LESSICO DI BASE: migranti, immigrati, immigrazione, migrazione, integrazione, emigrazione, emigrante, mediatori culturali, clandestini, irregolari, vu’cumprà, extracomunitari, neocomunitari, permesso di soggiorno/di lavoro, cittadinanza, badanti, colf, decreto di espulsione, scafisti, sbarco (di clandestini), centri di prima accoglienza, decreto flussi, ricongiungimenti familiari, letteratura della migrazione, regolarizzazione, CIE, Testo Unico sullì immigrazione Quando gli immigrati erano italiani In una officina di South Braintee - rapinatori italiani - uccidono il cassiere”. “Inquietudine nel Bronx - basta con gli immigrati “- “Italiani assassini - terrore a Chicago”- “Navi cariche di italiani:impedire gli sbarchi”- “ Pena di morte contro i due delinquenti italiani”. Sono alcuni titoli apparsi su giornali americani degli anni Venti. Da più parti si chiedeva che venissero adottate misure straordinarie contro l’immigrazione, che dall’Italia riversava nelle laboriose città americane milioni di disperati. Pochi fortunati riuscirono a mettere su qualche modesta attività commerciale, ma i loro negozi venivano devastati dalle organizzazioni xenofobe, tanto che furono costretti a raggrupparsi, per difendersi, nel quartiere di Little Italy. Molti entrarono nella malavita locale. Alcuni si organizzarono in bande. Contro di loro l’opinione pubblica insorse. Le accuse erano sempre le stesse: sovversivi, anarchici, ma soprattutto camorristi e mafiosi. I giornali non facevano distinzione fra gli italiani onesti e i rapinatori assassini.  Oggi la comunità italo-americana (15 milioni e 700 mila, pari al 6 per cento della popolazione totale) è entrata nelle classi alte degli Stati Uniti: i candidati alla presidenza se ne contendono il voto. Fra loro, sono molti i nomi noti, anzi famosi, di politici, industriali, atleti, artisti fra i più celebrati del cinema e del teatro.  Ma nella prima metà del secolo la “Merica” era un vero miraggio, come gli italiani erano per gli americani un incubo. Lasciarono il nostro paese dal 1869 al 1875 una media annua di 123.000 emigranti, e dal 1876 al 1915 dai 550.000 ai 650 mila l’anno : 25 milioni di italiani. L’emigrazione cessò dal 1915 al 1918. Il governo di Roma aveva trovato nella prima guerra mondiale il modo di impiegare le eccedenze. Un’intera classe anagrafica, quella del 1899, fu praticamente cancellata nelle trincee. L’emigrazione salì di nuovo di nuovo negli anni Venti e poi diminuì per la politica restrittiva del governo USA sotto le pressioni dell’opinione pubblica, fino a cessare nel secondo dopoguerra, quando l’emigrazione di massa si rivolse soprattutto verso gli altri paesi europei: Germania, Francia, Belgio.  Le storie accadute negli anni della grande emigrazione negli Stati Uniti sono molte e diverse fra loro. Quella che a distanza di quasi un secolo è rimasta maggiormente nella memoria storica riguarda la vicenda di due giovani emigranti, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Giunti in America senza conoscersi nel 1908, i due svolsero ogni lavoro possibile e divennero attivisti anarchici. Vennero arrestati nel 1916, rei d’avere con loro volantini anarchici e alcune armi. Pochi giorni dopo furono accusati anche di una rapina avvenuta avvenuta a South Baintree, un sobborgo di Boston, poche settimane prima del loro arresto, in cui erano stati uccisi a colpi di pistola due uomini, il cassiere di un calzaturificio e una guardia giurata. Processati, vennero giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927. Il 23 agosto 1977, esattamente 50 anni dopo, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis emanò un proclama che assolveva i due uomini dal crimine.  Reinserisci nel testo l´ultima frase in ogni paragrafo. Le frasi sono qui sotto in disordine. 1. Le sue parole resero finalmente giustizia alla loro memoria:”Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e bartolomeo Vanzetti”. 2. Da Madonna a Di Caprio, da Rudolph Giuliani a Martin Scorsese. 3. Quello che non cambiò fu la diffidenza che gli immigrati incontravano nei paesi ospiti. 4. Quasi tutti cercavano un lavoro, anche se sottopagato. 5. Fra gli immigrati c’erano gli uni e gli altri. Sottolinea i verbi al passato remoto. Ricostruisci queste frasi dal testo, collegando le espressioni corrispondenti (una voce è intrusa) 1) I negozi venivano devastati a) nella malavita locale 2) Pochi fortunati riuscirono b) verso gli altri paesi europei 3) Molti entrarono c) alla loro memoria 4) Il governo di Roma aveva trovato il modo d) sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 5) La comunità italo-americana è entrata e) di una rapina 6) L’emigrazione di massa si rivolse f) nelle classi alte 7) Vennero giustiziati g) dalle organizzazioni xenofobe 8) Queste parole resero finalmente giustizia h) a mettere su qualche attivit commerciale i) di impiegare le eccedenze STEREOTIPI SUGLI ITALIANI EMIGRATI NEGLI STATI UNITI «Si suppone che l'Italiano sia un grande criminale. È un grande criminale. L'Italia è prima in Europa con i suoi crimini violenti. [...] Il criminale italiano è una persona tesa, eccitabile, è di temperamento agitato quando è sobrio e ubriaco furioso dopo un paio di bicchieri. Quando è ubriaco arriva lo stiletto. [...] Di regola, i criminali italiani non sono ladri o rapinatori - sono accoltellatori e assassini.» (New York Times, Usa, 14-5-1909 - Serra, p. 269) “Felici di sguazzare nella spazzatura” (New York Times, 14 novembre 1906) “Siciliani spioni, vigliacchi e sgozzatori” (New York Times, 12 marzo 1891) “Ritardati mentali, abbassano lo standard americano” (Commissione per l’immigrazione USA, 1911) da: Gian Antonio Stella, L'orda, quando gli albanesi eravamo noi, Milano, Rizzoli Ascolta l’intervista e rispondi alle seguenti domande: 1) Quali film vengono citati e di cosa parlano? 2) Quali caratteristiche ebbe, per il professor Franzina, l’immigrazione in America nei primi anni del ‘900? 3) Da quali parti d’Italia provenivano gli emigranti e perché? Ricostruisci la cronologia dell’emigrazione italiana nel periodo 1860-1970 --------------------------------------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------- ---------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------------------------------------------ GRAMMATICA-ESERCIZI Trasforma il testo al passato usando il passato remoto, l’imperfetto o il trapassato prossimo. Il Gattopardo La famiglia dei Principi di Salina, il cui stemma è rappresentato da un gattopardo rampante, è una famiglia della più alta aristocrazia isolana, descitta in un momento in cui già incalzano i tempi nuovi. Il protagonista, in principe Fabrizio Salina, regna nel suo stupendo palazzo, attorniato da: il gesuita Pirrone, il cane Bendicò, la moglie, le figlie, il figlio Francesco Paolo, mediocre e inerte, e soprattutto il nipote Tancredi, orfano e rimasto senza patrimonio. Tutti lo trattano con rispetto e venerazione, e lui ama fare il padrne. Mentre nel regno si prepara l’unità d’Italia, Tancredi decide di unirsi ai picciotti filogaribaldini. Quando Garibaldi vince e nasce il nuovo Regno d’Italia, il principe Fabrizio resta indifferente e mantiene il suo dominio sulle terre di famiglia e sul contado. Nota il primo segno di cambiamento solo quando il sindaco, don calogero Sedara, divenuto ricco quanto lui, si presenta a casa sua come suo pari, e quando Tancredi, rifiutando l’amore di concetta, si fidanza con la bellissima figlia del sindaco, Angelica. Solo allora il principe Fabrizio intuisce la propria decadenza e l’avvento di un nuovo mondo. Dopo la morte del principe la villa dei Salina resta alle tre figlie che sono rimaste zitelle e che sono obbligate a liberarsene. Finisce così la grande dinastia dei Salina.