1) Quale delle seguenti parole associ all’idea di famiglia? Aggiungine eventualmente una tu, che rappresenti la tua idea di famiglia o la tua percezione della famiglia. 2) Perché hai scelto proprio una determinata parola? Fai riferimento alla tua esperienza personale. Descrivi i rapporti con i tuoi familiari, ad esempio genitori, fratelli, nonni (puoi utilizzare alcune di queste parole) Genitori: comprensivi, autoritari, severi, disponibili, indulgenti, permissivi, apprensivi, possessivi; Nonni e nipoti Verbi: viziare, litigare, discutere, essere viziati, andare d’accordo, essere criticati etc. 3) Secondo te quali sono i motivi più frequenti di discussione tra genitori e figli?Fai riferimento se vuoi alla tua esperienza personale. a) differenti opinioni politiche b) lavori di casa c) scelta degli amici o del partner d) tempo libero e) questione di soldi f) lavoro o studio g) modo di vestirsi o di truccarsi h) orari i) stile di vita 4) Visione del video. Rispondi alle seguenti domande: a) Che cosa è successo tra il padre e la madre del personaggio femminile? 1) hanno litigato 2) vogliono separarsi b) Che cosa pensa il personaggio femminile? 1) Che la madre sia egoista 2) che la madre abbia ragione c) Il marito della donna dimostra nei confronti del figlio un atteggiamento 1) disponibile e comprensivo 2) intollerante d) Che cosa vuole fare il figlio che il padre disapprova? 1) Lasciare l’università per guadagnare 2) fare un provino per una trasmissione “commerciale” 5) E tu? Ricordi qualche episodio di discussione con i tuoi genitori? Studio di due economisti connazionali «fuggiti» all'estero Italiani mammoni? No, genitori «possessivi» Secondo una ricerca mamme e papà italici danno «molto nido» e «niente ali» ai figli, «costringendoli» a non andarsene di casa Italiani mammoni? Se mai il contrario. Non sono loro a non volersene andare di casa, ma i genitori italici che sono fin troppo propensi a dare il nido ai loro piccoli ma che si guardano bene dal fornire le ali per spiccare il volo. In altre parole, i genitori italiani metterebbero in atto vere e proprie strategie per «costringere» la prole a non andarsene di casa o comunque ad andarsene il più tardi possibile. A sostenere questa «rivoluzione copernicana» sono due ricercatori, uno che lavora a Londra e uno a San Francisco, guardacaso entrambi italiani, visto che rispondono ai nomi, rispettivamente, di Marco Manacorda ed Enrico Moretti. LO STUDIO - I due hanno appena pubblicato sulla rivista Centrepiece uno studio nel quale declinano i motivi, dati alla mano, per cui sarebbero non i figli, bensì i genitori a guadagnare da questa situazione. «In Italia l'80% dei giovani tra i 18 ed i 30 anni vive con i genitori: una percentuale enorme in confronto al 50% dei britannici e al 40% degli statunitensi» fanno notare Manacorda e Moretti. Secondo loro il fenomeno è dovuto al fatto che, al contrario dei genitori anglosassoni, a quelli italiani «piace avere i propri figli intorno e pur di convincerli a vivere con loro sono disposti a corromperlì in cambio di favori e soldi». BENEFICI - I genitori traggono beneficio dalla compagnia e dai servizi che i figli possono offrire e soprattutto, secondo la ricerca , dall'opportunità di costringere i figli a osservare le loro regole. Mentre quindi per i genitori la situazione risulta vantaggiosa, al contrario i giovani si trovano con le ali tarpate, sono spesso disoccupati, viaggiano di meno e faticano a mettere su famiglia. «Il prezzo che i giovani italiani si trovano a pagare è una scarsa indipendenza e, a lungo termine, poca soddisfazione nella vita. In conclusione, riteniamo che i genitori italiani si sforzino molto per farsi amare dalla loro prole, ma in un certo senso comprano questo amore in cambio dell'indipendenza dei figli», hanno concluso i ricercatori. Gioco di ruolo a) Il figlio del tuo vicino ha 34 anni e vive ancora con i genitori. Ieri sera l’hai visto tornare a casa un po’ brillo. A te la cosa sembra incomprensibile e sei convinto che il ragazzo resti a casa dei genitori solo per comodità. b) Un tuo amico è convinto che i ragazzi d’oggi vivono con i genitori solo per comodità. Tu non sei affatto d’accordo, per te ci sono motivi concreti che spiegano la lunga permanenza dei ragazzi in famiglia. Anche tu, in fondo, sei andato via di casa a 29 anni.