Quale Italiano parlano gli Italiani? Quali Italiani parlano l’Italiano? Quapropter, si primas et secundarias et subsecundarias vulgaris Ytalie variationes calculare velimus, et in hoc minimo mundi angulo non solum ad millenam loquele variationem venire contigerit, sed etiam ad magis ultra. (Dante, De vulgari eloquentia, I, x, 9) “Se volessimo calcolare tutte le varianti dei volgari italiani, le principali, le secondarie, le minori, anche solo in questo piccolissimo angolo di mondo finiremmo per contare un migliaio di varietà linguistiche, anzi, persino di più”. imagesCA9K0BLK Francesco Maria Ciconte The University of Manchester School of Arts, Languages and Cultures francescomaria_c@yahoo.it francescomaria.ciconte@manchester.ac.uk C:\Users\mfixefc2\Desktop\untitled.png • • • • • • • • • • • • • • • • Osserva le frasi seguenti: 1. Se me lo dicevi prima, venivo anche io alla festa Se me lo avessi detto prima, sarei venuto anche io alla festa 2. Non ci sto dentro, mi hai fatto un pacco pazzesco! Sono esterrefatto, Lei mi ha imbrogliato clamorosamente! 4. I compiti li ho fatti, che tanto non ce n’erano tanti Ho svolto i compiti. Non ce n’erano tanti 3. Vedi di alzare i tacchi e non rompere le palle! La invito cortesemente a voler lasciare questo locale, evitando, qualora Le riesca, di non recare alcun disturbo ai presenti Modalità estesa Imperfetto dell’irrealt Colloquiale, gergale La prego di andarsene senza disturbare Topicalizzazione Clitico anaforico di ripresa Iperformalismo Tutte le frasi in (1-4) sono grammaticali. La variazione e l’uso della lingua dipendono dal CONTESTO. Il contesto genera il DISCORSO. Il discorso genera la STRUTTURA INFORMATIVA. CONTESTO DISCORSO STRUTTURA INFORMATIVA FRASE VARIAZIONE LINGUISTICA • Una distinzione preliminare, ma fondamentale... L’Italiano moderno è modellato sul Fiorentino / Toscano (per il prestigio culturale, economico, politico di Firenze nei secoli XIII-XV. Il Fiorentino fa parte dell’Italo-Romanzo). Latino* Italo-Romanzo antico Campano antico Fiorentino antico Siciliano antico Veneto antico Campano Fiorentino Siciliano Veneto Italo-Romanzo Moderno ecc... ecc... STANDARD ITALIAN LINGUE SORELLE selezionato C:\Users\mfixefc2\Desktop\Ital.jpg C:\Users\mfixefc2\Desktop\Sta.jpg ITALO-ROMANZO STANDARD ITALIAN * Includendo il TARDO LATINO e il LATINO VOLGARE • • • • • • • • • • • • • • Per secoli l’Italiano non è stata una “lingua madre”, ma una lingua letteraria o un codice usato in contesti formali e domìni ristretti (es., burocrazia). Latino Italo-Romanzo antico Italo-Romanzo moderno Italiano Standard 1. Italiano controllato, codificato, standard. 2. Basato sul Fiornetino. 3. Parlato da pochi. 4. Fuori dallo sviluppo naturale: cristallizato. Proprio perché poco utilizzato, l’Italiano non è cambiato molto nel suo sviluppo nei secoli (contrariamente ad altre lingue nazionali europee). Nascita delle lingue Romanze: dal Latino al Romanzo attraverso un continuum dialettale LATINO continuum dialettale LINGUE ROMANZE Italiano Standard Contrariamente al Fiorentino e alle altre lingue Romanze, l’Italiano non nasce come “lingua madre” (i) Secoli di DIGLOSSIA à (ii) Sostanziale analfabetismo fino al 1961 à(iii) Passaggio graduale al BILINGUISMO dal dopoguerra in poi. Italiano unitario (De Mauro 1963): (i) Prima guerra mondiale (iii) Ruolo dei mass media •Placito Capuano (Museo dell’abbazia di Montecassino, 960 ca): Italiano antico kelleterre Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti So che quelle terre, per quei confini che qui contiene trenta anni le possedette la parte di santo Benedetto Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti So che quelle terre, per quei confini che qui contiene trenta anni le possedette la parte di santo Benedetto ... Chiarita la differenza tra Italiano e Italo-Romanzo, possiamo tornare alla variazione linguistica. •La variazione linguistica coinvolge tutti i livelli della lingua • es.: Va bene à / vabbɛne / = RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO (tipico del Centro e Sud Italia) Morfologia e Lessico es.: Ci pensi tu? vs. Ci pensi te? PRONOME SOGGETO NOMINATIVO PRONOME OGGETTO ACCUSATIVO es.: adesso ora mo’ Nord (Centro) Centro (Nord) Sud Sintassi es.: Sono Paolo Paolo sono! = ANTEPOSIZIONE FOCALE, tipica del Siciliano Semantica e Pragmatica es.: Tovaglia = per preparare la tavola (Nord) / per asciugarsi (Sud) es: Egregio Signore (formale) / Ciao bello! (informale) es.: Vadi = ANALOGIA MORFEMICA Vada Fonetica Quali tipi di variazione esistono? Area geografica: DIATOPICA Livello di istruzione, gruppo sociale: DIASTRATICA Mezzo della comunicazione: DIAMESICA Registro della comunicazione: DIAFASICA video DIATOPIA Variazione geolinguistica. Varietà regionali dell’Italiano DIASTRASIA Variazione sociolinguistica (età, sesso, gruppo sociale, occupazione, ecc...) DIAFASIA Variazione di contesto (registri, codici, gerghi, formale vs informale, ecc...) DIAMESIA Variazione del medium linguistico (scritto vs orale, televisione, radio, ecc...) La dimensione della variazione 1. Diatopia, diastrasia, diafasia e diamesia Varietà dell’Italiano vs Dialetti (varietà Italo-Romanze) VARIETÀ DELL’ITALIANO ITALIANO NEO-STANDARD ITALIANO STANDARD ITALIANO REGIONALE ITALIANO POPOLARE ITALIANO TECNICO/SPECIALISTICO ITALIANO PER/DEGLI STRANIERI diverse da DIALETTI ITALO-ROMANZI PIEMONTESE VENETO ABRUZZESE SICILIANO ecc... La combinazione dei quattro tipi di variazione determina diversi tipi di Italiano. Questa variazione può essere misurata e rappresentata su degli assi cartesiani (Berruto 1993: 10-11). •La dimensione della variazione: • • • • • • • • • • • • • • C:\Users\mfixefc2\Desktop\028_Varieta_1.jpg ITALIANO NEO-STANDARD ITALIANO STANDARD ITALIANO REGIONALE ITALIANO POPOLARE VARIABILI: Linguistiche: della grammatica Extra-linguistiche: età, gruppo sociale, contesto, ecc... > DIAMESIA • La relazione tra le dimensioni della variazione non è fissa o gerarchica, ma allo stesso tempo non è arbitraria. DIATOPIA DIASTRASIA DIAFASIA DIAMESIA Continuum: (i)Assenza di proprieà esclusive. (ii) Sovrapposizione di domìni e competenze. MARCATEZZA: Possiamo identififcare delle varianti linguistiche che sono ‘marcate’ sugli assi, cioè sono tipiche di un asse specifico della variazione. ci pensi te? ci sei te? vai te? ci pensi tu? ci sei tu? vai tu? Queste varianti sono diatopicamente marcate (usate nel Nord). I parlanti del Nord sono in grado di usare anche le varianti non marcate. Marcato non significa esclusivo, unico, incondizionato. relazione asimmetrica neutrale dominante norma “regolare” non marcato caratterizzato meno usato deviazione “irregolare” marcato vs •Ecco quindi la sovrapposizione e il continuum delle variazioni: • es.: Va bene à / vabbɛne / = RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO tipico del Centro e del Sud Italia Morfologia e lessico es.: Ci pensi tu? vs. Ci pensi te? PRONOME SOGGETTO NOMINATIVO PRONOME OGGETTO ACCUSATIVO es.: adesso ora mo’ Nord (Centro) Centro (Nord) Sud Syntassi es.: Sono Paolo = ANTEPOSIZONE FOCALE Paolo, sono tipico del Siciliano Semantica e Pragmatica es.: Tovaglia = per la tavola (Nord) / asciugamano(Sud) es.: Egregio Signore / Ciao bello! (formale) (informale) Variazione area geografica DIATOPICA Varizione livello istruzione DIASTRATICA Variazione registro linguistico DIAFASICA Variazione mezzo linguistico (es., scritto vs parlato) DIAMESICA es.: Vadi = ANALOGIA MORFEMICA Vada Fonetica • ITALIANO REGIONALE Per quanto riguarda la pronuncia Canepari (1979) identifica 13 varietà regionali: Piemontese, Ligure, Lombardo, Veneto, Giuliano, Emiliano, Sardo, Toscano, Umbro-Marchigiano, Laziale, Campano, Pugliese, Siciliano. C:\Users\mfixefc2\Desktop\imagesCAMW8NX6.jpg C:\Users\mfixefc2\Desktop\imagesCACOU6VS.jpg Sistema consonantico italiano Sistema vocalico italiano es.: Italiano regionale parlato in Sicilia Non c’è uso di medie chiuse [e] / [o] Gli Italiani imparano una varietà diatopica come “madre lingua”. ITALIANO REGIONALE (L’Italiano Standard or Neo-standard Italian è acquisito successivamente. Raramente è una “madre lingua”) • Alcune caratteristiche regionali distintive ▪ TUSCANO Spirantizzazione (gorgia) of /p t k/ in posizione postvocalica: (1a) la hasa (casa), diho (dico), amiho (amico), apherto (aperto), lupho (lupo), niphothe (nipote), haphitho (capito). (1b) la 'asa (casa), po'o (poco) (Firenze, Siena) (Pisa e Livorno) Deaffricazione: in posizione intervocalica/ tʃ/ and / dƷ / à / ʃ / and / Ʒ /: (1c) [la ‘tʃe:na] à [la ‘ʃe:na ], ‘la cena’ [‘padƷ: ina] à [‘paƷ: ina], ‘pagina’ ▪ EMILIANO Le consonanti /s / and / z / sono realizzate come plosive retroflesse sonore [ş ȥ], tipicamente sonorizzate tra vocali (2a) / ’ka:za / à / ’ka:ȥa / /’seŋso/ à /şeŋşo/ Le doppie / ʃʃ / sono realizzate come / ʃ(j) /: (2b) / la’ʃʃa:re / à / la’ʃ(j)a:re / • ▪ SARDO Le consonanti /b/ /d/ /g/ e /z/ raddoppiano in posizione iniziale di sillaba accentata e /f / and /v/ sono sempre lunghe: (3a) [lab’barka], [ad’datto], [koz’zi] (3b) [av’veva] ▪ LAZIALE Palatale doppia /ʎʎ/ à /(j):j/ /l/ + C à /r/ + C Aggiunta di /e/ finale Assimilazione (4a) /’moʎʎe/ à /’mo(j):je/ ‘moglie’ (4b) /al’tsa:re/ à /ar’tsa:re/ ‘alzare’ (4c) /gas/ à /’gas:se/ (4d) /atmosfɛ:ra/ à/ammos’fɛ:ra/ /’mondo/ à /’monno/ ▪ CAMPANO Toniche finali /e/, /o/ come /ǝ/ (schwa) Sonorizzazione di /p/ /t/ /k/ (tranne che in sillaba finale) (5a) /’kane/ à /ganǝ/ (5b) /’spenta/ à /sbenda/ ▪ SICILIANO s + /p/, /t/, /k/, /b/, /d/, /g/ = /ʃ/ Raddoppiamento di /b/, /d/, /g/, /r/ /t/ and /d/+ r à/ʈ/ and /ɖ/ (6a) /a’spetta/ à /a’ʃpɛtta/ (6b) [una rɔ:za] à [una r’rɔ:sa] (6c) /’trɛ:no/ à /’ʈrɛno/ bello à /’bɛɖɖu/ C:\Users\Francesco\Desktop\dialettofoni.gif Caratteristiche comuni ai dialetti a Nord dell’isoglossa La Spezia-Rimini: (i)Sonorizzazione delle plosive intervocaliche (e fricative) es.: Lombardo fradel ‘fratello’ (ii) Arrotondamento di /u/:Milanese myr ‘muro’ (iii) Apocope (finale in consonante): es..: Piemontese caval ‘cavallo’ (iv) Mancanza di raddoppiamento: es.: Veneto tera ‘terra’ Caratteristiche comuni ai dialetti a Sud dell’isoglossa Roma-Ancona: Inserzione vocalica in nessi consonantici: es.: pissicologia ‘psicologia’ (i) /nd/ à/nn/ oppure /mb/ à/mm/: es.: Siciliano quannu ‘quando’ es.: Siciliano chiummu ‘piombo’ (ii) /nc/ à/ng/ oppure /nt/ à/nd/: es.: Pugliese indre ‘dentro’ (iv) /nts/ e /ns/ à /ndz/: es.: Siciliano penzo ‘penso’ ISOGLOSSE Isoglossa dell’estremo Sud: Isoglossa importante, ma non come le altre due. MUTUA INTERFERENZA (Telmon 1993: 101) DIALETTO ITALIANO Intonazione Pronuncia Morfologia Syntassi Lessico Fraseologia INTERFERENZA: l’influenza di una lingua (dialetto, varietà) su un’altra lingua (dialetto, varietà). IPERCORRETTISMO: l’applicazione di una regola grammaticale che è percepita in modo sbagliato ma viene utilizzata ed estesa all’uso linguistico. Dialetto “italianizzato” Originali Moderne trubberi tuvagghia cacuocciuli carciofe pitrusinu prezzemulu muccaturi fazzulettu Esempi di coppie lessicali in Siciliano Italiano dialetto • ITALIANO POPOLARE DIATOPIA Ricorda: la relazione tra le dimensioni della variazione non è fissa o gerarchica. DIASTRASIA DIAFASIA DIAMESIA ITALIANO POPOLARE Tra le varietà dell’Italiano, l’Italiano popolare è la più marcata diastraticamente Livello di istruzione Professione Variabili extra-linguistiche più significative Berruto (1987: 108): varietà sociale dell’italiano C:\Users\mfixefc2\Desktop\architettura-italiano-antonelli.gif Italiano Popolare Sugli assi (dimensione della variazione): Diastratico: basso livello di istruzione Diamesico: prevalentemente parlato Diafasico: basso, ma è il più alto livello di italiano per quelli che parlano solo il dialetto. Diatopico: distribuito. Ciascun dialetto ha un effetto diverso sull’Italiano popolare. Non ha necessariamente una connotazione negativa: lingua pura e autentica (De Mauro) • Il problema della definizione di Italiano popolare: “Il vernacolo toscano e altri dialetti… lingua moderna parlata…” (Alisova in Studi di filologia italiana 1965: 313-314). “Il tipo d’italiano imperfettamente acquisito da chi ha per madrelingua il dialetto” (Cortelazzo 1972: 11). “[…] quell’insieme di usi frequentemente ricorrenti nel parlare e (quando sia il caso) nello scrivere di persone non istruite e che per lo più nella vita quotidiana usano il dialetto, caratterizzati da numerose devianze rispetto a quanto previsto dall’italiano standard normativo” (Berruto 1993: 58). ▪ Quanto è vicino al dialetto l’Italiano popolare? ▪ Quale dialetto? ▪ Perché, se è così vicino al dialetto, è stato definito “unitario” da De Mauro in Storia linguistica dell’Italia unita (1963)? Non c’è accordo unanime tra i linguisti (vedi polemica tra De mauro (1963) e Cortellazzo (1972)) La prospettiva storica De Mauro (1963): italiano popolare unitario. Unitario nel senso degli obiettivi e degli scopi comunicativi, e non nel senso delle caratteristiche linguistiche, che sono derivate in ciascun caso da ciascun dialetto usato dal parlante nativo. • Caratteristiche dell’Italiano popolare Anche se ci sono delle caratteristiche dell’Italiano colloquiale (in diafasia e diamesia), l’Italiano popolare deve essere distinto dall’Italiano colloquiale. Ortografia e fonetica ▪ Uso non corretto della punteggiatura e dei segni diacritici: (1a) arrivo domani ma non so quando arrivo domani, ma non so quando [in generale scarso o errato uso delle virgole] (1b) un pò / un’amico / Maria e bella un po’ / un amico / Maria è bella ▪ Uso non corretto delle consonanti geminate e di ‘q’ e ‘h’ (1c) accellerazzione / obbiettivo accelerarezione / obiettivo (1d) squola / Maria a un gatto scuola / Maria ha un gatto ▪ Scarsa attenzione alle convenzioni ortografiche (1e) firenze / l’ottocento Firenze / l’Ottocento ▪ Fonetica e grafemica influenzate dal dialetto, anche se ci sono caratteristiche di errori pan-italiane: Assimilazione: tecnica à tennica Epentesi: psicologia à pissicologia • Morfologia e sintassi ▪ Forme analogiche di verbi irregolari ▪ Metaplasmi (cambiamento di numero e genere) (2a) la sale (tipico del Nord) (2b) lo scatolo (tipico del Sud) il sale la scatola ▪ Comparativi e superlativi non corretti ▪ Generalizzazione del pronome ci e dei possessivi suo/a suoi/sue (3) dassi (1-3SG.CONG.IMPERF. di dare) vadi (3SG.CONG.PRES. di andare) liquefò (3SG.PASS.REM. di liquefare) venghino (3PL.CONG.PRES. di venire) sto fando (1SG.GER.PRES. di fare) facete (2PL.PRES. di fare) desse vada liquefece vengano sto facendo fate (4a) più migliore (4b) assai interessantissimo [x] migliore [x] interessantissimo (5a) ci ho detto la verit (5b) Ida e Ivo parlano dei suoi problemi gli/le ho detto la verit Ida e Ivo parlano dei loro problemi ▪ Riduzione della negazione (6a) noi, [x] ci davano niente (6b) [x] ho niente, io! (a noi), non ci davano niente non ho niente, io! • ▪ Paratassi preferita all’ipotassi ▪ Ridondanza pronominale ▪ Struttura a tema libero (Topic libero) (7a) voialtri nuovi arrivati non ci sarebbe nessuno che faccia il barbiere? (7b) ma io ci ho detto che il libro per me ci pensavo me non ci sarebbe nessuno che faccia il barbiere tra voialtri nuovi arrivati? ma gli/le ho detto che ci pensavo io al libro (8a) io per me ci pensavo me (8b) a me mi piace ci pensavo io a me piace / mi piace ▪ Ipergeneralizzazione o accumulazione di preposizioni e congiunzioni (9a) […] non era facile a tornare (9b) […] scrivo da sul campo di battaglia (9c) mentre che scrivo siccome che parto malgrado che piove non era [x] facile tornare scrivo dal campo di battaglia mentre [x] scrivo siccome [x] parto malgrado [x] piova ▪ Che polivalente (10a) se mi dà una licenza che vado a Bologna (10b) dell’acqua che c’erano dei vermi (10c) il tipo che ci ho dato una mano (11) sono stanco e sto a casa e dormo poiché sono stanco, sto a casa a dormire se mi dà una licenza, così vado a Bologna dell’acqua in cui c’erano dei vermi il tipo a cui ho dato una mano • ▪ Mancanza di accordo o accordo con soggetto logico (ad sensum) ▪ Costruzioni al condizionale (Irrealis) con doppio condizionale o congiuntivo (12a) se sarebbe stato oggi, sarebbe nato un processo (12b) se capisse lo facesse e fosse stato oggi, sarebbe nato un processo se capisse, lo farebbe (13a) in modo che ne morì cinque (13b) sono tutti gente che… lasciano (13c) la squadra che giocavano ieri in modo che ne morirono cinque è tutta gente che... lascia la squadra che giocava ieri Lessico e fraseologia ▪ Malapropismo o paronimia (etimologia popolare) (14) leccorneria comprensibili ho un raptus palché leccornia comprensivi ho un lapsus parquet ▪ Cambio di prefissi e affissi (15) affettivo adottamento discrezionalit effettivo adozione discrezione • • • • • • • • • • • • • • • • C:\Users\mfixefc2\Desktop\1.png C:\Users\mfixefc2\Desktop\2.png C:\Users\mfixefc2\Desktop\3.jpg C:\Users\mfixefc2\Desktop\4.jpg C:\Users\mfixefc2\Desktop\5.jpg C:\Users\mfixefc2\Desktop\6.png C:\Users\mfixefc2\Desktop\7.jpg C:\Users\mfixefc2\Desktop\8.jpg C:\Users\mfixefc2\Desktop\9.jpg • ITALIANO NEO-STANDARD Italiano Neo-standard Italiano colloquiale Italiano popolare vs. Il termine NEOSTANDARD si riferisce a caratteristiche pan-italiane, che ora sono state adottate a tutti i livelli sociolinguistici (ogni tipo di livello di istruzione, ogni provenienza), ma che non sono ancora state riconosciute dalle grammatiche e dai dizionari come Italiano Standard. Italiano Standard Neutro (fonetica e morfologia) Normativo and prescrittivo Non marcato Insegnato a scuola Modello paradigmatico Di prestigio (tradizione letteraria) Italiano Neo-standard Pan-caratterizzato Non-normativo (ma la normalità) Può essere marcato Disponibile nei mass media Modello pragmatico (utile, semplice) Comune Convergenza implicita della comunit ad avere un nuovo modello normativo, cioè un modello normalizzato Italiano dell’uso medio (Sabatini 1985) Italiano Neostandard (Berruto 1987) • Alcune caratteristiche (pan-Italiane) dell’Italiano Neo-standard ▪ Fonetica Non c’è la distinzione sistematica tra vocali aperte / ɛ, ɔ / e chiuse / e, o / Non c’è la distinzione sistematica tra sorda / s / e sonora / z /. In generale, / z/ è prevalente Si evitano le congiunzioni coordinative e le preposizioni eufoniche ed, od, ad (16a) Marco e Anna (16b) scrivo a Ida Marco ed Anna Scrivo ad Ida Tendenza ad evitare elisione e apocope (17a) l’età che avanza (17b) fare casino l’età ch’avanza far[x] casino ▪ Morfologia Cambiamenti nel sistema pronominale: lui lei loro diventano pronomi soggetto invece di egli ella essi (18a) lui parla (18b) lei pensa (18c) loro fanno egli parla ella pensa essi fanno Estensione di te come pronome soggetto (19) hai ragione te hai ragione tu gli generalizzato nella forma al dativo (20a) (a Paola), gli do un libro (20b) (a Marco e Mario), gli do un libro (a Paola), le do un libro (a Marco e Mario), do loro un libro • Aferesi frequente Pronome relativo che non variabile, sostituisce le forme oblique (20a) è un tipo che è meglio non fidarsi (20b) il giorno che arrivo è un tipo di cui è meglio non fidarsi il giorno in cui arrivo Generalizzazione dei dimostrativi (deittici) questo / quello (21a) questo libro è interessante (21b) tutto questo è vero codesto libro è interessante tutto ciò è vero (22a) sto tipo è un rompiscatole (22b) sta sera (à stasera) questo tipo è un rompiscatole questa sera Uso ridotto della gamma di congiunzioni (23a) anche se è vero, io non ci credo (23b) com’è che sei triste? (23c) dato che sbadigli, sto zitto sebbene, quantunque, nonostante sia vero... come mai sei triste? poiché sbadigli, sto zitto Ridondanza (24a) vengo, ma però non faccio tardi (24b) tu la pensi così, mentre invece io no (24c) di questo ne abbiamo già parlato ... ma non faccio tardi / però non faccio tardi ... mentre io no / invece io no di questo [x] abbiamo già parlato Enfasi e rafforzamento (25a) a me mi piace la linguistica! (25b) questo qui è il vero problema! a me piace la linguistica! / mi piace la linguistica! questo è il vero problema! • Semplificazione del sistema verbale ► Indicativo piuttosto che congiuntivo (26a) penso che Mario è una brava persona (26b) credo che Ida e Pia vengono dopo penso che Mario sia una brava persona credo che Ida e Pia vengano dopo ► Presente invece del futuro (27a) la prossima estate vado in Calabria (27b) domani Marco parte la prossima estate andrò in Calabria domani Marco partir ► Estensione del dominio dell’imperfetto indicativo (modalità ridotta) (28) se me lo dicevi, lo facevo [se me lo avessi detto, l’avrei fatto] Imperfetto condizionale (irrealis) (29) la spesa? Glielo facevo io volentieri [la spesa? Gliela avrei fatta io...] Imperfetto controfattuale (30) pensavo che il giorno dopo arrivava lui [... che il giorno dopo sarebbe arrivato lui] Futuro nel passato (31) tu eri il mago e io ero il principe Imperfetto ludico (32) volevo un’informazione, per favore Attenuazione o imperfetto di cortesia (33) A: cosa fai domani? B: andavo al museo Imperfetto della progettualit ► Futuro epistemico (34) Marco non c’è, sarà andato a casa • ▪ Sintassi L’italiano è una lingua SVO (Soggetto-Verbo-Oggetto). Il Neo-standard è spesso caratterizzato da un ordine marcato dei costituenti (per scopi pragamtici, per es., enfasi) Dislocazione a sinistra ► Topicalizzazione (35a) questo libro l’ho letto tante volte (35b) i problemi li conosco molto bene ho letto questo libro tante volte conosco i problemi molto bene [La frase è caratterizzata da un TOPIC (tema), cioè l’elemento presupposto/dato su cui la frase verge, e un COMMENT (rema), cioè l’informazione nuova a proposito del topic (predicato). Marco conosce Paolo TOPIC COMMENT Paolo, lo conosce Marco topicalizzazione (enfasi) Nota che la topicalizzazione necessita un clitico anaforico di ripresa ► Struttura a tema libero (36a) la risposta, dobbiamo aspettare un po’ (36b) il viaggio, siamo partiti ieri Nota che le strutture a tema libero non hanno bisgno del clitico di ripresa Dislocazione a destra (37a) lo faccio io, il caffè (37b) la racconta Paolo, la favola Nota che il topic dislocato a destra è introdotto da un clitico cataforico di ripresa • ► Frase “scissa” (38a) è Mario che ha rubato le caramelle (38b) sono tanti giorni che ti aspetto è Mario che ha rubato le caramelle FOCUS RESTRITTIVO (informazione nuova) TOPIC (informazione data e presupposta) ► Il c’è presentativo (39a) c’è Lucia che ti aspetta (39b) c’è Paolo con la febbre Lucia ti aspetta Paolo ha la febbre ALTRE DIMENSIONI DELLA VARIAZIONE (accenni) ▪ Lingua e genere (sesso): l’Italiano è una lingua sessista? ▪ Lingua e istruzione: è importante studiare? ▪ Lingua ed età: gli anziani parlano in modo diverso dai giovani? ▪ Lingua e mass media: i codici giornalistici, televisivi, letterari ▪ Lingua parlata e lingua scritta: scriviamo come parliamo? ▪ Lingua e minoranze linguistiche: dobbiamo salvare il Ladino, il Grecanico? ▪ Lingua e immigrazione: xenofobia linguistica. Chi ha paura di chi? • • • • • •Dekuji vam! •Grazie a tutte e tutti! • Et nunc ad quaestiones quodlibetales... • • • • • • Bibliografia di riferimento Berretta, M. 1994. Il parlato italiano contemporaneo. In L. Serianni e P. Trifone (eds). Storia della lingua italiana. Volume secondo. Scritto e parlato. Torino: Einaudi, pp. 239-270. Berruto, G. 1987. Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo. Roma: La Nuova Italia Scientifica. Caira, R. 1999. La formulazione di un testo pubblicitario. In G. Pallotti (ed.) Scrivere per comunicare. Milano: Bompiani. Canepari, L. 1979. Introduzione alla fonetica. Torino: Einaudi, Chapter 14. Cirillo, C. 2002. Sexism and gender issues in the Italian language. In A. L. Lepschy & A. Tosi. Multilingualism in Italy: past and Present. Oxford: Legenda, pp. 141-149. Coveri, L., Benucci, A. & P. Diadori. 1998. Le varietà dell’italiano. Manuale di sociolinguistica italiana. Siena: Bonacci. D’Achille, P. 2003. L’italiano contemporaneo. Bologna: il Mulino. 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