Salve, buonasera...io mi chiamo Enzo Fischetti,vengo da Napoli,anche se in realtà sono nato a Firenze.Sono rimasto a Firenze fino al 1970, giusto in tempo per vedere l'alluvione.Poi mi sono trasferito a Napoli nell'80 e ho visto il terremoto.Adesso io e la mia famiglia vorremmo trasferirci a Catania, sotto l'Etna,ma il sindaco non ci vuole.Quando mi sono trasferito da Firenze a Napoli ho incontrato difficoltà incredibili col Napoletano.Poi ho capito che il Napoletano è una lingua che ha le sue regole grammaticali fisse,che se voi le applicate anche voi questa sera potrete parlare tranquillamente Napoletano.E vi faccio qualche esempio.Prima di tutto in Napoletano ci sono alcune paroleche vanno assolutamente ripetute due volte,se no non si riesce a dare il giusto senso alla frase.Per esempio:"Lentamente": "chian' chian'"."Adagio" che è molto simile, non è "chian' chian'" ma "cuonc' cuonc'"."Completamente": "san' san'""Meticolosamente": "pil' pil'"."Disteso": "luong' luong'", che se uno sta disteso rigidamente diventa "tisic' tisic'".Ma difficoltà maggiori si hanno con "all'ultimo momento": "ngann' ngann'"e "di nascosto": "aumm' aumm'".Poi ci sono gli avverbi di tempo."Adesso": "mo"."In questo momento": "mo mo", posso ripeterlo due volte.Ma la stessa regola vale anche per il passato."Allora": "tann'"."In quel momento": "tann' tann'".Poi ci sono le iniziali di parole.Le parole inizianti per P diventano CH."Piove": "chiov'", "piange": "chiagn'", "piombo": "chiumm'".Le parole inizianti per G perdono l'iniziale, non si sa che fine fa."Giorno": "iourn'", "la gatta": "a iatt'", "genero": "u' ienner'".Ma credetemi la difficoltà maggiore l'ho trovata con le parole inizianti per S,che in Napoletano prendono la N apostrofata."Sporco": "'nzvat'", "sposato": "'nsugat'", "sopra": "'ngopp'", "sugna": "'nzugn".Un amico mio un giorno disse: "Per la strada di Pavia pago io",disse: "pa' vie Pavia pav' ia"......si era capito solo lui perchè per me era Pavia al cubo.Poi il Napoletano ha una capacità di sintesi eccezionale.A volte una, massimo due parole riescono a concretizzare concetti che in Italiano sono lunghissimi.La lettera E da sola significa “devi”.“L’e a firnì”: “la devi smettere”.La lettera I da sola significa “andare”.“Ce n’ vulimm’ i?”: “ce ne vogliamo andare?”.Oppure per esempio “parlare apertamente di una persona di cui non si vuole rivelare il nome”: “l’amico Frizz”.Ma chiudo con quella che per me è stata la difficoltà maggiore.Gli aggettivi possessivi “mio”, “tuo”, “suo”,che in Napoletano si mettono soltanto con l’iniziale alla fine della parola stessa.Per esempio “mio padre”: “pateM’”, “tuo padre”: “pateT’”.Ma dovete fare molta attenzione, perché “suo padre” non è “pateS’”……no, è “u’ padre e’ chill’”!!!!!E’ irregolare!!!" http://www.youtube.com/watch?v=mX_6CJKAeEE