WĚmm La lingua italiana e i mass media A cura di Ilaria Bonomi, Andrea Masini, Silvia Morgana WE ■NSt I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore via Sardegna 50, 00187 Roma, telefono 06 42 81 84 17, fax 06 42 74 79 31 4oa% Visitateci sul nostro sito Internet: nttp://www.carocci.it Carocci editore 5.1-3 . lingua it aliana e i MASS MEDIA La lingua dei quotidiani gratuiti (free-press) Recentissima ma giä decisamente concorrenziale söprattutto nelle grandi cittä appare la stampa quotidiana gratuita 9,/che manifesta ca-ratteri linguistici significativamente differenziati sispetto ai quotidiani. f Dal 2000 hanno cominciato ad essere pubbíicati fogli distribuiti gratuitamente nei mezzi di trasporto, che rjáppresentano per molti utenti l'unico mezzo di informazione scrittaj accanto alla televisione, e che condensano le principali notizie in uno spazio assai ristretto. Alcuni caratteri strutturali e linguisticj/connotano questi giornali e Ii differenziano significativamente dai quotidiani tradizionali. Dal punto di vista strutturale, noti^mo innanzitutto una notevole densitä informativa: le notizie sono mj>lte e gli articoli brevi, si calcola che per ogni pagina vi siano in media 12 notizie/articoli. E evidente come questo abbia incidenza sul/piano linguistico, nella direzione della condensazione e della misurí breve dal punto di vista sintattico. Gli articoli sono per la maggior parte a firma redazionale, con minima rielaborazione delle notizie ,f& agenzia, talvolta riportate senza in-terventi (in questo caso la prcjvenienza dall'agenzia di stampa ě indi-cata). Ciö determina una notevole omogeneitä nella scrittura dei diversi pezzi che compongon.e il giornale, a differenza del quotidiano tradizionale, in cui gH articoli sono per la massima parte composti dal giornalistaIO, / Piu in alcune testate? che in altre, signíficativa ě la componente visiva, fotografica, che^in "City", per esempio, occupa uno spazio molto ampio. Molto arňpio ě poi, necessariamente, lo spazio dedicato alla pubblicitä, che |*ontribuisce largamente al sostegno finanziario necessario per tenere" in vita le testate. Quanto agli argomenti, notiamo che il molo maggiore ě rivestito dalla cronaca, in linea con le aspettative della maggior parte dei let-tori, seguita dalla» politica interna ed estera, dallo sport, dagli spetta-coM, daU'econornia: a questi argomenti, canonici per ogni quotidiano, si ahianca l'attualitä, specie di ambito cittadino, che occupa uno spa-/ 8. Per quejfa breve analisi mí sono giovata anche delle informazioni contenute in due recetiti tes/ di laurea (S. Cogliati, "Metro": aspetti linguistici di una testata freepress, Universita degli studi di Milano, 2001-02, relat. Prof. Andrea Masini e A. Scisci, I quotidiani gratuiti milanesi: analisi testuale e sintattica, in corso di elaborazione). 9. I quotidiani gratuiti in Italia sono attualmente otto, distribuiti in quattordici cittä; i titoli piü importanti sono "Metro", "Leggo", "City". to. Tale tendenza all'omogeneitä redazionale caratterizza piü "Metro" rispetto a "City" e "Leggo", nei quali compaiono in maggior numero articoli firmati. 5 . la lingua dei quotidiani zio notevole. Appare evidente come i quotidiani gratuiti si muovano nella direzione di assecondare i principali campi dji- interesse e di aspettativa dei lettori, con una forte accentuazione della componente cittadina, in linea con il carattere metropofitano/oi queste testate, nelle quali gli argomenti cittadini occupano circa il 50% dell'intero quotidiano. / In ordine alla struttura testuale dei pezzi/ ě da segnalare la fre-quente presenza di un lead, cioě di un trafiklto iniziale, spesso collo-cato tra il titolo e il pezzo vero e proprio/che non sempře contiene riassunti gli elementi informativi principáli della notizia, anche a causa della generalizzata condensazione informativa degli articoli. Caratteri linguistici complessivi w questi giornali sono la leggibili-tä, ľessenzialitä, la medietä, la scarga espressivitä, che Ii differenziano significativamente dai quotidianiß pagamento. Sul piano della sintassi, spicla la tendenza alla brevitä e alla fram-mentazione, con prevalenza ßi periodi monoproposizionali, di frasi nominali, e con larga presenza di modi impliciti (participi, gerundi), che favoriscono la brachilagia. Sul piano del lessico, si evidenzia in generale la preferenza pej/voci comuni, alla portata della comprensio-ne di lettori di ogni livsüo; signíficativa la presenza di stereotipi (tra-gico incidente, a nulla sono valsi i soccorsi, clamorosa protestu) e di voci ed espressioni indotte dall'influsso burocratico {in stato di de-tenzione, proseguorp gli accertatnenti, i soggetti privi di permesso di soggiomo); non tmscurabile ľaffioramento del parlato (la ragazza é a spasso; risultati ehe arrivano da uno studio sulla psicologia). Moderato Tadeguamento al parlato nella morfosintassi. 5.1.4. La lingua dei quotidiani on-line 11 Con i quotidiani on-line siamo nelľambito della lingua trasmessa, in-tendendosi per trasmesso quella modalita di comunicazione, per certi aspetti intermedia tra scritto e parlato, che awiene a distanza, alla quale partecipano sia, da un lato, radio e televisione, sia, dall'altro, tutto ciö che viene veicolato attraverso Internet (cfr. cap. 9). Ma va precisato ehe la lingua dei quotidiani on-line deve anche molto a quella dei quotidiani cartacei, da cui questo tipo di informa-; zione dipende strettamente. I quotidiani in rete, infatti, sono nei com-splesso solo parzialmente indipendenti da quelli cartacei: se escludia-rno le pochissime testate solo on-line, vediamo ehe i grandi quotidiani ;' n. Cfr. ľanalisi della lingua dell'informazione in Internet nei cap. 9 di questo volume e il capitolo 5 in Bonomi (2002), 114 135 la lingua italiana e i MASS MEDIA che hanno la versione in rete solo in parte differenziano i loro articoli rispetto al corrispondente cartaceo, mentre molti quotidiani in rete sono semplicemente la copia della versione cartacea. Ne risulta che la modalita compositiva dei pezzi non ě interamente altra cosa da quella dei quotidiani a stampa, e che essa partecipa da un lato della modalita di comunicazione trasmessa, dalľaltro di quella scritta. La situazio-ne ě, comunque, in evoluzione molto rapida. Alcune caratteristiche strutturali e linguistiche sono comunque specifiche del mezzo e connotano inequivocabilmente la scrittura dei quotidiani on-line: ľimmediatezza e ľaggiornamento continuo delle informazioni, ľipertestualitä, la leggibilitä, la chiarezza, la brevitä. Sotto il profilo della testualitä, emergono significative peculiaritä del canale: ľipertestualitä e i collegamenti intertestuali tra i pezzi; la struttura a blocchi, sui quali si opera ľaggiornamento; le modalita di coesione interna diverse rispetto ai quotidiani a stampa; ľevidenzia-zione grafica con la sottolineatura che rimanda ai link e il grassetto variamente utilizzato; le particolari caratteristiche del paratesto (titoli e trafiletti). Minori segni della specifická del medium emergono nell'ambito della sintassi, che ricalca in buona parte le lineee di tendenza dei quotidiani cartacei: preferenza per il periodare monoproposizionale e per la paratassi rispetto all'ipotassi, con accentuazione di una linea 'orizzontale' giustappositiva; notevole ricorso alio stile nominale e agli incisi. Poco curato ľuso dei segni di punteggiatura, improntato ad una marcatezza che riŕlette il parlato, e spesso anomalo per ľomissio-ne della virgola o la sua errata collocazione (ma si deve considerare ľalta incidenza dei refusi). Quanto al lessico, caratteri generáli dei diversi tipi di articoli sono ľapertura alia colloquialitä e la forte presenza deľľattualitä (neologi-smi e stranierismi anglo-americani: ad esempio termini bellici come tank, raid, ranger, termini informatici piů o meno noti come notebook, crash, geek, termini economici come beige book, briefing, rating) mentre cifra peculiare dei pezzi sportivi sono le metafore e il lessico briliante ed espressivo. Contenuta ě la persistenza- dei burocratismi e del retaggio giornalistico, come recarsi, operare un arresto o gli stereo-tipi come fitta nebbia, bruciante ricordo, tunnel della droga. Chiarezza, linearita, semplicitä, brevitä, denotativitä sono dunque confermati quali caratteri intrinseci della scrittura dei quotidiani online, e in questo la finalitä prima di questo medium informativo appa-re distinguerlo dai quotidiani cartacei, in cui ľespressivitä e la tendenza a colpire il lettore vanno spesso nella direzione opposta a quella deľľinformativitä denotativa. Ma altri aspetti muovono in direzioni 136 5. la lingua dei quotidiani differenti, se non addirittura opposte. Per esempio, la rapidita della composizione dei pezzi e il loro aggiornamento continuo, nella pro-spettiva di un'informazione in tempo reale, determinano la presenza non solo di numerosissimi refusi (il che rientra in una tipologia nota e a cui siamo ormai abituati), ma anche di 'scompensi' e incoerenze linguistico-testuali che non giovano alia chiarezza e alia leggibilita. I quotidiani on-line rappresentano uno strumento informativo gio-vane, ancora troppo poco utiHzzato, e certo non ancora assestato, da tanti punti di vista, nel panorama dei mezzi di comunicazione di mas-sa: sotto il profilo linguistico, essi si rivelano un canale privilegiato per la trasmissione di una lingua moderna, funzionale, poco appesan-tita da orpelli e scorie del passato, ma devono tuttavia perfezionare un codice innovativo, alia formazione del quale concorrono esigenze tecniche cui la lingua deve adeguarsi. 5-2 Analisi linguistica 5.2.1. Testualitä Tipologia degli articoli Gli articoli di un quotidiano appartengorj^ per definizione alia grande categoria dei testi pragmatici, cioě (M testi che si propongono di conseguire scopi pratici (informare, defítrivere, convincere), opponen-dosi in ciô ai testi letterari. In linea ^generále, in relazione alia tipologia testuale I?, la maggior parte deglt articoli di giornale ě da ascrive-re al tipo informativo, mentre tesw squisitamente argomentativo puô essere un articolo di fondo o uif articolo di contenuto scientifico o comunque strettamente culturaje. Al tipo descrittivo e al tipo narrativo possono appartenere parti di articoli, difficilmente articolLÍnteri: per esempio, articoli di genere di-verso che contengono descnzione di luoghi, ambienti o personaggi, o articoli di cronaca che contengono narrazione di eventi. Ma, al di lä di indicpioni generalissime, ad una piú predsa indi- u^'Ix y tu lmSmstlca 1ui sv°^ e riferita ai quotidiani cartacei tradmonali, con esclusione delle testate gratuite e dei quotidiani on-line. Negli esem-pi, vengono usate k seguenti sigle: m "la Repubblica», es "Corriere della Sera" st U Stampa , gi II Giornale" uN "l'Unitä", ma "II Mattino», ms «II Messaggero". J-e due barre oblique indicano l'a capo. 13. Per maggiori precisazioni su questo argomento, cfr. Bonomi (2002, cap. 4). 137 la lingua italiana e i MASS MEDIA Ouanto alla tipologia grammaticale, se la percentuale maggiore degli esempi, owiamente, e costituita dalla dislocazione dell'oggetto diret-^f to, non mancano casi di dislocazione di altri complementi, dal valorf piü marcatamente colloquiale (ad esempio a voi garantisti, i vostri £v-versari vi imputano di seguire solo gli argomenti inerenti la Giustma). In aumento appare la dislocazione a sinistra di proposizione. / Valenza piü marcatamente espressiva hanno le meno frecufcnti di- slocazioni a destra, con o senza stacco interpuntorio: eccoleMe botte, i pugli, i calci; Non ne avevo mai sentito parlare prima dilquesti alba- nesi. / Ma il piü frequente dei costrutti marcati appare sanzaltro la fräse scissa, la cui tipologia si presenta molto articolataf sia rispetto alla successione di tema e rema, sia rispetto alla cosjffuzione esplicita o implicita, sia, infine, rispetto alia funzione logic/ dell' elemento foca- lizzato, / Non infrequentemente ricorre la fräse psjfudoscissa nei tipi intro- dotti da cid che/queüo che, chi {quello che hßnno scoperto e che questa storia e stata caratterizzata da repentini /violenti cambiamenti) dal marcato carattere colloquiale. i Decisamente meno soggetti a cambiamento e a scarto rispetto alla norma tradizionale appaiono invece ajCri fenomeni, tra i quali citiamo i seguenti: f — uso della -d eufonica nella corwiunzione e e nella preposizione a. Relativamente a un fenomeno gr/fico che viene considerate general-mente in forte evoluzione neUa scrittura contemporanea22, i dati emersi dai giornali, che ritenipno probanti per le linee di tendenza che mostrano, indicano che l/persistenza di ad e molto alta, quella di ed significativa anche se mmo vistosa. - che polivalente. Moltcypoco rappresentata nei giornali e la diversa tipologia del che polivalente, tranne che nella fräse scissa, come si e visto molto diffusa. Nejfe altre funzioni, il che ricorre con una discre-ta frequenza solo confe relativo indeclinato temporale (quasi esclusi-vamente con il sost/ntivo volta, con valore piü neutro: quella volta che [...] gridarono j/..] si scopri), da tempo ormai assestatosi nella norma, mentre e rarp nelle funzioni di connettivo generico (con valore esplicativo-consatutivo: dated prima i voti che poi vi toglieremo i soldi, torna a cascyche non ti succederä nulla), e ancora di piü di relativo indeclinato non temporale {l'articolo e venuto benissimo, esattamente quello che dicevamo che c'era bisogno). 22. Si veda soprattutto Sabatini (1985). 5. la lingua dei quotldiani In netta espansione sembrano invece i sintagmi oggi/che, adesso che, ora che, giä che, e il che prettamente temporale {divenne tifoso che aveva appena sei anni). /' - indicativo in luogo del congiuntivo. Nonostante/fe accuse che da molte parti vengono mosse ai giornali di cedere/al dilagante declino del congiuntivo, la scrittura giornalistica dimosffa una buona fedeltä all'uso di questo modo verbale, a differenzajégli altri mezzi come la radio e, ancora di piü, la televisione. Intatti, il fenomeno dell'esten-sione dell'indicativo appare nell'italiano/Hei nostri giorni molto piü diffuso nei parlato che nello scritto. ^ I giornali presentano, seguendoja norma, quasi sempre il congiuntivo nelle oggettive e nelle soggettive rette da verbi o sintagmi esprimenti dubbio e incertezza, c^n rarissime occorrenze di indicativo (Vogliamo che ci aiutate; qualaäio sospetta che P. accetta; sembra che si sono messe a suonare): nei jari casi come questi, l'impiego dell'indicativo risalta per il suo ton# marcatamente colloquiale. Sporadici anche esempi di indicativoj£. altri tipi di proposizioni subordinate che richiederebbero il congiuntivo. La tenuta del conj^funtivo ě dimostrata anche dalla sua frequente presenza nelle interrogative indirette, in alternanza con l'indicativo. Piü significativ/la ricorrenza dell'indicativo nei periodo ipotetico e in generale al /osto del condizionale, secondo una tendenza assai viva nei parlatoAa in estensione nello scritto («eppure se voleva pote-va evitare il servizio militare»). 5.2.5. Lessico II lessico dei quotidiani si ě notevolmente modifkato negli ultimi de-cenni, principalmente nella direzione della lingua comune; si sono cosi ridotti ľapporto della componente letteraria e di quella burocra-tico-giornalistiea, che ha caratterizzato il nostro giornalismo lungo la sua storia come un elemento fondamentale, mentre sono decisamente aumentate le voci di carattere colloquiale. Restano sempre centrali le categorie del neologismo e dello stranierismo, che riflettono i conte-nuti nuovi veicolati dai quotidiani anche in relazione ad argomenti e referenti di paesi stranieri. I diversi tipi di voci, letterarie, burocratiche, colloquiali, neologi-smi, stranierismi, tecnicismi, present! nell'intero quotidiano, hanno pero una presenza quantitativamente differente a seconda del genere di articolo e, naturalmente, delľargomento trattato: i neologismi e gli stranierismi spesseggiano negH articoH di politica interna ed estera (ma un certo tipo di stranierismo, come vedremo, ě frequente anche 155 la lingua italiana e i MASS MEDIA 5 . la lingua dei quotidiani negli articoli sugli spettacoli, e le voci straniere relative aľľeconomia ricorrono in questa sezione del quotidiano), le voci ricercate e lettera-rie ricorrono in misura complessivamente modesta, a parte le metafore, soprattutto nei reportage e negli articoli culturali, mentre la crona-ca presenta ancora una certa ricorrenza di voci elevate e burocrati-che, insieme agli stereotipi. I tecnicismi, naturalmente, spesseggiano negli articoli settoriali. Va poi sottolineata una certa differenziazione anche nell'uso del lessico, cosi come nella caratterizzazione della lingua in generále, tra i diversi quotidiani. Alcune testate, infatti, nella linea di una lingua da un lato il piú possibile vicina all'uso comune, dall'altro incline al regi-stro briliante, presentano un'alta frequenza di voci colloquiali, talvolta anche triviali, in svariati tipi di articoli (eccettuati, in linea di massi-ma, quelli di commento, culturali, settoriali), ma anche di metafore e voci che concorrono a caratterizzare la lingua in senso espressivo: ě il caso, per esempio, della "Repubblica", mentre altre testate, come per esempio "La Stampa", si mantengono su una linea piú neutra e con-trollata, con un lessico meno caratterizzato. Infine, non dímentichiamo che alcuni giornalisti, soprattutto i piú noti, imprirnono ai loro pezzi un certo stile, caratterizzato anche sul piano lessicale, o con un lessico ricco e variato (si pensi alia penna di Montaneíli), oppure, invece, con una spiccata tendenza verso collo-quialismi e anche trivialismi (come per esempio Scalfari e Pansa). Vediamo ora, dopo queste note introduttive, le diverse categorie di voci. I neologismi rappresentano da sempře una delle categorie piú ti-piche del giornalismo, che veicola contenuti nuovi con voci nuove, o anche raccoglie o inaugura voci nuove per significati preesistentí, At-traverso i giornali vengono evidenziati i meccanismi derivativi o com-positivi piú comuni nella lingua di quel periodo, come la particolare produttivita di un suffisso, o la preferenza per un certo tipo di com-posizione. Nell'ambito della prefissazione, ricorrono oggi con frequenza soprattutto anti- (antiscafista), co- {cofinanziamento), contro- (controinda-giné), de-/dis- {deburocratizzazione, dissalazioné), mega- {meganegozio), mini- (minibomba), tele- (teledivo)23, super- {superpagató)-, iper- [iper-moderno), ultra- {ultraortodosso), con una certa inclinazione per i pre-íissi elativi. 23. In questo caso il prefissoide tele- ě nel piú comune significato di 'rektivo alia televisione': altri significati sono 'a distanza' (telecomandó), 'relativo alla telematica' {teletraduttoré), e, piú raro, 'relativo al telefono' (telecarta). Relativamente alia suffissazione, citiamo per i nomi -ismo {ribalto-nismó), -ista (cassettista, giuslavorista), -istica (effettistica), -izzazione {ottimizzazione), per i verbi -are (sioppare, cortocircuitare), -izzare (otti-mizzaré), per gli aggettivi -ale (digitale), -ano (morettiano), -ese {beni-gnese), -abile {scannerizzabile), -ico [massmediatico). Non infrequenti i composti, come teatronovela, ripara-cellule. Citiamo poi neologismi politici molto frequenti, che non si inseri-scono nei meccanismi citati, come correntone, girotondini. Infine, una certa produttivita ě dimostrata dalla sostantivazione, come in sommerso (per 'lavoro sommerso'), termine economico-sinda-cale, o in crono, termine ciclistico a indicare la tappa cronometrata. Considerandoli rispetto alla loro immissione nella lingua comune, osserviamo che se alcuni dei neologismi dei giornali ví entrano, per restarvi un tempo piú o meno lungo, altri invece sono effimeri o re-stano ai margini dell'uso, e non verranno registratí nei dizionari24. Anche gli stranierismi rappresentano da sempře una categoria pri-vilegiata del lessico giornalistico, invadendo 1'intero quotidiano, con piú significativa presenza negli articoli di politica, specie estera, di at-tualitä, di economia, di spettacolo. Si tratta, naturalmente, di stranierismi di tipo diverso. Tra quelli di politica possiamo ricordare bipartisan, impasse, devolution, summit, liberal; relativi alla politica estera, kalashnikov, kamikaze, intelligence. Economici sono per esempio sponsor, corporation, broker, fondi hedge, blue chip. Stranierismi che potremmo chia-mare 'di mondanitä', ricorrenti soprattutto negli articoli di attualitä, sono parvenu, griffe, [feste) kolossal, vip watcher, eros center, relativi alio spettacolo, audience, piece, tournée, atelier, collage, rock, pop, heavy metal. Tecnici, per esempio, frame ('singola immagine visualizzata da un nastro videomagnetico'), morphing ('tecnica cinematografica'). Quanto alla provenienza, come si puô vedere dalla documentazio-ne appena riportata, sono naturalmente molto piú numerosi, nell'ita-liano di oggi, gli anglo-americanismi, che invadono la politica, gli am-biti tecnico-settoriali, lo spettacolo, rispetto ai francesismi, che hanno , ancora un certa presenza negli spettacoli, e in parte nella politica. Se-guono, ma molto piú rari, gli ispanismi come macho, camarilla, i ger-1 manismi come blitz, krapfen, e le voci di altre lingue, come il persia-. no chador, il russo kalashnikov, i giapponesi kamikaze, karaoke ecc. Le voci colloquiali, come si accennava sopra, rappresentano una ^categoria in evidente espansione nei quotidiani, in particolare nelle 24. Mi riferisco ai dizionari della lingua italiana, non ai repertori di neologismi che registrano molte voci anche di carattete effimero. 157 la lingua italiana e i MASS MEDIA testate che scelgono una linea linguistica accattívante e brillante. Que-sto tipo di voci risponde da un lato alia volontä di awicinare il gior-nale al lettore, imitando la lingua d'uso quotidiano e informale, dal-l'altro a quella di immettere parole espressive e colorite con finalitä connotativa. Esse ricorrono con maggiore frequenza in alcuni quoti-diani ("la Repubblica" soprattutto), in articoli di politica, di cronaca, di attualitä, sport, non soltanto nel piano del discorso diretto, dove hanno evidentemente finalitä mimetica, ma anche nella scrittura del giornalista. La categoria comprende singole parole, aggettivi, sostanti-vi, verbi, il cui valore familiäre e informale risalta dal contesto lingui-stico: ad esempio I'udc ha piazzato AM. al posto della S. (be 17 luglio 2002) ; 27 giudice istruttore ha disatteso la richiesta del pm [...] e ha deciso di sped ire il governatore della Banca di Francia di fronte al tribunále (ivi); Fara hrinda con i suoi collaboratori al nuovo colpo piazza-to sui giornali. L'Istat, un altro monopolio che vacilla (st 4 gennaio 2003) ; Fara si e beccato [...] una smentita {ibid.). Numerosi anche le espressioni, i sintagmi di carattere colloquiale, come gatta da pelare, picchiare duro, fare a pezzi. Non frequenti, ma talora present!, trivíalismi come batta, stronzo, incazzarsi. Se nei casi finora citati il coUoquialismo ě evidentemente frutto di una scelta del giornalista, in altri casi, piü rari, pare piuttosto riflette-re usi comunissimi del parlato, affioranti nella scrittura, come nell'e-sempio seguente: (rilevazioni di altri centri studi), tipo Eurispes, dove la parola tipo ě impiegata non gia nella sua normale funzione di so-stantivo, ma in una funzione che ě vicina a quella dell'awerbio come. Sul fronte opposto, quello delle voci ed espressioni di tipo eleva-to, la cui presenza nella lingua giornalistica ě in progressiva diminu-zione, parallelamente aU'aumento di quelle comuni e colloquiali, tro-viamo tipi e finalitä diversi. In evidente declino appaiono le voci squi-sitamente letterarie, se eccettuiamo la presenza di sinonimi ricercati in brani di tipo descrittivo-narrativo, come i reportage, caratterizzati tradizionalmente da tono e ambizioni letterarie. Tutťaltra vitalita ha invece la componente letteraria nelTambito delle metafoře, che rap-presentano uno degli strumenti lessicali di maggiore impiego nella di-rezione del cosiddetto stile brillante (Dardano, 1980), in articoli dei diversi generi, con maggiore incidenza in alcune testate. Qualche esempio tra i moltissimi che si potrebbero citaře: [il presidente dei deputati]: un fume in piena che promette hattaglia; rammendare bran-delli di storia; [I'economia] marcia con passo robusto; la veritä [...] ě un doppio battito di palpebre; un soffio di violenza che imprigiona; stormire delle fronde dell'Ulivo; sprofondata nel buio del sapere. Natu- 5. la lingua dei quotidiani ralmente il potere evocativo e immaginifico della metafora ě in rap-porto inverso alia sua frequenza e al suo radicamento nella lingua co-mune. Al lessico briliante appartengono poi aggettivi ricercati in calli-dae iuncturae, ricorrenti in particolare nei brani di attualitä o spetta-colo: ubiqua Herzigova, pitonata boutique, tarantolato presidenziali-smo, muscolacci ostili. Se l'immagine ě spenta per il suo abuso, si cade nell'ambito della stereotipia 25, largamente rappresentata nella lingua giornalistica, da sempre, specie negli articoli di cronaca; vi rientrano, oltre alle metafore abusate, le frasi fatte, i sintagmi stereotipati: ago della bilancia, cane che si morde la coda, molta acqua sotto i ponti, portare acqua al mulino, effimera tregua, guerra strisciante, sventare una rapina. I brani di cronaca hanno tradizionalmente ospitato anche i sinonimi elevati tipici del linguaggio della burocrazia e della polizia, oggi in netto calo soprattutto sui grandi quotidiani nazionali, piú persistenti in quelli locali: verbi come recarsi, portarsi, effettuare, rinvenire, e pe-rifrasi composte da verbo + sostantivo al posto del semplice verbo come consumare il pranzo, operare un arresto, rendere una dichiara-zione. Diverso il carattere delle voci che potremmo chiamare 'difficili', in quanto estranee al lessico fondamentale, utilizzate non giä come trac-ce di uno stile giornalistico spersonalizzato, quanto come voci dal preciso significato, pur senza essere tecnicismi, e generalmente non sostituibili da sinonimi piu comuni: per esempio surrettizio, foriero, asseverazione. I tecnicismi, infine, rappresentano una categoria lessicale di fondamentale rilievo nella lingua giornalistica, e trovano generalmente luogo negli articoli di carattere settoriale, da quello economico, largamente presente su tutti i quotidiani principáli, a quello dell'informati-ca, a quello delle scienze, a quello della salute, in alcune testate separate in allegato settimanale. Naturalmente il grado di tecnicismo ě variable, e, se molti termini settoriali sono compresi e conosciuti dalla maggioranza dei lettori, molti altri, soprattutto per alcuni settori, ne-cessitano di una spiegazione: cosi, la necessaria ricorrenza di tecnicismi puo determinare, se i termini non sono spiegati, un minor grado di leggibilitä del giornale, mentre al contrario contribuisce ad una po-ssitiva divulgazione di concetti e termini, se questi sono affiancati da una glossa esplicativa. Vediamo qualche caso di spiegazione del tecni-^cismo, procedimento seguito nella maggior parte dei casi sui quoti- 25. Cfr. soprattutto Serianni (2000). 158 159 la lingua italiana e i MASS MEDIA diani: stagflazione, owero Pil ridotto e aumento dei prezzi (st 7 gen-naio 2003); Seriamente preoccupante il deperimento organico che li ha ridotti a uno s tato cachettico [in corsivo nel těsto], un termine che de-riva dal greco e indica una pessima condizione, al limite delia denu-trizione (cs 7 gennaio 2003); E un esperto del clima su piccola scala, cioě studia quelle* che pud succedere in una cittä o in una voile o su un territorio ristretto [...] specialista nella dinamica dei fluidi, vale a dire nel comportamento di oceani e atmosféra (cs i° dicembre 2002). Al contrario, eitiamo qualche caso di tecnicismo non spiegato: alio stato attuale disponiamo di alcuni farmaci (sli inibitori delle acetilcolinistera-si) che vengono somministrati gratuitamente [...] (cs i° dicembre 2002); I numerosi delisting di questi ultimi tempi sono il segnale di una forte disaffezione [...] si potrehbe pensare anche a eventuali inter-venti sul lato delia domanda, come ľabolizione dell'imposta sul capital gain (entrambe in corsivo nel testo) (cs 7 gennaio 2003). 5-3 Testi Una mina ha fermato il mezzo diretto alľinsedfamento di Immanuel, poi la strage a colpi di mitra. Al Aqsa rjvendica ľattentato Agguato al bus dej'coloni Un commando palestinese attacda e uccide otto israeliani gerusalemme. In Israele sono le 14 fiy. fa moko caldo, e soffia uno scirocco piuttosto umido. Dalla stazionjí dei bus interurbani di Bnei Brak, un quartiere ultraortodosso di Tel Aviv, parte la corriera blindata numero 189 della compagnia Dan diretta all'insediamento di Immanuel (2700 abitanti), in Cisgiordania, una colonia spesso* nel mirino dei terroristi che si trova non lontano dalla cittä autonoma p4estinese di Nablus, giusto qualche chilome-tro piú a sud ovest. Piů o rrfeno alia stessa ora, a New York, sta per co-minciare il summit del «qu/rtetto» (Usa, Unione Europea, Russia e Onu) che dovrebbe cercare di riaprire la strada che blocca la ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi/Ed ogni volta che un'iniziativa di pace si profila all'orizzonte dei territorLoccupati, scatta l'allarme rosso. Al comando israelia-no di Qalqilya, giunge ihfatti un dispaccio riservato dell'intelligence: e'e aria di attentato, ě la sostanza del messaggio, abbiamo precise informazioni che un gruppo di terroristi palestinesi sta per attivarsi in zona. [...] // Sono le tre del pomeriggio, adesso. La corriera numero 189 ě ormai quasi arrivata ad 160 5. la lingua dei quotidiani . / Immanuel: il paesaggio e suggestivo, un mare di coiline, terra tjpvera e ricca insieme, dove regna il contrasto tra il moderno e ľarcaico. M|ŕe anche ľam-biente perfetto per le imboscate. Quando la corriera numei^ r 8y ě a meno di duecento metri dalľingresso principále di Immanuel, uaa violenta esplo-sione scuote ľautomezzo come un fuscello. Una bomba.^C) forse una mina. La dinamica esatta delľagguato non ě ancora chiara. 1/ Un testimone, uno dei superstiti, afferma di aver visto ľesplosione a dieá'metri di distanza dal suo posto: «Mentre i passeggeri rimasti incolumi o fepti leggermente schizza-vano fuori dalľabitacolo, tre uomini armati di kalasKnikov hanno cominciato a spararci addosso all'impazzata». Uno spaventoso/tiro al bersaglio. Alla fine 11 bilancio (prowisorio) sarä di 8 morti, tra cuyun bimbo, e 20 feriti, dieci dei quali gravi. I tre terroristi indossavano divise delľesercito israelíano: prima di dileguarsi hanno ingaggiato una sparatjíria con i primi soccorritori, tra i quali anche qualche soldato. // Questa, pprtroppo, la nuda cronaca - qui ormai, con una punta di cinismo, la chiamano «l'industria delia notizia» -che ha spezzato ľeffimera tregua, durarfventicinque giorni, di una guerra strisciante che ha giä causato, dalľinizíc/della seconda Intifada, quasi seicen-to vittime israeliane (ed okre 1.540 pafestinesi): era dal 21 giugno che il ter-rorismo palestinese non colpiva un ^fobiettivo israehano» civile e questo, se-condo lo stesso premiér Sharon, erá da considerarsi un successo della «seve-ra e ferma politica preventiva» a^uata dalľesercito, con ľoceupazione ed il copriŕuoco di sette delle princip'ali cittä palestinesi cisgiordane, tra cui Ramallah, Nablus, Jenin, Qalquilýa. Non solo: ľagguato di ieri ripete, con le Stesse identiche modalita, un/analogo attentato nel medesimo punto. Era il 12 dicembre 2oor: anche alléra un commando palestinese camuffato con di-, vise da militari israeliani aviva colpito un bus, facendolo ribaltare e sparando sui passeggeri inermi: il biíancio fu piú eruento, 10 morti. // Poco dopo ľattentato, sono arrivate le^rivendicazioni: stavolta proveníenti da due organiz-zäzioni diverse, quasi a/voler sottolineare la collaborazione e non la concor-renza tra i gruppi armati clandestini della resistenza palestinese. [...] (re T7 luglio 2002) Si notino nel brano: - ľattacco deserittivo, e la componente visiva che domina la prima parte (influenza delia televisione); - ľellissi cataforica dei terna (il nueleo della notizia ě spostato in avanti); / - ľmserLrr/ento di battute di discorso diretto, aleune delle quali senza segnaWori grafici; - la freauenza di incisi tra parentesi o lineette; - la fr^quenza dei due punti, con diverse funzioni, e il loro impiego al posto delia virgola {sono arrivate le rivendicazioni: stavolta...); - i sintagmi stereotipati effimera tregua, guerra strisciante; gli stranie-rismi summit, intelligence, kalashnikov; il derivato ultraortodosso. i6r