1910) •Opere in dialetto siciliano (Pensaci, Giacuminu!, 1910, Liolà, 1916, ‘A giarra, 1917), in cui però l’osservazione obiettiva del vero cede il posto ad uno sguardo “umoristico” sul reale •Pirandello inaugura la sua carriera teatrale nel 1915 (Teatro Manzoni di Milano, opera La ragione degli altri, con esiti disastrosi) Teatro del grottesco •Superamento del naturalismo in direzione del grottesco (Così è se vi pare, 1917; Il piacere dell’onestà, 1917; Il giuoco delle parti, 1918) •Gli intrecci tipici della commedia borghese sono trasformati “umoristicamente” dall’autore attraverso un personaggio che non agisce ma commenta, come nel “coro”, gli eventi demistificandoli (parodia) I personaggi “passivi” •Hanno la funzione, con il loro argomentale spesso arzigogolato, di mettere in crisi i classici meccanismi del racconto teatrale e e di demistificare con le loro lucide analisi le storture della società borghese di cui il dramma ottocentesco è specchio •Es: Laudisi nel testo “Così è (se vi pare)” Il teatro nel/sul teatro o metateatro •Durante gli anni Venti si attua il passaggio al metateatro con le seguenti opere: Sei personaggi in cerca d’autore (1921), Ciascuno a suo modo (1924), Questa sera si recita a soggetto (1930) •Denuncia del completo fallimento della drammaturgia borghese, inadeguata a rappresentare l’uomo moderno •1925-1928: creazione e scioglimento del Teatro dell’arte, dal 1928 al 1930 Pirandello è a Berlino •